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Giornalino Parrocchiale, della chiesa SS. Crocifisso in Modena
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Il Caterino
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Mentre sto scrivendo questa breve lettera alle famiglie
della comunità, in chiesa i bambini animano la Via
Crucis che ogni venerdì di quaresima celebrano insieme
agli anziani. Certamente il fare la Via Crucis è una cosa
buona, consigliata e necessaria.
La Santa Pasqua ci invita a iniziare la “Via della Gio-
ia”. La gioia è un comando di Gesù Risorto: “Se mi
amaste, vi rallegrereste…”; “Non vi lascerò orfani, ri-
tornerò…”; “ Vi rivedrò e il vostro cuore gioirà e nes-
suno vi potrà togliere la vostra gioia. Chiedete e otterre-
te, affinché la vostra gioia sia piena” Gv. 16, 2-24.
Quando vedo un bimbo, una ragazza o un anziano che
sorridono, noto la presenza di Dio nel loro cuore.
Pasqua è la più grande solennità del cristiano! Cristo è
risorto! Cristo è figlio di Dio; è Lui che ha vinto la
morte e ci ha dato la vera Vita, la gioia di essere figli di
Dio e fratelli di Cristo.
Gesù ci ha donato se stesso nel pane Eucaristico. I due
discepoli di Emmaus riconoscono Gesù quando spezza
il pane e corrono pieni di Gioia a Gerusalemme.
Anche io sono pieno di Gioia quando vedo padre Mau-
ro, il diacono Guido, i ministri dell’Eucarestia, le suore,
gli animatori, i giovani, i bimbi della scuola materna
con le loro insegnanti… Andiamo avanti con entusia-
smo e Gioia grande!
Buona e Santa Pasqua!
Don Sergio
Gesù “veglia” con noi!
C’è un attesa che è senza prospettiva. Si può collegare
all’esperienza della notte: infatti che la notte sia natu-
ralmente percepita come minaccia e pericolo spesso
non lo si sa proprio più in un mondo che ha fatto scam-
biato il giorno per la notte. La notte in molte parti del
mondo dove mancano i mezzi tecnici per dissipare
l’oscurità ancora oggi non è vissuta come un tempo
buono. È il tempo senza luce e senza calore: il tempo in
cui la vita si ritrae e in cui i colori non sono più visibili
e dove la struttura e l’ordine del mondo sembrano
scomparire.
Anche la Bibbia parla di quest’esperienza uma-
na primordiale: le potenze delle tenebre minacciano
l’uomo. Soprattutto coloro che soffrono d’insonnia
per tanti motivi lo percepiscono di più: ci si rigira
continuamente nel letto, si continua a contare
le famose “pecorelle” e ricontarle ogni quar-
to d’ora e non si va avanti, come si sente
ogni rintocco di campana. Sembrano
tempi infiniti, neri e opprimenti. Si a-
spetta, pur sapendo che l’attesa tra-
scorre senza alcun esito. Immagino la notte angoscian-
te di Gesù nell’orto degli ulivi, notte interminabile do-
minata dalla paura e dalla solitudine. In questo caso il
tempo si dilata all’infinito, perde ogni contorno e si
indurisce. Il suo silenzioso scorrere può assumere
un’esperienza assolutamente negativa dell’eternità. In-
fatti, si sperimenta l’abbandono di tutti… e a volte an-
che di Dio. Cosa rimane, ad esempio, ad una persona a
letto malata in notti simili? Si può al massimo sonnec-
chiare e cercare di sopportare il tempo, passivamente,
impotenti. Lo si può solo lasciar passare. Ci si può ci-
mentare nel sopportare e nel soffrire. Il tempo diventa
in questo caso una prigione e un tormento.
Il tempo ha bisogno di “risurrezione” e di pro-
spettiva: di notte chi è malato non può neppure alzarsi,
ma è condannato alla disperazione e all’immobilità.
Stare svegli di notte è desolazione. E questa è una cosa
ben diversa dalla noia quando non si sa come riempire
adeguatamente il tempo. Qualcosa di diverso è
“attendere il mattino” nel cuore della notte. C’è un pas-
so meraviglioso nel salmo 130 al versetto 6 che recita:
<<L’anima attende il Signore più che le sentinelle
l’aurora>>. Ci può essere qualcuno che ha “vegliato”
con noi nella notte e si rallegra per l’arrivo del nuovo
(Continua a pagina 3)
Il Caterino Pagina 3
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giorno. Invece un malato deve solo "attendere" ed è
costretto a vedere le cose in modo diverso, consideran-
do il tempo un “nemico” da sconfiggere.
Quando vegliamo un malato "insonne" per tutta
la notte il tempo si trasforma da realtà da vincere ad
una realtà da vivere come dono per l'altro. Perché quan-
do un malato una persona sola percepisce che l’altro è
lì per lui, anche se è notte e fa esperienza della notte, il
dono dell’altro può trasformare il "buio" in “giorno di
risurrezione”. E quando la notte sembra ancora lunga,
rimane una cosa da fare: sperare in un nuovo giorno.
Anche quando le ore non sembrano passare mai sappia-
mo che stiamo inoltrandoci verso un nuovo giorno nella
speranza che poi tutto andrà meglio. Il dono che l'altro
vuole essere per me mi libera dalle notti insonni. Dice-
va B. Brecht nel “Canto della Moldava”: “La notte ha
dodici ore, poi arriva finalmente il giorno”.
Vorrei leggerla così la Pasqua di quest’anno: la
notte del dolore che fa spazio all’aurora grazie al fatto
che Gesù continua a “vegliare” accanto a noi dentro le
nostre "insonnie". Gesù risorto rimane di proposito ac-
canto a noi; anzi, lui è presente dentro il nostro stare
svegli “obbligato” per "immettere" dentro l’angoscia
una luce di speranza. Se il Cristo non fosse risorto, non
sarebbe qui a “vegliare”oggi accanto a noi, vicino al
letto del nostro dolore e a “tenerci la mano” per non
farci più sentire soli.
Ecco perché siamo chiamati ad educarci alla
pazienza in attesa del nuovo “giorno” insieme a lui,
sapendo che dentro la nostra notte c’è sempre Gesù che
“attende” insieme a noi l’alba. L’attesa, quindi, ha un
doppio volto: ce n’è una vuota, senza gioia e senza spe-
(Continua da pagina 2) ranza, ma ci può essere un’attesa “gratificante” e
"paziente". Gli eremiti del deserto che erano in grado di
reggere in condizioni aspre e inospitali avevano una
forte attesa di Dio che li avrebbe liberati dalla fatica e
dalla solitudine: nell’attesa quindi era già presente e
operante l’appagamento perché Gesù era percepito da
loro come il "presente" che dava senso alla loro
"attesa".
La pazienza quindi è sempre unita all’attesa.
Ma la pazienza ha anche delle “sorelle: l’impazienza e
la nostalgia. L’impazienza può essere “bella” quando,
ad esempio, si vuole vedere per la prima volta qualcuno
che già da lungo tempo si avrebbe avuto piacere di ve-
dere. Ma anche la nostalgia è qualcosa di particolar-
mente significativo, quando si esperimenta l’assenza di
una persona cara e la si vorrebbe avere sempre con sé.
La nostalgia fa parte della vita come l’attesa del compi-
mento.
In questa prospettiva diventa chiaro quanto ha
lasciato scritto un martire della violenza nazista: <<Il
Signore non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza;
protegge non dal dolore, ma nel dolore; ci difende non
dalla morte, ma nella morte>> (D. Bonhoffer). La Pa-
squa è fare esperienza di un Dio che si rivela nella brez-
za leggera e che sa porsi nel luogo più lontano in cui
mai potrà nascondersi l’uomo, nella sua morte, per non
lasciarlo solo e poterlo "prendere per mano" e condurlo
verso la vita. Questo sia l’augurio per una pasqua in cui
ci lasciamo “prendere la mano e per mano” dal Dio
dell’aurora e del giorno.
PASQUA ....TEMPO DI RINASCITA!!!! Vorrei condividere con chi legge queste poche righe, la
gioia che mi ha dato accompagnare dei giovani adulti a
ricevere il Battesimo!!!
E’ davvero un’esperienza di vita, capace di riaccendere
la voglia di ricominciare!
Diego e Lilibel sono due giovani stupendi che hanno
chiesto di ricevere il Battesimo e si sono messi in cam-
mino.
Essendo adulti non è stato per loro sempre facile, presi
dai mille problemi quotidiani del lavoro, della famiglia
(ognuno di loro è sposato e ha dei bimbi) e da tutte le
fatiche che ciascuno di noi ha nella propria vita! La
loro costanza e determinazione, però, ci ha convinti che
il Signore opera grandi cose proprio sotto i nostri occhi
e...per la prima volta, sotto gli occhi di tutta la comuni-
tà che partecipa alla Messa domenicale delle 10.
Ascoltare la loro storia, le difficoltà che hanno in-
contrato nella vita, la voglia di entrare nella fami-
glia dei Figli di Dio ma soprattutto la loro sem-
plicità nell’aprire il cuore e lasciare entrare
Dio, riaccende la speranza e ridona
quell’entusiasmo che a volte si spegne o
sonnecchia nella mia vita!
Quante volte, anche durante il percorso
(Continua a pagina 4)
Il Caterino Pagina 4
di catechesi dei cresimandi adulti, mi assaliva lo scon-
forto e mi dicevo: “Basta, è l’ultimo anno!” La fatica di
uscire al lunedì sera, la difficoltà nel trovare il tempo o
nuove idee per preparare gli incontri, la paura
nell’incontrare persone che si presentano con le loro
rigidità e i loro pregiudizi, deluse da qualche prete o
qualche esperienza non bella del loro passato!
Poi, con un briciolo di accoglienza e di disponibilità
all’ascolto, vedi che le persone si trasformano, il loro
muro di difesa si sgretola e si lasciano guidare alla sco-
perta di Dio, sempre più assetate della sua Parola, alla
ricerca di mille risposte o di mille spiegazioni. Lenta-
mente ti consegnano la loro vita, il loro cuore e si fida-
no di chi li ascolta e li accoglie così come sono, senza
alcun giudizio.
Non è una semplice catechesi, ma è lasciarsi coinvolge-
re dalla vita degli altri per farsi carico della loro richie-
sta di cominciare a conoscere Dio !
Diego e Lilibel sono cambiati in questi mesi ...Diego ha
detto che i dubbi con i quali si è avvicinato, sono quasi
sciolti e Lilibel ha detto di essersi sentita accolta e di
aver scoperto tante cose! Il Signore è grande davvero!
Così. ogni volta mi dico che è l’ultima, ma ogni volta
(Continua da pagina 3)
finisco talmente carica e ricca che non riesco proprio a
smettere...perchè dovrei rinunciare a tanta, troppa gioia
che ogni volta risveglia in me quella speranza che mi
aiuta ad affrontare tutto il resto! Ogni volta mi dico:
“Ne è valsa la pena!”
Di questo vorrei ringraziare don Sergio: è davvero un
sacerdote straordinario perchè ha la capacità di far sen-
tire le persone accolte così come sono e con tutta la loro
storia, nulla escluso!!
Anche Guido è stato davvero speciale in questo cammi-
no e lo ringrazio di cuore!
Grazie anche alla Cri, che con tanta pazienza, sopporta
i miei alti e bassi....senza mai mollare!
E anche ad Alberto, che con la sua testimonianza ha
reso tangibile ai ragazzi che il Signore non ci lascia
soli!
Ma soprattutto ringrazio il Signore per tutte le volte che
ha rinnovato in me la Sua Pasqua di Resurrezione attra-
verso questi ragazzi !!!!
Carmen
Ricordiamo a tutti che il nuovo sito della parrocchia è ormai attivo da un anno!
Lo potete trovare all’indirizzo:
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Il Caterino
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Il Canterino Quando il cuore canta… Quando il cuore canta Dio lo sente!
E sono convinta che Dio ci abbia sentito domenica 10 aprile
quando stavamo cantando per Lui al Santuario di San Luca.
Questo è stato, almeno a mia memoria (e parlo di una memo-
ria di circa 10 anni) il primo vero “ritiro” fuori porta del Co-
ro; solitamente ci limitiamo ai tradizionali incontri di pre-
ghiera con Padre Mauro, ma stavolta, quella che era nata
come una cosa buttata lì, non è rimasta solo un’idea, ma si è
concretizzata in una giornata piena di significato e di emo-
zioni.
Nonostante tutti i “contro”, non ultima una partita di calcio
letteralmente a metà strada tra noi e la nostra meta, siamo
testardi, e insistiamo, quindi eccoci qua! Sono le 8.30 e si
parte, come al solito ritrovo in parrocchia, piccola conta e
via…
Mentre percorriamo la via in macchina per raggiungere il
santuario, osservo il porticato, e già sento di aver lasciato a
Modena lo stress di tutti i giorni.
Giunti in cima, una preghiera insieme e iniziamo a percorrere
la “nostra strada” che, anche se non è quella che ci aspetta-
vamo (visto che stiamo scendendo, al contrario di quello che
fanno tutti…), riesce a sorprenderci comunque con la sua
bellezza e la sua capacità di metterci in comunicazione con il
Creatore.
Durante il cammino, i passi del Vangelo e alcune riflessioni
ci accompagnano.
Ritornati in cima siamo pronti a svolgere “il nostro compito”,
e animiamo con la nostra musica e il nostro canto una delle
Sante Messe del Santuario.
E come da tradizione, dopo il dovere arriva il piacere, ed
eccoci con le gambe sotto al tavolo di un bel ristorantino, in
compagnia di Padre Mauro che nel frattempo ci ha raggiunto,
per poi proseguire nel pomeriggio insieme a lui verso i luo-
ghi della sua formazione, dove ci ha guidato in un altro mo-
mento di riflessione molto stimolante.
Direi che a questo punto siamo pronti per tornare a casa, la
giornata è stata piena e faticosa, ma la cosa più bella è che
siamo pronti a ricominciare… non siamo ancora tornati in-
dietro e già pensiamo a dove e quando organizzare il prossi-
mo ritiro.
E’ stata una magnifica esperienza, che spero ripeteremo spes-
so.
Ringrazio di cuore tutti i ragazzi presenti che, con il loro
impegno, la loro amicizia ed allegria, hanno saputo rendere
questa giornata davvero speciale.
Abbraccio e saluto tutti quelli che non sono riusciti ad esser-
ci, sperando che ci saranno nuove occasioni per condividere
belle emozioni anche con loro.
Ringrazio di cuore Padre Mauro che riesce sempre a creare
un piccolo “terremoto di emozioni” dentro di noi, con le sue
parole che ci fanno riflettere e sperare.
In ultimo, ma non per importanza, ringrazio un compagno di
viaggio che non abbiamo visto, ma solo “sentito” … sono
sicura che da qualche parte sotto quel portico puoi vedere le
sue impronte accanto alle nostre…
Tiziana
Il Caterino
Premessa importante di questo incontro è il desiderio di trasmettervi un’esperienza che ho fatto in
questi 25 anni di scuola come insegnante di religione alle superiori. Quindi il mio sguardo è sui
ragazzi dai 14 ai 19 anni, sono loro che incontro tutti i giorni e sono loro per buona parte di questo
incontro il mio riferimento. Chi non ha ancora figli grandi forse faticherà a
ritrovarsi nelle cose che dirò, ma può ugualmente tenere quest’incontro
come luogo di riflessione, come occasione per iniziare a pensare al
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Quello che tanto speriamo noi catechiste, è che questo
sacramento non rimanga solo un segno, ma diventi im-
portante nel loro cammino di fede; infatti, spesso adole-
scenti e giovani si allontanano dalla confessione forse
perché non trovano in essa sufficienti motivazioni. Il
concetto fondamentale che i bimbi dovrebbero interio-
rizzare è cosa vuol dire perdonare e fare l’esperienza
del perdono.
La famiglia è il primo ambito in cui tutto questo si spe-
rimenta, perciò l’occasione della “prima confessione”
diventa un momento fecondo e prezioso per riscoprire,
genitori e figli, il reciproco perdono.
Infatti, nell’atteggiamento comprensivo e nel perdono
dei genitori, i bambini possono riconoscere l’abbraccio
e il perdono di Dio Padre.
Mi è piaciuta molto questa frase che ho letto proprio in
questi giorni:
essere perdonati comporta un impegno pre-
ciso, donare agli altri il dono ricevuto.
Sono passati velocemente questi mesi dai primi incontri
di catechismo con i nostri bimbi!
Abbiamo condiviso momenti di riflessione, di preghie-
ra, di gioco e siamo arrivati alla “prima confessione”.
Si è svolta in due momenti: sabato 2 aprile e sabato 9
aprile, il nostro gruppo è numeroso, sono circa 70 bam-
bini!
La celebrazione è stata semplice, abbiamo predisposto
una croce “nuda” sulla quale ogni bimbo all’inizio ha
attaccato un bigliettino nero con scritta una mancanza,
l’incontro è proseguito con la lettura del Vangelo, pre-
ghiere, canti e le confessioni individuali dei bambini.
Alla fine ognuno ha attaccato un fiore di carta sopra al
biglietto nero: il peccato è stato cancellato e l’AMORE
è fiorito.
La croce prima tutta scura si è illuminata di colore…
I bimbi hanno vissuto questo momento in modo diver-
so: alcuni un po’ spaventati, altri più disinvolti, ma co-
munque emozionati.
E’ stato piacevole anche il piccolo rinfresco alla fine
della celebrazione, i bimbi hanno fatto merenda, si sono
rilassati, ed è stata l’occasione per scambiare qualche
parola con i genitori.
Eugenia
23 Gennaio 2010: 1° Incontro dei genitori del gruppo Girasoli con Nicoletta Carrieri, Insegnante di religione cattolica
2° incontro 1° Maggio Ore 10
Scuola Mater-
Dalle Elementari alle Medie…. il mondo “dentro” dei nostri figli.
(Continua a pagina 7)
LA PRIMA RICONCILIAZIONE
Il Caterino
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o che verrà, senza paura, ma come tempo della vita in
cui a noi genitori è chiesto di continuare a crescere coi
nostri figli, perché il domani parte già da oggi…e
l’adolescenza non è poi così lontana.
Come punto di partenza della mia riflessione vorrei
proporvi uno spaccato particolare ovvero il testo di una
canzone dei Black eyed Peas, un gruppo musicale mol-
to seguito dai giovani di oggi. Ho chiesto alle mie clas-
si, in particolare alle prime, se potevo farvi ascoltare
questo testo come immagine dei giovani …e loro mi
hanno detto di si (!). Per cui mi sento autorizzata !!!
”NOW GENERATION “ (Siamo la generazione di oggi)
We are the generation now. This is the now generation Siamo la generazione di oggi Questa è l'ora di generazio-
ne This is the generation now I want money
Questa è la generazione di oggi Io voglio i soldi I want it want it want it Fast internet Fast internet Stay connected in a jet
Io voglio lo voglio lo voglio Internet superveloce , Internet
superveloce Rimani collegato a un jet […] Check me on the iChat Check me sul iChat I'm all about that http
Controllami sulla chat, controllami sulla chat. Sono tutto
di quella http You're a PC I'm a Mac I want it... Myspace in your space Myspace
Tu sei un Pc Io sono un Mac Lo voglio ... il mio spazio nel
tuo spazio Facebook is a new place Dip divin' socializin' Divin Dip 'socializin' .I'll be out in cyber space
Facebook è un nuovo posto Sarò fuori nel cyber spazio Google is my professor Wikipedia checker Checkin my account
Google è il mio professore Wikipedia il mio controllore
Checkin il mio account Loggin in and loggin out Baby I want it! Now!
Connettiti e disconnettiti ... Baby lo voglio ... Ora! I want I want I want it now I want the cold hard cash I want I want I want it now
Io Voglio io voglio, lo voglio ora. Voglio i soldi duri fred-
di. Li Voglio li voglio li voglio ora And I just can't wait I need it immediately And I just can't wait I want it immediately
E io non posso aspettare Ne ho bisogno subito E io non
posso aspettare Li voglio subito Cause time can't wait and I sure can't wait
Perché il tempo non può aspettare e io sicuramente non
posso attendere I ain't got no patience I sure can't wait
Non ho la pazienza Io di sicuro non posso attendere
Questa è la generazione di oggi. Questo è “generazione”
oggi. Noi siamo la generazione di oggi I want money I want cold hard cash I'll take your dollar and your euro And
you'll have a blast
Io voglio i soldi Voglio il freddo contante.Mi prendo il
tuo dollaro e il tuo euro e avrai uno scoppio So take your day and your credit And stick it up your ass And do it now! I
want it now!
Quindi prendete la vostra giornata e il tuo credito E fate-
lo adesso! Lo voglio ora! Big money, give me mo' money (Yeah I want it now! ) I need cas... oh I
(Continua da pagina 6) need it bad (I want it now! )
Un sacco di soldi, dammi mo'del denaro (Sì, lo voglio ora!) Ho bisogno di cash .. oh ne ho bisogno di brutto (Lo voglio
ora!) Veloce in fretta Come il tuo nome è Flash (Lo voglio
ora!) Mi fai aspettare?( Lo voglio ora!) Lo voglio ora
baby! (Ora!) Ne ho bisogno subito E io non posso aspetta-
re Lo voglio subito Cause if time can't wait then I sure can't wait I ain't got no patience Perché se il tempo non può aspettare, allora io di sicuro
non posso aspettare Non ho la pazienza […]
Ecco…questa canzone mette in luce la realtà in cui
sono inseriti i vostri figli.
Di certo ancora non pensano tutti i contenuti che ab-
biam sentito, (ce lo auguriamo ) ma respirano, vivono
…in questa realtà.
Chiediamoci: Quanto TUTTO CIO’ influisce nel
tempo sulla loro INTERIORITA’…?
………………………………
Alle medie cominciano a sentire dei profumi di cambia-
mento in loro…a poco a poco si fanno strada emozioni
e sentimenti ancora acerbi (non per tutti, ma a volte
vedo ragazzine in giro che sembrano 15enni navigate e
poi scopro che hanno 11 anni, ma hanno atteggiamenti
molto più grandi di loro ) e la famiglia ha ancora un
ruolo importante…
L’arrivo alle superiori coincide con un mondo che gli
esplode dentro. Il rapporto con la famiglia- col corpo-
con gli amici…tutto cambia .
Quando chiedo ai miei di prima superiore di fare un
disegno del loro mondo dentro…ci sono alcuni che di-
segnano arcobaleni, ma altri nuvoloni …punti interro-
gativi , gomitoli.
Tra tutti questi cambiamenti c’è anche il rapporto con
Dio e quindi ci chiediamo ..
COME VIVONO L’INTERIORITÀ GLI
ADOLESCENTI ? La mia esperienza mi porta a dire che l’atteggiamento
comune a molti adolescenti è che intorno ai 14-16 anni
può scoppiare una vera e propria crisi religiosa le sue
caratteristiche sono il dubbio il rifiuto e l'abbandono
della precedente religiosità.
IL DUBBIO, già ben presente nella preadole-
scenza come dubbio su qualche singola verità
religiosa investe poi l'intero sistema religioso.
La diminuzione dell’interesse religioso si
manifesta nella disaffezione alla pratica
religiosa e nella sfiducia nelle istituzioni
religiose.
Tale processo è anche una conseguen-
(Continua a pagina 8)
Il Caterino
8
Pagina 8
za di un certo ritualismo ereditato dagli anni precedenti
poiché non comprendendo pienamente il significato di
certi riti e preghiere, e non trovando in se
stesso motivazioni sufficienti per continuarli,
l’adolescente lascia cadere la pratica religiosa.
Anche l'ambiente sociale, culturale può influire in posi-
tivo e in negativo sulla maturazione
della religiosità. La famiglia ha lasciato il posto al
gruppo, nel quale l'adolescente
prolungando il rapporto sociale, trova gratificazione nel
vedere riconosciuti i propri valori e
nel sentirsi amato e realizzato. Il gruppo, se da un lato
gli permette di scegliere tra più proposte di modelli di
vita, dall'altro è anche fonte, per una persona non anco-
ra pienamente formata come l'adolescente, di possibile
disorientamento, di possibile scetticismo o relativismo
sia in campo morale che in quello religioso.
La crisi religiosa dell’adolescente si aggancia anche
alla più generare crisi psicologica dell’età
evolutiva; questa crisi pertanto è normale ed è impor-
tante in quanto predispone l'inevitabile passaggio
dall'atteggiamento di acritica adesione tipica dell'infan-
zia alle scelte libere e responsabili dell'età matura.
Questa maturazione religiosa non segue un modello
unico.
Essa può avvenire in modo lento, repentino, indolore o
drammatica.
Il risultato di tale crisi può sfociare in posizioni diverse:
- l’adolescente può giungere ad una nuova religiosi-
tà più consapevole e personale, (nuovo grado di matu-
rità)
- può accontentarsi di un consenso mediocre e con-
formista alla religione tradizionale-
- oppure può cadere nell'indifferenza o nell'agnosti-
cismo
LA TENTAZIONE DI LIBERARSI DALLA
RELIGIONE
La questione di fondo è che, in una parte rilevante del-
le culture giovanili, la pratica religiosa assidua e la ma-
nifestazione esplicita della credenza religiosa rappre-
sentano attributi tipici dell'infanzia. Crescere, di-
ventare grandi, vuol dire liberarsi da tali compor-
tamenti.
Il messaggio che arriva è uno solo: crescere
vuol dire diradare le proprie presenze in
chiesa, non dire apertamente ciò che si
prova in questo campo. Dell'esperienza religiosa personale, del-
le proprie convinzioni profonde, delle
rassicurazioni che
(Continua da pagina 7) il discorso religioso può dare nei momenti in cui certi
interrogativi non possono essere tralasciati, dei propri
ricorsi a Dio nel momento del bisogno, o anche solo
dei dubbi,o del semplice inappagato bisogno di una
maggior ricchezza spirituale, non si saprà mai nulla.
I ragazzi non si diranno più nulla.
Tutto ciò resta confinato nella sfera della più stretta
intimità, dell'io che dialoga solo con se stesso. “Tanto
si sa che gli altri non credono, che non vogliono sentire
di questi discorsi. …”
La solitudine religiosa è avvertita da molti ragaz-
zi ..ma guai ammetterlo !!!
C’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione
cioè la tendenziale scomparsa - per molti ragazzi al-
meno - di figure adulte significative con cui identifi-
carsi.
Nell'adolescenza, ogni giorno di più, i ragazzi si co-
struiscono da sé, essenzialmente confrontandosi con i
propri pari o con quelli che hanno qualche anno più di
loro. Gli adulti spesso scompaiono dagli occhi dei ra-
gazzi anche se ne hanno intorno tanti (genitori-prof-
allenatori )non sono percepiti come maestri di vita.
Questo è vero anche nell’esperienza religiosa …
probabilmente per qualcuno di noi un certo prete e una
suora sono stati riferimenti nel crescere , ci hanno gui-
dati-ascoltati – rassicurati hanno risposto a domande sul
senso della nostra vita.
In questo quadro desolante verrebbe un po’ da preoccu-
parsi, ma vi assicuro che ci sono spiragli anzi cieli lu-
minosi davanti a voi.
Prima di tutto occorre farci qualche domanda come
genitori :
- Quanto ritengo importante che mio figlio fac-
cia un cammino religioso?
- Che testimonianza gli do come adulto circa la
mia vita religiosa?
- Quali valori religiosi e spirituali trasmetto a
mio figlio.?
Queste domande , ma soprattutto le risposte tenetevele
per voi perché purtroppo per questioni di tempo non
possiamo affrontarle insieme , ma se avete la possibilità
fatevi come adulti questa domanda …e cercate den-
tro voi una risposta sincera.
Avviandomi alla conclusione vi propongo alcune piste
in riferimento al fine di mantenere in vita
l’esperienza religiosa dei vostri figli aiutandoli a capi-
re che il loro mondo interiore va tenuto in considerazio-
ne-curato e fatto crescere :
1- Favorire tutto cio’ che alimenta la loro
interiorita’ ( libri-esperienze –incontri con persone
significative, volontariato)
2- Chiedere sempre il perché del loro non voler an-
(Continua a pagina 9)
Il Caterino
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dare a Messa , al gruppo post cresima avviando un
confronto sereno anche su questi argomenti
3- Aiutateli a guardarsi dentro , facendosi delle do-
mande in modo da maturare un atteggiamento che
non li porti alla superficialità ….pericolo molto pre-
sente nella vita dei giovani
4- Fargli fare religione a scuola , anche se vi dicono
che usano l’ora alternativa per ripassare, il più delle
volte (e qui la mia esperienza è di altissimo livello )
stanno fuori a mangiare, mandare sms, polleggiare.
L’ora di religione è per molti l’unico luogo in cui si
(Continua da pagina 8)
fanno domande più profonde , dove si affrontano
aspetti di cui nessuno parla nè tra i pari nè tra adul-
ti.
5- Non lasciare mai da parte la domanda su Dio e
sul senso della vita …dentro noi stessi
prima di tutto e poi nella loro vita.
Augurandovi ogni bene …vi ringrazio di aver condiviso
questo tema che mi è’ tanto caro,
ma soprattutto di avermi dato la possibilità’ di parlar
di loro ….I GIOVANI!
“Qual è il senso della mia vita? Qual è il mio destino?" La mia risposta, cari giovani, è semplice, ma di enorme portata:
Ecco, tu sei un pensiero di Dio, tu sei un palpito del cuore di Dio. Affermare questo è come dire che tu hai un valore in certo senso infinito, che tu conti per Dio nella tua irripetibile individualità»
Giovanni Paolo II (Astana 23 settembre 2001).
Voglio vivere perché tutti i disperati del mondo possano scoprire
che Cristo è la gioia che vince ogni sofferenza, che Cristo è la vita che vince ogni morte,
che Cristo è la pace che vince ogni angoscia
Chiara Amirante
Nicoletta
Tempo fa quando, su insistenza di un’amica, decisi di
avvicinarmi al gruppo “NOI PER VOI” ero convinta di
andare a fare un po’ di volontariato, di dare un po’ del
mio tempo agli altri. Ora, dopo due anni di esperienza
insieme, posso decisamente affermare che mi sbaglia-
vo: sono io quella che ha ricevuto e riceve di più.
L’accoglienza, le premure e l’affetto che queste nuove
amiche (e anche qualche amico) sono sempre pronte a
darmi sono impagabili e mi fanno sentire fortunata,
“più ricca” ed anche orgogliosa di appartenere a questo
bel gruppo.
P.S.: un’amica del gruppo, fra le altre cose, mi ha pa-
zientemente insegnato il punto croce: mi piace molto,
mi rilassa e faccio qualche bel lavoretto per il banco
vendita. Provate! A proposito di banco vendita quello
di Primavera – Pasqua del 3 aprile è andato bene e
abbiamo potuto, anche grazie ai vostri acquisti, aiu-
tare don Sergio per la sua carità e il centro di a-
scolto. Grazie!
RICORDATE RICORDATE
Quando farete la marmellata di amarene e ciliegie conservate i noccioli
e portateli come l’anno scorso al nostro gruppo così faremo sacchet-
ti utili per la vostra salute
Il Caterino
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Ho letto un libro… a cura di Letizia Anzalone
La beata ALFONSA CLERICI
Nel leggere la vita di questa suora
beatificata il 23 ottobre scorso e
appartenente alla congregazione
delle suore del Preziosissimo San-
gue - le suore della nostra scuola
materna!- mi ha colpito l’assoluta
preminenza della preghiera di suor
A l f o n s a e , s o p r a t t u t t o ,
l’atteggiamento che abitualmente
teneva durante le adorazioni nottur-
ne, in cappella o in camera: con la
fronte per terra.
Il titolo del libro vuole proprio
sottolineare questo suo atteggia-
mento - sia esteriore che interio-
re – nel quale lei restò per tut-
ta la vita: in adorazione e in
umiltà di fronte a Dio.
La vita di suor Alfonsa
fu molto semplice e si
ridusse praticamente
all'insegnamento nei collegi, preva-
lentemente a Monza e a Vercelli, e
a l s e r v i z i o d i c a r a t t e r e
'amministrativo' nella sua comunità
religiosa, mansioni nelle quali do-
vette affrontare non poche difficol-
tà. Fu sicuramente una grande inse-
gnante ed educatrice. Aveva una
visione alta dell’educazione: colti-
vare l’intelligenza delle giovani,
curare la loro crescita umana aven-
do presente la loro dignità di perso-
ne redente dal Sangue di Cristo.
Era molto attenta ad assicurare un
clima sereno che favorisse le rela-
zioni tra le alunne e le educatrici,
premessa necessaria anche alla loro
formazione spirituale. Per lei educa-
re era infatti “cosa del cuore”, ma
l’impegno di suor Alfonsa Clerici
nei confronti dei suoi alunni andava
al di là di un' “assistenza caritatevo-
le”. L'amore e la dedizione verso
ciascuno di loro si traduceva in pro-
poste e iniziative di ogni genere, sul
piano religioso, spirituale, culturale,
per la loro autentica e il più possibi-
le completa promozione umana e
cristiana” (ha testimoniato così una
delle sue allieve durante l'iter della
sua causa di beatificazione).
Suor Alfonsa viveva una preghiera
molto intensa e profonda, e, proprio
da questa fedeltà traeva la grazia di
un quotidiano dimenticarsi e morire
in un servizio non solo poco gratifi-
cante, ma anche carico di difficoltà
e di problemi non facilmente risol-
vibili.
La costante comunione con Dio la
rendeva buona e amabile sempre:
«Suor Alfonsa era davvero un'anima
santa, sempre serena, affabile e pie-
na di bontà con tutti e in tutto...,
recava nel volto ascetico e negli
occhi dolcissimi la traccia della con-
tinua presenza di Dio nell'anima
sua”.
Suor Alfonsa muore nel silenzio
della sua casa, quasi all'improvviso,
nel materno timore di addolorare
troppo le dilette consorelle e le ca-
rissime figliuole del suo Istituto.
Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio
1930 subisce una forte emorragia
cerebrale mentre prega nella sua
solita posizione con la fronte a ter-
ra. Viene trovata così. Muore il
giorno dopo.
La fronte per terra dice che Dio è
così grande da meritare il gesto
dell’abbassamento del corpo e del
cuore, quale atto di adorazione
semplice e totale.
La fronte per terra dice della volon-
tà di non cercare cose grandi, supe-
riori alle nostre forze restando nella
piccolezza del proprio essere e della
propria missione.
La fronte per terra interpreta visi-
vamente la preghiera del pubblica-
no del Vangelo ed esprime la co-
stanza di una preghiera umile.
Satina Dino
Il Caterino
ACCENDERE UN FIAMMIFERO
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Ecco tre episodi […]
Una vedova di Giovinazzo, il cui marito era stato
ucciso qualche anno fa mentre tentava di fermare i
rapinatori di una banca, d’accordo con le due fi-
glie, in tribunale rinuncia clamorosamente a cin-
quanta milioni di risarcimento devolvendoli alla
nostra C.A.S.A per tossicodipendenti.
Un modo per riciclare in canali puliti mazzette di
denaro sporco, o un segnale luminoso acceso per
indicare che nella vita il denaro non è tutto?
Un avvocato di Trani gira a favore della stessa
comunità il suo onorario di due milioni e mezzo di
lire dovutogli al termine di una lunga causa.
Due giovani sposi di Molfetta rinunciano a un
lungo viaggio di nozze progettato in precedenza e
pensano di inviare il denaro corrispondente a don
Ignazio de Gioia, missionario in Argentina.
Luci di un nuovo mondo che finalmente irrompe
carico di gratuità, di valori inediti, di messaggi for-
ti?
O fuochi superstiti di un mondo antico, che l’acqua
torbida dei peccati di tutta la terra non è riuscita a
spegnere?
Non saprei rispondere. So soltanto una cosa. Che
anche il più piccolo gesto di bontà legittima la spe-
ranza e, oggi più che mai, autorizza l’attesa di tem-
pi migliori.
E che, comunque, accendere un fiammi-
fero vale infinitamente di più
che maledire l’oscurità.
Don Tonino Bello - Vescovo
Ritagli di Santità
LA BONTÀ CAMBIA I CUORI (Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù)
Un vecchietto che da molto tempo si era allontanato dalla Chiesa, un giorno andò dal parroco. Sperava di essere aiutato finalmente a risolvere i suoi problemi di fede. Quando entrò nella canonica, c'era già una persona a parlare con lui. Il sacerdote intravide il vecchietto
in piedi in corridoio, e subito, uscì a portargli una sedia. Quando l'altro si congedò, il parroco fece entrare il vecchio signore.
Conosciuto il problema, gli parlò a lungo e dopo un fitto dialogo, l'anziano, soddisfatto, disse che sarebbe tornato alla Chiesa. Il par-roco, contento, ma anche un po' meravigliato, gli chiese: «Senta, mi dica, di tutto il nostro incontro, qual è l'argomento che più l'ha
convinta a tornare a Dio?». «Il fatto che sia uscito a portarmi una sedia», rispose il vecchietto.
A cura di Cristina Corradini
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Eventi S. Kate GREST 2011
SI RIPARTE……………
ECCOCI QUI. ALLA FINE DEL MESE GIU-
GNO 2010, DOPO 3 SETTIMANE PASSATE
INSIEME IN ALLEGRIA, GIOCO, PREGHIE-
RA , AMICIZIA E CONDIVISIONE CI ERAVA-
MO PROMESSI DI RITROVARCI L’ANNO
SUCCESSIVO PER RIPETERE QUESTA BEL-
LISSIMA ESPERIENZA.
ECCOCI QUI
INIZIEREMO MARTEDI 14 GIUGNO DALLE
ORE 14.30 ALLE 18 E TERMINEREMO VE-
NERDI 1 LUGLIO CON LA FESTA DI CHIU-
SURA.
E’ APERTO AI BAMBINI DALLA 1 ELEMEN-
TARE ALLA 1 MEDIA.
E’ UN MOMENTO IMPORTANTE CHE CI
PERMETTE DI CRESCERE INSIEME, IN AL-
LEGRIA METTENDOCI UN PO’ AL SERVIZIO
DELLA COMUNITA’ , E INVITIAMO CHI DE-
SIDERA FARE QUESTA ESPERIERENZA AD
UNIRSI A NOI.
A PRESTO.
LO STAFF…………………….(I RAGAZZI
DEL POST CRESIMA E LE MAMME)…
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Il Caterin Sportivo -Gruppo Sportivo Artiglio-
2° Divisione Femminile
Ormai ci siamo .
Dopo una stagione caratterizzata dagli in-
fortuni finalmente la seconda divisione
femminile Artiglio, riesce ad esprimere una
pallavolo al quanto divertente.
Dopo le ultime 9 gare raccogliendo 16 pun-
ti le ragazze del mister Faffa si sono portate
al 9° posto utile per la salvezza, a nostro
avviso meritato.
Mancano ancora 2 gare alla fine del cam-
pionato e ci sarà di che soffrire, ma siamo
certi che questa squadra ha un buon poten-
ziale e che saprà gestire questa fase molto
delicata al meglio .
L’unico rammarico è quello di non aver vi-
sto il gruppo al completo sin dall’inizio sta-
gione, ma come si dice in questi momenti,
meglio tardi che mai!
Saluti e forza artiglio
L’avventura del GS. Artiglio Calcio a 5 è
terminata per quest’anno; la nostra compa-
gine ha concluso il girone di ritorno ad un
tranquillo 5° posto totalizzando 27 punti, a
4 punti dalla terza posizione. Il girone di
ritorno è cominciato male con due sconfitte
consecutive alle quali si è aggiunta la tego-
la dell’infortunio di Gian, che ha di fatto
chiuso con largo anticipo la stagione; ma i
nostri non si sono fatti scoraggiare e hanno
anzi infilato una serie positiva di 4 risultati
che lasciava bene sperare; poi è arrivata la
sconfitta per 5 a 6 contro la Edilux e con
quella si sono infranti i sogni di potere arri-
vare nelle zone più alte del girone ed infine
un’ultima sconfitta quando ormai non c’era
più nulla da giocarsi. Anche quest’anno
quindi andamento altalenante e poco co-
stante della nostra squadra che, a prestazio-
ni di alto livello, alterna momenti incom-
prensibili di black out. Poco male, però: la
compagine è salda e unita e l’anno prossi-
mo si rimetterà in gioco come al solito.
Grazie ai nostri sostenitori ai quali faccia-
mo i nostri più cari auguri per una serena
Pasqua.
CALCIO a 5
Erika
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CALCIO a 11
Eccoci qua, con l’arrivo della primavera il
campionato di calcio ad 11 è in piena attivi-
tà. Causa il maltempo di inizio marzo che
ha provocato tante sospensioni e la necessi-
tà di terminare le fasi regolari in tempo uti-
le per permettere lo svolgimento delle fasi
finali, la stagione dell’Artiglio è compressa
in poco più di un mese. Dopo un inizio
scioccante con due sconfitte patite ad opera
di Zocca e dei Latinos, la formazione di
mister Nadalini si è rimessa in carreggiata
grazie alla vittoria per 2-0 ottenuta sul ter-
reno dei Gunners di Spilamberto. Nella vit-
toriosa trasferta da segnalare il ritorno al
gol del bomber per antonomasia, Ciccio
Baiano, che ha siglato una doppietta sbloc-
candosi finalmente da quell’inusuale 0 in
classifica marcatori. Lunedì 11 aprile altra
gara in trasferta sul terreno del CDS dalla
quale è arrivato un punto frutto di un pareg-
gio per 1-1 al termine di una gara combat-
tuta.
Ora ci attendono le ultime tre gare: lunedì
18/4 alle ore 21,00 saremo ospiti del Citta-
della sul campo “Cesana” alla Sacca. Dopo
Pasqua, martedì 26/4, gara casalinga al Ba-
roni contro l’Intralot con inizio alle 21,30
ed ultimo impegno lunedì 2 maggio sempre
al Baroni ore 21,30 contro i Rangers. Tre
gare decisive per decidere se la nostra sta-
gione terminerà subito o se si prolungherà
con l’accesso alle fasi finali.
BUONA PASQUA A TUTTI.
Classifica del Girone
Squadra Punti
Latinos 22
Cittadella 17
Artiglio 15
Zocca 14
CDS 11
Gunners 10
Intralot 8
Rangers 3
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Alberto
Il Caterino
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La Ricetta de l Me se di Cristina e Valentina
Nidi di Uova
Ingredienti per la pasta:
1 kg di farina,
5 dl di latte intero,
50g di lievito di birra,
100g di zucchero,
50g di burro tagliato a dadini,
15g di sale,
3 uova.
Ingredienti per il ripieno:
100g di zucchero semolato,
2 cucchiai di cannella,
6 uova(saranno cotte per diventare sode),
coloranti alimentari.
Preparazione:
fate bollire le 6uova, dividetele in due pentolini in
cui avrete messo una punta di colorante; lasciatele
cuocere per 8 minuti e fatele raffreddare nell’ ac-
qua di cottura.
Mettete la farina sul piano di lavoro e formate la
fontana, mettete al centro il latte in cui avrete di-
luito il lievito, lo zucchero e il burro. Impastate
leggermente e unite le uova, uno alla volta, incor-
porandole bene.
Impastate bene e lasciate lievitare l’ impasto per
circa un’ ora, coperto con un canovaccio. Trascor-
so il tempo, trasferite l’ impasto su un piano di la-
voro infarinato e dividetelo in strisce. Stendetele
leggermente e posizionate al centro un po’ di zuc-
chero e cannella mescolati insieme.
Richiudete le strisce formando un rotolino. Divide-
telo a metà e intrecciatelo. Chiudetelo formando
un cerchio e posizionate al centro l’ uovo colorato.
Lasciate lievitare per altri 10 minuti, spennellate
con 1 uovo intero sbattuto e cuocete a 180°C per
20 minuti circa, lasciateli raffreddare prima di ser-
vire.
Eco-consiglio: Energia Elettrica
Ridurre il consumo di energia elettri-
ca è molto importante, sia per la na-
tura sia per il nostro portafoglio, ed è
un risultato che possiamo ottenere
facilmente, se facciamo un po’ di attenzione. Il
primo e più semplice consiglio, ovviamente, è non
lasciare in funzione dispositivi che non servono:
spegnere la luce nella camera quando non c’è nes-
suno, spegnere il televisore se nessuno lo guarda,
spegnere il computer se non lo si sta usando.
All’interno dell’ambiente domestico il mag-
gior consumo di energia elettrica è dovuto agli
elettrodomestici cosiddetti “bianchi”: il frigori-
fero, il congelatore, la lavatrice, la lavastovi-
glie, il forno elettrico, lo scaldabagno. Si
stima che questi apparecchi incidano sul-
la bolletta per il 75%. Una regola di
risparmio che vale per tutti i tipi di
elettrodomestico è l’acquisto di mo-
delli moderni che
classificati nella fascia “A”, quella cioè di più bas-
so consumo e di più alta resa.
Nel senso più generale del termine, l’efficienza
energetica di un processo (che sia termodinamico,
elettrico, chimico e altro) è il rapporto esistente tra
l’energia che è necessario fornire dall’esterno af-
finché il processo possa attuarsi e l’energia che
effettivamente il processo produce, Dunque
l’efficienza energetica è espressa con un numero
puro (o con un valore percentuale), solitamente
indicato con η. Si ha quindi η=Eout/ Ein. Nelle eti-
chette energetiche degli elettrodomestici
l’efficienza energetica è rappresentata da frecce
colorate di lunghezza diversa. Più corta è la frec-
cia, più alta è la “classe” dell’elettrodomestico,
cioè appunto la sua efficienza energetica. Ogni
freccia, quindi, ci dice quanto è grande il consumo
di energia dell’elettrodomestico(Ein) a parità di
prestazioni (Eout costante).
Tratto da “Eco-consigli, 100 azioni
quotidiane per aiutare il pianeta”