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CdL Magistrale in Marketinga.a. 2010/2011
Materiale didattico integrativo per il corso di Retail Marketing
La redditività commerciale del prodotto e il category management
Prof.ssa Lucrezia Maria de Cosmo 1
2
OBIETTIVI PRIMARI PERSEGUITI DALLE CATENE DISTRIBUTIVE
1. Obiettivi di natura strategici: differenziare l’assortimento rispetto ai rivali; fidelizzare il consumatore; ridurre la dipendenza nei confronti dei
produttori.
2. Obiettivi di natura tattica: accrescere la marginalità media della categoria; razionalizzare l’assortimento.
3
RUOLO DELL’ASSORTIMENTO
In una prospettiva relazionale l’assortimento oltre a rendere disponibile i
prodotti in termini giuridici e fisici, mira a realizzare un matching
tra i bisogni del cliente e l’architettura dell’offerta (Premazzi, 2001).
Centralità del cliente nella definizione e gestione dell’assortimento in
qualità di coautore e non di mero destinatario di modelli di offerta
precostituiti (Castaldo, Bertozzi, 2000)
L’assortimento rappresenta l’insieme dei prodotti offerti
dall’impresa commerciale sul mercato nonché l’elemento
fondamentale del retailing mix.
4
COSTRUZIONE DELL’ASSORTIMENTO
Gli aspetti fondamentali relativi all’assortimento sono i seguenti:
le principali dimensioni per la classificazione dell’assortimento
(ampiezza e profondità);
la struttura del processo decisionale per la sua definizione.
L’ampiezza è espressione del numero delle macro categorie o
categorie presenti nel p.v.
La profondità è espressione della varietà dell’assortimento con
riferimento a ciascuna categoria merceologica.
5
Tab. 1.11. Incidenza e trend delle macrocategorie grocery
MACROCATEGORIA INCIDENZA(%)
VARIAZIONE2004-2005ª (%)
Totale groceryBevandeCura della casaCura della personaFood confezionatoFreddoFrescoPet
100,016,49,0
10,930,75,7
23,51,8
+4,3+3,7+1,5+1,6+5,2+5,1+6,05,4
ª Variazione percentuale a rete corrente fra marzo 2004 e 2005. Fonte: AcNielsen Trade*Mis, 2005.
6
STRUTTURA DEL PROCESSO DECISIONALE PER LA DEFINIZIONE DELL’ASSORTIMENTO
1. Scelta delle classi merceologiche (settori-reparti), delle famiglie o delle macrocategorie o categorie da commercializzare (ampiezza dell’assortimento);
2. Scelta delle tipologie di prodotti per categoria (profondità dell’assortimento);
3. Scelta delle marche e delle referenze per ciascuna tipologia di prodotto;
4. Allocazione dello spazio espositivo per ciascuna referenza dipendente dalla:
quantità di spazio espositivo disponibile nel p.v.; redditività lorda (margine lordo/vendite) e rotazione (vendite/scorte
medie) sui singoli prodotti per unità di spazio occupato (GM ROI); frequenza di rifornimento delle strutture espositive.
7
LA REDDITIVITA’ COMMERCIALE DEI PRODOTTI
Redditività commerciale = prezzo al consumoScomposizione del prezzo al consumo in:
costo d’acquisto del prodotto (valore pagato dal distributore per l’approvvigionamento di quel prodotto)
margine di intermediazione (differenza tra valore unitario di vendita e valore unitario di acquisto).
I parametri di valutazione del livello di redditività sono i seguenti:
margine commerciale (si ottiene rapportando il margine di intermediazione al prezzo di vendita al consumo);
margine di ricarico (si ottiene rapportando il margine di intermediazione al prezzo di acquisto del prodotto).
8
INDICATORI PER LA VALUTAZIONE DELLA REDDITIVITA’ COMMERCIALE DEI PRODOTTI
Margine netto unitario (margine commerciale – differenze inventariali + “ricavi di marketing” non dirett. realizzati con le vendite (es. premi fine anno, contributi promozionali, sconti assortimento, ecc.);
Margine netto complessivo (Margine netto unitario per il volume di vendite realizzato nell’unità di tempo considerata);
Margine netto complessivo per unità di spazio;
GM-Roi (Gross Margin Roi) per valutare concretamente quanti euro di margine commerciale un’azienda distributiva può ottenere a fronte di 100 euro mediamente investite in stock;
Dpp (Direct Product Profitability) / Dpc (Direct Product Cost)
9
La formula del calcolo del GM-Roi
GM – Roi (%) =
Margine Commerciale complessivo in euro
Stock Medio
In particolare il GM – Roi risulta formato da 2 distinte componenti:
GM – Roi (%) =
Margine Commerciale
Fatturato Netto
Fatturato Netto
Stock Medio
GM – Roi (%) =
Redditività delle VenditeRotazione del Capitale mediamente investito in Stock
10
Schema di calcolo del Dpp
Fatturato del prodotto
Prezzo d’acquisto delle merci vendute
- Margine lordo
+• Sconto cassa• Giorni credito• Sconti di fine
anno• Contributi
merchandising• Forward buying• Reddito netto
per promozioni
Margine lordo rettificato
COSTO MAGAZZINO• Ripallettizazione• Scarico pedane• Controllo in entrata• Spostamenti in
entrata• Sistemazioni• Spostamenti in
uscita• Carico• Elaborazioni
fatture• Costi di Spazio
Equipaggiamenti Inve.
COSTO TRASPORTO• Consegne
(frequenze)• Costo Km.• Costo ql./cubo• Carburanti• Garage• Licenze• Imposte• Equipaggiamenti• Deprezzamenti• Assicurazioni• Affitti/nulli
+ +
COSTO PUNTO VENDITA• Controllo scaffali• Ordinazioni• Scarico veicolo• Spostamenti merci:
Retrobottega corridoi.
• Apertura cartoni• Prezzatura• Sistemazione
scaffale• Sgombero imballi• Controlli + Cassa• Costi di Spazio
Equipag
Margine lordo rettificato
PROFITTO DIRETTO DEL PRODOTTO:
• In percentuale• m³ per
settimana mese/anno
• M² Facing
• Cartone/pallet
-
11
POTENZIALI
Caramelle, ciocc.
Pulizia Casa.
Non food
MINIERE D’ORO
Puliz. personaSurgelati
Frutta e verduraLatticini
Carne
Gastronomia
COMMODITIESDetersivi Condimenti
Vini/Birre
Pasta
PERDENTIBiscotti
Ai bimbi
Frutta conservataLiquori
Sciroppi
Petcarecarnescat.
Lievitati, merend.
Prod. stagionaliPannolini
Bevande calde
Con
trib
uto
alla
mar
gina
lità
Contributo alle vendite
Alto
Basso
Basso Alto
IL CATEGORY MANAGEMENT
Definizioni:
Filosofia di management che riconosce le categorie di prodotto quali fondamentali
aree strategiche d’affari o Strategic Business Unit con l’obiettivo fondamentale di
soddisfare i bisogni del cliente/consumatore e conseguendo adeguati obiettivi
economici a livello di impresa (Nielsen Marketing Research 1992);
Riprogettazione dei processi aziendali (re-engineering) e di quelli inter-organizzativi
in una logica category-based (Davenport, 1993;Valdani, 1997; Lugli 1997);
Modalità di reingegnerizzazione del processo di marketing adottabile da imprese di
produzione e distribuzione finalizzata a migliorare il livello di soddisfazione del
consumatore attraverso la creazione e il trasferimento di maggior valore in
un’ottica customer-based (Castaldo e Bertozzi, 2000);
IL CATEGORY MANAGEMENT
Metodo di razionalizzazione degli assortimenti (trade off tra
ampiezza, profondità e varietà dell’assortimento) finalizzato a
migliorare il servizio al consumatore (Mauri, 1995);
Processo interattivo tra industria e distribuzione che punta a
organizzare, pianificare e gestire gli assortimenti come un
insieme di SBU con l’obiettivo di massimizzare le vendite e i
profitti attraverso la soddisfazione dei bisogni dei
consumatori e la riduzione dei costi di interfaccia (Fornari
1999).
SIGNIFICATI ATTRIBUITI AL CATEGORY MANAGEMENT
Razionalizzazione e gestione della varietà
di un assortimento o di una gamma di
prodotti;
Miglioramento della leggibilità a scaffale;
Incremento del valore dato al consumatore
e miglioramento dei risultati.
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DEL CATEGORY MANAGEMENT
L’adozione del C.M. per le imprese comporta: cambiamenti a livello di struttura e di processi organizzativi; l’utilizzo di una nuova figura, il category manager e l’articolazione di
altre soluzioni organizzative (category team o la fila); problemi di gestione nelle strutture monocratiche della grande
distribuzione e in quelle a più stadi della distribuzione organizzata; la revisione dei sistemi informativi.
Il C.M. è “un’innovazione di natura organizzativa, che prevede il superamento del modello funzionale, accentrando presso un’unica figura le competenze e le responsabilità relative agli acquisti, al marketing e alle vendite” (Cristini, 1998).
Il processo di category management (Fonte: AcNielsen)
REVISIONE
DEFINIZIONE
RUOLO
VALUTAZIONE
OBIETTIVI
STRATEGIE
TATTICHE
IMPLEMENTAZIONE
DEFINIZIONE DEI CONFINI DELLA CATEGORIA
Definire i confini della categoria o dell’unità di business vuol dire:
comprendere il significato e il contenuto della categoria quale area d’affari rilevante;
ridisegnare i processi manageriali, la struttura organizzativa e i meccanismi operativi per la gestione adeguata delle nuove aree strategiche d’affari.
La categoria può essere definita secondo un approccio product-based attraverso i seguenti criteri:
di omogeneità merceologica di omogeneità sul piano logistico.
La categoria può essere definita secondo un approccio customer-based attraverso l’analisi dei comportamenti dell’acquirente e del consumatore nonché
l’analisi dei processi cognitivi sottostanti.
COSTRUZIONE DELL’ALBERO DELLE CATEGORIE (Castaldo, Mauri, 2008)
Definire l’albero delle categorie vuol dire delineare la macrostruttura dell’assortimento partendo dai bisogni generici da
soddisfare.
Il numero e la varietà delle macro-categorie di offerta è in funzione del posizionamento dello store (relazioni di
complementarietà nell’ambito dei processi di acquisto e di consumo e/o sul piano simbolico e valoriale).
Match cognitivo tra le macro-categorie e la rappresentazione mentale dell’insegna sviluppata dal cliente.
LONGITUDINE DELL’ALBERO DELLE CATEGORIE
Le macro-categorie si scompongono in categorie e sub-categorie ricostruendo i processi di consumo sulla base dei benefici ricercati dal cliente.
Esempio Bisogno generico: vestirsi Benefici ricercati: sentirsi comodi vs sentirsi unici
La latitudine e la longitudine dell’albero si sostanziano nella costruzione delle “catene mezzi-fini”, ovvero delle sequenze cognitive con cui gli individui rappresentano i prodotti e le attività di consumo.
Catena teoricaCatena teoricaEsempio teorico applicato alla racchetta da tennis
Esempio teorico applicato alla racchetta da tennis
Valori terminali(pace, uguaglianza ecc.)
Valori terminali(pace, uguaglianza ecc.) Realizzazione e piacere personaleRealizzazione e piacere personale
Valori strumentali (coraggio, competenza, apertura mentale ecc.)
Valori strumentali (coraggio, competenza, apertura mentale ecc.)
Realizzazione delle proprie ambizioni (essere il vincitore)
Realizzazione delle proprie ambizioni (essere il vincitore)
Conseguenze psicosociali (sentirsi forti, seducenti ecc.)
Conseguenze psicosociali (sentirsi forti, seducenti ecc.)
Migliorare il proprio posto in classifica (essere esaminato)
Migliorare il proprio posto in classifica (essere esaminato)
Conseguenze funzionali(riposarsi, dissetarsi ecc.)
Conseguenze funzionali(riposarsi, dissetarsi ecc.)
Giocare bene(permette d’orientare i colpi)
Giocare bene(permette d’orientare i colpi)
Attributi intangibili(il sapore, l’estetica ecc.)
Attributi intangibili(il sapore, l’estetica ecc.)
Moderna/Efficace
Moderna/Efficace
Attributi tangibili(dimensione, peso ecc.)
Attributi tangibili(dimensione, peso ecc.)
Racchetta leggera
Racchetta leggera
MODELLO DELLA SEQUENZA MEZZI-FINI
CONCETTUALIZZAZIONE DELLA CATENA MEZZI-FINI
L’immagine del p.v. può essere rappresentata a più livelli di astrazione concatenati secondo una relazione gerarchica del tipo means-end.
Un p.v., come pure i prodotti/servizi che offre, costituisce il mezzo per raggiungere un fine, che ai livelli di massima astrazione coincide con i valori personali dell’individuo.
La catena mezzi fini costituisce il legame cognitivo fra il p.v. da un lato, e l’immagine che l’individuo ha di se, dall’altro.
Le connessioni fra attributi e contenuti del p.v. e le loro conseguenze di natura funzionale evidenziano l’area della store-knowledge.
Le connessioni più astratte che legano i benefici di natura esperienziale e psicosociale ai valori individuano, invece, l’area del self-knowledge.
Quando l’immagine del p.v. coincide con i valori personali dell’individuo ci troviamo nell’area del self-concept (ovvero immagine di sé).
CONCETTUALIZZAZIONE DELLA CATENA MEZZI-FINI (Castaldo, 2001)
L’ALBERO DELLA CATEGORIA DEL PUNTO VENDITA TEAROSE
Estetizzazione della vita Bisogno
Macrocategorie Fashion Fiori InteriorBeauty Editoria
Servizio
“Easy to wear”
Prima Linea
“Per sentirsi importanti”
Ricerca per
“Esprimere la propria individualità”
Categorie
Top
Bottom
Capospalla
Sub -categorie
La segmentazione dell’offerta aiuta a tracciare i confini di una categoria e di
conseguenza i confini dell’azione di marketing e consiste nell’aggregare i
prodotti in cluster omogenei al loro interno ed eterogenei al loro esterno
Le variabili di segmentazione più utilizzate nel grocery sono:l’occasione di consumo;la funzione d’uso;la tecnologia o modalità d’uso;la shelf life;i materiali utilizzati;il gusto, il colore, il profumo;il formato di prodotto;il tipo di confezione.
“SEGMENTAZIONE” DELL’OFFERTA
Per occasione di consumo si intende il processo con cui vengono combinati i singoli beni complementari nella
soddisfazione di bisogni legati al momento di fruizione e condivisi da tutta la clientela (es. prima colazione, fuori pasto,
ricorrenze ecc.).
Per funzione d’uso si intende, invece, un insieme di beni sostituibili nella soddisfazione di un’esigenza di definiti
segmenti di clientela (es. prodotti poveri di grassi per colesterolemia, prodotti poveri di sodio per consumatori
ipertesi, prodotti biologici per coloro che ricercano un’alimentazione naturale e garantita).
FONTI DI INDIVIDUAZIONE DEI SEGMENTI PER DEFINIRE L’ALBERO DELLE CATEGORIE
gli alberi standard (ECR, AC-Nielsen e IRI, Coop, Carrefour); le ricerche qualitative (motivazioni d’acquisto e benefici
ricercati attraverso indagini ad hoc); le ricerche quantitative (analisi ex post dei modelli d’acquisto
attraverso panel di clienti).
Ricerche quantitative attraverso l’overlap analysis
L’overlap analysis rileva le sovrapposizioni nei basket di spesa dei dati d’acquisto delle famiglie ovvero la co-presenza, nel basket di spesa degli
individui, di più prodotti appartenenti alla medesima categoria.
Se due brand vengono acquistati sistematicamente in modo congiunto da uno stesso target di consumatori, essi appartengono potenzialmente allo
stesso “mondo” (Castaldo, 2005).
La mappa delle sovrapposizioni della categoria vino (Fonte: AcNielsen)
L’albero della categoria baby food (Fonte: AcNielsen)
Baby food
Latte Biscotti Omogeneizzati PastineCereali/Farine
Liofilizzati
Infusi OlioSucch
i
Latte 1
Latte 2
Latte 3
Latti speciali
Normali
Solubili
Carne
Pesce
Frutta
Misti
Verdure
Dessert
Formaggio
Farine lattee
Crema cereali
Semolino
Camomilla
Tisane
The
COSTRUZIONE DELLE SINGOLE CATEGORIE PER LA FORMAZIONE DELL’ASSORTIMENTO
Definire l’assortimento significa scegliere il tipo e il livello di servizio da offrire al cliente ovvero dimensionare la
categoria in termini di ampiezza e profondità.
I driver che influenzano la definizione dell’assortimento sono:
i clienti i fornitori i ruoli strategici delle categorie
L’INFLUENZA DEL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE NELLA COSTRUZIONE DELLA
CATEGORIA
Per definire il livello di servizio da offrire alle singole categorie e sub-categorie è importante analizzare:
- il coinvolgimento psicologico- le conoscenze e i criteri che orientano le scelte di prodotto- Le procedure valutative adottate dal cliente nel processo di
scelta- L’effetto “attrazione” e l’effetto “compromesso”
L’INFLUENZA DEL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE NELLA COSTRUZIONE DELLA
CATEGORIA
Il coinvolgimento psicologico dipende da diversi fattori:
- l’importanza attribuita alla categoria- Il grado di rischio percepito- La visibilità sociale dei processi di acquisto e di consumo
L’INFLUENZA DEL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE NELLA COSTRUZIONE DELLA
CATEGORIA
L’analisi delle conoscenze e dei criteri che orientano le scelte può riguardare diversi tipi di categorie:
Le categorie think product valutate sulla base di fattori razionali
Le categorie feel product valutate sulla base di fattori di natura emozionali ed esperienziale.
L’INFLUENZA DEL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE NELLA COSTRUZIONE DELLA
CATEGORIA
Incrociando il tipo di beneficio ricercato con il livello di coinvolgimento psicologico possiamo distinguere
quattro differenti categorie: Categorie razionali (ricerca benefici funzionali – alto
coinvolgimento); Categorie di routine (ricerca benefici funzionali – basso
coinvolgimento); Categorie affettive (ricerca benefici simbolico-
esperienziali e alto coinvolgimento); Categorie edonistiche (ricerca benefici esperienziali –
basso coinvolgimento);
L’INFLUENZA DEL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE NELLA COSTRUZIONE DELLA
CATEGORIA
Le procedure valutative attivate dal consumatore nell’approccio alla categoria sono le seguenti:
- Procedure basate sull’oggetto- Procedure basate su attributi
Criteri valutativi e costruzione dell’assortimento di sub-categoria
Criterio adottato Sub-categoria jeans Numero di varianti
Colore Marca
Colore
Marca
6
1
1
6
6
6
L’INFLUENZA DEL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE NELLA COSTRUZIONE DELLA
CATEGORIA
L’effetto attrazione si verifica quando, aggiungendo ad un insieme composto da due alternative di scelta molto
differenti tra loro una nuova alternativa, simile ad una delle due precedenti ma di valore inferiore per la domanda,
la scelta ricadrà prevalentemente sul prodotto simile a quello introdotto per ultimo.
L’effetto compromesso si verifica quando i consumatori, trovandosi in condizioni di incertezza per la non
conoscenza della categoria, minimizzano i rischi attraverso una scelta di compromesso.
Effetto attrazione
Carati Purezza Prezzo Quota di preferenza senza la terza
alternativa
Quota di preferenza con introduzione terza
alternativa
11,51,5
AAB
100150148
50 %50 %
-
34 %63 %3 %
Effetto compromesso
Jeans Qualità percepita PrezzoABC
5010080
100300290
L’INFLUENZA DEL FORNITORE NELLA COSTRUZIONE DELLA CATEGORIA
Per costruire un assortimento bisogna conoscere il mercato, le sue esigenze, ma anche le marche e i prodotti già presenti.
L’analisi dell’offerta industriale ci permette di selezionare i fornitori più coerenti con le necessità espresse dal cliente.
Il punto vendita diventa portavoce del mercato e promuove, in una logica pull, l’innovazione da parte dell’industria.
ATTRIBUZIONE DEI RUOLI ALLA CATEGORIA
In ottica customer-based i ruoli vengono assegnati considerando il leverage percettivo della categoria e il
comportamento d’acquisto del cliente.
Il leverage percettivo esprime la capacità della categoria di incidere sulle associazioni che qualificano l’immagine del
p.v. (es. esclusività, varietà, ecc)
Attribuzione dei ruoli strategici alle categorie e sistema percettivo del mercato
Store manager
Ruoli delle categorie
ASSEGNAZIONE DEL RUOLO ALLE CATEGORIE
ruoli strategici (linee guida ECR); ruoli economici (cross category analysis); ruoli consumer.
Tipologie di ruoli strategici: destination; routine; seasonal; convenience.
Tipologie di ruoli economici: nicchia di profitto; stella; problematico; generatore di traffico.
Tipologie di ruoli consumer: nicchia; primario; marginale; necessario o edonistico.
I ruoli strategici della categoria vino (Fonte: AcNielsen)
DESTINATION
VINO
ROUTINE DESTINATIONROUTINE
Sfuso Brik Vetro
DESTINATION ROUTINE ROUTINE
0,75 1,5 - 2 5
DESTINATIONROUTINE SEASONAL OCCASIONAL
Frizzanti Fermi Spumante/champagne Liquorosi
La cross category analysis (Fonte: AcNielsen)
NICCHIE DI PROFITTO
STELLE
PROBLEMATICIGENERATORI DI
TRAFFICO
MARGINE
alto
basso
basse alte
ROTAZIONI
La cross category analysis della categoria baby foodNICCHIE DI PROFITTO
PROBLEMATICI
0 5 10 15 20 25 30 35
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
4,2 referenze
Pastine infanzia
Cereali infanzia 5,6
referenz.Succhi infanzia
6,8 referenze
6,6 referenze
Olio
Biscotti dietetici
Liofilizzati e disidratati
Infusi infanzial
3,2 referenze
3 referenze
Latti infanzia
Omogeneizzati
39,9 referenze
Volumi (milioni)
Mar
gini
STELLE
GENERATORI DI TRAFFICO
L’analisi consumer delle categorie (Fonte: AcNielsen)
NICCHIE
Acquisti frequenti da parte di poche famiglie
PRIMARI
Acquisti principali della famiglia
NECESSARI O EDONISTICI
Acquisti comuni a gran parte delle famiglie ma dilatati nel tempo
MARGINALI
Acquisti saltuari di poche famiglie
alta
bassa
FREQUENZA
PENETRAZIONE
bassa alta
L’analisi consumer della categoria baby food
-2
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18
Penetrazione (%)
Freq
uenz
a
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
Latte infanzia (6,16)
Omogeneizzati (6,56)
Biscotti infanzia (3,78)
Pastine dietetiche infanzia (2,01)
Cereali e farine dietetiche
infanzia(3,66)
Succhi (3,29)
Infusi infanzia (4,08)
Liofilizzati e disidratati
(6,18)
Oli e altri (4,25)MARGINALI
NICCHIE
NECESSARI O EDONISTICI
PRIMARI
ASSEGNAZIONE DEI RUOLI - OBIETTIVI ALLE SUB-CATEGORIE
Traffic builder:
prodotti che attirano i consumatori e aumentano gli acquisti
Transaction builder:
prodotti dal prezzo elevato
Margin contributor:
prodotti con margini elevati e/o alta rotazione
Cash generator:
prodotti ad alta rotazione e alta frequenza d’acquisto
Excitement creator:
prodotti atttrattivi/innovativi
Image creator:
prodotti che creano immagine
VALUTAZIONE DELLA CATEGORIA
Obiettivo: identificare gli elementi sotto-performanti della catena attraverso il benchmarking tra i dati relativi alla categoria sia dell’impresa commerciale che del mercato nel suo complesso
Focus sui seguenti dati dell’opportunity gap analisys: quota delle vendite a valore; indice di incidenza della categoria; trend della categoria
Analisi dei dati relativi alle singole leve di retailing mix: assortimento prezzo promozione spazio
L’opportunity gap analysis (Fonte: AcNielsen)
SLEPPERS WINNERS
Opportunità di razionalizzazione
Le categorie di traino per la catena
Opportunità di razionalizzazione
Le categorie di traino per la catena
QUESTIONABLES
OPPORTUNITY GAP
QUOTA INSEGNA
alta
bassa
basso alto
TREND MERCATO
Un esempio di opportunity gap analysis
Trend mercato
16
Detersivibucato
Prodotti dolci da
forno
Bibite
Igiene persona Olio
Acqua LatteVini
Base vegetale
Cartacei per igiene personale
Base animale
Igiene capelli
Yogurt
Cioccolato
SLEEPERS WINNERS
QUESTIONABLES
OPPORTUNITY GAP
Salumi asporto pi
Formaggi freschi pi
Formaggi stagionati pi
Verdura
Quo
ta V
V c
aten
a
15
14
13
12
11
10
9
8
-5 -2,5 0 2,5 5 7,5 10 12,5 15 17,5 20
Il processo di implementazione dei test
Selezionare i punti di vendita per il test
Elaborare il programma di azioni
Definire il sistema di monitoraggio
Comunicare il piano e sensibilizzare i punti
vendita
Revisione
Roll-out
Valutazione risultati
TEST Monitoraggio
IL TEST DELLA PRIMA COLAZIONE CONAD
(Lugli, Cristini, 2000)
Individuazione delle categorie consumate e la rispettiva penetrazione (incidenza dei consumi di prodotto);
Analisi dell’incidenza nelle vendite e nel margine complessivo delle singole categorie contestualizzate;
Decisione delle categorie da contestualizzare aggregando quelle complementari e distanziando quelle sostituibili;
Penetrazione delle categorie nella prima colazione
Yogurt
Latte fresco
Latte Uht
Merende calde
Merende freche
Fette biscottate
Creme spalm.
Biscotti
Iri 1999Cermes’99
20%38,9% 86,9%
45%85,7%
10%75,9%
90%18,4%
65%77,7% 34,6%
Dimensione delle categorie e penetrazione al consumo
Consumo(Mld.)
Spesa mediaAnnua (lire)
PenetrazioneUniverso
Frequenzad’acquisto
LatteCaffèMerendine caldeYogurtBiscotti frolliniFette biscottateCereali prima colazioneBiscotti secchiMarmellataTè in bustinaMerendine frescheModificatori del latte al cioccolato
5.3952.1851.5611.3791.010
433301298120120
9657
264.548109.473
84.28676.81953.65927.58234.33723.25213.76613.78417.27815.660
98,696,589,586,891,076,042,362,042,342,126,917,5
57,414,318,418,113,58,56,45,54,23,95,23,3
Fonte: conferenza Cermes 2000
IL DISPLAY “PRIMA COLAZIONE”
Succhi di fruttaPane
Miele
Dolcificanti
Zucchero Brioche
Marmellata Merende
Nutella Cereali
Biscotti
TèCaffè
Fette biscottate
Latte Uht
Yog
urt n
atur
ale
inte
roY
ogur
t nat
ural
e m
agro
Yog
urt S
apor
i in
tero
Yog
urt S
apor
i m
agro
Bim
biS
osti
tuto
pa
sto
Latte fresco
parzial.scremato
Latte fresco screm
atoL
atte fresco intero
Latte fresco arricchito
Latte goloso
Prima
infanzia
RISULTATI DEL TEST CONAD
Esposizione di 30 categorie selezionando 111 referenze (di cui 43 a marca commerciale) tra le 925 a scaffale;
Fatturato complessivo medio settimanale di 73,5 milioni, di cui 25,4 milioni sono il sell out delle 111 referenze;
L’isola ha interessato il 12% delle referenze e il 34,6% del fatturato delle categorie coinvolte.
Le referenze selezionate per allestire l’isola sono state quelle a maggiore rotazione
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVETEST CONAD
L’incremento delle vendite generato dalle 111 referenze in doppia esposizione non è stato significativo.
Motivazioni:
La doppia esposizione ha riguardato tutti i prodotti, indipendentemente dalla penetrazione nell’occasione di consumo;
L’isola è stata posizionata fuori dalla barriera casse;
Le promozioni sono state effettuate solo sui prodotti esposti a scaffale;
I prodotti della prima colazione sono ad acquisto programmato e un miglioramento della visibilità non aumenta le vendite.