Cenni sull'idrologia e l'oceanografia del Golfo di Trieste
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Si indicano con il nome di Oceano le distese di acqua pi vaste,
che separano le masse continentali. Il termine mare indica le
distese dacqua che si insinuano tra le terre emerse e che formano
dei bacini chiusi e meno profondi di quelli oceanici. Morfologia
del Mare Adriatico : allungato lungo la direttrice nord-sud basse
profondita nella parte nord e alte profondit a sud differenza tra
coste orientali e occidentali Si tratta di un bacino di
evaporazione; leffetto del sole tale da non poter essere compensato
dall'apporto di acqua fluviale e piovana. Levaporazione compensata
da una corrente entrante dallo stretto di Gibilterra Il
Mediterraneo
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Sistema lagunare Foci dei principali fiumi italiani 25m
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Previsioni di marea Immagine tratta dal web:
http://www.univ.trieste.it/~dst/OM/OM.html
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TEMPERATURA e SALINITA sono due parametri molto importanti che
permettono di identificare una massa dacqua particolare e nota la
pressione permettono di identificare la DENSITA.
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Profili di temperatura lungo la colla dacqua misurati con
MAMBO: distruzione del termoclino durante la seconda settimana di
giugno 1999.
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Definizione teorica: La SALINITA la quantit totale di residuo
solido (in grammi) contenuto in 1Kg di acqua di mare, quando tolti
i carbonati sono stati trasformati in ossidi, il bromo e lo iodio
rimpiazzati per il cloro e tutta la materia organica stata
ossidata. Nel 1902 si defin la relazione tra clorinit e salinit:
clorinit = quantit (g/Kg) degli ioni cloro, bromo e iodio dopo
precipitazione con nitrato dargento. S()=0.03+1.805 Cl() (
S=salinit, Cl=clorinit ) [ (1969) S()=1.80655 Cl()] La misura della
salinit tramite analisi chimica diretta (peso del residuo solido)
assai difficile. Si sfrutta il fatto che nellacqua di mare il
rapporto tra i principali costituenti praticamente costante quindi
il dosaggio di uno di questi permette di risalire al dosaggio degli
altri e quindi alla salinit. Normalmente si possono misurare
facilmente gli ioni cloruro, bromuro e ioduro dopo precipitazione
con nitrato dargento.
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Dal 1978, la "Scala Pratica della Salinit" la definisce in
termini di rapporto della conduttivit: La salinit pratica (S) di un
campione di acqua di mare, definita in termini del rapporto K della
conduttivit elettrica del campione di acqua di mare a 15C
sottoposto alla pressione di una atmosfera, rispetto a quella di
una soluzione di cloruro di potassio (KCl) nella quale la frazione
della massa di KCl 0.0324356, alle stesse condizioni di temperatura
e pressione. Il valore K esattamente pari a 1 corrisponde, per
definizione, ad una salinit pratica pari a 35. La relativa
equazione : S = 0.0080 - 0.1692 K 1/2 + 25.3853 K + 14.0941 K 3/2 -
7.0261 K 2 + 2.7081 K 5/2 Notare che in questa definizione, la
salinit un coefficiente e pertanto il simbolo o / oo non usato ed
al vecchio valore di 35 o / oo corrisponde il numero 35. Alcuni
oceanografi non sono abituati ad usare numeri senza unit di misura
per definire la salinit e quindi scrivono 35 psu che significa
"practical salinity unit". Ma siccome un coefficiente, la salinit
pratica adimensionale, quindi l'utilizzo dell'unit psu insensato e
pertanto fortemente sconsigliato. Tra la vecchia e la nuova
definizione di salinit esistono dunque piccole differenze, ma ai
fini pratici sono trascurabili. La definizione di salinit fu
rivisita di nuovo quando fu sviluppata una tecnica per poterla
determinare dalle misure di conduttivit, temperatura e
pressione.
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La densit il parametro fondamentale per lo studio della
dinamica degli oceani. In oceanografia si usa unaltra definizione:
= massa/volume oppure ANOMALIA DI DENSITA() = -1000(Kg/m 3 ).
densit = massa 1m 3 dacqua di mare massa 1m 3 dacqua distillata a
4C
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Noctiluca miliaris
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Sono degli aggregati amorfi di consistenza gelatinosa che
talvolta sono comparsi in Adriatico ricoprendo grandi tratti di
mare. Allinterno di questi ammassi mucosi si trova materiale
organico e inorganico in cui sono inglobati batteri, cellule
fitoplanctoniche, organismi zooplanctonici, materiale detritico,
pallottole fecali e quantaltro si trovi in sospensione nella
colonna dacqua.
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Le prime osservazioni del fenomeno sono del 1729 loro origine
non ancora del tutto chiara gli aggregati si originano generalmente
lungo le coste istro-dalmate per poi spostarsi lungo quelle
italiane. proliferazione e alla successiva degradazione di
organismi planctonici quali diatomee o dinoflagellati, non predati
dallo zooplancton ne degradati dai batteri. Il rilascio di
materiale extra cellulare, in particolare carboidrati, un processo
fisiologico della microvegetazione marina; dopo lesaurimento dei
nutrienti disciolti in acqua, le diatomee rilasciano rapidamente
materiale cellulare nellambiente e questo va a formare i flocculi.
Anche i batteri e virus possono giocare un ruolo importante nel
processo di formazione delle mucillagini.
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Adriatico in agonia, il caldo lo uccide o Scompare la corrente
del golfo di Trieste - La Repubblica 11/9/2007) Tali notizie non
trovano alcun riscontro nei dati a disposizione ne tanto meno nei
modelli ambientali di previsione. E' stata osservata una forte
variabilit delle caratteristiche meteorologiche e oceanografiche, a
non tale da far ritenere che l'Alto Adriatico sia destinato a
divenire uno stagno marino o salmastro. In particolare stato
sottolineato che le correnti marine sono ancora molto attive cos
come sono ben presenti le forzanti che le generano, in particolare
la Bora. Tuttavia stata osservata una tendenza al riscaldamento
della temperatura del mare ed ancora pi evidente apparso l'aumento
della salinit media. 11 ottobre 2007, si tenuto a Trieste un tavolo
tecnico-scientifico sulla Qualit delle acque dell'Alto Adriatico
nel 2007.
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Dati presentati da OGS-BIO allincontro OAA 11/10/2007
Temperature (1991-2007)
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Dati presentati da OGS-BIO allincontro OAA 11/10/2007 Salinit
(1991-2007)
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Dati presentati dallARPA-FVG allincontro OAA 11/10/2007
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Alcuni strumenti
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Disco Secchi
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Questo termometro ha un serbatoio di mercurio relativamente
grande che collegato, mediante un sottile capillare, ad un bulbo pi
piccolo. Appena al di sopra del serbatoio il capillare presenta una
strozzatura ed una piccola ramificazione, si avvita quindi a
spirale per poi procedere in linea retta fino al bulbo superiore.
Quando il termometro in posizione diritta, il volume occupato dal
mercurio, al di sopra della strozzatura, funzione della
temperatura. Quando il termometro viene rovesciato la colonna di
mercurio si interrompe e la quantit rimasta nella parte superiore
va ad occupare il bulbo piccolo e parte della colonna di mercurio
graduata. L'altezza della colonna di mercurio indica la temperatura
dell'acqua al momento del rovesciamento. Il termometro ausiliario
montato a fianco del termometro a rovesciamento serve a misurare la
temperatura dell'ambiente, una volta riportato il termometro in
superficie. Questa misura serve ad apportare le opportune
correzioni al valore letto sul termometro a rovesciamento per mezzo
della seguente relazione: T=[(T t)*(T V )/K] * [1 + (T-t)*(T+ V
)/K] + L dove: T = correzione da sommare algebricamente alla
lettura effettuata (T') T' = temperatura misurata con il termometro
a rovesciamento t = temperatura dellaria misurata con il termometro
ausiliario nel momento in cui viene effettuata la lettura di T' Vo
= volume del piccolo bulbo, all'estremit del capillare, fino alla
gradazione di 0C (vedi istruzioni della casa fornitrice dello
strumento) K = costante dipendente dal coefficiente di espansione
termica del mercurio e del vetro. Il valore, comunemente adottato,
6100 L = valore della correzione, dipendente da T', da apportare
alla calibrazione del termometro (vedi istruzioni della casa
fornitrice dello strumento). Termometro a rovesciamento
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Sonda oceanografica multiparametrica mod. Idronaut 316
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conducibilit ossigeno pH temperatura pressione Sensori torbidit
clorofilla eh