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Dipartimento di Prevenzione
S.O.C. Igiene e Sanità Pubblica
Relazione conclusiva del progetto
CENSIMENTO E VIGILANZA
DEGLI IMPIANTI NATATORI
Anno 2018
Relazione conclusiva - Censimento e Vigilanza
degli impianti natatori – Anno 2018
AZIENDA PER L’ASSISTENZA SANITARIA N. 3
“ALTO FRIULI - COLLINARE – MEDIO FRIULI”
Dipartimento di Prevenzione
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PREMESSA
La tutela della salute e della sicurezza nell’uso delle piscine pubbliche o di uso
pubblico rappresenta uno dei programmi atti a garantire i Livelli Essenziali di
Assistenza (LEA) previsti dal Ministero della Salute nel 2017. Nelle attività di
vigilanza, controllo e analisi che coinvolgono il personale del Dipartimento di
Prevenzione, la conoscenza della complessità tecnica e impiantistica, nonché
delle caratteristiche funzionali e dimensionali degli impianti esistenti, è un
prerequisito fondamentale per la programmazione mirata dei controlli, per la
corretta e tempestiva individuazione delle difformità, per la gestione delle
eventuali situazioni emergenziali e per la diffusione delle buone pratiche di
gestione.
Nel corso dell’anno 2018, personale del Dipartimento di Prevenzione ha
operato un’attività di censimento, monitoraggio e vigilanza sugli impianti presenti
nel territorio di competenza limitatamente agli aspetti relativi alla tutela della
collettività, con lo scopo di arricchire il bagaglio di conoscenze tecniche sugli
impianti e verificare il rispetto dei requisiti generali di igiene dei luoghi ed i requisiti
organizzativi e gestionali specifici indicati dalla recente Legge Regionale 01/2018.
I risultati dell’attività svolta sono riportati nella presente relazione conclusiva.
Allo svolgimento dell’attività e alla stesura della presente relazione hanno
collaborato:
il dott. Andrea Iob, responsabile della S.O.C. Igiene e Sanità Pubblica;
i tecnici della Prevenzione Cristina Cussigh (coordinatrice d’Area), Lucia
Capriz, Domenico di Gennaro, Rocco Lovino, Davide Qualizza, e i collaboratori
tecnici Laura Comoretto e Luca Della Vedova, l’assistente tecnico Stefano Tolazzi
in servizio presso l’Area Ambienti di Vita e di Lavoro del Dipartimento di
Prevenzione.
Gemona del Friuli, dicembre 2018
Relazione conclusiva - Censimento e Vigilanza
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INDICE
1. INTRODUZIONE ........................................................................................................................................ 4
2. QUADRO NORMATIVO .......................................................................................................................... 4
3. LA PISCINA: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE ................................................................................... 5
4. REQUISITI DI QUALITA’ DELL’ACQUA ................................................................................................... 6
5. CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI ............................................................................................................... 6
5.1. Strumenti e metodi ................................................................................................................. 6
5.2. Risultati del censimento ......................................................................................................... 7
6. VIGILANZA .............................................................................................................................................. 11
6.1. Esiti della vigilanza ................................................................................................................ 11
6.2. Azioni intraprese ................................................................................................................... 13
7. CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI ....................................................................................................... 13
8. RIFERIMENTI TECNICI E NORMATIVI .................................................................................................... 14
Indice delle tabelle
Tabella 1: caratteristiche principali degli impianti natatori coinvolti nel censimento. ....... 9
Tabella 2: schema delle principali non conformità riscontrate nell’attività di vigilanza
per tipologia di impianto. ........................................................................................... 12
Tabella 3: prospetto riassuntivo dell’attività di vigilanza. ........................................................ 13
Indice delle figure
Figura 1: distribuzione geografica degli impianti natatori censiti. .......................................... 8
Figura 2: superficie e profondità massima delle vasche censite. ........................................... 8
Figura 3: utilizzo dei vari prodotti disinfettanti e correttori di pH negli impianti censiti. ..... 10
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1. INTRODUZIONE
Gli impianti natatori rappresentano un tema importante in materia di sanità pubblica in
ragione dei diversi rischi per la salute e sicurezza che essi comportano sia per gli utenti,
bagnanti o frequentatori, che per gli operatori; tali rischi sono legati, principalmente,
all’esposizione a sostanze chimiche pericolose, alla contaminazione microbica ed
all’annegamento.
La rilevanza di tale problema è confermata dalla presenza del programma “tutela della
salute nell’uso delle piscine pubbliche o di uso pubblico” tra le prestazioni che devono essere
garantite nell’ambito della Prevenzione Collettiva e della Sanità Pubblica secondo i recenti
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) adottati con D.P.C.M. 19 gennaio 2018. Gli stessi LEA
individuano la gestione degli archivi degli impianti esistenti, la vigilanza sugli impianti e il
campionamento e analisi delle acque come strumenti necessari alla piena attuazione di tale
programma di tutela.
Nel corso degli anni, personale del Dipartimento di Prevenzione ha effettuato campagne
di campionamento e controllo delle acque di vasca di piscina per la verifica del rispetto dei
requisiti di qualità previsti. Considerato il numero significativo di valori non conformi riscontrati,
è emersa la necessità di approfondire gli aspetti tecnici, tecnologici e gestionali che
concorrono al mantenimento dei valori ottimali di qualità dell’acqua nei diversi impianti.
Con la Legge Regionale n. 1 del 9 gennaio 2018 la Regione Friuli Venezia Giulia ha dato
attuazione all’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003, fornendo ai gestori degli impianti
e agli operatori della sanità un indispensabile strumento per la valutazione, la gestione e la
vigilanza al fine di garantire la salute e la sicurezza degli utenti e dei lavoratori. Tra i principali
aspetti introdotti dalla norma si rileva il recepimento dei valori di qualità dell’acqua e
l’obbligo del sistema di autocontrollo a carico del gestore con l’adozione del “documento di
valutazione dei rischi”.
L’attività in oggetto si è proposta pertanto i seguenti obiettivi:
Creare una banca dati degli impianti natatori, prevista anche dai LEA, necessaria ai
fini della programmazione dei controlli e che tenga conto delle caratteristiche delle
vasche, della loro destinazione d’uso e della stagionalità dell’apertura;
Accrescere il know-how degli operatori sugli impianti tecnologici e sui reagenti
impiegati, al fine di rendere più efficace ed efficiente l’attività di vigilanza,
sviluppando gli strumenti utili ad individuare le possibili criticità degli impianti, ad
interpretare i risultati dei controlli analitici e a far fronte ad eventuali eventi incidentali;
Verificare l’applicazione degli obblighi della L.R. 01/2018, limitatamente ai requisiti
organizzativi, tecnici e gestionali in vigore, a tutela dei bagnanti e dei frequentatori
degli impianti.
2. QUADRO NORMATIVO
In materia di tutela della salute e sicurezza nell’utilizzo delle piscine, in Regione Friuli
Venezia Giulia è attualmente in vigore la Legge Regionale n. 1 del 9 gennaio 2018 –
Disposizioni in materia di requisiti igienico-sanitari e di sicurezza delle piscine a uso natatorio,
che dà attuazione all’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 (da qui in avanti Accordo
Stato-Regioni).
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Tale norma fissa, a seconda della tipologia di piscina, gli obblighi dei gestori in relazione
alla dotazione del personale, alla documentazione da predisporre e tenere agli atti, ai
controlli ed alla qualità delle acque, alle informazioni da fornire agli utenti per l’utilizzo in
sicurezza delle vasche e degli impianti.
Requisiti più specifici in relazione agli aspetti strutturali, gestionali, tecnici ed ambientali
vengono invece rimandati ad un Regolamento Regionale, da adottarsi entro 180 giorni
dall’entrata in vigore della Legge Regionale, ovvero entro luglio 2018. Ad oggi (dicembre
2018), tale regolamento non è ancora stato emanato.
La Legge Regionale individua le Aziende Sanitarie come l’ente deputato ai controlli
esterni, da attuarsi anche mediante gli strumenti della prescrizione e della sospensione
dell’attività; non è invece previsto un quadro sanzionatorio.
Si segnala che il tema della sicurezza delle piscine in Friuli Venezia Giulia è contemplato
anche nella disciplina dell’agriturismo: in particolare all’art. 11 comma 2 della D.P.Reg.
11 ottobre 2011, n. 0234/Pres., si precisa che le piscine annesse alle strutture agrituristiche
vanno considerate ad uso privato se presentano superficie fino a 120 m2 e profondità media
non superiore a 1,40 m, rimanendo comunque, a carico del gestore, la verifica del rispetto
dei parametri di qualità per le acque.
3. LA PISCINA: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
La Legge Regionale 01/2018, riprendendo quanto espresso dall’Accordo Stato-Regioni,
definisce la piscina come “complesso attrezzato per la balneazione che comporti la
presenza di uno o più bacini artificiali, interrati o fuori terra, utilizzati per attività ricreative,
formative, sportive e terapeutiche esercitate nell’acque dei bacini stessi, dotati di impianti
tecnologici per il trattamento dell’acqua, nonché dei servizi tecnici, sanitari e accessori
eventualmente necessari”.
Tale definizione normativa pone l’accento sul concetto di piscina intesa come un sistema
integrato nel quale ogni componente, sia esso tecnologico, impiantistico, strutturale, ma
anche gestionale ed organizzativo, contribuisce alla garanzia della tutela della salute e
sicurezza di utenti e operatori degli impianti.
Le piscine possono essere classificate in base alle caratteristiche costruttive, alla tipologia
di utenza ed alla destinazione d’uso come di seguito riportato:
Destinazione d’uso: piscine pubbliche o private aperte al pubblico, ad uso collettivo o
impianti finalizzati al gioco acquatico, piscine collocate in edifici condominiali, piscine
per usi riabilitativi, curativi o termali;
Caratteristiche strutturali ed ambientali: piscine coperte, scoperte, miste o convertibili;
Utilizzazione: per addestramento nuoto, ricreative, ricreative attrezzate, riabilitative,
per bambini, per tuffi e attività subacquee, per usi curativi
Dal punto di vista tecnologico, relativamente all’impianto di ricircolo e trattamento
dell’acqua di vasca, è inoltre importante distinguere tra impianti a skimmer e impianti dotati
di bordo sfioratore, in base alle modalità di tracimazione.
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4. REQUISITI DI QUALITA’ DELL’ACQUA
La normativa regionale indica i requisiti chimici, fisici e microbiologici dell’acqua a tutela
della salute degli utenti dell’impianto natatorio richiamando quanto previsto dall’Accordo
Stato-Regioni. Il mantenimento di tali requisiti è garantito attraverso il corretto funzionamento
gestionale, organizzativo e tecnologico degli impianti.
Limitatamente all’acqua di approvvigionamento idrico, la norma prevede che essa
risponda ai requisiti di potabilità di cui al D.Lgs. 31/2001; nel caso di utilizzo di pozzi o sorgenti
private, è responsabilità del gestore effettuare il dovuto controllo di potabilità.
La qualità dell’acqua di vasca e dell’acqua di immissione viene garantita attraverso un
impianto di trattamento e ricircolo, dimensionato per garantire un adeguato ricambio
dell’acqua e una corretta distribuzione dei flussi all’interno dei bacini. L’impianto di
trattamento è costituito essenzialmente dalle pompe di ricircolo, da un sistema di filtrazione
(filtri e prefiltri), dall’eventuale scambiatore termico per il controllo della temperatura e dal
sistema di dosaggio, manuale o automatico, delle sostanze chimiche necessarie a garantire
il rispetto dei parametri chimici, fisici e microbiologici.
Le sostanze impiegate per il trattamento dell’acqua sono esclusivamente quelle riportate
nell’Accordo Stato-Regioni, con funzioni disinfettanti, di regolazione del pH, antialghe e
flocculanti.
5. CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI
5.1. Strumenti e metodi
La vigente normativa regionale non prevede l’obbligo a carico del gestore di notifica di
avvio dell’attività di balneazione, né al Comune (tramite SUAP), né all’Azienda Sanitaria
competente per territorio; non risulta pertanto disponibile alcun archivio ufficiale ed
aggiornato degli impianti natatori esistenti e attivi né delle loro caratteristiche dimensionali e
funzionali.
Gli impianti oggetto del censimento sono esclusivamente quelli destinati ad un’utenza
pubblica, ovvero, secondo la Legge Regionale 01/2018, le seguenti tipologie di piscina:
A1 - Piscine pubbliche o private aperte al pubblico;
A2 - Piscine pubbliche o private a uso collettivo, cioè quelle inserite in strutture già
adibite, in via principale, ad altre attività, accessibili ai soli ospiti, clienti, soci della
struttura stessa, nonché le piscine al servizio di collettività, inserite quale elemento non
prevalente in istituti scolastici, palestre, centri benessere, case di riposo, circoli e simili
accessibili ai soli studenti, ospiti, soci, utenti della struttura stessa;
A3 - Impianti finalizzati al gioco acquatico.
Sono stati pertanto esclusi dal censimento le piscine collocate in edifici o complessi
condominiali e le piscine impiegate esclusivamente per usi riabilitativi, curativi e termali
alimentate con acqua marina o termale.
Una prima individuazione degli impianti oggetto di indagine è stata effettuata attingendo
dagli archivi dei controlli effettuati dal Dipartimento di Prevenzione e dalle informazioni
disponibili attraverso motori di ricerca, siti internet aggregatori o portali web dedicati.
All’avvio del progetto, nel mese di maggio 2018, sono stati individuati 26 impianti natatori, di
cui 12 impianti aperti al pubblico (tipo A1 secondo L.R. 01/2018) e i restanti ad uso collettivo
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(tipo A2); nel corso dell’attività sono stati individuati 3 ulteriori impianti classificabili come a
uso collettivo. Non si sono riscontrate sul territorio piscine di tipo A3 destinate al gioco
acquatico.
La fase di censimento è stata condotta mediante sopralluogo presso gli impianti per
l’acquisizione, attraverso apposita modulistica, di alcune informazioni sull’impianto suddivise
per macro-argomenti:
Anagrafica del gestore: ragione sociale, indirizzo, riferimenti, legale rappresentante;
Anagrafica dell’impianto: indirizzo, riferimenti, responsabile di piscina,
approvvigionamento idrico e tipologia di scarico, proprietà dell’impianto, anno di
realizzazione;
Caratteristiche delle vasche: numero, dimensioni, tipo di utilizzazione, modalità di
tracimazione, caratteristiche strutturali e ambientali;
Caratteristiche degli impianti di trattamento: filtri, prefiltri, pompe, sostanze chimiche
impiegate e modalità di dosaggio;
Requisiti gestionali, organizzativi e documentali: documento valutazione dei rischi,
regolamento interno di piscina, locale primo soccorso, registri di autocontrollo, registri
di manutenzione, brevetti assistenti bagnanti;
I risultati del censimento sono limitati esclusivamente agli impianti natatori individuati entro
dicembre 2018; l’elenco potrebbe pertanto non essere esaustivo e andrà aggiornato a
seguito della realizzazione di nuovi impianti.
5.2. Risultati del censimento
Distribuzione geografica degli impianti
In Figura 1 si riporta la mappa del territorio di competenza dell’Azienda per l’Assistenza
Sanitaria n. 3, con gli impianti censiti, per tipologia di impianto (A1 o A2) e quelli che
attualmente risultano fuori servizio o non accessibili all’utenza pubblica.
Dati relativi al gestore
Gli impianti natatori censiti sono gestiti principalmente da società locali, che gestiscono un
numero limitato di impianti e quasi sempre localizzati in territorio regionale; non sono presenti,
nel territorio di competenza dell’AAS n.3, impianti diversi gestiti dalla medesima società.
Solamente due società individuate hanno in gestione impianti natatori al di fuori del Friuli
Venezia Giulia.
Dati principali degli impianti e delle vasche
In Tabella 1 si riportano le informazioni principali per comporre il quadro generale degli
impianti presenti sul territorio, con riferimento alla loro tipologia, al numero di bacini,
all’approvvigionamento idrico ed all’utilizzazione dell’impianto.
Caratteristiche dimensionali
In Figura 2: superficie e profondità massima delle vasche censite. si riporta un
quadro riassuntivo delle principali caratteristiche dimensionali delle vasche in termini di
superficie e profondità massima del bacino, suddivise per tipologia di impianto (A1 o A2,
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coperte o scoperte). Si evidenzia come non siano presenti nel territorio di competenza
dell’Azienda Sanitaria piscine di lunghezza superiore o uguale a 50,00 metri.
Figura 1: distribuzione geografica degli impianti natatori censiti.
In rosso gli impianti natatori di tipo A1; in blu gli impianti di tipo A2; in verde gli impianti che
risultano chiusi o non aperti al pubblico.
Figura 2: superficie e profondità massima delle vasche censite.
0,0
0,4
0,8
1,2
1,6
2,0
2,4
2,8
0 100 200 300 400 500
Pro
fon
dità
ma
ssim
a [
m]
Superficie [m2]
Caratteristiche dimensionali dei bacini
Piscine tipo A2 coperte Piscine tipo A1 coperte
Piscine tipo A2 scoperte Piscine tipo A1 scoperte
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Tabella 1: caratteristiche principali degli impianti natatori coinvolti nel censimento.
Numero impianti natatori censiti 29
di cui: A1 – pubblici o privati aperti al pubblico 12 46,2 %
A2 – ad uso collettivo 14 53,8%
A3 – impianti gioco acquatico 0 0,0 %
in esercizio 26 -
fuori servizio o non aperti al pubblico 3 -
per tipo totale
A1 A2 (nr) (%)
Proprietà Comune 8 0 8 29,6 %
Gestore 3 14 17 62,9 %
Altro 1 1 2 7,4%
Numero di vasche totale 31 16 47 -
coperte 25 9 34 72,3 %
scoperte 6 7 13 27,7 %
convertibili 0 0 0 0,0%
Utilizzazione vasche nuoto/addestramento nuoto 3 0 3 6,4%
tuffi e attività subacquee 0 0 0 0,0%
ricreative 13 15 28 59,6 %
per bambini 5 0 5 10,6%
polifunzionali 7 1 8 17,0%
ricreative attrezzate 2 0 2 4,3%
usi curativi termali/riabilitativi 1 0 1 2,1%
Approvvigionamento acquedotto 10 12 22 84,6%
idrico pozzo/sorgente privato 1 2 3 11,5%
misto 1 0 1 3,8%
Tracimazione vasche a sfioro / canaline incassate 24 10 35 74,5%
skimmer 6 6 12 25,5%
Apertura impianti annuale 5 4 9 34,6%
stagionale (invernale ed estiva) 3 3 6 23,1%
stagionale (solo estiva) 4 7 11 42,3%
Reagenti impiegati e sistemi di controllo e regolazione
Presso gli impianti investigati, vengono utilizzati, come agenti disinfettanti, principalmente
ipoclorito di sodio e ipoclorito di calcio in soluzione e soluzioni di cloro combinato (quasi
esclusivamente simclosene CAS: 87-90-1). Due impianti utilizzano l’azione combinata di ozono
con ipoclorito di sodio e presso solo un impianto è previsto il trattamento con raggi UV. Due
impianti di tipo A2 producono invece ipoclorito di sodio in situ attraverso elettrolisi della
salamoia.
Per il controllo del pH, in gran parte degli impianti censiti, viene utilizzato acido solforico;
cinque impianti utilizzano sodio bisolfato, mentre in un solo impianto viene impiegato acido
cloridrico. Un numero significativo di impianti non fa uso, o fa solo un uso limitato, di prodotti
acidificanti.
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Limitatamente ai prodotti flocculanti e antialghe, si evidenzia come il loro utilizzo sia
invece poco diffuso, anche in piscine di tipo A1; il reagente flocculante più utilizzato è
risultato l’alluminio polidrossicloruro.
Il controllo di cloro e pH avviene in maniera automatica nella maggioranza degli impianti
censiti; solo in cinque impianti (uno di tipo A1 e quattro di tipo A2) è previsto il dosaggio
manuale dei reagenti. Le centraline di dosaggio automatico dei reagenti sono risultate, per
quasi tutti gli impianti censiti, collegate funzionalmente alle pompe di ricircolo, attraverso un
dispositivo a galleggiante, che impedisce l’introduzione in vasca di sostanze pericolose in
caso di guasto alla linea di ricircolo dell’acqua.
I prodotti flocculanti e antialghe, qualora impiegati, vengono dosati quasi esclusivamente
in modo manuale.
Il controllo della temperatura dell’acqua è sempre presente nelle vasche coperte e, in
solo due casi, nelle vasche scoperte.
Si segnala come si sia talvolta riscontrato l’utilizzo di prodotti diversi per il trattamento delle
varie vasche che costituiscono l’impianto natatorio; tale evidenza si è rilevata, ad esempio,
in caso di concomitante presenza di vasche coperte e di vasche scoperte, in quanto
determinati prodotti disinfettanti risultano preferibili per le vasche scoperte data la stabilità
del loro potere disinfettante rispetto all’esposizione ai raggi solari.
Figura 3: utilizzo dei vari prodotti disinfettanti e correttori di pH negli impianti censiti.
Ozono
6,90%
Ipoclorito
di sodio
37,93%
Ipoclorito
di calcio
13,79%
Troclosene
biidrato
3,45%
Simclosene
27,59%
Salamoia
6,90%
UV
3,45%
Percentuale di utilizzo dei diversi
disinfettanti
Acido
cloridrico
4,17%
Acido
solforico
58,33%
Sodio
Bisolfato
20,83%
Scarsamen
te o non
utilizzato
16,67%
Percentuale di utilizzo dei diversi
correttori di pH
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6. VIGILANZA
Sono stati sottoposti a vigilanza tutti gli impianti oggetto di censimento e che risultavano in
esercizio all’atto del sopralluogo. La vigilanza è stata condotta valutando i seguenti aspetti:
Caratteristiche igieniche e strutturali dei locali - sono stati esaminati i locali vasche o i
piani vasche e tutti i locali di pertinenza dell’impianto accessibili all’utenza (spogliatoi,
servizi igienici, locali di primo soccorso) e agli operatori (locali tecnici). In attesa
dell’adozione del regolamento regionale previsto dalla L.R. 01/2018, che individuerà i
principali requisiti tecnici e strutturali degli impianti, si è provveduto a verificare solo
visivamente lo stato di conservazione e il mantenimento di idonee condizioni di igiene
e salubrità dei locali, degli impianti e degli arredi.
Dotazione del personale - è stato verificato che in ogni impianto fosse individuata la
figura del responsabile della piscina e dell’addetto agli impianti tecnologici e che
fossero presenti, qualora previsti, gli assistenti ai bagnanti.
Documentazione - è stata verificata la presenza, presso gli impianti, della
documentazione prevista dalla L.R. 01/2018 ed in particolare: il documento di
valutazione dei rischi, il registro dei controlli delle acque, il registro degli interventi
manutentivi con la data di svuotamento delle vasche, la copia dei brevetti degli
assistenti ai bagnanti.
Informazione all’utenza - è stata verificata la presenza del regolamento interno della
piscina, previsto sia per impianti di tipo A1 che di tipo A2, con le indicazioni sulle
modalità di accesso alle vasche e agli impianti da parte di bagnanti e frequentatori.
In relazione all’attività di vigilanza svolta, si ritiene opportuno precisare che numerosi
aspetti tecnici e di dotazione del personale, nonché i contenuti dell’informazione da fornire
all’utenza, sono demandati all’approvazione del regolamento regionale di cui all’art. 6 della
L.R. 01/2018.
6.1. Esiti della vigilanza
Di seguito si riportano, in forma sintetica e raggruppata, i principali rilevi condotti presso gli
impianti natatori vigilati. Tali esiti sono suddivisi tra impianti di tipo A1 e di tipo A2, essendo
fondamentalmente diversi gli obblighi a carico dei gestori per le diverse tipologie di impianti.
Impianti aperti al pubblico (tipo A1)
Gli impianti vigilati si presentano generalmente in buono stato di manutenzione ed in
idonee condizioni di pulizia e igiene.
Dal punto di vista della dotazione strutturale, si è rilevato, in qualche impianto, la mancata
individuazione del locale di primo soccorso. A tal proposito si ritiene doveroso sottolineare
che i requisiti per tali locali sono rimandati all’approvazione del regolamento regionale di cui
all’art. 6 della L.R. 01/2018. Nelle more dell’approvazione del regolamento, è stato data
indicazione dell’individuazione, seppur in via temporanea, di un locale adibito a tale scopo.
In qualche caso il locale di primo soccorso non risulta ad uso esclusivo dei frequentatori degli
impianti natatori, ma condiviso con altre attività facenti parte della stessa struttura (palestra,
struttura ricettiva, ecc.).
Dal punto di vista della documentazione agli atti, la quasi totalità degli impianti di tipo A1
è risultata sprovvista del “documento di valutazione dei rischi” previsto dall’art. 15 della
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L.R. 01/2018. In qualche impianto non sono stati forniti in sede di sopralluogo, in quanto non
presenti presso la struttura, le copie dei brevetti degli assistenti bagnanti.
In tutti gli impianti vigilati si è riscontrata la presenza del di registro di autocontrollo delle
acque; non è invece diffusa l’adozione del registro dei controlli tecnico funzionali
dell’impianto di trattamento né della documentazione in cui annotare le date di avvenuto
svuotamento e riempimento dei bacini di balneazione e delle vasche di compenso.
Nei pochi impianti che utilizzano acqua proveniente da pozzo o che utilizzano un
approvvigionamento misto pozzo/acquedotto, non era presente alcun certificato analitico
che attestasse il rispetto dei requisiti di potabilità previsti dalla normativa.
Quattro impianti vigilati non presentavano, in prossimità delle vasche, il regolamento
interno della piscina che fosse ben visibile all’utenza; in qualche caso non si è rilevata
congruenza tra le informazioni riportate nel regolamento ed altra cartellonistica presente in
prossimità delle vasche.
Impianti ad uso collettivo (tipo A2)
Gli impianti si presentano generalmente in buone condizioni di pulizia ed igiene.
In diversi casi non sono previsti locali spogliatoio in prossimità delle vasche, potendo
l’utenza utilizzare le camere delle strutture recettive connesse all’impianto natatorio.
In alcuni impianti l’attività di controllo e analisi delle acque non viene documentato
attraverso la compilazione dell’apposito registro.
Gli impianti che utilizzano acqua da pozzo o sorgente privata non disponevano di analisi
di potabilità delle acque di approvvigionamento.
In quattro casi non era presente il regolamento interno di piscina. Talvolta tale
regolamento è disponibile all’interno delle camere, ma non risulta esposto nel locale/area
vasche.
Tabella 2: schema delle principali non conformità riscontrate nell’attività di vigilanza per tipologia di
impianto.
Non conformità riscontrate nr ref. (L.R. 01/2018)
Piscine tipo A1 Requisiti di igiene dei locali e di integrità delle
superfici e degli arredi 6 -
Presenza/adeguatezza del locale di primo soccorso 6 [DM 18/03/96]
Presenza del Documento di valutazione del rischio 10 art. 15 c.1 lett. a)
Presenza in impianto della copia del brevetti degli
assistenti bagnanti 2 art. 15 c.1 lett. f)
Presenza dei registri di controllo tecnico funzionali e
date di svuotamento vasche 9
art. 15 c.1 lett. b)
e lett. c)
Presenza registro di autocontrollo delle acque 0 art. 15 c.1 lett. c)
Regolamento interno della piscina 4 art. 9
Requisiti dell’acqua di approvvigionamento 2 art. 8
Piscine tipo A2 Requisiti di igiene dei locali e di integrità delle
superfici e degli arredi 1 -
Presenza registro di autocontrollo delle acque 7 art. 19 c.d. art. 10
Regolamento interno della piscina 4 art. 21
Requisiti dell’acqua di approvvigionamento 2 art. 18
Relazione conclusiva - Censimento e Vigilanza
degli impianti natatori – Anno 2018
AZIENDA PER L’ASSISTENZA SANITARIA N. 3
“ALTO FRIULI - COLLINARE – MEDIO FRIULI”
Dipartimento di Prevenzione
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6.2. Azioni intraprese
Non essendo previsto da norma regionale un quadro sanzionatorio, in caso di non
conformità ai requisiti previsti dalla L.R. 01/2018 è stato utilizzato il solo strumento della
prescrizione, attraverso un verbale di prescrizione, individuando un termine congruo per la
regolarizzazione delle inosservanze.
Le prescrizioni impartite hanno riguardato principalmente la predisposizione del
“documento di valutazione del rischio” di cui all’art. 15 della L.R. 01/2018; in caso di fornitura
idrica diversa dall’acquedotto, è stata prescritta la verifica della potabilità dell’acqua di
approvvigionamento.
La sospensione dell’attività, con chiusura dell’impianto, è stata richiesta esclusivamente
nel caso in cui non fosse stata trasmessa, nei termini fissati dalla prescrizione, l’attestazione
della potabilità dell’acqua di approvvigionamento.
Tabella 3: prospetto riassuntivo dell’attività di vigilanza condotta sugli impianti.[a] Lo strumento della
prescrizione è applicabile solo per le piscine di tipo A1.
Impianti vigilati 26
Società vigilate 26
Sopralluoghi effettuati 28
Prescrizioni impartite [a] 11
Sospensione attività 2
Richiesta integrazioni 8
Indicazioni azioni di miglioramento 27
Richiesta ordinanza sindacale di sospensione 0
Si evidenzia come gli impianti natatori di tipo A1 siano stati soggetti, nel corso dell’anno, a
campionamenti da parte del personale del Dipartimento volti a verificare il rispetto dei
parametri di qualità dell’acqua previsti dalla normativa; gli esiti di tale attività di
campionamento e le azioni intraprese a seguito dei risultati ottenuti non sono riportati nel
presente documento.
7. CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI
L’attività ha permesso al personale del Servizio di definire il quadro complessivo degli
impianti natatori esistenti sul territorio e di approfondire le conoscenze tecniche sulle
caratteristiche delle vasche e degli impianti di trattamento. La conoscenza della tipologia di
impianto, della stagionalità dell’apertura e dei reagenti utilizzati è infatti indispensabile per la
programmazione dell’attività di vigilanza e per la scelta dei parametri di investigare in sede
di campionamento.
Generalmente si è rilevata una non adeguata conoscenza, non solo dei contenuti della
norma regionale di recente approvazione, ma anche della sua stessa esistenza. Questa
evidenza si è riscontrata non solo negli impianti ad uso collettivo, ma anche in qualche
impianto aperto al pubblico, nonostante la loro attività prevalente sia spesso rappresentata
dalla balneazione.
Complessivamente è opportuno evidenziare come si sia riscontrata una scarsa percezione
da parte dei gestori dell’importanza della valutazione dei rischi igienico-sanitari come
prerequisito per la definizione di un piano di autocontrollo, che possa essere strumento di
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gestione efficace ed adatto alla specifica tipologia di impianto natatorio ed alla sua
utilizzazione.
In relazione alla valutazione dei rischi igienico-ambientali, si segnala come l’utilizzo del
termine “documento di valutazione del rischio” abbia spesso dato seguito a diversi
fraintendimenti, essendo lo stesso termine utilizzato sia in ambito di impianti natatori (art. 15
L.R. 01/2018) sia, con più ampia diffusione, nell’ambito della salute e sicurezza dei lavoratori
(art. 28 D.Lgs. 81/2008).
Limitatamente agli aspetti inerenti la sicurezza degli operatori, pur non oggetto diretto
dell’attività, si è rilevata, per tutte le tipologie di piscine, una generale sottostima dei rischi
correlati alle modalità di stoccaggio e gestione dei reagenti chimici impiegati per il
trattamento dell’acqua, nonché ai rischi inerenti le operazioni all’interno delle vasche di
compenso. Si ritiene opportuno valutare la possibilità di realizzare un progetto obiettivo sugli
impianti natatori che possa contemplare anche gli aspetti a tutela della salute e sicurezza
dei lavoratori.
8. RIFERIMENTI TECNICI E NORMATIVI
Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 – Accordo tra il Ministero della Salute, le
Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano relativo agli aspetti igienico-
sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso
natatorio
Accordo “Disciplina interregionale delle Piscine” del 16 dicembre 2004 – Accordo tra
le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano in attuazione dell’Accordo
del 16 gennaio 2003
L.R. 9 gennaio 2018, n. 1 - Disposizioni in materia di requisiti igienico-sanitari e di
sicurezza delle piscine a uso natatorio
D.P.Reg. 11 ottobre 2011, n. 0234/Pres. – art. 11 c.2 - Regolamento, recante i criteri e le
modalità per l’esercizio dell’attività di agriturismo, in esecuzione dell’articolo 5 della
legge regionale 22 luglio 1996, n. 25 (Disciplina dell’agriturismo)
D.M. 18 marzo 1996 – Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti
sportivi
Rapporto ISTISAN 07/11 - Piscine ad uso natatorio: aspetti igienico-sanitari e gestionali
per l’applicazione della nuova normativa (2007)
INAIL – Le piscine (Edizione 2016)
WHO – Guidelines for safe recreational water environments – Volume 2, Swimming
pools and similar environments (2006)
UNI 10637:2016 – Piscine: Requisiti degli impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione
e trattamento chimico dell’acqua di piscina
UNI EN 15288-1:2010 – Piscine: Parte 1 – Requisiti di sicurezza per progettazione
UNI EN 15288-2:2009 – Piscine: Parte 2 – Requisiti di sicurezza per la gestione