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Centro Studi C.N.I. - 10 settembre 2012

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Centro Studi C.N.I. - 10 settembre 2012

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 10 settembre 2012

Pagina I

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

Il partito trasversale degli avvocati e la riforma delle professioniCorriere Della Sera 10/09/12 P. 30 Isidoro Trovato 1

ICT

Salute. Sanare i conti? Questione di chipCorriere Della Sera -Corriereconomia

10/09/12 P. 31 Elena Meli 2

ENERGIA

Petrolio in italia un vecchio sogno che oggi può diventare un incuboRepubblica Affari Finanza 10/09/12 P. 3 Alberto Statera 4

SICUREZZA SUL LAVORO

Sicurezza, nuovi corsi in aziendaSole 24 Ore - Norme ETributi

10/09/12 P. 10 Gabriele Taddia 5

Scuola anti-rischi anche onlineSole 24 Ore - Norme ETributi

10/09/12 P. 10 7

TARIFFE PROFESSIONISTI

Adesso si passa dalla parcella al contrattoCorriere Della Sera -Corriereconomia

10/09/12 P. 17 Isidoro Trovato 8

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

Mandato professionale, mai più senza l'accordo sul compensoItalia Oggi Sette 10/09/12 P. 12 Alessandro Lini 9

Lacune per numerose attività: consulenza del lavoro senza riferimentiItalia Oggi Sette 10/09/12 P. 12 11

Il contenzioso costa meno col commercialistaItalia Oggi Sette 10/09/12 P. 12 12

PARAMETRO LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE

Avvocati, il corrispettivo é unicoItalia Oggi Sette 10/09/12 P. 13 Antonio Ciccia 13

EDILIZIA

Lavori in edilizia semplificatiItalia Oggi Sette 10/09/12 P. 15 Antonio Ciccia 15

MERCATO DEL LAVORO

Ingegneri i più richiestiItalia Oggi Sette 10/09/12 P. 44 17

UNIVERSITÀ

Atenei, lo Stato taglia: pagano gli studentiRepubblica Affari Finanza 10/09/12 P. 35 Walter Galbiati 18

IL PARTITO TRASVERS ALE DEGLI A` VOCATI

E LA RIFOIMA DELLE PROFESSIONI

/ /P- re

Come un tarlo.isolato e inoffensivo , o trasfor-

marsi in un pericolo in grado di mettere arepentaglio un'intera impalcatura . Qualcosadi simile sta accadendo nella contrapposi-zione tra mondo dell'avvocatura e governo.Per sbloccare la riforma forense (attesa da3o anni) incagliata da mesi in Parlamento,gli avvocati hanno chiesto una sorta di cor-sia preferenziale per accelerarne l'approva-zione. 1 ministri Giarda e Se-verino hanno accordato la«procedura d'urgenza» all'in-terno della commissione giu-stizia, ma hanno chiesto distralciare alcuni articoli rite-nuti in palese contrasto conil testo, da poco approvato,di riforma delle professioni.Il punto è che gli articoli dastralciare sono quelli checontengono i temi più caldi:dalle tariffe al tirocinio, passando perla pub-blicità, la riserva di consulenza legale e lespecializzazioni.

La richiesta del governo è che questi arti-coli vengano dibattuti in aula e approvati se-condo un normale iter parlamentare. La pri-ma reazione del mondo dell'avvocatura èstata di protesta e sdegno per tma legge cherisulterebbe svuotata. Una sollevazione acui hanno fatto seguito annunci di scioperi

e ricorsi. Adesso però, tra gli avvocati, si fasempre più strada una tesi diversa: accetta-re la sfida parlamentare e puntare a far ap-provare in aula il testo senza alcuna modifi-ca. Non bisogna dimenticare che gli avvoca-ti, tra Camera e Senato, possono contare suuna sorta di maggioranza trasversale chegià altre volte è riuscita a compattarsi. Nona caso da qualche giorno si moltiplicano gliappelli, di varie associazioni di categoria,

agli avvocati parlamentariperché si ricordino della lo-ro professione e «tutelinogli interessi della collettivi-tà».

Se ciò accadesse, le conse-guenze sarebbero tutt'altroche marginali. Se gli avvoca-ti riuscissero ad approvare laloro riforma forense così co-m'è, smonterebbero granparte della riforma delle pro-

fessioni che è stata una delle opere di cam-biamento su cui l'esecutivo ha puntato mol-to sin dal suo insediamento. Tornerebberoin discussione cambiamenti-chiave comequelli su tariffe, pubblicità o tirocinio. Giu-sta o sbagliata che sia, la riforma forense po-trebbe far crollare l'intera impalcatura dellariforma delle professioni. Come un tarlo.

Isidoro Trovato0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Riforma delle professioni Pagina 1

N uova medicina I dati del Politecnico di Milano: spesa informatica pubblica ferma a 22 euro pro capite, la metà della Francia

Sanare i conti? Questione di chipDue miliardi con il fascicolo elettronico, 5 dalla teleassistenza. Così lo Stato può risparmiare con l'hi-tech

DI ELENA MELI

martphone, ta-blet, «nuvole» perarchiviare e condi-videre dati. La tec-

nologia informatica èovunque nelle nostre vi-te, ma stenta a diffonder-si nella sanità, dove po-trebbe fare la differenzafra sistemi antiquati e co-stosi e servizi efficientied economici.

Secondo i dati aggior-nati dell'Osservatorio In-formation and Commimi-cation Technology in Sa-nità della School of Ma-nagement del Politecni-co di Milano, in Italiaogni anno si spendonoappena 22 curo pro capi-te in tecnologie informa-tiche nell'area salute.Un'inezia al confrontodei 70 curo della Dani-marca e la metà rispettoalla Francia. Peraltro conla crisi economica in attole prospettive non paio-no rosee: il 50% circa deidirigenti sani-tari intervista-ti dall'Osser-vatorio am-mette che neiprossimi treanni gli inve-stimenti in Ictsaranno ridot-ti per esigen-ze finanziarie di breve pe-riodo.

1 11Una miopia che po-

trebbe tradursi in un dan-no per il sistema sanita-rio nazionale, perché se-condo gli analisti non uti-lizzare le tecnologie signi-fica ridurre efficienza,qualità e competitivitàdei servizi, aumentare icosti e quindi, nel me-dio-lungo periodo, vederdiminuire ancor di più lerisorse disponibili.

«Ë difficile stimare i ri-sparmi possibili grazie aun largo e diffuso impie-go dell'Ict in sanità, matutte le esperienze sulcampo e gli studi indica-no che è questa la stradada percorrere - spiegaMariano Corso, respon-sabile scientifico dell'Os-servatorio -. Ad esem-pio, si è valutato che la re-alizzazione sistematicadi un fascicolo sanitarioelettronico consentireb-be di risparmiare oltredue miliardi di euro al-l'anno, mentre una par-ziale deospedalizzazionegrazie a interventi di tele-assistenza e telemonito-raggio di pazienti cronicipotrebbe tagliare i costidi circa 3-5 miliardi al-l'anno: un vantaggio de-stinato ad aumentare infuturo, con l'invecchia-mento della popolazio-ne.

C'è peraltro una chia-ra correlazione fra gli in-vestimenti in tecnologiee l'efficienza sanitaria.Nelle regioni del Nord,dove la spesa in Ict si av-vicina a quella degli altriPaesi europei, la qualitàdell'assistenza è miglio-re. «Oggi sappiamo concertezza che la tecnolo-gia può regalarci una sa-nità migliore - dice Ser-gio Pillon, vicepresiden-te della Società italianadi telemedicina e sanità

elettronica-. Nel RegnoUnito, adesempio, unostudio condot-to su oltre sei-mila pazientiha mostratoche grazie al-la telemedici-

na si potrebbero ridurre

del 14% gli accessi alpronto soccorso, dell'8%i costi del sistema sanita-rio e addirittura del 20%la mortalità, salvandoogni anno tre milioni divite umane. Le tecnolo-gie sono mature, gli inve-stitori interessati: per at-trarre risorse mancanoperò regole certe nel set-tore, che rendano possi-bile calcolare il ritornodegli investimenti».

Lo confermano i datidell'Osservatorio, secon-do cui il ritardo italianodipende dalle scarse ri-sorse economiche, ma so-prattutto dalle carenzeorganizzative del siste-ma: scelte frammentate eincoerenti fra le diverseregioni, mancanza di li-nee guida di sviluppo na-zionali, resistenze al cam-biamento da parte di ope-

ratori e utenti (più dellametà dei cittadini dichia-ra di non utilizzare né es-sere interessato ai servizidigitali).

«I medici di base po-trebbero essere il volanoper introdurre più sanitàdigitale: la sfida infatti èportare la medicina sem-pre più sul territorio, vici-no al cittadino - diceCorso - . Tuttavia, l'in-formatizzazione non puògravare sul medico o sul-la Asl per portare poi be-nefici di spesa a livelli su-periori: se l'Azienda sani-taria non ha un ritornoeconomico diretto diffi-cilmente investe in tecno-logia. Occorrerebberoperciò incentivi negli am-biti applicativi chiave, emodelli di governancenuovi. È arrivato il mo-mento di standard cen-tralizzati, per garantirel'interoperabilità dei si-stemi informatici fra re-gione c regione. Sono ot-timista perchè finalmen-te l'agenda digitale occu-

pa un posto di primo pia-no negli impegni delleistituzioni. E la crisi eco-nomica potrebbe rivelar-si l'occasione: quando lerisorse sono limitate,sfruttarle al meglio diven-ta indispensabile. La tec-nologia è il mezzo che loconsente».

età -

Spesa pro capitein ani arca perla sanità hi-tech

pLa riduzione stimata deicosti per il sistema sanitariocon la telemedicina

ICT Pagina 2

Ache punto

Niagiia nera Chi investe... ...eáove

La spesa n information e La composizione della spesa in le t nMC1 saCa, Ripartizione deglicommunication technology Dati in milioni di euro investimenti in Ictnella sanità . Euro pro-capite delle strutture sanitarie

12 dai ministero 70 da medici didella Salute" medicina generale

910

i 2% acquistohardware

Osservatorio CT in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, aggiornamento 2012 Cane

ICT Pagina 3

OLTRE Il G IARD I NOAlberto Statera

PETROLIO IN ITALIAUN VECCHIO SOGNOCHE OGGIIPUODIVENTARE UN INCUBO

'Italia galleggia su un maredi petrolio», esultòall'inizio degliAnni

1Cinquanta il presidentedel ConsiglioAntonio

Segni istigato da Enrico Màttei, di cui trapoche settimane ricorre il cinquantenariodella morte nell'incidente aereo (o attentato)diBescapé. 'Il nostro paese si èaccorto -aggiunse il primo presidente dell'Eni - dinon essere condannato alla povertà"Sessant'anni dopo, sulla soglia della

povertà, il ministro per lo Sviluppoeconomico Corrado Passera ha rilanciatol'antico sogno petrolifero italianoannunciando le linee del suo pacchetto di,crescita, contenente un Piano Energia. Laproduzione nazionale di idrocarburi - hagarantito - è destinata a raddoppiare inpochi anni e ad assicurare così i120 per centodei consumi interni, nell'ambito di unaStrategia energetica nazionale cheaumenterà il Pil di mezzo punto, ridurrà di

Qui sopra,il ministro delle

AttivitàProduttive,

Corrado PasseraHa promesso

semplificazioniperle trivellazioni

6 miliardi la bollettaenergetica degli italiani espingerà l'occupazione con 25mila nuovi posti di lavoro.Tra i tanti provvedimenti del

governo che attendonoattuazione e tra i tanti sognienunciati, quello petroliferonon gode in Italia di.unastella troppo felice. Passeranon era ancora nato e forsenon sa che quando annunciòla scoperta del petrolio in ValPadana, Mattei si trovò quasisubito alle prese con gliincendi dei pozzi 18 e21 diCortemaggiore, che nessunoriuscì a spegnere. NeancheMistérKinsey, l'espertochiamato dall'America. «Ilpetrolio in Italia c'è, ma non è

facile trovarlo né estrarlo», lamentò ilpresidente - come ha raccontato FrancoBriatico, antico direttore perleRelazioniesterne dell'Eni recentemente scomparso, inun suo libro uscito perLaterza. «Qui-aggiunse - non siamo inAmerica e siamolontani dalla perforazione fittissima cherende noto metro per metro il sottosuolo. Mala scoperta del petrolio nell'Italiameridionale, nella FossaBradanica tra ilnord del Gargano e l'Appennino lucano, inuna dellezone ritenute più povere del nostropaese, apre il cuorea huovesperanze, chesono tanto più grandi quanto più grande èlo stato di indigenza».Ma l'Italia non è l'America con le sue distese

desertiche. Pensate all'Italia dell'immensopatrimonio artistico e culturale, il nostrovero petrolio malamente bistrattato chenessuno sembri capace di mettere a frutto, edella spettacolosa natura bucherellata inogni dove, in terra p in mare, da'per foràzioni fittissime"nella speranza ditrovare altri idrocarburi.Il primoDecreto Sviluppo ha introdotto

una normativa restrittiva sulle trivellazioni,confermando il limite posto a 12 migliadalla costa per le trivellazioni offshore. Maora il ministro Passera promette disemplificare i permessi per le perforazionipetrolifere. Come? Con quali limiti in unterritorio come il nostro?Nessuno lo sa, inuna politica che per qualche atto concretoche compie, fornisce annunci di prospettivefantastiche.

Ma non siamo più ai tempi di Mdttei,dell'Italietta che, con cuore aperto, siaffacciava al progresso. Questo paese strettodalla crisi e dopo vent'anni di sogni infrantiberlusconiani, non è più capace di sognare,perché non è più tempo di sogni e divelleitarismi, Ha bisogno di poche coseconcrete, non di sogni. Edi sicuro nonsaranno le trivellazioni petrolifere diPassera a sottrarlo alla povertà incipiente.

a. statera@re p ubblica. it

Energia Pagina 4

Con la pubblicazione delle linee guidain «Gazzetta» si chiariscono [e modalità della formazione

Sicurezza, nuovi corsi in aziendaEsonerato solo chi può dimostrare durata e contenuti dell'attività già svolta

PAGINA A CURA DIGabriele Taddia

u Entra nel vivo la program-mazione della formazione di da-tori di lavoro, dirigenti, prepostie lavoratori, sulla sicurezza neiluoghi di lavoro . È stato pubbli-cato, infatti, sulla Gazzetta Uffi-ciale del i8 agosto l'accordo del-la Conferenza Stato-Regioni sul-le linee guida per la formazionein materia di sicurezza sul lavo-ro: ora che sono stati sciolti, dun-que, gli ultimi dubbi per l'attua-zione, i datori sono tenuti ad ap-plicare in pieno le istruzioni performare lavoratori, preposti e re-sponsabili della prevenzione,previste dal Testo unico della si-

curezza (Dlgs 8i/2oo8).Il documento applicativo de-

gli accordi siglati a dicembre2011 fornisce indirizzi uniformisu diversi punti controversi de-gli accordi stessi. Tra questi, laformazione a distanza con e-le-arning e la prima applicazionedella nuova formazione in que-sto periodo transitorio (si vedal'articolo in basso).

Gli accordi coinvolgono tuttele aziende che abbiano al pro-prio servizio anche un solo lavo-ratore, inteso nel senso più am-pio previsto dall'articolo 2, com-ma i lettera a) del Dlgs 81/2oo8(quindi non solo dipendenti, maanche ipraticanti degli studipro-

fessionali, esclusi solo i lavorato-ri domestici). Di fatto, nessun da-tore di lavoro piccolo o grandeche sia, sfugge all'applicazionedella nuova normativa, chequantifica la formazione mini-ma da erogare in base ai fattoridi rischio presenti in azienda enon in base alle dimensioni

Alcuni obblighi sono di imme-diato adempimento: tutti i nuoviassunti debbono essere avviatialla formazione conformemen-te ai contenuti degli accordi, pri-ma o contestualmente all'assun-zione. Se nonèpossibile comple-tare il percorso formativo primadi adibire il nuovo assunto alleproprie attività, il percorso for-

mativo dovrà essere terminatoal massimo entro sessanta gior-ni In caso di infortunio, bisogne-rà quindi dimostrare che questonon è stato causato dalla caren-za di formazione, perché in casocontrario il datore di lavoro sa-rebbe ritenuto responsabiledell'evento lesivo.

Per i lavoratori già in forze alleaziende, gli accordi e le linee gui-da prevedono un graduale rag-giungimento del livello formati-vo richiesto a seconda delle figu-re da formare (fino a un terminemassimo di i8 mesi dalla pubbli-cazione degli accordi). Ma i ter-mini per adempiere agli obblighiformativi sono piuttosto strin-

genti (sono già trascorsi sette me-si dalla pubblicazione degli ac-cordi), anche per l'impossibilitàper gli imprenditori di formaresubito e in contemporanea tutti ilavoratori. Nelle aziende devequindi essere avviata al più pre-sto la verifica della formazionegià impartita (da provare con larelativa documentazione).

Solo se il datore di lavoro rie-sce aprovare-conidonea docu-mentazione che comunque pre-cisi date e contenuti dei corsi -di avere già svolto la formazio-ne in modo coerente con gli ob-blighiprecedentigliaccordi, po-trà ritenersi esonerato, in que-sta fase di avvio, dalla ripetizio-ne dei corsi, strutturati sulla ba-se dei nuovi indirizzi.

La mancata o irregolare for-mazione dei lavoratori costitui-sce già di per sé fonte di respon-sabilitàpenaleper il datore dila-voro, anche in assenza di infor-tuni. È evidente che la responsa-bilità può costituire il fonda-mento dell'imputazione pro-prio se si verifica un infortunio,alla cui causa abbia concorsol'omessa o insufficiente forma-zione. In questo caso, il datoredi lavoro avrà l'onere tutt'altroche semplice di dimostrare chenon c'è nesso di causalità fra in-fortunio e omessa formazione.

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Sicurezza sul lavoro Pagina 5

I fondamentali

I corsi sulla sicurezza previsti per datori, dirigenti e lavoratori

DATORIDILAVORO

P

011 DURATA, -La durata minima della formazione per dirigentiè di 16 ore. Sono previsti aggiornamenti per minimo6 ore ogni cinque anni

02 1 FORMAZIONE PREGRESSANon sono tenuti a frequentare il corso di formazione,coloro che dimostrino di aver già,svo[to,all'11 gennaio 2012, una formazione con contenuticonformi all'articolo 3 del Dm 16 gennaio 1997e gli esonerati (articolo 95 dei Dlgs626/94)

03 1 ESONERO IN SEDE DI PRIMA APPLICAZIONENon sono tenuti a frequentare il corso di formazione idatori di lavoro che abbiano frequentato - entrol26luglio 2012 -corsi documentalmente approvati.a126gennaio 2012, rispettosi delle previsioni dell'articolo3 del Dm 16.gennaio 1997 per durata e contenuti

DIRIGENTI

O 011 DURATA

I t lla durata minima è di 16 ore. Previsti aggiornamentiper minimo 6 ore ogni cinque anni ,

02 1 FORMAZIONE PREGRESSANon sono tenuti a frequentare il corso di formazioneidirigenti che dimostrino di aver svolto, all'11 gennaio2012, una formazione con contenuti conformiall'articolo 3 del Dm 16 gennaio 1997 o a quellidel Modulo A perASPP e RSPP previsto nell'accordoStato Regioni del26 gennaio 2006

03 1 ESONERO IN SEDE DI PRIMA APPLICAZIONEEsonerati dirigenti e preposti che hanno frequentatoancora fino al 26 gennaio 2013, corsi rispettosi delleprevisioni normative e dette indicazioni previste`neicontratti collettivi di lavoro per quanto riguardadurata, contenuti e modalità di svolgimento

LAVORATORI

011 DURATA1 4 orediformazione generate+ da 4a 12 ore

a seconda delle classi di rischio. Aggiornamentiogni cinque anni

02 1 FORMAZIONE PREG RESSAEsonerati lavoratori e preposti per! quali! datoridi lavoro comprovino di aver svolto, allll gennaio2012, una formazione nel rispetto delle previsioninormative edelle indicazioni del Ccnl

03 1 ESONERO IN SEDE DI PRIMA APPLICAZIONEEsonerati dirigenti e preposti che abbianofrequentato entro 1126 gennaio 2013, corsi di-formazione documentalm.enteapprovati.rispettosidelle previsioni normative e delle indicazioni previstenei contratti collettivi di lavoro per quanto. riguardadurata, contenuti e modalità disvolgimento

Sicurezza sul lavoro Pagina 6

Datorf ì lavoro. I chiarimenti

Scuola anti-rischianche online

Le linee guida interpretati-ve degli accordi di formazio-ne sono estremamente vaste,ma i punti di maggior interes-se riguardano sicuramente laformazione online, erogatacioè con il sistema di e-lear-ning, e il regime transitoriodegli accordi , che disciplinala validità della formazionegià ricevuta e gli obblighi deri-vanti per le aziende dall'appli-cazione delle intese.

Quanto all'e-learning, le li-nee guida confermano chequesta nuova tipologia di in-segnamento è riferita a partilimitate della formazione ob-bligatoria e dunque non puòessere utilizzata per l'interopercorso formativo di tutti isoggetti interessati.

Le linee guida pubblicate inGazzetta ad agosto precisanoanche che ai fini della validitàdella formazione deve esserepossibile memorizzare le oredi collegamento, ovvero dare

_prova che l'intero percorso siastato realizzato e deve esseregarantita la possibilità di ripe-tere parti del percorso di ap-prendimento secondo gliobiettivi formativi, purché ri-manga traccia delle ripetizio-ni in modo da tenerne conto insede di valutazione finale.

Deve anche essere possibi-le stampare il materiale utiliz-zato per le attività formative.

Altra precisazione fonda-Asnentale è che l'accesso ai con-tenuti successivi ai moduliiiniziali «deve avvenire secon-dlo un percorso obbligato((che non consenta di evitareima parte del percorso)». Lelinee guida precisano ancheche la formazione online nonè ritenuta correttamente ri-spettata se è erogata per mez-zo della semplice trasmissio-ne di lezioni "frontali" a di-stanza: è richiesta, al contra-rio, la presenza dei requisitidiinterattività della formazio-ne e di soggetti (tutor e/o do-

centi) che possiedano deter-minate caratteristiche.

La fase inizialePer quanto riguardala discipli-na transitoria, ci sono alcuneimportanti precisazioni: il ter-mineper completare ilpercor-so formativo per dirigenti è di18 mesi (si veda lo schema inalto), a meno che le modalitàdella formazione dei dirigentinon siano individuate da ac-,cordi aziendali. In questo ca-so, il termine entro cui pro-grammare e completare l'atti-vità è di 12 mesi a partire dall'ugennaio 2012, data di pubblica-'zione degli accordi (dunqueentro l'u gennaio 2013).

I corsi già svoltiLe linee guida chiarisconoinoltre che gli accordi indivi-duano solo per il futuro la di-sciplina della formazione epertanto sono esonerate leaziende che abbiano giàpiena-mente rispettatole precedentidisposizioni in materia ed ef-fettuato la formazione in basealle "vecchie" disposizioni de-gli articoli 37 e 38 del Dlgs81/o8, che non prevedevanounmonte ore minimo perrite-nere valida la formazione.

Se la formazione è stata svol-ta da più di cinque anni primadellapubblicazione delY accor-do (e pertanto prima dell'ugennaio 2007), l'aggiornamen-to andrà realizzato secondo lenuove modalità entro 12 mesidall'e gennaio 2012. Anche le li-nee guida salvaguardano lavalidità dei corsi pregressi solose il datore di lavoro riesce adimostrare - con documenti ocon qualunque altro mezzoidoneo - l'effettiva partecipa-zione dei lavoratori ai corsi.-Incaso contrario, tutto il percor-so formativo non potrà essereritenuto valido el'imprendito-re soggiacerà ai nuovi obbli-ghi imposti dagli accordi.

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Sicurezza sul lavoro Pagina 7

Riforme Che cosa cambia nei rapporti col cliente sul nodo dei compensi

Adesso sï passadalla parcella al contrattoCalderone (consulenti del lavoro): «Siglare un accordoscritto, garantirà trasparenza evitando contestazioni»

DB ISIDORO TROVATO

a battaglia per le tarif-

T

le è stata una delle più«cruente» nel percor-so che ha portato al-_LA

l'approvazione della legge diriforma delle professioni. Qua-si tutte le categorie si sono bat-tute per il mantenimento (al-meno dei minimi derogabili)ma il governo ne ha pretesol'abolizione . Adesso che la ri-forma è entrata in vigore, è in-teressante capire come funzio-nerà il rapporto tra professio-nisti e clienti. E poi, che cosasuccederà nel caso di contro-versie con liquidazione delcompenso da parte di un orga-no giurisdizionale?

1 consulenti del lavoro han-no provato a dare un'indica-zione ai propri iscritti . «I1 no-stro compenso - fanno sape-re in una nota - è determina-to cori parametri, non vinco-lanti per il giudice, in corso diapprovazione, stabiliti con de-creto del ministro vigilante.L'utilizzazione dei parametrinei contratti individuali traprofessionisti e consumatorio microimprese causa nullitàdella clausola relativa alla de-terminazione del compenso»

Il compenso per le presta-zioni professionali, dunque, èpattuito con il cliente, previopreventivo di massima che pe-rò non dovrà fare nessunesplicito riferimento ad alcu-na tariffa . All'atto del conferi-mento dell'incarico professio-nale, il professionista dovràrender noto al cliente il gradodi complessità dell'incaricofornendo tutte le informazio-ni utili circa gli oneri ipotizza-bili fino alla conclusionedell'incarico.

In presenza di formascritta (preventivo di mas-sima accettato ovverocontratto sottoscritto)non è previsto interven-to discrezionale da par-te del giudice. In assen-za di contratto, in casodi contestazione, si va dalgiudice.

Dunque il contratto conpreventivo servirebbe a evi-tare controversie e contesta-zioni «Si tratta solo di unpassaggio che favorisce latrasparenza - precisano iconsulenti del lavoro - traprofessionista e cliente: si tra-scrive un contratto in cui simettono per iscritto tutte le in-formazioni che il professioni-sta deve fornire al propriocliente e le ricadute sul com-penso».

Ma questi accordi non ri-schiano di reintrodurre para-metri che di fatto aggiranol'abolizione delle tariffe? «Lapattuizione tra professionistae cliente è un passaggio fonda-mentale che si pone a tuteladell'utente e della collettività- spiega Marina Calderone,presidente dei Consulenti dellavoro -. Ma non si tratta diuna novità per i consulenti. In-fatti, il nostro codice deontolo-gico, in vigore dal 2008, giàprevede all'articolo 23 l'oppor-tunità del conferimento dell'incarico scritto onde precisa-

re oggetto, natura, costi e com-pensi. Stesso discorso valeper i preventivi. Si tratta diuna previsione lungimirante,quindi, introdotta molto pri-ma dell'intervento normati-vo».

Però la riforma ha di nuovoposto il problema delle tariffe«Per la verità - precisa Calde-rone - l'obbligo di rispettarei minimi e i massimi delle ta-riffe dei liberi professionistiera già venuto meno nel 2006.L'aver eliminato ora anche lapossibilità di averle come rife-rimento indebolisce certa-mente il cittadino, oltre che

Cup MarinaCalderone,presidentedeiconsulentidei lavoro

creare i presupposti per unavera giungla tra i professioni-sti nella quale chi ci rimetteràsaranno certamente i più gio-vani. Ma questa è la legge edobbiamo rispettarla. Pertan-to, nel caso di controversiecon liquidazione del compen-so da parte di un organo giuri-sdizionale, l'importo sarà de-terminato coni parametri mi-nisteriali, non vincolanti peril giudice. Mentre l'utilizzazio-ne degli stessi parametri neicontratti individuali tra pro-fessionista e cliente darà luo-go alla nullità della clausolarelativa alla determinazionedel compenso».

Dura lex sed lex.0 RIPRODUZIONE HISEHVA fA

Tariffe professionisti Pagina 8

Cplr.° (lCl á-er ,°t)lrr1,rpCra1o del applicali Solo r.ra cceso di

Mandatosenza ._a c _i- o . , sul .co-rripenso

Pagina a curaDI ALESSANDRO LINI

er il professionista èormai indispensabileche il mandato profes-sionale contenga an-

che l'accordo sul compenso.I parametri previsti dal re-

golamento emanato dal mini-stero della giustizia verrannoapplicati dal giudice solo incaso di mancato accordo trale parti sul compenso stesso.Qualora il professionsita siain grado di dimostrare che trale parti era stato raggiuntoun accordo sul compenso ilgiudice non potrà che pren-derne atto e liquidare il com-penso sulla base dell'accordosottoscritto.

Nell'ambito delle regole ge-nerali dettate dal regolamen-to, viene precisato come nelcompenso determinato conl'applicazione dei parametrinon siano ricomprese le spe-se da rimborsare, «secondoqualsiasi modalità, compre-sa quella concordata in modoforfettario», né tantomenonon vi sono ricompresi onerie contributi dovuti a qualsia-si titolo per lo svolgimentodell'incarico. Sono a caricodel professionista i costi perle prestazioni rese dai suoicollaboratori.

Il compenso così liquidatocomprende l'intero corrispet-tivo dovuto per la prestazioneresa, ivi comprese le attivitàaccessorie alla stessa.

In caso di incarichi colle-giali il compenso, che rimanesempre unico, può essere au-mentato fino al doppio; l'uni-cità del compenso nel caso diincarico conferito a una socie-tà tra professionisti, anche sela prestazione è stata resa dapiù soci.

Per gli incarichi non porta-ti a compimento ovvero perquelli che sono prosecuzionedi incarichi precedentementeaffidati ad altri si dovrà tenerconto dell'opera effettivamen-te svolta.

L'assenza di prova del pre-ventivo di massima costitui-sce elemento di valutazionenegativa da parte del giudice

per la liquidazione del com-penso.

In nessun caso le soglienumeriche indicate, sia comeminimi che come massimi,sono elementi vincolanti perla liquidazione stessa: cioè iparametri costituiscono unmero riferimento per il giu-dice, e quindi possono essereanche disattesi.

Secondo quanto riportatodalla relazione ministeriale,quest'ultima disposizione, siè resa necessaria, per evitareche i parametri assurgesseroal ruolo di tariffa.

Rimangono sul punto delleperplessità, soprattutto allaluce delle prassi che sem-brano ormai prevalere daalcuni anni in alcuni tribu-nali, di liquidare sempre e co-munque i compensi minimi,quando non addirittura sottoi minimi, per gli incarichi diausiliario del giudice (ctu) onelle procedure concorsuali,e ciò indipendentemente dallavoro effettivamente svoltoe dalle singole circostanzeche possono aver interessatolo svolgimento dell'incaricostesso.

Sarà pertanto opportunoche l'accordo sul compenso

sia trasfuso nel mandato pro-fessionale, divenuto oramaisempre più uno strumentoindispensabile per il profes-sionista e per l'organizzazio-ne del proprio lavoro.

Rileggendo con attenzio-ne il 4 comma dell'art. 9, dl1/2012, nella parte che ri-guarda il preventivo di mas-sima, si rileva come l'atten-zione della norma sia postaalla «misura» del compenso, enon al compenso stesso intesoquale puntuale riferimento aun univoca misura di valore:oggetto della pattuizione trail cliente ed il professionistaè quindi la modalità di deter-minazione del compenso, cioèrendere noto al cliente comeverrà determinato il compen-so per la prestazione richie-sta, esplicitando tutte le vocidi costo relative alle singoleprestazioni che si rendononecessarie o, per meglio dire,che si presume si rendano ne-cessarie per l'adempimentodell'incarico conferito.

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Riforma delle professioni Pagina 9

Il confronto avvocati -commercialisti

Causa dal valore di 50 mila curoavanti a una commissione provinciale

Avvocati Valore medio

attività svolta :

fase di studio

fase introduttiva

áse istruttoria

fase decisoria

totale

Dottori commercialisti

attività svolta:

di liquidazione + massimo - minimo

€ 1.200,00 60% € 1.920,00 50% 600

€ 600,00 60% € 960,00 50% 300

€ 1.200,00 150% € 3.000,00 70% 360

€ 1.500,00 60% € 2,400,00 50% 750

€ 4.500,00 € 8 . 280,00 € 2 .010,00

massimo minimo

5% 1%

rappresentanza tributaria € 2.500,00 € 500,00

consulenza tributaria € 2.500,00 € 500,00

€ 5.000,00 € 1.000,00

Riforma delle professioni Pagina 10

Lacune per numerose attività: consulenza del lavoro senza rife

Lacune nei parametri per alcune del-le attività svolte dagli iscritti neglialbi dei dottori commercialisti e degliesperti contabili, per le quali la deter-minazione del compenso con il ricorsoal criterio analogico può non essere deltutto agevole.Tra le 11 attività individuate, mancanoi riferimenti in materia di consulenzadel lavoro, in quanto la professione diconsulente del lavoro è soggetta a dop-pia vigilanza, ed il ministero del Lavoronon si è ancora espresso; non sono statiprevisti parametri specifici per l'appo-sizione del visto di conformità e pertutte le certificazioni tributarie in ge-

nere; mancano riferimenti all'attivitàarbitrale così come mancano riferimen-ti per la determinazione del compensoper tutte quelle attività di consulenzasvolta nell'ambito delle materie pro-prie dell'economia aziendale.Il 2° comma art. 15 dispone che, incaso di svolgimento di attività diverseda quelle elencate, Al compenso è de-terminato in analogia alle disposizionidel presente capo» cioè il capo 111 delregolamento, rendendo impossibile ladeterminazione per analogia con le di-sposizioni del capo H dedicato all'atti-vità degli avvocati, ad esempio per laconsulenza stragiudiziale o per gli arbi-

trati, oppure alle disposizioni del capoIV dedicato all'attività dei notai per icompensi relativi alle cessioni di quotedi società a responsabilità limitata.Più difficile rinvenire nelle altri dispo-sizioni del regolamento i riferimentiper le certificazioni tributarie, a menoche non si inquadri questa prestazionenell'ambito dell'attività di consulenzatributaria, attività prevalente per moltiiscritti, per la quale le indicazioni delregolamento destano qualche per-plessità., confrontando la definizioneriportata all'art. 16 dell'attività di con-sulenza con quanto disposto dall'art.28 in tema di determinazione del com-penso; il valore della pratica, per laliquidazione di incarichi di consulenzatributaria, viene individuato nell'«im-porto complessivo delle imposte, tas-se, contributi, sanzioni interessi chesarebbero dovuti sull'atto impugnatoo in contestazione, oppure dei qualiè richiesto il rimborso»; confinandocosì l'attività di consulenza tributa-ria al solo contenzioso tributario,ed escludendo le altre prestazioni, enon sono poche, che vengono richiestedai clienti nell'ambito delle scelte chequotidianamente si rendono neces-sarie per una corretta gestione dellaloro attività d'impresa.

enti

.usd.o P-P- ,_ ,i più

Riforma delle professioni Pagina 11

Il contenzioso costa meno col commercialistaIl contenzioso costa meno se gestito dalcommercialista rispetto che dall 'avvocato.E questo l'effetto dell 'applicazione dei pa-rametri emanati dal ministero per la deter-minazione dei compensi per le prestazionirese dai professionisti iscritti in albi.Per l'attività giudiziale degli avvocati èprevisto un compenso per ciascuna fase delprocesso (fase di studio, fase introdutti-va, fase istruttoria, fase decisoria e faseesecutiva ), individuando un valore mediodi liquidazione per ciascuna fase e poi per-centuali in aumento o in diminuzione pertener conto, come previsto dall 'art. 4, dellanatura e complessità della controversia,del numero dell 'importanza e della com-plessità delle questioni trattate, del pregiodell'opera prestata , dei risultati del giudi-zio, dei vantaggi anche non patrimonialiconseguiti dal cliente.Per i dottori commercialisti si prevedeper la stessa fattispecie un compenso uni-co da determinarsi in percentuale tra l'ie il 5% sul valore della pratica, che nel-la fattispecie è rappresentata per l'una el'altra categoria dall 'importo complessivodelle imposte, tasse, contributi, sanzioni ed

interessi che sarebbero dovuti sulla basedell 'atto impugnato. Anche per i dottoricommercialisti si dovrà tener conto, comedispone l'art . 17, del valore e della naturadella pratica, dell'importanza, della diffi-coltà e complessità della pratica stessa,di eventuali condizioni di urgenza e deirisultati e vantaggi anche non economiciottenuti dal cliente, oltre che dell'impegnoprofuso in termini di tempo e del pregiodell'opera prestata.Per il secondo grado di giudizio di frontealla commissione regionale nulla cambiaper il compenso dei dottori commercialisti:l'art. 28 precisa che il compenso è determi-nato «per ogni grado di giudizio »; mentreper gli avvocati il valore medio di liqui-dazione è aumentato del 2096, allargandocosì ancora di più il divario per la remune-razione dell'attività svolta dal difensoretributario.Sarà interessante osservare, da ora in poi,quale sarà il comportamento tenuto dallecommissioni tributarie in tema di liquida-zione dei compensi , che in quanto organigiurisdizionali saranno tenuti ad osservareil regolamento emanato.

.usd.o p-P- ,_ ,i più

Riforma delle professioni Pagina 12

Pagina a curaDI ANTONIO CICCIA

ompenso unico e perfasi di giudizio. Que-sta la novità del rego-lamento sui parametri

per la liquidazione giudizialedei compensi agli avvocati (de-creto n. 140 del 20 luglio 2012,pubblicato in G. U. n. 195 del22 agosto 2012). Le prestazio-ni professionali forensi sonodistinte in attività stragiudi-ziale e attività giudiziale. Leattività giudiziali, a loro volta,sono distinte in attività penalee attività civile, amministrati-va e tributaria. Per l'attivitàstragiudiziale il regolamentofissa criteri generali: bisognatenere conto del valore e del-la natura dell'affare, del nu-mero e dell'importanza dellequestioni trattate, del pregiodell'opera prestata, dei ri-sultati e dei vantaggi, anchenon economici, conseguiti dalcliente, dell'eventuale urgen-za della prestazione. Si devetenere conto anche delle orecomplessive unitaria dellequali si fa rinvio al valore dimercato.

Un criterio speciale è col-legato al buon esito: quandol'affare si conclude con unaconciliazione, il compenso èaumentato fino al 40%.

Attività giudiziale. L'at-tività giudiziale è distinta infasi. Le fasi sono cinque: fasedi studio della controversia;fase di introduzione del pro-cedimento; fase istruttoria;fase decisoria; fase esecutiva.Il regolamento enuncia i crite-ri generali e fissa per scaglio-ni di valore della controversiagli indici con possibilità diincrementi e decrementi per-centuali. I principi generalisono: il valore e la natura ecomplessità della controver-sia, il numero e l'importanzae complessità delle questioni

trattate, con valutazione com-plessiva anche a seguito di ri-unione delle cause, l'eventualeurgenza della prestazione. Ilgiudice deve valutare ancheil pregio dell'opera prestata, irisultati del giudizio e i van-taggi, anche non patrimoniali,conseguiti dal cliente.

Compenso unico. Il com-penso è unico e omnicompren-sivo. L'articolo 1, comma 3, delregolamento prescrive che icompensi liquidati compren-dono l'intero corrispettivo perla prestazione professionale,incluse le attività accessoriealla stessa. A specificare la re-gola per gli avvocati, l'artico-lo 11 del regolamento, precisache sono compensinegli importi in-dicati, a titolo diesempio, gli acces-si agli uffici pub-blici, le trasferte,la corrispondenzaanche telefoni-ca o telematica ocollegiale con ilcliente, le attività connesse aoneri amministrativi o fisca-li, le sessioni per rapporti concolleghi, ausiliari, consulenti,magistrati.

Spese vive . L'art. 1, com-ma 2, precisa che nei com-pensi non sono comprese lespese da rimborsare secondoqualsiasi modalità, compresa

quella concordata in modo for-fettario. I costi degli ausiliariincaricati dal professionista

sono ricompresi tra le spesedello stesso.

Non sono compresi neppu-re oneri e contributi dovuti aqualsiasi titolo.

La tabella . La tabella Aprevede una serie di sottota-

belle. La prima è dedicataalla individuazione dei pa-rametri per l'attività giudi-ziale svolta davanti al tribu-nale ordinario e agli organidi giustizia tributaria diprimo grado.

Segue la tabella relativaall'attività prestata davantila Corte di appello, organi digiustizia tributaria di secon-do grado, organi di giustiziaamministrativa e contabiledi primo grado, per la qualesi dispone un aumento del

20% degli importi previsti peril tribunale.

Nella successiva sottotabel-la, dedicata all'attività prestatadavanti a suprema corte di cas-sazione, magistrature superiori,compreso il tribunale di primaistanza dell'unione europea, gliscaglioni sono gli stessi cinquedisposti per il tribunale.

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Parametro liquidazione giudiziale Pagina 13

I compensi per gli avvocati

Attività stragiudizïale Non ci sono distinzioni interne

Attività giudiziale

Penale

Civile

Amministrativa

Tributaria

In giudizio

Fasi dell'attivitàGiudiziale

Studio della controversia

Introduzione del procedimento

Istruttoria

Decisoria

Esecutiva

Aumenti

Difesa di più persone con lastessa posizione processualeo di una parte contro più parti

Class action (articolo 140-bis del decreto legislativo

206/2005)

Procedimento conclusocon una conciliazione

Aumento fino al doppio

Aumento fino al triplo

Aumento fino al 25%

s •

Condotte abusivedi ostacolo alla definizionedei procedimenti in tempi

ragionevoli

A discrezione del giudice

Controversie di lavorodi valore non superiore

a 1.000 euro

Controversieper l'indennizzo

da irragionevole duratadel processo

Prestazioni svolte a favoredi soggetti in gratuito

patrocinio ed equiparate

Responsabilità processualeai sensi dell'articolo 96dei cpc (lite temeraria)

Inammissibilità,improponibilità,improcedibilitàdella domanda

Compenso ridottodi regola fino alla metà

Compenso ridottofino alla metà

Compenso ridotto di regoladella metà anche in materia

penale

Compenso dovuto all'avvocatodel soccombente ridotto,

di regola, del 50%

Compenso dovuto all'avvocatodel soccombente ridotto,

di regola, del 50%

Parametro liquidazione giudiziale Pagina 14

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Prevalgono e, t certa cazL i al posto dei pareri degli entiPagina a cura

Di ANTONio CICCIA

- ncora più semplificazio-ne in edilizia. L'autocer-tificazione la fa da pa-irona, diventano libere

le opere interne e i mutamenti didestinazione d'uso per gli edificinon abitativi. Lo sportello unicodeve liberare da incombenza dipresentazione di certificati e nul-la osta. E la Dia somiglia sempredi più alla Scia.

Il decreto legge 83/2012, con-vertito nella legge 134/2012, pub-blicata sulla Gazzetta Ufficiale n.187 dell'11 agosto 2012 modificaalcune norme del T.u. dell'edili-zia (dpr 38012001) relative alladisciplina dei procedimenti am-ministrativi relativi alla Scia eprevede che, nei casi ordinari,per iniziare i lavori sarà suffi-ciente accompagnare i due titoliabilitativi con autocertificazionio certificazioni di tecnici abilitati,anziché con i pareri tecnici e glialtri atti preliminari.

Il comma 1 dell'articolo 13 deldecreto 83/2012 semplifica ulte-riormente le modalità di presen-tazione della Scia. Prevalgonol'autocertificazione e le attesta-zioni e le asseverazioni di tecnici:sono sostitutivi dei pareri deglienti o organi preposti e delle veri-fiche previsti non solo dalla nor-mativa di rango legislativo, maanche di rango regolamentare,salve le verifiche successive degliorgani o amministrazioni compe-tenti. A livello regionale e locale,continuano a essere in vigore pas-saggi procedimentali previsti daatti regolamentari, formalmentenon intaccati dall'articolo 19 del-la legge 241/1990 (dedicato allaScia), che, nella versione ante dl8312012, dichiarava la possibilitàdi sostituire pareri e nulla ostaprevisti dalla «legge», lasciandoin piedi quelli previsti da regola-menti. Dell'allargamento dell'au-tocertificazione beneficerannonon solo i procedimenti edilizi,ma anche l'attività imprendito-riale, commerciale e artigianale.

Per completezza va ricordatoche non possono essere sostituitidalla Scia e, rimangono, pertanto,soggetti a pareri e verifiche pre-ventive tutti gli interventi cheinterferiscono con vincoli am-bientali, paesaggistici, culturali,di pubblica sicurezza, difesa na-zionale, costruzioni in zone sismi-che, normativa comunitaria e glialtri elencati nel primo periododel comma 1 dell'articolo 19 dellalegge 241/1990.

La Scia consente di iniziarel'attività immediatamente esenza necessità di attendere lascadenza di alcun termine; men-tre per la Dia bisogna attendereim termine iniziale, entro il qualel'amministrazione può bloccarel'avvio dell'attività.

Già con circolare del 16 set-tembre 2010 il ministero per lasemplificazione normativa hachiarito che la Scia non si ap-plica solo all'avvio dell'attivitàdi impresa, ma sostituisce an-che la Dia in edilizia, eccetto laDia alternativa al permesso dicostruire (cosiddetta superbia)e nei casi in cui le leggi regionaliabbiano previsto l'utilizzo dellaDia per ulteriori tipi di interven-to rispetto a quelle previste dalTu. dell'edilizia. La Scia consentedi avviare i lavori il giorno stessodella sua presentazione, mentrecon la Dia occorre attendere 30giorni. L'articolo 5 del decretolegge n. 7012011 ha precisato chela Scia deve essere corredata del-le dichiarazioni, attestazioni e as-severazioni dei relativi elaboratitecnici a cura del professionistaabilitato. Per il settore ediliziosono stati esclusi dalla Scia icasi relativi alla normativa anti-sismica e quelli in cui sussistanovincoli ambientali, paesaggisticio culturali. L'articolo 6 del decre-to legge n. 138/2011 ha previstoche la Scia venga corredata dalleattestazioni e asseverazioni deitecnici abilitati non più in via ge-nerale, ma solo se previsto dallenorme di settore.

Il decreto 83/2012 estende allaDia le semplificazioni procedi-mentali prevista per la Scia, inrelazione alla possibilità di sosti-tuire atti o pareri di enti o organi

con autocertificazioni ocertificazioni di tecniciabilitati.

Anche per la Dia,analogamente alla Scia,le autocertificazioni,attestazioni, assevera-zioni o certificazioni ditecnici abilitati sostitu-iscono gli atti o pareri diorgani o enti appositi ole verifiche preventive,salve le verifiche suc-cessive degli organi edelle amministrazionicompetenti.

Conseguentementei pareri preliminari di stampotecnico saranno sostituiti daattestazioni e asseverazioni diprofessionisti abilitati, andan-dosi ad ampliare il sistema delleautocertificazioni sostitutive delcontrollo pubblico preventivo.Il controllo preventivo rimanesempre obbligatorio nel caso divincoli ambientali, paesaggisti-ci, pubblica sicurezza e negli altricasi previsti nello stesso comma1-bis dell'articolo 23 del Testounico per l'edilizia. Le certifica-zioni devono essere prodotte datecnici abilitati e attestare lasussistenza dei requisiti previ-sti dalla legge, dagli strumentiurbanistici approvati o adottatie dai regolamenti edilizi. Essedevono essere prodotte a corredodella documentazione richiestanel momento della presentazionedella Dia. Con il dl 83/2012 Dia eScia si somigliano sempre di più,anche per le modalità di presen-tazione. Innanzi tutto è previstal'emanazione di un regolamentoper la presentazione della Diacon strumenti telematici. Finoall'emanazione del regolamento,la Dia, corredata dalle dichia-razioni e asseverazioni nonché

dai relativi elaborati tecnici,può essere presentata medianteposta raccomandata con avvisodi ricevimento, a eccezione deiprocedimenti per cui è previstol'utilizzo esclusivo della modalitàtelematica e, in tal caso, essa siconsidera presentata al momentodella ricezione da parte dell'am-ministrazione. Altri ritocchi ap-portati dal dl 83/2012 riguardanoil caso in cui l'immobile oggettodell'intervento sia sottoposto aun vincolo la cui tutela compete,anche in via di delega, alla stes-sa amministrazione comunale: iltermine di 30 giorni per l'effetti-vo inizio dei lavori decorre dal ri-lascio del relativo atto di assenso.Se tale atto non sia favorevole, ladenuncia è priva di effetti. Qua-lora l'immobile sia, invece, sotto-posto a un vincolo la cui tutelanon compete all'amministrazionecomunale, se il parere favorevoledel soggetto preposto alla tutelanon sia allegato alla denuncia,l'ufficio comunale deve convo-care una conferenza di servizie il termine di 30 giorni decorredall'esito della conferenza. Lenuove disposizioni si applicanoentro il 12 febbraio 2013.

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Edilizia Pagina 15

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Avvio lavori contestuale alla presentazione occorre attendere 30 giorni

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Edilizia Pagina 16

Ingegnerii p iù

®richiesti

Per lavorare nel settorecultura non ci si può im-provvisare. Anzi, secondoUnioncamere, la doman-da di lavoro è fortementeorientata verso figure di altoprofilo, meglio se laureate.Il settore, infatti, chiede ecerca professionisti specia-lizzati e preparati tanto chein quasi l'80% delle impre-se della cultura il titolo èdeterminante al momentodell'assunzione e la richiestadi laureati arriva a sfiorareil 40% del totale delle assun-zioni non stagionali previsteper quest'anno. Anche tra iprofili low-skill di questeprofessioni, la richiesta disoggetti diplomati e qualifi-cati è nettamente superiorealla media di tutti gli altrisettori (48% contro 40% del-le assunzioni di professioninon culturali) a testimo-nianza del fatto che, seppur«etichettate» low-skill, que-ste figure sono in grado diesprimere professionalitàuniche. Ma quali sono i ti-toli di studio più gettonati equindi più spendibili? Anchequi l'indagine arriva a sfa-tare un altro mito: per lavo-rare nella cultura, è megliouna laurea in ingegneriapiuttosto che una in lettere.Tra i primi cinque indirizzi

di laurea richiesti dalle im-prese del settore produttivoculturale, ben tre sono le-gati all'ingegneria, a cui siaffiancano quello scientifico-matematico assieme a quel-lo economico. Basti pensareche il solo indirizzo ingegne-ria elettronica-informazioneassorbe poco più di un terzodel totale assunzioni di lau-reati previste. Seguono poigli indirizzi scientifico-ma-tematico assieme a quelloeconomico. La tecnologia siritrova anche tra le specia-lizzazioni di diploma più ri-chiesti, con l'indirizzo infor-matico al secondo posto traquelli più domandati, dopoquello amministrativo ocommerciale invece ai primiposti per la sua trasversalitàdi impiego. Seguono gli in-dirizzi meccanico, turistico-alberghiero e artistico. Mase il titolo è determinantel'esperienza sul campo lo èancora di più. I giovani ap-pena usciti dagli studi sonoritenuti adatti nel 45-46%delle assunzioni non stagio-nali programmate nel 2012.Per le specifiche professioniculturali, l'indagine rilevauna valutazione di idoneitàdei giovani neo-laureati oneo-diplomati addiritturapiù bassa (il 35,1%) rispettoalla media generale.

Mercato del lavoro Pagina 17

Atenei, lo Stato taglia: pagano gli studentiIL QUADRO DELL'UNIVERSITÀITALIANA RIFLETTE QUELLODEL PAESE. POCHI SOLDIEPOCHE PROSPETTIVEDI CRESCITA: SI PREVEDEUNA DECURTAZIONEDI UN MILIARDONEGLI STANZIAMENTIA COMPENSARE SARANNOLE FAMIGLIE

Walter Galbiad

MilanoMeno fondi dallo Stato e più tas-se per gli studenti, tranne per chieccelle. A chi poi, dopo aver stu-diato e pagato, non trova lavoro,resta la fuga all'estero. Il quadrodell'università italiana riflettequello del Paese. Pochi soldi epoche prospettive di crescitacon all'orizzonte tagli alla spesa,che non fanno pensare ad altroche alla fine a pagare la propriaistruzione dovranno esseresempre più gli studenti e le lorofamiglie. A tracciare un graficodei fondi destinati all'universitàha provato la Federazione Lavo-ratori della Conoscenza dellaCgil. Il principale finanziatoredel sistema è lo Stato attraversol'Ffo, il Fondo di FinanziamentoOrdinario (Ffo): il suo valore nel2008 era di 7,4 miliardi di euro ene12013 siridurràa6,45_miliardi.Il taglio è di quasi un miliardo dieuro e la cifra sembra approssi-mata per difetto, perché neltriennio tra il 2008 e il 2010 i fon-di stanziati sono sempre stati in-feriori a quelli preventivati. Perdi più dalFondo spariranno Ieri-sorse aggiuntive con vincoli didestinazione che negli anni pre-si in considerazione sono statesuperiori a due miliardi di euro.Nel 2013 il taglio rispetto al 2008

sarà del 12,95%.A queste somme, vanno poi

aggiunti itagli imposti dallarevi-síonedellaspesapubblicaallari-cerca che hanno suscitato la po-lemica degli enti, come il Cnr(Centro nazionale perlaricerca),posti sotto la vigilanza del Mini-stero dell'Istruzione, dell'Uni-versità e della Ricerca (Miur). Ilministro Francesco Profumo haprovato a minimizzare: «I tagliagli enti? Stiamo parlando per il2012 diunacifraintornó ai30 mi-lioni, e 50 l'anno prossimo», mala preoccupazione del mondoaccademico e della ricerca restaalta. <11 taglio mi sembra tollera-bile-ha aggiunto il ministro -visto che il totale dei fondi am-ministrati dal ministero perlari-cercaè di 1,7miliardi». L'ideaè direcuperare fondi attraverso icontributi dell'Unione europea.L'Italiaversa 15 miliardi al bilan-cio Ue e ne ricava dieci. Perla so-la ricerca vengono sprecati ognianno 500 milioni. Secondo il cal-colo del ministro, per ogni euroconferito all'Europa le nostreaziende e istituzioni riportano60 centesimi di contributi. Gliin-glesi ne ricavano un euro e 40centesimi, gli olandesi 1,3, i bel-gi altrettanto, gli austriaci 1,4. Sipuò e si deve fare meglio.

Ma se per la ricerca l'aiuto eu-ropeo potrebbe essere a portatadi mano, le cose vanno ben di-versamente per le università. Acompensare le risorse "tagliate"potrebbero essere chiamati glistudenti. Nei piani, toccherebbesolo "ai meno bravi" pagare lacrisi. A guardare bene tuttavial'aumento delle tasse incombesu tutta la popolazione degli ate-nei. Gli istitutihanno la facoltà diaumentare le tasse universitarie

dei fuori corso sino a raddop-piarle per le fasce di reddito piùalte. Secondo un emendamentodei relatori al decreto per laspendingreview, l'aumento po-tràarrivare fino a1100%peri red-diti oltre 150mila euro. Sarà del25%fino a90milaeurolordil'an-no e del 50% fino a 150 mila. L'a-dozione avverrà «sulla base deiprincipi di equità, progressivitàe ridistribuzione e tenendo con-to degli anni di ritardo. rispettoalla durata normale dei corsi distudio, del reddito familiare, delnumero degli studenti apparte-nenti al nucleo familiare iscrittiall'università e della specificacondizione degli studenti lavo-ratori». Di fatto colpisce gli stu-denti che fanno più fatica, a vol-te anche per motivi di lavoro, aseguire gli studi. E il timore è cheil rincaro delle tasse si possaestendere anche agli studenti"piùvirtuosi". Attualmente ogniateneo può ottenere dalle tassedegli iscritti il 20% di quello chericeve. ogni anno dall'Ffo. Ma ilFondo è ìncontinuo calo eleuni-versità hanno finito per violarequella regola.

Per ovviare a questo inconve-niente, il tetto del 20% verrà cal-colato non più solo sulla basedell'Ffo, ma a partire da quantocomplessivamente lo Stato tra-sferisce alle singole università: siallarga così labase di calcolo, in-cludendovoci chenonricadeva-no sotto lo stesso fondo. Per dipiù il conteggio del contributostudentesco ai bilanci sarà limi-tato a quello che versano gli stu-denti incorso e nonverranno piùconteggiate le tasse versate dai"ritardatari" che, oltre a pagaredi più, sono ben il 40% degliiscritti. In questo modo si apre

anche la via al rincaro delle tasse.pertuttíe il governo Monti hagiàsancito che per i primi tre anni, apartire dall'anno accademico2013-2014, gli aumenti per glistudenti in corso che hanno unreddito familiare (Isee) inferioreai 40 mila euro lordi l'anno, nonpotranno superare il tasso di in-flazione. .

Resta la speranza, dopo averpagato e studiato, di trovare la-voro, se non in Italia almeno al-l'estero. La speranza perché loscenario non è dei più rassicu-ranti. Nell'Eurozona, a luglio iltasso di disoccupazione s i è atte-stato all' 11,3%0: i senzalavoro so-no 18 milioni, record assolutodal 1995, l'anno dell'avvio dellerilevazioni, mentre nell'Unioneeuropea sono oltre i 25 milioni(10,4%). Va meglio in Germania,Austria, Olandae Lussemburgo,va peggio in Grecia e in Spagna.Da qui un'ampia mobilità tra iPaesi dell'Unione, come rilevauna ricerca del centro studi delForum nazionale dei giovani incollaborazione con il Cnel. Sonooltre 10 mila i professionisti ita-liani (soprattutto medici, inse-gnanti, avvocati e architetti) chetrait 1997 e il 2010 si sono trasfe-riti stabilmente in altri paesi eu-ropei. Circa 4milapersonevivo-no in Gran Bretagna, 1500 han-no varcato ilconfine con la Sviz-zera e poco più di mille hannoscelto la Germania. Ma se qual-cuno va, c'è anche chi arriva. Ilsaldo - dice la ricerca- è posi-tivo, ma chi arriva nel nostroPaese ha una qualifica mediobassa.Sono perlopiùprofessió-nisti rumeni (5125), spagnoli(1306) etedeschi (1030), inmag-gioranza infermieri.

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Università Pagina 18

[ LA LEGGE IE in rasile metà delle matricole dovranno essere neri , idios, meticci

In Brasile le quote razziali nelle universitàsono diventate legge. Con la firma delpresidente Dilma Rousseff, è entrata invigore la normativa che riserva il 50% deiposti negli atenei federali a studentiprovenienti dalle scuole pubbliche, dandopriorità a neri , meticci e indios. Tra ibeneficiari , anche i figli di.famiglie cheguadagnano meno di 450 dollari al mese.«La legge risponde a una duplice sfida:democratizzare l'accesso alle università emantenere un altodivello di istruzione'> ha

Nell'Eurozona , a luglio iltasso di disoccupazione si

è attestato all'11,3%: isenza lavoro sono 18

milioni, record assolutodal 1995

sottolineato Rousseff , promulgando iltesto approvato all'inizio del mese dalSenato brasiliano , dopo 13 annidi dibattiti.Dei 59 atenei federali , 32 già vantano unsistema di quote razziali : la prima aintrodurlo fu nel 2001 l'Università stataledi Rio de Janeiro . Più della metà dei 191milioni di brasiliani è nero o meticcio magliultimi dati indicano che solo il 2 ,2% degliafro-brasiliani ha accesso alle università.

(r:rap.)

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GLI STIPENDI DEI LAUREATINetto mensile in euro a tre anni per gruppo disciplinare

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:1.441 ;

1.407

1.381

1,342

1.260

1.227faoteAlmalaulea -

Università Pagina 19