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Centro Studi C.N.I. - 14 aprile 2014

Centro Studi C.N.I. - 14 aprile 2014 · Italia Oggi Sette 14/04/14 P. VII Ok agli onorari ridotti Angelo Costa 18 Repubblica Affari Finanza 14/04/14 P. 27 Notai in prima linea contro

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Centro Studi C.N.I. - 14 aprile 2014

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 14 aprile 2014

Pagina I

AUTHORITY

Servono davvero diciannove Authority?Repubblica Affari Finanza 14/04/14 P. 1 Eugenio Occorsio 1

DIRETTIVA UE APPALTI

Gare, affidamento su nuove vieItalia Oggi Sette 14/04/14 P. 17 Andrea Mascolini 6

Ruolo rafforzato per le centrali di committenzaItalia Oggi Sette 14/04/14 P. 17 8

PROFESSIONISTI

L'Ue scopre i professionistiItalia Oggi Sette 14/04/14 P. 1 Marino Longoni 10

Professionisti, i finanziamenti non saranno più un tabùItalia Oggi Sette 14/04/14 P. 4 Roberto Lenzi 11

IMMOBILI PROFESSIONISTI

Rischio disparità sugli immobili dei professionistiSole 24 Ore 14/04/14 P. 21 Gianfranco Ferranti 13

EURO

La tentazione (folle) di uscire dall'Euro senza dimenticare i meriti dell'ItaliettaCorriere Della Sera 14/04/14 P. 32 Elido Fazi 14

MERCATO DEL LAVORO

Ingegneri per CapgeminiItalia Oggi Sette 14/04/14 P. 44 Laura Rota 15

ANTIRICICLAGGIO

Sos, professionisti nella mediaItalia Oggi Sette 14/04/14 P. 14 Christina Feriozzi 16

NOTAI

Ok agli onorari ridottiItalia Oggi Sette 14/04/14 P. VII Angelo Costa 18

Notai in prima linea contro i riciclatoci di denaroRepubblica Affari Finanza 14/04/14 P. 27 19

Riforme. Antiriciclaggio: i notai alzano la guardiaCorriere Della Sera -Corriereconomia

14/04/14 P. 21 Isidoro Trovato 20

PSICOLOGI

Sanità: serve lo psicologo di baseCorriere Della Sera -Corriereconomia

14/04/14 P. 21 21

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Servono davvero diciannove AutIlofity-9.Eugenio Occorsio

C ) è chi la spending review se la stagià facendo in casa. L'Antitrust

aveva otto macchine di servizio nel 2011(unaBmwserie 5, quattro RenaultMega-ne, una Citroen C5, due Passat) e oggi si èridotta a una Delta, perdipiù in via di so-stituzione con un'OpelAstra, una Pandae due Punto. E le spese di funzionamen-to sono scese da57 a52 milioni.Anche l'I-vass (assicurazioni) frai12012 e i12013 haautoridotto il suo budget del2,5% da55,6a 54,3 milioni. L'authority per l'energia,malgrado le sia stata aggiunto il control-lo sull'acqua, hatagliato del 10% le spesenell'ultimo anno. Altre vedono ridursi ilbilancio loro malgrado: perfino l'Anti-

corruzione èscesa da 4,6 a

+' 4,2 milioni in12 mesi. In-somma, no-nostante Cot-

"Nei trasporti tarelli non ab-bia nominato

e ebisogno esplicitamen-te

ch uno sceriffo" quella edaa ta-gliare

pagina 3gliare (comehafatto con al-tri enti pubbli-ci tipo Cnel o

Enit), l'ombra della spending reviewaleggia minacciosa sulle authority, l'ete-rogeneo insieme di corpi amministrativiindipendenti che regola, vigila, garanti-sce una serie di diritti e funzioni chiavenella vita dal Paese sottraendoli al con-trollo diretto dellapolitica.Iltutto perga-rantire imparzialitàetuteladelcittadino.Ma quante sono le authority? E quali so-no realmente funzionali edefficienti?«Cisono 19 authority, più dei ministeri, in-terverremo», ha tuonato il premier Ren-zi presentando il Def. Ma di più non haaggiunto. È vero che sono tante, proba-bilmente troppe, ma per la verità non èfacile arrivare a 19 facendo un censimen-to ragionato delle authority. Proviamo avedere categoria per categoria.

segue alle pagine 2 e 3

Authority Pagina 1

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Authorïty, una giungla da 1 miliardoDaII'Agid all'Avcp, ecco dove tagliare

IL PREMIER HAANNUNCIAT0CHE SFOLTIRA QUESTODEDALO DI ISTITUZIONI, MAMOLTE SONO EFFICIENTI EANZI DI RILEVANZA CRUCIALEPER IL F UNZIONAMENTODELL'ECONOMIA IN TEMPI DILIBERALIZZAZIONI INQUANTO ORGANISMIDECISIONALI INDIPENDENTI

Eugenio Occorsio

seguedalla primaNel grafico a fianco c'è la di-

stinzione perfunzione delleauthority. Iltotale deibudgetsupe-railmiliardo, ma è unasomma teo-rica perché diverse authoritysi au-tofinanziano, altre contribuisconoall'erario con le multe, altre sono inattivo. Molte sono indispensabili:Bankitalia, Consob, Privacy, Anti-trust e altre. «Affrontiamo le sfidedella società digitale con un ufficiodi ridotte dimensioni come perso-nale, che deve avere alti requisiti dicompetenza, nonché carente di ri-sorse economiche», accusa Anto-nello Soro, Garante della privacy.«Abbiamo un obbligo imposto daitrattati europei». In effetti con 130dipendenti e un budget di 21 milio-ni, il rendiconto 2013 è corposo:411 accertamenti con il supportodella Guardia diFinanzapresso callcenter, banche dati, centrali di tele-marketing, multe riscosse per 4 mi-lioni, 850 procedimenti avviati (afronte dai578 de12012), 71 segnala-zioni ai magistrati per violazionipenali. Il Garante della privacy siautofinanzia solo inparte: delbud-get, 8,5 milioni arriva dallo Stato e12 milioni dalfondo di perequazio-ne fra le authority, in base al qualele più ricche aiutano le più povere.

Grazie allo stesso meccanismodi solidarietà si finanzia l'Autoritàdi garanzia sugli scioperi, ma quicominciano i dubbi: «Non vedoperché le sue funzioni non debba-no essere svolte dal ministero delLavoro», sostiene Carlo Scarpa,economista dell'Università di Bre-scia. Il ministero, peraltro, ha di-mezzato da 2 a 1 milione il suo con-tributo. Roberto Alesse, che del-l'authority, una trentina di dipen-denti, è il presidente, rivendica:«Solo nel 2013 ci siamo pronuncia-ti sulla legittimità di 2300 procla-mazioni di sciopero e di questi nesono stati effettuati 1340. La leggeche noi applichiamo, la 146 del

1990, sul diritto di sciopero nei ser-vizipubblici, haprodotto effettipo-sitivi sul piano della civilizzazionedel conflitto collettivo di lavoro».Ancora più nebulosi i meriti diun'altra authority, quella per l'In-fanzia e l'adolescenza. Ferma re-stando la gravità dei problemi,sembra una sovrapposizione in-tanto con i lavori della magistratu-ra, e poi delle tante associazioniprivate che si occupano delproble-ma. La presiede da due anni Vin-cenzo Spadafora, classe 1974, giàpresidente della società Terme diAgnano, docente di Scienze dellaComunicazione a Roma, infineperfino presidente dell'Unicef.

Anche l'Agenzia delle Entrate haritenuto di dover creare una suaauthority, "Diritti del contribuen-te". Ma altro non è che una serie diuffici regionali che raccolgono re-clami, e in tanti sostengono che sa-rebbe bene -perri sparm iare tutte lespese di struttura - che rientrasseronell'Agenzia stessa, che disponeovviamente di altrettanti sportellilocali. In un momento di transizio-ne si trova la Civit, "commissioneper l'integrità amministrativa":creata nel 2009 dall'allora ministrodella Funzione Pubblica, RenatoBrunetta, apertamente per dichia-rare guerra ai "fannulloni" dei mi-nisteri ma poi rimasta sempre nelvago quanto a funzioni (salvo ela-borare discutibili indici di "perfor-mance e qualità"), si sta ora trasfor-mando inun'authorityseria, l'Anacsull'Anticorruzione, con 4,5 milio-ni dibudget, allaqualeRenzi ha no-minato Raffaele Cantone, il giudi-ce-eroe che fa la guerra ai Casalesi esta affrontando ilnonmeno tortuo-

so percorso delle approvazioni daparte dei diversi organi del caso.

E che dire dell'Agid (Agenzia perl'Italia digitale)? Ha una storia lun-ga, deriva dal Cnipa, poi diventatoAipa, poi DigitPa, tutti organismi dipromozione e controllo perl'auto-mazione della pubblica ammini-strazione, per la posta elettronicacertificata, perildi,-i taldivide.Infi-ne da un paio d'anni ha assuntol'attuale denominazione, ma vistala sua identità quanto meno indefi-nita, molti ne raccomandano laconfluenza nell'AgCom oppure,visto che a differenza delle altre hacompiti di promozione industria-le, semplicemente il reingresso nelministero dello Svi-luppo.

La stessa AgComregolamenta l'uni-verso della comuni-cazione, dai cellula-ri alle televisioni. Eha un senso precisoquale authority per-ché regolamenta unsettore anticamentedominato da alcunimonopoli, «in cuinon so perché glioperatori sono mol-to litigiosi», com-menta il presidenteAngelo Cardani.«Per di più dobbia-mo fronteggiare uncontinuo amplia-mento del perime-tro delle attività daparte delle imprese tecnologichegrazie all'espansione dei servizi Ip,e poi le continue rivoluzioni deiva-ri comparti». Le risorse per affron-tare questi complessi compiti co-munque non mancano: ilpersona-le è di 368 unità (la pianta organicasarebbe di 419) e, così come le altredue autorità di regolazione (ener-gia e trasporti), l'AgConi incassa uncontributo dagli operatori regolati,pariin questo caso peri12014 all' 1,4per mille dei ricavi. Il bilancio perquest'anno prevede entrate com-plessive per 76,2 milioni e stimaspese per 83,8 milioni. Il pareggio èassicurato dagli avanzi precedenti.

Anche la Banca d'Italia , ora cheha perso le funzioni di istituto diemissione, viene assimilata adun'authoritydi controllo in materiabancaria, ed è strettamente incar-dinata alle assicurazioni vigilate

dall'Ivass, nata due anni fa sulle ce-neri dell'Isvap con caratteristichedi totale indipendenza dalle com-pagnie a differenza del predecesso-re. Il presidente dell'Ivass, 350 di-pendenti, è lo stesso direttore gene-rale di Bankitalia, Salvatore Rossi,che spiega: «Il nostro modello èquello francese, e rimarca leprofonde assonanze fra banche eassicurazioni. Noivigiliamo sui cri-teri di formazione delle tariffe, sullasolidità patrimoniale delle compa-gnie, sui rapporti con la clientela».Rimangono fuori gli accordi di car-tello che spettano all'antitrust. «Ri-tengo soddisfacente il grado di soli-dità conseguito dal settore. E quan-to al rapporto con i clienti, io mi so-no finto spesso un cittadino dan-neggiato, ho telefonato al nostrocall centere ho sempre avuto un ot-timo risultato dalle mie proteste»,racconta Rossi.

Autorità "cugina" è quella sulfondi pensione, la Covip: vigila daquest'anno, con 78 dipendenti e i lmilioni di budget non più solo sui1.491 fondi esistenti (con 6,2 milio-ni di iscritti) ma anche sulle casseprevidenziali in coordinamentocon il ministero del Lavoro. Ci sonospinte perché le sue funzioni ven-gano assorbite dalla stessa Ivass,

Authority Pagina 2

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ma il presidente Rino Tarelli, un exsindacalista della Cisl, tiene duro esostiene la «finalità sociale del set-tore, sancita daiprincipicostituzio-nali e non accomunabile a quellapropria dei mercati finanziari». Fi-nalità meno sociali ha l'Avcp, chevigila sui contratti pubblici. Ha unastoria controversa: creata all'indo-mani diTangentopoliper domare ilmale della corruzione nelle gare,presieduta da Sergio Santoro, giu-dice amministrativista e presidentedi sezione del Consiglio di Stato,pur avendo nei soli ultimi tre annipresentato 20 denunce alla Procurae 47 alla Corte dei Conti, non sem-bra aver centrato il suo obiettivo.Al-meno di questo è convinto il mini-stro delle Infrastrutture, MaurizioLupi, che ne ha chiesto avivavoce lachiusura senza però dare garanzieche la vigilanza migliorerebbe.

Ci sono authorityche non grava-no sui bilanci pubblici. «Noigaran-tiamo - spiega Guido Bortoni, pre-sidente dell'Autorità per l'energiaelettrica, il gas ed il sistema idrico -che gli investimenti e la gestionedelle infrastrutture vadano davve-ro a beneficio del consumatore.Creiamo benchinark, obiettivi mi-nimi, criteri di salvaguardia dellearee svantaggiate e formazionedelle tariffe». Su45 miliardi difattu-rato delle aziende del settore, metàè influenzato dalle decisioni del-l'authority, il che basta a spiegarel'importanza dell'indipendenzadalla politica. Come l'AgCom e laneocostituita Autorità dei traspor-ti, si finanzia con i contributi dalleimprese vigilate: quest'anno hachiuso in pareggio un bilancio di100 milioni tondi grazie agli avanzidi 20 milioni precedenti.

C'è infine la regina di tutte leauthority, l'Antitrust. «I1 nostropresidio è essenziale perla compe-titività del Paese - afferma il presi-dente Giovanni Pitruzzella - e il be-nessere dei consumatori. Garanti-re la concorrenza dagli abusi e dal-le intese illecite aumenta la vitalitàdell'economia e dà spazio a nuoveenergie». Un'attività che è in rilan-cio: fra gennaio e marzo di que-st'anno le multe perviolazioni allenorme di concorrenza hanno giàsuperato con 184,5 milioni tuttequelle comminate l'anno scorso(112,8 milioni). E quelle perla tute-la dei consu matori sono state pari a5,4 milioni contro 7,6 dell'intero2013. Le multe peraltro vanno allafiscalità generale: l'Antitrust, cheha 250 dipendenti e 60 milioni dibudget, sifinanziainvece conicon-tributi dello 0,06 per mille (era lo0,08 fino all'anno scorso) delfattu-rato delle società con ricavi supe-riori a 50 milioni. F, anch'essaun'authority "ricca" che deve fi-nanziarie quelle "povere". Tutte,finché restano così tante.

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Matteo Renzi (a destra ), e le principali authority: perarrivare al numero di 19 indicato dal premier (chenon ha specificato a quali si riferisse) occorreaggiungere le tre authority cessate o mai costituite:fondazioni bancarie , autostrade e terzo settore

Qui sopraGiovanni

Pitruzzelladell'Antitrust

(1); AntonelloSoro dellaPrivacy (2);Salvatore

Rossidell'Ivass

(3); AngeloCardani

dell'AgCom (4)

LE PRINCIPALI AUTHORITY I ITALIA

Garante comunicazioni

, p,°_(i Autortà EnergiaAEG 3 Gas e Acqua

Autorità di Regolazionedei T, asporti

2000

1

1996

1974

1982

1893

1997

1995

2013

Ai..iID Agenzia, per Pitalia digitale 199

ANTITRUST Claran.te concoinenzae mercato

AMI Cábli7ï[JZIßPlp. 2012

:t: I.V.IT Integrità amministrazioni 2009

Garante per l'infanzia e l'adolescenza 2011

Gasante dei contribuenteper il fisco e la burocrazia

Commissione di Garanzia Sciopero

Controllocontratti pubblici

Vigilanzasui tondi pensione

Commissione nazionaleper le società e la Borsa

Vigilanzaassicurazioni

BANCA D'I'FALlA

39a

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LA LOTTA Al " CARTELLI"Multe per operazioni anti concorrenziali,in miliardi di dollari3

DIPARTIMENTODI GIUSTIZIA USA

COMMISSIONE EUROPEA

2

1

® ----------

fante The Economist

1990- 1995- 2000- 2005- 2010-'94 099 e04 009 '13

Nel grafico i dati sullaCommissione Ue, più

tenace degli Usa nellalotta agli abusi

I: _ i i

L'Europa anti-cartelli è più e fficace dell'America

Come si vede dal grafico , la Commissione europea è diventata moltopiù aggressiva che non il Department of Justice americano nelperseguire i casi di cartello e quindi di violazione delle normeantitrust . Eppure il caso più clamoroso degli ultimi tempi è emersoin America . Ë successo che ben ventisei aziende , la maggior partedelle quali giapponesi , sono state coinvolte in un clamoroso caso diprice-fixing per componenti e parti di ricambio per auto. Con unatrama da film d'azione , gli emissari delle case si trovavano inanonime salette degli aeroporti , usavano nomi in codice , si davanoappuntamento in remote località , per stipulare accordi permarmitte , radiatori o cinture di sicurezza . Risultato , finora, 2 miliardidi dollari in multe . Mala Commissione europea non è da meno: il 19marzo scorso ha scoperto un analogo movimento riguardantel'Europa , e ha appioppato sanzioni per 953 milioni di euro. Alle cifredel grafico vanno aggiunte le multe comminate , per l'Europa, dallesingole autorità nazionali: l'Antitrust italiana per esempio ha giàriscosso quasi 200 milioni nel primo trimestre , e quella tedescanello stesso periodo ha sanzionato un gruppo di distillerie di birra per106 milioni e un altro di distributori di zucchero per 280 milioni dieuro . Per l'America , invece , dove questa procedura è più diffusa,occorre considerare i casi di accordo extragiudiziale : fra il 1990 e il2008 è stato calcolato che per questi settlement sono stati pagati33 miliardi di dollari , quattro volte in più delle multe ufficiali.

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La diret,t,lTa 24/2014 irit,r•odnce procednra competitiva con negozi aZione e parteraariat,o

Gare, affidamento su nuove vieprincipio quello dellamaggiore flessibutta

Pagina a curaDI ANDREA MASCOLINI

aggiore flessibilitàdelle procedure digara; partenariatoper l'innovazione

e procedura competitiva connegoziazione di nuovi stru-

menti a disposizione dellestazioni appaltanti; codificatii casi di affidamento di nuo-vi contratti per i quali non ènecessaria una nuova gara.Su questi punti la direttiva24/2014, sulla Gazzetta Uf-ficiale dell'Unione europeadel 28 marzo 2014 (si veda-no anche Italia oggi Sette del7/4/2014 e del 31/3/2014 perulteriori approfondimenti) in-cide con previsioni innovativerispetto al codice dei contrattipubblici, per le quali il legi-slatore italiano dovrà decide-re come recepire.

Le nuove procedure:procedura competitivaper l 'innovazione e par-tenariato per l 'innovazio-ne. La direttiva, affermatala necessità di una maggioreflessibilità delle procedure,introduce due nuove moda-lità di affidamento: la proce-dura competitiva con nego-ziazione e il partenariato perl'innovazione. La proceduracompetitiva con negoziazione(art. 29) viene prevista, concaratteristiche che sono unmix fra procedura negoziata

(rafforzamento delle centraci di cornmitteriza

Possibilità di affidamento a terzi di attivitàausiliarie eli cornmitter3za

Discipliria dei conflitti di interesse per evitaredistorsioni desia concorrenza m gara

Disciplina del si_ihappalto con previsiorìe deisubappalto «a cascata > una l'Italia potràmantenere il divieto)

Maggiore flessibilità nelle procedure di gara

introdotti ex novo il partenariato per l'in-novaziorre e la procedura competitiva corinegoziazione

Codificati i casi di affidamento di nuovicontratti peri quali non e necessaria unanuova gara

e dialogo competitivo (ma sidifferenzia da quest'ultimoperché l'oggetto è più defi-nito), come strumento con ilquale, dopo la presentazionedi una offerta iniziale da partedei concorrenti, si procede conofferte successive alla precisa-zione dei termini della primaofferta e anche alla riduzionedel numero dei soggetti con iquali negoziare (se previstonel bando), fino a quando lastazione appaltante non ri-tiene opportuno chiudere lanegoziazione. Ciò fatto, si de-

finisce un termine finale permodifiche o nuova offerta e siaggiudica secondo il criterioprevisto nel bando. Il par-tenariato per l'innovazione(art. 31) ha la stessa caratte-ristica della prima procedura(e anche del dialogo competi-tivo già introdotto nel 2004 equasi mai utilizzato in Italia)con la sensibile differenza chein questo caso l'unico scopo diquesta procedura è lo svilup-po di prodotti innovativi e non,direttamente, l'acquisizionedi tali prodotti. L'obiettivo è

Direttiva Ue appalti Pagina 6

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sviluppare e mettere a pun-to prodotti, servizi e lavoriinnovativi da acquistare suc-cessivamente. In sostanza ilprivato diventa partner dellap.a. per definire il prodotto!servizio/lavoro innovativo chepotrà essere acquisito, in fasisuccessive che possono ancheessere interrotte dal commit-tente con uno o più soggettipartecipanti. Si arriva quin-di a individuare uno schemaper fornire il prodotto/servizi!lavoro innovativo e soltantodopo la stazione appaltantestipulerà il contratto vero eproprio.

Le modifiche del contrat-to che non impongono unanuova gara. L'articolo 72 del-la direttiva appalti rappresen-ta un quid novi rispetto allanormativa del 2004 e codificadiversi principi affermati dallaCorte di giustizia con riguardoalle ipotesi che non obbliganola stazione appaltante a indireuna nuova procedura di gara.Sono sei le ipotesi ammesse:a) le modifiche, a prescinde-re dal loro valore monetario,già previste nei documentidi gara iniziali (opzioni perrinnovi, revisione prezzi); b)lavori, servizi o forniture sup-plementari necessari e noninclusi nell'appalto iniziale(ma in caso di più modifichesuccessive, tale limitazione siapplica al valore di ciascunamodifica; c) circostanze impre-

vedibili, ma con un limite del50% rispetto al valore inizialedel contratto); d) sostituzionedell'affidatario del contratto e)modifiche non sostanziali deitermini del contratto. La defi-nizione di modifica sostanzia-le viene data con riferimentoal fatto che le nuove condizio-ni, se fossero state contenutenella procedura d'appaltoiniziale, avrebbero consenti-to l'ammissione di candidatidiversi da quelli inizialmenteselezionati o l'accettazione diun'offerta diversa da quellainizialmente accettata, oppu-re avrebbero attirato ulterioripartecipanti alla procedura diaggiudicazione; oppure con ri-guardo al fatto che la modificacambia l'equilibrio economicodel contratto a favore dell'ag-giudicatario in modo non pre-visto nel contratto iniziale;infine con riferimento allaconstatazione che la modificaestende notevolmente l'ambitodi applicazione del contratto.Un sesto caso viene disciplina-to per le modifiche che deter-minano la stipula di contrattisotto soglia, ma a condizioneche l'importo non ecceda il15% per i lavori e il 10% peri servizi.

eCRiprodhrzione risero°

Direttiva Ue appalti Pagina 7

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Ruolo rafforzato per le centrali di comrnitten2aRafforzamento delle centrali di

committenza, con la possibilitàulteriore di affidamento a terzi diattività ausiliarie di committenza.Sono queste, oltre al cosiddetto su-bappalto «a cascata», alcune dellenovità della nuova direttiva appaltipubblici 24/2014.

La committenza «delegata».Come è noto in Italia, fin dai tem-pi della legge Merloni, è vietatol'affidamento a terzi di attività dicommittenza (il divieto, nato so-prattutto per le concessioni di com-mittenza della galassia Italstat, èoggi all'articolo 33, comma 3 delcodice dei contratti pubblici), conl'eccezione del ricorso alle centralidi committenza, soggetti pubblici al100%, alle quali le amministrazionipossono/devono rivolgersi in deter-minate fattispecie.

Le direttive confermano e anzirafforzano il ruolo delle centrali dicommittenza (attività da svolgeresu base permanente) nel presup-posto, chiaro nelle premesse delledirettive, che l'accorpamento dallato della domanda possa garantireeconomie di scala e risparmi utilianche (in Italia) ai fini del conse-guimento di risparmi sulla spesa

corrente (da ciò anche l'obbligoprevisto nel nostro ordinamento diricorso a centrali di committenzaper i comuni al di sotto dei 5 milaabitanti, che nei prossimi mesi di-verrà realtà). Va però anche dettoche la direttiva, in premessa, chiari-sce anche l'aggregazione delle com-mittenze deve essere «at-tentamente monitorata alfine di evitare un'eccessivaconcentrazione del poteredi acquisito e collusioni,nonché per preservare laconcorrenza e la possibili-tà di accesso al mercato daparte delle pmi».

L'affidamento delle attivitàausiliarie . Ciò detto, la direttivaprevede anche che l'amministra-zione possa affidare, oltre che allecentrali di committenza (in viadiretta), a soggetti terzi secondoprocedure, ovviamente, a evidenzapubblica, «attività di committenzaausiliarie».

Tale formula di affidamento, chesembra atteggiarsi, sul piano og-gettivo, come l'attività di suppor-to prevista dal nostro codice e dalregolamento 207/2010, vede comedestinatari organismi che operano

sul mercato offrendo prestazioniche, in concreto, consistono in (art.2, paragrafi 16 e 17) «infrastrutturetecniche» finalizzate a permetterealle amministrazioni di aggiudicareappalti, ma anche «consulenza sullosvolgimento o sulla progettazionedelle procedure di appalto» e «pre-

parazione e gestione delle procedu-re di appalto in nome e per contodell'amministrazione interessata».Occorre prestare attenzione, perquesti affidamenti, rispetto a ciòche prevede l'articolo 24 in tema di«conflitti di interesse», materia sul-la quale la direttiva chiede a ognisingolo stato membro di individuarele misure più adeguate per evitaredistorsioni della concorrenza laddo-ve un «prestatore di servizi per con-to dell'Amministrazione intervienenello svolgimento ella procedura diaggiudicazione», potendo quindi in

Direttiva Ue appalti Pagina 8

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qualche modo «influenzare» il risul-tato di tale procedura.

Subappalto . La direttiva con-ferma la visione dell'istituto comestrumento di organizzazione dell'at-tività di impresa nell'esecuzione delcontratto con alcuni profili innova-

tivi rispetto alla disci-plina nazionale di cuiall'articolo 118 del co-dice dei contratti pub-blici, ammettendo, peresempio, che l'offerenteindichi nella sua offertala parte di appalto cheintende affidare a terzi,nonché i subappaltato-

ri proposti, riproponendo quindi unobbligo ad oggi non previsto dallanostra normativa.

La direttiva prevede inoltre chenel recepimento si possa prevede-re l'obbligo di indicare anche i datidei «subappaltatori successivi nellacatena dei subappalti», quasi a le-gittimare il cosiddetto «subappaltoa cascata» che in Italia è vietato(questione delicata sulla quale il le-gislatore nazionale dovrà prendereposizione nella fase di recepimentodella direttiva).

-© Riproduzione riservata

Direttiva Ue appalti Pagina 9

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L'Ue scopre i professionistiGli iscritti agli albi potranno accedere ai finanziamenti europei (e non solo)previsti per le imprese. Ecco quali possibilità si aprono per gli studi italiani

DI MARINO LONGONI

mlong, oni@elass. it

L e professioni italiane cambiano passo.La fotografia che riportiamo, incor-

iiciata, in questa pagina, apre un nuovoorizzonte alle professioni italiane. Un nuo-vo modo di concepire il proprio lavoro e ilproprio rapporto con la politica e le istitu-zioni. E soprattutto una nova possibilità difinanziare l'apertura, la ristrutturazione,gli investimenti dei propri studi profes-sionali. Rappresenta infatti l'incontro av-venuto mercoledì 9 aprile tra il vicepresi-dente della commissione europea, AntonioTajani, il presidente del Comitato unitariodelle professioni, Marina Calderone, ilpresidente dell'Adepp, l'associazione dellecasse di previdenza dei professionisti, An-tonio Camporese e il segretario di Confpro-fessioni, Gaetano Stella. In modo solennei rappresentanti degli ordini professionali,delle casse di previdenza e delle associa-zioni professionali italiane sono andati aBruxelles e hanno firmato un armistiziocon le istituzioni comunitarie. Dopoanni di conflitti ideo-logici ha prevalso laragion pratica.Da una partele professionihanno porta-to a casa lapossibilità di ac-cedere ai fondi comunitari, dall'altra han-

no dovuto accettare l'accosta-mento della propria attivitàall'attività di impresa. Simette da parte una pre-giudiziale ideologica, siaprono le porte di finan-ziamenti e agevolazioni.Non è che da oggi gli

studi professionali sa-ranno inondati di liquidi-tà. La gestione e la fruizio-ne dei fondi comunitari èoperazione spes-so piutto-sto com-plessa.

Ci vor-rannoannip e ri m -

pa-

rare a sfruttare tutte le potenzialità diquesto cambio di prospettiva. Intanto

però si incomincia un cammino. Nelcomunicato diffuso da Tajani si leg-ge infatti: I liberi professionistipotranno essere destinatari di qua-lunque tipo di fondo europeo: po-tranno ricevere finanziamenti tantodai fondi strutturali (gestiti a livellonazionale o regionale) quanto quel-li gestiti direttamente da Bruxelles(ad esempio Cosme o Orizzonte 2020

nazionali, come quelligestiti dalle camere dicommercio (un appro-fondimento su questitemi alle pagine 4 e5). Fino ad oggi que-ste opportunità eranoescluse.

Dall'altra parte siprende atto che l'at-tività d'impresa el'attività professio-

nale negli ul-timi annisi sonosemprepiù av-

vicinate:l'attività intellettua-

le, caratteristica dellelibere professioni, ha

sempre più bisogno di essere sopporta-ta da un'organizzazione adeguata, daconoscenze manageriali, da strutture einvestimenti spesso consistenti. L'im-presa è ancora è un'attività economi-ca organizzata al fine della produzioneo dello scambio di beni o di servizi, matra questi fattori i beni intangibili sonosempre più importanti: un secolo fa neibilanci delle aziende il capitale era co-stituito da immobili e macchinari. Oggila proprietà intellettuale ha spesso laprevalenza. Ciò non significa che unostudio professionale e un'impresa sianola stessa cosa, come sembra sostenereil comunicato stampa diffuso mercoledìscorso da Tajani.

L'imprenditore non ha un ordine, nonsa che farsene di un codice deontologi-co, non può garantire la fede pubblica diun atto né sostituirsi alla pubblica amn-ministrazione in una serie crescente difunzioni, non ha obblighi di terzietà o diaggiornamento professionale. Impresee professionisti sono due realtà che sipossono affiancare, non confondere. Unmedico, un avvocato o un notaio svolgo-no certamente un'attività economica, manon si può sostenere che la ricerca delprofitto possa essere sufficiente a svol-gere bene queste attività. Ci sono valori,forse oggi quasi dimenticati, che tuttaviasono importanti quanto quelli economiciper il buon funzionamento della società.

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per l'innovazione o la ricerca)'.E poi ci sono anche i fondi

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L'Z.%nione ei,r•opeci consente /decesso alle agevolazioni anche al lr1vorator• l (lntofOIIti

Professionisti, i finanziamentinon saranno più un tabù

Pagine a curaDI ROBERTO LENZI

1 mondo dei finanziamentisi apre anche ai liberi pro-fessionisti. Se fino a oggi lacategoria dei lavoratori au-

tonomi era esclusa dalla quasitotalità delle numerose agevo-lazioni destinate alle imprese,con l'eccezione di qualche rarose non unico caso (oltre chesconosciuto ai più). L'Unioneeuropea corregge questa di-scriminazione ed estende cosìnuove opportunità a profes-sionisti e studi associati. Daibandi comunitari diretti finoai contributi regionali e pro-vinciali, passando per i bandinazionali, d'ora in avanti an-che i professionisti potrannoprovare ad attingere alle ri-sorse pubbliche. Queste nuoveopportunità si aggiungerannopresto a quelle che erano dispo-nibili, ovvero le agevolazioniper l'autoimpiego e il fondo digaranzia. La recente aperturaai professionisti si accompagnaperò a una scarsa conoscenzadegli strumenti da parte degliautonomi. Gap che dovrà esse-re colmato nei prossimi mesi.

Nuove opportunità daibandi comunitari, naziona-li, regionali e provinciali.Fino a oggi, la presenza di duestrumenti principali e di recen-te applicazione, oltre a pochealtre agevolazioni a caratteresporadico, ha senz'altro deter-minato una mancanza di cono-scenza e di relativa attenzioneverso il mondo delle agevola-zioni da parte dei professioni-sti. I bandi e le relative risorsea cui i professionisti e gli studiassociati potranno aspiraresono emanati costantementee a più livelli istituzionali. Pergli studi più piccoli, che possia-mo accostare alle microimpre-se, si aprono i bandi nazionali(per esempio Fondo crescitasostenibile, nuova Sabatini,bonus R&S, fondi per la digi-talizzazione), fino a giungereai bandi regionali cofinanziaticon fondi comunitari indiretti,oltre a livelli ancora più localicome quello provinciale.

Per gli studi più grandi o as-sociati, i professionisti possonopuntare, oltre che alle predetteopportunità, anche sui bandicomunitari diretti (per esem-pio Horizon 2020, Cosme, peri quali si veda articolo nella pa-gina a fianco). La possibilità dipartecipare a questi strumentinon scatta automaticamente,ma dovrà passare da modifi-che normative che prendanoatto della nuova impostazionecomunitaria. L'aspetto ades-so maggiormente rilevante èquello di diffondere tra i pro-fessionisti la cultura del so-stegno pubblico come forma diaiuto e di orientamento dellescelte professionali, in modo

da consentirne una rilevantepartecipazione ai bandi nelmomento in cui l'ampliamentodella platea sarà operativo.

Quindi possibilità per glistudi di finanziare l'acquistodi computer e attrezzatureper l'ufficio, acquisto di ufficie ristrutturazione degli stes-si, formazione del personale econsulenze indispensabili performare i dipendenti o utilizza-re software, attraverso bonusfiscali, contributi a fondo per-duto e in conto interessi, garan-zie per l'accesso al credito. Ledifficoltà saranno quelle dellemicro-imprese, spesso vincentisu bandi minori, ma sfavoritesu quelli più importanti.

Invitalia il precursore.Fino a questa svolta, la piùrilevante agevolazione a favo-re dei professionisti era rap-presentata dallo strumentodell'autoimpiego che consentetuttora di finanziare l'aperturadi una attività ai disoccupati.Se fino allo scorso anno l'age-volazione operava su tutto ilterritorio nazionale, adesso èaccessibile solo nelle regioniAbruzzo, Basilicata, Calabria,Campania, Molise, Puglia, Sar-degna e Sicilia. L'investimentocomplessivo non può superarei 25.823 euro e il contributo fi-nanzia sia le spese di investi-mento sia quelle di gestione.Le agevolazioni finanziarieconcedibili sono Lui contributoa fondo perduto e un mutuo a

tasso agevolato, a coperturadel 100% degli investimentiammissibili, nonché un con-tributo a fondo perduto fino a5.165 euro per la gestione.

Da poco accessibile an-che il Fondo di garanziaper le pmi. Da circa un meseanche i professionisti iscrit-ti agli ordini professionali equelli aderenti alle associa-zioni professionali possonoaccedere al Fondo di garanziaper le piccole e medie imprese.Quest'ultimo permette, appun-to, alle piccole e medie impresee ai professionisti di accederea una garanzia pubblica finoall'80%, in alcuni casi gratuita,che facilita l'accesso al creditobancario, soprattutto nei casiin cui l'impresa o il profes-sionista non abbiano la forzadi fornire proprie garanzie acopertura dell'intero finanzia-mento richiesto. La garanziainterviene su finanziamenti afi onte di investimenti, ma an-che per la liquidità. Per ottene-re la garanzia, i professionistisono valutati sulla base di dueindici calcolati sui dati contabi-li riportati nelle due ultime di-chiarazioni fiscali presentate.Tali indici evidenziano rispet-tivamente la copertura deglioneri finanziari e l'incidenzadella gestione caratteristicasul fatturato.

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Professionisti Pagina 11

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e strumenti a silzione

Definizionedi lavoratore autonomo

Il lavoratore autonomo è colui chesvolge una professione liberale ointellettuale coree attività economicaprin-iaria, con una formazione specia-lizzata nelle arti o nelle scienze, conun alto livello di formazione e unanatura intellettuale n"iarCata, dovel'elemento personale rappresentala componente fondamentale nellosvolgimento di tale attivitá. La diffe-renza più evidente con una impresa ela mancata iscrizione alla Cciaa, cheha determinato il mancato riconosci-mento come impresa.

Gli strumenti che s$ apronoa professionisti e partite Iva

1/ Fondo europeo di svilu' opo regio-nale: contributi per investin'len?i econsl.ilenze.Programma Per /'occupazione e/'ir?riov .tzicne sociale: possibilitàdi ottenere n iicrofinanziar7lenti

i^,c'srne: Garanzie su fiinanziarnen-ti e capitale propriouo? r.zor }?0. -'U. incentivi del 70% e--,ìfondo perduto per l'innovazione

Si aprono agli autonomi i bandi ristrutturare uffici, assumere e for-cornuinitari, nazionali, regionali e n-care il personalelocali . Già accessibili i contributi peravviareContributi ai professionisti per ac- l'attività e facilitare l'ottenimento digriistare computer e attrezzature, credito bancario

Professionisti Pagina 12

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ULTIMO COMMA

Rischio disparitàsugli immobilidei professionistidi Gianfranco Ferranti

a disciplina degli i mino-bili strumentali dei pro-"essionisti va chiarita in

via interpretativa o normati-

va per evitare una disparità di

trattamento tra l'acquisizione

in leasing e quella in proprie-

tà.Il superamento della dispo-

sizione che aveva stabilito l'in-

deducibilità dei canoni di lea-

sing immobiliare si evince, in-

fatti, dalla relazione tecnica di

accompagnamento della leg-

ge di stabilità per il 2014 che,

però, non ha considerato gli ef-

fetti sul gettito della eventua-

le possibilità di dedurre le quo-

te di ammortamento relative

a tali immobili.

L'articolo 1, comma 162, let-tera a), dell'ultima legge di sta-bilità (legge 147/2013) ha modi-ficato il disposto dell'articolo54, comma 2, terzo periodo,del Tuir, stabilendo che per icontratti di leasing immobilia-re stipulati a partire dal i°gen-naio 2014 la deduzione dei ca-noni è ammessa per un perio-do non inferiore a 12 anni, anzi-ché a 15 anni come previstoper i contratti stipulati fino al31 dicembre 2009.

Non è stata, in tale occasio-ne, espressamente abrogata ladisposizione dell'articolo 1,comma 335, della legge n. 296del 2006, che ha stabilito la de-ducibilità dei canoni di leasingdegli immobili strumentali li-mitatamente ai contratti stipu-lati nel triennio 2007-2009. Larisoluzione 13/E/20io e la cir-colare 17/E/2013 avevano pre-cisato come per i contratti sti-pulati dal 1°gennaio 2010 nonfossero, invece, deducibili né icanoni di leasing né un impor-to pari alla rendita catastale.

Poi l'articolo 4-bis del Dl16/2o12 ha eliminato il requisi-

to della durata minima del con-tratto di leasing (per un perio-do non inferiore alla metà diquello di ammortamento corri-spondente al coefficiente pre-visto dal decreto ministerialee comunque con un minimo diotto e un massimo di quindicianni). Nonostante la modificadell'articolo 54, comma 2, delTuir in tal senso, la circolare17/E/2013 ha affermato che l'in-tervento normativo non pote-va essere interpretato quale vo-lontà del legislatore di ripristi-nare la deducibilità dei canonidi leasing immobiliare per icontratti stipulati a partire dal2oio, evidentemente perché ta-le volontà non emergeva nédalla relazione illustrativa néda quella tecnica. Tale discipli-na era quindi risultata, di fatto,inapplicabile.

La relazione tecnica di ac-compagnamento della normaintrodotta dalla legge di stabili-tà 2014 ha, invece, preso in esa-me gli effetti sul gettito dell'ap-plicazione della nuova discipli-na ai contratti di leasing stipu-lati dai titolari di reddito di la-voro autonomo. Tale circo-

stanza dovrebbe, quindi, con-sentire di applicare, per i con-tratti stipulati a partire dal2014, sia tale disciplina che laprecedente disposizione cheaveva eliminato il requisito del-la durata minima del contrat-to. Per gli immobili «promi-scui», cioè adibiti all'eserciziodell'arte o professione e al-l'uso personale e familiare delcontribuente, dovrebbe risul-tare deducibile il 5o%, del cano-ne di leasing.

Attribuendo rilievo decisi-

vo non alla modifica del dispo-

sto dell'articolo 54 del Tuir

(operata sia dal DI 16/2012 che

dalla legge 147/2013) ma alle

previsioni degli effetti sul getti-

to delle relazioni tecniche (pre-

senti soltanto con riguardo al

secondo provvedimento) si

dovrebbe concludere che resti

tuttora preclusa la possibilità

di dedurre gli ammortamenti

relativi agli immobili strumen-

tali acquistati a partire dal 1°

gennaio 2014- In tal modo si ve-

rifica, però, una disparità di

trattamento tra le due diverse

modalità di acquisizione degli

immobili in esame, nonostan-

te in passato la stessa Agenzia

abbia più volte ribadito (per

esempio nelle risoluzioni 19/E

e 69/E del 2004) il principio di

equivalenza tra l'acquisto in

proprietà e l'acquisizione in le-

asing. Si ritiene, pertanto, ne-

cessario risolvere questa pro-

blematica possibilmente invia

normativa.

Immobili professionisti Pagina 13

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LA TENTAZIONE (FOLLE) DI USCIRE DALL'EURO

SENZA DIMENTICARE I MERITI DELL'ITALIETTA

Sono d'accordo anch'io che usciredall'euro è una tentazione pericolo-

sa, come sostengono un gruppo di autorevo-lissimi economisti (Corriere, 9 aprile). Però,secondo me, è difficile sostenere che biso-gna restare nell'euro argomentando che pri-ma dell'euro «deficit di bilancio elevati e cre-scenti avevano solo fatto aumentare a dismi-sura il debito, di cui tuttora paghiamo glioneri gravosi, senza promuovere una cresci-ta stabile. I tassi d'interesse erano arrivati alivell i proibitivi per i mutui delle famiglie e ilcredito alle imprese».

Non sono d'accordo con queste tesi. Pri-mo: «Deficit elevati e crescenti». Qualcunopotrebbe obbiettare che al tempo del divor-zio tra Banca d'Italia e Tesoro, nel 1,981, il rap-porto tra debito pubblico e Pil era pari al60%. Solo dopo il divorzio che rendeva laBanca d'Italia autonoma dal Tesoro, cioè lasollevava dall'obbligo di comprare titoli diStato alle condizioni di interesse che stabili-va il Tesoro, il debito inizia a crescere.

Secondo: «Senza che i deficit promuoves-sero una crescita stabile». Anche qui i fattisono controversi. Le politiche della Bancad'Italia nel dopoguerra furono consideratecome esempi di best practice in Europa e nelmondo. Sotto l'abile guida di governatori co-

me Einaudi, Menichella, Carli, Baffi e Ciam-pi, tra il 1950 e il 1990, l'economia italiananon andò male. Anzi. La mitica Germania, inquel periodo, crebbe del 4,05% in media, laFrancia del 3,86% e indovinate un po'chi era il Fausto Coppi della situazione? Nongli Stati Uniti, mala piccola Italietta che nellostesso periodo fece registrare una crescitamedia del 4,36%. «I tassi di interesse eranoarrivati a livelli proibitivi». Quali tassi di in-teresse? Quelli nominali, certo. Ma questoargomento potrebbe portare fuori strada. Inpolitica economica, come noto, quello checonta sono i tassi reali, cioè tasso nominalemeno inflazione. E in quegli anni l'Italia habeneficiato di una condizione sui tassi realiottimale, la stessa di cui godono oggi StatiUniti, Gran Bretagna, Germania e Giappone,cioè tassi reali vicino allo zero o addiritturanegativi. Oggi abbiamo un tasso reale sui Btpalo anni vicino al 3%, tra i più alti al mondo,superiore addirittura a quelli della Turchiache pagano un tasso nominale superiore al1o%. Sono convinto anch'io che uscire dal-l'euro sarebbe una follia. Ma bisogna usaremigliori argomenti.

Elido FaziEditore ed economista

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Euro Pagina 14

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I professionisti saranno inseriti nelle sedi presenti in tutta Italia

Ingegneri per CapgeminiLa società assume 350 brillanti neolaureati

Pagina a curaDI LAURA RoTA

apgemini, uno dei piùimportanti fornitorimondiali di servizi

di consulenza, tecno-logia e outsourcing, avvia lacampagna di assunzioni per il2014, che prevede la selezionedi 350 nuove figure da inserireall'interno delle sedi in tuttaItalia, in particolare a Mila-no, Torino, Roma, Bolo- Fgna, Venezia, Napoli e LaSpezia. La maggior partedelle figure professionaliricercate sono brillantineolaureati in ingegneriainformatica, gestionale,delle telecomunicazioni,elettronica, informatica, ma-tematica, economia, economiadegli intermediari finanziari,scienze economiche e banca-rie. Nelle diverse sedi si ri-cercano inoltre alcuni profilisenior, soprattutto esperti ditecnologia e ingegneria delsoftware, consulenti in ambi-to Erp - Sap e Microsoft AX - econsulenti di business & pro-cessi, in particolare con com-

petenze sui mercati manu-

facturing, financial services,telecomunicazioni & media,pubblica amministrazione.

«Continuiamo», dichiaraMaurizio Mondani, ceo diCapgemini Italia, «la nostracrescita nel 2014, a dispettodi una situazione a livellonazionale che stenta a ri-prendere quota, perché pro-prio in contesti come questile aziende devono investire

in tecnologie che le abilitinoa offrire prodotti e servizi diqualità, a costi competitivie in modo efficiente. Capge-mini è il partner ideale perl'It transformation, graziealle competenze delle sue ri-sorse e alla flessibilità delleproprie soluzioni di business.Anche quest'anno, il piano diassunzioni si concentra siasulla ricerca di professionisti

ad alto livello di specializza-zione sui mercati/tecnologie incui operiamo, sia di brillantineolaureati da far crescere inun ambiente ricco di opportu-nità di apprendimento e in uncontesto di lavoro che, anchenel 2014, ha ricevuto la certi-ficazione Top Employers».

«Le caratteristiche indispen-sabili per lavorare in Capge-mini», spiega Alessandra Mia-ta, hr director di Capgemini

Italia, «sono orientamento airisultati, comprensione delbusiness del cliente, spiritod'iniziativa e predisposizio-ne a lavorare in team, abilitàanalitiche, capacità di tradur-re gli ostacoli in occasioni perimparare, ottime capacità re-lazionali e un inglese fluente».Anche nel 2014, per la quintavolta e per il secondo annoconsecutivo, Capgemini Italia

ha ottenuto la certificazioneTop Employers. «Vogliamo»,conclude Miata, «creare unambiente di lavoro che, oltrea garantire risultati alla so-cietà, permetta a tutti i nostridipendenti di utilizzare almeglio il loro potenziale. Pro-muoviamo un clima di lavoroin cui l'innovazione, la passio-ne per quello che facciamoe, naturalmente, i risultatieccellenti sono premiati. Lepersone rappresentano lanostra risorsa principale e,per questo, supportiamo eincoraggiamo lo sviluppo deinostri dipendenti. Il ricono-scimento Top Employers te-stimonia i nostri sforzi e lanostra filosofia d'avanguar-

dia in ambito formazione esviluppo, opportunità di car-riera e cultura aziendale e intermini di politiche retributi-ve. Siamo davvero orgogliosidi aver meritato un riconosci-mento così prestigioso». Perconsultare le posizioni apertee inviare il curriculum, è pos-sibile consultare il sito http://www.it.capgemini.com/, se-zione Lavora con noi.

Mercato del lavoro Pagina 15

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Dal rapporto L /l,f ST1!! CLT"Tt117CTCI,(7t 1*0. ï2f'S.Sl[T"t (XT1t(N72CXtl.ST)ZO )f'T' U7(lLULC 7LCXZ.lOTT(' ( !E'r sospetto

Sos, professionisti nella mediatesta restano i notai. Pochi i controlli per omissione

Pagina a curaDI CHRISTINA FERIOZZI

er la prima volta,dopo incrementi espo-nenziali a partire dal2007, l'andamento

delle segnalazioni di opera-zioni sospette (Sos) registrauna moderata diminuzione(-3,6%). Record positivo perl'Uif, che nel 2013 è riuscitoad analizzare molte più Sosdi quelle ricevute nell'anno(92.415 ossia circa il 50% in piùdi quelle ricevute) avviandosicosì a smaltire l'arretrato. Lecategorie professionali, tutta-via, mostrano un trend stabilerispetto all'anno precedente,confermando sempre in testala partecipazione attiva deinotai con le 1.824 segnalazio-ni sulle 1.985 complessive del2013. Interessante notare chela dinamica delle segnalazioniscaturisce per la gran parte dainput naturalmente percepibi-li da parte degli intermediarifinanziari, in quanto l'originedel sospetto per il 50% circa deicasi viene rilevata allo sportel-lo e per un altro 35% scaturisceda sistemi automatici o a se-guito di controlli di strutturecentrali, mentre solo per un10% circa deriva dal compor-tamento sospetto del clientee da notizie di provvedimentie presenza in liste di soggettia rischio, aspetti questi ultimiche, invece, risulterebbero piùfrequentemente valutabili daparte dei professionisti. Sonoalcuni dei dati forniti dal rap-porto dell'Uif, sul II semestre2013 (si veda ItaliaOggi del29/3/14).

Sospetto e segnalazione.Nello svolgimento della loro at-tività, i soggetti di cui all'art.12, 13 e 14 del dlgs 231/07ossia dottori commercialisti,consulenti del lavoro, consu-lenti tributari, notai, avvocati,revisori, alti i esercenti attivitàprofessionale avvalendosi inparticolare, dell'ausilio degliindicatori di anomalia di cuial decreto del 16/4/2010 peri professionisti e del decreto17/2/2011 per gli operatori nonfinanziari, devono vagliare lapropria clientela e le opera-zioni dalla stessa compiute orichieste, verificandone la coe-renza con il profilo economico-finanziario, individuandone le

possibili deviazioni, illogicità oincongruenze al fine di porre inessere le segnalazioni di ope-razione sospetta di cui all'art.41 del decreto antiriciclaggio.Come richiesto dalle «Istruzio-ni sui dati e le informazioni dainserire nelle Sos» (provvedi-mento Uif del 6/5/11) è fonda-mentale inserire gli elementidescrittivi, in forma libera,sull'operatività segnalata esui motivi del sospetto, ossiale ragioni che hanno indotto ilsegnalante a ritenere l'opera-zione collegata a riciclaggio ofinanziamento del terrorismoe a effettuare la segnalazione.In particolare, deve risultarechiaramente il processo logicoseguito dal segnalante nellavalutazione delle anomalie ri-levate nell'operatività oggettodella segnalazione. Gli elemen-ti del sospetto oggetto di valu-tazione possono attenere il pro-filo oggettivo (caratteristiche,entità, natura delle operazio-ni), quello soggettivo (coerenzatra operatività e capacità eco-nomica e patrimoniale) e altrecircostanze o informazioni co-nosciute a seguito del rapportocon il cliente.

Le statistiche dei profes-sionisti . Per attuare una Sosun professionista non può fareaffidamento su alcun automa-tismo, ma solo sulla propriaesperienza professionale dioperatore qualificato. Quindi,ben può comprendersi la ridot-ta numerosità di segnalazionidei professionisti e operatorinon finanziari (2.836 Sos nel2013) contro quelle degli in-termediari (61.765 Sos). Ma ildato va letto con più attenzio-ne, riferendolo al valore delleoperazioni segnalate distintoper tipologia di segnalante:prendendo a riferimento i datidel secondo semestre 2013, sirileva che se le segnalazioni dibanche e poste corrispondonoa 39.987,6 milioni di euro, iprofessionisti hanno smosso1.162,7 milioni. Questi, unitiagli operatori non finanziari(altri 958,7 mln) hanno rap-presentato nel complesso oltreil 5% dei capitali segnalati (la-sciando fuori, ovviamente, dalconteggio gli altri intermediarifinanziari che da soli interessa-no 1.181.137,6 min, detenendoil record dei valori segnalati

con in testa le società fiduciarieper 1.175.286,7 mln).

Gli esiti dei controlli. Ildato che lascia perplessi è il nu-mero esiguo di accertamenti diirregolarità a fronte della molerilevante di Sos movimentate.In particolare, le rilevazioni diomessa segnalazione di opera-zioni sospette risultano in calo,essendo state 62 nel 2011, 39nel 2012 e solo 29 nel 2013.Ricordiamo, in proposito che aisensi del comma 4 dell'art. 57,dlgs 231/07, salvo che il fattocostituisca reato, l'omessa se-gnalazione è punita con unasanzione amministrativa pecu-niaria dall'1 al 40% dell'importodell'operazione non segnalata.Sanzione che per i professio-nisti potrebbe risultare di ri-levante impatto soprattutto seconsideriamo che la stessa nonrisulta neanche assicurabiledalla polizza re professionalein quanto sanzione diretta.Per quanto concerne gli accer-tamenti ispettivi effettuati, ri-sultano sostanzialmente stabilie di limitata entità (dai 20 del2011 ai 17 del 2012, ai 21 nel2013). Vivaci, gli scambi con leunità informative estere. Sono,infatti, raddoppiate, rispetto al2012, le richieste inoltrate aglialtri paesi (da 217 a 450 nel2013), mentre restano in lineale richieste ricevute (da 723 nel2012 a 793 nel 2013).

Antiriciclaggio Pagina 16

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Le segnalazioni pervenute

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1147

Le Sos inviate dal professionisti 2009 2010 2011 2012 2013

Professionisti: Totale 119 162 314 1.988 1.985

Notai e Consiglio nazionale del Notariat.o 69 66 195 1.876 .1.824

Dottori commerci --ìIEstE, Esperti contabili, Cons. dei lavoro 38 66 82 90 98

Avvoc<zìti Studi assc,ci<zìti, soc. irEtërprc,fiessionaíi e soc, tra avvclct3ti 3 .l_? 12 14 35

Socl etz). dli revisione, Revisori contabili 18 25 G- 10

Aítri soggetti esercenti attbità professionale 3 18

Le, , ffistùnle p-

Gruppi r i scünAan'ri2009 2010

To`_a ie 21D66 3T321

In_r-°modoi finanzia M930 37098

Prcffcsssionis-i e opuai_ori non finanziari 13w 222

7alla7ioni pervenute

' xlaWSti ,= r.s tfí Varame ne ispeto

aCarFnc nr= ['';`Ut

2011

49075 34.296 :32.î5, 6..C)47

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Antiriciclaggio Pagina 17

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SS f Testamenti e clausola di esonero dalla trascrizione

DI ANGELO COSTA

1 notaio che, in diversiatti di pubblicazione ditestamenti, sia ricorsoalla clausola di esonero

dalla trascrizione degli acqui-sti immobiliari mortis causa,chiedendo onorari ridotti, nonè soggetto alla sanzione disci-plinare della censura.

Lo ha stabilito la secondasezione civile della Corte dicassazione con la sentenzan. 4485 dello scorso 25 feb-braio.

I giudici di Piazza Cavoursi sono espressi su un caso incui la commissione regionaledi disciplina irrogava a un no-taio la sanzione disciplinaredella censura per aver vio-lato i principi di deontologiaprofessionale notarile, facen-do ricorso, in diversi atti dipubblicazione di testamentoolografo e di attivazione di te-stamenti pubblici, a clausole

di esonero dall'obbligo di tra-scrivere i relativi acquisti im-mobiliari mortis causa. Il pro-fessionista, inoltre, riducendogli onorari richiesti, ponevain essere atti di concorrenzasleale e comprometteva, così,

comma c.c. imponga le tra-scrizione dell'acquisto dellegato immobiliare, e che aisensi dell'art. 2650, 1° com-ma c.c. la relativa omissioneproduca l'inefficacia di ulte-riori trascrizioni e iscrizio-ni a carico dell'acquirente.Parallelamente, e tenutoconto del fatto che il legatosi acquista senza necessitàdi accettazione (art. 649, 1°comma c.c.), sul notaio cheproceda alla pubblicazionedi un testamento conte-nente l'attribuzione di unlegato immobiliare incombeun duplice obbligo, civile edeontologico, di provvederealla trascrizione. Diversa-mente avviene, invece, nelcaso di istituzione di eredeex re certa, allorché, cioè, iltestatare includa nella quota

dell'erede uno o più immobilideterminati, atteso che l'ac-quisto dell'eredità richiedel'accettazione (art. 459 c.c.)».

A parere della Supremacorte risulta, poi, del tuttopriva di fondamento anche ladoglianza relativa all'esclu-sione della violazione del di-vieto di illecita concorrenza,sottesa, alla generalizzataprassi dell'inserimento delleridotte clausole di esonerodella trascrizione: «ove purevi fosse (stato) un atteggia-mento negligente, il limitarsia farsi corrispondere onorarie spese per le prestazioni ef-fettivamente erogate non puòessere ragionevolmente inte-so come indice sicuramenterivelatore di un intento dislealtà e di concorrenza inde-bita nei confronti della classenotarile nel suo insieme».

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il decoro e il prestigio dellaclasse notarile.

Secondo gli Ermellini «nonè dubbio che l'art. 2648, 1°

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Notai in prima linea contro i riciclatoci di denaroLa lotta al riciclaggio è sempre più sotto i riflet-tori ed è diventata un problema ormai globale.

Come dimostra la recente approvazione in primalettura da parte del Parlamento europeo della IV di-rettiva in materia che si propone di prevenire l'uti-lizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio deiproventi di attivitàcriminali.Altemailnotariato, cheinsieme ad altri professionisti ha l'obbligo di segna-lare le operazioni sospette, ha dedicato le "Linee gui-da in materia di adeguata verifica della clientela ai

sensi dell'art. 8, comma 1, del dlgs 231/2007", vade-mecum presentato nei giorni scorsi a Napoli. "Il no-stro obiettivo - spiega Salvatore Lombardo, consi-glierenazionale delnotariato coordinatore del grup-po antiriciclaggio - è di porci come un partner serio evirtuoso nella lotta al riciclaggio e allo stesso tempofornire ainotai, che spesso sentono dimuoversiinuncampo sconosciuto, indicazioni chiare sulle moda-lità da seguire per effettuare le segnalazioni". (s.d.p.)

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Impegno II ruolo sociale della categoria nella lotta al denaro nero

Andriciclaggio:i notai alzano la guardiaCon la nuova procedura informatica aumentate di 30volte le segnalazioni. Garantiti l'anonimato e la sicurezza

DI ISIDORO TROVATO

Non solo business. Si èdiscusso tanto e tantevolte della funzionesociale delle professio-

ni. Il notariato italiano negli ulti-mi 5 anni è stato molto attivo intema di antiriciclaggio, è stato ilprimo Ordine professionale adassumere il ruolo e la responsa-bilità di autorità di interposizio-ne in materia. Secondo i dati dif-fusi dalla categoria, da solo il No-tariato rappresenta il 90% dellesegnalazioni dell'area delle pro-fessioni e il quasi il 3% del totale.

Il Consiglio nazionale del No-tariato avvalendosi delle proce-dure informatiche realizzate conla collaborazione di Notartel spa(la società controllata che gesti-sce per la categoria i servizi in-formatici e i collegamenti con lapubblica amministrazione), è ingrado di garantire la trasmissio-ne alla Uif (l'Unità di informa-zione finanziaria presso la Bancad'Italia) un testo integrale dellasegnalazione, escludendo l'indi-cazione del nominativo del nota-io segnalante e quindi garanten-

do (per motivi di sicurezza)l'anonimato. Però garantisce lapossibilità di custodire gli atti e idocumenti in cui sono indicate legeneralità dei notai segnalanti,garantendone la riservatezza.

Nel corso di un convegno sultema svoltosi a Napoli qualchegiorno fa, sono state presentatele nuove linee guida e gli aspettioperativi contenuto in un docu-

mento destinato a i notai chia-mati a segnalare operazioni adalto sospetto di riciclaggio.

«Il nostro è il primo Ordineprofessionale che in Italia si dotadi questo strumento che rispettala terza direttiva europea in temadi antiriciclaggio spiega Sal-vatore Lombardo, coordinatoredel gruppo specializzato sullamateria del Notariato . Graziealla procedura, le segnalazionidei notai negli scambi immobi-

liari e societari sono aumentatedal 2010 ad oggi di quasi 30 vol-te. Sono circa 4 mila solo negliultimi due, una segnalazioneogni due notai».

E adesso arriva il nuovo testoguida. «Finalmente il Notariato,ancora una volta come primoOrdine professionale in Italiaricorda Lombardo si dota dilinee guida condivise con le au-torità di controllo per eseguire lesegnalazioni, che restano di fattouna pratica molto difficile dasvolgere per un professionista.Con questo documento veniamoincontro all'esigenza dei notai,espressa sin dall'entrata in vigo-re dell'obbligo di avere indicazio-ni chiare sulle modalità da segui-re per effettuare le segnalazioni.Non dobbiamo diventare investi-gatori, ma notare le anomalie eseguire il percorso più adatto

per segnalarle a chi di compe-tenza. Il tutto tutelando un po' dipiù l'incolumità dei professioni-sti».

Una scelta di campo precisa eimpegno continuo che il notaria-to vuole continuare a interpreta-re come garante della legalità alfianco delle istituzioni impegna-te nella lotta alla criminalità (Di-rezione nazionale antimafia, mi-nistero dell'Economia e delle Fi-nanze, ministero dell'Interno,Guardia di Finanza e Bancad'Italia). L'opera di contrasto alriciclaggio di denaro sporco con-tinua a essere uno dei temi fortidella presidenza di MaurizioD'Errico attraverso un dialogoconcreto con le istituzioni a ciòdeputate e un concreto impegnodella categoria sul territorio. Iltutto in un periodo in cui la crisieconomica ha toccato la catego-ria come mai finora.

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Sanità: servelo psicologodibase

1 messaggio è chiaro. «Glipsicologi forniscono un ap-

porto irrinunciabile alla salutedei cittadini, intesa come be-nessere fisico, psichico e so-ciale e non semplice assenza dimalattia. Ecco perché chiedia-mo con forza che il numerodegli psicologi dei Servizio sa-nitario nazionale passi dagliattuali 6 mila a non meno di 9mila: non per una sterile riven-dicazione di categoria ma per-ché siano effettivamente ero-gate le prestazioni ricompresenei livelli essenziali di assi-stenza»,

i questo l'appello lanciatoda Giuseppe Luigi Palma, pre-sidente del Consiglio nazionaledell'Ordine degli psicologi, in-tervenendo a Roma agli Statigenerali della salute.

Secondo gli studi di settoreeffettuati, con la presenza de-gli psicologi nella sanità pub-blica lo Stato realizzerebbe an-che un consistente risparmioeconomico evitando, ad esem-pio, l'uso eccesivo di farmacicosì come di analisi e accerta-menti . «Rilanciamo - conti-nua Palma - la proposta diistituire la figura dello psicolo-go di base: mettere insieme,nello stesso ambulatorio, que-sta figura con quella dei medi-co darebbe vantaggi a tutti».

I. TRO.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Psicologi Pagina 21