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Centro Studi C.N.I. - 9 maggio 2013

Centro Studi C.N.I. - 9 maggio 2013 · causa fino ai 1.100 euro, ai 27.500 per una controversia che invece va dai 260 mila ai 520 mila euro. Corte d'appello. Per i giudizi innanzi

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Centro Studi C.N.I. - 9 maggio 2013

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 9 maggio 2013

Pagina I

AVVOCATI

Tutti i compensi in 40 tabelleItalia Oggi 09/05/13 P. 39 Gabriele Ventura 1

Con la riforma l avvocato si mette allo sportelloItalia Oggi 09/05/13 P. 41 2

AGENZIA DIGITALE

Agenzia digitale congelataSole 24 Ore 09/05/13 P. 8 Antonello Cherchi ,Carmine Fotina

3

DEBITI PA

Pagamenti Pa, chiesti 6 miliardi a Cdp e 5,2 alla RagioneriaSole 24 Ore 09/05/13 P. 10 Eugenio Bruno,Carmine Fotina

5

EDILIZIA

Crisi, nell'edilizia persi 20mila posti di lavoro in quattro anniRepubblica Roma 09/05/13 P. I Andrea Rustichelli 7

SICUREZZA PORTI

Subito una nuova legge per la sicurezza nei portiSole 24 Ore 09/05/13 P. 1 Maurizio Maresca 8

«Necessari i servizi tecnico-nautici»Sole 24 Ore 09/05/13 P. 14 10

DURC

Più facile avere il Durc e bloccare le ipotecheSole 24 Ore 09/05/13 P. 21 AlessandroSacrestano

11

UNIVERSITÀ

Bollino di qualità per i corsi di ingegneriaSole 24 Ore 09/05/13 P. 43 Marzio Bartoloni 12

ENERGIA RINNOVABILI

Africa terreno fertile per le rinnovabiliSole 24 Ore 09/05/13 P. 45 Laura Cavestri 13

FOTOVOLTAICO

L'Europa mette i dazi sui pannelli cinesiSole 24 Ore 09/05/13 P. 17 Beda Romano 15

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Formazione, bando da 1,5 mlnItalia Oggi 09/05/13 P. 32 16

AVVOC4Tl/A breve al rrciuíster clellagíustízia i uuuví parurnetrí elaborati dal Cif

Tutti i compensi in 40 tabelleDI GABRIELE VENTURA

ra i mille e i 25 milaeuro. È il parametroper la determinazio-ne, da parte del giu-

dice, del compenso di unavvocato che segue il clien-te dall'inizio alla fine in ungiudizio ordinario innanzial tribunale, che varia a se-conda del valore della con-troversia: per una causa diun valore medio tra i 5.200e i 26 mila euro il cliente,in mancanza di accordo, do-vrà pagare l'avvocato chel'ha seguito in tutte le fasidi giudizio circa 7.500 euro.Sono i nuovi parametri de-gli avvocati approvati dalConsiglio nazionale foren-se (si veda ItaliaOggi del7 maggio scorso). In tutto40 tabelle che, allegate allaparte normativa, sarannoinviate a breve al ministrodella giustizia, Anna MariaCancellieri, per il via libe-ra definitivo. Dal giudice dipace, alla Corte d'appello,all'arbitrato, si tratta di va-lori tabellari ad hoc per ognitipo di procedimento, di cuidovrà tenere conto il giudicenel momento in cui liquidail compenso dell'avvocato, inmancanza di accordo tra illegale e il cliente. Da questivalori, si potrà discostarein aumento fino al 70% ein diminuzione fino al 30%,tenendo conto «delle carat-teristiche, dell'urgenza e delpregio dell'attività presta-ta». Entriamo nel dettagliodelle tabelle, considerandoche riguardano il settore ci-vile e corrispondono ciascu-na al tipo di procedimento(comprese la materia stra-giudiziale, la mediazione,le procedure concorsuali,quelle arbitrali, i processiamministrativi e tributari,i processi davanti alle giu-risdizioni superiori). Mentreuna tabella riguarda il set-tore penale.

Giudice di pace. Le ta-belle elaborate dal Cnf sonosuddivise in fasi e per va-lore della controversia. Perquanto riguarda i giudicidi pace, le fasi sono cinque:studio della controversia,fase introduttiva del giudi-zio, istruttoria o trattazione,fase decisionale e compensoper prestazioni post decisio-ne. Per una causa del valore

1. Compenso

1. Fase di studia r,alla

contlo'•'e Is!a

2. Fase istruttoria e comciusioadel procedimento

200.00

100.00

fino ai 1.100 euro, il compen-so dell'avvocato, consideran-do tutte le fasi di giudizio,sarà di 550 euro. Mentre peruna controversia di valoretra i 5.200 e i 26 mila eurosarà di 3.250 euro.

Tribunale . I valori tabella-ri dei giudizi ordinari e som-

mari di cognizione innanzi altribunale, invece, sono suddi-visi sempre in cinque fasi main sei classi di valore. Si va dicirca mille euro previsti peruna controversia fino ai 1.100euro ai 25 mila per una causaseguita dalla A alla Z dall'av-vocato di valore tra i 260 milae i 520 mila euro.

Giudizi di lavoro. An-che per i giudizi di lavoro lefasi processuali sono cinque,mentre gli scaglioni sonosei. Per un giudizio di valo-re medio, tra i 5.200 e i 26mila euro, il parametro delcompenso dell'avvocato di cuidovrà tenere conto il giudice,considerando tutte le fasi, èdi otto mila euro.

Giudizi di previdenza.Stessa suddivisione di fasi evalore per i giudizi di previ-denza, dove si va dai milleeuro che il giudice dovrà con-siderare come riferimento per

4ß0,t30 700,00 1.100,00 1,200,00

.PC YS)'i' C C.`.,ìilii ti;. .,2L, i?U?_i. }

1, i ,.liî s,ss ; 7C> C 2. ,0ß Cl

2.100.00

> , ßCS, }? t_ . };!ss,ßC

1.000,00 1.600.00 2.500,00 3.500..00 4.000.00

il compenso dell'avvocato cheha seguito tutte le fasi di unacausa fino ai 1.100 euro, ai27.500 per una controversiache invece va dai 260 mila ai520 mila euro.

Corte d'appello. Per igiudizi innanzi alla Corted'appello i parametri perla definizione del compensodell'avvocato che dovrà paga-re il cliente in caso di manca-to accordo, oscilla tra i milleeuro per lo scaglione baseconsiderando tutte le fasi digiudizio, ai 29.500 euro perl'ultima classe di valore. Peruna controversia che inveceva dai 5.200 ai 26 mila euroil valore derivante dalla som-ma di tutte le fasi e pari a8.700 euro.

Tar e Consiglio di stato.Per quanto riguarda il Tribu-nale amministrativo regiona-le, invece, le fasi previste sonosei, con in più la fase caute-lare. Considerando anche inquesto caso lo scaglione base,il valore tabellare che dovràtenere in considerazione ilgiudice, sommando tutte lefasi, è pari a 1.400 euro. Unacausa di valore medio può co-stare invece al cliente 8.900euro. Stesso discorso per igiudizi innanzi al Consiglio

di stato, dove il compensodell'avvocato che segue lacontroversia in tutte le suefasi di giudizio va dai 1.200euro per una causa rientrantenel primo scaglione ai 24.600euro per l'ultimo scaglione.

Arbitrato. Per il collegioarbitrale, invece, il compen-so è unico ed è suddiviso inquattro scaglioni. Si va dai6.400 euro per una causa divalore fino ai 26 mila euro, ai54 mila previsti per l'ultimoscaglione che va dai 260 ai520 mila euro.

-© Riproduzione riservata-

Avvocati Pagina 1

Ar-YCon la ríforma 1 avvocatosi mette allo sportello

Saranno istituiti presso ciascun Consiglio dell'ordi-ne gli sportelli del cittadino che avranno lo scopo diorientare i cittadini nel complicato mondo della giu-stizia e fornire informazioni: questo ha stabilito ilregolamento n. 2 del 19 aprile 2013, con il qualeil Cnf ha dato attuazione all'art. 30 della legge n.247!2012.Il servizio sarà totalmente gratuito , le spese saran-no, infatti , a carico di ciascun Consiglio dell'ordine:gli sportelli potranno essere attivati a partire dal 4maggio 2013 e non oltre il 30 novembre 2013.Le informazioni verranno date da avvocati iscrittiin un elenco aggiornato presso il Consiglio dell'or-dine e verrà tenuto un registro , anche in formatelematica , in cui verranno annotati i cittadini chefruiranno del servizio.Finalità non celata sarà anche quella di prevenire ilcontenzioso , e dare utili informazioni sulle formali-tà necessarie relative al conferimento dell'incaricoe sui diritti e gli obblighi che ne derivano.Presso gli sportelli ai cittadini verranno offerteanche informazioni sulle prestazioni professionali,nonché sulla possibilità di rivolgersi al Consigliodell 'ordine, qualora vi sia mancanza di accordo sulcompenso con il proprio difensore, al fine di rag-giungere una sorta di conciliazione.Il cittadino potrà, poi, ottenere utili informazionisugli strumenti di tutela giudiziaria previsti dall'or-dinamento ; sui tempi di massima di un giudizio esui parametri di legge, nonché sugli oneri tributarie le possibili conseguenze della soccombenza; nonpotranno essere richieste informazioni sui giudizipendenti e verranno date informazioni anche inmateria di difesa di ufficio.Logicamente gli avvocati che svolgeranno attivitàdi sportello non potranno indicare il nominativo diavvocati che possano assumere l'incarico profes-sionale relativo alla questione per cui sono forni-te informazioni e orientamento ; nonché assumereincarichi professionali dal beneficiario dei serviziresi in relazione alla questione per cui sono forniteinformazioni e orientamento.

Marza Domanico©Riprodn rione riserv rl i

Avvocati Pagina 2

Agenzia digitale congelataL'esecutivo ritira a sorpresa lo Statuto dall'esame della Corte dei conti

Antonello CherchiCarmine FotinaROMA

Nel migliore dei casi saràsolo un pit-stop, nel peggioreun vero e proprio blocco, chepreludèrà aun profondo ripen-samento o a una lenta agonia.La prospettiva dell'Agenziaper l'Italia digitale è avvoltanell'incertezza dopo che lo sta-tuto, spedito a metà marzo allaCorte dei conti per la registra-zione, è stato ritirato dal Gover-no. E questo significa che al mo-mento l'Agenzia digitale, giàna-ta in ritardo e a cui è affidato unruolo di primo piano nell'attua-zione dell'Agenda digitale, ècongelata. Senza statuto, infat-ti, i tempi della piena operativi-tà si allungano.

Tutto, poi, dipenderà dalleragioni per cui Palazzo Chigiha voluto indietro il provvedi-mento. Secondo l'ipotesi piùaccreditata che circola negliambienti degli addetti ai lavo-ri, il Governo ha ritirato lo sta-tuto perché in questo modo haevitato una bocciatura da par-te dei giudici contabili. L'atto,infatti, conterrebbe più di unpunto debole - dalla dotazioneorganica al ruolo del comitatodi indirizzo, alla possibilità diprocedere a sei assunzioni didirigenti, seppure a tempo de-terminato - che avrebbero sug-gerito a Palazzo Chigi di fare re-tromarcia per più approfondi-te valutazioni.

Più "morbida" la giustifica-zione fornita dalla stessa Agen-zia. «È vero - afferma AgostinoRagosa, che del nuovo ente è di-rettore generale, anche se in

questa fase di transizione svol-ge le funzioni di commissario -lo statuto è stato ritirato dal Go-verno. Ma solo per un vizio diprocedura: è, infatti, stato spe-dito alla Corte dei conti dal mi-nistero dello Sviluppo econo-mico, mentre ci sarebbe dovu-to arrivare direttamente da Pa-lazzo Chigi».

Stadi fatto che il tutto è coin-ciso con l'avvicendamento de-gli Esecutivi e non è escluso

LE LET T URE ALTE R h ì A T DIEPasso indietro per evitareuna probabile bocciaturada parte dei giudici contabili.Il dg Ragosa : solo unproblema procedurale

AgenJa digitale

•La Commissione Ue definisceAgenda digitale la strategia peruna fiorente economia digitaleentro il 2020. Il piano europeoinclude 100 azioni organicheraggruppate in 8 pilastri. L'Italia,come ogni Paese membro, deveelaborare una propria strategia direcepimento, individuando lepriorità e le modalità diintervento. La cabina di regia perl'Agenda digitate italiana è stataistituita il l'marzo 2012

che l'imprevisto stop all'iterdello statuto si trasformi inun'opportunità di riflessioneper il nuovo Governo, ché ere-dita,il pacchetto e government(compresal'Agenziaper il digi-tale) dal precedente. Tant'èche in questi giorni si sta frene-ticamente discutendo sulla pos-sibilità di semplificare la gover-nance dell'Agenzia, assegnan-done la vigilanza e il coordina-mento direttamente a PalazzoChigi (si veda Il Sole 24 Ore del4 maggio). Si eliminerebbe inquesto modo l'incredibile in-treccio di competenze stabilitonel decreto Sviluppo-bis (e con-fermato nello statuto) in baseal quale, di fatto, ogni decisionedell'Agenzia dovrebbe passareper un comitato di indirizzocomposto, oltre che dal diretto-re, da rappresentanti della pre-sidenza del consiglio, di benquattro ministeri (Sviluppoeconomico, Miur, Pubblica am-ministrazione ed Economia) edella Conferenza unificata.

Il premier Letta è intenzio-nato a semplificare assegnan-do un'unica delega, ma tra ca-pi dipartimento, ministri e vi-ceministri competenti c'è chiproverà a frenare fino all'ulti-mo. Se le resistenze sarannosuperate, ad ogni modo, occor-rerà comunque una normache modifichi l'assetto decisodal decreto Sviluppo-bis, conconseguente riscrittura dellostatuto. Morale: l'Agenda digi-tale, sospesa a una trentina diprovvedimenti attuativi, quasitutti ancora da emanare, ri-schiaun lungo ritardo.

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Agenzia digitale Pagina 3

La nuova Agenzia

L'Agenzia per l'Italia digitale,istituita lo scorso giugno con ilprimo decreto sviluppo delgoverno Monti (Dl 83/2012) percoordinare le politichedell'Agenda digitale, assorbestrutture chein passato hannooperato su questa tematica:DigitPA, Agenzia perl'innovazione, nonchéDipartimento perladigitalizzazionedella pubblicaamministrazione e l'innovazionetecnologica della presidenza delConsiglio

Sono organi dell'Agenzia il direttoregenerale, il comitato di indirizzo e ilcollegio dei revisori dei conti. Inparticolare, è stata molto lunga lascelta del dg, passata anche per unavviso di Palazzo Chigi perlaraccolta dei curricula dei candidati.Alla fine a prevalere è stato AgostinoRagosa , ex chief information officerdi Poste Italiane , nominato dal Cdmlo scorso 30 ottobre. Poi un ulterioreallungamento dei tempi è statodeterminato dalla preparazionedello Statuto

Con la creazione dell'Agenzia, si èdeciso di semplificare le politiche diinnovazione, dando vita a un unicoesnello centro di coordinamento.La nuova Agenzia rappresenta unosnodo cruciale nella gestione ditutti i processi di digitalizzazione eammodernamento della Pa, inparticolare per quanto riguarda lavigilanza sulla qualità dei servizi esulla razionalizzazione della spesainformatica, il coordinamento delleiniziative strategiche perladig talizzazione dei servizi pubbliciper cittadini e impresa

L'il marzo il Consiglio dei ministriha dato via libera al decreto cheapprova lo Statuto dell'Agenzia perl'Italia digitale, e lo ha inviato allaCorte dei Conti perla registrazione.Nello statuto (ritirato ieri dal nuovogoverno) tra gli altri compiti cisono: accelerare i processi diinformatizzazione della Pa,razionalizzare la spesa in materiainformatica, diffondere l'uso delcomputer e di internet, contribuiread accelerare lo sviluppo delle retidi nuova generazione (Ngn)

Agenzia digitale Pagina 4

nuovo GovernoI DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

1 criteri di ripartoSul tavolo la proposta di privilegiare le fatturenon pagate per appalti di lavori pubblici

L'iter del decreto alla CameraOggi gli emendamenti dei relatori Causi (Pd)e Bernardo (Pdl), pochi i margini di modifica

Pagamenti Pa, chiesti6miliardiaCdpe 5,2 alla RagioneriaComuni e Province presentano il conto

Eugenio BrunoCarmine FotinaROMA

,..=ma Ora è ufficiale. Il plafondmesso a disposizione degli entilocali dal decreto sblocca debitinon è sufficiente a coprire le ri-chieste di Comuni e Province.Come confermano i dati sui duecanali creati dal Dl 35 per con-sentire alle Pa di smaltire lostock di pagamenti arretrati: daun lato, le anticipazioni di liqui-dità concesse dalla Cassa depo-siti e prestiti (Cdp); dall'altro,gli spazi finanziari chiesti allaRagioneria generale dello Stato.

Alla Cdp sono arrivate do-mande di accesso alla sezione"enti locali" del fondo rotativoper circa 6 miliardi. Afare lapar-te del leone sono stati i Comunicon 1.500 istanze per un impor-to complessivo di 5,8 miliardi dieuro. A cui vanno sommate le 15richieste delle Province per únvalore di 110 milioni e le 25 deglialtri enti locali (53 milioni). Eciò a fronte di , una, dotazionecomplessiva di 4 miliardi (2 mi-liardi a valore sul 2013 e 2 sul2014).All'appello mancherebbe-ro dunque 1,8 miliardi. E ancheper l'altra fonte di finanziamen-to prevista dal decreto si è regi-strato il "tutto esaurito". Sep-pur in misura inferiore. Dal ver-tice tecnico di ieri all'Economiaè emerso infatti che i sindaci

hanno chiesto spazi finanziariper 4 miliardi contro gli 1,2 deipresidenti di Provincia (su cuisi veda il Sole 24 Ore del 7 mag-gio). Con uno sforamento quin-di di 200 milioni rispetto ai 5 mi-liardì dì allentamento del pattoda varare in due tranche: il 90%entro il 15 maggio e il restante10% (più eventuali eccedenze)entro il15luglio.

Al ministero dell'Economiasi è discusso anche dei criteri diriparto di tali spazi finanziari.La bozza di accordo presentatadarebbe priorità ai debiti «perappalti di lavori pubblici certili-quidi ed esigibili alla data del 31dicembre 2012» e a quelli percui sia stata emessa fattura o ri-chiesta equivalente di paga-mento entro il 31 dicembre eche non risultano estinti alla da-ta dell'8 aprile 2013. Poi dovreb-be toccare ai debiti diversi da-gli appalti di lavori pubblici. Leeventuali risorse eccedenti po-trebbero andare infine a rim-borso delle fatture che gli entilocali hanno provveduto apaga-re entro il 9 aprile. A decideresui criteri sarà la ConferenzaStato-città che dovrà vararli en-tro domani ma che non è dettovenga convocatavistò che man-ca ancora l'apposita delega. Inquel caso l'Economia procede-rà dal 15 maggio alla ripartizio-ne in via proporzionale.

Dal ministero dell'Economiaarriva intanto un importantecorrettivo alla piattaforma perla certificazione. Alla luce deiproblemi che hanno finora ral-lentato le connessioni telemati-che delle banche con la piatta-.forma della Ragioneria, infatti, èstata varata una procedura tran-sitoria: in questo modo si do-vrebbe finalmente sbloccare losmobilizzo dei crediti (opera-zioni di anticipazioni e cessio-ne) per il quale all'inizio del 2o12fu costituito daAbi e associazio-ni di imprese un apposito pla-fond dato miliardi.

Sul fronte parlamentare, do-po il parere fornito" ieri dallecommissioni competenti, oggidovrebbe iniziare l'esame degliemendamenti da parte della Bi-lancio. Inoltre, è atteso per que-sta mattina un pacchetto di pro-poste di modifiche dei relatoriMarco Causi (Pd) e MaurizioBernardo (Pdl), che tuttavianon dovrebbe riguardare i temipiù delicati (compensazioni tradebiti fiscali e crediti delle im-prese, silenzio assenso per lacertificazione dei crediti e lapossibilità di cedere il credito al-la C dp) sui quali occorre un sup-plemento di indagine con la Ra-gioneria e il ministero dell'Eco-nomia dopo gli incontri tecniciche si sono già svolti ieri.

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Debiti Pa Pagina 5

Le richieste alla Cassa depositi e prestiti

LA DOTAZIONE DEL FONDOSelezione destinata agli enti locali

Di cui2.000 net 2013

4.000milioni

Di cui2.000 nel 2014

LE RICHIESTEAnticipazioni di liquidità chieste alla Cdp

Di cui Di cui5.800 110 ProvinceComuni i I

5 963milioni

Di cui53 Altri enti locali

Debiti Pa Pagina 6

Crisi, nell'edilizapersi 20milaposti di lavoroin quattro anniANDREA RUSTICHELLI

UNA foto di famiglia conmolti assenti. Il Rap-porto annuale 2012

presentato ieri dalla Cassa edi-le di Roma e provincia offreuno scenario da emergenzasociale. L'edilizia romana habruciato negli ultimi quattroanni 20 mila posti di lavoro, 6mila soltanto nel 2012. Unamoria particolarmente acutatra gli operai non specializzati,-44% solo negli ultimi 12 mesi.Alla fine dell 'anno scorso i la-voratori "superstiti" erano cir-ca 43.500 , la metà non italiani.

I "numeri da brivido", comeli definiscono i responsabilidella Cassa , sono il frutto di 11semestri consecutivi di crisi,oltre 5 anni. Sul settore pesaanche il taglio delle gare per gliappalti pubblici, crollate dal2011 al 2012 del 16 , 6%D. «La cri-si colpisce soprattutto le azien-de che operano nel mercatodell'edilizia abitativa ; marisul-tano in calo , sebbene tenganomeglio , anche il mercato dellamanutenzione , l'edilizia nonabitativa e persino il settoreimpiantistico ed energetico»,affermailpresidente della Cas-sa romana , Edoardo Bianchi.

E sono tutt ' altro che rosee leprevisioni per il 2013. «Nean-che quest 'anno - nota Bianchi- il comparto , ormai allo stre-mo, aggancerà la ripresa. Unperiodo di crisi così lungo, maiverificatosi dal dopoguerra adoggi , sta trasfigurando il setto-re». Innanzitutto le imprese ro-mane si fanno più piccole: peril 76,7% sono ditte con un mas-simo di 5 dipendenti. Da ri-marcare poi l'invecchiamentodella forza lavoro , soprattuttotra gli italiani : l'età media è quidi 44 anni.

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Edilizia Pagina 7

TIIAGEDIAAGEN®VA: SETTE MORTI E DUE DISPERSI

Subito una nuova legge per la sicurezza nei portidi Maurizio Maresca

a vicenda del porto di Genova di-mostra essenzialmente che è inevi-

tabile e indifferibile unaprofonda rifor-ma della legislazione portuale che met-ta al centro la' sicurezza, la tuteladell'ambiente e la loro coesistenza con

iprincipi fondamentali in materia dili-bertà economiche. La riforma dovrà ri-guardareil riordino del sistema dirego-lazione dei porti italiani rafforzando ilruolo e i poteri delle Autorità portualicosì come le caratteristiche diindipen-denza, terzietà e professionalità.

Continua ► pagina 14

Sicurezza porti Pagina 8

MaurizioMaresca

Nuove normeper rendereíportiplU Sicuri

> Continua da pagina i

La legislazione inmateria di sicurezzaall'interno dei porti si

organizza intorno a duefondamentali filoni. Lenorme specificamentepreposte alla tutela dellasicurezza, di cui ai decretilegislativi nn. 271 e 272 del1999 che mettono al centrol'Autorità portuale,l'autorità marittima e le Asl.Queste norme muovono dalvecchio decreto legislativo626 del 1994 e trovano unfondamento diretto nellanormativa comunitaria inmateria di tuteladell'ambiente di lavoro cheindividua criteri metodi efattispecie di responsabilitàpoi attuatenell'ordinamentoitaliano.Il principio di base è quelloche il debito di sicurezza ècircoscritto da standardparticolarmente evolutidovendo il datore di lavoroe la stessa autorità prepostaal controllo adottare tutte lemisure possibile offertedalle praticheinternazionali. Dall'altraparte la tutela dell'ambientee della sicurezza costituisceun valore da tenere inconsiderazione in funzionedellaregolazionedelmercato e cioè quando sitratta di ammettere almercato operatori eprestatori di servizi chedevono dare inequívochegaranzie di non produrreesternalità negative.

La crisi economica da u1lato, che indubbiarx entespinge per comprimeretariffe, accorpare servizi,spesso "accorciando"l'anello della logistica, mâspecialmente una serie dicattive pratiche dove non sicapisce chi è controllore dichi (di fatto condividendo

funzioni di tutela dellasicurezza enti pubblici edenti privati) pongono ilproblema di una maggioreresponsabilizzazione eduna maggiore nettezzaquanto alla gestionedell'ambiente e dellasicurezza.

In particolare il riordinodella legislazione portuale,che si è fermato inParlamento sul finire dellascorsa legislatura - e che lamaggior parte delleorganizzazioni diimprenditori e gran partedelle stesse organizzazionisindacali ha giustamenteindicato come una puraoperazione di maquillage -,deve oggi essere ripresoindividuando con chiarezzale competenzedell'Autorità portuale.Ipoteri dell'Autoritàportuale da un lato devonoessere tali da promuoveresolo imprese (terminalisti,operatori portuali,prestatori di servizieccetera) in grado dioperare sul mercato con altistandard di sicurezza edall'altra parte deve esseremunita dei poteri idonei aintervenire anche conprovvedimenti atipici voltia garantire effettivamente ilbisogno di sicurezza e diconcorrenza, evitando ilfenomeno della delega deipoteri. Ma, specialmente,occorre riordinare leAutorità portualiriducendone il numero,dando luogo adamministrazioni credibiliin grado di presidiareun ambito coincidentecon il mercato rilevantee governate da personedi comprovataprofessionalitàe competenza.

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Sicurezza porti Pagina 9

Le regole. Merlo (Assoporti): restino obbligatori

GENOVA.

,w;o L'incidente della Jolly Ne-ro è un evento talmente trau-matico che nonpuò non accen-dereunfaro sulla sicurezza del-la navigazione nei porti italiani. Eppure, a ben guardare, gliscali del nostro Paese sono, adetta dei tecnici del settore, no-tevolmente sicuri. Tuttavia èchiaro, sussurra un esperto,che «nessunanornla,per quan-to rigorosa, può annullare deltutto i rischi».

Di certo, l'incidente genove-se - a sottolinearlo è Luigi Mer-lo che, oltre a essere presidentedell'Autorità portuale di Geno-va è alla guida di Assoporti -«deve far riflettere chi oggi met-te in discussione i servizi tecni-co-nautici», ossia quelli di pilo-taggio, rimorchio e ormeggionei porti. Merlo allude soprat-tutto agli armatori stranieri

.......................................................................

LA POLEMICAGli armatori stranieri•chiedono di abolirepilotaggio, rimorchio -e ormeggio: li consideranocosti troppo onerosi

che, da tempo, chiedono all'Ita-lia di togliere l'obbligatorietà diquesti servizi, giudicati troppoonerosi. Anche alcuni termina-listi e porti italiani si sono alline-ati, apiù riprese, su queste posi-zioni. Fra questi, recentemen-te, lo scalo di Venezia.

«Un conto sono i costi - pro-segue Merlo - un conto l'esigeri-za che ci sia il servizio. A Geno-va l'incidente è avvenuto nono-stante ci fosse, ma certamente,selanave nonfosse statarimor-chiatae con ilpilota a bordo, og-gi ci sarebbero polemiche for-tissime». Invece, il ministro del-

«Necessari i servizitecnico-nautici»le Infrastrutture, Maurizio Lu-pi, in un'informativa alla Came-ra ha ricordato ieri che «nel2012 ilporto di Genova ha movi-mentato 6.6oo navi con circaigmila operazioni di manovra.Dal 2008 sono stati attivati inve-stimentiper circa Soo milioni e,da quella data, non si sono maipiù verificati incidenti».

In effetti, spiegano i tecnicidi Assoporti, «gli scali italiani,almeno tutti quelli che fanno ca-po a un'Autorità portuale, manon solo, hanno deìpresidi che,al di là di singoli episodi, con-sentono di definirli sicuri. Oltreai servizi tecnico-nautici, chesono finalizzati a garantire la si-curezza della navigazione por-tuale e dell'approdo, ci sono ul-teriori garanzie di sicurezza, co-me lapresenza deivigili delfuo-co e delle guardie ai fuochi. Que-ste ultime fanno servizi integra-tivi antincendio nei porti e vigi-lanza quando vengono trattatimateriali pericolosi».

A questi presidi si aggiungo-no quelli determinati dall'auto-rità marittima, cioèle Capitane-rie. Ogni porto, infatti è discipli-nato dalle ordinanze emesseproprio dalle capitanerie, chestabiliscono la precedenza ne-gli accosti, regolano lo svolgi-mento delle manovre, indivi-duano aree dove manovrare e li-miti di velocità, che cambiano

anche aseconda delle condizio-nimeteorologiche. Le capitane-rie vietano anche l'ingresso dideterminate tipologie di navi inporti che abbiano, ad esempio,fondali senza l'adeguato pe-scaggio. Sempre l'autorità ma-rittima monitora gli spostamen-ti delle navi col sistema Vts(Vessel trafficservice).

Le Capitanerie, infine, ricor-da Carlo Podenzana, docentepresso la facoltà di ingegnerianavale di Genova, «fanno ope-ra di vigilanza sulle navi, percontrollare se le unità che entra-no in porto, comprese quelleche battono bandiera straniera,grazie al sistema del port statecontrol, rispettano le norme disicurezza prescritte». Il. fatto,per esempio, che la jolly Nerosia piuttosto vecchia (costruita37 anni fa), secondo Podenzananon è determinate. «Le navi so-no sottoposte a continue verifi-che, sia dalle capitanerie chedai registri di classifica. E chia-ro che un'unità più vecchia puòavere qualche guasto in più diuna di recente costruzione mala catena dei controlli è forte, inparticolare su quelle battentibandiera italiana. In ogni caso,ritengo non ci siano problemidi sicurezza sulle navi e nei por-ti italiani».

R.d.F.0 RIPRODUZIONE RISERVATA

L'autorità marittimaLe capitanerie, con ordinanzead hoc, disciplinano, tra l'altro,la precedenza negli accosti,regolano lo svolgimento dellemanovre, individuano areedove manovrare e limiti divelocità, che cambiano anche aseconda delle condizionimeteorologiche. Vietano anchel'ingresso di determinatetipologie di navi in alcuni porti.i servizi tecnico-nauticiCon questo termine si<raggruppamoi servizifinalizzati a garantire laSicurezza della navigazioneportuale e dell'approdo, ossiaquelli di pilotaggio, rimorchio eorméggìo.

Sicurezza porti Pagina 10

ryI vantaggi per cittadini e imprese

Più facile avere il Durce bloccare le ipoteche

Alessandro Sacrestano

Con l'innalzamento dellasoglia di debito per ottenere ladilazione a semplice istanza mo-tivata, Equitalia compie unulte-riorepasso di avvicinamento al-le esigenze dei contribuenti, te-nuto conto del mutato contestoeconomico. È facile intuire co-me tale provvedimento contri-buirànonpoco a snellire l'attivi-tà di istruttoria compiuta daifunzionari preposti alla tratta-zione delle istanze di rateazio-ne, con la possibilità, quindi,per l'agente della riscossione diliberare risorse umane da desti-

1r .D1 E DI ",.rwPeri debiti che superanola nuova sogliapersone fisiche e aziendedovranno documentarelo stato di crisi finanziarianare alla gestione di ipotesi piùcomplesse.

D'altro canto - come spiega ilcomunicato - l'innalzamentòservirà anche ridurre il caricoburocratico in capo ai contri-buenti, visto che non dovrannopiù - per importi inferiori à50.000 euro - allegare alcunadocumentazione comprovantela situazione di temporanea eobiettiva difficoltà economica.Nel dettaglio , per soglie di debi-to fino a50 .ooo euro, persone fi-siche ed imprese non dovrannopiù confrontarsi con il valoredell'indice di liquidità e dell'in-dice alfa per poter aver accessoalla rateazione . Le società di ca-pitali, in particolare , non do-vranno più allegare un bilancio- regolarmente approvatodall'assemblea dei soci - dalquale emerga la situazione ditemporanea difficoltà, ben po-tendo presentare esclusivamen-te la modulistica semplificatapredisposta dal concessiona-rio. È chiaro che, anche grazie aquest'ultimo provvedimento,Equitalia si aspetta di veder cre-scere ancora di più l'incasso perle somme iscritte a ruolo. Dalprospetto allegato al comunica-

to stampa, infatti, emerge comesino a tutto aprile 2013 siano sta-te presentate 1.933.387 istanzedi rateazione, per un valorecomplessivo di debito rateizza-ti di oltre 22 miliardi di euro. Pro-prio l'introduzione del sistemadella rateazione ha fatto impen-nare i livelli di ruoli riscossi daparte di Equitalia, con evidentivantaggi, comunque, anche perle imprese. Come ribadisce il co-municato, infatti, il contribuen-te che ha ottenuto la rateazionenon è più considerato inadem-piente e può richiedere il Durcper partecipare allegare di affi-damento delle concessioni e de-gli appalti di lavori, forniture eservizi. Equitalia, infine, nonpuò iscrivere ipoteca nei suoi

confronti né attivare qualsiasialtra procedura cautelare edesecutiva finché si è in regolacon i pagamenti. C'è, però, l'al-tro lato della medaglia, menopiacevole e di cui, del resto,Equitalianonha colpe. Le facili-tazioni in termini di rateazioninon equivalgono sempre ad un"toccasana" perle imprese. An-zi, arrivare al punto di richiede-re la dilazione al concessiona-rio significa che il contribuentesi è gravato di importi - per im-poste e contributi non versati -di almeno un 30% in più in ter-mini di sanzioni, senza contarel'obbligo di versare interessi e ilcontestato aggio dell'8% pro-prio ad Equitalia.

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Durc Pagina 11

Consegnati ieri a Roma i primi quattordici certificati ai Politecnici di Milano e Torino

Bollino di qualità per i corsi di ingegneriaMarzio Bartoloni

-r•_ Un bollino di qualità euro-peo per i corsi di ingegneria cheaiuti gli studenti a trovare più fa-cilmente lavoro ed eviti alle im-prese la caccia disperata di inge-gneri spesso non formati ade-guatamente per entrare da subi-to in azienda. Si chiama «Eur-ace» ed è un sistema di accredi-tamento che si basa sul mutuo ri-conoscimento á livello europeodei titoli di studio in ingegneria.Un bollino di qualità appunto,nato sul modello di quanto fan-no già i Paesi anglosassoni, che.sta prendendo piede in Europadove viene gestito dall'Enaee(European network for the ac-creditation of engineering edu-cation), un'associazione a cuiaderisce anche l'agenzia di certi-ficazione italiana Quacing. Cheproprio ieri, a Roma nella sededella Crui (la conferenza dei ret-tori delle università italiane), haconsegnato i primi 14 certificati«Eur-ace» ad altrettanti corsi diingegneria dei due Politecnicidi Milano e Torino:

L'idea è quella non solo di fa-vorire la mobilità in Europa, madivenire soprattutto incontro al-le esigenze delle imprese che og-gi in Italia faticano a trovarezomila ingegneri da assumere(soprattutto informatici ed elet-trotecnici). Non è un caso chetra i soci fondatori di Quacing cisiano anche Finmeccanica, Fiate Ance (l'associazione dei co-struttori) che sperano di ridurrecosì questo mismatch tra do-manda e offerta dilavoro: « Ilno-stro obiettivo è accorciare la di-stanza che oggi divide ancorauniversità e impresa», avverteClaudio Gentili, responsabileeducation di Confindustria cheha sostenuto questo progettofin dall'inizio. «La formazione

di qualità ormai è un must per leimprese - aggiunge Gentili - e lacertificazione dei corsi di laureaè al tempo stesso una garanziasia per gli studenti che per gli im-prenditori che li devono assu-mere». L'intenzione, dopo ilbat-tesimo di ieri coni due Politecni-ci, è quella di arrivare a certifica-re la maggior parte dei corsi e de-gli atenei: «Quacing - concludeil direttore dell'education diConfindustria - è una realtà le-gata solo all'ingeneria, ma nullaesclude che questo modellopos-sa essere replicato per altri set-tori formativi».

Quacing tra l'altro ha incassa-to sempre ieri anche una prima"promozione" sul campo dapar-te dell'Anvur, l'Agenzia nazio-nale di valutazione del sistemauniversitario e della ricerca, acui è attribuito per legge il com-pito di accreditare corsi e ate-nei. Il suo presidente, StefanoFantoni, ha infatti aperto allapossibilità di riconoscere que-sto sistema di accreditamento,anche perché la stessa Anvurnel suo lavoro può avvalersi distrutture specializzate per que-sto compito. «Eur-ace» si basainfatti su un approccio bottom-up fatto di visite e interviste sulposto per verificare requisiti estandard di qualità e accreditacorsi di primo e di secondo ciclo(«Eur-ace» bachelor ed «Eur-ace» master).

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Università Pagina 12

Tredici Paesi hanno già adottato il sistema delle tariffe incentivanti e cominciano a vedere i primi risultati

Africa terreno fertile per le rinnovabiliIn Sudafrica i piani più ambiziosi: progetti da 7,6 miliardi di dollari entro il 2020

Laura Cavestri

Risorse abbondanti, do-manda in crescita e tecnologialow cost. Secondo il World Fu-ture Council e la Heinrich BöllFound ation una p olitic a energe-tica basata su incentivi e tariffeincentivanti è la strategia giustaper potenziare lo sviluppo dellerinnovabili in Africa.

Powering Africa through Fe-ed-in Tariffs è un rapporto rea-lizzato-dalle due organizzazio-ni indipendenti tedesche, chehanno preso in esame la politi-ca energetica di 13 Stati africani,considerandone l'impatto so-ciale ed economico e valutandole possibili strategie di crescita.

I dati raccolti mostrano chelapolitica degli incentivi e dellecosiddette tariffe feed-in (cosid-detta "omnicomprensiva", cheper almeno un decennio ricono-sce agli impianti rinnovabili"certifificati" una tariffa incenti-vante per tutta l'energia prodot-ta e immessa in rete) è il modomigliore per consentire lo svi-luppo delle fonti rinnovabili nelcontinente africano: se portateavanti in coerenza con le condi-zioni locali, infatti, le tariffe fe-ed-in- si legge nel dossier - con-ducono ad un aumento sensibi-le della produzione dell'ener-gia e ad una maggiore diffusio-ne delle installazioni.

Su 65 Stati nel mondo, sono13 i Paesi che hh Africa l'hannoadottala:` Algeria, Botswana,Egitto, Etiopia, Ghana, Kenia,Mauritius, Namibia, Nigeria,Rwanda, Sudafrica, Tanzania eUganda. E con "personalizza-zioni" non sempre riuscite. Ad

esempio, in Algeria, dove unafeed-in tariff calcolata sul co-sto dell'energia non ha pratica-mente avuto effetti pratici,mentre in Tanzania l'incentivoha mostrato grande efficacia so-prattutto in contesti di piccolerealtà rurali, dove solo il3% del-le abitazioni è connesso alla re-te elettrica.

Meno del 25% delle abitazio-ni dell'Africa sub-sahariana haoggi accesso all'elettricità, ap-pena il 10% nelle aree rurali.L'economia del continente pe-rò ha un tasso di crescita annuodel4%: sei delle dieci economiemondiali che stanno crescendopiù rapidamente si trovano pro-prio nella fascia subsahariana.Fornire quindi energia all'Afri-ca con questi tassi di crescita edove l'industria estrattiva (diper sè energivora) è una risorsasignifica- secondo l'Agenziain-ternazionale delle energie rin-novabili (Irena) - installare im-piantiper produrre almeno 900terawatt aggiuntivi entro 20 an-ni. L'Irena prevede che la quotadi energia da rinnovabili inAfri-ca potrà passare, in media, dal17% del 2009 al So% nel 2030.

Il rapporto Powering Africacontiene, infine, alcuni consiglisu come modulare corretta-mente l'incentivo, evitando, adesempio, di appesantire le bol-lette dato il livello di povertà etassando maggiormente i com-bustibili fossili o usando fondiinternazionali per il clima.

A fare da traino al settore è ilSudafrica, che ha lanciato unprogramma ambizioso: entro il2020 il 42% della produzione dienergia deve provenire da fontirinnovabili, e l'irraggiamentoarriva a 2mila ore equivalentil'anno, il 40% in più rispetto alSud Italia. Come obiettivo inter-medio al 2016 il Paese punta a3,5 GW tra fotovoltaico e solaretermico, mentre la stima degliinvestimenti totali al 2020 inrinnovabili del Governo è di 7,6

miliardi di dollari. I meccani-smi d'incentivazione sono basa-ti su un sistema di aste competi-tive per gli impianti da 5 a 75MWp e conun sistemamolto vi-cino alla feed in tariff per la ta-glia da i a 5 MWp (il megawatt"picco" è l'unità di misura dellapotenza massima dell'impian-to fotovoltaico).

«I meccanismi autorizzativisono semplici e veloci - spiegaSalvatore Moncada, Ceo diMoncada Energy Group (16omilioni di euro di fatturato ag-gregato e circa un migliaio di di-pendenti) -. Fatta un'asta nellaseconda metà del 2011, Si puòentrare in esercizio entro il2013. Le aste contemplano oltreal miglior prezzo dell'energiaanche l'occupazione prodottae la ricaduta sull'economia lo-cale tramite il meccanismo delLocal Content, che per l'acces-so alla tariffa prevede l'utilizzonella fase di costruzione degliimpianti di tecnologie prodot-te in Sudafrica, per un minimodel45% dei costi d'investimen-to». Moncada si è aggiudicatoin Sudafrica la realizzazione didue impianti da 95 MWp. Il co-sto complessivo dell'investi-mento è di circa 240 milioni dieuro, di cui il 25% con risorseproprie e il restante 75% daStandard Bank Sud Africa. «Inquanto anche produttori di tec-nologia - ha concluso Monca-da- recuperiamo margini nellaproduzione dei sistemi e riu-sciamo a essere competitivi ab-battendo i costi».

«Stiamo per chiudere il con-tratto d'avvio del primo impian-to da 1o MGw in Sudafrica - haspiegato Stefano Neri, presi-dente di Ternienergia - ed è lanostra prima .esperienza. Nel2013 stimiamo 9o.milioni di fat-turato dal solo Sudafrica. Unapiattaforma interessante ancheper Botswana, Namibia e, in fu-turo, il Senegal».

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Energia rinnovabili Pagina 13

Le previsioni di crescita

LA SITUAZIONE ATTUALEGenerazione di elettricità per tipo di fonte nell'Africasub-sahariana. In percentuale sul totale

Idroelettrico60

Totale145

Carbone5

AltroI.

LO SCENARIO AL 2015Generazione di elettricità nell'Africa sub -saharianaper regione. In TWh

X2008 ..,2015

Africa Africa Africa Africaorientale meridionale occidentale centrale

24 40 302 393 42 76 16 40Petrolio18

Gas16

L'ATTRATTIVITADEL CONTINENTE

La necessità di diversificazioneenergetica e di elettrificazione dellearee rurali porterà entro il2015 atriplicare gli investimenti rispetto al2010. Soprattutto degli impianti offgrid (non connessi alla rete). Perquelli connessi in rete, i più attivisono Sudafrica, Kenya e Nigeria

Secondo l'Agenzia internazionaleper lo sviluppo delle energierinnovabili Irena, l'eolicopotrebbe contribuire, entro il2030, al15% della produzioneelettrica africana, con picchi piùelevati in Sudafrica, Marocco,Mozam bico e Corno d'Africa

Nel2011 i governi di Sud Africa eRepubblica Democratica del Congohanno siglato u n 'intesa perla 'costruzione della diga di Grand Ingasul fiume Congo.:ll costo stimato è di80 miliardi di dollari (più 10miliardi per le reti di collegamento).Mai lavori vanno a rilento.

+6%Capacità elettrica in Ghanat l'aumento della produzione inGhana grazieal più grande parcofotovoltaico d'Africa in costruzione

89CentesimiIn Sudafrica è il costo di unkilowattora dall'eolico contro i 97centesimi dell'energia da carbone

.a

Megawattt la quantità di energia che GrandInga potrebbe produrre a pienoregime. Un terzo di tutta l'Africa.

RATING MONDO & MERCATI RATING MONDO & MERCATI RATING MONDO & MERCATI.................................................................................................................................................................................................................................

ALTO MEDIO MEDIO

Energia rinnovabili Pagina 14

Fotov Mfkoo Primo passo formale della Commissione Ue che propone al comitato antidumping tariffe tra il 35 e il 68%

L'Europa mette i dazi sui pannelli cinesiIn vigore da giugno, definitivi da dicembre senza un'intesa con Pechino

Beda RomanoBRUXELLES. Dal nostro corrispondente

r: Laprocedura che dovrebbeconsentire all'Europa di impor-re dazi provvisori sull'importa-zione di pannelli solari dalla Ci-na ha fatto ieri un passo avanti.La Commissione ha dato ilbene-stare a questa misura, chieden-do a un apposito comitato dei 27paesi membri di dare la suavalu-tazione. Una decisione definiti-va dovrebbe essere presa entrol'inizio di giugno. La notizia haprovocato un aumento in borsadei titoli delle principali societàeuropee del settore.

«La Commissione ha chiestoai paesi membri di pronunciar-si» sull'ipotesi di introdurre da-zi anti-dumping in media del47%, ha spiegato ieri un espo-nente comunitario che haprefe-rito non essere citato perchél'iter procedurale è in corso (siveda Il Sole/24 Ore del 4 mag-gio). «Il processo di consulta-zione è stato avviato". Una riu-nione dei 27 è attesa per la setti-manaprossima. ABruxelles l'at-tesa è che l'opzione venga accet-tata e che i dazi potrebbero en-trare in vigore all'inizio delprossimo mese.

Da mesi ormai l'Europa sta fa-cendo i conti nel settore dei pan-nelli solari con la produzione ci-nese a basso costo e spesso sussi-

diata dallo stato. Nel 2011, la Ci-na ha venduto questi prodottinei paesi dell'Unione per un to-tale di 21 miliardi di euro. Alcunistati membri hanno protestatoformalmente. Altri, come la Ger-mania e la Francia, vogliono tro-vare un'intesa politica con la Ci-na per evitare eccessivi dissapo-ri con il gigante asiatico; metasempre più importante delleesportazioni europee.

L'ambasciatore cinese pressol'Organizzazione mondiale peril Commercio, Yi Xiazhun, haspiegato a Reuters: la decisione«manderà il segnale sbagliato almondo che il protezionismo èdi ritorno». Non si è espresso sueventuali ritorsioni.

Le misure proposte sono dazitemporanei, in attesa che l'inda-gine in corso venga conclusa indicembre. Solo allora Bruxellesdeciderà se confermare i dazi(di solito per cinque anni). Laprocedura a tappe è quindi tan-to un iter giuridico quanto un'ar-ma negoziale.

Secondo le imprese europeedel settore, ormai le aziende ci-nese controllano l'8o% del mer-cato europeo. La produzione dipannelli solari in Cina è quadru-plicata tra il 2009 e il 2ou. Gra-zie all'enorme economia di sca-la, i prodotti cinesi sono del 45%meno costosi di quelli costruitiin Europa.

Le società europee hannouna quota del 50% del mercatomondiale, stimato a circa 77 mi-liardi di curo. Ieri i titoli deigruppi europei sono saliti inBorsa: SolarWorld, PhoenixSolar e Centrotherm sono bal-zati fin del 7%.

La Germania e l'Italia conti-

nuano a essere mercati dinami-ci nel settore dei pannelli sola-ri. Fino a qualche anno fa le im-prese dei due paesi erano parti-colarmente competitive. Oggisono spesso in grave difficoltà.Nella Repubblica Federale, So-larWorld ha passività per 900mlioni di euro, mentre Q-Cellsha annunciato il fallimento, ilche ha complicato non poco laridefinizione del piano energe-tico nazionale. Secondo l'Asso-ciazione europea dell'industriafotovoltaica (Epia), Germania,Cina, Italia e Stati Uniti sononell'ordine i principali mercatimondiali.

AZIONI A TENIAGLBruxelles accusa la Cinadi aver invaso il mercatoeuropeo a colpi di sussidiNegli Stati Uniti barriereoperative dall'anno scorso

Primato in pericolo

IL FOTOVOLTAICO IN EUROPAIn percentuale sul mercato europeo nel 2012

Italia20

Germania44

Europa Asia Pacifico illAmeriche

2008 2009 2010

6,708 7,376 17,064

Fonte: Epia

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Francia6

Regno Unito6

Grecia-5

Bulgaria5

Altri14

IL QUADRO GLOBALEInstallazioni di moduli fotovoltaici in megawatt

Cina ['ffi Resto del mondo

2011 2012

30,391 31,095

r:

Fotovoltaico Pagina 15

Il Cda del Fondo ha deliberato l'4r. viso 01/03 chC v anzia corsi e selinnari per i dipef"lder"rtr

Formazione, bando da 1,5 minAttività su misura eifabbisogni degli studi professionali

1 via il bando da 1,5milioni di euro per fi-nanziare la formazio-ne negli studi profes-

sionali. Lo scorso 18 aprile, ilconsiglio di amministrazione diFondoprofessioni, presieduto daMassimo Magi, ha deliberato lapubblicazione dell'avviso 01113,per il finanziamento di attivitàcorsuali e seminariali rivolte alpersonale dipendente deglistu-di professionali e aziende ade-renti al Fondo. Il nuovo bandoha riservato 700 mila euro perla realizzazione di corsi rivoltial personale degli studi profes-sionali, che applicano il Ccnlstudi professionali; altri 600mila giuro sono invece destina-ti ai corsi rivolti ai dipendentidelle società, che applicano altricontratti; infine per l'organiz-zazione di seminari sono statimessi a budget 200 mila euro.La scadenza per la presentazio-ne delle domande formative èfissata al 3 giugno 2013.

«Le risorse stanziate per ilbando sono l'ennesima con-ferma dell'impegno concreto

da parte di Fondoprofessioniper la crescita delle compe-tenze professionali dei lavo-ratori degli studi professionalie delle aziende che operanonel nostro Paese», sostieneMassimo Magi, presidente diFondoprofessioni. Al. sistemadella formazione continua inItalia deve essere valorizzatose vogliamo favorire un realesviluppo, basato sulla crescitadelle i isorse umane».

Attraverso le risorse dell'av-viso 01/13 sarà possibile for-mare gratuitamente migliaiadi dipendenti di studi profes-sionali e aziende, finanziandoattività formative «su misura»,calibrate sui fabbisogni forma-tivi provenienti da dipendentie datori di lavoro. «Rimania-mo fermamente convinti deldeterminante ruolo dei FondiInterprofessionali, soprattut-to in settori che richiedonoelevate competenze da partedel personale dipendente perrimanere al passo con le con-tinue evoluzioni operative enormative, come nel caso degli

studi professionali», ribadisceil vicepresidente del Fondo Ro-setta Raso.

Sempre nell'ambito dell'av-viso 01/03, il Fondo ha indivi-duato un massimale di risorseerogabili per piano formativopari a 30 mila giuro. Ogni pianoformativo, corsuale o semina-riale, potrà essere compostoda più progetti. I singoli pro-getti potranno avere, nel casodei corsi, una durata da 16 a40 ore. Mentre i seminari po-tranno avere una durata di4 oppure 8 ore. Anche rispet-to al numero di partecipantiesistono differenze tra le duetipologie. Infatti, ogni progettocorsuale dovrà avere un nume-ro di discenti incluso tra 4 e 16,mentre per i seminari la plateadovrà necessariamente esserepiù vasta.

Nel dettaglio, la presen-tazione dei piani formativipuò essere effettuata da entiformatori accreditati pressoil Fondo, per conto degli entiproponenti: studi professiona-li, aziende, consorzi, ATS, ATI,organizzazioni di rappresen-tanza, studi professionali perconto di aziende collegate. Glienti proponenti riconosciutidal Fondo nell'ambito del ban-do 01/13 potranno richiedereil finanziamento, tramite ilsupporto di un ente formatoreaccreditato, al fine di garantireai dipendenti la partecipazio-ne a corsi o seminari gratuiti,realizzati attraverso le risorsemesse a bando da Fondoprofes-sioni. Gli studi professionali eaziende che intendono parteci-pare al bando dovranno essereaderenti al Fondo. L'adesione siesprime riportando la dicitura«FPRO», seguita dal numero didipendenti all'interno della cel-la «Adesione Fondo», presentenella denuncia Uniemens.L'adesione a Fondoprofessioniè gratuita e può essere svol-ta dallo studio di consulenza,nell'ambito della «denunciaaziendale».

Gli enti formatori accredi-tati, per la presentazione diun piano formativo, dovran-no compilare il formulario

elettronico all'interno dellapiattaforma informatica pre-sente sul sito www.fondopro-fessioni.it. Allo stesso tempo,dovrà essere inviata al Fondola documentazione di presen-tazione prevista dal bando.Nello specifico, ai fini dell'am-missibilità del piano formativoentro ila giugno 2013 dovran-no pervenire all'indirizzo [email protected]: la domandadi finanziamento, l'accordosindacale, la documentazionerelativa al soggetto proponen-te. Una commissione tecnica divalutazione procederà all'ana-lisi qualitativa dei piani forma-tivi presentati, all'attribuzionedei relativi punteggi, alla de-finizione delle graduatorie deipiani formativi che accederan-no al finanziamento.

Per informazioni sulle moda-lità di presentazione dei pianiformativi e per un supportooperativo nella fase di presen-tazione è possibile contattare ilnumero 06/54210661 o scriverea [email protected].

Formazione professionale Pagina 16