13
Settimanale di sahite e bellezza Cura FEGATO CHE COSA GLI FA BlHl F COSA NO ATTENZH ALL'INFLUENZA come difendersi dagli speculatori .s

CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

  • Upload
    lethuy

  • View
    216

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

Settimanale di sahite e bellezza

CuraFEGATOCHE COSA GLI FABlHl F COSA NO

ATTENZHALL'INFLUENZA

come difendersidagli speculatori

.s

Page 2: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

L Marroni, caffelatte,A ^bianchi, blu, va-

riegati, piani, ton-^deggianti, pelosi o

no: sono i nei. Queste for-mazioni della pelle, chepossono essere grandi dameno di un millimetro adiversi centimetri, inte-ressano tutti e, benché laloro presenza sia "stabili-ta" fin dalla nascita, pos-sono comparire a qualun-que età. E non solo sullapelle, ma anche sulle mu-cose, sugli occhi e p orsinosulle unghie.

^Nella stragrandek maggioranza deir casi si tratta sem-

r plicemente di lesio-ni benigne, ma può anchecapitare che dietro lesembianze di un neo si na-sconda invece un melano-ma, un tumore della pellemolto aggressivo. Ognunodi noi può comunque faremolto per salvaguardarela propria salute, perchése il melanoma viene indi-viduato allo stadio inizia-le la guarigione è pratica-mente assicurata. Comecapire allora se si tratta ono di un innocuo neo?Come evitare rischi?Quando farsi controllare?E ancora, a che punto è laricerca in questo campo? >Vediamolo insieme. 3

A cura di Datitela Ercolani.Con la consulenza del dottarAntonino Di Pietro, direttoredel Sei-vizio di dermatologiadell'ospedale "L. Marchesi" diInzogo (Mi), e della dottoressaMaria Teresa Baldini,responsabile dei programmidi prevenzione dei melanomidella Lega italiani! prr leilotta-

RICONOSCEREI "BUONI" EI "CATTIVI"

Page 3: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

Una grande famiglia

Si parlagena •icamentedi nei, ultiquestemacchie dellapelle nonsono certotutte uguali:varianoinfatti percolore, forma,dimensioni eposizione,• / neipausanovenire deltuttoiffnora fi,oppure essereconsideratiun vezzo o, alcontrario, unaimbarazzantepresenza cherovinal'estetica. Madi sicuro sonoinnocui perla salute.

PRESENTI SINDALLA NASCITA• I nei, che in termine medico ven-gono detti anche "nevi", sono unamalformazione della pelle "conge-nita", cioè presente sin dalla nasci-ta. Al momento di venire al mondo,dunque, ogni persona ha già il propriobagaglio di nei che la accompagneràtutta la vita.• Queste macchie non sono peròtutte subito visibili e alcune posso-no "venire alla luce" solo in un se-condo tempo. I nei più profondi pos-sono, infatti, impiegare anche molti an-ni prima di apparire all'esterno.• E' quindi possibile che nel corsodella vita questi piccoli ammassicellulari "anomali", ma benigni,compaiano all'improvviso, ed è perquesto motivo che non devono subitospaventare.• Non è ancora chiaro il perchéciò si verifichi, ma si ritiene che lecause possano essere sia un'ecces-siva esposizione al sole sia traumidella cute. Il fatto, però, che spesso inei si moltipllchino e si modifichino nelcorso della pubertà e della gravidanza,lascia supporre che anche gli ormoniabbiano una certa influenza.

INTERESSANO DIVERSISTRATI DELLA PELLE

/ nei sono presenti sindalla nascita, ma non

sempre risultano visibili.

• I nei, contrariamente aquanto si può pensare,non sono tutti situati allostesso livello della pelle,ma possono interessare sial'epidermide sia il derma.• L'epidermide è lo stratopiù superficiale della pel-le ed è composto da cellu-le (i cheratinociti) che sal-gono progressivamente versol'alto, fino ad arrivare al li-vello più esterno (strato cor-neo) che forma una sorta di"scudo protettivo". Man ma-no che quelli vecchi muoionoe si distaccano, altri cherati-nociti vengono generati dallecellule "madri", situate nellostrato più profondo dell'epi-dermide.• Altre cellule, dette me-lanociti, sono invece ad-dette alla produzione dimelanina, il pigmento pro-tettivo che determina il colo-re della cute, e da cui traggo-no origine i nei.• n dei-ma è lo strato piùprofondo della pelle, mol-

NON SOLOSULLA CUTE• I nei, oltre che ov-viamente sulla pelle,possono fare la lorocomparsa anche su al-tre superfici del corpo.Vediamo, in particolare,dove.• Sulle mucose (i tessu-ti di rivestimento dellasuperficie interna degliorgani cavi e dei canaliche comunicano conl'esterno, come, ad esem-pio, la bocca);• sulle sclere (la partebianca dell'occhio);• sulle unghie.

to più spesso dell'epider-mide. Oltre alle fibre collage-ne ed elastiche (il sostegnodella pelle) e alle cellule che leproducono (i fibroblasti), con-tiene i follicoli piliferi, leghiandole sebacee e sudoripa-re, i vasi sanguigni e i nervi.• A seconda della sua po-sizione nella cute, il neopuò essere detto:• giunzionale, se si trovasolo nell'epidermide;• dermico, se è situato inprofondità e interessa il der-ma;• composto, se si trova fral'epidermide e il derma.

DICHECOLORESONO?• I nei possono avereuna vastissima gammadi colori, anche sequelli più comuni van-no dal bruno intensoal marroncino. La lorotonalità è dovuta alla pre-senza più o meno alta dimelanina, il pigmento checonferisce alla cute il suonaturale colore.• Alcuni possono ave-re anche un coloritoroseo oppure, addirit-tura, essere più chiaridella stessa pelle. Sonoi cosiddetti nei "acromici",termine di origine grecache significa "senza colo-re", e sono dovuti alla ca-renza (o alla totale man-canza) di melanina.• Altri nei, più rari,possono anche essereblu. Questa colorazione èdovuta alla presenza disangue venoso.

II

Page 4: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

DI VARI TIPI• Oltre al colore, i nei si differenziano anche per la for-ma che possono avere, piana oppure no, e per la posi-zione che occupano sulla superficie del corpo. Ma nonsolo. I nei, infatti, appartengono ad alcune "categorie" ben di-stinte runa dall'altra. Eccole.

IL MEO PIANO• E' il neo più comune(può trovarsi in ogni par-te del corpo) e si presentacome una piccola macchiasuperficiale e pianeggiante.• Alcune volte, però, que-sti nei possono essere so-lo leggermente rilevatisulla superficie della pel-le, anche se al tatto non han-no consistenza. Passandocisopra il polpastrello, insom-ma, non se ne avverte la pre-senza. I nei piani si caratte-rizzano anche per:• av ere_d i men sion j_d n_2z4millimetri fjno_a_un_centimgztro;• essere_di colore piuttostouniforme (generalmentemarroncino);• avere i bordi regolari e ro-tondeggianti.

IL NEO TUBEROSO• E' anch'esso piuttostocomune, ed è chiamatounche Men dome" per ilsuo aspetto "a cupola". Hauna superficie liscia e puòavere alcuni peli sulla suabase.• Spesso questi nei si tro-vano sul viso (si pensi aquelli che aveva il famosogiornalista Bruno Vespa),oppure sul tronco (spalle,torace). I nei tuberosi si ca-ratterizzano anche per:• avere. ima grandezza va-rì.ihilfì_da_una_capocchifi difiammifero a un pisello:

iar()4 similea quello della carne (solo piùraramente possono assume-re sfumature scure);• essere multiformi.

IL NEO VERRUCOSO• E' simile al neo tuberoso per l'aspetto "a cupola",ma si differenzia da quest'ultimo per avere una su-perficie rugosa che ricorda al tatto quella di un ca-volfiore. I nei verrucosi possono anche essere peduncola-ti, cioè avere una parte di sostegno interna alla pelle e unaparte più esterna, che li fa assomigliare a funghi.• Possono essere presenti su tutto il corpo, ma ge-neralmente si trovano molto più facilmente sultronco. I nei verrucosi si caratterizzano anche per:• ayer_e_dimensipni variab_ili_da una capocchia dìJiammizfcro a una nocciola;• essere_spessQ_rjelo_sjj• essere di colore rosa-rossiccio,

IL NEO ACROMICO• Neo "acromico" signifi-ca letteralmente "senzacolore": si tratta, infatti,di nevi che sono più chia-ri rispetto al resto dellapelle a causa della totalemancanza di melanina, ilpigmento che conferiscealla cute la sua naturalecolorazione. Questa man-canza è dovuta all'assenza in

questi nei di melanociti, cioèle cellule incaricate, appun-to, della produzione dellamelanina.• La superficie è general-mente pianeggiante, e so-lo a volte può apparirelievemente rilevata. I neiacromìci si caratterizzanoanche per:• avere una_grande.7.z_a_vjvrighile da 3-4 milliniet.ri_a_2;3 centimetri.

IL NEO GIGANTE• II nome la dice lunga -su questo tipo di nei. I nevi"giganti" possono infatti superare i 20 centimetri didiametro, ed essere quindi particolarmente sgradevoli daun punto di vista estetico.• Si tratta di malformazioni cutanee presenti sindalla nascita, e che in molti casi possono essere ri-coperte di peli. I nei giganti sì caratterizzano anche per:• poter essere di varie_tp_na1ità di marnine, da quello piùscuro a quello più chiaro;• nQii_aY_ertM.in^^xe_i]njformei poiché all'interno dellostesso neo possono essere presenti più sfumature di mar-rone.

IL NEO BLU• E' un neo inserito moltoin profondità nel derma,e deve la sua tonalità blu ce-rulea alla presenza di san-gue venoso.• Può essere presente invarie parti del corpo, maspesso interessa il viso, epoiché le sue dimensioni pos-sono essere importanti (da 2-3 centimetri di diametro finoa oltre 10-15 centimetri),rappresenta un problemaestetico a volte rilevante.Due caratteristici nevi blusono il nevo di Ito e il neve diOta. Vediamo di che cosa sitratta.

QUELLO DI ITO...• E' simile al nevo di Ota,ma se ne differenzia perla scelta della posizione.Il nevo di Ito, infatti, non in-teressa il volto bensì la partealta delle spalle ("sede clavi-colare deltoidea").

... E QUELLO DI OTA• Si tratta di una specie dimacchia "fusco-cerulea"(bluastra) che colpisce ilvolto, e in particolare la fron-te, l'orbita (la cavità ossea cheospita l'occhio), la sclera (laparte bianca dell'occhio) e lacongiuntiva (la sottile mem-brana che tappezza la super-ficie interna della palpebra ela parte anteriore dell'occhio).Interessa, in particolar modo,il sesso femminile.

•̂•̂ •̂̂ ••̂ •̂•••1LA MACCHIAMONGOLICA• Caratteristica dellarazza mongolica, com-pare, di rado, anche nellepopolazioni indoeuropee.• E' di colore scuro epuò *>ssoro larga alcu-ni centimetri. Comparesulla zona dell'osso sacro etende a sparire con l'età.

Ili

Page 5: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

IL MEO DI SUTTON

• E' detto anche "Halonevus", per-ché ha un insolito alone bianco checirconda la parte marrone interna.Inizialmente, infatti, questo neo si pre-senta con un alone chiaro intorno, che èuna zona senza melanina. E' possibileimmaginarselo come una sorta di uovofritto: ha cioè la pai-te centrale più scura(il tuorlo) che è il neo, e intorno la pai-techiara (l'albume) che è l'alone.• n neo di Sutton si caratterizza inparticolar modo per la sua tipicaevoluzione nel tempo, che porta al-la sua scomparsa. Dopo qualche meseo qualche anno, infatti, l'alone bianco"conquista" la parte centrale scura, chetende così a scolorirsi. Pian piano il neosi vede sempre meno, finché risulta visi-bile solo una macchia bianca. Succes-sivamente anche questa si modifica; co-mincia a colorarsi (a "pigmentarsi") co-me la pelle circostante, fino al momentoin cui si cancella ogni traccia dellamalformazione cutanea. Colpisce inparticolar modo il tronco e solo in misu-ra minore gli arti (braccia e gambe).

IL NEVO DI SPILUS• E' un neo ritenuto abbastanza"curioso" per la sua colorazione.Si presenta infatti come una mac-chia color caffelatte, con punteggia-ture più scure al suo intemo.• II uovo di Spilus ha dimensio-ni rilevanti."perché può variaredalla grandezza di una moneta aquella del palmo di una mano.

SE INTERESSANO LE UNGHIE

LE LENTIGGINI• Sono nei molto superficiali, pic-cole formazioni rotondeggianti chepossono avere un diametro da meno diun millimetro a 3-4 millìmetri. Spessoregrediscono dopo i 30 anni, e non subi-scono una grande influenza, contraria-mente a quanto si ritiene, dall'esposizio-ne al sole.• Le lentiggini, infatti, sono pre-senti tutto l'anno, e non vanno confu-se con le efelidi, che invece si rendonovisibili solo dopo l'esposizione ai raggidei sole. Non vanno neppure confusecon le "lentigo senili", cioè le macchiecutanee che compaiono sulla pelle dellepersone anziane. Queste ultime sono do-vute a un accumulo di melanina e inte-ressano solamente le zone fotoesposte(cioè esposte alla luce del sole): mani, vi-so, collo eccetera.

• I nei non compaiono solo sullapelle, ma possono rendersi visibilianche in altre superfici del corpo.E alcuni si trovano anche sulle unghie.• Si tratta dei cosiddetti nei un-gueali, che si caratterizzano perapparire come una striscia longi-tudinale di colore marrone scuro

che attraversa l'unghia per tutta lasua lunghezza.• I nei ungueali, infatti, spuntanosulla matrice (la parte inizialedell'unghia) e poi risalgono lungola lamina interessando soprattutto illetto ungueale (la parte di cute dovepoggia l'unghia).

ALCUNI SONO PIÙ' "A RISCHIO• Vi sono anche nei,più particolari, su cuisi discute molto incampo medico. Esistonoinfatti macchie cutanee dicui non è certa l'innocuità,ma non è neppure provatala possibile malignità.

IL NEVODI SPITZ-ALLEN• Compare nei primianni di vita del bambi-no, spesso all'improv-viso, e interessa prin-cipalmente il volto egli arti. Appare rilevatorispetto alla superficiedella pelle e ha una for-ma tondeggiante.

• In molti casi si rias-sorbe spontaneamen-te, ma può capitare che,invece, assuma caratteri-stiche di colore bruno in-tenso e irregolare.• Se ciò accade è pre-feribile asportarlo chi-rurgicamente perché siè visto che, dall'esamespecialistico, risultanospesso anomalie cellulariche lo differenziano da unneo normale e che potreb-bero, con il tempo, tra-sformarsi in qualcosa dipiù serio. Gli specialistinon sono ancora sicuri diquesta eventualità, mapreferiscono in questi ca-si non rischiare.

IL NEVODISPLASICO• Noto anche come"neo di Clark", presen-ta a livello clinico carat-teristiche simili a quelledei rnelanomi (cioè irrego-larità nel colore e nella for-ma), ma sottoposto agli ac-certamenti dopo l'asporta-zione chirurgica, non si no-tano anomalie tumorali.• Tuttavia, come per ilnevo di Splitz-Allen,sono presenti anoma-lie cellulari che lo dif-ferenziano da un sem-plice neo. Nel dubbio, sipreferisce asportarlo chi-rurgicamente.

A CHE PROFONDITÀ' SI TROVANO• II neo pianopuò essere giunzionale(epidermico), dermico ocomposto (dermo-epidermico).• 11 neo tuberosoè dermico.9 FI neo verrucosoè dermico.• II neo acromicopuò essere giunzionaleo dermico.• n_ne_o_giganteè quasi sempre composto.• II neo unguealeè dermico.• H neyojjluè dermico.9 La macchiamongolica può esseregiunzionale o dermica.• R neo d i Suttonpuò essere giunzionale

o dermico.• II nevo di Spiluspuò essere giunzionaleo dermico.• II nevo di Spitz-Allen può essere

giunzionale o dermico.• Jl_n_e_o_d ispj a sicoè composto.• Le lentigginisono sempregiunzionali.

IV

Page 6: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

Il mela noma

• La presenzadi nei sullapelle è deltutto normale,cosi conte leloro lievimodificazion inegli anni.Mailmelanomanon è un neo,bensì untumore dellacute che puòsolo esserescambiatoper unainnocuamacchiadella pelle.• E se èsbagliatoallarmarsiinutilmente,10 è ancora dipiù trattare11 problemasenza ladovutaattenzione,perché i rischipossono esseremolto seri.• Secondo gliultimi datiIstat, infatti,in Italia cisono ognianno 4.000nuovi casi dimelanoma, dicui 1.400mortali. Enegli StatiUniti,Vincidenzadel melanomadal 1930 al1996 ècresciuta di18 volte.

CHE COS'È'• II melanoma è un tumore malignoche compare sulla pelle ed è la conse-guenza della degenerazione dei melanociti(le cellule che producono la melanina).• Può colpire a ogni età, ma moltospesso compare tra i 30 e i 60 anni»mentre è quasi del tutto sconosciuto neiragazzi al di sotto dei 15 anni.• E' più frequente nel sesso femmini-le ed è più comune, nelle donne, agli artiinferiori e, negli uomini, al tronco.

QUANTI CASI IN ITALIA?• In Italia vengono registrati ogni anno 8-9 casiogni 100.000 abitanti; quindi, fortunatamente, non èuna malattìa molto diffusa.• Nel mondo i Paesi più colpiti dal melanoma sonol'Australia e la Nuova Zelanda, dove il numero deicasi sale a 25 ogni 100.000 abitanti. Ma anche più vici-no a noi, nel Nord Europa, questo tumore interessa 15 per-sone ogni 100.000.1 melanomi rappresentano circa il 2 percento di tutti i tumori, e sembrano essere in aumento.

LA MAPPA DEI PUNTI CRITICI• In alcune sedi ilmelanoma si sviluppacon maggior frequenzarispetto ad altre. Eccoquali sono.

SCHIENA

34 per centoFemmìnea14 per cento

BRACCIA

8 per centoFemmine:14 per cento

GAMBE

23 per centoFemmine:51 per cento

VOLTO

18per centoE&XBSHÌtUS.

15 per cento

TORACEE ADDOME

17 per centoFemmine^

6 per cento

// melanoma puòcomparire inpersone diqualsiasì etàanche se è piùfrequente tra i 30 ei 60 anni e colpiscedi più le donne.Tra queste è piùfucile che compaiasulle gambe,mentre tra gliuomini è piùcomune sullaschiena.

COME SIDIFFONDE• n melanoma è un tumo-re "visibile", ma può co-munque passare inosser-vato proprio per la somi-glianzà con i nei. All'inizio,infatti, si manifesta sulla cu-te come una macchia più scu-ra che un occhio non espertopuò facilmente confonderecon un innocuo neo.• A differenza dei nei,però, quando si tratta diun melanoma le celluleche compongono la mac-chia cutanea hanno unDna alterato, cioè delle in-formazioni genetiche anoma-le. Fortunatamente il mela-noma non è subito aggressi-vo, e rimane a lungo in unostato poco invasivo.

SI EVOLVEIN DUE FASI• L'evoluzione di questotumore ha infatti un an-damento a due fasi:• la prima fase è quelladella somiglianzà con inei, durante la quale la sua"cattiveria" è solo teorica;• la seconda* in cui iniziala fase più "cattiva", è in-vece quella in cui possonocomparire alcune nodula-zioni e la differenza con lealtre macchie della pelle di-venta più marcata.

Page 7: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

• Poco a poco, la macchiatende a modificare il pro-prio aspetto, a estendersi inlarghezza e in profondità. Ibordi diventano irregolari, e ilcolore più scuro o variegato.

GLI STADIPIÙ'AVANZATI• Negli stadi più avanza-ti, quando cioè il melano-ma raggiunge gli stratipiù profondi della pelle,diffonde nell'organismocellule tumorali attraver-so il sangue. I suoi bersaglisono dapprima i linfonodi re-gionali (i nodi delle stazionilinfatiche situati nelle ascel-le, nel collo e nell'inguine) e,successivamente, organi delcorpo molto lontani dal pun-to di origine (metastasi).• La diagnosi di melano-ma non deve quindi esse-re considerata una con-danna. Ciò era vero in pas-sato, quando veniva scopertosolo nelle fasi più avanzate equindi il tumore si era giàdiffuso. Oggi, fortunatamen-te, non è più così.

SI VINCECON LADIAGNOSIPRECOCE• Oggi, grazie alla dia-gnosi precoce, si ha u-na percentuale di gua-rigione molto alta, vi-cina al 98 per cento. Ilmelanoma, infatti, si dif-fonde solo se gliene si la-scia il tempo, perché nellastragrande maggioranzadei casi non è aggressivoper un lungo periodo.• La parentela con inei è molto vaga e nonsi sa ancora, infatti, seda un neo precedentepossa o no svilupparsiun melanoma: è certo,però, che tenere d'occhio inei permette di indivi-duare molto precocemen-te anche queste forme tu-morali.

MENO PERICOLIPER CHI STAALL'ARIA APERTA• Studi recenti hanno messo in luce come sia-no più esposte al rischio le persone che vivo-no in città e conducono generalmente una vi-ta "al chiuso" (come gli impiegati), piuttosto chechi abita in campagna e lavora all'aperto. La "stra-nezza" potrebbe essere spiegata ritenendo personeparticolarmente a rischio soprattutto quelle che siespongono al sole in modo intermittente. E' il caso,tipico, di chi dopo un anno trascorso in città cerca difare una vera e propria "scorpacciata" di sole nellepoche settimane in cui si reca al mare o in altamontagna.• In questi casi, quindi, è sempre opportunoproteggere la pelle con adeguate creme sola-i-i, contenenti filtri in grado di bloccare non solo gliultravioletti B, responsabili di eritemi e ustioni, maanche gli ultravioletti A, che possono provocaredanni a lunga scadenza. Infine, nel Codice europeocontro il cancro viene consigliato di evitare l'esposi-zione eccessiva al sole e le scottature, soprattuttonell'infanzia.

Peri"bagni"dì sole èd'obbligousarecremesolariprotettive.

EE/iJIY

QUALE RUOLO HA IL SOLE?• n rischio di ammalarsidi melanoma dipende dafattori non ancora deltutto noti agli specialisti,anche se è certo che giocanoun loro ruolo sia la familia-rità (cioè la presenza in fami-glia di altre persone che nesono state colpite), sia la car-nagione molto chiara. Ma neiconfronti di questi "fattori dirischio" si può fare ben poco.

• Non è invece certa l'in-fluenza dell'esposizioneal sole o ai raggi ultravio-letti nella comparsa delmelanoma. Ma il fatto chenon sia mai stata provataquesta relazione non signifi-ca che si sia certi che nonesista.• L'abbronzatura è, infat-ti, un mezzo di difesa adisposizione del nostro

UN PREGIUDIZIODA SFATARE• Quante volte abbiamo sentito dire che è meglionon toccare i nei, per non "svegliare il can che dor-me"? Niente di più sbagliato, e niente di più rischioso se sidovesse trattare proprio di melanomi.• Ma come si spiega questo pregiudizio, difficile dasradicare? Una ragione, in effetti, esiste. In passato,quando ancora non si utilizzava la chirurgia ai fini estetici,si decideva di asportare un neo solo quando ormai era ul-cerato o sanguinante.• Molte di quelle macchie erano però melanomi, ein uno stadio avanzato. Spesso si erano quindi giàdiffuse delle metastasi, e l'organismo era già invaso dal tu-more. A pochi mesi dall'asportazione della macchia, dunque,la salute della persona colpita peggiorava notevolmente. Equindi la colpa veniva data proprio all'asportazione del neo.

organismo nei confrontidelle radiazioni solari: lapelle produce melanina perimpedire ai raggi ultraviolet-ti di penetrare nel corpo e didanneggiarlo. E si è visto chedosi elevate di raggi ultravio-letti sono in grado di favorireun'alterazione nella prolife-razione dei melanociti, equindi nella produzione dimelanina.

ATTENZIONEAGLI OCCHI• In un numero molto ri-dotto di casi il melanomapuò colpire anche gli oc-chi. E' dunque importante,se si avverte un improvvisoabbassamento della vista, ri-volgersi a un medico speciali-sta.• Durante la visita, infat-ti, l'oculista analizza ilfondo oculare utilizzandoalcuni appositi macchina-rì, ed è in grado di identifica-re con certezza la presenzadi eventuali anomalie cellu-lari.

Page 8: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

Tenerli sotto controllo

• Scoprire unmelanomasin dal suoesordio, onelle sue fasiiniziali, è lastrada giustapercombatterequattotumore. Ed èanche quellavincente, dalmomento che,in questi oasi,la possibilitàdi guarigioneè vicina al100 per cento.• La diagnosiprecoce perì),ha bisogno diun piccolo mafondamentale,aiuto daparte di tutti:l'attenzioneverso ilpropriocorpo.Controlli acasa econtrolliperiodicidallospecialistapossonoinfattiridurre quasia zero ilrischio-melanoma.

LE VERIFICHEDA FARE A CASA• Per individuare precocemente unneo "a rischio" è indispensabile con-trollarsi per iodicamente a casa, contranquillità ma anche con la dovutaattenzione. Conoscere il proprio corpo, equindi i propri nei, permette infatti dì sal-vaguardare la propria salute. I più scrupo-losi possono ripetere questi controlli unavolta al mese, ma una volta ogni tre mesi èin genere più che sufficiente. Ecco cosa fare.

L'AUTOESAME FASE PER FASE

CHE COSA BISOGNA GUARDAREChe cosa bisogna osservare, dunque? Come capire

se la situazione è sotto controllo, oppure se qualchemacchia inizia a presentare segni che è meglio nonsottovalutare? Viene in aiuto l'abbecedario, perché è pro-prio rammentandosi le prime cinque lettere dell'alfabetoche è possibile mettere in atto la migliore prevenzione "faidate".• Si tratta, infatti, di uno dei più semplici e rapidimodi con cui tener d'occhio lo stato dei propri nei,facile da ricordare e, soprattutto, da mettere in pra-tica. Ecco come bisogna procedere per eseguire corretta-mente questo autoesame.

ACOME ASIMME-TRIA. Un neo devedestare qualche so-

spetto se, dividendolo a metàcon una linea immaginaria,la parte destra e quella sini-stra sono completamente di-verse. Se non si è sicuri che ledue parti siano uguali, è pos-sibile migliorarne la visione"stirando" un po' la pelle.

BCOME BORDI. E' mol-to importante osserva-re i bordi del neo. Se

sono regolali la situazione ètranquilla, perché quando lamacchia è veramente un in-nocuo neo, i suoi bordi sononetti e ben definiti. Se invecerisultano irregolari e frasta-gliati, cioè simili a quelli diuna carta geografica, oppurepoco definiti, allora è megliofarsi controllare.

CCOME COLORE. E'uno degli indici più im-portanti per capire se

un neo è solo un neo, o na-sconde una formazione più arischio. Se la macchia cuta-nea è benigna è generalmen-te color marrone o caffelatte.Benché, infatti, esistano neiinnocui dal colore un po' piùparticolare (come il nevo bluo il neo di Sutton, con la suacaratteristica rassomiglianzaa un uovo fritto), è semprebene guardare con sospetto

macchie di colore marronescuro o nero, oppure sfuma-ture di diverso colore nellostesso neo. E' il caso di inso-spettirsi anche di fronte aimprovvisi cambiamenti dicolore o alla comparsa di ve-nature bianche, rosse o rosa.DCOME DIMENSIONI.

Se la dimensione delneo supera i 5 milli-

metri, è bene farlo controlla-re da un medico specializza-to. Ciò vale ancor di più sequesta caratteristica si som-ma ad altre che possono farsorgere dubbi.

ECOME ERITEMA. Vaguardato con sospettoun neo che presenta, in

modo continuo e persistente,un rossore diffuso intorno albordo. E ancor più se sangui-na ogni volta che subisce unminimo trauma o, peggio, seciò accade in modo sponta-neo. Non è invece il caso diallarmarsi se l'eritema sì for-ma solo dopo aver sfregatoinavvertitamente il neo escompare in breve tempo.• Con la lettera E si puòindicare anche la parolaevoluzione, perché un neoche cambia il suo aspetto inpoco tempo o compare im-provvisamente su una zonadi pelle sana è, probabilmen-te, "a rischio".

ASIMMETRIAMelanoma Neo

BORDIMelanoma Neo

COLOREMelanoma Neo

DIMENSIONIMelanoma Neo

ERITEMAMelanoma Neo

VII

Page 9: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

UN ALLEATONELLOSPECCHIO• Lo specchio, da compli-co di bellezza, può anchetrasformarsi in un prezio-so alleato per vincere sultempo il melanoma. E' in-fatti difficile osservare leparti del corpo più nascostesenza questo strumento.• Per fare un check-updei propri nei, infatti, ba-sta mettersi nudi davantia uno specchio, e osservareattentamente le macchie sul-la propria pelle.

OTTO POSIZIONIDA RICORDARE• Ecco 8 posizioni che,fatte in sequenza, permet-tono di osservare tutta la su-perficie del corpo.

1Mettetevi dritti, in pie-di, di fronte allo spec-

chio. Con le braccia lungo ifianchi osservate via via ilvolto, il collo, il torace, l'ad-dome, la parte anteriore del-le braccia e le gambe.

2Alzate le braccia da-vanti a voi fino all'al-

tezza delle spalle e piegateil gomito ad angolo retto.Guardate gli avambracci (laparte fra il gomito e il polso)all'interno e all'esterno.

3Rimanendo nella stes-sa posizione giratevi

da un lato e poi dall'altro,in modo da esaminare ilfianco destro e poi il sinistro.

4Giratevi dando lespalle allo specchio e

guardate glutei e gambe.

5Nella stessa posizione,ma con l'aiuto di un al-

tro specchio, osservate col-lo, spalle e dorso.

6 Sempre con il secondospecchio guardate bene

la pelle nascosta dai capelli.^FSedetevi ed esaminatem la pianta dei piedi e lapelle fra le dita.

8Sempre seduti, appog-giate prima una gamba

e poi l'altra su di uno sgabelloe controllatene l'interno.

PER UN CONTROLLO PIÙ' APPROFONDITO• Per quanto si possa prestare attenzio-ne ai propri nei, è bene ricordarsi cheun medico specializzato può fare uncontrollo più attento e approfondito. Ildermatalogo o l'oncologo (lo specialista dei tu-mori) non è infatti solo in grado di riconoscerei melanomi, ma anche le macchie più esposteal rischio di una trasformazione anomala.

Può, quindi, consigliare quali nei tenere par-ticolarmente "d'occhio" nei controlli a casa.• Durante la visita, inoltre, può ancheconsigliare di asportare i nei che, perquanto del tutto innocui, potrebbero au-mentare di dimensioni nel tempo e darequindi fastidio (come per esempio quelli sullepalpebre).

QUANDO ANDARE DALLO SPECIALISTA• Tutti dovrebbero farsi controllare le macchie del-la pelle almeno una volta nella vita, dopo la pubertà.E' bene, soprattutto, farsi visitare quando:• un neo ha dimensioni superiori a 4-5 millimetri;• sembra che un neo abbia cominciato a modificar-si, cambiando colore o accrescendosi in modo irregolare, o,comunque, non ci si senta sicuri della sua innocuità;• compare sulla pelle una nuova macchia dopo i 30anni;• un neo già presente tende a sanguinare ogni voltache subisce un trauma o anche senza alcuno sfregamento.• Non si dovrebbe mai aspettare, comunque, che unneo "si faccia sentire" con dolori o altri disturbi.

L'OSSERVAZIONEDIRETTA• Durante la visita la per-sona viene fatta spoglia-re, in modo da permette-re al medico di osservarela pelle, centimetro percentimetro, prestando at-

tenzione anche alle zonespesso trascurate nei control-li a casa, come i piedi, laschiena e i glutei. Vengonoinfatti studiati con attenzio-ne tutti i nei, compresi quelliche si possono trovare sullemucose orali, negli occhi osulle unghie.

Con lenti speciali èpossibile "studiare"

anche i nei più piccoli.

GLI STRUMENTIPER VALUTARE• Oltre all'osservazionediretta dei nei, per laquale è di fondamentaleimportanza l'esperienza,Io specialista può avva-lersi anche di strumentiche permettono una valuta-zione più approfondita dellemalformazioni cutanee.

LA LENTED'INGRANDIMENTO• E' una lente utilizzataper lo più per riconoscerele macchie molto piccoleche a occhio nudo sarebbedifficile analizzare bene.Ingrandisce l'immagine di10-15 volte.

IL DEKMATOSCOPIO• E* una sorta di lente diingrandimento, ma capa-ce di ingrandire l'imma-gine di 20-30 volte. Vieneappoggiato sul neo dopo aver"bagnato" la pelle con unasostanza oleosa per renderela visione più nitida.

ELVIDEO-DERMATOSCOPIO• II videodermatoscopioriesce a ingrandire l'im-magine del neo di 20-,'ÌOvolte, e utilizza una lucepolarizzata {si chiama in-fatti "dermatoscopio in epilu-minescenza") per illuminarela cute. A seconda delle ca-ratteristiche che presenta èpossibile capire se vi sonoelementi di malignità. Anchein questi casi tra la pelle e lalente, per renderne più age-vole l'osservazione, viene ste-so un sottile strato di olio dicedro, che riduce il riflessodei raggi luminosi emanatidallo strumento.

Vili

Page 10: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

UNA NUOVA ANALISICON IL COMPUTER• La sigla è Elmd (microscopia aepiluminescenza digitale), ed èuna nuova analisi computerizzatadel neo che si avvale di un videoder-niatoscopio reso tecnologicamente an-cora più sofisticato.• Grazie a una telecamera appli-cata a un videomieroscopio e col-legata a un computer, è possibilememorizzare l'immagine del neo efarne una vera e propria "foto". Inquesto modo, quindi, non solo è possi-bile analizzare più in profondità unneo, ma anche averne una fedele rap-presentazione che permetta, in futuro,di studiarne con esattezza tutte le mo-dificazioni di forma e colore.

QUALI VANTAGGI?• Questa tecnica presenta alcunivantaggi. Ecco quali:

• permette di avere in tempo rea-le una scheda riassuntiva delle le-sioni;• da la possibilità di avere unasorta di album fotografico dellapersona memorizzato nel compu-ter, e di analizzarne a distanza ditempo le immagini e le modificazioni;• consente l'utilizzazione di filtridi colore che garantiscono una mi-gliore interpretazione dei dati;• permette la valutazione auto-matica della lesione con parametrichiave, già impostati nel computer;• rende possibile a distanza ditempo far valutare anche ad altrimedici le singole lesioni;• consente di trasmettere le im-magini tra i vari centri specializ-zati collegati, in modo da poter avereanche una diagnosi "collegiale".

OGNI QUANTOE' BENE FARSIVISITARE?• Se durante la prima vìsita non so-no stati evidenziati nei sospetti, bi-sognerebbe comunque farsi con-trollare nuovamente dopo qualchetempo. La frequenza di queste visite di-pende dalle caratteristiche personali; sesi hanno pochi nei e la pelle olivastra sipossono fare ogni due anni, mentre se sihanno parecchi nei e la pelle chiara èpreferibile farsi rivedere ogni anno.• Se lo specialista ha riscontrato lapresenza di qualche neo che po-trebbe, con il tempo, far sospettareuna sua possibile malignità, allorachiede o di ripetere la visita doposei mesi o di tènere d'occhio lamalformazione cutanea a casa. Inquesto caso l'avvertenza è quella di pre-notare subito una visita se il neo sembraassumere caratteristiche anomale.

Come si curanoQUANDO VANNO TOLTI

• Ancora»ggi, in Italia,molte personesi rivolgonoallospecialistasolo quandola lesione è inuno stadiomoltoavanzato.Curare unmelanoma sindal ftuoesordio, invece,garantisce laguarigionenella quasitotalità deicasi,• Ma anchenei innocuipossono esseretolti.

• Togliere oppure no unneo è una decisione chespetta solamente allospecialista in dermatolo-gia o in oncologia (il me-dico esperto dei tumori).Durante la visita, infatti, ilmedico valuta la forma delneo, il suo colore, la regola-rità o l'irregolarità dei bor-di, la presenza di sfumatureeccetera.• Già in base alle sue co-noscenze è in grado dicapire se un neo può es-sere a rischio oppure deltutto innocuo. I nei "so-spetti" vengono quindi os-servati più in profondità,avvalendosi di strumenti co-me il dermatoscopio o il vi-deodermato scopio.• Dopo averli studiati, lospecialista può ritenereutile solo un controlloperiodico a casa, fatto di-rettamente dalla persona, e

consigliare quindi una se-conda visita dopo sei mesi oun anno. Se, invece, i so-spetti di pericolosità sem-brano essere confermati, sidecide per l'asportazione delneo.

LE ALTRE RAGIONI• I nei possono però es-sere tolti anche per altrimotivi, che nulla hanno ache fare con una loropresunta alterazione cel-lulare. Generalmente quelliche danno più fastidio a li-vello estetico sono quelli sulviso, anche se vi sono donneche li ritengono invece unvero e proprio punto di bel-lezza (come la celebre mo-della di nazionalità ameri-cana Cindy Crawford).• Ma i nei possono esse-re asportati anche per-ché sono localizzati in

IX

Page 11: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

punti dove subisconocontinuamente traumi e,quindi, possono facil-mente arrivare a irritar-si o sanguinare. E' il caso,ad esempio, di quelli chenascono sotto la pianta deipiedi, fra le pieghe cutanee,all'altezza del reggisene op-pure sulle mani.• In genere, viene consi-gliato di togliere anchequelli che si trovano sul-le palpebre quando sonoancora piccoli, perché congli anni potrebbero aumen-tare di dimensione e rende-re difficile il movimento diapertura dell'occhio.• Toglierli successiva-mente, poi, comporte-rebbe maggiori problemisia di natura tecnica sia dinatura estetica (perché ilsegno risulterebbe più visi-bile).

COME SI ASPORTANOL'asportazione dei nei viene fatta durante la visita specialistica, in ambulatorio,

e richiede un'anestesia locale. Solo se il neo è di ampie dimensioni può essere necessario ilricovero ospedaliero. Va precisato che non viene asportata solo la lesione, ma anche una picco-la parte della pelle che la circonda. L'asportazione può essere eseguita in vari modi. Eccoli.

IL BISTURI CLASSICO• E* un coltellino chirurgico con la la-ma in acciaio, con cui si taglia la pelle in-torno alla lesione.

L'ELETTROBISTURI• In questo caso la cute viene "taglia-ta" dal calore emanato dalla lama delbisturi, che raggiunge i 140-150 gradi centi-gradi.

IL BISTURIA RADIOFREQUENZA• E' un bisturi collegato a una sorgentedi onde radio, che consente l'escissionedei tessuti emanando vibrazioni fra lecellule. In questo modo si riesce ad avere untaglio ancora più netto e preciso che con le al-tre due tecniche, perché non si ha né lo stira-mento e lo strappo dei tessuti né la trasmis-sione del calore anche alle cellule circostanti.

IL LASER CO2E* un fascio di luce

puntiforme molto con-centrato in grado di ta-gliare i tessuti con preci-

utilizzato come un bisturi(nel caso dei nei è impor-tante che non venga usatoper bruciare la lesione masolo per asportarla). Dopoaver tolto la lesione il medi-

sione. Può quindi essere co disinfetta la parte, mette

i punti e copre con un cerot-tino. A casa basterà non ba-gnare la ferita e disinfettar-la ogni giorno, in attesa ditornare dal medico per to-gliere i punti e conoscerel'esito dell'esame istologico.

NEO O MELANOMA?• Tutti i nei che vengonotolti devono essere ana-lizzati, devono, cioè, esse-re sottoposti all'esameistologico. Questo esameconsiste nell'analisi al micro-scopio dei tessuti asportatidal medico, e serve a deter-minarne con assoluta certez-za la natura benigna o mali-gna. Lo specialista, durantela visita, può infatti solo so-spettare che un neo non siaveramente innocuo, ma sen-za l'esame istologico non puòsapere se il suo sospetto erafondato o meno.

SE ERA UN NEO• Se dall'esame di labora-torio è risultato che sitratta di un semplice neo,tutto bene, perché la le-sione non era maligna enon si riformerà più. Peressere sicuri in futuro saràsufficiente "tenere d'occhio"gli altri nei periodicarnente.

SE ERAUN MELANOMA• Se il sospetto dello spe-cialista viene confermato

le cose cambiano, perchédall'esame istologico è emer-so che si trattava proprio diun tumore.

IN CASO DIDIAGNOSI PRECOCE• Se la diagnosi è stataprecoce, l'asportazione hagarantito quasi certamen-te la guarigione, perché lepossibilità di successo sonotanto più alte quanto primasi interviene. Se dall'esame,infatti, risulta che la pelleche circondava il melanomanon era malata ("margini diresezione indenni"), allora sipuò tirare un sospiro di sol-lievo. Tutto è a posto.• Sarà ìxme, però, in futu-ro, stare particolarmenteattenti alla propria pelle,perché essendo già stati sog-getti a questo tumore unavolta, i rischi di poterne esse-re colpiti nuovamente sonomaggiori. Visite specialisti-che ogni 6 rnesi e controlli da-vanti allo specchio permette-ranno comunque, se ciò do-vesse accadere, di intervenireprecocemente ancora unavolta.

Page 12: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

IN CASODI TUMORE ESTESO• Se invece l'esame isto-logico inette in luce lapresenza di cellule tumo-rali anche nel tessuto in-torno alla lesione, lo spe-cialista interviene nuova-mente e asporta chirurgica-mente ancora un po' del tes-suto (da uno a tre centirnetri)che circondava il melanoma.Se dal successivo esame isto-logico risulta che il tessuto èsano si può cominciare a sta-re tranquilli, perché proba-bilmente, anche se la diagno-si non è stata molto precoce,si è riusciti ad asportare tut-to il tumore.• Per sicurezza vengonocomunque fatti fare, ini-zialmente ogni sei mesi epoi una volta l'anno, esa-mi che garantiscano chenon vi sono metastasi inaltri organi: scintigrafiaepatica, radiografia del tora-ce e Tac. Dopo 5 anni si vie-ne dichiarati "fuori pericolo".

• Se invece la risposta ènegativa e il melanomadimostra una certa ag-gressività, viene successi-vamente asportato il lin-fonodo più vicino alla le-sione, ed eventualmente (seanche questo risultasse or-mai compromesso) tutti ilinfonodi del nodo linfatico.Si è visto, infatti, che quandoil melanoma raggiunge glistrati più profondi della pellesi diffonde attraverso il circo-lo del sangue e va a colpire ilinfonodi regionali (cioè i no-di delle stazioni linfatiche).E' solo successivamente chele sue metastasi vanno a in-teressare organi del corpomolto lontani dal punto diorigine del tumore, come ilfegato, i polmoni oppure ilcervello.• Nei casi più importantipuò essere necessario ri-correre all'uso di un far-maco che sembra in gradodi migliorare l'evoluzione delmelanoma, cioè l'interferone(vedi riquadro qui sotto).

L'INTERFERONE• L'interferone è una proteina che il corpo producequando è attaccato da qualche virus. Ma all'azione anti-virale si associa una stimolazione del sistema immunitario.• I farmaci a base di interferone, prodotto in labo-ratorio con le tecniche dell'ingegneria genetica, m»sfruttano le proprietà proprio per il trattamento dei me-lanomi (ma anche di altri tumori e delle epatiti).• L'interferone è ben tollerato e può avere come ef-fetti collaterali sintomi come quelli influenzali.Quando si ha l'influenza, l'organismo produce dei "mediato-ri" per difendersi. Uno di questi è l'interferone. Quindi, se siassume interferone, l'organismo reagisce allo stesso modo.

MAI BRUCIATI O CONGELATI• E' importante che il neo non venga mai bruciato ocongelato. Tecniche come la elettrocoagulazione e il laser(usati per bruciare) o la crioterapia (per congelare), infatti,non sono indicate per la cura di queste lesioni.• Queste tecniche "distruggono" il neo, rendendoimpossibile, quindi, la successiva analisi dei tessutiin laboratorio. Solo con l'asportazione, infatti, è possibilesottoporre il neo e il tessuto circostante all'esame istologicoper stabilirne la natura benigna o no. E, nel caso di una na-tura maligna, di verificare se è stato asportato totalmente.

LE NOVITÀ' DELLARICERCA SCIENTIFICA• Come in tutti campi,anche per il melanomala battaglia della scienzaè sempre aperta. Nuovesperanze sembrano ora arri-vare dai 'Vaccini" che, nono-stante il nome, non "vacci-nano" da questo tumore(cioè non ne impediscono laformazione) ma dovrebberoservire per curarlo.

IL PRIMO VACCINO• E' stato messo a puntodal clottor Donald Mor-ton del "John Waine In-stitute" di Santa Monica(California), e sino a oggiè stato sperimentato su unampio gruppo di malati. Irisultati sembrano soddisfa-centi, ma la cura è ancoraagli inizi e ciò non consentedi trarre conclusioni defini-tive sulla sua utilità.• Lo studio del vaccinoe partito dalla conside-razione che il sistemaimmunitario, se venisseadeguatamente stimola-to, potrebbe sfoderaretutte le sue capacità, edessere così in grado di bloc-care la crescita del tumoreo, comunque, di rallentarlanotevolmente.• II vaccino utilizzato ècostituito da una ''lineacellulare", cioè da cellu-le prelevate dal tumoreche vengono irradiatecon raggi che servono a

"ucciderle", ma che man-tengono viva la loro attivitàdi difesa. Così trattate lecellule vengono iniettatenuovamente nel malato: inquesto modo l'organismodovrebbe essere in grado diriconoscere tutte le caratte-ristiche della cellula tumo-rale e indurre il proprio si-stema immunitario, perreazione, a "rigettarla".

IMAGE• Altri vaccini so,.,, ,1»corso di sperimentazio-ne, e si chiamano Mago 1e Mago 3. Sono statiidentificati dal dottorTerry Boom di Bruxel-les. I Mage sono strutturespecifiche che si trovano inalcune cellule tumorali, mache purtroppo non sono uti-lizzabili per tutti. Possonoinfatti essere utilizzate soloin malati che abbiano carat-teristiche genetiche partico-lari (individuabili con unesame del sangue).• I risultati sperimentalinon sono ancora valuta-bili, ma.i Mage hanno co-munque un grosso limi-te, che è quello di esseretroppo specifici: sono in-fatti presenti solo su alcunecellule tumorali ma non sualtre, e ciò potrebbe voler di-re che nello stesso malatoalcune cellule potrebbero es-sere distrutte e altre no.

XI

Page 13: CHE COSA GLI FA COSA NO dagli speculatori · macchie della pelle non sono certo tutte uguali: variano infatti per colore, forma, dimensioni e posizione, • / nei pausano ... •

A CHI RIVOLGERSI• Se il neo è sospetto, è il caso di farsi controllareda uno specialista. Ecco alcuni riferimenti utili.BARIAmbulatorio Asl(dott. V. Petrantonio),tei. 080/5726631;Lega Italiana per la Lottacontro i tumori,tei. 080/5575491;Istituto dei tumori,tei. 080/5555111.COSENZAAmbulatorio Asl (dott. M.Dastoli), tei. 0984/401227;Lega Italiana per la lottacontro i tumori,tei. 0984/285.17.CREMONALega italiana per la lottacontro i tumori,tei. 0372/412341.FIRENZEAmbulatorio Asl(dott.ssa N. Petrini),tei. 055/6580546.GENOVAIstituto dei tumori,tei. 010/56001.MILANOServizio di dermatologiadell'ospedale "L. Marchesi" diInzago (dott. A. Di Pietro),tei. 02/9549019;ambulatorio Asl(dott.ssa C. Pravettoni),tei. 02/29505827;Lega italiana per la lottacontro i tumori,tei. 02/2390370;Istituto dei tumori,tei. 02/23901;Istituto europeo di oncologia,tei. 02/574891.

PARMAAmbulatorio Asl (dott. G.Labrini), tei. 0521/393618;Lega italiana per la lottacontro i tumori,tei. 0521/98886.NAPOLIIstituto dei tumori,tei. 081/5457300.REGGIO CALABRIALega italiana per la lottacontro i tumori,tei. 0965/811323.

XROMAAmbulatorio Asl (prof. P.Silvestris), tei. 06/84483850;Istituto Regina Elena,tei. 06/49851.SALERNOLega italiana per la lottacontro i tumori,tei 089/220197.SONDRIOLega italiana per la lottacontro i tumori,tei. 0342/219413.TRENTOLega Italiana per la lottacontro i tumori,tei. 0461/234755.UDINECentro oncologico di Aviano,tei. 0434/659111.

É VERBANIAAmbulatorio dermatologicodell'ospedale (dott. A. CrupiJ,tei. 0323/541255.VTFERBOLega italiana per Io lottacontro i tumori,tei. 0761/325225.

SI TENTA ANCHECON I "GENI"• Nel campo della ricerca scientifica si sta ten-tando anche di sfruttare la cosiddetta "terapiagenica": nel Dna (acido desossiribonucleico) delle cellu-le tumorali vengono inseriti alcuni geni che avrebberola funzione di aumentare la produzione di sostanze ca-paci di stimolare la crescita delle cellule di difesadell'organismo.

MA SONO RICERCHE

• Nonostante in alcuni casi la sperimentazione diqueste cure sia già in fase avanzata, è necessarioprecisare che di sperimentazione, appunto, si tratta. Irisultati conseguiti finora sembrano, comunque, darebuone speranze.• Queste cure, inoltre, vanno pur sempre vistecome supporto del trattamento tradizionale delmelanoma, che è quello chirurgico, e non come unasua sostituzione.

• L'Aida, Associazione italiana dermatologi ambula-toriali, ha promosso una campagna di prevenzione neiconfronti del melanoma organizzando visite negli ambula-tori Asl e nei centri ospedalieri aderenti all'iniziativa.

DIZIONARIOE3 è la sigla dell'acido desossiribonucleico, che è presen-te in tutte le cellule dell'organismo come portatoredell'informazione genetica.

223 è un esame di laboratorio che consistenell'analisi al microscopio di un tessuto, e serve a determi-narne con assoluta certezza la presenza o meno di celluletumorali.

COZZuZ sono particolari, globuli bianchi che hanno la fun-zione sia di fagocitare (inglobare) i virus e i batteri nocivi,sia di creare gli anticorpi per contrastare gli attacchi degliagenti esterni. Sono la risposta più "sofisticata" del siste-ma di difese naturali dell'organismo.

sono organi del sistema linfatico simili a ingros-samenti, situati lungo le vie linfatiche, dove formano vere eproprie stazioni linfonodali che si raccolgono sia in zonesuperficiali del corpo (come ascelle, collo, inguine) sia inzone profonde. Sono preposti alla produzione di linfociti eil loro compito è quello di intrappolare al loro internoagenti estranei che sono sfuggiti al controllo del sangue.

è il pigmento che conferisce alla pelle il suo na-turale colorito.

sono le cellule dove viene prodotta la melaninae poi accumulata in attesa di essere utilizzata, e la cui atti-vità viene fortemente incrementata dalle radiazioni solari.Sono normalmente presenti tra l'epidermide e il dei-ma enel bulbo dipeli e capelli.

è l'espansione di un tumore iti organi diversi daquello in cui esso ha avuto origine.

I

XII