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Città metropolitana: il traguardo è vicino Integrarsi è una necessità ormai ineludibile e le leggi da sole non bastano. Occorre credere davvero nelle potenzialità della nuova Istituzione. di Valdo Spini, Coordinatore delle Commissioni consiliari competenti dei Comuni capoluogo delle future Città Metropolitane e Presidente della Commissione Affari Istituzionali del Consiglio Comunale di Firenze La prima volta che si è parlato della necessità di programmare unitariamente la realtà metropolitana fiorenna è stato addiriura nel Piano Regolatore predisposto da Mario Fabiani nel 1951. Si ricorderà poi, alla fine degli anni ’70, il Piano Intercomunale Fiorenno rimasto leera morta, e si potrebbe connuare con le rievocazioni storiche. Ma basterà dire che Firenze ha par- colare bisogno della cià metropolitana proprio perché ha dei confini am- ministravi ristre e sia il processo di industrializzazione che quello di post industrializzazione hanno creato sul territorio della cià metropolitana lega- mi economici , infrastruurali e sociali che hanno bisogno di essere governa da un disegno urbanisco unitario. L’istuzione delle cià metropolitane sembra oggi legata alla sorte delle province, ma tant’è, in questo quadro dobbiamo operare. Il ddl governavo emanato dal Consiglio dei Ministri venerdì 26 luglio perlomeno é chiaro in tempi e modi. Il 1 gennaio le Provincie interessate lasceranno il posto alle ri- speve Cià Metropolitane . Il 1 luglio (cioè dopo le elezioni amministrave) queste stesse avranno dovuto completare la stesura dello statuto ed entrare effevamente in vigore. 21

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Città metropolitana:il traguardo è vicinoIntegrarsi è una necessità ormai ineludibile e le leggi da sole non bastano. Occorre credere davvero nelle potenzialità della nuova Istituzione.

di Valdo Spini,

Coordinatore delle Commissioni consiliari

competenti dei Comuni capoluogo delle

future Città Metropolitane e Presidente della

Commissione Affari Istituzionali

del Consiglio Comunale di Firenze

La prima volta che si è parlato della necessità di programmare unitariamente la realtà metropolitana fiorentina è stato addirittura nel Piano Regolatore predisposto da Mario Fabiani nel 1951. Si ricorderà poi, alla fine degli anni ’70, il Piano Intercomunale Fiorentino rimasto lettera morta, e si potrebbe continuare con le rievocazioni storiche. Ma basterà dire che Firenze ha par-ticolare bisogno della città metropolitana proprio perché ha dei confini am-ministrativi ristretti e sia il processo di industrializzazione che quello di post industrializzazione hanno creato sul territorio della città metropolitana lega-mi economici , infrastrutturali e sociali che hanno bisogno di essere governati da un disegno urbanistico unitario.

L’istituzione delle città metropolitane sembra oggi legata alla sorte delle province, ma tant’è, in questo quadro dobbiamo operare. Il ddl governativo emanato dal Consiglio dei Ministri venerdì 26 luglio perlomeno é chiaro in tempi e modi. Il 1 gennaio le Provincie interessate lasceranno il posto alle ri-spettive Città Metropolitane . Il 1 luglio (cioè dopo le elezioni amministrative) queste stesse avranno dovuto completare la stesura dello statuto ed entrare effettivamente in vigore.

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Non mancheremo di chiedere al Parlamento di migliorare il ddl. L’importante è che non si perda anche questa occasione e quindi non si perda altro tempo. Essere dalla parte delle Città Metropolitane è essere dalla parte del rinnova-mento e della riforma.In tal senso a Firenze va riguadagnato il terreno perduto. In effetti, dopo il decreto Monti che accorpava le provincie di Firenze, Prato e Pistoia, con tutte le reazioni che ne seguirono, non si è proceduto a convocare alcune riunione preparatoria. Si è ritenuto nell’incertezza sui confini della Città Metropolitana consigliasse di soprassedere. Ma ora non è più così. Credo anzi, che senza aspettare l’approvazione della proposta di legge governativa, ma proprio per aprire la strada alla sua attuazione, si debba quanto prima procedere ad una prima convocazione dei sindaci della provincia di Firenze per prospettare i benefici che ci si attendono da questa nuova istituzione, per cominciare a confrontarsi per guadagnare la fiducia reciproca. I sindaci avranno un grosso ruolo negli organi della futura Città Metropolitana e ne devono essere con-sapevoli.

Firenze avrà la straordinaria occasione di vedere almeno in fase iniziale il sindaco metropolitano nella figura del suo promo cittadino e deve giocare questa opportunità fino in fondo, senza lasciare che si sviluppi un senso di diffidenza nei confronti del capoluogo stesso che sarebbe evidentemente ne-gativo per gli sviluppi della Città Metropolitana.Insomma, in preparazione dei nuovi asseti istituzionali (che dipendono an-che forzatamente dalle vicende politica nazionali) è bene che a livello metro-politano fiorentino si cominci a sviluppare comunque una iniziativa politica adeguata al cambiamento di approccio e di dibattito che l’istituzione Città Metropolitana porterà nella nostra realtà.

firenze*d1spar1 #01