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Il progetto che ci accingiamo a presentare, si propone come supporto all'esperienza degli utenti alle prese con la scelta dell’ outfit più adatto alle varie situazioni che gli si presentano quotidianamente.
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Università degli Studi di Milano Bicocca
Corso di Laurea Magistrale in
Teoria e Tecnologia della Comunicazione-Informatica
Corso di Ubiquitous and Context Aware Computing - Prof.ssa Alessandra Agostini
A.A. 2012 / 2013
Sara Minoli - 757088 ([email protected])
Melania Mauri - 758951 ([email protected])
Brenda Banco - 710359 ([email protected])
Alice Rolandi - 076566 ([email protected])
2
Sommario
1. Introduzione al problema e analisi del dominio ........................................................................................... 4
1.1 Cenni psicologi ........................................................................................................................................ 6
2. Indagine preliminare .................................................................................................................................... 8
2.1 Stato dell’arte: tecnologie a supporto del fashion .................................................................................. 8
2.2 Ipotesi tipologie utenti ......................................................................................................................... 10
2.3 Intervista qualitativa ............................................................................................................................ 12
2.3.1. Obiettivi ........................................................................................................................................ 12
2.3.2 Metodologia utilizzata per le interviste ......................................................................................... 12
2.3.3 Campione preso ad esame ............................................................................................................ 13
2.3.4 Risultati interviste .......................................................................................................................... 13
3. Personas ..................................................................................................................................................... 14
3.1. Zoe, primo profilo ................................................................................................................................ 15
3.2 Rosy, secondo profilo ........................................................................................................................... 16
3.3 Anna, terzo profilo ................................................................................................................................ 17
4. Progettazione ............................................................................................................................................. 18
4.1. Le specifiche del progetto ................................................................................................................... 18
4.1.1. Descrizione generale e funzionalità di base .................................................................................. 18
4.1.2 Scelta nome e logo ........................................................................................................................ 19
4.2. Tecnologia esistente ............................................................................................................................ 21
4.2.1. TagTansu: archiviazione e catalogazione degli abiti ..................................................................... 21
4.2.2. Styku Kinect e Swivel: modellazione 3D ....................................................................................... 25
4.3. Scelte tecnologiche .............................................................................................................................. 28
4.3.1. Necessità di uno standard di catalogazione .................................................................................. 28
4.3.2. RFID per il riconoscimento e catalogazione degli abiti ................................................................. 29
4.3.3. Apprendimento automatico outfits .............................................................................................. 33
4.4. Interfaccia con scenari d’uso basati sui personas ................................................................................ 35
4.4.1. Scenario di utilizzo per Zoe ........................................................................................................... 35
4.4.2. Scenario di utilizzo per Rosy ......................................................................................................... 38
4.4.3. Scenario di utilizzo per Anna ........................................................................................................ 40
5. Fattibilità e problematiche annesse ........................................................................................................... 43
5.1. L’aspetto economico ........................................................................................................................... 43
5.2. L’aspetto morale e della privacy .......................................................................................................... 44
3
6. Conclusioni e sviluppi futuri ....................................................................................................................... 46
7. Appendice .................................................................................................................................................. 47
8. Indice delle figure ....................................................................................................................................... 50
9. Bibliografia e Sitografia .............................................................................................................................. 51
4
1. Introduzione al problema e analisi del
dominio
Il progetto che ci accingiamo a presentare, si propone come supporto all'esperienza degli utenti alle prese
con la scelta dell’ outfit1 più adatto alle varie situazioni che gli si presentano quotidianamente.
La scelta degli abiti da indossare, (o da comprare) è spesso influenzata da molteplici fattori, tra i quali è
fondamentale ricordare la moda, oltre ai gusti e allo stile personale.
Nella nostra società il concetto di moda permea, in modo più o meno consapevole, la nostra esistenza.
Sebbene non si possa affermare l’esistenza di una definizione univoca del termine moda, legato comunque
ad un’interpretazione soggettiva, due definizioni comunemente accettate nella lingua Italiana vengono
fornite rispettivamente dal Grande Dizionario Garzanti secondo il quale moda è: “l’usanza più o meno
mutevole che, diventando gusto prevalente, si impone nelle abitudini, nei modi di vivere, nelle forme del
vestire” e dal Dizionario Devoto-Oli che definisce moda: “un principio universale, uno degli elementi della
civiltà e del costume sociale, che interessa non solo il corpo, ma anche tutti i mezzi di espressione di cui
l’uomo dispone”.
Dall’insieme di questi significati si deduce che il gusto personale, benché espressione di un orientamento
individuale, debba comunque confrontarsi con un sistema di regolamentazione sociale che definisce ciò che
in ogni periodo e luogo può essere considerato “di moda”.
A livello etimologico non deve quindi sorprendere che ci sia una sovrapposizione tra i termini moda e
moderno, a sottolineare la dimensione evolutiva e istituzionale del gusto.
L’abito riproduce l’espressione di un’evoluzione culturale nei costumi, nel contesto sociale e negli stili di
vita.
Varie testimonianze nel corso della storia dimostrano quanto l’evoluzione della moda nell’abbigliamento sia
strettamente connessa alla storia dell’umanità: basti pensare alla funzione fondamentale che
l’abbigliamento assumeva nel veicolare il messaggio di appartenenza ad un preciso status sociale. Un chiaro
esempio possono essere le donne degli Anni Venti o i primi borghesi. Le prime indossavano gonne sempre
più corte per ribellarsi alla tradizione ottocentesca, i secondi sfoggiavano abiti sempre più costosi per
tenere testa ai nobili.
La moda comporta, in ogni caso, un circolo vizioso. Essa, infatti possiede due aspetti contrastanti: il
desiderio di cambiare da una parte, la tendenza ad uniformarsi dall'altra.
1 L’outfit rappresenta la combinazione di vari abiti e capi che costituiscono l’abbigliamento completo indossato da una
persona (a partire dalle scarpe, passando per gli accessori e comprendendo gli stessi capi)
5
Il desiderio che spinge le persone a sperimentare nella moda, nasce dalla curiosità, dalla voglia di
cambiamento e dalla ricerca di autostima; l'emulazione e l'adeguamento danno poi definitivamente vita
alla tendenza.
La durata di una moda tiene però conto di molti fattori: l'innovazione, l'accessibilità, l'interesse, la praticità.
Se l'importanza di questi fattori non viene adeguatamente rispettata prendono il sopravvento noia,
tediosità e abbandono della moda.
Oggi il termine moda, essendosi arricchito di significati nel corso del tempo, può essere inteso su tre livelli
differenti, ma complementari:
Moda come industria e commercio dell’abbigliamento, quindi come settore produttivo e
distributivo;
Moda come coscienza collettiva, come gusto della collettività, cioè come meccanismo sociale
transitorio che fissa dei canoni e degli obblighi, passando attraverso la soggettività dell’opinione
pubblica e comune;
Moda come inquietudine, come espressione di dinamicità, come elemento di variabilità e di
mutamento che si lega intrinsecamente al concetto di cambiamento.
In sintesi, la moda ha in sé una sorta di apparente contrapposizione, in quanto è consuetudine ma non
tradizione, regola ma non disciplina, seguire un modello ma non sceglierlo.
A risentire dell'influenza delle mode, sono soprattutto gli adolescenti, i quali, essendo in fase di crescita,
devono ancora consolidare le certezze sul proprio “io” e la propria autostima.
Così si affidano all'omologazione per nascondere paure, insicurezze e disagi. Ma se per i giovani seguire la
moda può essere una fuga dal conoscere sé stessi, per gli adulti può esprimere l'abbandono di certi dogmi o
l'appartenenza ad una classe sociale.
E’ evidente come tutto ciò che è legato alle emozioni possa essere influenzato dalla moda ed è per questo
che gli acquisti da parte del consumatore sono sempre più emotivi e meno consapevoli, promossi da un
battage pubblicitario che riesca ad incidere sulle scelte di quest’ultimo in maniera quasi inconscia.
Non è infine da sottovalutare l’importanza economica che la moda ha nel nostro Paese, infatti il comparto
tessile italiano – abbigliamento, pelletteria e calzature - muove annualmente un volume d’affari di circa
60,4 miliardi di euro [1] .
Negli ultimi anni inoltre, anche le vendite online stanno occupando un posto sempre più rilevante
nell'economia del nostro paese, grazie anche all'apporto fondamentale di social media e blog, veicoli di
pubblicità a costo zero per i brand.
6
1.1 Cenni psicologi
Adottando un punto di vista psicologico, la moda si mostra come disciplina emozionale basata
principalmente sulla comunicazione non verbale.
Nella cultura contemporanea, dove l'apparenza occupa una posizione privilegiata, la comunicazione
estetica crea una narrazione all'interno della società attraverso l’abbigliamento, in modo trasversale al
sesso, all’età e alla cultura.
Rosencranz, identifica due significati della moda, uno interno ed uno esterno: il primo rappresenta l’aspetto
psicologico dell’abbigliamento in quanto espressione del sè e strumento per incrementare la fiducia in se
stessi, mentre il significato esterno considera l’abbigliamento come un mezzo per mostrare il ruolo
ricoperto dall’individuo nella sfera sociale, la sua appartenenza ad un gruppo, lo status sociale e il contesto
in cui agisce.
In primo luogo, quindi, la moda è vista come un importante strumento di autoaffermazione personale e di
rinforzamento dell’autostima[24], grazie al beneficio psicologico che comporta legato alla risposta emotiva
ricevuta in funzione a ciò che indossiamo, al modo in cui ci guardano, a come ci percepiamo e ai feedback
positivi che riceviamo.
In secondo luogo l’abbigliamento è in grado di definire il nostro ruolo all’interno della società o del gruppo
di persone al quale apparteniamo, in maniera più o meno cosciente. E’ esemplare come l’omologazione ad
un tipo di abbigliamento possa determinare durante l’adolescenza l’accettazione in un gruppo oppure
l’allontanamento da quest’ultimo. Mucchi Faina e Pagliaro[2] mettono in evidenza come l’influenza
maggioritaria e la propensione al cambiamento siano aspetti preponderanti durante l’adolescenza, definita
da Goffman[3] “fase di sperimentazione del sé”.
Oltre a definire il proprio ruolo nella società, in alcuni casi l’abbigliamento può portare ad introiettare le
caratteristiche che vengono associate ad un determinato vestito, come avviene per esempio ai lavoratori
che indossano quotidianamente una divisa.
Alcuni studi hanno dimostrato come hostess e steward, i quali per lavoro devono obbligatoriamente
indossare una divisa e mantenere un atteggiamento calmo anche in situazioni stressanti o pericolose,
tendono a mantenere lo stesso comportamento anche al di fuori del contesto lavorativo. Di conseguenza,
rispetto ad altre categorie di lavoratori, risultano essere persone più calme e rilassate anche nella loro vita
privata, dimostrando ampiamente come la divisa abbia fatto da tramite ad una sovrapposizione tra ruolo e
personalità[4]
Infatti, secondo il semiologo Ferdinand de Saussure l’abbigliamento presenta una duplice dimensione: una
denotativa ed una connotativa. Nel primo caso ci si riferisce al significato letterale del vestito stesso e alla
sua funzione: un vestito, indipendentemente dal suo aspetto, colore o materiale, ha come funzione
principale quella di coprire il corpo. Nel secondo caso invece si intende il significato simbolico e soggettivo
che conferiamo ad un determinato capo di abbigliamento, il quale dipende da molteplici fattori, come ad
esempio il contesto.
Ad un unico significato denotativo possono corrispondere più connotazioni.
Ad esempio una minigonna, dal punto di vista denotativo, ha come funzione quella di essere un capo di
abbigliamento, ma nonostante ciò, può avere diverse connotazioni a seconda del contesto in cui viene
7
indossata: vedere una ragazza indossare una minigonna in città durante il giorno nel periodo estivo non
sarà insolito visto il contesto; al contrario una ragazza che indossa una minigonna di notte, magari in un
luogo isolato, potrebbe essere facilmente giudicabile.
Da questo esempio è chiaro come un determinato stile di abbigliamento possa avere un significato non solo
per chi lo indossa (internal meaning), ma anche per le persone che ci circondano (external meaning).
La moda come comunicazione non verbale, si presenta quindi come un'importante aspetto della vita
quotidiana. Sia che si dia molta o poca importanza all'aspetto fisico e all'abbigliamento, l'ingresso nel
mondo lavorativo, il contatto e le interazioni con altri individui, impongono, per forza di cose, una certa
cura nella scelta dell'abbigliamento e, a volte, anche un particolare dresscode2.
Per questo motivo riteniamo che il nostro progetto potrebbe risultare utile ad un gran numero di persone,
che quotidianamente vivono con stress il momento della scelta dell'outfit da indossare.
2 il dresscode è un codice di regole che definisce l'abbigliamento appropriato per eventi o luoghi di socializzazione e incontro, come club privè o feste private. Il dresscode deve essere rispettato in maniera molto attenta, e impone in modo piuttosto rigido quali abbigliamenti siano consentiti, e quali invece non siano permessi.
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2. Indagine preliminare
2.1 Stato dell’arte: tecnologie a supporto del fashion
A fronte delle motivazioni di carattere psicologico ed economico sopra illustrate, in una fase preliminare
alla stesura di questa relazione è stato condotto un approfondimento relativo alle tecnologie legate
all’ambito del fashion; nel particolare sono stati analizzati i dispositivi e i servizi a supporto del ciclo
dell’acquisto.
Figura 1 – Schema rappresentante il ciclo dell’acquisto. Per maggiori dettagli fare riferimento all’approfondimento[5]
9
Le tecnologie analizzate hanno riguardato inizialmente i fashion blog, i forum e i siti web di e-commerce che
indirizzano l’utente in una ricerca del prodotto desiderato. Durante il ciclo dell’acquisto, il possibile cliente,
dopo aver visionato le opzioni sul mercato, si orienta verso una marca o verso un negozio specifico e inizia
la sua interazione con il prodotto, interazione che si può svolgere all’interno del negozio stesso (attraverso
specchi 3D), nei pressi del negozio (attraverso vetrine interattive) e a casa (attraverso siti, app e dispositivi
come il Kinect che sfruttano la realtà aumentata con marker e/o senza marker).
Dopo aver acquistato il prodotto il cliente vive la fase dell’esperienza, fase supportata da siti e app che
aiutano la gestione dell’armadio, permettendo una valutazione del prodotto che può essere condivisa con
altri utenti attraverso dei feedback.
Uno degli obiettivi di questo approfondimento era quello di analizzare le tecnologie nell’ambito del fashion
ponendo il focus sulle caratteristiche principali che rappresentano una tecnologia ubiqua. In particolare ci
riferiamo all’adattabilità al contesto e alla personalizzazione rispetto all’utente, all’uso inconsapevole della
tecnologia e alla sua integrazione nell’ambiente in modo che risulti il meno invasiva possibile durante il suo
utilizzo.
Le conclusioni emerse dall’approfondimento hanno evidenziato come la realtà aumentata, rispetto ad altre
tecnologie più diffuse come siti o app, contribuisca a rendere l’interazione uomo-macchina più intuitiva e
meno stressante a livello cognitivo facendo percepire l’esperienza finale come piacevole e coinvolgente.
Nell’ambito della personalizzazione rispetto all’utente la realtà aumentata è carente, i sistemi attualmente
in commercio infatti non costruiscono un’analisi approfondita del cliente.
Al contrario, dressipi[6], uno dei siti analizzati precedentemente, costruisce un profilo dell’utente molto
preciso e approfondito, attraverso un questionario che raccoglie più informazioni possibili sulla fisionomia,
sulla personalità e sul rapporto che l’utente ha con la moda e lo shopping.
I suggerimenti che il sito offre all’utente sono tanto più accurati quanto è completa la sua profilazione.
Questo sistema è un buon esempio di tecnologia modellata sulle caratteristiche dell’utente, come viene
suggerito dall’Ubiquitous Computing.
Ciò nonostante, il meccanismo di profilazione sopra illustrato compromette però l’immediatezza d’uso del
sito, richiedendo un tempo elevato, che non sempre l’utente è disposto ad impiegare, senza conoscere
quale sarà il beneficio effettivo di questa azione.
Per quanto riguarda la gestione dell’armadio, le app analizzate richiedono un eccessivo sforzo in fase di
archiviazione: pur facilitando la consultazione dei propri capi di fatto non semplificano la scelta della mise,
che può essere influenzata da umore, clima, occasione o tipo di evento. Questo denota un limite della
tecnologia rispetto alla context-awareness perchè non esplora la totalità delle variabili dell’ambiente e non
si adatta completamente ad esso.
Per avere una panoramica completa delle tecnologie analizzate nell’approfondimento e poterne farne un
confronto tra loro è possibile consultare la tabella comparativa allegata in appendice a questo documento.
10
2.2 Ipotesi tipologie utenti
Al fine di compiere un'indagine che fornisse risultati qualitativi, abbiamo ipotizzato alcuni profili dei
possibili utenti stereotipati del nostro sistema. In base a questi profili abbiamo selezionato i soggetti a cui
sottoporre l’intervista.
I profili ipotizzati si riferiscono ai possibili soggetti che potrebbero essere interessati ad utilizzare il sistema
da noi proposto, in un contesto italiano. Abbiamo quindi fatto riferimento ai risultati di uno studio
commissionato dalla Camera della Moda sul rapporto tra gli italiani, la moda ed il made in Italy [7].
La ricerca di questi primi utenti stereotipati è stata fatta cercando di definirne nome, età, atteggiamento
nei confronti della moda e identificandoli con una “frase slogan” che li cataloghi ancora più intuitivamente.
Moda come creatività ed evasione
Serena, 27 anni,
"La moda è un’arte"
Si veste associando con creatività abiti di diverso stile (sportivo, designer, vintage, ecc..).
Vuole distinguersi dalla massa, assecondando il suo stile personale. Nutre una naturale curiosità verso la
tecnologia in generale. Consulta spesso siti e blog di moda.
Moda come eleganza e bellezza
Federica, 24 anni,
“Moda è avere cura di sé e puntare alla bellezza”
Trae costantemente ispirazione dallo stile elegante di personaggi famosi e dettatori di tendenze.
Compra spesso nuovi abiti alla moda da sfoggiare in ogni occasione, riuscendo così ad attirare sempre
l’attenzione su di sé. Il continuo accumulare vestiti rende dispendiosa in termini di tempo la gestione del
proprio armadio.
Moda come elitarietà e status symbol
Silvia, 30 anni
"La moda è un biglietto da visita"
Predilige vestiti di marca, perché pensa che, oltre ad essere di qualità migliore, contribuiscano a dare
un’immagine di sé “elitaria”. Ci tiene ad essere sempre perfetta e adeguata alle occasioni. Dedica molta
attenzione alla scelta di vestiti e accessori.
Moda come benessere
Giulia, 32 anni
"Mi piace sentirmi comoda e a mio agio con i miei vestiti. "
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Giulia, pur non seguendo le mode, ritiene che l’abbigliamento sia una strumento per esprimere la propria
personaltà e comunicare agli altri il suo stare bene con sé stessa.
Ama i capi vintage, anche perché nelle catene di grande distribuzione fatica a trovare capi adatti alla sua
corporatura “morbida” un po’ da pin-up ed è obbligata, per forza di cose, a provare ogni singolo pezzo per
essere certa della sua vestibilità.
Abbiamo inoltre contemplato la presenza di un profilo di un soggetto che non è interessato alla moda e
ritiene il suo rapporto con essa inesistente.
Nessun rapporto con la moda
Claudia, 30 anni
"Non faccio particolarmente caso a quello che indosso, ma a volte mi sento fuori posto in mezzo agli altri”.
Poco interessata all’abbigliamento, tende a vestirsi sempre nello stesso modo e a non valorizzarsi, anche in
situazioni che richiederebbero un determinato dresscode. Per questo motivo, pur non essendo interessata
alla moda, le capita di sentirsi a disagio. Non è sicura di che tipo di vestiti potrebbero donarle.
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2.3 Intervista qualitativa
2.3.1. Obiettivi
Gli obiettivi della nostra indagine sono i seguenti:
definire le Personas, ovvero i possibili utenti del nostro sistema;
confermare le funzionalità da noi proposte successivamente ed eventualmente scoprirne di nuove,
sulla base delle esigenze degli utenti e dei possibili scenari d’uso.
2.3.2 Metodologia utilizzata per le interviste
Per svolgere la nostra indagine, abbiamo utilizzato l’intervista semi-strutturata, un metodo di ricerca di tipo
qualitativo, che consiste nel porre agli intervistati una serie di domande, lasciando loro libertà di risposta.
Nonostante la presenza di una traccia fissa ed ordinata, la conduzione dell'intervista può variare sulla base
delle risposte date dall'intervistato e sulla base della singola situazione. Ad esempio, può accadere che
l'intervistato anticipi alcune risposte. Ogni soggetto intervistato, lasciato relativamente libero di esprimere
le sue opinioni ed i suoi atteggiamenti, è abilitato a dirigere, insieme a chi lo interroga, l'intervista.
L’intervista ha previsto diverse fasi:
fase 1: raccolta dati (età, sesso, titolo di studio, impiego);
fase 2:
o definizione dell’idea che l’utente ha del concetto di moda
o indagine sul rapporto degli utenti nei confronti della moda
o tempo medio impiegato nella scelta dell’outfit
o eventuale utilizzo di apps per la gestione del guardaroba, consultazione di blog di moda, o
di siti di suggerimento di abbinamenti e outfits
o frequenza media di acquisti in negozio o online
fase 3: proposta di uno storyboard (allegato in Appendice, Figura 27) volto a fornire ai soggetti
un'idea del funzionamento di base del sistema.
fase 4:
o indagine della disponibilità e dell'interesse ad usare il nostro sistema (e di alcune sue
particolari funzioni)
o indagine riguardo la possibilità di una prova virtuale dei vestiti visualizzati in 3D sulla
propria immagine riflessa nello specchio
o indagine su un eventuale sistema di tracciabilità dei capi, in modo da poter conoscere
tempestivamente la loro posizione
o indagine sulla necessità di una profilazione dettagliata che consigli l’outifit anche in
funzione di personalità e stato d’animo;
o indagine sulla possibilità di consultare il sistema anche quando non si è in casa, attraverso
l’uso di un app su un device mobile.
Ai soggetti è stato chiesto di elencare anche le caratteristiche e le funzionalità attese in
funzione di:
13
o fattori in base ai quali il sistema dovrebbe suggerire l’outfit adatto
o filtri necessari per ottimizzare la consultazione dei propri vestiti e accessori archiviati
fase 5: eventuali aggiunte, suggerimenti da parte degli utenti.
2.3.3 Campione preso ad esame
Abbiamo sottoposto l’intervista a 5 soggetti di età compresa tra i 20 ed i 35 (1 uomo e 4 donne), ognuno dei
quali corrispondeva ad uno dei profili sopra citati. Il motivo di questa scelta è stato quello di confermare e
arricchire i profili iniziali, così da identificare le personas definitive.
2.3.4 Risultati interviste
Dalle interviste sono emersi numerosi aspetti interessanti ai fini del nostro progetto:
Nel particolare i soggetti intervistati si sono dichiarati tendenzialmente favorevoli alla possibilità di:
di provare virtualmente vestiti visualizzandoli in 3d sullo schermo;
di poter localizzare un accessorio o capo di abbigliamento;
di utilizzare un sistema personalizzato, modellato sull'utenti;
I soggetti hanno inoltre definito in base a quali fattori vorrebbero che il sistema suggerisse loro l'outfit
adatto, esprimendo le loro priorità in funzione di:
impegni del giorno (compreso: spostamenti previsti e tipo di evento);
previsioni meteorologiche (compreso: clima, stagione, temperatura);
momento della giornata
luogo dell'evento (indoor o outdooor);
esperienza pregressa (intesa come adattabilità del sistema sulla base dei feedback trasmessi);
aspetto fisico e fisionomia;
mood e stato d'animo del momento;
moda e tendenze del momento
Gli intervistati hanno inoltre definito in base a quali filtri vorrebbero poter consultare il database di vestiti
disponibili:
tipologia (es: capo spalla, pantalone ecc...);
stagione d'utilizzo (pesantezza/leggerezza);
stile: formale o casual;
colore;
brand;
tag personalizzati;
frequenza d'uso/preferenza del momento;
data di ultimo utilizzo;
tipo i occasione in cui ho precedentemente indossato un pezzo;
disponibilità.
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3. Personas
Le Personas sono l’archetipo degli utenti-tipo di una servizio (sito web, app, software,ecc...) e servono ad
individuare le motivazioni degli utenti, le aspettative e gli obiettivi che guidano i loro comportamenti
durante l’utilizzo di tale servizio.
Hanno il merito di personificare gli utenti, dando loro dei nomi, una personalità e una foto.
Anche se sono personaggi fittizi, sono basati sulla conoscenza di utenti reali.
Nell’ottica dello User-centered Design, i personaggi diventano così i “protagonisti” del progetto e le
decisioni vengono prese tenendo in considerazione le loro posizioni, i loro bisogni e i loro obiettivi.
Una volta individuati gli archetipi degli utenti-tipo, le Personas guidano le scelte in fase di progettazione
riguardo alle funzionalità e al design del servizio.
La creazione di questi personaggi ha il merito di aiutare il team progettuale a tenere in considerazione, in
ogni singola fase del progetto, gli utenti finali.
In base alle risposte ottenute dalle interviste effettuate, abbiamo individuato le tre Personas presentate di
seguito.
Rispetto alle ipotesi iniziali, abbiamo ritenuto opportuno sintetizzare e fondere i cinque profili iniziali in soli
tre finali, in quanto alcuni dei profili ipotizzati precedentemente si differenziavano tra di loro solo per
alcune sfumature e non per tipologia di rapporto che essi hanno con la moda.
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3.1. Zoe, primo profilo
Zoe, 32 anni, è nata in Giappone, ma da anni vive a Milano. Di fatto essendo cresciuta qui si considera
italiana a tutti gli effetti, è laureata in Design della Comunicazione e lavora presso uno studio di pubblicità.
Figura 2 - Immagine e slogan rappresentativi per il primo profilo
Background
Zoe fa il suo lavoro con passione, è attenta e scrupolosa e le piacciono le cose fatte con precisione.
Dà molta importanza alla qualità dell’interazione e della collaborazione tra lei e i suoi colleghi di lavoro.
Da questo punto di visto, Zoe considera l’abbigliamento un importante elemento condizionatore per i
rapporti interpersonali.
Solitamente acquista abiti di qualità, soprattutto firmati.
Sente sempre la necessità di distinguersi, alternando gli outfits nel tempo per evitare di ripetersi.
Zoe ha un look chic e trendy. In particolar modo, le piacciono gli accessori e ne indossa di tutti i tipi.
Bisogni
Presta molta attenzione alla scelta dei capi da indossare, agli abbinamenti di colori, ai materiali, e agli
accessori. Per Zoe è molto importante essere curata in ogni dettaglio ed essere notata per la sua eleganza
in ogni occasione.
Web, Apps e Social
Consulta giornalmente siti di bellezza e salute (D.La Repubblica[8], Style[9], Leiweb[10]) e magazine di moda
(sia web che non). Consulta Pinterest [11] e il blog “The Sartorialist” [12] per trarre ispirazione utilizzando
questi strumenti con dimestichezza.
Ha un suo blog che usa come vetrina per i propri interessi. Usa spesso i social media per condividere con gli
amici le proprie foto.
Motivazioni
Zoe sarebbe entusiasta di utilizzare una tecnologia che possa aiutarla ad ottimizzare i tempi, consentendole
di essere sempre perfetta in ogni situazione.
Obiettivi dell’utente
Usufruire di un sistema integrato con l’agenda personale, che possa suggerire abbinamenti
adeguati alle varie situazioni
“Moda per me significa fascino.
E’ una forma d’arte, che vivo come uno
svago ed un divertimento”.
16
Nel tempo libero comporre nuovi outfits e salvarli in base a dei tag, così da avere già delle mise
pronte all'occorrenza secondo il proprio stile
Visualizzare le novità di proprio interesse nel campo della moda, per essere sempre aggiornata sulle
nuove tendenze
Poter acquistare direttamente da casa un abito dopo averlo provato, potendo scegliere la taglia
corretta, ed evitando di dover restituire il capo
Mantenere lo storico dei propri outfits associandoli agli eventi nel calendario;
condividere sui vari social network i propri outfits preferiti.
3.2 Rosy, secondo profilo
Rosy, 35 anni, vive a Torino, gestisce una bakery.
Figura 3 – Immagine e slogan rappresentativi per il secondo profilo
Background
Rosy è attenta all’ecologica, ama riciclare gli oggetti creandone di nuovi con le sue mani.
Il suo aspetto riflette il suo modo di essere creativa. Ama osare, senza timore di essere giudicata.
La moda per lei è un modo di esprimere il proprio carattere e i propri gusti, creando un proprio stile
particolare.
Acquista capi di vestiario e accessori 2-3 volte al mese, ricercandoli in mercatini, negozi etnici o vintage e di
design. Predilige le tendenze alternative a quelle commerciali seguite dalla massa.
Bisogni
Rosy ha difficoltà a trovare capi che le piacciano e che le stiano bene nei negozi della grande distribuzione.
Web, Apps e Social
Ha una buona confidenza con il web, che consulta giornalmente per svago (Etsy[13]).
Motivazioni
Rosy sarebbe interessata a poter consultare le mise già indossate in passato, così da poterle rinnovare ed
evitare di riproporre un abbinamento simile in un lasso di tempo ravvicinato.
“Mi piace osservare la moda e reinterpretarla a
seconda dei miei gusti personali e della mia
fisicità, tutto questo può essere molto
divertente. Di solito mi piace abbinare i capi in
base all'umore, a quello che mi sta bene. Se un
capo mi piace, mi piace per anni, anche se
"passa di moda".
17
Obiettivi dell’utente
consultare efficientemente i propri abiti archiviati in base a diversi filtri (es. brand, stile, stagione,
ecc...)
individuare la posizione esatta dei propri abiti al momento del bisogno
salvare le mise indossate e poterle consultare
avere un sistema che le suggerisca abbinamenti in base all’umore e al meteo
3.3 Anna, terzo profilo
Anna, 28 anni, vive a Milano, laureata in psicologia, è ricercatrice universitaria.
Figura 4 - Immagine e slogan rappresentativi per il terzo profilo
Background
Anna dedica molto tempo al suo lavoro che svolge con passione. Non è interessata alla moda, la ritiene
un’inutile perdita di tempo.
Bisogni
Anna è solita indossare vestiti comodi e pratici. Si sente a suo agio in abiti semplici, preferisce mimetizzarsi
senza dare nell’occhio. Si trova in difficoltà quando deve scegliere cosa indossare in particolari occasioni.
Web, Apps e Social
Consulta siti in cui è possibile trovare suggerimenti per la cura del corpo e la salute. Non è solita ricercare
informazioni di moda sul web.
Motivazioni
Anna ricorrerebbe all’utilizzo del nostro sistema per risolvere il suo problema nella scelta dell’outfit adatto
a particolari occasioni.
Obiettivi dell’utente
consultare efficacemente i propri abiti archiviati in base a diversi filtri (es. brand, stile, stagione,
ecc...);
ricevere suggerimenti su come abbinare i propri capi, e su quali indossare in particolari occasioni.
“Non sento la necessità di seguire per forza le
mode, infatti credo di essere abbastanza fuori
moda e tendo ad evitarla.
Il mio modo di vestire dipende in parte da come
mi sento quel giorno, se una cosa mi piace la
prendo e la indosso, altrimenti resta
nell’armadio.”
18
4. Progettazione
Una volta condotta un’indagine preliminare che esplori lo stato dell’arte rispetto all’argomento trattato,
avendo ipotizzato delle tipologie ipotetiche di utenti, condotto con loro un’intervista qualitativa utilizzando
i risultati per definire tre tipi di personas, nei paragrafi che seguono abbiamo affrontato la progettazione
vera e propria del nostro dispositivo.
4.1. Le specifiche del progetto
4.1.1. Descrizione generale e funzionalità di base
Alla luce delle considerazioni emerse durante lo studio sul target e l’approfondimento presente nel
paragrafo 2.1, abbiamo pensato di sviluppare un sistema che sia centrato sugli utenti emersi e che colmi i
punti di debolezza delle tecnologie analizzate. Il nostro progetto consiste in un monitor a specchio
touchscreen da installare in casa nel proprio guardaroba o cabina armadio.
Lo specchio\schermo installato nell’armadio è di fatto un semplice schermo LCD coperto da uno specchio
che funge da dispositivo di output. La sua tecnologia touch permette un’interazione più intuitiva con
l’utente.
Quando il monitor a specchio è spento appare all’utente come un normalissimo specchio che può essere
utilizzato per la sua natura. All’interno dello specchio è inserito il monitor che mostra il logo
dell’applicazione non appena viene acceso.
Lo specchio touchscreen è di 46’’ dotato di telecamere ad alta definizione e microfono per riconoscimento
vocale.
Partendo dalla gestione del proprio guardaroba, l’archiviazione dei vestiti verrà eseguita in due modi
distinti a seconda se si tratti di capi appena acquistati o capi posseduti:
Nel primo caso ipotizziamo che i brand abbiano un database aziendale standardizzato contenente i modelli
3D dei vari capi delle loro collezioni e che l’utente, una volta acquistato il capo, possa utilizzare lo specchio
per scaricare la sua rappresentazione 3D attraverso un codice rilasciato durante l’acquisto.
19
Nel secondo caso, ipotizziamo che per la maggior parte dei capi già in possesso non esistano i relativi
modelli 3D, quindi l’utente posizionerà il vestito su un’apposita gruccia, posta di fronte alle telecamere
dello specchio, per scattare due foto rappresentanti il lato frontale e posteriore dell’abito.
A partire da queste immagini, il sistema è in grado di costruire il modello 3D del capo.
Una volta archiviati, sarà possibile sapere se i capi sono presenti nell’armadio; nel caso in cui un abito o un
vestito si trovi in un’altra zona della casa il vestito verrà segnalato come non disponibile.
In seguito alla catalogazione dei propri vestiti, sarà possibile consultare l’archivio utilizzando alcuni filtri di
ricerca.
Attraverso le telecamere presenti nello specchio verrà costruito un avatar dell’utente coerente con gli
aspetti fondamentali della sua fisionomia, come ad esempio: altezza, misure sartoriali principali,
carnagione, colore dei capelli e il taglio. L’utente percepirà l’avatar come la sua immagine riflessa nello
specchio, infatti esso seguirà i suoi movimenti e verrà utilizzato dall’utente in maniera del tutto
inconsapevole. Inoltre l’avatar verrà utilizzato come manichino virtuale su cui proiettare i modelli 3D
archiviati e simulare una prova vestiti.
Il sistema fornisce inoltre dei suggerimenti su come creare il proprio outfit in funzione di alcune variabili
che lo influenzano necessariamente, come ad esempio il meteo, l’impegno o l’evento al quale bisogna
partecipare e l’eventuale dresscode previsto per l’occasione.
Dopo aver fatto la prova vestiti e aver scelto effettivamente una mise l’utente può salvarla utilizzando dei
tag identificativi che permettano di recuperarla in un secondo momento. I tag verranno inseriti nel sistema
attraverso la funzionalità di riconoscimento vocale. Nel caso in cui il riconoscimento vocale non riesca a
riconoscere la parola pronunciata potrà essere utilizzata una qwerty touch per inserire manualmente la
parola; essa verrà espansa nell’interfaccia al momento del bisogno in fase di digitazione.
La mise generata dal sistema potrà essere votata dall’utente. La votazione potrà avvenire anche dopo aver
indossato il suddetto outif esprimendo un parere riguardo la corrispondenza tra il consiglio ipotizzato e la
sua efficacia a fronte dell’effettivo utilizzo.
Il sistema prevede anche della funzionalità social per condividere le mise generate sui vari social network.
4.1.2 Scelta nome e logo
L'importanza del nome e del logo di un prodotto ricoprono un ruolo fondamentale per il suo successo o
fallimento. La brand strategy ha come obiettivo quello di creare anticipazioni nei consumatori, anticipazioni
che derivano da promesse, più o meno implicite, riguardo ai potenziali benefici derivanti dall'utilizzo del
prodotto.
Per questo motivo dunque è importante scegliere un nome ed un logo che siano la rappresentazione
istituzionale del soggetto a cui si rifanno e che riassumano, sia visivamente che attraverso uno slogan, la
corporate identity, oltre che ad essere seducenti quanto basta per attirare i possibili utenti.
Per quanto riguarda il naming, ci siamo orientate verso un nome descrittivo e suggestivo, che ben
rappresentasse l'idea di smartness che sta dietro il nostro sistema.
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La scelta è ricaduta su Closet IQ, accompagnato dallo slogan “your digital wardrobe”, che mette in evidenza
una delle componenti fondamentali del nostro progetto, ovvero il focus sull'utente e la completa (o quasi)
personalizzazione del sistema.
Per quanto riguarda il logo, ci siamo orientate su qualcosa di più giocoso e in stile “cartoon” che suggerisse
l'immediatezza e la facilità d'uso del sistema; per questo motivo la scelta è ricaduta su un logo disegnato a
mano con tavoletta grafica.
Figura 5 - Logo di ClosetIQ
21
4.2. Tecnologia esistente
Basandosi sulla ricerca precedentemente fatta e sulle specifiche presentate nel paragrafo 4.1.1 abbiamo
reputato opportuno fare una piccola ricerca su alcuni progetti già esistenti che hanno affrontato il
problema degli smart wardrobe e sulle tecnologie necessarie alla creazione di avatar 3D modellati
sull’utente.
Nel particolare, per mostrare il problema dell’archiviazione e della catalogazione degli abiti è stato
analizzato il progetto del 2008 “TagTansu: a wardrobe to support creating a picture database of clothes”,
sviluppato dai ricercatori Tsukada, Hitomi Tsujita e Itiro Siio [14].
Per quanto riguarda invece la creazione dell’avatar 3D, sono stati analizzati i progetti Styku Kinect[15] e
Swivel[16].
Per entrambi è stata condotta un’analisi critica di pro e contro in relazione ai nostri obiettivi.
4.2.1. TagTansu: archiviazione e catalogazione degli abiti
Nell’articolo relativo al progetto TagTansu è stato proposto un sistema per la cattura e la memorizzazione
di immagini degli abiti del proprio guardaroba. TagTansu sfrutta un sistema di sensori tra i quali una
fotocamera, per scattare foto ai vestiti, e degli uncini ai quali agganciarli per catalogarli in un database.
Il problema principale che è stato affrontato nella progettazione di questo sistema è quello di non avere a
disposizione uno sfondo omogeneo e univoco per tutte le immagini.
Per risolvere tale difficoltà TagTansu viene installato nell’armadio in modo da sfruttare il fondo dell’anta
interna come sfondo standard per tutte le fotografie così da ottenere la distanza focale corretta tra
l’obiettivo e l’abito.
Per ottenere un’illuminazione corretta, la luce si accende automaticamente quando l’utente apre
l’armadio.
Successivamente, appendendo il capo all’apposito uncino, il sistema scatta la foto dell’abito. Questa viene
visualizzata su uno schermo LCD all’interno dell’anta dell’armadio e salvata in formato jpeg su un pc
dedicato posizionato all’interno dell’armadio come indicato dalla figura 3. Come mostrato dalla figura 4
l’immagine scattata è condivisibile sui social network.
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Figura 6 – Componenti principali di TagTansu. Dei sensori e una fotocamera sono attaccati alle ante interne dell’armadio. (1) Sensori ad uncini, (2) luci (3) display LCD (4) fotocamera USB (5) un interruttore magnetico (6) un PC host
Figura 7 - Ciclo di memorizzazione di un capo e condivisione
TagTansu utilizza tre uncini posizionati su una piccola sagoma di un omino per riconoscere e classificare
automaticamente la tipologia dell’abito in questione.
L’utente posiziona l’abito sull’uncino corretto e il sistema riconosce automaticamente il tipo di capo.
Come mostrato dalla figura 5, i due uncini superiori catalogano gli abiti come “abiti superiori” come ad
esempio magliette, camicie o cappotti, mentre l’uncino inferiore riconosce gonne, pantaloni o shorts.
Uno dei due uncini superiori classifica i capi interi come ad esempio cappotti invernali o vestiti interi
mentre l’altro gancio serve a riconoscere magliette, camicie, maglioni e giacche.
Gli uncini si occupano inoltre di stimare il peso dell’abito in modo da poter distinguere un cappotto
invernale da un abito estivo.
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Figura 8 - Sagoma con sensori ad uncino
Come mostrato dalla figura 6, TagTansu permette di selezionare il tipo di appuntamento e il tempo
atmosferico in modo da proporre all’utente l’outifit adatto alla situazione.
E’ interessante notare che sullo schermo appaiono sia gli abiti consigliati, che quelli ritenuti non idonei.
Questi ultimi sono visualizzati sfuocati, in modo che l’utente possa comunque scegliere a largo spettro i
vestiti dall’armadio, anche se il sistema non li prende in considerazione.
Figura 9 - Visualizzazione degli abiti in base alla scelta dell’evento
Il sistema dà la possibilità di possedere uno storico dei vestiti e delle combinazioni indossate, catalogate per
data ed evento, in modo da non riproporre lo stesso vestito per lo stesso tipo di appuntamento.
È possibile memorizzare le combinazioni dei capi utilizzati in funzione del tempo atmosferico e registrare un
feedback in base al successo o meno della scelta dell’outfit.
TagTansu è collegato anche ai social network in modo da poter comunicare agli amici la combinazione
scelta e avere la possibilità di ricevere i loro consigli.
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Figura 10 - 5 Funzionamento generale del sistema, dalla memorizzazione al consiglio dell’amica
Osservando in modo critico il sistema, non si può fare a meno di notare che questa tecnologia presenta
delle limiti di precisione riguardo il riconoscimento automatico del capo. Il meccanismo di sensori ad uncini
mostra dei punti di debolezza rispetto alla catalogazione delle seguenti caratteristiche di vestiti:
tipologia di abito (abito intero piuttosto che cappotto)
tipologia di tessuto (invernale o estivo)
stile di abbigliamento (casual, elegante, ecc.)
Per quanto riguarda i primi due aspetti, il sistema si orienta tra esse attraverso i due uncini superiori.
Questa soluzione, che discrimina l’abito intero dal cappotto basandosi sul peso del capo, potrebbe essere
soggetta ad errore. Nel caso in cui, ad esempio, TagTansu debba riconoscere un maglioncino di cashmere
da una maglietta di cotone, esso non rileverà una sufficiente differenza di peso che gli permetta di
catalogare correttamente il capo.
Per quanto riguarda il terzo punto basato sullo stile dei vestiti, il sistema non supporta tale funzionalità.
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4.2.2. Styku Kinect e Swivel: modellazione 3D
Nella fase preliminare del nostro studio si evince come l’esperienza dell’acquisto diventi più coinvolgente
grazie all’utilizzo di tecnologie come camerini virtuali e tecniche di mappatura 3D. Per questo motivo, già da
tempo, molti negozi hanno iniziato ad installare nel proprio punto vendita questi smart mirror.
In uno scenario tipico, i clienti entrano in un camerino dotato di una tecnologia per la mappatura della
propria corporatura e rimangono fermi con le braccia tese, come mostrato in figura 11.
Figura 11 - Body Scanning
Attraverso un dispositivo che rileva il movimento del soggetto o una bacchetta verticale contenente piccole
antenne con cui “scansionare” il proprio corpo, vengono misurati e mappati specifici punti del corpo
utilizzati successivamente per determinare la forma unica di una persona.
Una volta costruito il modello 3D del proprio corpo, vengono proposti degli abiti di diverse marche presenti
nell’inventario scegliendo quelli che meglio si adattano al proprio fisico.
Un esempio di tecnologia che può realizzare camerini virtuali come quello sopra descritto è il Kinect che
sfrutta la scansione 3D dell’utente che potrebbe essere utilizzata per simulare la prova di un abito.
La Kinect presentata nel marzo 2013 durante l’evento annuale TechFest presenta numerose novità. Quella
di nostro interesse riguarda in particolare la possibilità di eseguire la scansione 3D di un oggetto o del corpo
di una persona.
La periferica per PC supporterà presto il riconoscimento dei movimenti e la mappatura in tre dimensioni,
attraverso la funzionalità Kinect Fusion[17].
Un esempio di progetto, sviluppato a Londra, che utilizza la Kinect per Microsoft Windows al fine di
realizzare un camerino virtuale è Styku[15] che dà la possibilità di indossare virtualmente gli abiti prima di
acquistarli.
26
I sensori della Kinect che acquisiscono le informazioni necessarie per costruire il modello 3D sono una
camera, dei sensori di profondità e una serie di microfoni.
Styku sfrutta i sensori di profondità multipli per creare una mappa tridimensionale del corpo, in modo da
adattare i modelli dei vestiti al fisico dell’utente. Il software proposto ha un’interfaccia semplice e intuitiva
che consente al cliente di interagire col sistema grazie ai gesti.
Il modello virtuale del vestito proposto da Styku replica in maniera affidabile e precisa la vestibilità
dell’abito grazie alle misure del corpo precedentemente scansionate.
Presenta inoltre la possibilità di memorizzare il modello 3D del cliente in modo da facilitare l’eventuale
realizzazione di un abito su misura.
Oltre a Styku è stato sviluppato in California dalla FaceCake Marketing Technologies un camerino virtuale
3D chiamato Swivel [16], che permette ai clienti di visualizzare i modelli virtuali degli abiti su un monitor di
un pc o sullo schermo televisivo.
FaceCake ha brevettato un dispositivo chiamato Visual Demonstration System (VDS) che permette agli
utenti di manipolare la propria immagine grazie ad alcune azioni e movimenti predefiniti per provare e
riprovare gli abiti proposti e gli accessori ad essi associati.
Il VDS fornisce ai clienti immagini e outfits su misura, dando inoltre la possibilità di visualizzarli in uno
specifico contesto d’uso proiettando il cliente con l’abbigliamento prescelto in un video che mostra un
determinato scenario.
Figura 12 - Scenario personalizzato
27
La tecnologia di FaceCake permette di dare all’avatar dell’utente un restyling estetico completo.
E’ possibile modificare il proprio colore dei capelli, visualizzare se stessi dopo una dieta o fare una prova di
makeup con un semplice click. Oltre al focus sull’utente, FaceCake dà importanza alla personalizzazione del
contesto in cui l’utente si trova, concentrandosi per esempio sui dettagli dell’arredamento della casa dando
la possibilità eventualmente di cambiare il colore delle pareti.
Oltre alle funzionalità già presentate, entrambe le tecnologie citate forniscono un valido supporto
all’acquisto on line realizzando un’esperienza realistica della prova del capo.
28
4.3. Scelte tecnologiche
4.3.1. Necessità di uno standard di catalogazione
Dalle analisi condotte si evince che la soluzione migliore per avere un sistema efficiente che sviluppi le
specifiche proposte, è quello di prevedere un database globale in cloud comune a tutte le aziende
produttrici di abiti.
Ciò significa che è necessario definire uno standard di informazioni per ogni capo. Alcune di questi
informazioni potranno essere opzionali per rendere più flessibile il database delle case di abbigliamento.
I campi previsti sono:
Nome
Taglia
Tipo di abito (gonna, pantaloni, maglietta…)
Tipologia di stile (elegante, casual, sportivo…)
Tipologia di tessuto (invernale, estivo…)
Colore
Marca*
Modello*
- Modello 2D
- Modello 3D
In alcuni casi particolari, i campi marca e modello possono essere considerati dei campi opzionali.
Il modello dell’abito può essere in 2D o in 3D, oppure non esistere se si tratta di un abito su misura creato a
d’hoc da una sartoria. In questo ultimo caso, anche la marca potrebbe risultare un campo vuoto.
Ad ogni abito verrà associato un codice univoco dal quale ricavare le informazioni sopra indicate.
Ovviamente abiti con le stesse caratteristiche avranno codici uguali.
In maniera analoga alla gestione dei codici a barre per altri prodotti, tale codice verrà memorizzato
nell’etichetta di ogni capo. L’etichetta presenterà dei protocolli di lettura/scrittura standard per ogni
azienda produttrice, per ogni rivenditore e per ogni cliente che vorrà utilizzare il nostro sistema.
Il database in locale della nostra applicazione creerà una tabella con gli stessi campi di quello centralizzato
in cui ogni record corrisponde ad un abito. Verrà aggiunta una relazione riflessiva che modella un outfit
attraverso le combinazioni dei vari capi memorizzati all’interno della tabella stessa. Una volta generata la
tabella outfit, ad ogni suo record verranno aggiunti i seguenti campi:
giudizio (like a 5 stelle)
tipologia di evento (cena di gala, matrimonio, aperitivo con gli amici, ecc)
data dell’evento
L’aggiunta di questi campi ad un determinato outifit è utile per evitare di riproporre mise che si sono
rivelate non adatte al contesto o già proposte in occasioni analoghe.
29
4.3.2. RFID per il riconoscimento e catalogazione degli abiti
Uno dei problemi che si presentano nella progettazione di ClosetIQ è il monitoraggio degli abiti.
Gli outfit proposti dal sistema comprendono abiti che sono effettivamente presenti nell’armadio, scartando
quelli prestati o da lavare.
La tecnologia più adatta a tale scopo è l’RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio
frequenza) che identifica e/o memorizza automaticamente gli oggetti associandogli un codice univoco.
Nel nostro caso, sfruttando questo codice specifico, è possibile prevedere un database on line globalizzato
dal quale scaricare in locale informazioni che caratterizzano l’abito, come descritto nel paragrafo
precedente.
Tutto ciò permette un’archiviazione più dettagliata in locale, superando il limite del progetto TagTansu
analizzato nel paragrafo 4.2.1. che permette soltanto la registrazione della fotografia dell’indumento e una
catalogazione piuttosto imprecisa.
L’accesso al database centralizzato avviene solo la prima volta in cui il capo viene posto nell’armadio,
mentre le volte successive, essendo già stato catalogato, viene solamente registrata la sua presenza o meno
nell’armadio.
L'elemento che caratterizza un sistema RFID è il transponder o tag. Il tag è un dispositivo elettronico
funzionante composto da un chip ed un'antenna a frequenze radio montati su un "substrato" che ha anche
il compito di sostenerli. Il chip (grande pochi millimetri) è la parte "intelligente" costituita da una memoria
non volatile ed un codice in genere univoco, il quale viene trasmesso tramite l'antenna all'apparato lettore
che leggerà i dati ricevuti o li aggiornerà.
Transponder e antenna sono inseriti in un supporto che caratterizza l'uso specifico di ognuno di questi
oggetti.
Per accedere alle informazioni contenute nell'etichetta è necessario un lettore fisso o portatile. Il vantaggio
offerto da questo tipo di tecnologia rispetto ai sistemi di identificazione attualmente più utilizzati (codici a
barre e lettori a banda magnetica), è che il lettore non ha bisogno di avere la visibilità ottica rispetto
all'etichetta e funziona in tempi estremamente ridotti (circa 1 decimo di secondo).
Per il nostro progetto sono stati presi in considerazione due tipologie di lettori per codici RFID:
RFID HF Reader CPR.MR50 (CPR.MR50) - 370.00 €
RFID UHF Reader MRU80 (RED.MRU80-M2-U) - 740.00 €
La prima tecnologia proposta opera con transponder di frequenza operativa 13,56 MHz in conformità agli
standard ISO14443A/B [18], ISO15693 [19] ed EPC [20]; è così in grado di identificare contemporaneamente tag
di fornitori e standard diversi. Le funzioni di anti-collisione consentono l’identificazione simultanea di più
transponder anche all’interno di packaging. Il Firmware upgradabile (Flash-EEPROM[21]) facilita gli
aggiornamenti software per future generazioni di transponder.
30
Figura 13 - RFID HF Reader CPR.MR50
Nella tabella seguente sono riassunte le caratteristiche tecniche del lettore
Struttura ABS-94HB, colore grigio
Dimensioni (LxPxA) 93 x 62 x 27 mm
Classe di protezione IP 30
Peso 200 g
Alimentazione elettrica via interfaccia USB (5VDC)
Frequenza operative 13.56 MHz
Potenza RF 250 mW +/- 2 dB
Assorbimento MAX 1,5 W
Transponder ISO 14443-A (e.g. MIFARE, MIFARE Ultra Light, myproximity)
ISO 14443-B.
ISO 15693 (e.g. I CODE SLI, my-d vicinity, STM LRI512, Tag-it HF-I), I CODE 1
Sicurezza Refitting of SAM (Security Access Module) is possible for e.g. my-d vicinity and my-d proximity
Antenna External (es. Paddle Antenna)
Distanza di lettura Per tag ISO 15693: Fino a 26 cm con Paddle Antenna
Temperatura operation -25° C up to 60° C
storage -25° C up to 70° C
EEPROM 1 kB (10.000 writing cycles)
FLASH 64 kB (Software-Update over interface possible)
Tabella 1 - Caratteristiche tecniche del lettore RFID HF Reader CPR.MR50
31
È evidente che per la distanza supportata (26 cm), è necessario prevedere un campo nel database locale
che memorizzi, oltre alle informazioni basilari per ogni abito, anche la presenza o meno nell’armadio. Ciò
comporta un interrogazione al database ogni volta che si vuole sapere la disponibilità di un capo o meno.
Nel nostro progetto si prevede di posizionare tare lettore sulle ante dell’armadio in modo da registrare
l’uscita e/o l’entrata di un indumento, aggiornando il database ad ogni spostamento.
In questo caso, il codice RFID inserito in ogni abito si attiva ad ogni spostamento di un capo.
Vista la frequenza con la quale l’utente può spostare l’abito dall’interno all’esterno dell’armadio e
viceversa, questa operazione risulta molto onerosa in termini di accesso in scrittura al database.
D’altro canto, nel momento in cui viene introdotto un nuovo capo nell’armadio, il sistema controlla subito
la sua presenza all’interno del database, distribuendo nel tempo il carico di lavoro a livello di interrogazione
dell’archivio.
Nonostante il costo relativamente ridotto del lettore, un altro punto critico del sistema che sfrutterebbe
questo reader è relativo alla sua alimentazione: affinché il meccanismo di riconoscimento automatico
funzioni, è necessario che il lettore sia sempre accesso.
Prevedendo un suo collegamento USB allo schermo, quest’ultimo dovrebbe essere sempre attivo nel
momento in cui l’armadio è aperto.
Una possibile soluzione a questo problema è l’utilizzo di sensori magnetici che rilevino automaticamente
l’apertura delle ante e attivino di conseguenza lo schermo, in maniera analoga a come succedeva nel
progetto di TagTansu per l’accensione della luce.
Per ovviare ai molteplici accessi fatti al database nel caso del lettore appena analizzato, proponiamo come
sua alternativa: RFID UHF Reader MRU80 (RED.MRU80-M2-U).
Figura 14 - RFID UHF Reader MRU80
Il controller opera con transponder di frequenza operativa 860-960 MHz (programmabile via software) in
conformità agli standard ISO18000’6C [22] ed EPC Class1 Generation2 [22]; è così in grado di identificare
contemporaneamente tag di fornitori e standard diversi. Il reader viene classificato come uno short range:
la distanza massima di lettura di tag dipende dall’antenna installata e dalla forma del tag. Anche in questo
caso il firmware upgradabile (Flash-EEPROM[21]) facilita gli aggiornamenti software per future generazioni di
transponder.
Nella tabella seguente sono riassunte le caratteristiche tecniche del lettore.
32
Struttura ABS-94HB, colore grigio
Dimensioni (LxPxA) 93 x 62 x 27 mm
Classe di protezione IP 30
Peso 120 g
Alimentazione elettrica Via interfaccia USB (5VDC)
Frequenza operative 860-960 MHz (programmabile via SW)
Potenza RF Da 10 a 170mW (programmabile via SW)
Assorbimento MAX 2 W
Transponder EPC Class1 Gen2, ISO18000-6C
Caratteristiche del protocollo Funzione di anticollisione, Dense Reader Mode
Antenne External
Velocità di lettura Fino a 25tag/secondo
Distanza di lettura Fino a 200cm (in funzione dell’antenna collegata, del transponder usato e delle
condizioni ambientali)
Modi di funzionamento ISO Host Mode, Scan Mode
Temperatura operation -10° C up to 55° C
storage -20° C up to 85° C
Tabella 2 - Caratteristiche tecniche del lettore RFID UHF Reader MRU80
Tale tecnologia, dato che ha un raggio d’azione di circa 2 metri, può essere installata al centro del
guardaroba o della cabina armadio. In questo modo il sensore può verificare in tempo reale quali siano gli
abiti presenti o meno nell’armadio senza dover interrogare il database ed aggiornare ogni volta il campo
che registra la presenza o meno dei capi.
Anche in questo caso la prima volta che esso rileverà un capo nuovo nell’armadio, il sistema scaricherà dal
database globale le informazioni del capo in questione.
Oltre al costo più elevato rispetto al lettore precedente, un altro aspetto critico da considerare è il fatto che
ogni volta che lo schermo di ClosetIQ verrà acceso, il lettore RFID dovrà eseguire un controllo per verificare
la presenza eventuale di abiti nuovi. Lo stesso meccanismo è previsto durante il consiglio dell’outfit:
essendo esso basato solo su abiti presenti nell’armadio, il lettore dovrà eseguire in tempo reale un nuovo
scanning del guardaroba. Questa operazione potrebbe essere notevolmente onerosa in termini di
computazione.
33
4.3.3. Apprendimento automatico outfits
Al fine di rendere il sistema più efficiente possibile e più intuitivo per l’utente, è stato ritenuto opportuno
prevedere l’utilizzo di un algoritmo di apprendimento automatico per migliorare il consiglio degli outfits in
funzione del feedback dell’utente.
Il sistema potrà proporre all’utente degli outfits non solo sulla base dell’idoneità degli abiti in base
all’evento e alla stagione, ma anche sulla base dello stile dell’utente che verrà appreso man mano che la
tecnologia verrà utilizzata.
La tecnica di apprendimento automatico scelta è stata quella di apprendimento con rinforzo che migliora
via via il suo esisto adattandosi alle mutazioni dell’ambiente in cui opera.
L’algoritmo si basa sulla distribuzione di una ricompensa basata sulla valutazione delle proprie prestazioni,
che prende appunto il nome di rinforzo.
Questa tecnica si basa sul presupposto che all'interno di un sistema si possa predisporre di:
Un meccanismo logico A in grado di scegliere degli output sulla base degli input ricevuti.
Nel caso specifico gli output potrebbero essere gli outfits proposti dal sistema, mentre gli input
ricevuti corrisponderebbero al tipo di evento, al tempo atmosferico o a tutte le variabili,
precedentemente discusse, che condizionano la scelta dell’outfits.
Un meccanismo logico B in grado di valutare l'efficacia degli output rispetto ad un preciso
parametro di riferimento.
In questo conteso l’utente potrebbe votare il livello di gradimento dell’output grazie ad un like a
cinque stelle.
Un meccanismo logico C capace di cambiare il meccanismo A per massimizzare la valutazione di
efficacia effettuata da B.
Nel nostro caso se un outfit riceve come voto zero stelle o una sola stella, il sistema propone
all’utente un questionario al fine di modificare le proprie “conoscenze” e apprendere nuove
informazioni in funzione dello stile dell’utente o di altre variabili. Nel questionario l’utente verrà
chiamato a rispondere, attraverso la votazione a stelle, a domande che presentano le diverse
combinazioni possibili fra eventi e ipotetici outfits.
Tra le possibili combinazioni, sono state previste le seguenti possibilità:
o Mantenendo l’outifit precedentemente generato vengono proposti eventi diversi con
l’obiettivo di valutarne l’attinenza.
o Mantenendo l’evento e parte dell’outifit, vengono proposte delle modifiche ad esso
(mantengo ad esempio i capi superiori ma cambio solo il sotto scegliendo una gonna invece
di un pantalone).
o Mantengo l’evento, modifico parte dell’outifit ma non cambiandone la tipologia (mantengo
la gonna ma passo da casual a elegante).
o Cambiamento degli indumenti superiori con la stessa modalità appena descritta.
o Cambiamento del tempo atmosferico associato all’outifit precedentemente generato.
Il modo in cui questi meccanismi dovrebbero collaborare è descritto dai seguenti punti:
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Se il meccanismo A effettua una scelta efficace allora il meccanismo B manda in output un premio
proporzionale all'efficacia della scelta di A.
Se il meccanismo A effettua una scelta inefficace allora il meccanismo B manda in output una
penalità proporzionale all'inefficacia della scelta di A.
Il meccanismo C, osservando l'agire di A e B, cerca di modificare la funzione matematica che regola
il comportamento di A in modo da massimizzare la quantità e la qualità dei "premi" ricevuti da B.
I meccanismi B e C sono quelli che vanno a costituire il metodo di rinforzo proprio di questa tecnica
di apprendimento.
Per attuare i meccanismi ed i comportamenti descritti nelle righe precedenti, dal punto di vista logico, si
necessita delle seguenti componenti:
Insieme di Input: rappresenta i possibili input che il sistema può ricevere (servono per determinare
lo stato del sistema), nel nostro caso rappresentati da: evento, tempo atmosferico, stile dell’utente
appreso col tempo.
Funzione valore di stato: questa funzione associa un parametro di valutazione ad ogni stato del
sistema.
Funzione valore di azione: questa funzione associa un parametro di valutazione ad ogni possibile
coppia stato-azione. Nel nostro caso specifico potrebbe essere considerato il valore associato agli
outfit ottenuti dalle combinazioni, in modo che il sistema proponga solo gli outfit migliori.
Tecnica di rinforzo: consiste in una funzione di rinforzo che, a seconda delle prestazioni attuali e
dell'esperienza passata, fornisce delle direttive con cui cambiare la funzione di valore di stato e la
funzione di valore d'azione. Nel nostro progetto la valutazione dell’utente potrebbe essere
un’importante tecnica di rinforzo. In caso di giudizio negativo, l’algoritmo utilizzerà le risposte del
questionario per variare il suo prossimo comportamento.
Insieme di Output: rappresenta le possibili decisioni che il sistema può intraprendere, nel caso
specifico gli outfits proposti all’utente.
35
4.4. Interfaccia con scenari d’uso basati sui personas
L’interfaccia che di seguito presenteremo non è l’interfaccia definitiva, ma vuole solo dare un’idea del
funzionamento ideale del nostro sistema. Le schermate sono state disegnate per essere compatibili con
uno schermo di 46”, e visibili su uno schermo a specchio.
L’interazione con il sistema avviene tramite tre meccanismi: il touch, il riconoscimento vocale e quello
gestuale. La scelta di questi tre metodi di interazione è dovuta alla necessità di rendere il nostro sistema il
più veloce e intuitivo possibile. Per questo motivo, onde evitare problemi di precisione durante
l’interazione con il dispositivo come nel caso di certe funzionalità del Kinect, abbiamo pensato di affiancare
al riconoscimento gestuale anche un’interazione di tipo touch.
Inoltre in fase di inserimento dei tag o dei feedback di valutazione del sistema, l’utente potrà utilizzare
semplicemente la voce. Nella peggiore delle ipotesi che il riconoscimento vocale fallisca più i una volta,
l’utente potrà utilizzare una tastiera qwerty touch per inserire manualmente la parola. La tastiera virtuale
verrà espansa nell’interfaccia al momento del bisogno in fase di digitazione.
Per facilitare l’interazione di tipo touch abbiamo scelto di posizionare la maggior parte dei contenuti in una
fascia medio-alta dello schermo.
4.4.1. Scenario di utilizzo per Zoe
E’ un sabato piovoso e Zoe può concedersi finalmente un po' di riposo meritato. Non potendo uscire di
casa, decide di giocare un po’ con il suo ClosetIQ. Zoe ama comporre outfits, inventando nuovi
abbinamenti pronti da usare per le occasioni che le si presentano. In questo modo può programmare
anticipatamente cosa mettersi nelle occasioni future.
“Moda per me significa fascino.
E’ una forma d’arte, che vivo come uno
svago ed un divertimento”.
36
Figura 15 - Passo 1. Accende il suo dispositivo, precedentemente configurato, e dopo la schermata di caricamento, compare quella iniziale
Figura 16 - Passo 2. Accede all’armadio, con un click sul bottone “Cerca” nella schermata iniziale.
37
Figura 17 - Passo 3: Selezionando le varie tipologie di capo, può sfogliare i vari capi che il sistema provvederà a presentare già filtrati in base alla stagione e al meteo.
Figura 18 - Passo 4. Salvataggio outfit: quando Zoe avrà composto l’outfit desiderato potrà salvarlo negli outfits preferiti, cliccando sul bottone “Cuore”.
38
4.4.2. Scenario di utilizzo per Rosy
E’ lunedì mattina, dopo un weekend trascorso a riposarsi, ricomincia la settimana ricca di impegni per Rosy:
si sveglia e consulta ClosetIQ, il quale le ricorda gli impegni della giornata e le consiglia l'outfit adatto. Lo
indossa e la sera al suo ritorno lascia un feedback e vota l’outfit indossato.
Figura 19 - Passo 1: Dalla schermata iniziale accede alla sezione “Suggerisci Outfit” cliccando sul relativo bottone.
“Mi piace osservare la moda e reinterpretarla a
seconda dei miei gusti personali e della mia
fisicità, tutto questo può essere molto
divertente. Di solito mi piace abbinare i capi in
base all'umore, a quello che mi sta bene. Se un
capo mi piace, mi piace per anni, anche se
"passa di moda".
39
Figura 20 - Passo 2: Qualora non fosse soddisfatta dall’outfit consigliato, può consultare altre proposte utilizzando le frecce laterali. Una volta scelto l’abbinamento adatto informa il sistema che indosserà quell’outfit cliccando sul “tick”.
Figura 21 - Passo 3: Tornata a casa la sera, Rosy potrà lasciare un feedback al sistema, che le chiederà di votare l’outfit indossato, e di lasciare eventuali note, commenti sull’esperienza vissuta, sotto forma di tag (es. comodo, stropicciato,
sporchevole, ecc.
40
4.4.3. Scenario di utilizzo per Anna
Anna consulta l'agenda e vede che il 2 Agosto dovrà partecipare al matrimonio della sua amica Beatrice, e
non ha idea di cosa mettersi. Decide di giocare d'anticipo e consulta ClosetIQ per non arrivare impreparata
all'ultimo momento. Il suo ClosetIQ le consiglia l'abbinamento adatto da indossare.
Figura 22 - Passo 1: Dalla schermata iniziale, Anna accede al calendario cliccando sulla data del giorno.
“Non sento la necessità di seguire per forza le
mode, infatti credo di essere abbastanza fuori
moda e tendo ad evitarla.
Il mio modo di vestire dipende in parte da come
mi sento quel giorno, se una cosa mi piace la
prendo e la indosso, altrimenti resta
nell’armadio.”
41
Figura 23 - ... e seleziona il mese di agosto cliccando sulle frecce in basso.
Figura 24 - Passo 2: Dalla schermata si può vedere che per ora l’unico evento in programma per Agosto è nel giorno 2. con un tap Anna esplode il giorno singolo visualizzando le informazioni in esso contenute.
42
Figura 25 - Passo 3: L’evento registrato per il 2 Agosto è il matrimonio di Beatrice, e Anna non ha idea di cosa indosserà, decide di ricevere suggerimenti dal sistema attraverso il tasto “?”
Figura 26 - Passo 4: nella schermata ottenuta Anna può visualizzare il meteo previsto per il giorno in questione e consultare gli outfits suggeriti, scegliendoli in base al colore. Una volta scelto quello desiderato lo salverà facendo un tap sul tasto “tick”
43
5. Fattibilità e problematiche annesse
5.1. L’aspetto economico
Vista l’analisi fatta finora e la definizione delle specifiche presentate precedentemente, la soluzione
migliore per realizzare ClosetIQ è quella di installare una board all’interno dell’armadio, in modo da
integrare la tecnologia in un unico dispositivo con il lettore RFID posizionato nelle vicinanze.
L’utente avrebbe quindi una visione compatta del sistema e l’integrazione quasi totale del relativo
hardware ridurrebbero ancora di più l’invasività del dispositivo.
Il lettore RFID scelto è quello a più largo spettro di riconoscimento per le motivazioni sopra descritte, anche
se uno dei problemi annessi risulta essere il costo non trascurabile.
Un’altra soluzione che è stata presa in considerazione è un compromesso fra il costo e l’ipotesi di avere un
sistema il più compatto possibile. In questo caso il nostro sistema è dotato di un lettore RFID con
collegamento wifi. Esso ha il compito di leggere il codice RFID di ogni “etichetta” dell’abito e di inviarlo ad
un pc dell’abitazione collegato alla rete LAN domestica. In mancanza di un pc le informazioni possono
essere inviate ad un dispositivo mobile come uno smartphone o un tablet.
Per questo motivo, insieme al sistema viene quindi rilasciato un software o un’app che si occupa di
ricevere, interpretare e catalogare i codici e quindi le informazioni degli abiti presenti nell’armadio.
Valutando invece la soluzione più economica si è preso in considerazione il lettore RFID meno caro.
Questa scelta però ha delle conseguenze sul consumo di energia elettrica: il lettore RIFD deve rimanere
acceso per tutto il tempo che l’armadio rimane aperto per registrare il movimento degli abiti.
A fronte del sistema di magneti previsto, il quale si occupa di accendere e spegnere il dispositivo, nel caso in
cui l’utente dimenticasse l’armadio aperto, ClosetIQ rimarrebbe acceso per tutto il giorno.
Per prevenire tale problema bisogna prevedere lo spegnimento automatico del sistema, magari
temporizzato a discrezione dell’utente.
Per prevenire spegnimento non previsti, prima di spegnersi il sistema visualizzerà un messaggio
accompagnato da un segnale sonoro, per chiedere all’utente se davvero vuole spegnere il sistema o
rimandare in un secondo momento. Nel caso in cui il dispositivo non riceva nessuna risposta, ClosetIQ si
spegnerà.
Lo spegnimento automatico è previsto anche per la soluzione più costosa in quanto in quel caso il lettore
RFID viene acceso solo nel momento in cui l’utente richiede il consiglio per l’outfit, ma il sistema rimane
comunque acceso, pilotato dai sensori magnetici.
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5.2. L’aspetto morale e della privacy
Riguardo all’RFID, l'impatto che potenzialmente tale tecnologia potrebbe avere sulla privacy delle persone
nel momento in cui avesse un livello di pervasività all'interno della comunità sociale, è stata la motivazione
che ha spinto il Garante della Privacy ad avviare una consultazione pubblica e successivamente a definire le
regole per l'utilizzo di sistemi RFID con un provvedimento del 9 marzo 2005.
Le preoccupazioni principali riguardo alla possibilità che la tecnologia RFID possa essere utilizzata per
violare la privacy del possessore degli oggetti taggati, sono fondamentalmente riassunte nei seguenti
elementi:
la consapevolezza o meno dell'utente che un prodotto contenga un tag RFID;
le informazioni contenute nel tag;
l'associazione possessore-tag.
Il primo punto specifica che i clienti devono essere informati sul fatto che l’abito acquistato abbia un RFID e
in caso deve essere possibile disattivare (dando la possibilità all’utente di verificarne la disattivazione) o
rimuovere il tag.
Il secondo punto riguarda le informazioni contenute nei tag. Nel caso di prodotti di largo consumo le
informazioni nei tag sono codificate secondo EPC Gen2[22], ovvero il tag sui prodotti contiene solo un
indicativo seriale.
La presenza di un indicativo seriale può comunque porre problemi di privacy, come notato in altre
tecnologie già presenti. È possibile che un malintenzionato possa leggere a distanza (modesta) i codici dei
tag dei prodotti acquistati da una persona, e possa quindi ricostruire le abitudini di consumo di ciascuna
famiglia. Va notato tuttavia che ciò può avvenire anche esaminando i carrelli degli acquisti, accedendo al
database delle tessere di fedeltà, esaminando la spazzatura…
Il terzo punto riguarda la possibilità di associare una persona ad un prodotto. ClosetIQ, non prevedendo
informazioni sul cliente, non viene coinvolto in questo caso.
Il problema della privacy, intesa come tracking dell'individuo, ad un'analisi più approfondita risulterebbe
quindi in gran parte sopravvalutato risultando più una vulnerabilità a livello teorico che non a livello
pratico, in quanto sussiste solo in presenza di tag che contengano a bordo informazioni personali che
potrebbero essere dunque soggette a letture "non autorizzate" da parte di terze parti per finalità diverse da
quelle originarie.
In generale infatti la lettura di un tag su un capo a fini di inventario è identica (trattandosi di soluzioni a
breve raggio) a quella di un codice a barre e quindi non contiene alcuna informazione utile sull'identità del
possessore. ClosetIQ ricade infatti in questo caso.
Il problema della privacy è dunque di inferiore urgenza nel settore della logistica: EPC Gen2 prevede che i
tag contengano solamente un unico codice ovvero un numero di serie.
Un'altra limitazione agli attacchi alla privacy viene direttamente dal range di copertura degli RFID.
45
Le distanze di lettura in generale dipendono fortemente dalle condizioni ambientali e dalle tecnologie
utilizzate: in linea teorica è possibile l'identificazione a migliaia di metri di distanza, ma le normative degli
standard attualmente prevedono alcune misure, tra le quali:
la distanza di lettura varia da quasi a contatto al metro, nel caso dei tag passivi 125-134.2 kHz.
la distanza di lettura prevista dalla normativa è tra quasi a contatto e circa 1 m, nel caso dei tag
13,56 MHz.
la distanza tipica prevista dalla normativa è di 1÷10 metri, nel caso di tag UHF passivi (860-960
MHz), usati per la logistica.
Va rilevato che trattandosi di campi elettromagnetici, per RFID, le condizioni ambientali tipiche limitano le
distanze a pochi centimetri per i tag a 13,56 MHz e pochi metri per i tag UHF.
Per attacchi alla privacy quali il tracking della persona, in virtù della comunicazione di breve distanza,
sarebbe dunque necessario un numero enorme di lettori sparsi su un territorio con relativi costi esorbitanti.
Vale la pena di osservare che il campo visivo assicura migliori distanze e accuratezza di lettura per i
pedinamenti, e che le forze dell'ordine — se incaricate dall'autorità giudiziaria — possono accedere ben più
facilmente ai dati degli operatori di telefonia mobile per seguire gli spostamenti di persone ricercate o
soggette ad indagine mediante la triangolazione GSM delle celle radio.
Il problema della privacy è stato però rielaborato come possibile fonte di tracciabilità una volta nota
l'identità delle persona (ad esempio dopo un pagamento elettronico) anche se presupporrebbe comunque
l'uso di lettori sparsi sul territorio e l'accesso a un database o per indagini di mercato sui consumi delle
singole persone tracciate al momento del pagamento elettronico.
Una particolare attenzione meriterebbe invece, sempre a livello teorico, la sicurezza ovvero la
confidenzialità dei dati scambiati ovvero i product code: poiché tali tecnologie sono molto diffuse in ambito
commerciale come identificatori di prodotti (catene produttive e gestione di magazzino), la violazione della
segretezza della comunicazione, ovvero dei dati relativi all’oggetto, costituisce un ‘rischio di business’ non
trascurabile per l’azienda stessa con potenziali rilevanti danni economici all'attività produttiva e
commerciale e allo stesso tempo un potenziale guadagno economico-finanziario per i competitor
dell'azienda attraverso la possibile vendita dei dati al mercato nero.
In questo ambito il nostro sistema non prevede lo scambio di dati sensibili, ovvero non fornisce
informazioni maggiori a quelle che si possono ricavare da un semplice sguardo. L’unica informazione che
può essere considerata sensibile è il modello 3D dell’abito, ma trattandosi di un rendering non dà
comunque informazioni sulla costruzione (cartamodello) dell’abito.
46
6. Conclusioni e sviluppi futuri
La progettazione di ClosetIQ è stata effettuata ponendo sempre e continuamente l’utente al centro di essa.
Dopo aver steso una prima descrizione generale del sistema, sono state costruite delle specifiche di
progettazione in funzione dei risultati raccolti dalle interviste.
L’ideazione del progetto è stata via via corretta in funzione delle richieste degli intervistati e delle nuove
informazioni che sono emerse su di essi.
Durante tutto il suo flusso, il lavoro è stato condotto mettendo sempre in discussione le funzionalità
previste inizialmente da noi, con l’obiettivo di portare avanti un lavoro progettuale dinamico e non
incanalato in una cascata statica di operazioni tipiche che vengono condotte in fase di progettazione
nell’ambito informatico.
Dalle interviste effettuate, gli intervistati hanno suggerito possibili filtri in base a cui vorrebbero poter
consultare il database. Uno dei filtri interessanti tra quelli suggeriti, ma considerato di difficile realizzazione
con le tecniche esistenti al momento, è quello di suggerire un outifit sulla base del mood dell'utente, inteso
come il suo stato d'animo in quel momento.
Per implementare tale funzionalità, il sistema dovrebbe dunque essere in grado autonomamente di
scegliere tra i pezzi presenti nel database quelli che rispondo ad un determinato mood, oltre che riuscire a
combinarli in base ai parametri, considerati nella nostra analisi come più oggettivi, già considerati nel
nostro prototipo, come ad esempio la stagione, il colore e il tipo d'impegno previsto.
Per un eventuale sviluppo futuro, un aspetto interessante sarebbe quello di un' integrazione con E-Shops.
Un'eventuale futura release di ClosetIQ potrebbe prevedere, tra i capi suggeriti per un outfit, non solo
quelli in nostro possesso, ma anche capi acquistabili da siti di e-commerce ed eventualmente prevederne
anche l'acquisto direttamente da ClosetIQ.
Una partnership di questo tipo, oltre ad aumentare notevolmente la visibilità di un marchio, risolverebbe
uno dei grandi problemi dello shopping online, quello dei resi. Come evidenziato da diverse ricerche in
merito[23], al momento circa il 30% dei abiti e accessori acquistati online vengono restituiti a causa di una
scelta sbagliata della taglia.
Attraverso una funzionalità di “camerino virtuale” l'utente sarebbe infatti in grado di visualizzare i capi
scelti su proprio avatar 3D, minimizzando dunque i problemi di vestibilità e scelta della taglia.
Un aspetto da non sottovalutare nella valutazione di ClosetIQ è l’ipotesi del database globale posseduto da
tutti i brand. Un’ipotesi che probabilmente potrebbe diventare realistica solo nel caso in cui dispositivi
come gli smart wardrobe e gli smart mirror diventino di uso comune, non solo in negozi di grandi firme, ma
anche in un contesto domestico quotidiano.
47
7. Appendice
Tabella 3 - Tabella riassuntiva delle tecnologie a supporto del fashion durante la fase di incontro con il prodotto
48
Tabella 4 - Tabella riassuntiva delle tecnologie a supporto del fashion durante la fase di esperienza
49
Figura 27 - Storyboard d'esempio presentato durante l'intervista
50
8. Indice delle figure
Figura 1 – Schema rappresentante il ciclo dell’acquisto. Per maggiori dettagli fare riferimento
all’approfondimento[5] .................................................................................................................................... 8
Figura 2 - Immagine e slogan rappresentativi per il primo profilo.................................................................. 15
Figura 3 – Immagine e slogan rappresentativi per il secondo profilo ............................................................. 16
Figura 4 - Immagine e slogan rappresentativi per il terzo profilo ................................................................... 17
Figura 5 - Logo di ClosetIQ .............................................................................................................................. 20
Figura 6 – Componenti principali di TagTansu. Dei sensori e una fotocamera sono attaccati alle ante interne
dell’armadio. (1) Sensori ad uncini, (2) luci (3) display LCD (4) fotocamera USB (5) un interruttore magnetico
(6) un PC host ................................................................................................................................................. 22
Figura 7 - Ciclo di memorizzazione di un capo e condivisione ........................................................................ 22
Figura 8 - Sagoma con sensori ad uncino ....................................................................................................... 23
Figura 9 - Visualizzazione degli abiti in base alla scelta dell’evento................................................................ 23
Figura 10 - 5 Funzionamento generale del sistema, dalla memorizzazione al consiglio dell’amica ................ 24
Figura 11 - Body Scanning .............................................................................................................................. 25
Figura 12 - Scenario personalizzato ................................................................................................................ 26
Figura 13 - RFID HF Reader CPR.MR50 ........................................................................................................... 30
Figura 14 - RFID UHF Reader MRU80 ............................................................................................................. 31
Figura 15 - Passo 1. Accende il suo dispositivo, precedentemente configurato, e dopo la schermata di
caricamento, compare quella iniziale ............................................................................................................. 36
Figura 16 - Passo 2. Accede all’armadio, con un click sul bottone “Cerca” nella schermata iniziale. ............. 36
Figura 17 - Passo 3: Selezionando le varie tipologie di capo, può sfogliare i vari capi che il sistema
provvederà a presentare già filtrati in base alla stagione e al meteo. ............................................................ 37
Figura 18 - Passo 4. Salvataggio outfit: quando Zoe avrà composto l’outfit desiderato potrà salvarlo negli
outfits preferiti, cliccando sul bottone “Cuore”. ............................................................................................ 37
Figura 19 - Passo 1: Dalla schermata iniziale accede alla sezione “Suggerisci Outfit” cliccando sul relativo
bottone. ......................................................................................................................................................... 38
Figura 20 - Passo 2: Qualora non fosse soddisfatta dall’outfit consigliato, può consultare altre proposte
utilizzando le frecce laterali. Una volta scelto l’abbinamento adatto informa il sistema che indosserà
quell’outfit cliccando sul “tick”. ...................................................................................................................... 39
Figura 21 - Passo 3: Tornata a casa la sera, Rosy potrà lasciare un feedback al sistema, che le chiederà di
votare l’outfit indossato, e di lasciare eventuali note, commenti sull’esperienza vissuta, sotto forma di tag
(es. comodo, stropicciato, sporchevole, ecc. .................................................................................................. 39
Figura 22 - Passo 1: Dalla schermata iniziale, Anna accede al calendario cliccando sulla data del giorno. ..... 40
Figura 23 - ... e seleziona il mese di agosto cliccando sulle frecce in basso. ................................................... 41
Figura 24 - Passo 2: Dalla schermata si può vedere che per ora l’unico evento in programma per Agosto è
nel giorno 2. con un tap Anna esplode il giorno singolo visualizzando le informazioni in esso contenute. .... 41
Figura 25 - Passo 3: L’evento registrato per il 2 Agosto è il matrimonio di Beatrice, e Anna non ha idea di
cosa indosserà, decide di ricevere suggerimenti dal sistema attraverso il tasto “?”. ..................................... 42
Figura 26 - Passo 4: nella schermata ottenuta Anna può visualizzare il meteo previsto per il giorno in
questione e consultare gli outfits suggeriti, scegliendoli in base al colore. Una volta scelto quello desiderato
lo salverà facendo un tap sul tasto “tick” ....................................................................................................... 42
Figura 27 - Storyboard d'esempio presentato durante l'intervista ................................................................. 49
51
9. Bibliografia e Sitografia
[1]paolabottelli.blog.ilsole24ore.com/2013/sistema-moda-il-surplus-2012-cresce-ma-grazie-al-crollo-
dellimport.html
[2] Mucchi Faina e Pagliaro - “L’influenza Sociale” (Il Mulino, 2011)
[3] Erving Goffman - “La vita quotidiana come rappresentazione” (Il Mulino, 1969)
[4] Colls R., “Looking alright, feeling alright: emotions, sizing and the geographies of women’s experiences
of clothing consumption”, (Social & Cultural Geography, Vol. 5, No. 4, 2004)
[5] Approfondimento “Fashion e tecnologia”: http://prezi.com/8remhbgy6lj-/fashion-e-tecnologia/
Condotto da Banco, Minoli, Mauri, Rolandi nella fase preliminare alla stesura di questa relazione
[6] www.dressipi.com
[7] http://marketingretailnews.com/2011/04/28/il-rapporto-tra-gli-italiani-la-moda-ed-il-made-in-italy/
[8] http://d.repubblica.it/
[9] http://www.style.it/
[10] http://www.leiweb.it/
[11] https://pinterest.com/
[12] http://www.thesartorialist.com/
[13] http://www.etsy.com/it/
[14] Siio I., Tsujita H., Tsukada K., (2008) “TagTansu: a Wardrobe to Support Creating a Picture Database of
Clothes”, Adjunct Proceedings of Pervasive2008, pp. 49-52.
[15] AA.VV., (2012) “Styku. Smart fitting room”.
[16] Swivel: http://www.facecake.com/swivel/
[17] http://www.webnews.it/2013/03/07/kinect-per-windows-nuove-gesture-e-3d-mapping/?ref=post
[18] ISO14443A/B - http://rfidshop.com.hk/datasheet/HF-TP-RW-USB/RR3036_manual_eng.pdf
[19] ISO15693 - http://it.wikipedia.org/wiki/ISO_15693
[20] EPC - http://en.wikipedia.org/wiki/Electronic_Product_Code
[21] Flash-EEPROM: http://en.wikipedia.org/wiki/Flash_memory
52
[22] ISO 18000-6C e EPC Generazione 2 : http://www.rfidjournal.com/articles/view?2481
[23]http://news.pmiservizi.it/approfondimenti/internet-approfondimenti/video-strategie-
ecommerce.html).
[24] AA.VV., (2004) “The emotional wardrobe”,Springer-Verlag London Limited.
[25] Gerrard S., “The working wardrobe: perceptions of women’s clothing at work”, Birkbeck College.
[26] Guy A., Banim M., (2010), “Personal Collections: Women's clothing use and identity, Journal of Gender
Studies, 9:3, 313-327.
[27] Shen E., Lieberman H., Lam F., “What am I gonna wear?: scenario oriented reccomendation”.
[28] Barulli A., “Il branding: nascita e gestione del marchio globale”:
http://www.econ.uniurb.it/materiale/1227_Branding.pdf
[29] Bottelli P., : paolabottelli.blog.ilsole24ore.com/2013/sistema-moda-il-surplus-2012-cresce-ma-grazie-
al-crollo-dellimport.html
[30] Camera della moda italiana: http://www.cameramoda.it/en/associazione/news/603/
[31] Inria: http://www.inria.fr/en/centre/lille/news/is-rfid-dangerous
[32] La Stampa:
http://www.lastampa.it/2013/05/28/tecnologia/crescono-le-vendite-online-in-italia-
vMJphtJnfe7FPezQwsYP8L/pagina.html
[33] Pixeljuice: http://www.pixeljuice.it/pjournal/user-centered-design-ucd/63-ucd-fase-2.html
[34]PMI Servizi: http://news.pmiservizi.it/approfondimenti/internet-approfondimenti/video-strategie-
ecommerce.html
[35]Webnews:http://www.webnews.it/2013/03/07/kinect-per-windows-nuove-gesture-e-3d-
mapping/?ref=pos
[36]Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Frequency_IDentification#RFID_tag_o_Transponder