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Riconosci nello splendore di oltre cento anni di Storia Fatti a mano. Fatti in Italia. COLTELLERIE BERTI LA VERA TRADIZIONE 2014 Listino DAL 1895

COLTELLERIE BERTI - Colbe IT version · Ma il nostro Metodo prevede inoltre che ogni singolo coltello prodotto sia giudicato, per il suo carattere, dato dall'armonia della sua forma

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Page 1: COLTELLERIE BERTI - Colbe IT version · Ma il nostro Metodo prevede inoltre che ogni singolo coltello prodotto sia giudicato, per il suo carattere, dato dall'armonia della sua forma

Riconosci nello splendore di oltre cento anni di Storia

Fatti a mano. Fatti in Italia.

C O LT E L L E R I E

B E RT ILA VERA TRADIZIONE

2 0 14L i s t i n o

DAL 1895

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

A.S. C.Ca.Cristian Carraro

D.R.Daniele Rogai

M.S.Massimiliano Santoni

A.V.Andrea Vannini

C.D.Claudio Donigaglia

G.B.Giorgio Berti

C.S.Sandra Corsini

Alessio Santoni

Chi lo inizia, lo finisce.E lo sigla con le sue iniziali.

E ne dichiara il Valore.Alle Coltellerie Berti,

ogni coltello è prodotto dalle mani di un solo artigiano, della stessa persona.Chi lo inizia, lo fmisce.

E' questa l'essenza del Metodo Artigianale della Famiglia Berti,che dal 1895 mantiene la vera gioia di possedere un vero coltello artigianale

nel solco della Tradizione più autentica,ed il lavoro in una condizione veramente umana.

Ed è per dichiarare questo con forza, che da oggi, ogni coltello Bertiporterà incise sulla lama le inizia li dell'artigiano che lo ha prodotto.Una scelta imprescindibile, nata per consentire alle Coltellerie Berti

di continuare a rendere testimonianza alla Tradizione.Perché senza tradizione non possiamo vivere.

Andrea Berti

Coltellerie Berti S.r.l.- Via della Resistenza 12 - 50038 Scarperia (Firenze) ItalyTel. (+39) 055.84.69.903 - Fax: (+39) 055.84.68.014 - email: [email protected] - web: www.coltellerieberti.it

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

“Senza Tradizione non possiamo vivere.”

Nel mutamento dei tempi e dei costumi,ciascuno ha bisogno di testimonianze tangibili,

vere ed autentiche,che non cambiano e non cambieranno,

del suo passato e della sua Storia.Perché queste consentono ad ognuno di ricordare

il mondo dal qualeproviene e i valori che l’ hanno generato.

Questo bisogno a sua volta, riflette un’esigenzapiù profonda: quella di vedere riconosciuto

come unico e irripetibile, e per questodegno di rispetto, il proprio e specifico modo

di esserci del mondo.Molti la definiscono come Cultura Materiale:

a noi piace pensare chequesto sia invece semplicemente il modo

per affermare che ogniUomo è frutto di un pensiero di Dio,

che ciascuno è amato, ciascuno è necessario.

COMPENDIO DELLE

COLTELLERIE BERTI

Andrea Berti

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

1895 1923 1945 2005David Berti Andrea BertiAlvaro BertiSeverino Berti

Coltellerie Berti è l'azienda di produzione artigianale di col-telli creata nel 1895 da David Berti, e che senza interruzioni, da quattro generazioni, prima con David Berti, poi con Severino, figlio di David, poi con Alvaro, figlio di Severino, e oggi con Andrea, figlio di Alvaro, continua a produrre coltelli nello stesso luogo, in Italia, e nella stessa rigorosa osservanza della Tradi-zione del Metodo Artigianale Berti tramandato all'interno della Famiglia Berti.

Chi sono le Coltellerie Berti ?

Perché è importantela Tradizione Berti ?

Perché senza Tradizione non possiamo vivere. Sul piano spirituale, nel vorticoso mutamento dei tempi e dei costumi, ciascuno ha bisogno di testimonianze tangibili, vere ed au-tentiche, che non cambiano e non cambieranno, del proprio passato e della propria storia, perché queste consentono a cia-scuno di ricordare il mondo dal quale proviene e i valori che l'hanno generato.

A cosa serve la Tradizione Bertisul piano materiale ?

Sul piano del concreto utilizzo, la Tradizione Berti ci ri-corda che esistono valori diversi e più importanti di quelli, modernamente consumistici, della universalità dell'impiego, del basso costo, dell'assenza di manutenzione e del frequente acquisto di sostituzione. Essi invece sono quelli della specifi-cità, qualità e correttezza del taglio e del conseguente rispetto degli ingredienti, delle pietanze e del lavoro di cucina, della dolcezza e piacevolezza dell'atto di tagliare, della durata nel tempo e la conseguente conservazione e perpetuazione del va-

lore, e infine della gioia della manutenzione di strumenti nati per durare e non per essere gettati dopo un breve periodo di insoddisfacente uso.

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Cos'è il Deposito di Modellidi Coltellerie Berti ?

Il Deposito dei Modelli di Coltellerie Berti forma un piccolo mondo ed una grande Collezione: l'unica capace di rappresen-tare pienamente la Tradizione Coltellinaia Italiana, con i 76 coltelli della Collezione Regionale Italiana e gli altri600 modelli ereditati e creati in oltre un secolo di lavoro, tra i quali ricordiamo: coltelli da scrivania della Collezione Magnum; coltelli da cucina Forgiati con manico in bosso, o in corno; coltelli da servizio, tra i quali Italiani, ovvero i sette coltelli indispensabili per il corretto taglio degli oltre 365 tipi di formaggi italiani; posate, raccolte nelle Collezioni per la Tavola Berti; tagliasigari Dedicato a David; Convivio Nuo-vo, il coltello a lama liscia con manico in plastica lavorato a mano adottato dalla migliore ristorazione italiana ed europea; Pontormo, raffigurato nella "Cena in Emmaus" del'omonimo pittore; Valdichiana, il coltello da bistecca dedicato alla Chia-nina.

In che modo la Tradizione vienerispettata alle Coltellerie Berti ?

Tramandando ed innovando il deposito dei modelli, me-todi e competenze che nel corso di un secolo di lavoro sono stati generati all’interno della Famiglia Berti.

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Quali sono i materiali e i metodi dellaTradizione Berti ?

Quanto alle materie, sono l'acciaio per le lame, e corno pieno di bue, corno di cervo e di bufalo, legno di bosso per i manici. Quanto ai metodi, la nostra Tradizione prevede che siano le stesse mani di colui che inizia un coltello a portarlo a compi-mento, cioè che il lavoro sia interamente manuale e che non sia suddiviso tra più persone secondo le fasi di lavorazione. Ma il nostro Metodo prevede inoltre che ogni singolo coltello prodotto sia giudicato, per il suo carattere, dato dall'armonia della sua forma e dalle sue più minute caratteristiche, confor-

me al deposito della Tradizione della Famiglia Berti, perché è questa conformità, oltre alla non divisione del lavoro, che rende un semplice coltello artigianale un vero coltello Berti, autentica testimonianza partecipe del deposito di Tradizione. Tutto ciò rappresenta l'essenza del vero Metodo Artigianale Berti, che consente di percepire, dentro ad ogni coltello, il pensiero, la mano e la presenza di una specifica persona e della Tradizione Familiare e in ultima istanza, di riportare l'esperienza del lavoro e della sua fruizione dentro ad una dimensio-ne veramente umana e non all'interno di una stretta visione freddamente tecnologica, astorica, economicistica e, in definitiva, disumanizzante.

Cosa significa tramandare la Tradizione Bertiper Coltellerie Berti ?

Vuole dire continuare, pur affrontando immense difficoltà, a produrre tutte le centinaia di modelli tradizionali che formano il deposito della Tradizione della Famiglia Berti, e continuare a farlo utilizzando i materiali ed i metodi artigianali concepiti ed usati nel Diciannovesimo Secolo dalla Famiglia Berti.

Cosa significa innovare la Tradizione Bertiper Coltellerie Berti ?

Vuole dire arricchire il deposito della nostra Tradizione con nuovi materiali e con nuove forme, mantenendo sempre il Me-todo Artigianale Berti, e fare ciò soltanto se tale novità è chia-ramente destinata a durare nel tempo e a diventare essa stessa nuova Tradizione. E' in questo modo che la nostra Tradizione è nata, per lento e paziente accumulo di innovazioni che hanno permanentemente creato valore per le persone con la realizza-zione di un vero progresso, ed è così che la Tradizione Berti continuerà a germogliare, svilupparsi ed edificarsi.

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Si può fare un esempio diinnovazione secondo la Tradizione Berti ?

L’adozione del metacrilato, un moderno materiale plasti-co, per il manico di alcuni modelli, rappresenta un eccellente esempio di innovazione nel rispetto del Metodo Artigianale Berti. Il manico del "Convivio Nuovo", realizzato con questo materiale, sopporta infatti agevolmente il lavaggio in lava-stoviglie, un requisito molto importante nella vita del gior-no di oggi. Tuttavia, anche questo materiale, dopo essere da noi sottoposto ad una attenta procedura di bollitura in acqua calda per essere opportunamente stabilizzato, viene lavorato

meticolosamente e manualmente a nastro esattamente come il corno di punta di bue. Quello che ne deriva, non è un minor costo di produzione e di vendita di questo coltello, ma un vantaggio prezioso nella semplicità del lavaggio quotidiano.

Cosa non significa innovare laTradizione per Coltellerie Berti ?

Vuole dire cedere alla tentazione della ricerca di un facile consenso tramite proposte legate a mode passeggere e all'ul-tima novità, non riconoscendo la necessità di sviluppare idee che siano nate per durare ed essere definitive, lasciando quin-di come ultima misura soltanto il proprio io e le sue voglie di cambiamento. Ma soprattutto, significa tradire la Tradizione, adottando metodi di ispirazione industriale ed economicisti-ca, che inducano a rinunciare, in tutto o solo in parte, al Me-todo Artigianale Berti, alla ricerca di un maggior profitto tra-

mite ipotetiche maggiori vendite risultanti da processi produttivi e materiali di minor costo e di minor valore.

Perché la produzione Berti è e sarà svolta sempre e interamente in Italia ?

La Famiglia Berti e le sue maestranze vivono in Italia ed è lì che intendono continuare a vivere. L'unica ragione che po-trebbe indurre la Famiglia Berti e le sue maestranze a trasfe-rirsi in un altro luogo è quella che vedrebbe l'impossibilità, non soltanto del produrre, ma anche del vivere stesso in Italia. Altre ragioni, quali la ricerca di costi produttivi inferiori, sono intrinsecamente incompatibili con il rispetto della Tradizione Berti e quindi, come tali, neppure concepibili.

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Compendio delle Coltellerie Berti

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Perché i coltelli delle Coltellerie Berti sono più costosi degli altri coltelli ?

I coltelli industriali sono più economici rispetto a quelli del-le Coltellerie Berti, oltre che per la diversità dei modelli, dei materiali e della nazione di produzione, per evidenti ragioni legate al minor costo del lavoro delle macchine in confronto a quello di sapienti artigiani inquadrati all'interno di un corret-to rapporto di lavoro e in un contesto che prevede l'assoluto rispetto della dignità del lavoro umano. I coltelli delle Coltel-lerie Berti possono inoltre risultare meno economici rispetto a coltelli di produzione non industriale in quanto la stretta osser-

vanza della Tradizione Berti non consente alcun compromesso con la ricerca di soluzioni che abbassino i costi di produzione e quindi di vendita.

E' possibile fare un esempio specifico ?

Il modello "Fiorentino" della Collezione Coltelli Regionali Italiani delle Coltellerie Berti, ad esempio, oltre ad essere rea-lizzato con l'assoluta osservanza del Metodo Artigianale Ber-ti, viene realizzato utilizzando, per il manico, esclusivamente corno di punta di bue, in luogo del più economico corno basso. Ciò consente di perpetuare la gioia del "Fiorentino" nella sua massima espressione di bellezza e Tradizione, anche se ciò im-plica un costo di produzione, e di vendita, quasi doppio rispetto all'analoga versione, seppur non industriale, in corno basso.

A chi si rivolge quindi la Tradizione delleColtellerie Berti ?

A tutti coloro che istintivamente, con il cuore, riconoscono la superiore bellezza e splendore della Tradizione Berti e che riflettendo, con la mente, ne riconoscono il valore e la neces-sità, felici quindi di accogliere con gioia la testimonianza di strumenti nati per tagliare con precisione e dolcezza, ma capaci anche di sussurrarci chi siamo.

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Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Per te e per i tuoi figli.Gli oggetti di cui disponiamo meritano, quando sono stati prodotti con giudizio ed

impegno, infinito rispetto e cura paziente e non dobbiamo farci prendere dall'ansia disostituirli con altri oggetti, magari di qualità infima,

per il solo gusto di cambiare, di spendere per sentirsi vivi e per distrarsi.Dunque nel prendere le proprie decisioni, occorre porsi in una prospettiva

più ampia rispetto a quella esclusivamente individuale.E' in questo senso che è vero che non troverete una completa giustificazione

dell'acquisto dei nostri coltelli all'interno di una visione che sia quella circoscrittaalla sola gratificazione personale.

In questo, i nostri coltelli sono letteralmente esuberanti.Fanno di più, danno di più rispetto a quelle che possono essere

le esigenze di una sola persona e di una sola vita.Durano per lunghissimo tempo: più di quello che può essere definito come periodo

medio di eccitazione personale, vale a dire quel lasso di tempo nel quale,galvanizzato dal nuovo acquisto, il nostro pensiero riconosce

in un certo prodotto il requisito della novità,dell'avvenimento diverso sul piano della monotonia della vita quotidiana.

E anche quando non è così, perché siamo di fronte ad una persona che non si stancadella qualità, i nostri coltelli possono arrivare ad oltrepassare, come tempo della loro

vita operativa, la durata stessa della vita di una singola persona.Ebbene, per tutto questo, l'acquisto dei nostri coltelli deve essere inquadrato

all'interno di una prospettiva di lunghissimo periodo, di un estesoprogramma strategico personale.

Entrano, e ci piace pensarlo, negli assi ereditari delle famiglie.I nostri sono, dunque, coltelli nati per chi li acquista e chi li riceve in dono, certamente.

Ma sono concepiti e realizzati anche per andare oltre, per raggiungere le generazioniche, a queste persone, succederanno.

Più semplicemente: sono nati e realizzati per voi, ma anche per i vostri figli.

Andrea Berti

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Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Economia dell'Eccellenza.In un mondo pieno, da non molto tempo in verità, di cose da usare e gettare cominciano ad

affermarsi comportamenti diversi da quello strettamente consumistico. E' un ritorno a quella cheamo definire "Economia dell'Eccellenza", rappresentata dalla seguente formula:

Ca = P x q x MP è il prezzo di acquisto di un prodotto

q è la quantità del prodottoM è il costo di manutenzione per ogni unità di prodotto acquistato

Ca è il costo annuo sostenuto per godere del prodotto

Ovvero il reale costo di un prodotto (Ca) non è dato semplicemente del suo prezzo di acquisto,ma dal prodotto di tale prezzo per le volte che si è costretti a sostituirlo e manutenerlo nell'arco della vita.

L'odierna economia consumistica, invece, prevede a mio avviso:Ca = P x q x r

P è il prezzo di acquisto di un prodottoq è la quantità del prodottor è il numero di riacquisti

Ca è il costo annuo sostenuto per godere del prodotto

In questa prospettiva si può rimanere affascinati da basso costo di acquisto edall'essere affrancati dal costo di manutenzione, ma presto ci accorgeremo che

il reale costo del prodotto (Ca) è di molto aumentato dai frequenti riacquisti ai quali saremocostretti dopo un breve tempo di insoddisfacente uso.

Da queste formule si evince chiaramente che i Coltelli Berti non sono certo cari, visto che sonodestinati, con poca manutenzione a durare tutta la vita, anzi ad ambire di essere trasmessi alle

generazioni future con il non trascurabile valore aggiunto delPiacere della Qualità, dell'uso di prodotti Eccellenti in luogo di prodotti mediocri.

Insomma, come dicevano i nostri vecchi "Meglio comprare roba buona”E quindi "Chi più spende meno spende".

E' proprio un'altra visione del consumo, dell'economia, e in sintesi, del mondo e della vita.

Andrea Berti

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

E' apparsa recentemente sui giornali la notizia che, analizzandocon cura l'equipaggiamento di George Mallory e Sandy Irvine,

gli scalatori che molto probabilmente, e contrariamente a quanto si crede,già nel 1924 conquistarono l'Everest, è emerso che gli indumenti di lana,

gabardine, cotone e seta di cui i due erano attrezzati eranoefficacissimi nel proteggere dal freddo, anzi addirittura migliori

dei moderni materiali iper-tecnologici.Noi non avevamo dubbi.

E' proprio l'idea che l'industrializzazione abbia, in molti casi,peggiorato i prodotti rispetto alla loro configurazione pre-industriale

che ci ha sorretto nella nostra intenzione di continuare a proporre i coltellinello stesso modo in cui li facevamo nel 1895.

E in questa operazione, c'è sempre stata un po' una nostra fissazione,o comunque un punto fermo nel nostro lavoro: non eccedere.

Ossia: non cercare di aggiungere niente, né fare cose strane, non cercaredi impreziosire ciò che ha già un suo preciso valore per come è stato sempre fatto.

Eppure, sotto sotto, le nostre proposte appaiono a qualcuno apparentabilial concetto del lusso.

Come se fosse un lusso, ad esempio, tagliare la carne con un coltellofatto a mano, a lama liscia con il manico in corno.

Noi ci siamo sempre rifiutati di considerare tutto ciò al di fuoridi quella che dovrebbe essere, o tornare a essere, la normalità quotidiana.

Ma tant'è: se qualcuno vuole continuare a considerare normale l'impiego di lameseghettate per tagliare altre pietanze che non siano il pane,

ritenere economico spendere meno per un coltello che taglia malee che dopo un po' si deve buttare, giudicare superato il fatto

di far affilare le lame ogni tanto, ebbene, non possiamo farci niente.

Niente di più, niente di meno.

Andrea Berti

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Coltellerie Berti: industria o artigianato. Le scelte fatte in questa direzione sono frutto di una “filosofia” di fondo che ha spinto le Coltellerie Berti ad affrontare la scommessa di realizzare, in Italia, paese fortemente industrializzato dove il costo del lavoro è alto, una lavorazione di alta qualità sfruttando non la tecnologia, ma la cultura di prodotto, la tradizione, la

manualità, insomma una capacità artigiana tramandata da generazione in generazione.In tempi nei quali sempre più la parola “Artigiano”, è svuotata del suo vero ed originario significato,

le Coltel- lerie Berti sono una azienda “Artigiana” perché ognuno dei suoi collaboratori è un “Artigiano”: essere artigiani è dunque sostanza e non forma.

Questo atteggiamento ha portato ad abbandonare la divisione del lavoro così che ogni nostro coltello èrealizzato da una sola persona (Artigiano) in piccolissime quantità.

Chi inizia un coltello dunque lo finisce, da solo, facendone un pezzo unico.Pur volendo produrre coltelli secondo la più pura tradizione coltellinaia della Famiglia Berti è stato

indispensabile meccanizzare ogni fase del lavoro che non comportasse perdita di qualità del prodotto finitoo variazione delle tipologie tradizionali.

In tal modo siamo riusciti a produrre coltelli di alta qualità a prezzi accettabili.Le fasi di lavoro che possono essere meccanizzate senza lasciare traccia nel prodotto finito sono quelle di

preparazione dei pezzi metallici compreso lo “sbozzo” delle lame.Mentre montaggio e finitura di ogni coltello avviene, senza divisione del lavoro, con procedimenti

totalmente manuali. Il valore di un coltello è dato non solo dalla sua, indispensabile, buona capacità ditaglio, ma anche dalla piacevolezza che lavorazioni delle superfici

e materiali impiegati danno al tattoed alla vista.Molti sono i coltelli prodotti industrialmente che hanno un ottima capacità di taglio, ma spesso le loro forme

ed i materiali impiegati per realizzarli sono assoggettati più alla necessità di contenimento dei costi diproduzione, uso di macchinari e facilità di utilizzo quotidiano che alla necessità

di dare piacevolezza con il loro utilizzo.I coltelli delle Coltellerie Berti, con i loro limiti funzionali che ci costringono a preferire il lavaggio a mano

rispetto all’uso della lavastoviglie ed a dedicare di tanto in tanto un po’ del nostro tempo alla loro cura emanutenzione, pensati per far apprezzare al meglio la funzione di taglio cui sono destinati, restituiscono

la piacevolezza dell’uso di un oggetto che per essere apprezzato deve essere anche riconosciuto cometestimonianza viva della grande Tradizione Coltellinaia Italiana.

Andrea Berti

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

La Tradizione ha un cognome:Berti

La Famiglia Berti produce coltelli da oltre 100 anni,da quando nel 1895 David Berti aprì la sua bottega in via dell’Oche, a Scarperia.

E lo fa da allora senza interruzione: dopo David, sono stati Severino e poi Alvaro,ed adesso Andrea, a far vivere questa stupenda tradizione di famiglia.

Perché non basta produrre coltelli a Scarperia per essere eredi della sua Tradizione:occorre farlo da un po’ di tempo, magari da un secolo.

1923Severino Berti

1945Alvaro Berti

1895David Berti

1995Andrea Berti

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C O LT E L L E R I E

B E RT ILA TRADIZIONE VIVE

Coltellerie Berti S.r.l.- Via della Resistenza 12 - 50038 Scarperia - (Firenze) - ItaliaTel. (+39) 055.84.69.903 - Fax: (+39) 055.84.68.014 - e-mail: [email protected]

web: www.coltellerieberti.it

Mozzetta - David Berti 1935

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Come scegliere i coltelliA monte ed a valle della buona cucina

c’è sempre un buon coltello.Ogni giorno usiamo molti oggetti senza conoscerne l’intima natura

ed ignorando quali fenomeni ed incontrovertibili leggi fisiche ne determininoil funzionamento e l’utilità per noi.

D’altra parte non sarebbe neppure possibile cimentarsi in tale conoscenzadata la vastità delle competenze necessarie.

Queste poche pagine, senza avere la pretesa di essere esaustive, vi permetterannodi sapere qualcosa in più sulla coltelleria per fare dei vostri coltelli un uso più corretto

e di maggior soddisfazione.

Fatti a mano. Fatti in Italia.

C O LT E L L E R I E

B E RT I

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

La scelta dei coltelli per lapropria casa.

Come scegliere.Deve essere ritenuto normale l’impiego di lame seghettate per tagliare altre pietanze

che non siano il pane, le focacce e i prodotti da forno?

Bisogna pensare che sia economico spendere meno per un coltello che taglia malee che dopo un po’ si deve buttare?

È necessario convincersi che sia superato il fatto di far affilare ogni tanto lame di qualitàsuperiore, per continuare a disporre nel tempo di un ottimo strumento di taglio?

È da considerarsi un luso tagliare la carne a tavola con un coltello fatto a mano,a lama liscia con il manico in corno?

Ed è per questo che sentiamo il dovere di illustrare i requisiti essenziali del buon taglio con buoni coltelli a tutti coloro che vorranno scegliere la loro dotazione di coltelli tra quelli delle nostre Collezioni.

Potrete scegliere coltelli, da preparazione, da servizio e da tavola con:

Lame in acciaio inox ad alto tenore di carbonio per garantire una lunga durata al taglio. Manici in corno o legni pregiati per chi desidera il massimo.

Manici in plastica lavorata a mano, pratici da lavare, anche in lavastoviglie.

per soddisfare ogni vostra esigenza di taglio.

Secondo noi, no.

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Da sapere in breveNel caso del taglio di grossi pezzi di carne si potrà impugnare il manico nel palmo della mano e far scorrere la lama per tutta la sua lunghezza.

Per tagliare formaggi si impugnerà il manico nel palmo della mano, si appoggia l'altra mano in prossimità della punta e facendolo oscillare si penetreràil formaggio senza far scorrere la lama.

Per aumentare la forza durante il taglio, riducendo lo sforzo, si può impugnare la lama, all'imposta del manico,con indice e pollice.

Infine il Trinciante può essere usato per tritare impugnando il manico nel palmo della mano ed appoggiando l'altra mano sulla punta in maniera tale da rendere facile l'oscil-lazione della lama sul tagliere.

Materiale del manico: i materiali naturali (Como o legno) sono belli ma inevitabilmente invecchiano presto. Le plastiche esistono di molte qualità: i policarbonati, economici e resistenti, invecchiano più rapidamente del polimetilmetacrilato (plexiglas), più costoso ma dall'aspetto più bello e durevole nel tempo.Le plastiche consentono illavaggio in lavastoviglie anche se per un coltello è sempre sconsigliato.

Dimensioni dei coltelli:non si deve avere paura di prendere coltelli "grandi" una buona regola è che ilcoltello deve essere di lunghezza doppia rispetto a ciò che si vorrà tagliare.

Manutenzione: i coltelli non richiedono molta manutenzione, con un uso corretto sarà sufficiente provve-dere all'affilatura dopo alcuni anni d'uso. E' importante ricordare che è preferibile il lavaggio a mano, ma comunque indispensabile l'asciugatura immediata. La forma, lo spessore e l'acciaio con ilquale sono fatti non consente di usarli a leva per aprire barattoli o comunque per usi diversi dal taglio dei cibi.

Materiale della lama: il più usato è l'acciaio inox, introdotto in maniera massiccia da più di 50 anni, per ri-solvere il problema dell'ossidazione e quello del sapore di citrino lasciato nei cibi dai vecchi coltelli al carbonio.Per avere capacità di taglio e durata dell'affilatura è necessario scegliere coltelli inox con alta percentuale di carbonio (superiore allo 0,40%), tuttavia più alta è la percentuale di carbonio presente e minore sarà l'inossida-bilità. Diffidare dei coltelli inossidabili al l00% perché realizzati con acciaio inadatto al taglio.La superficie può essere specchiata o satinata: la specchiata, più bella da nuova, invecchia rapidamente, la sati-nata mantiene più a lungo ilsuo aspetto iniziale e garantisce una minore aderenza di ciò che si taglia alla lama.Recentemente sono stati introdotti coltelli con lama in ceramica che risolvono definitivamente il problema dell'ossidazione e garantiscono un'affilatura di lunga durata, ma sono fragili e quando inesorabilmente non taglieranno più l'affilatura non sarà facile.

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Trinciante: è di norma il più usato ed è utile averne due uno da almeno 15 cm. per de-stinare a verdure e pesce

Coltello per affettare: almeno 22 cm. con dorso dritto e punta arcuata, filo liscio; si usa impugnando il manico nel palmo della mano e facendo scorrere la lama per tutta la sua lunghezza.

Coltello da pane: almeno 20 cm. con dorso e tagliente dritti unico con tagliente se-ghettato; si usa impugnando il manico nel palmo della mano e facendo scorrere la lama per tutta la sua lunghezza.

Coltello da pomodoro ed agrumi: normalmente seghettato deve essere almeno 12 cm.

Coltellino milleusi (spelucchino): è iljolly della cucina la sua lama rigorosamente a filo liscio sarà almeno 10 cm. e la punta deve essere centrata; con questo coltello si può pelare, incidere e fare piccolo tagli.

Forchettone: indispensabile per evitare di usare le mani per trattenere arrosti ed altre carni da tagliare.

Il coltello da Tavola: spesso il più trascurato nella scelta deve essere rigorosamente a filo liscio per non sfibrare la carne e non spremerne il gusto, come accade con lame seghettate. Per assaporare i piatti nel loro pieno sapore, con un taglio dolce e preciso. Non dovrete gettarlo una volta che avrà perso il filo, come succede per le lame seghetta-te, che non possono essere affilate.

ed uno da ahneno 20 cm. da usare per carni e formaggi; si usa impugnandolo in più modi a seconda del taglio da effettuare.

La dotazione indispensabile

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

1. Coltello da chef:questo coltello normalmente di grandi dimensioni si tagliano tutte le carni, ma anche formaggi e verdure.

La dotazione ideale

1. Coltello da Prosciutto:lama flessibile e lunga in- dispensabile per il taglio del prosciutto, degli affettati e del rost beef che richie-dono di essere tagliati in fette sottili.

2. Coltello da pesce:punta centrata, flessibile, affilatissimo è destinato a ricavare filetti dal pesce.

2. Coltello da pane:l’unico che avrà la lama seghettata. Utilizzabile an-che per dolci dalla fibra secca come le crostate.

3. Coltello da pesto:è il miglior sostituto della mezzaluna, serve per smi-nuzzare finemente le verdure.

3. Trinciante per carni e formaggi:più piccolo di quello da chef, è simile e destinato pre-valentemente al servizio in tavola.

4. Trinciante per le verdure:più piccolo di quello da chef, è simile e destinato pre-valentemente alle verdure.

4. Coltello da arrosto:con lama dalla punta curva e tagliente. Grande capa-cità di taglio per evitare di sbriciolare o rompere le fette. Vietatissima la seghetta.

5 Coltello per disossare:lama affilata e rigida serve per disossare e pulire le carni da quanto non commestibile.

5. Affilatoio:indispensabile per mantenere sempre efficiente la ca-pacità di taglio dei coltelli.

6. Spelucchino dritto:è il jolly della cucina. Rigorosamente a lama liscia e punta centrata ideale per piccoli tagli ed indispensa-bile per la preparazione di piatti di carne e verdura.

7. Coltello da pomodoro:per il taglio del pomodoro si può derogare dalla regola che vuole in cucina solo lame lisce ricorrendo a que-sto coltello che con la sua dentatura aiuta ad incidere la pellicola che ricopre ogni pomodoro.

Coltelli da Preparazione Coltelli da Servizio

7. Spelucchino curvo:senza di lui non si può sbucciare, pulire, incidere e ra-schiare. Principalmente destinato a frutta e verdura.

6. Forchettone:complemento del coltello per affettare è destinato a trattenere ciò che stiamo affettando.

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Coltello da tavola:esclusivamente a lama liscia per evitare di spremere e sfibrare ciò che taglia.E’ per la loro semplicità produttiva, che si traduce in basso costo, che si sono imposti sulle tavole di tutto il mondo i coltelli a lama seghettata, ma se volete gustare a pieno le vostre preparazioni di cucina gli unici col-telli da portare in tavola saranno a lama liscia. Le Coltellerie Berti ve ne propongono una vasta gamma:

Convivio Nuovo

Gualtiero Marchesi

Intero

Compendio

Plenum Valdichiana

ItaliaPosate del Marchesino

Duemiladodici

‘500

Oltre la dotazione di coltelli idealeDopo essersi dotati dei 12 coltelli necessari per eseguire tagli precisi e sicuri, possiamo scegliere, secondo la nostra sensibilità, tra le molte possibilità e varianti di coltelli per arricchire la nostra dotazione.

Coltello da salmone

Coltello pasta Coltello da filetto

Spelucchino

Coltello per sfilettare

Coltello da agrumiTrinciante cm. 22

Disosso cm. 13Manaretta

Coltelli per il taglio dei Formaggi

Il trapezio per i formaggidallo scalzo alto

Coltello da paste dure

La spatola per gli spalmabili

Coltello da paste molli

Coltello da paste compatte

L’archetto per i tenerissimi

Coltello da paste semidure

La dotazione per la tavola

Coltelli da cucina

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Compendio delle Coltellerie Berti

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Coltelli per il taglio dei Dolci

Coltello per Millefoglie

Coltello per Torta Sacher

Coltello per Mousse

Paletta per Torte

Coltello per Cioccolato Martello per Cioccolato

Paletta per Pasticceria Mignon

Coltello per crostate

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C O LT E L L E R I E

B E RT ILA TRADIZIONE VIVE

Coltellerie Berti S.r.l.- Via della Resistenza 12 - 50038 Scarperia - (Firenze) - ItaliaTel. (+39) 055.84.69.903 - Fax: (+39) 055.84.68.014 - e-mail: [email protected]

web: www.coltellerieberti.it

Mozzetta - David Berti 1935

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IL TAGLIO ED IL GUSTOA monte ed a valle della buona cucina

c’è sempre un buon coltello.Ogni giorno usiamo molti oggetti senza conoscerne l’intima natura

ed ignorando quali fenomeni ed incontrovertibili leggi fisiche ne determininoil funzionamento e l’utilità per noi.

D’altra parte non sarebbe neppure possibile cimentarsi in tale conoscenzadata la vastità delle competenze necessarie.

Queste poche pagine, senza avere la pretesa di essere esaustive, vi permetterannodi sapere qualcosa in più sulla coltelleria per fare dei vostri coltelli un uso più corretto

e di maggior soddisfazione.

Fatti a mano. Fatti in Italia.

C O LT E L L E R I E

B E RT I

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

.......Proseguendo, scoprirono il rame, l'oro, il ferro,

e anche il peso dell'argento e il potere del piombo,quando incendi riarsero in fiamme le immense foreste

su grandi montagne, sia che fosse caduta una folgore dal cielo,sia che gli uomini, ingaggiando guerre nei boschi,avessero scagliato il fuoco per atterrire i nemici,

sia che indotti dalla bontà del suolo volessero aprirefecondi terreni o mutare le campagne in pascoli,

o uccidere belve e arricchirsi del loro bottino.Infatti cacciare con fosse e con fuoco ebbe inizio già prima

che cingere i boschi di reti e braccare con i cani.Comunque, per qualsiasi ragione il divampare delle fiamme

avesse divorato con terribile strepito le selvedalle profonde radici, e cotto la terra con il fuoco,

dalle vene roventi emanavano e confluivanonegli incavi del suolo ruscelli d'oro e d'argento,

e insieme di rame e di piombo; e gli uomini, al vederli più tardirapprendersi e risplendere in terra di vivi colori,

erano presi da incanto per il liscio e aggraziato nitore,constatando che erano formati con la stessa figura

della concava impronta terrestre prima occupata da ognuno.Allora li penetrava l'idea che i metalli, liquefatti al calore,potessero colarsi in qualsiasi forma ed effige di oggetti,

e che inoltre, forgiandoli, potessero trarsi ad arbitrioin cuspidi aguzze e affilate di punte,

cosi da dare a se stessi appropriati arnesi per abbattere i tronchi,sgrossare il legname, radere levigate le travi,e aprirvi fori e fessure che le attraversassero.

Dapprima a tal uso impiegavano l'oro e l'argentocome il robusto rame adatto agli sforzi violenti,

ma invano, poiché la tempra di quelli si piegava vinta,né poteva ugualmente resistere al duro lavoro.

Dunque il rame fu in pregio maggiore, e l'oro in disusoper l'inutile impiego, mussato nelle deboli punte.Ora il rame è spregiato, e l'oro seguito nel pregio.Così il tempo avvicenda il turno di tutte le cose.

Ciò che prima ebbe onore, diventa di nessuna importanza;e subito altro lo segue ed esce dall'antico dispregioe ogni giorno di più si ricerca, e scoperto fiorisce

di lodi e tra gli uomini vive in mirabile stima. In qual modo sia stata scoperta la natura del ferroadesso, o Memmio, ti è facile apprendere da solo.Antiche armi furono le mani, le unghie, i denti,

e le pietre e le schegge di rami di selva,e le fiamme e il fuoco appena furono noti.

Più tardi fu scoperta la forza del ferro e del bronzo.Ma l'uso del bronzo era noto già prima di quello del ferro,

poiché è di natura più duttile ed è più abbondante.Col bronzo dissodavano il suolo, col bronzo destavano

i flutti della guerra, seminavano atroci ferite, predavano campie bestiame; infatti tutto ciò che fòsse inerme e nudo

cedeva facilmente a chi era munito di armi.In seguito apparve man mano la spada di ferro,e cadde in disuso la foggia della bronzea falce;

col ferro cominciarono a fendere la superficie del suolo,e furono resi incerti i guerreschi conflitti.

.......

De Rerum Natura.Libro V

Versetti 1240-1295

Lucrezio - I sec. a.c.

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Il Taglio ed il gusto

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Secondo le più recenti teorie le prime famiglie di scimmie, scese dagli alberi per iniziare a vivere adottando la posizione eretta, si sono formate 5 (qualcuno ritiene 7,5) milioni di anni fa. Proprio questa nuova postura, liberando gli arti superiori ed in particolare le mani dal compito di contribuire alla locomozione, ha aperto la strada alla trasformazione di una scimmia, ancora neppure antropomorfa, in ominide.

I nostri progenitori hanno impiegato alcuni milio-ni di anni per specializzarsi aprendosi la strada pro-vando e riprovando a creare attrezzi con materiali facili da lavorare e da trovare, ovvero ossa e legni. Solo 2 milioni di anni fa furono capaci di iniziare ad usare pietre per produrre degli attrezzi che per la natura del materiale usato sono giunti fino a noi documentandoci l’esistenza di una grande varietà di tipi e forme. I più antichi attrezzi erano piuttosto semplici, grezzi e poco lavorati, impiegati per difesa o per at-

tacchi agli animali ma anche come offesa ai propri simili per impossessarsi di un territorio. In questo periodo si acquisiva l’abilità di dotarsi di strumenti adatti a soddisfare le proprie necessità: utensili che progressivamente, nel corso di mezzo milione di anni, diventeranno, seppure scheggiati su una faccia sola, precisi e simmetrici evidenziando abilità e creatività. Se già 1,5 milioni di anni fa erano disponibili oggetti-strumenti che variavano in funzione all’uso cui erano

destinati, nei successivi cinquecentomila anni ini-zia la produrre attrezzi meglio lavorati, scheggiati, adatti a semplificare certe operazioni quotidiane soprattutto nella caccia, per tagliare pezzi di carne, per le rudimentali lance idonee a colpire gli animali da lontano. Circa un milione di anni fa i nostri progenitori avevano acquisito, oltre all’abilità di individuare le selci della qualità adatta a diventare attrezzi, quel-la di sagomarle percuotendole con un'altra pietra, scheggiandole fino al punto di adattarle ad impu-gnature lignee. Ha insomma il nostro ominide realizzato il primo

"oggetto" durevole fatto con le proprie mani, il primo prodotto artigianale della storia: il coltello (meglio sa-rebbe dire un utensile da punta e taglio, ma consentitemi questa esaltazione!) Belli come sculture moderne, dimostrano di essere anche funzionali agli scopi per cui vennero costruiti. La cosiddetta età della pietra levigata rappresentò la prima grande rivoluzione tecnologica, la prima tappa verso l'affermazione dell' “homo sapiens”. E’ un crescendo nella tecnica non solo della scheggiatura ma anche nella levigatura; un’operazione questa che fatta con lo sfregamento, che fornisce alla pietra scheggiata una estremità affilata o delle aguzze punte alla lancia e alle frecce; vengono realizzati perforatori, raschiatoi per lavorare le pelli, asce forate, mazze, accette. L’abilità nello scheggiarle, l’esperienza acquisita nel tempo che fa migliorare sempre di più lo strumento, dopo aver scoperto le operazioni più valide il nostro ominide le ha immagazzinate nel cervello che si sta sem-pre di più ingrandendo, e cerca di ripeterle queste azioni migliorandole e tramandando poi il “come si fa” ai suoi discendenti.

Il Coltello dai primordi ad oggi.

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Il Taglio ed il gusto

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Questo periodo "della pietra" inizia e finisce in tempi diversi a secondo della zona geografica perché legato a un miglioramento tecnologico strettamente locale ma anche all'approvvigionamento di particolari ciottoli, come la selce (presente in Francia e in Inghilterra), o la ossidiana (un ciottolo vetroso fragile ma duro, di ori-gine vulcanica che si trova solo nell'isola di Lipari, Pantelleria, Sardegna, nell'isola Egea di Melos, in Anatolia,

Armenia, nei Carpazi). Ed è curioso che si sono ritrovati alcuni di questi semplici utensili anche in zone prive della materia prima; questo significa che fra tribù anche lontane già erano in atto degli "scambi commerciali". Passeranno ancora moltissimi anni (circa un milione) prima che la scoperta dei metalli (fusione del rame circa 8.000 anni fa) consenta un salto tecnologico nella produ-zione di armi ed utensili da taglio Con il bronzo (lega di rame e stagno) prima (circa 5.500 anni fa) e con il ferro poi (quando 3200 anni fa il progresso della metallurgia mise a disposizione ferro capace di com-petere con il bronzo) fu possibile realizzare armi e coltelli

dalle forme specializzate secondo l’uso, dotati di comode e robuste impugnature che ne garantivano un uso prolungato. Il bronzo ed il ferro sono metalli “dolci” (teneri) e quindi non particolarmente adatti per realizzare armi e coltelli ai quali chiediamo di sopportare “colpi” e continuare a tagliare più a lungo possibile, ma il loro uso è continuato per molti secoli a causa dell’impossibilità di sostituirli con materiali migliori. Sebbene la ghisa, una lega ferro-carbonio con alto tenore di carbonio fosse nota fin dal 3000 anni fa perché si otteneva “naturalmente” dalla fusione del ferro contaminato dal carbonio presente nel carbone utilizzato per la fusione del minerale, fosse più dura del ferro, risultava inutilizzabile a causa della sua fragilità e difficoltà di

lavorazione tanto da meritare il nome di “ferraccio”. Già 1700 (per qualcuno 2200) anni fa in India si cono-sceva la tecnica di arricchire il ferro con carbonio in un crogiuolo per ottenere la lega nota con il nome di acciaio Wootz, ma questa tecnica si è diffusa verso occidente mol-to lentamente tanto da comparire in Europa solo a partire dal XVIII secolo (appena 300 anni fa!) . Dunque fino ad allora In Europa l'unica tecnica nota per migliorare la qualità dei “ferri taglienti” fu quella di usare ferro puro per confezionare acciaio a pacchetto con ghisa più ricca di carbonio: era un metodo estremamente costoso, e non si potevano creare pezzi molto grandi: al massimo grandi come la lama di una spada.

Una tecnica quindi destinata solo alla realizzazione di armi “importanti” ed estranea alla realizzazione di utensili per uso quotidiano, che continuavano ad essere fatti con ferro più o meno carburato sulla forgia a se-conda dell’abilità del “maestro coltellinaio”. La tecnica della produzione dell’acciaio a pacchetto fu misteriosamente dimenticata in Europa tra il V ed il XVI secolo per essere riscoperta nel Rinascimento, quando si diffuse il mito che le spade impugnate dai saraceni a Damasco e viste dai crociati avevano proprietà meravigliose proprio perché realizzate con un tipo di acciaio a pacchetto.

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Il Taglio ed il gusto

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In realtà le analisi di armi superstiti di quelle battaglie hanno reso evidente che non è così. Con ogni probabilità, la tecnica del wootz venne raffinata in modo da far assorbire il carbonio soprattutto ai bordi della spada, mantenendo la sua anima centrale relativamente dolce. In questo modo si otteneva una spa-da flessibile e che sopportava gli urti senza rompersi, ma al tempo stesso dalla lama molto dura che manteneva

un filo tagliente per molto tempo. Le variazioni nel tenore di carbonio fra il filo e il cen-tro della spada creavano in superficie un bel disegno ondulato, dal cui l'aggettivo damascato. Dunque possiamo dire che le tecniche di realizzazio-ne di acciaio per la produzione di “Ferri Taglienti” sono state elaborate, introdotte e a volte perdute, in luoghi diversi e in tempi diversi, dando origine a leggende e

miti, ma per quanto riguarda l’Europa solo dopo il 1740 si è reso disponibile un acciaio con una buona e stabile qualità. Dal 1740 la tecnica di produzione dell’acciaio si è successivamente perfezionata fino a consentire di produrre acciai di buona qualità, con un contenuto di carbonio controllabile ed una ottima lavorabilità. L’acciaio di cui abbiamo parlato fino ad ora è quello che si definisce “al carbonio” ovvero un acciaio che arrugginisce e che se portato alla bocca ha un forte gusto citrino, tanto da lasciarlo anche nei cibi con i quali viene a contatto. Solo nel 1913 Harry Brearly di Sheffield scoprì che un suo provino di acciaio con poco carbonio ed additivato

con il 13-14 % di cromo non ossidava se esposto agli agenti atmosferici: si trattava dunque del primo acciaio inox della storia, ma dovremo aspettare fino al 1921 per veder realizzato il primo coltello inox dalla statuni-tense International Silver Company. In realtà questo nuovo materiale è diventato d’uso comune per i ferri da taglio, in particolare destinati alla chirurgia ed all’alimentazione, solo a partire dagli anni 50 del XX secolo (solo 70 anni fa!) ed il motivo risiede nella difficoltà di avere un acciaio inossidabile e capace di tagliare. Ancora oggi, pur disponendo di acciaio inox molto sofisticati e capaci di tagliare bene (ma non inossidabili

al 100 %), ci sono molte persone immotivatamente diffidenti nei confronti dell’acciaio inox. Naturalmente molti altri materiali si sono aggiunti negli ultimi 100 anni per la realizzazione di “Ferri taglien-ti” (Titanio, Acciai speciali, Acciai sinterizzati, perfino plastiche, ec. ec.) che sono ottimi ed hanno senso solo se destinati a produzioni speciali che richiedano le loro specifiche caratteristiche. Infine un discorso a parte vale per l’adozione della ceramica per la realizzazione di lame di coltelli da cucina che da circa 30 anni rappresentano l’ultima frontiera tecnologica per la coltelleria da cucina. Si tratta di polvere di ossido di zirconio pressata a 400 Ton. e sinterizzata a 1350 °C così da ottenere una lama durissima, assai difficile da lavorare, ma che se ben realizzata taglia in maniera superba. I limiti di tali coltelli risiedono principalmente nella fragilità e nell’impossibilità di riaffilarli quando ineso-rabilmente, dopo un lungo uso perderanno il filo. Oggi di moda e magnificati dai rivenditori molto oltre le indubbie qualità sono da usare solo per tagliare cibi non troppo duri, senza ossa e per eseguire tagli che non richiedano flessione o torsione anche minima della lama. Cadute e colpi sono inammissibili.

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Il Taglio ed il gusto

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Arte, impiego e tradizionedei coltelli italiani.

Il buon utilizzatore di coltelli. Prima di dare alcune indicazioni specifiche per la scelta dei coltelli giusti per le proprie necessità pos-siamo riassumere in sette punti i comportamenti e le nozioni fondamentali che aiuteranno a diventare un “Buon utilizzatore di coltelli”:1. Non illudetevi: non esistono coltelli che tagliano tutto (sarebbe anche assai triste: pensate se esistesse un solo vino!), non esistono coltelli che non richieda-no affilature, non esistono coltelli indistruttibili.2. Per tagliare con piacere ed ottenere dei buoni ri-sultati è importante conoscere i coltelli ed usarli per l’uso al quale sono destinati. A monte e a valle della buona cucina c’è sempre un ottimo coltello ed il suo corretto uso.3. Un coltello non deve essere usato mai per azioni

improprie (cacciavite, apriscatole, tagliasurgelati, spaccaossa, ecc.) fare ciò è un modo sicuro per rovinare il coltello e farsi del male.4. Tenere i coltelli perfettamente affilati li rende meno pericolosi (non sarà necessario forzare pericolosamente il taglio).5. Usateli su piani di appoggio sicuri e riponeteli sempre in luoghi sicuri e mai buttati alla rinfusa insieme a mille altri accessori per la cucina.6. I coltelli di oggi sono quasi sempre in acciaio inossidabile: è quindi possi- bile lavarli, ma è indispensabile asciugarli (un buon acciaio inox è comunque ricco di carbonio e può occasionalmente macchiarsi).7. Se non riuscite a rinunciare al lavaggio in lavastoviglie preoccupatevi di disporli in maniera tale che in fase di lavaggio non vengano sbattuti tra loro o con altri oggetti che ne possano compromettere l’affilatura; asciugateli manualmente a fine lavaggio.

Anche i coltelli hanno le loro categorie. Il coltello ci accompagna dagli albori della civiltà e forse proprio per la “naturalezza” con la quale convivia-mo con questo utensile capita di sottovalutarlo, di non porsi il problema di capirne fino in fondo l’uso, anzi gli usi specifici dei vari tipi che i produttori ci offrono. Dall’altra parte è anche vero che i coltelli quasi mai sono accompagnati da “istruzioni” per l’uso quasi che anche i produttori dessero per scontato che tutti sanno usare bene i coltelli. Niente di più falso! Molte persone, senza distinzione di posizione sociale, utilizzano un solo coltello per fare tutto in cucina, non si preoccupano di cosa usano per tagliare a tavola ed immancabilmente finiscono per lamentarsi per gli scarsi risultati che ottengono con le loro azioni di taglio. In realtà ogni buon taglio comincia con la scelta del coltello giusto. Senza avere la pretesa di essere esaustivi e coscienti di tralasciare molte considerazioni, per mettere chi ci legge nella condizione di scegliere con semplicità, ma cognizione, i coltelli di cui ha bisogno possiamo comin-ciare a distinguere le caratteristiche pricipali dei coltelli da Tavola e da Cucina.

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Il Taglio ed il gusto

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Produrre coltelli con il ”tagliente” seghettato per usarli in Tavola ed in Cucina è una abitudine che si è im-postata in tempi relativamente recenti. I coltelli a lama seghettata sono oggi i più diffusi solo perchè, realizzati in grandissime quantità con processicompletamente automatizzati, sono i più economici. Nel caso del taglio di cibi si deve riconoscere al filo liscio una maggior piacevolezza e pulizia nel taglio che sarà pagata da un maggior costo di acquisto e forse da qualche affilatura in più. Se può sembrare un pò cerebrale avvertire una spiacevole sensazione nel lacerare, strappare con dei denti, nel piatto, il cibo che ci apprestiamo a mangiare sottoponendolo ad un inutile ulteriore sacrificio (prima di arrivare nel piatto si trattava di un animale o di un vegetale che hanno sacrificato la vita per nutrirci) è sicuramente più immediato osservare che tagliando carni, verdure e formaggi con coltelli seghettati si produce la fuoriuscita di fluidi che contengono gran parte del gusto e delle sostanze nutritive che invece di mangiare rimarranno nel piatto.

Lama seghettata: da comperare esclusivamente per il taglio del pane e di ogni altro prodotto da forno a fibra secca. Sono inadatti per ogni altro taglio perché la seghetta tende a sfibrare e spremere ciò che taglia facendo perdere i succhi dei cibi che ci apprestiamo a cucinare o mangiare, con conseguente perdita di sapore e sostan-ze nutritive. La seghetta poi unisce lo spiacevole effetto di segnare con delle orribili “unghiate” ciò che taglia, rendendolo poco piacevole all’aspetto.

Lama liscia: gli unici indicati per il corretto taglio delle carni, del pesce, delle verdure, della frutta e dei for-maggi. Il coltello a lama liscia taglia con dolcezza rispettando al massimo ciò che è destinato a nutrirci preservandoogni più piccola sfumatura di gusto e capacità nutritiva.

Per una cucina, stabilito che sarà necessario un coltello a seghetta per il pane, dobbiamo distinguere i coltelli a lama liscia a seconda della sezione della stessa e della geometria del loro filo (parte terminale tagliente della lama):

Sezione cuneiforme e filo convesso: è la forma più antica e comune per una lama ed il suo filo, ma è anche la più versatile. I coltelli con questo tipo di affilatura garantiscono durata di taglio e facilità di raffilatura. Sono indicati per il taglio delle carni crude e cotte, del pesce, dei formaggi e delle verdure Una tale affilatura si ottiene solo manualmente.Sezione rettangolare e filo a doppio cuneo: si ottengono coltelli poco flessibili e robusti adatti a sopportare icolpi cui sono sottoposti normalmente i coltelli spaccaossa.Sezione cuneiforme e filo a cuneo semplice: si ottengono coltelli taglientissimi e flessibili. Il limite di tali lame è la scarsa durata del taglio e la fragilità, che le rendono indicate a tagliare pesce (filettare) e verdure (alimenti dalla scarsa consistenza e per i quali l’azione di taglio deve essere delicatissima per preservarne struttura e gusto).

1. Sezione cuneiforme e filo convesso.

2. Sezione rettangolare e filo doppio cuneo.

3. Sezione cuneiforme e filo a cuneo semplice

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Il Taglio ed il gusto

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E’ consigliabile non farsi stupire da effetti speciali acquistando coltelli con sezioni di lame e affilature ori-ginali e “strane”. Se proprio ci vogliamo togliere la soddisfazione di acquistare un coltello che ci viene garantito come ecce-zionale per un uso specifico, facciamolo dopo aver acquistato la serie dei coltelli indispensabili per la nostra cucina: in tal modo saremo sicuri di effettuare comunque buoni tagli.

Le facce delle lame conferiscono la gradevolezza di aspetto al coltello ed orientarsi verso lavorazioni sobrie ed efficaci garantisce la bontà dei risultati. Pertanto si possono scegliere i coltelli tra quelli aventi facce delle lame:Satinate: sono oggi le più comuni, imposte dalla necessità di semplificare il processo produttivo; si sono af-fermate anche perché il loro “invecchiamento superficiale” è minore rispetto a quello delle lame a specchio. Rendono più difficile l’attaccarsi dei cibi tagliati alla lamaSpecchiate: sono esteticamente molto belle, aumentano le difese contro l’ossidazione, ma si rigano facilmente a contatto tra loro e nell’azione di taglio. Durante l’azione di taglio i cibi tendono ad attaccarsi alla lama pro-vocando sgradevoli e talvolta dannose deformazioni a quanto si sta tagliando.

Punta: Può sembrare strano ma la punta di un coltello nasce “perché una lama deve in qualche modo finire” pertanto solo in alcuni casi ha un compito specifico legato all’uso del coltello mentre più spesso determina l’aspetto, lo stile del coltello. Anche in questo caso diffiderei delle punte dall’aspetto esoterico e sceglierei per la mia cucina tra:Punta centrata: ideale per i coltelli spelucchini che si usano per la preparazione delle carni ed hanno specifi-che funzioni che richiedono il forare. Ideali anche per i trincianti.Punta a scimitarra con dorso dritto: ideale per tagliare grossi pezzi di carne cruda o cotta dove è necessarioscorrere tagliando ed entrare aiutandosi con la punta.Punta rotonda o quadrata: ideale per i coltelli da carne cruda o cotta dove il taglio si fa senza la necessità di entrare prima con la punta e si vogliono ottenere delle fette per scorrimento. Oppure nel caso dei formaggi che si tagliano sempre per pressione e non per scorrimento. O infine per certi tagli di verdure e frutta.

Manico: determina il confort di taglio quindi deve riempire bene la mano, garantire una facile e sicura presa in maniera tale che in nessuna situazione il coltello possa sfuggire dalle mani. E’ chiaro che anche nel caso dei manici la sobrietà delle forme è sinonimo di funzionalità, se vogliamo gratificarci esteticamente è meglio scegliere materiali di bell’aspetto (corno, legni, plastiche speciali) piuttosto che cercare forme “stupefacen- ti”.

Spessore della lama: i coltelli devono avere uno spessore adeguato a ciò che tagliano, nel caso della cucina lame sottili saranno più taglienti e penetranti, ma delicate, quindi da destinare ad alimenti (pesce e verdura) dalle fibre facili da tagliare e che potrebbero essere rovinati da tagli grossolani. Lame a medio spessore saran-

no destinate alle carni mentre quelle spesse per rompere le ossa.

Dimensioni: non si deve avere paura di prendere coltelli “grandi” una buo-na regola è che il coltello deve essere di lunghezza doppia rispetto a ciò che si vorrà tagliare.

Forgiati: sono i più prestigiosi ed i più belli. Ottenuti per forgiatura, oggi con un maglio e non manualmente, un tempo garantivano una migliore qualità di taglio perché la forgiatura consentiva di ottenere una grana uni-

forme e fine che migliora la capacità di taglio e la durata dello stesso: i colpi del maglio spezzano ed ordinano le molecole dell’acciaio. Attenzione a scegliere tali coltelli perché ne esistono dei “falsi” ovvero coltelli stampati con falso nodo aggiunto solo per motivi estetici. Generalmente i coltelli forgiati sono più costosi.

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Il Taglio ed il gusto

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Stampati o tagliati laser: nati per motivi di economia e semplicità pro-duttiva, un tempo si potevamo definire di scarsa qualità, oggi possono essere rivalutati poiché il progresso tecnologico ha permesso l’uso di leghe di acciaio per la realiz- zazione di coltelli stampati che consento-no altissima qualità della lama (granulometria fine ed ordinata senza la forgiatura). E’ comunque più difficile scegliere un coltello di buona qualità tra quel-li tranciati ed è consigliabile affidarsi ad un rivenditore di fiducia. La maggiore semplicità produttiva di questi coltelli ha fatto fiorire le produzioni più varie: lame di acciai non temprati, pretemprati, pre-coni-ficati ecc. sulla cui qualità vi sono molti dubbi.

Materiale della lama: il più usato è l’acciaio inox, introdotto in maniera massiccia da più di 50 anni per risolvere il problema dell’ossidazione e quello del sapore di citrino lasciato nei cibi dai vecchi coltelli al carbo-nio. Per avere capacità di taglio e durata dell’affilatura è necessario sceglie-re coltelli inox con alta percentuale di carbonio (superiore allo 0,50%) tuttavia più alta è la percentuale di carbonio presente e minore sarà l’inossidabilità. Diffidare dei coltelli inossidabili al 100% perché realizzati con acciaio inadatto al taglio. La superficie può essere specchiata o satinata: la specchiata più bella da nuova invecchia rapidamente la satinata mantiene più a lungo il suo aspetto iniziale e garantisce una minore aderenza di ciò che si taglia alla

lama Recentemente sono stati introdotti coltelli con lama in ceramica che risolvono definitivamente il proble-ma dell’ossidazione e garantiscono un’affilatura di lunga durata ma sono fragili e quando inesorabilmente non taglieranno più l’affilatura non sarà facile.

Materiale del manico: i materiali naturali (Corno o legno) sono belli e piacevoli al tatto ma inevitabilmente invecchiano presto, richiedono attenzione durante l’uso ed obbligano a lavaggi manuali e delicati. Le plastiche, oggi largamente usate, esistono di molte qualità; quasi sempre si tratta di policarbonati, economici e resistenti, ma dal rapido invecchiamento e colorazioni esclusivamente opache e scure. Meno utilizzato il polimetilmetacrilato, perché più costoso e dif- ficile da lavorare, consente di offrire colorazioni vivaci e brillanti ed un bell’a-spetto lucido, durevole nel tempo e resistente ai lavaggi. Il manico in plastica facilita il lavaggio manuale e consente l’uso della lavastoviglie, ma per preservare a lungo, efficiente e bella, la lama del vostro coltello è sempre preferibile il lavaggio manuale.

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Ogni coltello va destinato all'uso per il quale è nato. Forma, spessore ed acciaio con il quale sono fatti non consentono di usarli a leva: mai provare ad aprire barattoli o togliere tappi a corona e neppure forzare lateral-mente per dividere cercando di “spaccare” ciò che si sta tagliando: non potete tagliare una forma di formaggio stagionato con uno spelucchino!Per queste azioni ci sono coltelli dedicati dalla lama corta e dal manico opportunamente dimensionato. Un coltello può essere usato solo per il taglio dei cibi attraverso lo scorrimento della lama o con una pressione dall'alto verso il basso. Se vi scoprite a “forzare” per tagliare state facendo un'azione impropria per lo strumen-to che state usando e con il sicuro risultato di rompere il coltello e forse ferirvi.

Non “ammucchiate” i vostri coltelli in un cassetto insieme a mille altri oggetti se volete preservarli dall'in-vecchiamento e perdita di capacità di taglio. Esistono cassetti appositamente progettati per accogliere dei coltelli, ma se non ne avete uno a disposizione acquistate un “Ceppo”.

Un buon lavaggio a mano ed una attenta asciugatura dopo il lavaggio sono il segreto per mantenere al meglio ed a lungo i propri coltelli: acqua tiepida (40°C), detersivo non aggressivo ed asciugatura immediata dopo il lavaggio.

Se dopo l'uso di un coltello non si provvede al suo lavaggio dimenticandolo magari al giorno successivo con residui di cibo sulla lama potremo avere la brutta sorpresa di trovarlo con delle fastidiose macchie rossastre o degli aloni neri che pur non essendo vera e propria ruggine rappresentano l'ossidazione di alcuni carburi superficiali.

Mai lasciare a sgocciolare dopo un lavaggio a mano: questo comportamento sarà fonte sicura di macchie più o meno estese. Si può trattare di contaminazione avvenuta durante il lavaggio o in casi più gravi da una vera e propria aggressione al metallo. Un'acqua ricca di ferro lascia dei depositi.

AvvertenzePer un buon uso dei Vostro coltelli.

Dotarsi di un coltello di qualità è condizione indispensabileper eseguire dei buoni tagli, ma è necessario anche

attenersi ad alcune prescrizioni.Sono i coltelli di scarsa qualità di taglio che sopportano meglio usi impropri

e poca accortezza nella loro manutenzione.

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Se avete acquistato un coltello a manico pieno sappiate che è meno robusto di un coltello a codolo intero e per evitare rotture fate attenzione a forzarlo lateralmente compiendo un uso improprio.

Esempio di coltello a codolo intero.

Esempio di coltello a manico pieno.

Tuttavia si possono lavare anche in Lavastoviglie, se il manico non è in materiali naturali, facendo attenzione a disporli in maniera tale da non farli sbattere l’uno contro l’altro ed attivando un lavaggio breve e delicato (max. 60 °C), ma è bene essere informati sulle possibili conseguenze: la lavastoviglie fa invecchiare rapida-mente ogni oggetto in essa lavato, gli acciai da taglio più sono di qualità e meno sono inossidabili dunque le lame potranno macchiarsi con macchie piccole rossastre o con grandi aloni bluastri.

Preoccuparsi sempre dell'asciugatura manuale perché quella della lavastoviglie crea un ambiente saturo di vapori aggressivi che, in alcuni casi può facilitare la comparsa di macchie. Si può trattare di contaminazione avvenuta durante il lavaggio o in casi più gravi da una vera e propria aggressione al metallo.

Una buona lama non è mai inossidabile in maniera assoluta (per tagliare ci vuole un buon tenore di carbonio e non troppo cromo!) quindi se questa viene a contatto con sostanze quali acido acetico, solfidrico e citrico, che si trovano in quantità in molti cibi (frutta, verdure e carni) può mostrare i suoi limiti di resistenza ad ambienti aggressivi.

Coltelli economici non mostrano questo comportamento perché contengono poco (o niente) carbonio: non tagliano e non sono affilabili, ma non arrugginiscono! A Voi la scelta!

Solo in rari casi l'ossidazione di un coltello può dipendere dalla scarsa qualità dell'acciaio o da un processo di tempra errato. Questo tipo di ossidazione è facilmente riconoscibile perché si manifesta con vera e propria perdita di materiale invece di apparire come macchie superficiali.

AvvertenzePer un buon uso dei Vostro coltelli.

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Se dopo un intenso uso avvertite la necessità di affilare i vostri coltelli Berti oppure se siete riusciti a ridurli in una delle condizioni sopra fotografate niente è perduto! Potete ricorrere al servizio di manutenzione che le Coltellerie Berti propongono, esclusivamente per i loro clienti: spedendoci i vostri coltelli Berti sarà possibile sottoporli ad un'accurata manutenzione, che ve li resti-tuirà come nuovi (naturalmente le lame rotte avranno dimensioni ridotte pari alla dimensione della rottura). Il servizio di manutenzione è gestito direttamente dalle Coltellerie Berti e l'indirizzo a cui spedire i vostri coltelli Berti è:

Coltellerie Berti S.r.l. - Via della Resistenza 12 - 50038 Scarperia (Fi) Quando spedirete alle Coltellerie Berti i vostri coltelli abbiate cura di: • Spedire con Poste Italiane, se non avete convenzioni con corrieri professionisti. Garantiscono un ot timo servizio ad un prezzo contenuto. • Imballare i coltelli uno per uno, con carta di giornale o polybag, con uno strato sufficiente ad ammortizzare urti, cadute e sfregamento dei coltelli tra loro nel pacco. • Proteggere la punta di ogni coltello con un rinforzo in cartone o carta molto spessa, affinché gli sfregamenti all’interno del pacco non portino alla lacerazione dello stesso durante il viaggio con ri schio di ferire chi lo maneggi. • Utilizzare per la spedizione, se non avete un contenitore adatto, le scatole in cartone acquistabili presso gli uffici delle Poste che risultano essere sufficientemente robuste. • Non dimenticare di indicare con chiarezza il vostro indirizzo, un numero di telefono ed un indirizzo e-mail. • Non richiedere orari di consegna; è invece indispensabile fornire un indirizzo dove in orari di ufficio ci sia sempre qualcuno a ricevere un pacco. Si possono escludere dei giorni per chiusura o assenza prevista e si può indicare se si preferisce la consegna al mattino o nel pomeriggio. • Spedire più coltelli contemporaneamente per ammortizzare maggiormente i costi fissi della spedizione.

Un servizio post-vendita riservato a chi ha acquistato un coltello Berti.Servizio Manutenzione

Rottura lama forzata a levaUso del martello sul dorso per tagliare qualcosa (forse un osso)

Coltello caduto

Coltello forzato eccesivamenteapplicando torsione o flessione

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Il costo del servizio di manutenzione, per l’anno 2013, che verrà fatturato dalle Coltellerie Berti varia a seconda della lunghezza della lama e del tipo di intervento necessario: • Affilatura e satinatura (sabbiatura per compendio) lama: - Euro 3,00 : fino a 12 cm di lama (lama piccola) - Euro 3,50 : da 13 cm fino a 18 cm di lama (lama media) - Euro 4,50 : da 18 cm di lama in poi (lama grande) • Manutenzione ordinaria affilatura, smerigliatura e satinatura (sabbiatura per compendio) lama, nastratura e lucidatura manico: - Euro 8,50 : fino a 12 cm di lama (lama piccola) - Euro 9,50 : da 13 cm fino a 18 cm di lama (lama media) - Euro 11,00 : da 18 cm di lama in poi (lama grande) • Manutenzione straordinaria: - Euro 40,00 : sostituzione manico pieno (ogni materiale) - Euro 45,00 : sostituzione manico coltello da tasca (ogni materiale) - Euro 35,00 : sostituzione molla coltello da tasca - Euro 20,00 : sostituzione manico codolo intero coltelli cucina (ogni materiale) - Euro 12,50 : sostituzione manico codolo intero coltelli tavola (ogni materiale) - Euro 15,00 : riparazione lame rotte, spuntate, mancanti di alcuni pezzi, ec. ec. • Costo di rispedizione dopo la Manutenzione: - Euro 10,00 : rispedizione in Italia. - Al costo : rispedizione Estero (dipende dal Paese di destinazione) - Niente : se avete un vostro corriere convenzionato • Pagamento esclusivamente: • Contrassegno al momento della consegna al corriere (solo Italia). • Anticipato con: - Trasferimento di denaro con PayPal su: [email protected] - Con bonifico bancario su: Banca del Mugello Credito Cooperativo - Ag. Scarperia IBAN: IT 81 L 08325 38090 000 000 0 62582 BIC: ICRAIT 3F910 - Acquistando il servizio di affilatura o manutenzione sul sito www.emporioberti.it nell’area Servizi - Manutenzione

Ritiro manico per lavaggio ad altatemperatura (oltre 60 °C)

Coltello lasciato a sgocciolare dopo il lavaggio

Rottura lama forzata a leva

Coltello caduto Coltello manico corno lavato inlavastoviglie o lasciato bagnato

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C O LT E L L E R I E

B E RT ILA TRADIZIONE VIVE

Coltellerie Berti S.r.l.- Via della Resistenza 12 - 50038 Scarperia - (Firenze) - ItaliaTel. (+39) 055.84.69.903 - Fax: (+39) 055.84.68.014 - e-mail: [email protected]

web: www.coltellerieberti.it

Mozzetta - David Berti 1935

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Fatti a mano. Fatti in Italia.

Riconosci nello splendore di oltre cento anni di Storia

C O LT E L L E R I E

B E RT ILA VERA TRADIZIONE

Materiali e Processo produttivo

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Il Taglio ed il gusto

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Acciaio. L'acciaio da noi utilizzato è Inox AISI 420 che ha il pregio di essere particolarmente ricco di carbonio (>0,53%) ed avere giunte di molibdeno e vanadio che ne fanno un ottimo acciaio da taglio per coltelli destinati ad un uso che potremmo dire normale, cioè l'uso quotidiano in cucina, a tavola ed in altre azioni di taglio da effettuare con i coltelli da tasca. Si tratta di un acciaio che raggiunge una durezza di 55- 57 HRC ed una granulometria assai fine che rende il filo duraturo e facile da mantenere. Alcune nostre lame sono ottenute per tranciatura altre sono forgiate, ma ciò che le caratterizza in ogni caso è l'affilatura, realizzata con ben tre distinti passaggi interamente manuali che conferiscono al tagliente della lama la geometria in assoluto la migliore per coltelli destinati ad un uso normale come descritto. Il taglio che risulta è dolce e non aggressivo, cosicché i cibi sotto l'azio-ne della lama sembrano separarsi spontaneamente. Ed in più, il filo si consuma nel tempo secondo una precisa geometria,

per continuare a tagliare a lungo e con grande piacevolezza.

Acciaierie Krupp

StrutturaNorma Europea

EN 10088 ASTM Composizione chimica

n. Acciaio Designazione AISI C Si Mn Pmax Smax Cr Ni Mo Ti VMartensitica 1.4116 X50CrMoV15 420

MoV0,45-0,55

= 1,00

= 1,00

= 0,040

= 0,015

14.00-15,00 -- 0,50-

0,80 -- 0,10-0,20

Una buona lama non è mai inossidabile in maniera assoluta (per tagliare ci vuole un buon tenore di carbonio e non troppo cromo!) quindi se questa viene a contatto con sostanze quali acido acetico, solfidrico e citrico, che si trovano in quantità in molti cibi (frutta, verdure e carni) può mostrare i suoi limiti di resistenza ad ambienti aggressivi. Coltelli economici non mostrano questo comportamento perché conten-gono poco (o niente) carbonio: non tagliano e non sono affilabili, ma non arrugginiscono! A Voi la scelta! Se dopo l’uso di un coltello non si provvede al suo lavaggio dimentican-dolo magari al giorno successivo con residui di cibo sulla lama potremo avere la brutta sorpresa di trovarlo con delle fastidiose macchie rossastre o degli aloni neri che pur non essendo vera e propria ruggine rappresen-tano l’ossidazione di alcuni carburi superficiali. Mai lasciare a sgocciolare dopo un lavaggio a mano: questo comporta-

mento sarà fonte sicura di macchie più o meno estese. Si può trattare di contaminazione avvenuta durante il lavaggio o in casi più gravi da una vera e propria ag-gressione al metallo. Un’acqua ricca di ferro lascia dei depositi.

Inossidabilità.

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

La Tempra. L’acciaio usato alle Coltellerie Berti è un acciaio prodottoin Europa e destinato a prodotti di coltelleria di alta qualità. Viene acquistato in acciaieria nello stato “ricotto” (dolce) ovvero adatto a subire quelle lavorazioni meccaniche e plastiche necessarie per tagliarlo o forgiato, fino ad ottenere una lama. Ottenuta la geometria della lama per renderla capace di tagliare è ne-cessario sottoporla ad un Trattamento Termico ovvero una successione di variazioni controllate della temperatura. Alle Coltellerie Berti per ottenere il massimo di durezza, tenacità, mi-crostruttura fine, lavorabilità ed inossidabilità dalle nostre lame abbiamo

scelto di sottoporle a tre distinti cicli termici:

1° Ciclo Tempra L’acciaio da taglio è una lega Ferro-Carbonio dove il Carbonio, se opportunamente solubilizzato nel ferro, conferisce durezza e resistenza ovvero capacità di taglio. La tempra viene eseguita per ottenere un acciaio che a temperatura ambiente abbia la massima solubilizza-zione del carbonio nel reticolo del ferro perché se i due elementi rimangono separati se ne ottiene un materiale “dolce” incapace di mantenere un buon taglio. Per temprare una lama è dunque necessario riscaldarla fino alla temperatura di massima solubilizzazione del carbonio (fase austenitica). Nel caso dell’acciaio da noi usato si tratta di mantenerla 15 minuti a 1055 °C. Poiché questa fase, sovra satura di carbonio nel reticolo del ferro, non sussiste in equilibrio a temperatura ambiente si procede al “congela-mento strutturale” dell’austenite attraverso un brusco raffreddamento della lama: 50 °C in 60 secondi (fase martensitica). Si ottiene così una lama dura e resistente, con molte tensioni interne che la rendono fragile.

2° Ciclo Sottoraffreddamento E’ un trattamento ancora poco usato dai coltellinai. Molti parlano di trattamento criogenico, ma nel caso di lame di coltelli è più corretto parlare di sottoraffreddamento e consiste nel far raggiungere alle lame tempera-ture comprese tra i -40 °C e i -120 °C. Nel nostro caso raggiungiamo -80 °C che sono sufficienti a trasformare in martensite tutta l'austenite residua dopo la tempra. Il sottoraffreddamento viene fatto subito dopo il raffreddamento di tempra per evitare che l'austenite residua si stabilizzi eccessivamente. Anche il sottoraffreddamento produce tensioni interne alle lame che si sommeranno a quelle già prodotte in fase di spegnimento della tempra. Questo trattamento, ancora poco usato nella produzione di coltelli da tasca e da cucina, è importante perché le lame “sottoraffreddate” hanno un filo più tenace (da 2 a 4 volte) e l’assenza di carbonio non solubilizzato ne aumenta la resistenza alla corrosione.

3° Ciclo Rinvenimento Consiste nel riscaldare la lama ad una temperatura inferiore a quella di inizio della trasformazione della martensite in austenite (nel nostro caso 2 ore a 250/300 °C) per "ammorbidire" le tensioni interne lasciate dalla tempra e raggiungere un buon compromesso tra durezza, resistenza e tenacità dell'acciaio.

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Affilatura dei coltelli. Normalmente i coltelli prodotti con tecniche industriali o comunque in

grandi quantità escono di fabbrica con il filo solo impostato o realizzato con delle affilatrici automatiche che garantiscono qualità costante, ma non ottimale.

Il motivo di tale atteggiamento risiede nell’elevato costo dell’ affilatura manuale e nella difficoltà di avere a disposizione un numero sufficiente di “artigiani” capaci di affilare correttamente ed a qualità costante numeri elevati di coltelli.

L’ affilatura di un coltello non è certamente una “scienza esatta” pertanto non è possibile ricondurla a qualcosa di inconfutabile.

Nella realtà ogni coltellinaio ha una sua teoria frutto di esperienza diretta, confronto con altre esperienze e verifica dei risultati ottenuti.

Per far capire quanto sia difficile “misurare” la bontà di un affilatura si osservi che esistono mac-

chine che misurano la durata del taglio di una lama, ma non danno informazioni sulla “piacevolezza” del taglio. Anche alle Coltellerie Berti siamo convinti della bontà della nostra affilatura che realizziamo con tre distinti passaggi inte-ramente manuali per conferire una geometria dolcemente con-vessa al tagliente. Questa affilatura produce un taglio apparentemente poco ag-gressivo, ma duraturo e piacevole: così i cibi sotto l’azione di questo taglio «dolce» sembrano separarsi spon-taneamente senza subire la “violenza” di una lama. In più il filo si consuma secondo una geometria che lo fa continuare a tagliare a lungo.

Filo liscio o seghettato. Produrre coltelli con il ”tagliente” seghettato è una abitudine che si è imposta in tempi relativamente recenti soprattutto per la produzione di coltelli da cucina e da tavola. Nel caso del taglio di cibi si deve riconoscere al filo liscio una maggior piacevolezza e pulizia nel taglio che sarà pagata da un maggior costo di acquisto e forse da qualche affilatura in più. Se può sembrare un pò cerebrale avvertire una spiacevole sensazione nel lacerare, strappare con dei denti, nel piatto, il cibo che ci apprestiamo a mangiare sottoponendo ad un inutile ulteriore sacrificio (prima di arrivare nel piatto si trattava di un animale o di un vegetale che hanno sacrificato

la vita per nutrirci) è sicuramente più immediato osservare che tagliando carni, verdure e formaggi con coltelli seghettati si produce la fuoriuscita di fluidi che contengono gran parte del gusto e delle sostanze nutritive che invece di mangiare rimarranno nel piatto.

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Il Taglio ed il gusto

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Corno. Fino a tutti gli anni Quaranta si utilizzava corno Maremmano e la po-vera economia del tempo costringeva ad utilizzare ogni parte del corno (più o meno pregiata). Dopo la seconda guerra mondiale il corno maremmano non fu più di-sponibile e passammo a quello Romagnolo. Nei primissimi anni Sessanta il Signor Santandrea venne a consegnarci l'ultimo carico di “Romagnole” delle quali conserviamo ancora un vivido ricordo. Poi anche le corna Romagnole seguirono la sorte delle Maremmane: ogni giorno più piccole, sottili e senza punta piena ben presto diven-nero inutilizzabili. All'inizio degli anni Novanta abbiamo deciso di utilizzare solo corno di punta, cioè solo la parte terminale piena del corno di bue, lavorandola

solo per asportazione senza scaldare e schiacciare, in maniera da conservare al massimo il colore e la strut-tura del corno stesso. Nell'impossibilità di recepire corno Italiano utilizziamo esclusivamente corno di importazione: il miglior corno di bue proviene da alcuni altopiani del centro d'Africa caratterizzati da un ambiente verde e ricco di acqua, dove non sono presenti malattie endemiche che possano compromettere la qualità del corno. Il corno di Bufalo invece deve essere acquistato in India perché la qualità del corno del bufalo d'acqua in-diano è insuperabile. Dopo l'importazione è indispensabile stagionare lentamente il corno, di bue e di Bufalo, almeno 24 mesi per stabilizzarne il contenuto di umidità. Per rendere lenta la stagionatura, riducendo così il rischio di spaccature, si procede a sigillare con della cera le teste delle punte subito dopo il taglio. In ogni caso, il corno che utilizziamo costituisce sempre un cascame di macellazione di animali che giun-gono al termine della loro vita di lavoro nei campi (8-10 anni), fatto che consente il completo sviluppo delle corna (1,2 -1,8 m. complessivi ed una punta piena da 20 a 30 cm.) consentendoci di ottenere la migliore qualità di corno senza diretto ed ulteriore sacrificio di animali.

Mantenere il taglio. Per tale operazione posso svelare due grandi segreti!

A. Usare il coltello per i soli tagli cui è destinato evitando ogni impiego improprio.B. Ravvivare il filo prima che il coltello lo abbia perso del tutto. Per tale operazione posso svelare due gran-di segreti! Lo strumento ideale da utilizzare per tale operazione è una buona pietra, ma per la maggiore semplicità di utilizzo si può ricorrere anche ad un affilatoio. Per ravvivare il taglio di un coltello con un affilatoio appoggiare la lama

sullo stesso impostando un angolo di circa 20° e, tenendo l’acciaiolo fermo, far scorrere la lama. Si inizia appoggiando alla punta dell’affilatoio il filo della lama nei pressi del manico e si continua facendola scorrere per tutta la sua lunghezza fino a trovarsi con la punta della lama stessa vicina al manico dell’affilatoio.

Tale operazione va ripetuta più volte, alternando le facce della lama sulle quali si agisce. Infine daremo un’ultima passata con l’acciaiolo sotto la lama, energicamente, per rompere il filo morto. Per ottenere dei buoni risultati è necessario mantenere affilatoio e coltelli sempre puliti e sgrassati, e fare una pressione decrescente col progredire delle passate. Attenzione, è molto facile tagliarsi ravvivando un coltello soprattutto quando, superate le difficoltà iniziali, ci si sente capaci e riduciamo l’attenzione. Quando non si riesce più a

ravvivare il taglio è indispensabile ricorrere all’arrotino o direttamente a Coltellerie Berti.

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Ebano. L'ebano è un legno duro e compatto che si ricava da oltre 250 diverse specie di alberi del genere Diospyros, della famiglia delle Ebenacee. I Diospyros sono anche apprezzati alberi da frutto, come cachi e prugne. L'ebano più apprezzato in ebanisteria è quello di colore nero uniforme e grana molto fine perché unisce ad un alto valore estetico caratteristiche fisiche che lo rendono adatto alla realizzazione di molteplici manufatti: statuette, mobili, stipetteria, tasti per pianoforte, flauti, clarinetti, tastiere e ponti di chitarre, manici di coltelli. Alle Coltellerie Berti si utilizza l'ebano del Gabon (Diospyros Crassi-flora) che proviene dalle foreste pluviali africane circostanti il Golfo di Guinea: Nigeria, Cameroon e Gabon. Si tratta di un albero che può raggiungere i 20 m. di altezza con un dia-metro di 40-70 cm. privo di rami nel suo terzo inferiore.

L'unica selezione utilizzata per i manici dei nostri coltelli è quella ricavata dal durame (parte centrale del tronco) grigio-scurissimo, esente da striature. Per ottenere un perfetto colore nero è necessario far ossidare il legno di ebano sottoponendolo ad una lenta stagionatura per facilitare la quale si taglia il durame in piccoli pezzi, se ne sigillano le teste e lo si conserva in un ambiente non soggetto a sbalzi di temperatura. Si tratta di un legno con notevoli proprietà fisiche, duro, difficile da lavorare, ma resistente sia agli urti che alla flessione. Mostra inoltre grande resistenza all'attacco di funghi, insetti e agenti atmosferici.

Plexiglas.

Da sempre utilizzato per la realizzazione dei coltelli più semplici e ru-rali, raramente se ne incontrano di produzione più fine con manici incisi o scolpiti, è oggi destinato a produzioni sofisticate destinate a chi cerca per il proprio coltello un manico poetico, umile, eppure bellissimo nella sua elegante semplicità, dal gusto antico, ma incredibilmente capace di inserirsi in contesti moderni. Ad aumentare il fascino di questo materiale è il variare naturale del suo colore nel corso del tempo, dal giallo-arancio iniziale verso un nocciola-bruno sempre più intenso e più caldo. A causa della scarsità della quantità disponibile e delle piccole dimen-sioni degli alberi che si riesce a trovare consente di realizzare solo coltelli con manici di piccole dimensioni. Sono disponibili anche legni di bosso, in tavole di grandi dimensioni,

che però appartengono a specie diverse dal bellissimo Buxus Sempervirens italiano: come ad esempio il Buxus Balearica che cresce nell'area ispanica, ma il cui aspetto, per colore e trama, ha poco a che vedere con il Buxus nostrano. In particolare il Bosso dell'appennino tosco-emiliano mostra una tonalità giallo-arancio con macchie noccio-la chiaro, nodi e piccole fessure che sono ineguagliate da ogni altro Bosso. Per i manici di grandi dimensioni è necessario ricorrere a Bosso di provenienza brasiliana, il cui aspetto si avvicina abbastanza al bosso italiano.

Bosso.

“Il comportamento a caldo del Polimetilmetacrilato (PMMA) colato è isotropo, con una contrazione mas-sima del2% in tutte le direzioni; mentre l'estruso ha contrazioni variabili secondo lo spessore e la direzione di estru-sione.” In questa frase, che a molti sembrerà criptica, si racchiude la motivazione della scelta da parte di Coltellerie Berti di un Polimetilmetacrilato per la realizzazione dei manici dei propri coltelli.

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Compendio delle Coltellerie Berti

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Dopo una negativa esperienza abbiamo rinunciato all'uso dell'estruso, ovvero quello ottenuto per iniezione ad elevata temperatura di granuli fusi in stampi: economico da lavorare (più manici finiti ad ogni stampa-ta), si rompe irrimediabilmente al lavaggio in lavastoviglie perché, quan-do riscaldato, ha un comportamento incontrollabile. Abbiamo quindi scelto il PMMA colato, più costoso e difficile da la-vorare , ottenuto aggiungendo un catalizzatore a freddo ad una resina (polimetacrilato), sciropposa, trasparente e da un forte odore. Il liquido che ne risulta, può essere tinto facendogli incorporare un colorante prima del catalizzatore ed il risultato che se ne ottiene è un materiale stabile nel tempo che non ingiallisce, non invecchia e mantiene inalterata la lucentezza. Versato in una cassaforma, dopo la plastificazione (generazione di lun-

ghe catene di macromolecole) diviene una lastra rigida, lucida e dallo spessore lievemente irregolare che può essere lavorata e modellata a mano per asportazione secondo i modi e le forme tipiche del “Metodo Berti” utilizzato per i materiali tradizionali. Infine per controllarne l'inevitabile ritiro le Coltellerie Berti hanno inventato un esclusivo processo di stabi-lizzazione che evita rotture in lavastoviglie.

“Cornotech” è il nome commerciale scelto da Coltellerie Berti per in-dicare un particolare tipo di resina poliestere ortoftalica che dal gennaio 2013 viene utilizzata per realizzare una nuova linea di coltelli. Si tratta di una resina che, versata in cilindri di alluminio, per la sua forte viscosità racchiude i colori senza diffonderli nell'intera massa. Si ottengono così dei bastoni che lavorati manualmente secondo uno specifico procedimento permettono la realizzazione di manici che hanno aspetto e tatto molto simile a quello del corno. E' una resina di grande qualità, flessibile e lavorabile, resistente alla lavastoviglie ed alla luce tanto che risulta stabile nel tempo, non ingial-lisce, non invecchia e mantiene inalterata la lucentezza.

Esistono molti altri materiali che imitano il corno, compresi materiali che possono essere estrusi, ovvero fusi ad alta temperatura ed iniettati in appositi stampi per ottenere manici pronti all’uso. Si tratterebbe di processi produttivi economici, ma dallo scarsissimo valore estetico i manici così ottenuti sembrano decisamente “finti”. La ricerca di questo materiale è stata dettata dalla mancanza del “vero” corno infatti nell'anno 2012, a causa di una malattia che ha colpito i bovini nell'area africana dalla quale proviene il nostro corno di punta impeden-done la macellazione per scopi alimentari, non è stato possibile acquistare partite di corno. Non volendo ricorrere all'acquisto di corno di minore qualità abbiamo preferito aspettare che la situazione si ristabilisse. A fine 2012, superata l'emergenza sanitaria, è ripresa finalmente la raccolta del corno che arriverà in Italia nei primi mesi del 2013. Visto che alle Coltellerie Berti utilizziamo il corno con almeno 18 mesi di stagionatura, sarà difficile produr-re coltelli in corno nel 2013 visto che le nostre scorte sono quasi esaurite. Sollecitati da questa “emergenza” abbiamo cercato di individuare un materiale plastico che potesse sostituire il corno riproponendone la bellezza e la piacevolezza al tatto. Il cornotech può essere lavato in lavastoviglie, sebbene con le consuete avvertenze circa il lavaggio dei col-telli. Rispetto ad altre plastiche è più fragile e quindi soggetto a rotture in caso di caduta.

Cornotech.

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

A.S. C.Ca.Cristian Carraro

D.R.Daniele Rogai

M.S.Massimiliano Santoni

A.V.Andrea Vannini

C.D.Claudio Donigaglia

G.B.Giorgio Berti

C.S.Sandra Corsini

Alessio Santoni

Chi lo inizia, lo finisce.E lo sigla con le sue iniziali.

E ne dichiara il Valore.

Alle Coltellerie Berti,ogni coltello è prodotto dalle mani di un solo artigiano, della stessa persona.

Chi lo inizia, lo finisce.E' questa l'essenza del Metodo Artigianale della Famiglia Berti,

che dal 1895 mantiene la vera gioia di possedere un vero coltello artigianalenel solco della Tradizione più autentica,

ed il lavoro in una condizione veramente umana.Ed è per dichiarare questo con forza, che da oggi, ogni coltello Bertiporterà incise sulla lama le iniziali dell'artigiano che lo ha prodotto.Una scelta imprescindibile, nata per consentire alle Coltellerie Berti

di continuare a rendere testimonianza alla Tradizione.Perché senza tradizione non possiamo vivere.

Andrea Berti

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Il Taglio ed il gusto

Fatti a Mano. Fatti in Italia.

Coltellerie Berti: industria o artigianato. Le scelte fatte in questa direzione sono frutto di una “filosofia” di fondo che ha spinto le Coltellerie Berti ad affrontare la scommessa di realizzare, in Italia, paese fortemente industrializzato dove il costo del lavoro è alto, una lavorazione di alta qualità sfruttando non la tecnologia, ma la cultura di prodotto, la tradizione, la

manualità, insomma una capacità artigiana tramandata da generazione in generazione.In tempi nei quali sempre più la parola “Artigiano”, è svuotata del suo vero ed originario significato,

le Coltel- lerie Berti sono una azienda “Artigiana” perché ognuno dei suoi collaboratori è un “Artigiano”: essere artigiani è dunque sostanza e non forma.

Questo atteggiamento ha portato ad abbandonare la divisione del lavoro così che ogni nostro coltello èrealizzato da una sola persona (Artigiano) in piccolissime quantità.

Chi inizia un coltello dunque lo finisce, da solo, facendone un pezzo unico.Pur volendo produrre coltelli secondo la più pura tradizione coltellinaia della Famiglia Berti è stato

indispensabile meccanizzare ogni fase del lavoro che non comportasse perdita di qualità del prodotto finitoo variazione delle tipologie tradizionali.

In tal modo siamo riusciti a produrre coltelli di alta qualità a prezzi accettabili.Le fasi di lavoro che possono essere meccanizzate senza lasciare traccia nel prodotto finito sono quelle di

preparazione dei pezzi metallici compreso lo “sbozzo” delle lame.Mentre montaggio e finitura di ogni coltello avviene, senza divisione del lavoro, con procedimenti

totalmente manuali. Il valore di un coltello è dato non solo dalla sua, indispensabile, buona capacità ditaglio, ma anche dalla piacevolezza che lavorazioni delle superfici

e materiali impiegati danno al tattoed alla vista.Molti sono i coltelli prodotti industrialmente che hanno un ottima capacità di taglio, ma spesso le loro forme

ed i materiali impiegati per realizzarli sono assoggettati più alla necessità di contenimento dei costi diproduzione, uso di macchinari e facilità di utilizzo quotidiano che alla necessità

di dare piacevolezza con il loro utilizzo.I coltelli delle Coltellerie Berti, con i loro limiti funzionali che ci costringono a preferire il lavaggio a mano

rispetto all’uso della lavastoviglie ed a dedicare di tanto in tanto un po’ del nostro tempo alla loro cura emanutenzione, pensati per far apprezzare al meglio la funzione di taglio cui sono destinati, restituiscono

la piacevolezza dell’uso di un oggetto che per essere apprezzato deve essere anche riconosciuto cometestimonianza viva della grande Tradizione Coltellinaia Italiana.

Andrea Berti

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C O LT E L L E R I E

B E RT ILA TRADIZIONE VIVE

Coltellerie Berti S.r.l.- Via della Resistenza 12 - 50038 Scarperia - (Firenze) - ItaliaTel. (+39) 055.84.69.903 - Fax: (+39) 055.84.68.014 - e-mail: [email protected]

web: www.coltellerieberti.it

Mozzetta - David Berti 1935