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Finanza, il rapporto banca – impresa
Come presentarsi alle banche?
Venerdì 15 novembre 2013
INDICE DEI CONTENUTI
1. Uno sguardo al contesto macroeconomico
2. Il rapporto banca-impresa
3. La gestione della struttura finanziaria
4. Il private equiuty
5. Il mercato AIM Italia
INDICE DEI CONTENUTI
1. Uno sguardo al contesto macroeconomico
2. Il rapporto banca-impresa
3. La gestione della struttura finanziaria
4. Il private equiuty
5. Il mercato AIM Italia
L’origine del male !!
Come può una persona, una
famiglia, un’azienda, uno Stato,
spendere più di quello che guadagna
per così troppo tempo ?
In un’ottica di capital allocation una delle cose importanti da tenere in considerazione è la bilancia commerciale.
I Paesi con un saldo positivo sono da favorire in un’ottica prima di investimento e poi di consumo.
La bilancia commerciale di alcuni Paesi
Nel corso del decennio si è passati da un trend di crescita
tendenzialmente positivo a uno prossimo allo zero. La grande
crisi è arrivata nel 2009 e ha avuto un andamento a W.
Il Prodotto Interno Lordo in Italia ed Europa
Anche la Germania ha vissuto la stessa crisi dell’Italia ma
sembra aver risposto con maggior decisione.
La Francia si candida ad essere la prossima grande malata
d’Europa.
L’Inghilterra sembra essere il Paese che meno ha risentito della
crisi anche se sta avendo una ripartenza meno forte rispetto
alla Germania.
La crisi ha portato in Italia ad un’esplosione del debito.
Motivo per il nostro Paese è finito sotto attacco tra il
2011 e il 2012.
La Francia sta andando nella stessa direzione dell’Italia…
Il rapporto Debito/PIL
Anche la Germania ha i suoi problemi con il debito. Ma
resta comunque al di sotto del rapporto 1:1.
… così come l’Inghilterra. Ma entrambe risultano per ora
sotto la soglia del 100%.
PIL: Italia vs. Resto del mondo (una Seleção)
La crisi è globale ma la Cina rimane il motore dell’economia mondiale…
� I grafici mostrano come tutti i principali paesi evoluti abbiano risentito nello stesso modo della crisi. È
giusto quindi parlare di crisi globale.
� Una crisi che ha avuto un andamento a W per tutte le economie sviluppate e non.
� Quello che fa la differenza è l’intensità e come i singoli Paesi hanno reagito.
� La parte finale dei grafici però presentano un’Italia molto appesantita rispetto agli altri Paesi.
� La crisi è finita anche per l’Italia, ma il problema è che il nostro Paese è ora alle prese con una crisi
strutturale di sistema che ne rallenterà le performance future.
Crescita PIL Disoccupazione D/PIL Bond 10Y Produttività*
Italia -2,0% 12,5% 127,0% 4,15% 85,2
Germania 0,9% 5,2% 81,9% 1,76% 100,9
UK 1,5% 7,7% 90,7% 2,77% 99,9
Francia 0,3% 10,9% 90,2% 2,23% 99,4
Svizzera 2,5% 3,1% 35,3% 0,98% 108,58
USA 1,6% 7,3% 101,6% 2,74% 105,7%
Cina 7,8% 4,0% 23% 4,24% n.d.
L’economia italiana: un problema strutturale
* Per produttività si intende il valore dell’output prodotto da una unità di lavoro in 1 ora.
� Draghi abbassa i tassi e la borsa cala….. Non è normale !!
� Meglio in Svizzera ?, Assemblea annuale Confartigianato Varese, il Ministro Zanonato: “Quando un Paese spende più di quello che
incassa, la coperta è corta !!”.
� 1 mld di sgravi fiscali nella manovra in discussione. Il Pil 2012 dell’Italia è stato di 1.500 miliardi di euro.
� Dal Sole 24 Ore del 13 luglio 2013, “Pressione fiscale, Italia sul podio più alto. Con il 54 % della pressione fiscale effettiva, quella
riferita al Pil emerso, il nostro Paese conquista nel 2013 il record della tassazione fra le economie sviluppate”. “La pressione fiscale
record è confermata dal confronto con gli altri paesi occidentali: in Danimarca la pressione fiscale effettiva é infatti al 51,1% del Pil,
in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel
Regno Unito al 40,4%, in Germania il 40%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica
Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%)”. Il Sole 24 Ore, 13 luglio 2013
� Ma attenzione, il problema è si il fisco ma soprattutto come le entrate tributarie vengono spese…..
In un Paese strutturalmente ingessato il futuro passa esclusivamente
dell’internazionalizzazione.
Questo è chiaro a molti e infatti la bilancia ne ha risentito, anche se
bisognerebbe depurarla dei minori consumi su importazioni. Tuttavia
l’internazionalizzazione è un percorso lungo, difficile e che richiede
investimenti. I problemi:
� scarsa propensione culturale;
� dimensioni aziendali ridotte;
� eccessiva propensione al debito che oggi in Italia non c’è
Altre evidenze empiriche….
INDICE DEI CONTENUTI
1. Uno sguardo al contesto macroeconomico
2. Il rapporto banca-impresa
3. La gestione della struttura finanziaria
4. Il private equiuty
5. Il mercato AIM Italia
� L’Italia è un Paese tradizionalmente bancocentrico è cioè dipende molto da capitale di terzi di natura creditizia
� Sappiamo tuttavia che i rubinetti si sono chiusi…. Inutile guardare le statistiche, il problema è davanti ai nostri occhi tutti i giorni.
� La verità è che, a fronte di una generalizzata riduzione del credito, le banche hanno continuato ad erogare ma in un’ottica di stock
picking…..
� Ora le banche concedono credito a società con strutture finanziarie solide ed equilibrate, con prospettive di crescita, orizzonti
internazionali ecc…..
� Quindi oggi migliorare il rapporto banca-impresa significa tante cose: miglioramento delle performance aziendali, deleverage, maggiore
cultura finanziaria in azienda ma soprattutto maggiore comunicazione. Due i pilastri: credibilità e trasparenza.
� In realtà il tema è ancora più ampio: è necessario cominciare a lavorare per aprirci al mercato dei capitali inteso in senso allargato.
69% 64% 64%
31% 36% 36%
0%
25%
50%
75%
100%
2010 2011 2012
% Equity
% Debt
4,15
6,81
5,86
0
1
2
3
4
5
6
7
2010 2011 2012
D/Ebitda
Tuttavia, ancora una volta siamo di fronte a un duro lavoro poiché il mercato sembra voler guardare solo a una piccola parte del nostro
sistema industriale (e ciò è dovuto esclusivamente al costo/opportunità che implica alle nostre imprese un salto dimensionale).
Ma anche il legislatore a volte fa la sua parte (si pensi al caos Minibond).
Il rapporto banca-impresa
Le Parti individuano una serie di temi strategici di interesse comune per favorire lo sviluppo delle relazioni banche-
imprese:
Regolamentazione europea di vigilanza e politica monetaria
Crediti deteriorati
Omissis…
Le Parti concordano sull’opportunità di promuovere una maggiore consapevolezza delle imprese in merito alla
rilevanza di una completa informazione sulla propria situazione economica e finanziaria, attuale e prospettica, e di
accrescerne le capacità di rappresentazione della stessa al sistema bancario.
Le stesse potranno promuovere l’implementazione del modello base di Comunicazione Finanziaria che l’ABI
provvederà a pubblicare sul proprio sito internet, attraverso la definizione di accordi che tengano conto delle
specificità delle imprese.
Allo stesso modo, il modello potrà essere utilizzato, con le necessarie modifiche, dalle
strutture territoriali delle medesime Parti per favorire la comunicazione finanziaria
tra banche e imprese a livello locale.
Vediamolo questo modello…….!!
Un estratto dall’ultima moratoria
INDICE DEI CONTENUTI
1. Uno sguardo al contesto macroeconomico
2. Il rapporto banca-impresa
3. La gestione della struttura finanziaria
4. Il private equiuty
5. Il mercato AIM Italia
Permettetemi un po’ di teoria…la struttura finanziaria ottimale
� Alla domanda se esista o meno una struttura finanziaria ottimale non è possibile dare una risposta assoluta,
fornire cioè le indicazioni generali, valide in ogni situazione, per creare la struttura finanziaria ideale.
� Si può affermare invece che, in funzione della situazione di un’impresa, del suo ambiente di riferimento e degli
obiettivi che l’impresa stessa si pone, esiste una struttura finanziaria che può essere tendenzialmente
considerata ottimale, o, comunque, la più adeguata. Per individuarla è necessario considerare tre punti di
vista:
1. il rendimento per gli azionisti,
2. la valorizzazione del capitale dell’impresa,
3. la ricerca dell’equilibrio e della flessibilità finanziaria.
� La struttura finanziaria di ogni impresa è spesso indicata in modo sintetico attraverso il ricorso al grado di
leva finanziaria, intendendo con esso il rapporto che intercorre tra il totale dei debiti finanziari
(comprendente anche il quasi equity) ed il capitale proprio:
Leva Finanziaria = D / E
dove D = totale capitale di debito al momento t ed E = totale mezzi propri al momento t.
Attraverso la leva, è possibile utilizzare il debito per aumentare il rendimento atteso del capitale proprio.
Quindi:
� D / E = 1 situazione neutra
� D / E > 1 situazione da monitorare
� D / E < 1 situazione di potenziale inespresso
La formula che mette in collegamento rendimento per gli azionisti e struttura finanziaria è la seguente:
ROE = [ROI + (D/E) (ROI – i)]
dove: ROE = risultato netto / patrimonio netto
ROI = risultato operativo / capitale investito totale
D/E = leva finanziaria
i = costo del capitale di debito
• MA ATTENZIONE ALLA TRAPPOLA DEL DEBITO…!!!
Permettetemi un po’ di teoria…la struttura finanziaria ottimale
INDICE DEI CONTENUTI
1. Uno sguardo al contesto macroeconomico
2. Il rapporto banca-impresa
3. La gestione della struttura finanziaria
4. Il private equity
5. Il mercato AIM Italia
L’investimento in capitale di rischio
Punto n. 1
“Il private equity è un socio, ancorchè temporaneo, e come tale deve essere trattato”
Punto n. 1
“Il private equity è un socio, ancorchè temporaneo, e come tale deve essere trattato”
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Ø Sono operatori istituzionali
Ø Raccolgono capitale prevalentemente da investitori istituzionali
Ø Investono nel capitale di rischio di imprese quasi sempre non quotate
Ø Rimangono nella compagine azionaria mediamente per 4/5 anni
Ø Fondi immobiliari
ØHedge funds
Gli operatori di Private Equity:
Gli operatori di Private Equity non sono:
L’investimento in capitale di rischio
L’investimento in capitale di rischio
Punto n. 2
“Il private equity non è l’alternativa al debito, semmai ne è complemento””
Punto n. 2
“Il private equity non è l’alternativa al debito, semmai ne è complemento””
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Ø Finanziamento a medio e lungo termine
Ø Non prevede scadenze di rimborso ed il disinvestimento avviene di norma con cessione al mercato o a terzi, senza gravare l’impresa
Ø È una fonte flessibile di capitali, utile per finanziare processi di crescita
Ø La remunerazione del capitale dipende dalla crescita di valore dell’impresa e dal suo successo
Ø L’investitore nel capitale di rischio rappresenta un partner che può fornire consulenza strategica e finanziaria
Ø Finanziamento a breve, medio e lungo termine
Ø Prevede precise scadenze di rimborso a prescindere dall’andamento dell’impresa e nel caso di finanziamento a breve è revocabile a vista
Ø È una fonte rigida, la cui possibilità di accesso è vincolata alla presenza di garanzie e alla generazione di cash flow
Ø Il debito richiede il pagamento regolare di interessi a prescindere dall’andamento dell’azienda ed è garantito dal mantenimento del valore degli attivi
Ø L’assistenza fornita è di tipo accessorio al finanziamento
Il capitale di rischio Il capitale di debito
Capitale di rischio Vs. Capitale di debito
L’investimento in capitale di rischio
Punto n. 3
“Il private equity é benzina per la crescita””
Punto n. 3
“Il private equity é benzina per la crescita””
Anno Inv. €x1.000
Incidenza Anno Inv.
Anno Dis. €x1.000
Incidenza Anno Dis.
Volume ricavi 8.000 100% 10.900 100%
Quota export 2.400 30% 3.800 35%
Var. €x1.000 Delta %
Variazione volume ricavi 2.900 +37%
Variazione volume export 1.400 +60%
Contributo export alla crescita dei ricavi 48%
Incidenza quota export +5%
Holding period medio: 3 anni
La dinamica dell’export (campione PEM® di 53 partecipate)
L’investimento in capitale di rischio
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Ricambio generazionale
Riorganizzazione proprietaria
Ristrutturazione delle aziende
Sviluppo Tecnologico
Internazionalizzazione
Private Equity Riorganizzazione della governance
Sostegno alla crescita interna ed esterna
Quando ricorrere al Private Equity
Gli interventi nel capitale di rischio
Fabbisogno di capitale
Stadio di sviluppo dell’impresa
Finanziamenti pubblici e “3F” (family, friends
and fools)
Finanziamenti pubblici e “3F” (family, friends
and fools)
BusinessAngelsBusinessAngels
Venture CapitalVenture Capital
But out capitalBut out capital
IPOIPO
Expansion capitalExpansion capital
L’avvio
- Seed- Start up
Lo sviluppo
- Expansion
Il cambiamento
- Buy out- Replacement- Turnaround
INDICE DEI CONTENUTI
1. Uno sguardo al contesto macroeconomico
2. Il rapporto banca-impresa
3. La gestione della struttura finanziaria
4. Il private equity
5. Il mercato AIM Italia
Il mercato AIM Italia
Perché quotarsi?
� raccogliere importanti risorse finanziare per accelerare lo sviluppo della tua società
� diversificare le fonti di finanziamento, riducendo la dipendenza dal sistema del credito
� utilizzare le azioni come moneta per acquisizioni e alleanze strategiche
� dare un valore oggettivo e trasparente alla tua azienda
� dare flessibilità e liquidità all’azionariato consentendo ad alcuni soci di liquidare, in tutto o in parte, la loro
partecipazione
� motivare e coinvolgere il management nei risultati della tua impresa
� aumentare lo standing e la visibilità della tua società
Primo Valore 11.585,10
Performance 1 mese +1,31%
Performance 6 mesi +8,69%
Performance 1 anno
Performance 2 Anni
TR Ultima Chiusura 11.730,32
TR Var % +0,20
TR Data Chiusura 11/11/13
FTSE AIM Italia
Il mercato AIM Italia
Quotarsi su AIM Italia – Mercato Alternativo del Capitale: Criteri di ammissione
A differenza dei mercati regolamentati, AIM Italia – Mercato Alternativo del Capitale stabilisce solo alcuni requisiti minimi di
ammissione. Il requisito fondamentale è la presenza continua del Nomad sia nella fase di pre-ammissione che in quella di post-
ammissione. Non è prevista una dimensione minima o massima della società in termini di capitalizzazione, mentre è prevista una
soglia minima di azioni sul mercato in termini di flottante, che deve essere almeno del 10% (suddiviso tra almeno 5 investitori
professionali o 10 investitori di cui 2 professionali). In tema di corporate governance, non sono previsti requisiti particolari, così
come non sono previsti requisiti economico-finanziari specifici.
È il mercato stesso, grazie alla figura del Nomad (Nominated Adviser), a definire la dimensione ideale delle società che concretamente
verranno ammesse al mercato, il flottante che sarà opportuno collocare per garantire adeguata liquidità al titolo e i presìdi in termini
di governance per tutelare gli azionisti di minoranza.
Il Nomad nel corso degli incontri preliminari valuterà il potenziale apprezzamento della società da parte degli investitori, in base al
generale contesto di mercato, al settore di appartenenza, al track record, alle prospettive di crescita e consiglierà la società in merito
all’opportunità di intraprendere il processo di quotazione.
Il requisito principale che una società deve soddisfare per l’ammissione su AIM Italia – Mercato Alternativo del Capitale è quello di
dotarsi di un Nomad che la deve accompagnare e seguire a partire dalla fase di ammissione e per tutto il successivo periodo di
permanenza sul mercato con un’attività di tutoringcontinua, affinché la società sia sempre in grado di rispettare gli adempimenti
previsti dal regolamento del mercato.
In fase di ammissione, la società deve predisporre soltanto il documento di ammissione, che riporta le informazioni utili per gli
investitori relative all’attività della società, al management, agli azionisti e ai dati economico-finanziari.
Una volta quotata, la società non deve presentare i resoconti trimestrali di gestione, ma solo il bilancio e la relazione semestrale e non
deve pubblicare altra documentazione per effettuare aumenti di capitale successivi.
Il mercato AIM Italia
Il mercato AIM Italia
LIUC- Università CattaneoC.So Matteotti, 22 Castellanza (VA)
Ufficio +39.0331-572485 Mobile +39.348.7656086
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Jonathan Donadonibus
Come trovarmi….Jonathan Donadonibus