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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 1 PARERE n. 96 del 16 dicembre 2010 (o.d.g. 24 del 16 dicembre 2010) OGGETTO: Provincia di Venezia.Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani. Verifica di Assoggettabilità (art. 12 D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008). PREMESSO CHE l’ art. 6 comma 3 del D.Lgs. 152/2006 prevede che in caso di modifiche minori di piani o programmi esistenti, o di piani o programmi che determinino l’uso di piccole aree a livello locale debba essere posta in essere la procedura di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 12 del medesimo Decreto legislativo ; con deliberazione n. 791 del 31.03.2009 la Giunta Regionale ha, tra l’altro, stabilito le procedure da seguire per la verifica di assoggettabilità individuando alcune tipologie e casistiche da escludere dalla suddetta procedura nonché dalla procedura VAS; La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 16 dicembre 2010 come da nota n. 645835/45.06 del 10.12.2010 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione; A seguito della nota della Direzione Regionale Tutela Ambiente del 12.06.08, la Provincia di Venezia con nota n.12024/2010 del 26.02.10 ha fatto pervenire la documentazione necessaria per sottoporre l’aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani della Provincia di Venezia alla Commissione VAS. IL PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI Inquadramento normativo Il Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati è predisposto in adempimento a quanto previsto dall’art. 8 della L.R. 3/2000. La presente normativa si applica alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati così come classificati all’art. 184 del D.Lgs. n. 152/2006. Il Piano si propone di ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati nel rispetto delle priorità fissate dal D.Lgs. 152/2006 e smi, dalla LR 3/2000 e dalla DGR 2166/2006, costituite, nell’ordine dalla: riduzione dei rifiuti, recupero di materia, recupero di energia e, infine, dallo smaltimento in sicurezza. La gestione, che deve essere effettuata secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità, assicurando l’autosufficienza dello smaltimento in ambito provinciale, interessa le seguenti tipologie di rifiuti: a. rifiuti urbani; b. rifiuti provenienti dal trattamento di rifiuti urbani in impianti di produzione di CDR e della frazione organica e verde del rifiuto urbano in impianti di compostaggio; c. scorie e ceneri provenienti dall’impianto di termodistruzione di rifiuti urbani ed assimilati di Fusina; salvo diversa disposizione degli Enti preposti; d. deve garantire altresì un grado elevato di tutela e protezione del territorio Provinciale. L’Art. 8 della legge regionale n. 3/2000 –“Piani provinciali di gestione dei rifiuti urbani”, comma 3, stabilisce che nella predisposizione dei piani provinciali di gestione dei rifiuti urbani, le province provvedono a: a) individuare le iniziative possibili per limitare la produzione dei rifiuti e favorire il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero degli stessi; b) individuare le iniziative dirette a favorire il recupero di materiali dai rifiuti anche riconvertendo, potenziando o ampliando gli impianti esistenti; c) individuare, in alternativa all’ambito provinciale unico, gli ambiti territoriali ottimali di livello sub- provinciale per la gestione dei rifiuti urbani;

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 1

PARERE n. 96 del 16 dicembre 2010

(o.d.g. 24 del 16 dicembre 2010)

OGGETTO: Provincia di Venezia.Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani. Verifica di

Assoggettabilità (art. 12 D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008).

PREMESSO CHE

– l’ art. 6 comma 3 del D.Lgs. 152/2006 prevede che in caso di modifiche minori di piani o programmi esistenti, o di piani o programmi che determinino l’uso di piccole aree a livello locale debba essere posta in essere la procedura di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 12 del medesimo Decreto legislativo ;

– con deliberazione n. 791 del 31.03.2009 la Giunta Regionale ha, tra l’altro, stabilito le procedure da

seguire per la verifica di assoggettabilità individuando alcune tipologie e casistiche da escludere dalla suddetta procedura nonché dalla procedura VAS;

– La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 16

dicembre 2010 come da nota n. 645835/45.06 del 10.12.2010 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione;

– A seguito della nota della Direzione Regionale Tutela Ambiente del 12.06.08, la Provincia di Venezia

con nota n.12024/2010 del 26.02.10 ha fatto pervenire la documentazione necessaria per sottoporre l’aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani della Provincia di Venezia alla Commissione VAS.

– IL PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

Inquadramento normativo Il Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati è predisposto in adempimento a quanto previsto dall’art. 8 della L.R. 3/2000. La presente normativa si applica alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati così come classificati all’art. 184 del D.Lgs. n. 152/2006. Il Piano si propone di ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati nel rispetto delle priorità fissate dal D.Lgs. 152/2006 e smi, dalla LR 3/2000 e dalla DGR 2166/2006, costituite, nell’ordine dalla: riduzione dei rifiuti, recupero di materia, recupero di energia e, infine, dallo smaltimento in sicurezza. La gestione, che deve essere effettuata secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità, assicurando l’autosufficienza dello smaltimento in ambito provinciale, interessa le seguenti tipologie di rifiuti: a. rifiuti urbani; b. rifiuti provenienti dal trattamento di rifiuti urbani in impianti di produzione di CDR e della frazione

organica e verde del rifiuto urbano in impianti di compostaggio; c. scorie e ceneri provenienti dall’impianto di termodistruzione di rifiuti urbani ed assimilati di Fusina;

salvo diversa disposizione degli Enti preposti; d. deve garantire altresì un grado elevato di tutela e protezione del territorio Provinciale. L’Art. 8 della legge regionale n. 3/2000 –“Piani provinciali di gestione dei rifiuti urbani”, comma 3, stabilisce che nella predisposizione dei piani provinciali di gestione dei rifiuti urbani, le province provvedono a: a) individuare le iniziative possibili per limitare la produzione dei rifiuti e favorire il riutilizzo, il

riciclaggio ed il recupero degli stessi; b) individuare le iniziative dirette a favorire il recupero di materiali dai rifiuti anche riconvertendo,

potenziando o ampliando gli impianti esistenti; c) individuare, in alternativa all’ambito provinciale unico, gli ambiti territoriali ottimali di livello sub-

provinciale per la gestione dei rifiuti urbani;

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UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 2

d) definire lo schema di convenzione e relativo disciplinare, regolante i rapporti fra l’Autorità d’ambito, di cui all’articolo 14 ed i soggetti che effettuano la gestione operativa dei rifiuti urbani;

e) definire la tipologia ed il fabbisogno degli impianti da realizzare nell’ambito territoriale ottimale, tenuto conto dell’offerta di smaltimento e recupero da parte del sistema sia pubblico che privato, e delle possibilità di potenziamento o ampliamento degli impianti esistenti, nonché la loro localizzazione;

f) individuare le aree non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti; g) definire gli indirizzi per la redazione da parte delle Autorità d’ambito di regolamenti tipo per la

gestione dei rifiuti urbani; h) valutare il fabbisogno delle discariche necessarie per lo smaltimento della frazione secca non

recuperabile dei rifiuti urbani per un periodo non inferiore a 10 anni, nonché la loro localizzazione di massima.

E’ importante sottolineare che il Piano approvato nel 2004 non era stato sottoposto a procedura di VAS perché antecedente alla applicazione della direttiva e che l’iter di aggiornamento del piano in oggetto è definitivamente concluso, in quanto il Piano è gia stato adottato dalla Provincia con provvedimento del Consiglio ed è esecutivo dal 26 gennaio del 2008. L’aggiornamento del Piano Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani, approvato nel 2004, ha richiesto un aggiornamento per la mutata situazione normativa, che ha previsto nuovi obiettivi di raccolta differenziata, l’andamento della produzione di rifiuti superiore alle previsione contenute nel piano stesso e l’andamento della concreata realizzazione del parco impianti necessario a garantire l’autosufficienza all’interno dell’Ambito Territoriale Ottimale. Infatti, le attente valutazioni sui dati rilevati negli ultimi anni in merito a: • l’andamento delle raccolte differenziate nella provincia di Venezia, in molti casi significativamente

inferiori ai valori ipotizzati nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti approvato nel 2004; • l’andamento della produzione di rifiuti urbani; • i volumi di discarica disponibili; • l’andamento della concreta realizzazione del parco impianti previsti nel Piano 2004, hanno evidenziato uno scostamento tra le previsioni contenute nel Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani e i risultati effettivamente conseguiti, in particolare per quanto riguarda le percentuali di separazione dei rifiuti riciclabili. La necessità di intervenire, attraverso la proposta di aggiornamento al Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani, è dovuta per invertire la tendenza in atto, che vede un ridotto incremento della separazione dei rifiuti, al fine di allineare i valori di raccolta differenziata della provincia di Venezia alla media regionale e ai valori obiettivo indicati dalla normativa vigente, nonché per contenere il fabbisogno di volumi di discarica necessario per i prossimi anni, anche al fine di garantire l’autosufficienza in materia di smaltimento all’interno dell’Ambito Territoriale Ottimale. Inoltre, l’aggiornamento è dovuto alla necessità di meglio sviluppare anche gli aspetti legati agli indirizzi per una più efficace ed efficiente gestione della raccolta dei rifiuti in ragione del mutato quadro normativo. Gli aspetti del Piano che sono stati aggiornati sono descritti nei seguenti punti: 1. Nuovi scenari: l’aggiornamento del piano ha portato alla predisposizione di nuovi scenari sulla

produzione e differenziazione di rifiuti urbani che nei prossimi dieci anni si dovrebbe manifestare nell’Ambito Territoriale Ottimale. Questi nuovi scenari sono in larga parte costruiti sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal D.Lgs. 152/2006 e smi, che li ha modificati, innalzandoli, rispetto alla normativa precedentemente in vigore.

2. Situazione impiantistica: l’aggiornamento al Piano va a modificare in maniera molto marginale la dotazione impiantistica ipotizzata nel Piano 2004. Prendendo in esame le singole aree geografiche omogenee presenti nel territorio provinciale si evince che: nell’area meridionale il previsto polo integrato (compostaggio più produzione CDR) viene sostituito da il solo impianto per la lavorazione della frazione organica umida e del verde a servizio delle aree centrale e meridionale; nell’area centrale l’impianto di compostaggio del Polo Integrato di Fusina viene riconvertito alla lavorazione del CDR, portando la potenzialità complessiva a circa 200.000 t/anno mentre, per quanto riguarda il termovalorizzatore, si ipotizza la cessazione di ogni attività entro il 2012, lasciando alla Regione, che detiene le competenze in materia di pianificazione ed autorizzazione delle attività di valorizzazione

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UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 3

energetica dei rifiuti, ogni decisione in merito alla sua eventuale riconversione; nell’area nord-orientale non sono previste modifiche significative delle previsione approvate nel 2004.

3. Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione di impianti - Cartografia delle aree non idonee. Con tale provvedimento si approva la cartografia con l’individuazione delle aree idonee e non idonee alla realizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti, che costituisce parte integrante del Piano stesso. Sulla base delle indicazioni contenute nell’elaborato E al Piano Regionale di Gestione dei rifiuti urbani, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 59 del 22 novembre 2004, è stata aggiornata la cartografia del Piano Provinciale del 2002; in particolare sono stati presi in esame i vincoli paesaggistici, idrogeologici, storici ed archeologici, ambientali ed altri elementi. I criteri sono suddivisi in due categorie: esclusioni e raccomandazioni. Con la prima si individuano le aree nelle quale non è possibile l’insediamento di impianti per la gestione dei rifiuti, mentre con la seconda viene demandata alla Provincia la decisione di includere o meno le aree individuate tra quelle non utilizzabili per attività di trattamento dei rifiuti. Sono state quindi individuate porzioni di territorio nelle quali è stata esclusa a priori la possibilità di realizzare alcune o tutte le tipologie di impianti per la gestione dei rifiuti urbani. In alternativa, sono state suggerite le definizioni dei criteri di non idoneità basati sulla mitigazione degli impatti (raccomandazioni). Tra le molte raccomandazioni previste, una in particolare, la 5.5, consente alle Province di delimitare delle zone di particolare pregio nelle quali non si possano insediare impianti di smaltimento e recupero di rifiuti. Tale raccomandazione è stata utilizzata per tutelare la aree (nodi e dorsali) della rete ecologica provinciale.

− FONTE DEI DATI

Le fonti informative dalle quali sono stati attinti i dati per il Piano sono: •••• Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PPGRU) della Provincia di Venezia, adottato dal

Consiglio Provinciale con delibera n. 30058 del 24 aprile 2002 e approvato dal Consiglio Regionale del Veneto con delibera del Consiglio Regionale n. 66 del 22 novembre 2004.

•••• Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Regione Veneto, approvato dal Consiglio Regionale del Veneto con delibera del Consiglio Regionale n. 59 del 22 novembre 2004.

•••• Piano Regionale per la Gestione degli Imballaggi e dei Rifiuti di Imballaggio della Regione Veneto, approvato dal Consiglio Regionale del Veneto con delibera del Consiglio Regionale n. del 22 novembre 2004.

•••• Dati pubblicati annualmente dall’Osservatorio Regionale Rifiuti dell’ARPAV (O.R.R.) relativi ai quantitativi raccolti nei comuni per le varie frazioni di rifiuti urbani, integrati con dati comunicati dall’O.R.R. relativi ai quantitativi raccolti nei comuni di rifiuti ingombranti e di rifiuti dallo spazzamento delle strade, al numero di adesioni al compostaggio domestico nei comuni e ai sistemi di raccolta e di tariffazione adottati nei comuni (anni 2000 - 2005).

•••• comunicazioni delle aziende di gestione dei rifiuti urbani riguardanti i quantitativi di rifiuti raccolti dalla pulizia delle spiagge (anni 2004 – 2005).

•••• APAT - ONR: “Rapporto Rifi uti 2006” e “Rapporto rifi uti 2005”. •••• Schede trimestrali trasmesse dai gestori delle quattro discariche per rifiuti non pericolosi attive in

provincia, riguardanti i quantitativi di rifiuti conferiti presso le discariche e i volumi residui disponibili (anni 2003 – 2006).

•••• Comunicazioni delle aziende di gestione dei rifiuti urbani riguardanti i flussi di rifiuti nelle principali stazioni di travaso, negli impianti di produzione di CDR e di compost e nell’impianto di incenerimento attivi in provincia (anni 2005 e 2006).

•••• Basi di dati informatizzate dalla Camera di Commercio relative alle dichiarazioni MUD degli impianti di travaso, di trattamento, di incenerimento e di smaltimento di rifiuti attivi in provincia (anno 2004).

− SINTESI DELLO STATO DI FATTO DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI NELLA

PROVINCIA Si riportano sinteticamente di seguito i punti più importanti che caratterizzano lo stato di fatto del sistema di gestione dei rifiuti urbani in provincia di Venezia, estratti dall’analisi del Piano 2008. La produzione di rifiuti urbani e di rifiuti specia li assimilabili agli urbani Produzione totale

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UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 4

L’analisi dei dati sulla produzione totale di rifiuti in Provincia di Venezia tra il 2001 e il 2005, evidenzia una flessione della produzione totale tra il 2001 e il 2002 (-1,5%) e tra il 2002 e il 2003 (-1,1%), seguita da un forte aumento tra il 2003 e il 2004 (+4,8%) e da un sostanziale azzeramento del trend di crescita tra il 2004 e il 2005 (-0,3%). Produzione pro-capite Nel corso del 2005 sono state prodotte 525.182 t di rifiuti urbani, corrispondenti ad una produzione media annua pro-capite di 631 kg, pari a 1,73 kg/abitante/giorno. Escludendo il dato dell’anno 2003 i valori di produzione pro-capite non hanno subito rilevanti variazioni nel periodo in esame, stabilizzandosi quindi su valori elevati e molto superiori alla media nazionale (533 kg nel 2004, 539 kg nel 2005. Fonte: APAT/ONR: Rapporto rifiuti 2006, Volume I, pag. 42) e a quella regionale (484 kg nel 2004, 482 kg nel 2005. Fonte: ARPAV - Osservatorio Regionale Rifiuti). Confronto con gli obiettivi del piano 2002 I dati rilevati sono in contrapposizione con gli obiettivi fissati dal Piano Provinciale adottato nel 2002, che prevedevano una produzione di Rifiuti Urbani pari a 500.000 t nel 2001 e un azzeramento del trend di crescita per gli anni successivi e un aumento della percentuale di raccolta differenziata dal 27,9% nel 2001 al 42,1% nel 2005. Per quanto riguarda la produzione totale di rifiuti urbani l’obiettivo fissato dal Piano Provinciale del 2002 è stato costantemente disatteso tutti gli anni. Nel periodo 2004/2005 si registra per contro un arresto del trend di crescita, sicuramente un segnale positivo e in linea con gli obiettivi del precedente Piano Provinciale. Ancora più negativo risulta il confronto con il dato relativo alla percentuale di raccolta differenziata, per la quale si è verificato un divario crescente rispetto agli obiettivi pianificati, pari a soltanto lo -0,9% nel 2001 per arrivare al -10,4% e al -9,3% del 2004 e 2005 rispettivamente. Gli effetti delle politiche di raccolta Una delle probabili cause dell’andamento rilevato sulla produzione di rifiuti potrebbe essere la diffusione o comunque il consolidarsi, in Provincia di Venezia più che nel resto della regione, di politiche di ampia assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani nonché un più lento passaggio (rispetto al trend regionale) a sistemi di raccolta differenziata che per loro natura portano ad una diminuzione dei quantitativi intercettati con il circuito di raccolta dei rifiuti urbani (sistemi di tipo domiciliare), con il mantenimento, per la maggior parte della popolazione, di sistemi di raccolta di tipo stradale, maggiormente responsabili dell’attrazione di rifiuti speciali nel circuito di gestione dei rifiuti urbani. I maggiori aumenti in termini di produzione pro capite annua caratterizzano i comuni del litorale, nei quali si concentrano fortissime presenze stagionali legate al turismo balneare. Vi sono poi realtà, principalmente quella di Venezia e in parte quella di Chioggia, dove i valori di presenze in termini assoluti sono notevoli, ma rapportati ad una popolazione residente sicuramente più importante. Incidenza del settore turistico Il turismo, oltre a rappresentare un’importante voce nell’economia di alcuni comuni della Provincia di Venezia, costituisce un grande fattore di impatto ambientale per tutto il territorio, a partire naturalmente dalla produzione di rifiuti urbani e speciali assimilati agli urbani. Nel Piano viene analizzato il fenomeno turistico sul territorio provinciale, individuando due diverse vocazioni dello stesso: la prima relativa alla zona dei comuni balneari, con presenze concentrate in particolari periodi dell’anno, la seconda che caratterizza la città di Venezia con una presenza costante distribuita durante tutto il corso dell’anno. Se a livello provinciale si sommano agli abitanti residenti, pari a 832.326 nel 2005, le presenze turistiche di oltre 30 milioni, corrispondenti a 82.872 abitanti equivalenti (il totale delle presenze annue diviso per 365), rappresentano all’incirca il 10% della popolazione su base provinciale. Se si rivolge l’attenzione all’andamento della popolazione, delle presenze turistiche e della produzione di rifiuti si rileva che: dal 2001 al 2005 vi è stato un incremento degli abitanti residenti (+ 2,8%) ed una crescita meno che proporzionale dei rifiuti prodotti (+1,7%); si registra, pertanto, una lieve contrazione della produzione di rifiuti pro capite annuo (da oltre 637 a 631 kg/ab/anno); tenendo conto dell’incremento medio di abitanti derivanti dalla presenza media annua dei turisti (all’incirca 80 mila abitanti equivalenti), dato peraltro pressoché coincidente tra 2001 e 2005, il dato medio di produzione si riduce fino ai 573,8 kg/ab/anno del 2005. Tale dato risulta comunque superiore al dato medio regionale pari a 481,95 kg/ab/anno, per motivazioni legate alle tematiche dell’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani ed alle relative modalità di raccolta.

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UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 5

Il confronto dei dati provinciali con quelli regionali mostra come la produzione media di rifiuto di un cittadino della Provincia di Venezia risulti superiore rispetto al valore regionale per un valore superiore al 30%. Tale differenza nei quantitativi prodotti potrebbe essere ricercata nella maggiore incidenza del settore turistico nella Provincia di Venezia, specialmente nei Comuni di Venezia, Chioggia, Caorle, Jesolo, Eraclea, Cavallino-Treporti, San Michele al Tagliamento. Non prendendo in considerazione i comuni turistici, la produzione media annua pro-capite di rifiuto prodotto si abbassa: se però nel 2001 il valore provinciale così calcolato risultava addirittura inferiore (-2,3%) rispetto alla media regionale, nel 2005 il valore provinciale è risultato superiore a quello regionale (+6,2%). Vi sono quindi dinamiche esterne al fenomeno turistico (il livello di presenza del 2001 è paragonabile a quello del 2005) che hanno determinato un trend di crescita del dato provinciale maggiore di quello regionale. La raccolta differenziata Il raggiungimento degli obiettivi Rispetto agli obiettivi posti dal D.Lgs. 22/1997 la Provincia di Venezia, dopo aver superato l’obiettivo previsto per il 1999 (21,9 % di raccolta differenziata) e per il 2001 (27,0% di raccolta differenziata) nel 2003 ha disatteso l’obiettivo del 35% (29,2% di raccolta differenziata). Per quanto riguarda gli obiettivi fissati dal D.Lgs. 152/2006, l’obiettivo del 35% per il 2006 è alla portata, considerando che l’ultimo dato disponibile (anno 2005) vede una percentuale di raccolta differenziata del 32,8% e che la crescita della raccolta differenziata nel periodo precedente 2004-2005, è stata pari 2,7 punti percentuali. Nel corso del 2005 in Provincia di Venezia è stato differenziato il 32.8% del rifiuto urbano prodotto. Nel complesso, nel corso del 2005, in Provincia di Venezia sono state raccolte 525.182 tonnellate di rifiuti urbani, pari a 631 kg/abitante; di queste 172.325 tonnellate sono state raccolte in modo differenziato, per una valore medio pro capite di 207 kg/abitante/anno, ossia 0,58 kg/abitante/giorno. Rispetto al 2001 si è verificato un aumento dell’1,7% della produzione totale di rifiuti urbani e del 23,5% della produzione di rifiuto differenziato, il Rifiuto Urbano Residuo è diminuito nello stesso periodo del 6,3%. L’abbandono della raccolta differenziata monomateriale per il multimateriale pesante Dai dati di monitoraggio si osserva, nel 2005 rispetto al 2001, il progressivo abbandono, delle raccolta differenziate monomateriale di vetro, plastica e lattine e il progressivo passaggio alla modalità di raccolta dei rifiuti secchi riciclabili conosciuta come “multimateriale pesante”, composto da vetro, plastica e lattine (sia in alluminio che in banda stagnata). La differenziazione pro-capite Il valore medio provinciale di differenziazione pro capite 2001 risulta superiore rispetto al valore medio regionale del 4,3% mentre nel 2005 il rapporto si è invertito, con il valore medio provinciale inferiore alla media regionale del 9,4%. La provincia presenta inoltre un calo meno significativo, rispetto alla media regionale, del rifiuto urbano residuo (-8,1% rispetto al –18,9% a livello regionale). Significativo risulta il dato relativo alla produzione pro capite totale di rifiuto urbano, che in provincia di Venezia vede una sostanziale stabilità (-0,2%), contro l’aumento a livello regionale (+1,3%). Analizzando invece i risultati in termini di percentuale di rifiuto differenziato, si nota che nel 2005 si è registrato un aumento del 5,8% rispetto al 2001, mentre a livello regionale tale aumento è stato pari al 13%. Valutazione d’insieme L’apparente discrepanza tra buone performance di quantitativi differenziati pro capite (di poco al di sotto della media regionale) e basse percentuali di raccolta differenziata (all’ultimo posto a livello regionale e cresciuta di meno delle metà rispetto alla media delle regione nel periodo 2001-2005) trova la sua spiegazione nella interdipendenza tra produzione totale di rifiuto e differenziazione. Nella Provincia di Venezia si assiste ad un continuo incremento dei quantitativi differenziati, accompagnato però da elevati quantitativi di produzione totale di rifiuti, molto al di sopra della media regionale. La forte variabilità nei risultati raggiunti dai si ngoli comuni Il valore medio a livello provinciale risente infatti degli scarsi risultati ottenuti in alcune zone e che pesano sulle performance complessive di tutto il sistema. Emerge come la provincia, pur presentando aree che al loro interno mostrano una certa omogeneità, risulti caratterizzata a livello di singoli Comuni da una forte variabilità nei risultati raggiunti nella raccolta differenziata: le percentuali del 2005 variano da un minimo del 19,1% del Comune di Venezia

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UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 6

ad un massimo del 71,6% del Comune di Ceggia. In particolare si nota come nel 2005 ancora 10 comuni presentino percentuali di raccolta differenziata al di sotto del 35% (l’obiettivo previsto dal decreto Ronchi per il 2003, spostato dalla nuova normativa al 31.12.2006) mentre 6 comuni abbiano già superato un livello di raccolta differenziata superiore al 65% (il limite che la nuova normativa impone debba essere raggiunto, a livello di Ambito Territoriale Ottimale, entro il 31.12.2012). Imballaggi e rifiuti da imballaggi Non ci sono dati relativi alla Provincia. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche Non ci sono dati relativi alla Provincia. La situazione impiantistica esistente Impianti di trattamento del rifiuto urbano indiffer enziato e del rifiuto urbano residuo (RUR) Attualmente in Provincia di Venezia sono attivi due impianti per il trattamento del rifiuto urbano residuo (rifiuto secco risultate da sistemi di raccolte differenziate con raccolta anche della frazione umida) per la produzione di CDR e un impianto di incenerimento del rifiuto urbano indifferenziato (proveniente da sistemi di raccolta differenziata senza separazione della frazione umida). • Gli impianti del Polo Integrato dei RU di Fusina

Gli impianti situati all’interno del polo integrato di trattamento dei rifiuti urbani di Fusina, comprendono un impianto di produzione di CDR, un impianto di incenerimento e un impianto di compostaggio, attivi dal 2002. Allo stato attuale risulta autorizzato con Decreto del Dirigente della Provincia di Venezia n. 58178 dell’11 agosto 2006 per una capacità di trattamento massima di 150.500 ton/anno per il CDR e una capacità di trattamento di 62.000 ton/anno per il compostaggio e la produzione di compost ACQ (Ammendante Compostati di Qualità), secondo le modalità previste dalla DGR 568/2005 e smi (autorizzazione, unica per l’impianto di produzione CDR e compost; prevede una potenzialità massima in ingresso di 197.000 t/anno). Nel processo dell’impianto di produzione CDR, i rifiuti urbani residui a valle della raccolta differenziata subiscono dapprima una riduzione in peso mediante un processo di bio-ossidazione in “biocelle” concettualmente uguali a quelle utilizzate per il processo di compostaggio, successivamente, viene effettuata una selezione meccanica di tutti i materiali recuperabili. Durante tale fase i materiali non combustibili vengono separati ottenendo in questo modo al termine del processo una frazione combustibile chiamata CDR (combustibile derivato da rifiuti). Alla fine del trattamento si separano: � materiali recuperabili (metalli ferrosi e non ferrosi); � materiali inerti da conferire in discarica o da riutilizzare come fondo stradale (ghiaia, sabbia,

ceramica, vetro, ecc.); � frazione combustibile (CDR).

• L’impianto di compostaggio Ecoprogetto Venezia Spa di Fusina Allo stato attuale è attivo in Provincia di Venezia un solo impianto per il trattamento della frazione organica, di proprietà della ditta Ecoprogetto SpA (società mista pubblico-privata con VERITAS SpA come socio pubblico di maggioranza), sito in località Fusina a Venezia.

L’impianto funziona attraverso un sistema di bioreattori a cella denominati Herhof-Rottebox (biocelle), in tale processo la degradazione della sostanza organica avviene in un ambiente ermeticamente chiuso e controllato senza essere influenzata dalle condizioni climatiche esterne. Di conseguenza, L’utilizzo di questo tipo di tecnologia consente di ridurre i tempi di processo necessari al completo abbattimento delle sostanze putrescibili e alla produzione di compost fresco. La durata del trattamento, infatti, passa da un mese a sette giorni. Le biocelle sono costituite da box completamente chiusi ed impermeabili a tenuta stagna, all’interno dei quali, controllando e comandando continuamente temperatura, umidità e concentrazione di ossigeno, è possibile accelerare il normale processo di degradazione della sostanza organica.

• L’impianto di incenerimento Ecoprogetto Venezia Spa di Fusina L’impianto di incenerimento situato presso il polo integrato di Fusina (VE), è caratterizzato da una tecnologia con forno a griglia con una linea di incenerimento, recupero fumi e recupero energetico. La potenzialità annuale dell’impianto è di 52.500 tonnellate, sia per rifiuti urbani assimilati che per rifiuti sanitari, anche pericolosi. La maggior parte del rifiuto in ingresso all’impianto è costituito da rifiuti urbani non differenziati prodotti nel centro storico di Venezia. L’analisi dei flussi in uscita dall’impianto di incenerimento di Fusina rivelano le percentuali di scarto, costituite da ceneri

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destinate allo smaltimento in discarica per rifiuti pericolosi e da scorie pesanti destinate a discariche per rifiuti speciali non pericolosi.

• L’impianto di produzione di CDR-ACM Spa di Mirano L’impianto, di proprietà di ACM SpA, è localizzato a Mirano ed è attivo dal 2001. L’autorizzazione all’esercizio, rilasciata con Decreto del Dirigente della Provincia n. 57039 prevede una potenzialità di trattamento pari 60.000 tonnellate anno di rifiuti urbani e assimilati. L’impianto di ACM SpA è basato su un processo di selezione meccanica dei materiali recuperabili e dei materiali non adatti alla produzione di CDR. Data l’alta percentuale di scarti e la scarsa efficienza dell’impianto registrata nel 2005, ACM SpA ha apportato nel corso del 2006 una serie di migliorie impiantistiche.

• Gli impianti di trattamento per il recupero delle frazioni secche riciclabili La gestione delle frazioni secche riciclabili rientra all’interno delle competenze di pianificazione in capo alla Provincia, pur essendo questo tipo di attività lasciata alla libera iniziativa, sia pubblica che privata. E’ stato dunque ritenuto importante definire lo stato di fatto relativamente alla situazione impiantistica per il recupero delle frazioni secche riciclabili, valutata per i soli impianti autorizzati con procedura ordinaria in oltre 640.000 t/anno. Il confronto con le potenzialità autorizzate in sola procedura ordinaria con le previsioni relative ai flussi di rifiuti secchi riciclabili previsti per il 2017 (dalle 140.000 tonnellate circa nello scenario obiettivo alle 170.000 tonnellate circa nello scenario cautelativo) permettono di prevedere un’ampia autonomia nella gestione di questa tipologia di rifiuto.

Le discariche per rifiuti urbani Sono presenti in Provincia di Venezia quattro discariche per rifiuti urbani:

Un’analisi dettagliata dei flussi di rifiuto in ingresso nei diversi impianti rivela come solo una quota parte del rifiuto sia classificato come Rifiuto Urbano (con codice CER 20), e vi siano altre tipologie di rifiuto in ingresso, quali rifiuti speciali di varia tipologia, in alcuni casi provenienti per quantità non trascurabili da fuori provincia. Tale situazione riguarda in modo particolare la discarica di Chioggia per la quale si registrano ingenti quantitativi in ingresso di rifiuti speciali codificati con codice CER 19 (sia dalla Provincia di Venezia che da altre province), cioè Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché della potabilizzazione dell’acqua e della sua preparazione per uso industriale. Scelte impiantistiche e performance Le ridotte performance ottenute in termini di differenziazione del rifiuto raccolto sono comunque motivate anche dalle scelte impiantistiche adottate. • I bacini VE2 (veneziano) e VE4 (mirese), si sono dotati di piattaforme integrate di trattamento per la

trasformazione del rifiuto indifferenziato in combustibile da rifiuti (CDR), utilizzabile come combustibile in apposti impianti;

• nel bacino VE2, inoltre, una ulteriore aliquota del rifiuto raccolto in modo indifferenziato viene direttamente bruciata in un termovalorizzatore. Come risultato di questi trattamenti, nel 2005 solo il 23,0% dei rifiuti indifferenziati conferiti all’impianto per la produzione di CDR e al termovalorizzatore del polo integrato di Fusina (a servizio del bacino VE2) sono stati smaltiti in discarica; tale quota si è ridotta nei primi sei mesi del 2006 al 12,7%. L’impianto di produzione del CDR a servizio del bacino VE4 (mirese) ha mostrato nel 2005 un’efficienza limitata, col 71,7% di residuo smaltito in discarica; nel corso del 2006 è stato perciò soggetto a migliorie per cui si prevede un ricorso allo smaltimento in discarica limitato al 14,4% del rifiuto trattato. Aspetti economici

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Il Comune di Venezia rappresenta in termini di abitanti il 32,4% del totale provinciale, mentre costituisce il 36,7% della produzione di rifiuti, per effetto dei notevoli flussi turistici propri della città insulare. Inoltre, anche per le caratteristiche morfologiche specifiche del Centro Storico e delle Isole, i costi di gestione dei rifiuti per Venezia costituiscono ben il 50,9% di tutta la provincia (dati 2005). Tali percentuali sono comunque in diminuzione rispetto al 2001, quando Venezia pesava di più sia in termini di abitanti residenti, che di produzione di rifiuti, e soprattutto di costi sul dato complessivo provinciale (52,3%). Il carico sulle utenze domestiche e non domestiche, in percentuale sul gettito, è così ripartito: la media provinciale indica nel 2006 che il 55,2% del gettito proviene dalle utenze domestiche, mentre il restante 44,8% dalle utenze non domestiche. Per Venezia le percentuali sono invertite: il 45,9% proviene dalle utenze domestiche ed il restante 54,1% proviene dalle utenze non domestiche. E’ in diminuzione il peso del gettito proveniente dalle utenze domestiche, che a Venezia passa dal 52,8% del 2001 al 45,9% del 2006, ma nel resto della Provincia tale percentuale è molto più elevata e pari al 61,6%, contro un gettito delle utenze non domestiche che pesa in media solo per il 38,4%.

− SINTESI DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI DI PIANO Indirizzi prioritari Il piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani anno 2008 è un atto dovuto per obblighi normativi. L’aggiornamento è stato necessario da previsioni che quantificano al 4% l’aumento di produzione annua dei rifiuti sul territorio provinciale contro un incremento della raccolta differenziata annua del 2,4%. L’obiettivo del Piano 2008 per i prossimi anni è quindi la crescita delle quote della raccolta differenziata dai rifiuti e la riduzione delle quote della non differenziata. L’obiettivo è arrivare al 65% di raccolta differenziata entro il 2012. Va evidenziato che alcuni comuni hanno già raggiunto tale obiettivo: se, infatti, si considera l’intera provincia, escludendo Venezia ed il litorale, i valori di raccolta differenziata si attestando al di sopra della media regionale. Per tale motivo, è necessario estendere la raccolta di tipo “porta a porta” anche nelle aree di terraferma. Il 37% dei rifiuti prodotti in Provincia sono prodotti dal Comune di Venezia e l’insieme dei Comuni turistici di Venezia, Jesolo, Cavallino, Caorle, Eraclea, Chioggia e San Michele al Tagliamento produce il 70% dei rifiuti del territorio provinciale. Inoltre, i flussi turistici condizionano negativamente la raccolta differenziata. A incidere non sono solo appartamenti e campeggi ma anche, e soprattutto, gli alberghi, i ristoranti e i locali, che producono una quantità notevole di rifiuti e non sempre si preoccupano di effettuare la raccolta differenziata. Il piano prevede quindi di operare in modo incisivo sulle modalità di raccolta dei rifiuti nelle località turistiche, dando una maggior attenzione a dove e quanti cassonetti mettere. Le discariche attualmente sono quattro: a Portogruaro, Chioggia, tra S. Donà e Noventa di Piave e Jesolo. Le discariche di Portogruaro e Chioggia chiuderanno nell’arco di un anno mentre le altre due, ampliate, resteranno in funzione fino al 2024 o 2027. L’incremento della raccolta differenziata produrrà una riduzione dei rifiuti da smaltimento e un conseguente aumento di quelli da recupero. E’ previsto quindi anche un adeguamento degli impianti tecnologici per il trattamento delle frazioni di rifiuti. Per la trasformazione del rifiuto organico in compost sono previsti nuovi impianti di cui il primo ubicato tra Chioggia e Cavarzere, il secondo nel Veneto orientale ed il terzo probabilmente a Jesolo. Inoltre, si prevede la necessità di un altro impianto di trattamento del secco-residuo per la trasformazione in CDR (combustibile derivato dal rifiuto). Si prevede per l’impianto di Fusina, che attualmente ne trasforma 135 mila tonnellate di rifiuti, di portare il trattamento a 195 mila tonnellate. Inoltre, si prevede un altro impianto a Portogruaro da 50 mila tonnellate. La produzione di combustibile da rifiuti dell’impianto di Mirano, attivata nel 2001 dall’ACM, è destinata ad essere riconvertita alla produzione di compostaggio. Tale impianto, che tratta 60 mila tonnellate di rifiuti all’anno, è caratterizzato da un’alta percentuale di scarti ed è meno efficiente rispetto a quello di Fusina. Diverrà, entro il 2010, il polo provinciale dove verranno concentrati i rifiuti organici per essere trasformati in ammendanti per uso agricolo. Tale conversione dovrebbe dare quindi origine a due poli distinti e specializzati all’interno della provincia: a Mirano per il compost e a Fusina per il combustibile. Obiettivi per la riduzione dei rifiuti urbani Allo stato attuale molte delle competenze relative al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani devono essere ricercate in altri livelli di pianificazione (in particolare quello statale) e alla

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messa in pratica dei principi enunciati dalla norma nazionale (D.Lgs. 152/2006) all’art 180 (Prevenzione della produzione dei rifiuti). La Provincia si prefigge l’adozione dei seguenti criteri generali per la riduzione della produzione dei rifiuti che vengono indicati dal vigente Piano Regionale (Elaborato C, capitolo 1.1.) come attivabili sia a livello di Ambito Territoriale Ottimale che a livello comunale: • Campagne informative, formative ed educative • Incentivazione del compostaggio domestico (devono essere attivate iniziative finalizzate a spiegare,

divulgare ed incentivare l’adesione dei cittadini, specie nelle zone di periferia, alla pratica del compostaggio domestico degli scarti alimentari e di giardinaggio).

• Riduzione nella produzione dei rifiuti negli uffici • Indizione di concorsi a premio • Promozione ed incentivazione del non utilizzo di stoviglie monouso. Indicazioni mantenute dal precedente piano Si ritiene inoltre di mantenere le indicazioni contenute nel precedente Piano Provinciale, in particolare per quanto riguarda: 1. Incentivazione dell’innovazione di prodotto, ovvero la messa a punto e l’immissione sul mercato di

prodotti concepiti in modo da non contribuire o contribuire il meno possibile in tutte le fasi della loro produzione, vita ed eliminazione post-consumo ad incrementare la qualità e la pericolosità dei rifiuti ed i rischi di inquinamento attraverso accordi di programma con specifici settori produttivi (es. accordi con i settori della produzione di imballaggi, realizzazione di campagne informative specifiche,…).

2. Interventi di eliminazione dei prodotti a perdere nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento alle mense, e promozione di programmi di gestione ambientale all’interno degli enti locali, finalizzata alla riduzione della formazione dei rifiuti.

3. Promozione di centri di “manutenzione e recupero” per allungare la durata di vita dei beni. Questi centri potranno affiancare gli ecocentri ovvero le aree attrezzate e custodite per il conferimento dei vari materiali riciclabili e ingombranti consentendo così una sorta di ri-lavorazione sui beni a fine vita al fine di ottenerne un riutilizzo.

Obiettivi di raccolta differenziata Considerando un aumento percentuale di raccolta differenziata simile a quello registrato nel periodo 2004-2005, le line strategiche da adottarsi per l’attuazione delle raccolte differenziate saranno le seguenti: • Miglioramento della qualità delle frazioni derivanti dalla separazione della frazione organica del

rifiuto urbano da quella secca, già all’atto della produzione • Dimensionamento dei servizi di raccolta differenziata della frazione organica del rifiuto (umido e

verde) e delle altre frazioni riciclabili secche (carta, vetro, plastica, lattine) • Attivazione della raccolta differenziata dei beni durevoli • Selezione ed avvio a recupero dei rifiuti ingombranti • Avvio a recupero del rifiuto da spezzamento • Limitazione e disincentivazione del conferimento dei rifiuti assimilabili non riciclabili nel circuito di

raccolta dei rifiuti urbani • Individuazione delle modalità ottimali di raccolta e trattamento.

− GLI SCENARI PREVISTI DAL PIANO Sulla base delle ipotesi sull’andamento della produzione di rifiuti urbani e sugli obiettivi che la normativa nazionale pone alla pianificazione provinciale in termini di percentuale di raccolta differenziata sono stati costruiti due scenari relativi all’andamento dei diversi flussi di rifiuti differenziati: 1. Scenario “obiettivo” (crescita zero), basato sulle ipotesi di arresto della crescita del livello pro-capite di produzione di rifiuto urbano. E’ stato definito come obiettivo di piano la stabilizzazione della produzione pro-capite. 2. Scenario “tendenziale”, basato su ipotesi che prevedano la prosecuzione dell’attuale trend di crescita del valore di produzione pro-capite di rifiuto urbano.

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Lo scenario “tendenziale” Nel definire l’obiettivo di piano si è preferito, a differenza di quanto stabilito dal precedente Piano Provinciale, legare tale valore non alla produzione totale, quanto piuttosto alla produzione pro-capite, valutando l’andamento del monte totale di rifiuti prodotti in relazione alle ipotesi di andamento demografico della popolazione della Provincia di Venezia. Per la stima dei fabbisogni impiantistici, in via cautelativa, sono state comunque eseguite delle simulazioni, ipotizzando una crescita annua del rifiuto procapite stimata sulla base dell’estrema variabilità del dato nel periodo per i quale è disponibile (1995-2005) durante il quale vi sono stati momenti di crescita alternati ad altri di diminuzione. Ai fini della valutazione dei flussi di rifiuti previsti e delle conseguenti esigenze impiantistiche sono stati combinati i valori relativi alla previsione sull’andamento della popolazione e quelli relativi all’andamento della produzione pro capite. Il primo fattore preso in considerazione è la variabile demografica, attraverso una valutazione dell’andamento tendenziale della popolazione per la durata della pianificazione; tale stima è stata compiuta applicando alla serie temporale 2006-2017 la variazione annuale media della popolazione nel periodo 1995-2005. Lo scenario derivante dall’ipotesi tendenziale è stato costruito considerando una crescita della produzione pro capite di rifiuti urbani pari all’1,2% annuo a partire dal valore del 2005. Questo valore ha subito numerose oscillazioni nel periodo considerato, con un aumento medio annuale nel periodo 1995-2005 pari all’1,7%. Limitando l’osservazione all’ultimo quinquennio (2001-2005) si osserva addirittura una diminuzione di tale valore pari allo 0,4%. Il criterio scelto risponde alla necessità di definire un valore medio in presenza di un andamento estremamente variabile negli ultimi anni, caratterizzato da un aumento della popolazione fino al 1998, da un calo fino al 2001 e da un ripresa dal 2002 ad oggi. Sulla base dei precedenti scenari è stato ipotizzando un determinato andamento del rifiuto totale urbano conferito e gli andamenti dei diversi flussi di rifiuto a livello di Ambito Territoriale Ottimale, coincidente con l’intero territorio provinciale. I flussi di rifiuto Per semplicità d’analisi dei flussi sono stati raggruppati i diversi flussi di rifiuto in quattro categorie: • FORSU costituito dall’umido e il verde. • RIFIUTI RICICLABILI SECCHI “TRADIZIONALI” costituit i da: vetro + imballaggi in plastica +

lattine in alluminio e banda stagnata + carta e cartoni. • ALTRI RIFIUTI RICICLABILI costituiti da inerti (sanitari, piastrelle, calcinacci,…), indumenti

usati, beni durevoli dismessi, materiali ferrosi, legno destinato alla produzione di truciolare, pneumatici, ecc. In questo flusso di rifiuti sono anche considerati i rifiuti ingombranti e i rifiuti da spezzamento avviati a recupero.

• RIFIUTO RESIDUO costituito da tutto ciò che residua dalle raccolte differenziate. I valori delle percentuali di raccolta differenziata attribuite ai singoli flussi sono stati desunti dalle esperienze realizzate sia in provincia di Venezia che in altre province del Veneto tenendo conto anche delle specifiche attitudini di ogni Centro Ottimale di Gestione nonché dalle indicazioni relativa alla composizione dei rifiuti urbani in Veneto fornite dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 59 in data 22.11.2004.

I valori massimi percentuali presi come riferimento per la raccolta differenziata dei flussi sono riportati nella tabella seguente:

FLUSSO Valore massimo di RD %

FORSU 30% Rifiuti riciclabili secchi 29% Altri 10%

Nell’elaborazione delle previsioni è stato anche tenuto conto delle indicazioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, che definisce degli obiettivi minimali in termini di intercettazione per singoli flussi di materiale, riferiti alle intercettazioni medie procapite regionali di ogni frazione ottenute nel 2002. Gli obiettivi indicati nel Piano Regionale relativamente Carta, Vetro, Plastica e Lattine sono stati aggregati in un’unica voce come secchi riciclabili, mentre quelli per FORSU e verde sono stati sommati in un valore unico, con la stessa ripartizione utilizzata per le valutazioni previsionali.

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Definizione dei fabbisogni impiantistici Potenzialità impiantistiche attualmente istallata e scenari L’analisi dell’impiantistica attualmente attiva è stata comparata con le previsioni relative all’andamento dei flussi di rifiuto precedentemente delineate. Sono stati stimati: 1. la potenzialità impiantistica attuale finalizzata al trattamento della frazione residua e del rifiuto

indifferenziato (comprensiva quindi degli impianti di produzione di CDR di ACM S.p.A. e di ECOPROGETTO S.r.l. e dell’impianto di incenerimento di ECOPROGETTO S.r.l.) � Potenzialità con Inceneritore;

2. la potenzialità impiantistica attuale in grado di trattare solo rifiuto secco residuale da raccolta differenziata secco-umido (da questa ipotesi è escluso l’inceneritore ECOPROGETTO in quanto caratterizzato da una tecnologia con forno a griglia inutilizzabile per gestire un rifiuto secco derivante da una raccolta differenziata spinta della frazione organica come quella prevista per l’orizzonte di pianificazione) � Potenzialità senza inceneritore.

Rifiuto urbano residuo e potenzialità di trattamento Considerando l’esclusivo trattamento di rifiuto urbano e prendendo in considerazione l’ipotesi che prevede l’esclusione dell’inceneritore ECOPROGETTO dalle possibili soluzioni di smaltimento (POTENZIALITA’ SENZA INCENERITORE), la potenzialità impiantistica attualmente installata presenterebbe un surplus di circa 9.000 t/anno nel caso dello scenario “obiettivo” e un deficit di circa 20.500 t/anno nel caso dello scenario “tendenziale”. Raccolta della frazione organica e potenzialità di trattamento Lo stesso ragionamento seguito per il rifiuto urbano residuo è stato applicato all’andamento previsto per la raccolta della frazione organica (FORSU + verde), confrontata con le attuali potenzialità impiantistiche. In questo, a livello di ATO, si ha un deficit impiantistico sia nello scenario “obiettivo” (pari a circa 86.500 t/anno) che in quello “tendenziale” (pari a circa 108.000 t/anno). Fabbisogno impiantistico previsto per il trattamento di RUR e relativi scenari impiantistici Dall’analisi precedente si desume un fabbisogno impiantistico massimo a regime (anno 2007) per il trattamento del rifiuto urbano residuo (RUR), stanti gli obiettivi di raccolta differenziata fissati nel presente documento e le attuali potenzialità di trattamento, di circa 20.500 tonnellate in più rispetto alla situazione attuale. Nella valutazione delle potenzialità impiantistiche da prevedere occorre tenere conto del fatto che non tutto il rifiuto in ingresso proviene direttamente dalle raccolte (l’analisi dei dati relativi all’impianto di Fusina mostra che vengono trattati anche rifiuti di scarto dal compostaggio e rifiuti derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani) e che occorre considerare la necessità di manutenzione e fermo impianto. Ulteriori elementi che condizionano la definizione delle potenzialità impiantistiche da prevedere a regime riguardano la necessità di tenere in considerazione le potenzialità attualmente installate e le rigidità che queste comportano. Segue quindi che, in sintesi, gli obiettivi e le azioni di piano sono i seguenti. Obiettivo Trattamento del rifiuto urbano residuo (RUR): l’obiettivo è arrivare alla costituzione di poli di trattamento specializzati in specifiche filiere, in modo da raggiungere dimensioni impiantistiche tali da consentire economie di scala, tenendo comunque conto della geografia del territorio provinciale. Previsione In relazione alla situazione impiantistica esistente è stata pertanto prevista una potenzialità massima a regime che tiene conto di tutti gli elementi citati, all’interno di uno scenario estremamente cautelativo.

Azioni previste Per l’impianto di produzione di CDR di Fusina si prevede la prosecuzione dell’attività, principalmente a servizio dell’area occidentale e meridionale della Provincia (ex COG VE2, VE4 e VE5). Sempre all’interno del polo integrato di Fusina, viene previsto di affiancare un ulteriore struttura per la produzione di CDR con potenzialità indicativa di 62.000 t/anno, non attraverso una nuova realizzazione, ma con la riconversione dell’attuale impianto di compostaggio. A servizio dell’area orientale (ex COG VE1 e VE3) si prevede l’attivazione di una potenzialità impiantistica pari a circa 50.000 t/anno.

Si sottolinea come la situazione così definita dovrà prevedere la realizzazione di impianti dotati di caratteristiche di modularità e quindi della possibilità di adattarne la potenzialità in funzione del reale andamento della produzione di rifiuti urbani e dei livelli di raccolta differenziata conseguiti. Inoltre, la suddivisione in aree di competenza risponde a criteri di ottimizzazione della aree di gestione, rimanendo comunque il primo e fondamentale principio guida quello dell’autosufficienza a livello provinciale.

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Fabbisogno impiantistico previsto per il trattamento della frazione organica e relativi scenari impiantistici Dall’analisi precedente si desume un fabbisogno impiantistico massimo a regime (anno 2007) per il trattamento della frazione organica, stanti gli obiettivi di raccolta differenziata fissati nel documento di Piano e le attuali potenzialità di trattamento, di circa 108.000 tonnellate in più rispetto alla situazione attuale. In sintesi, gli obiettivi e le azioni di piano in merito sono i seguenti. Obiettivo Trattamento della frazione organica. L’obiettivo è di arrivare alla costituzione di poli di trattamento specializzati, in modo da raggiungere dimensioni impiantistiche tali da consentire economie di scala, tenendo comunque conto della geografia del territorio provinciale.

Previsione In relazione alla situazione impiantistica esistente è stata prevista una potenzialità massima a regime. Si segue il principio di realizzazione di strutture impiantistiche concentrate, al fine di realizzare economie di scala e logiche gestionali legate alle caratteristiche territoriali per il trattamento della frazione organica. Azioni previste Viene prevista la chiusura (con riconversione a produzione di CDR) dell’attuale impianto di compostaggio di Fusina e la realizzazione di un impianto della potenzialità di 80.000 t/anno nella zona meridionale della Provincia, principalmente a servizio degli ex COG VE2, VE4 e VE5. A servizio dell’area orientale (ex COG VE1 e VE3) si prevede invece l’attivazione di una potenzialità impiantistica pari a circa 40.000 t/anno. La situazione così definita dovrà essere valutata alla luce del reale andamento dei flussi raccolti, motivo per cui è stata prevista la possibilità di aumentare la potenzialità prevista per gli impianti da realizzare nell’area meridionale e in quella orientale di 20.000 tonnellate per ogni impianto, arrivando in questo modo a 160.000 tonnellate, pari a circa 100.000 tonnellate in più rispetto alla situazione attuale, concordemente allo scenario più ottimistico della pianificazione. Fabbisogno di discarica Nella valutazione del fabbisogno di discarica sono stati considerati i rifiuti urbani residui conferiti direttamente da raccolta e gli scarti degli impianti di incenerimento e di produzione di CDR. Lo scenario Stando agli attuali livelli di utilizzo delle discariche e ipotizzando una situazione al contorno invariata, sia per quanto riguarda l’assetto impiantistico che per quanto concerne i livelli di produzione totale di rifiuto e di raccolta differenziata, è possibile ipotizzare uno scenario come quello sintetizzato in tabella:

Sulla base delle previsioni in termini di andamento della produzione totale di rifiuto e di raccolta differenziata è stato invece previsto l’anno di esaurimento delle discariche attualmente attive negli scenari “obiettivo” e “cautelativo”. Dal momento che i rifiuti smaltiti nelle discariche provinciali sono costituiti per una parte importante da rifiuti speciali, sia originati all’interno della Provincia di Venezia che al di fuori dei suo confini, sono state elaborate alcune informazioni relativamente a questo flusso di rifiuti, dovendo necessariamente tenerne conto per le previsioni relative all’esaurimento dei volumi attualmente disponibili.

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Sulla base di quanto esposto i rifiuti con CER 191212 (rifiuti da trattamento meccanico dei rifiuti) si considerano destinati al trattamento negli impianti di produzione di CDR, ipotizzando per semplicità che i rifiuti con codice CER 191212 provenienti dalla provincia di Venezia derivino dal trattamento dei rifiuti urbani. In conclusione, dai dati, si osserva una percentuale di rifiuti speciali conferiti nelle discariche provinciali in forte crescita fino al 2006, anno in cui tali rifiuti hanno raggiunto il 36,4% del totale. L’obiettivo prioritario è quindi: Obiettivo Drastica riduzione del ricorso allo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica, in accordo con le norme in materia di tutela dell’ambiente.

Le previsioni Sulla base delle valutazioni su esposte, le previsioni di esaurimento sono state calcolate prevedendo di destinare allo smaltimento di rifiuti speciali un quantitativo massimo pari 20% dei volumi di discarica attualmente disponibili e degli eventuali ampliamenti (pari a 208.565 tonnellate). Nel corso di ogni anno il limite massimo di conferimento dei rifiuti speciali potrà arrivare al 30% dei conferimenti di rifiuti urbani dell’anno precedente (intendendo per rifiuti urbani quelli con codice CER 20 e gli scarti provenienti dagli impianti di produzione CDR, compostaggio e incenerimento), fino al raggiungimento del limite massimo del 20% dei volumi disponibili. Trascorsi cinque anni dall’adozione del Piano, alla luce dell’andamento della produzione di rifiuti, della differenziazione e dei conferimenti in discarica, la Giunta Provinciale, su proposta degli uffici competenti, potrà decidere di modificare o confermare le percentuali di smaltimento in discarica, per adeguarle alle variazioni rispetto alle previsioni del Piano che potrebbero verificarsi. Dall’analisi emerge che: • per lo scenario “cautelativo” è possibile ipotizzare l’esaurimento delle discariche attualmente autorizzate per l’anno 2025; • per lo scenario “obiettivo” l’anno di esaurimento si sposta al 2030. Infine, è opportuno ricordare che, a seguito della necessità di conferire a partire dall’1 gennaio 2008 il rifiuto secco residuo in discarica con una percentuale di organico inferiore al 15%, si rende ora necessario provvedere almeno a una selezione meccanica prima dell’avvio allo smaltimento del secco residuo; a tale scopo sono già presenti, o è stata prevista la realizzazione di strutture adeguate a svolgere tale attività presso le stazioni di travaso o, in alternativa, direttamente presso le discariche. Il recupero energetico del CDR Trattamento del RUR per la produzione di CDR Al fine di completare il quadro relativo alla gestione della frazione non riciclabile dei rifiuti urbani è stata valutato anche il fabbisogno impiantistico derivante dal trattamento del Rifiuto Urbano Residuo per la produzione di CDR. Le previsioni Sulla base degli obiettivi di raccolta differenziata previsti sono stati valutati i quantitativi di rifiuto da destinare ai previsti impianti di trattamento e i relativi livelli previsti di produzione di CDR. Previsioni. Le previsioni hanno portato a valutare in circa 91.500 t/anno la produzione di CDR nello scenario “obiettivo” e in circa 106.000 t/anno per lo scenario “cautelativo”.

Sperimentazione presso la centrale ENEL di Fusina Nel 2003 è iniziata presso la centrale termoelettrica ENEL di Fusina la sperimentazione per la co-combustione del CDR assieme al carbone. Durante le fasi iniziali della sperimentazione si era previsto di arrivare alla combustione fino ad una potenzialità massima di 432 t/giorno di CDR, pari a quasi 158.000 t/anno. Con DGR. n. 639 del 12 marzo 2004 (autorizzazione regionale al II anno di sperimentazione) tale quantitativo è stato ridotto a 216 t/giorno (pari a quasi 79.000 t/anno). La sperimentazione è terminata nel novembre 2005 e attualmente l’impianto ENEL è autorizzato a bruciare 35.000 t/anno ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs. n. 22/1997, anche se le intenzioni di ENEL sono quelle di richiedere un’autorizzazione per 60.000 t/anno nell’ambito del procedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Evidenze sperimentali hanno comunque portato a considerare in circa 12,5 t/ora la potenzialità raggiungibile con il funzionamento contemporaneo dei gruppo 3 e 4 della centrale, con una potenzialità annuo pari a quasi 110.000 tonnellate, livello che si

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ritiene possa essere ragionevolmente raggiunto nei prossimi anni e che pare pertanto perfettamente coerente con la prevista produzione di CDR. Sintesi conclusiva L’aggiornamento del Piano di Gestione dei rifiuti approvato dal Consiglio Provinciale il 20 dicembre 2007, rappresenta un passo importante per il conseguimento della piena autonomia di ambito territoriale provinciale nella raccolta, trattamento/ recupero e smaltimento dei rifiuti urbani. Il Piano, prevede la drastica riduzione del ricorso allo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica, in accordo con le norme in materia di tutela dell’ambiente; il potenziamento del ciclo industriale che favorisce il recupero dei rifiuti in tutte le loro frazioni e il completamento dell’impiantistica per la trasformazione in CDR (Combustibile Da Rifiuto) del rifiuto indifferenziato non recuperabile. Questo ciclo richiede la realizzazione di strutture tecnologiche avanzate, in numero limitato e calibrate sulla quantità di rifiuti prodotti in ambito provinciale. Gli effetti pratici di queste scelte permettono non solo di non realizzare nuove discariche, ma di chiuderne due delle quattro esistenti. La progressiva estensione del sistema di raccolta domiciliare e il generale miglioramento della raccolta differenziata sia della frazione organica, che delle componenti riciclabili, farà in modo che non siano necessari neppure ulteriori impianti per la termovalorizzazione dei rifiuti. Le nuove strutture previste per la trasformazione del rifiuto indifferenziato in CDR e per la biostabilizzazione del rifiuto umido, oltre agli impianti esistenti per il trattamento delle frazioni secche riciclabili (carta, vetro, plastica e lattine), sono installazioni a modesto impatto ambientale che garantiranno l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani per gli anni a venire. L’ultimo tassello del complesso ciclo di gestione dei rifiuti, riguarda la lungimirante ed azzeccata scelta fatta dalla Provincia di Venezia e dal Comune di Venezia, d’intesa con la Regione Veneto, di conferire, il CDR di qualità prodotto localmente, presso la centrale termoelettrica di ENEL di Fusina. Si tratta di una soluzione particolarmente innovativa, ancora unica in Italia, che prevede la sostituzione di una quota di carbone utilizzato per alimentare la centrale, con un’analoga quantità di CDR di alta qualità ambientale e termica. I rifiuti in questo modo vanno a sostituire un combustibile fossile e producono energia con alti rendimenti e basso impatto ambientale; tra l’altro pagati come fonte di energia e pertanto abbassando i costi generali del servizio di igiene ambientale. Nel corso dei prossimi anni sarà possibile avviare a valorizzazione energetica presso la centrale di Fusina larga parte del CDR che verrà prodotto dal territorio della provincia di Venezia. Per quanto riguarda il compost di qualità che uscirà dagli impianti previsti, se si confronta la quantità attesa con l’estensione del territorio provinciale destinato alle attività agricole, il suo utilizzo in agricoltura come ammendante non dovrebbe rappresentare un problema. Anzi, le ottime caratteristiche della sostanza organica recuperata, grazie alle migliori tecnologie applicate, permetteranno di ridurre i fertilizzanti chimici utilizzati e migliorare le caratteristiche di terreni troppo sfruttati e tendenti alla desertificazione.

− LA COERENZA ESTERNA La coerenza esterna è stata ampiamente verificata tenendo conto degli obiettivi della pianificazione sovraordinata. Si riporta in tabella l’elenco dei piani e dei programmi sovraordinati e il loro relativo grado di pertinenza (in termini di strategie, obiettivi e vincoli), con il Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani in oggetto. La scala di giudizio che esprime il “grado di pertinenza o di relazione” è la seguente (in ordine crescente di pertinenza): nulla (=); moderata (●); significativa (● ●); rilevante (● ● ●).

PIANI E PROGRAMMI DI LIVELLO REGIONALE

Pertinenza con il Piano

Piano Territoriale Regionale di Coordinamento1 ● ● ●

Piano d’assetto idrogeologico (PAI) ● ● ●

Piano regionale di risanamento delle acque (PRRA) ● ● ●

Piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera (PRTRA) ● ● ●

Piano Regionale dei Trasporti ● ●

1 PTRC (1994), vigente all’epoca dell’adozione dell’elaborato di piano.

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Piano Regionale delle Attività di Cava ●

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 ●

Piano direttore 2000 “Piano per la prevenzione dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella Laguna di Venezia” ● ●

PALAV – Piano d’Area della Laguna e dell’Area Veneziana ● ● ●

PALALVO – Piano di area delle Lagune e dell’area Litorale del Veneto Orientale ● ● ●

PIANI E PROGRAMMI DI LIVELLO PROVINCIALE

Pertinenza con il Piano

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ● ● ●

Piano Provinciale di Emergenza (PPE) ● ●

Piano faunistico-venatorio della Provincia di Venezia – Anni 2003-2008 ● ●

Progetto di Rete Ecologica della Provincia di Venezia ● ● ●

Piano del traffico per la viabilità extraurbana ● ●

Piano di gestione delle risorse alieutiche delle lagune della provincia di Venezia =

Piano triennale di promozione e programmazione turistica della Provincia di Venezia ● ●

Programma di sviluppo turistico del Veneto Orientale ● ●

Piano triennale delle opere pubbliche 2007-2009 =

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CARATTERISTICHE DELLE AREE CHE POSSONO ESSERE INTERESSATE DAL PIANO E DEI POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI DEL PIANO SULL’AMBIENTE Analizzando lo stato di fatto del territorio provinciale il valutatore ha ritenuto evidenziare le problematiche predominanti per il Piano che riguardano gli aspetti geomorfologici; pedologici; geologici e d’assetto stratigrafico; idrogeologici e idraulici del territorio provinciale.

Caratteristica Descrizione della caratteristica Problematiche associate

CARATTERISTIC

HE GEOMORFOLOG

ICHE

L’area provinciale ha una forma sostanzialmente a catino, compresa tra la naturale pendenza verso SE e lo sbarramento degli apparati dunali, che comporta la quasi impossibilità di scolo delle acque se non in modo artificiale, divisa in settori dai dossi fluviali (con direzione NW-SE e W-E) e dalle bassure intercluse. Dal punto di vista morfologico, il territorio provinciale appare in buona parte abbondantemente sotto il livello del mare e con terreni a bassa permeabilità, dove il deflusso naturale delle acque verso SE, già molto lento per il basso gradiente altimetrico, è ostacolato dai dossi naturali (fluviali e litorali) e artificiali e spesso viene governato artificialmente (bonifica idraulica).

L’assetto altimetrico del territorio veneziano, rappresentato nella Tavola A: Microrilievo del presente PTCP, é caratterizzato da una pendenza del territorio dolce e generalmente orientata verso SE, con un aumento delle quote relativamente uniforme é interrotto dalla presenza di aree rilevate costiere (corrispondenti agli allineamenti di dune e paleodune naturali e artificiali, situate nelle zone nord-orientale e meridionale della Provincia, e dai dossi fluviali allungati prevalentemente in direzione NW-SE. Tra questi ultimi i più evidenti hanno un dislivello variabile tra 2 e 4 m. Ai dossi fluviali e ai sistemi dunali a alla costa si contrappongono i territori retrostanti la Laguna di Venezia (soprattutto nella parte meridionale e settentrionale di questa) e le aree soggette a bonifica (a sud del fiume Brenta, e tra i fiumi Sile e Tagliamento) che giacciono a quote inferiori al livello medio del mare costituendo le aree depresse. Le quote più elevate del territorio provinciale veneziano si trovano nell’area più settentrionale del comune di Scorzé e superano di poco i 20 m s.l.m., mentre le quote minime sono localizzate nella parte più meridionale della Provincia con valori compresi tra – 3 e – 4 m slmm Zone morfologicamente depresse, in buona parte sotto il livello del mare e spesso oggetto di subsidenza, sono quindi ad elevata vulnerabilità dal punto di vista del rischio idraulico, le prime ad allagarsi nel caso qualcosa non funzioni nella bonifica artificiale. L’assetto morfologico naturale non è l’unico elemento che condiziona l’attitudine o meno di una zona all’ubicazione di impianti di smaltimento rifiuti; infatti aree ad elevata vulnerabilità morfologica, se gestite correttamente dal punto di vista idraulico, a volte possono risultare maggiormente idonee di altre per tale attività, tenuto anche conto degli altri aspetti geologici di cui si dirà in seguito.

CARATTERISTIC

HE PEDOLOGICHE

Il territorio provinciale è ricoperto da uno strato superficiale di terreni sciolti a permeabilità da media a bassissima, molto variabile lateralmente, e legata alle condizioni morfologiche (aree argillose e torbose in aree depresse intercluse ed aree sabbiose in zone rilevate di dosso fluviale e dunale); solo nel Portogruarese vi sono alcune zone ad elevata permeabilità, costituite anche da ghiaie, spesso frammiste a sabbie.

Le conoscenze pedologiche sono indispensabili per l’individuazione di alcune aree con vocazioni agricole particolarmente pregiate del territorio (aree DOC del Piave e di Lison Pramaggiore, radicchio rosso di Treviso, “rosa” di Chioggia, ecc.) che dovrebbero essere considerate nell’ambito della pianificazione della gestione dei rifiuti in ordine alle previsioni di nuovi impianti di smaltimento che prevedano elevate sottrazioni di suolo.

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CARATTERISTIC

HE GEOLOGICHE E ASSETT

O STRATIGRAFICO

Si riscontra la presenza di terreni sottoconsolidati, con scadenti caratteristiche geomeccaniche di più recente formazione o emersi per bonifica idraulica (fatto piuttosto diffuso nell’area meridionale, nelle zone di bonifica dell’area nord orientale della provincia e in alcune isole lagunari, ma talora anche nell’area centrale).

La presenza di terreni sottoconsolidati è condizione sfavorevole alla programmazione di impianti di discarica, relativamente all’aspetto geotecnico. Tanto più considerato che le condizioni di notevole variabilità dei terreni, sia nell’assetto stratigrafico che in quello areale, possono determinare cedimenti differenziali dei terreni stessi su cui si impostano i carichi, ciò che può determinare danni.

CARATTERISTIC

HE IDROGEOLOGIC

HE

La natura geologica del territorio provinciale, costituito prevalentemente da sedimenti alluvionali e palustri, nonché da sedimenti lagunari e marini, determina condizioni di elevata variabilità stratigrafica ed areale delle caratteristiche del suolo e sottosuolo veneziano;

Per la presenza di sedimenti alluvionali e palustri, come previsto dalla normativa vigente, bisogna verificare caso per caso la situazione geologica locale, qualora ci si trovi ad affrontare qualsiasi problema di gestione dei rifiuti. Le conoscenze geologiche finora acquisite nel territorio consentono di individuare, in linea di massima, i diversi gradi di idoneità dei singoli ambiti geologici ad ospitare impianti di recupero o smaltimento. Il rischio di inquinamento della falda superficiale è generalmente molto elevato in tutto il territorio provinciale, in quanto in molte aree lo strato non-saturo è assente o di spessore di pochissimi metri (alla base del suolo è spesso presente la falda freatica). Si tratta di un rischio che non comporta, normalmente, conseguenze per l’approvvigionamento idropotabile, ma che va comunque tenuto debitamente presente per le conseguenze che può avere sull’ambiente (inquinamento del suolo, inquinamento della rete idrica superficiale interconnessa con la falda...) e su alcune attività produttive (agricoltura in primis). In particolare le acque della prima falda, se inquinate ed utilizzate come acque di irrigazione (direttamente o perché drenate dalla rete idrica superficiale), possono immettere nella catena alimentare sostanze dannose per la salute; la situazione è più pericolosa, naturalmente, nelle varie parti di territorio dove vi sono colture orticole. Da ciò deriva la necessità di mettere in atto forme di controllo e limitazione dell’inquinamento delle acque sotterranee, anche quando appartenenti alla prima falda non usata a scopo potabile. E’ necessario valutare e salvaguardare la vulnerabilità del primo acquifero, comunque mai molto profondo, ma in generale si possono prevedere proposte progettuali più semplici e meno costose.

In particolare, dal punto di vista esclusivamente geologico si riscontrano: • terreni prevalentemente argillosi e limosi di antica alluvione, ben consolidati, se non addirittura sovraconsolidati, con presenza di strati di “caranto in profondità” molto diffusi nell’area centrale della Provincia e nelle zone più interne dell’area nord-orientale (Meolo, alto Sandonatese e alto Portogruarese)

Sono generalmente i più vocati in quanto si trovano sopra il livello del mare, possiedono buone o discrete caratteristiche geomeccaniche e bassa conducibilità idraulica (terreni “praticamente impermeabili”).

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• terreni prevalentemente argillosi e limosi più recenti costituenti le grandi bonifi che dell’area nord-orientale e meridionale, di Marcon e Quarto d’Altino, nonché quelli torbosi dell’area meridionale, presentano invece problemi di stabilità geotecnica in quanto si tratta di terreni ancora sottoconsolidati, saturi d’acqua che verrà espulsa naturalmente, per il normale processo di consolidazione, o artificialmente per bonifica idraulica, determinando problemi di abbassamento del suolo.

Queste zone, oltre al fatto che si trovano quasi sempre ampiamente al di sotto del livello del mare (fino a quasi –4 m s.l.m. nell’area meridionale) e, quindi, con il problema del rischio idraulico affidato al buono stato della bonifica, presentano invece problemi di sopportazione dei carichi, di cui si deve tener conto in fase di progettazione, che possono essere superati ad esempio prevedendo fondazioni su pali per impianti di trattamento, o calcolando gli assestamenti in caso di discariche. Comunque i costi di realizzazione saranno più elevati, anche se possono essere compensati da altri fattori, quale ad esempio la riduzione dei costi di trasporto

• terreni prevalentemente sabbiosi e sabbioso-limosi appartenenti alle fasce di esondazione dei grandi fiumi (Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta, Adige e Po) e ai loro paleoalvei, evidenti in tutto il territorio provinciale per la morfologia rilevata che costituisce dossi allungati in direzione generalmente NW-SE, se presentano in generale buone caratteristiche geomeccaniche e, quindi, buona sopportazione dei carichi,

Sono zone ad elevata vulnerabilità in ordine all’infiltrazione e veicolazione di inquinanti nel sottosuolo, per le caratteristiche di permeabilità e la mancanza in genere di isolamento della falda freatica, spesso pure in comunicazione con il corso d’acqua attuale. Oltre a tali elementi, in fase di eventuale progettazione dovrà essere valutata la condizione di rischio idraulico legata prevalentemente alle condizioni delle arginature.

• terreni sabbiosi appartenenti alle fasce litorali, evidenti in tutto il territorio provinciale per la morfologia rilevata che costituisce dossi allungati in direzione della costa, presentano in generale buone caratteristiche geomeccaniche e, quindi, buona sopportazione dei carichi.

Sono le aree meno adatte per qualsiasi impianto di smaltimento rifiuti in quanto rappresentano zone ad elevata vulnerabilità in ordine all’infiltrazione e veicolazione di inquinanti nel sottosuolo, in dipendenza dalle caratteristiche di permeabilità e dalla mancanza in genere di isolamento della falda freatica, che è in comunicazione con il mare o con la laguna. Ulteriori elementi di penalizzazione sono costituiti dalla posizione costiera e dall’esposizione al moto ondoso e alle mareggiate, spesso con conseguenti erosioni.

CONDIZIONI

IDRAULICHE

I bacini idrografici di rilevanza nazionale e interregionale presenti nella provincia di Venezia sono individuati dagli artt. 14 e 15 della L. n. 183/1989 (ora abrogata dal D.Lgs. 152/2006), e sono: Bacini idrografici di rilevanza nazionale: • Bacino nazionale dell’Alto Adriatico (Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta Bacchiglione) • Bacino nazionale dell’Adige. Bacini idrografici di rilevanza interregionale: • Bacino Interregionale del Lemene • Bacino Interregionale del Fissero-Tartaro-Canalbianco.

Le condizioni idrauliche dei fiumi elencati possono essere definite precarie e problematiche. Infatti, gli alvei sono insufficienti a contenere in condizioni di sicurezza le piene massime prevedibili, le foci possono essere soggette a rigurgito, per effetto delle maree, e sono esposte alle mareggiate che provengono da quadranti meridionali, le arginature longitudinali che fiancheggiano il tratto di pianura degli alvei possono cedere sia per sormonto che per franamento del corpo arginale o rottura dei terreni di fondazione, per inadeguatezza delle strutture a reggere a lungo battenti idraulici elevati o le spinte dinamiche esercitate dalla corrente del fiume. Tali pericoli sono aggravati dalla mancanza di informazioni sufficientemente complete per la determinazione dei siti in cui la probabilità di cedimenti è massima. Il sistema idrografico provinciale, attraversato da una notevole rete idrografica che comprende anche i tratti inferiori di corsi d'acqua assai importanti, si sviluppa in una zona che presenta vaste aree poste al di sotto del livello medio marino ed i cui corsi d’acqua principali e secondari scorrono entro alvei racchiusi da alte arginature per lo più pensili rispetto al circostante piano di campagna. La maggior parte dei fiumi principali non viene utilizzata, per motivo di difesa dalle piene e problemi altimetrici, quale recettrice delle acque di drenaggio della pianura attraversata. Inoltre gran parte del territorio provinciale è assoggettata a scolo meccanico delle acque. Nella zona centro-settentrionale del territorio

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provinciale è presente una vasta area sita al di sopra del livello medio del mare che presenta andamento altimetrico degradante sia da ovest verso est che da nord verso sud e consente alle acque di defluire per via naturale. Anche in quest area i fiumi sono per lo più arginati e quindi si è resa necessaria una complessa rete idrografica collettrice che recapita le acque reflue nei recettori immediatamente a ridosso della zona a scolo meccanico che circonda la Laguna di Venezia, ove le quote lo consentono.

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− VALORE E VULNERABILITA’ DELLE AREE NATURALI POTENZIALMENTE INTERESSATE E VERIFICA DELLE EVENTUALI INTERFERENZE CON I SITI DELLA RETE NATURA 2000 I Siti d’Importanza Comunitaria (S.I.C.) e le Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) identificati come appartenenti (anche se non esclusivamente) al territorio provinciale veneziano sono 23. Quelli parzialmente ricadenti nella provincia e attribuiti alle province adiacenti sono 7. Tre siti ricadono invece, anche parzialmente, all’interno della fascia dei 5 Km. Non sono state rilevate Zone Speciali di Conservazione. Gli habitat di interesse comunitario presenti nel territorio della provincia di Venezia sono 29, di cui 6 prioritari. In ottemperanza al punto 1 dell’allegato F della DGR 791/2009, “Procedure per la verifica di assoggettabilità”, si è proceduto alla verifica delle eventuali interferenze del piano con i siti Natura 2000 (SIC e ZPS). Le verifiche dei possibili effetti significativi sull’ambiente e delle interferenze ai siti Natura 2000 delle azioni di piano sono strettamente legate alla localizzazione delle aree su cui insistono gli interventi previsti dalle azioni, vista l’eterogeneità delle caratteristiche del territorio provinciale. Le azioni di piano localizzabili sul territorio sono soprattutto quelle relative agli impianti di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, che possono riguardare impianti esistenti o nuovi impianti. Per questo motivo il Piano prevede espressamente di escludere la realizzazione di impianti di smaltimento e recupero all’interno di biotopi, aree e corridoi ecologici della rete ecologica provinciale. Lo strumento utilizzato per la verifica delle eventuali interferenze del Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani con i siti della Rete Natura 2000 è la nuova “Carta della sensibilità all’incidenza ambientale della Provincia di Venezia”. Questo strumento è il risultato di uno studio della Provincia, che aveva la finalità di giungere ad una più completa conoscenza dei caratteri fisico-biologico-ecologici dei siti Natura 2000 presenti sul territorio provinciale, e la conoscenza dello stato di conservazione degli habitat e delle specie e delle specifiche vulnerabilità delle aree esterne ai siti. La Carta della sensibilità all’incidenza ambientale del territorio della Provincia di Venezia rappresenta il documento su cui poter basare un protocollo applicativo della procedura di valutazione d’incidenza ambientale. Con tale cartografia la Provincia di Venezia ha ritenuto procedere alla predisposizione di uno strumento volto a determinare in quali aree del territorio, esterne ai Siti di Importanza Comunitaria e alle Zone di Protezione Speciale, vi sia il reale rischio che la realizzazione di un progetto possa comportare effetti, in termini di sottrazione di habitat prioritari o di connettività ambientale, per le specie animali (ornitiche in particolare) e vegetali, tipiche di detti Siti, sulle quali la Comunità Europea con le direttive comunitarie 92/43/CEE e 79/409/CEE ha stabilito le norme di conservazione degli Habitat e delle specie. La realizzazione della carta ha comportato la raccolta e l’acquisizione di un insieme variegato di informazioni, quali: • la documentazione relativa ai SIC, le ZPS e le ZSC presenti nel territorio delle Provincia di Venezia

e nel raggio di 5 km dal suo perimetro amministrativo; • i dati per la caratterizzazione di ognuno dei Siti Natura 2000 individuati attraverso gli habitat e le

specie d’interesse comunitario per i quali i siti sono stati designati; • i dati del progetto CORINE Land Cover 2000 relativi al territorio della Provincia di Venezia, per la

caratterizzazione dell’uso del suolo; • i dati per la compilazione delle schede di idoneità ambientale di ognuna delle specie d’interesse

comunitario che caratterizzano i siti Natura 2000 della Provincia (attività compiuta in collaborazione con l’Istituto di Ecologia Applicata di Roma).

Questo insieme di informazioni hanno permesso la costruzione di carte di idoneità ambientale, ottenute incrociando i dati acquisti dalle elaborazioni dell’uso del suolo e i dati di idoneità ambientale attribuiti ai siti Natura 2000. Il risultato prodotto per “overlay cartografici” delle carte di idoneità ambientale hanno infine portato alla costruzione della Carta di sensibilità all’incidenza ambientale. Questo strumento sarà un utile ausilio per l’identificazione e l’elencazione dei progetti da escludere dalla procedura di valutazione d’incidenza, qualora ricadenti in aree classificate, grazie alla metodologia impiegata, come a “bassa” o “nulla” sensibilità.

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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

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Alla luce delle informazioni atte a verificare le eventuali interferenze del Piano sui siti Natura 2000, si può concludere quanto segue: • che gli interventi dovuti alle azioni di piano relative alla modifica della situazione impiantistica

risultano verosimilmente gli unici i cui effetti probabili possono interferire con i siti Natura 2000; • che i vincoli e le raccomandazioni stabilite dalla normativa e recepite dal Piano 2008 (criteri dell’all.

E del PRGRU), escludono a priori qualsiasi possibile localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, di qualsiasi tipologia, nelle aree incluse nella Rete ecologica provinciale e nei siti della Rete ecologica europea Natura 2000;

• che da riscontro cartografico, nessun tipo di intervento localizzabile previsto dalle azioni di piano, ossia relativo ad impianti esistenti, ricade all’interno di siti della Rete Natura 2000;

• che nelle aree esterne ai siti della Rete Natura 2000, adottando quale strumento di verifica la Carta della sensibilità ambientale del Provincia di Venezia, nessun intervento ricade in un’area classificata ad “alta sensibilità”;

• che, escludendo a priori qualsiasi interferenza sui siti Natura 2000, i progetti di nuovi impianti o i progetti di varianti di impianti, saranno assoggettati, data la loro tipologia, a Valutazione di impatto ambientale e a Valutazione di incidenza ambientale.

− CONSULTAZIONE CON LE AUTORITA’ AMBIENTALI

A seguito dell’invio del documento di valutazione ai soggetti che potrebbero essere interessati dall’Attuazione del Piano, soltanto l’ULSS n. 13 ha espresso il proprio parere (prot. n. 111.4/27565 del 26.04.2010) che di seguito si riporta: “Presa visione della documentazione trasmessa, si ritiene che l’analisi effettuata debba tenere conto anche che l’aumentata produzione di R.U. nel breve –medio periodo può essere dovuta a forme incentivanti statali e regionali per l’acquisto di nuove apparecchiature o elettrodomestici o altri beni che favoriscono la dismissione di quelli vetusti aumentando di fatto il rifiuto urbano compreso quello derivante dagli imballaggi (in questi casi è opportuno concordare con le associazioni di categoria la possibilità di ritiro del bene dismesso e degli imballaggi senza spese o aggravi aggiuntivi per l’utenza; ciò può favorire anche un maggior controllo verso il riciclo degli imballaggi). Per quanto riguarda il ruolo dell’utenza turistica, si ritiene che essa si possa facilmente adeguare alle esigenze che saranno indicate dalla Provincia nella misura in cui la cultura al riciclo sia stata sufficientemente assimilata e praticata dai residenti (utenza privata e commerciale). Ciò peraltro presuppone il mettere a disposizione di tutti i cittadini idonei mezzi e forme di recupero-riciclo nonché tangibili riconoscimenti a coloro che dimostrano comportamenti virtuosi non solo in occasione di “concorsi” (es. detrazioni fiscali, “sconti” sul pagamento di utenze, buoni acquisto di generi alimentari ecc.). le campagne informative pertanto non dovrebbero limitarsi ad “eventi occasionali”. Per quanto concerne il previsto impianto di compostaggio a Mirano (ACM-Veritas) si ritiene di non potere dare parere favorevole in quanto troppo vicino alle abitazioni (sono già state fatte in passato segnalazioni dagli abitanti di via Olmo che si trova sottovento rispetto all’impianto ACM-Veritas per problemi di odori, rumori e presenza di mosche). Al capitolo 2.2.4. “Possibili effetti ambientali significativi” si ritiene necessario aggiungere per tutte le tipologie di impianti (compresi Ecocentri) le seguenti voci: Pressione esercitata: sviluppo di insetti molesti (mosche e zanzare) e di ratti. Potenziali effetti significativi sull’ambiente: disturbo e molestia per la popolazione residente in prossimità degli impianti ( ricordiamo che il raggio d’azione delle mosche è di circa 1,5 Km); possibili effetti negativi sulla salute umana incluso il rischio infettivo. Infine, per i Centri di recupero RAEE, si segnala, oltre ai rischi interni alle aziende che operano il recupero (produzione di rumori, di polveri fini e ultrafini, nanoparticelle, sostanze tossiche, nocive e cancerogene, gas dannosi per l’ambiente), la potenziale liberazione in atmosfera delle sostanze tossiche, nocive e cancerogene e dannose per l’ambiente, con il rischio di aumento di patologie cronico-degenerative, ivi comprese patologie tumorali, anche nella popolazione generale.”

– L’ Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV),, esaminati i documenti

trasmessi dalla Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi, ha elaborato la propria istruttoria; ATTESO

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COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

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Che il particolare assetto geomorfologico, pedologico, geologico, assetto stratigrafico; idrogeologico ed idraulico nonché la presenza di numerose aree protette (siti comunitari e locali) richiede un’attenta analisi dello stato ambientale del territorio. Peraltro, oltre e tenere conto che le analisi effettuate non considerano gli effetti derivanti dal Piano vigente, redatto in assenza della vigenza della Direttiva VAS, va detto anche che il Piano non considera tutte le categorie dei rifiuti urbani previste dall’art. 184 del Codice dell’Ambiente. Infatti non vengono prese in esame, perché in carenza di dati, né gli “Imballaggi e rifiuti da imballaggi” e né, tantomeno, i “Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” la cui quantità è in continua crescita. Va, inoltre, evidenziato come la realizzazione dell’impianto di compostaggio localizzato a Mirano potrebbe avere degli effetti significativi (cfr. salute umana).

TUTTO CIÒ CONSIDERATO

LA COMMISSIONE REGIONALE VAS VISTE

- la Direttiva 2001/42/CE ; - la LR 11/2004; - il D.Lgs. n.152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008, ed in particolare l’art. 11, comma 4, che

stabilisce che la “VAS viene effettuata ai vari livelli istituzionali tenendo conto dell’esigenza di razionalizzare i procedimenti ed evitare duplicazioni nelle valutazioni.”.;

- la LR 4/2008; - le DDGR 791/2009 e 1587/2010

ESPRIME IL PARERE DI ASSOGGETTARE ALLA PROCEDURA V. A.S. l’aggiornamento del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani considerando, nel contempo, gli effetti del Piano vigente. Tale procedura consente di assicurare, che nella formazione e approvazione del Piano siano presi in considerazione, in modo adeguato, gli impatti significativi sull’ambiente che è prevedibile deriveranno dall’attuazione dello stesso. Si tratta di un processo articolato, nel quale l’attività di valutazione si integra con l’attività di formazione e approvazione del Piano e nel quale l’autorità preposta alla VAS e gli altri soggetti che svolgono specifiche competenze in campo ambientale assicurano la propria collaborazione per elevare la qualità ambientale del Piano valutato, per garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e per contribuire a migliorare la coerenza del piano stesso con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Si ritiene, infine, che nel Rapporto Ambientale dovranno essere approfondite le seguenti tematiche: 1. deve emergere con chiarezza il ruolo che la VAS deve svolgere durante la fase di elaborazione del Piano

in ordine all’individuazione degli eventuali scostamenti delle dinamiche in atto rispetto alle previsioni del Documento Preliminare stesso, fornendo indicazioni circa le alternative possibili quali esiti del pubblico confronto e degli approfondimenti conoscitivi;

2. dovranno essere considerate tutte le categorie di rifiuti urbani contenute nell’art. 184 del Codice dell’Ambiente;

3. dovranno essere valutate le prescrizioni/raccomandazioni poste dalle Autorità Ambientali consultate; 4. dovranno essere adeguatamente sviluppati i capitoli relativi alle varie componenti ambientali. In

particolare, per quelle componenti ambientali che presentano le criticità evidenziate nel documento di Valutazione e/o non analizzate, dovranno essere individuate le relative cause e, per quelle derivanti dalle azioni di Piano, le misure di mitigazione e/o compensazione;

5. dovranno essere individuati gli obiettivi di sostenibilità economica e sociale del Piano; 6. dovranno essere puntualmente individuate le azioni concrete finalizzate al raggiungimento degli obiettivi

indicati, anche in relazione ad intese con gli Enti sovra-ordinati e/o con gli Enti/Aziende gestori di servizi pubblici;

7. dovranno essere individuate, descritte e valutate le alternative ragionevoli al fine di garantire che gli effetti dell’attuazione del Piano siano presi in considerazione durante la loro preparazione e prima della loro adozione;

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COMMISSIONE REGIONALE VAS

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UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

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8. dovrà essere redatta, ai sensi della DGR 3173 del 10.10.2006, la Valutazione d’Incidenza Ambientale (il cui documento dovrà essere trasmesso in duplice copia) anche di SIC/ZPS che, ancorchè esterni al territorio del territorio della Provincia di Venezia, possano essere interessati dalle azioni di Piano. In ordine a quanto emerge da tale valutazione se ne dovrà dare conto nel Rapporto Ambientale;

9. il Rapporto Ambientale dovrà essere redatto secondo le indicazioni contenute nell’art. 13 del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008.

FIRMATO

Il Presidente della Commissione Regionale VAS

(Segretario Regionale per le Infrastrutture) Ing. Silvano Vernizzi

FIRMATO Il Segretario

della Commissione Regionale VAS (Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV)

Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 23 pagine