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1 CAPITOLO I SPIRITUALITÀ E IDENTITÀ DELLA «VITA APOSTOLICA» PER UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE Sommario: 1. Presentazione.- 2. Tempo di grazia in un mondo che cambia.- 3. Una Chiesa solidale con le gioie e le speranze.- 4. Verso una nuova evangelizzazione.- 5. Seguire la «vita apostolica» oggi. Identità della vita sacerdotale e consacrata.- 6. Spiritualità cristiana e spiritualità sacerdotale.- 7. Guida pastorale.- 8. Orientamento bibliografico. 1. PRESENTAZIONE La «vita apostolica» (vita degli Apostoli) si concretizza nella generosità evangelica (sequela di Cristo), nella disponibilità missionaria e nella fraternità come segno efficace di evangelizzazione. Questa è la fisionomia evangelica della vita sacerdotale e consacrata. Si chiama «vita apostolica» perché è un'imitazione e un prolungamento nella storia, della vita evangelica dei dodici Apostoli e degli altri discepoli che seguivano il Signore lasciando tutto per lui. La spiritualità è un cammino e una «vita secondo lo Spirito» (Rm 8,4.9). Cristo ha vissuto e operato sempre «mosso dallo Spirito» (Lc 4,1.14); perciò si presentò a Nazaret come «consacrato» e «inviato» dallo Spirito per «evangelizzare i poveri» (Lc 4,18). Paolo, dinanzi ai presbiteri di Efeso riuniti a Mileto, si definì «prigioniero dello Spirito» (At 20,22). Ogni credente è o deve essere un segno trasparente e portatore di Cristo. Il Signore ha voluto che i suoi «apostoli» fossero «battezzati» e rinnovati nello Spirito perché fossero suoi «testimoni fino agli ultimi confini della terra» (At 1,8). Cristo vive oggi risuscitato tra di noi: «sarò con voi fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Il sacerdote ministro ed ogni ministro ordinato è «segno sacramentale di Cristo» (PDV 16), Buon Pastore, perché partecipa in modo speciale del suo essere, prolunga la sua

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CAPITOLO I

SPIRITUALITÀ E IDENTITÀ DELLA «VITA APOSTOLICA»PER UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Sommario: 1. Presentazione.- 2. Tempo di grazia in un mondo che cambia.- 3. Una Chiesa solidale con le gioie e le speranze.- 4. Verso una nuova evangelizzazione.- 5. Seguire la «vita apostolica» oggi. Identità della vita sacerdotale e consacrata.- 6. Spiritualità cristiana e spiritualità sacerdotale.- 7. Guida pastorale.- 8. Orientamento bibliografico.

1. PRESENTAZIONE

La «vita apostolica» (vita degli Apostoli) si concretizza nella generosità evangelica (sequela di Cristo), nella disponibilità missionaria e nella fraternità come segno efficace di evangelizzazione. Questa è la fisionomia evangelica della vita sacerdotale e consacrata. Si chiama «vita apostolica» perché è un'imitazione e un prolungamento nella storia, della vita evangelica dei dodici Apostoli e degli altri discepoli che seguivano il Signore lasciando tutto per lui.

La spiritualità è un cammino e una «vita secondo lo Spirito» (Rm 8,4.9). Cristo ha vissuto e operato sempre «mosso dallo Spirito» (Lc 4,1.14); perciò si presentò a Nazaret come «consacrato» e «inviato» dallo Spirito per «evangelizzare i poveri» (Lc 4,18). Paolo, dinanzi ai presbiteri di Efeso riuniti a Mileto, si definì «prigioniero dello Spirito» (At 20,22).

Ogni credente è o deve essere un segno trasparente e portatore di Cristo. Il Signore ha voluto che i suoi «apostoli» fossero «battezzati» e rinnovati nello Spirito perché fossero suoi «testimoni fino agli ultimi confini della terra» (At 1,8). Cristo vive oggi risuscitato tra di noi: «sarò con voi fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

Il sacerdote ministro ed ogni ministro ordinato è «segno sacramentale di Cristo» (PDV 16), Buon Pastore, perché partecipa in modo speciale del suo essere, prolunga la sua opera e è in sintonia con le sue esperienze di vita. La persona «consacrata» per mezzo della professione dei consigli evangelici, è la «visibilità in mezzo al mondo» di «Gesù vergine, povero ed obbediente» (VC 1). Sia il sacerdote ministro che la persona consacrata, sono chiamati a vivere la «vita apostolica» dei dodici Apostoli.

Questa realtà è inserita in una geografia e in una storia, qui e adesso, anche in una Chiesa che si trova tra due millenni

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e che condivide le gioie e le speranze di un mondo che cambia. La «vita apostolica» deve essere, anche oggi, una realtà ovunque si sia un successore degli Apostoli (il Vescovo) con i suoi immediati collaboratori (i presbiteri). Ogni modalità di vita consacrata ha bisogno di trovare nel Presbiterio della Chiesa particolare, la «vita apostolica» dei dodici Apostoli.

Come deve essere l'apostolo di Cristo nella nostra epoca? Che significato ha la spiritualità per il sacerdote ministro e per la persona consacrata?

2. TEMPO DI GRAZIA IN UN MONDO CHE CAMBIA

Il mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio indica che Cristo vive le nostre situazioni storiche: «abitò tra di noi» (Gv 1,14). Cioè, ha fissato la sua tenda di pellegrino tra di noi per condividere la nostra vita. Ogni credente e in modo speciale il sacerdote ministro (ordinato) orienta la sua vita in sintonia con le esperienze di Cristo in ogni periodo storico e in ogni situazione umana. Perché «il Figlio di Dio, con la sua incarnazione, si è unito, in qualche modo, con ogni uomo» (GS 22).

La nostra società umana che vive tra due millenni subisce cambiamenti rapidi e profondi, che sembrano forgiare una nuova tappa storica, più tecnica e pluralista. L'uomo di oggi si sente spinto verso il progresso e conquiste che sembrano illimitate: «Lo spirito scientifico modifica profondamente l'ambiente culturale e i modi di pensare» (GS 5). Nasce un profondo senso di autonomia da parte delle realtà terrene.

I cambiamenti profondi, sociologici, psicologici, morali e religiosi sembrano delineare una persona e una comunità umana con tratti e caratteristiche nelle quali bisognerà reinserire il vangelo:

-- Dominio sulla natura e progresso illimitato nei campi della manipolazione della materia, energia, genetica, spazio, microcosmo...

-- Elaborazione, scambio e trasmissione di dati e notizie: mezzi di comunicazione sociale (mass media), informatica, telematica, ideologie che tendono a monopolizzare l'umanità...

-- Mobilità umana massiccia e permanente: migrazioni dovute al lavoro, alle guerre, al razzismo, alle grandi città, al turismo, agli incontri, alle calamità naturali, alle pressioni ideologiche, alla povertà, ai centri di ricchezza...

-- Nasce un concetto nuovo di unità e di responsabilità universale nella valutazione e nell'autonomia delle culture e dei popoli: i progressi, i conflitti, i problemi e la pace sono

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patrimonio di tutta la famiglia umana; si riconosce che ci sono diritti fondamentali comuni a tutti gli uomini e a tutti i popoli (cfr. GS 4-10).

È necessario sottolineare il capovolgimento di valori che si può produrre quando questi cambiamenti e questi successi mancano di una prospettiva veramente umana e cristiana: «il materialismo individualista... il consumismo... il deterioramento dei valori familiari basilari... dell'onestà pubblica e privata» (Puebla 54-58).1

Questo uomo tecnico e universalista sente più che mai la necessità di contatti profondi, di esperienza e di trascendenza. «Poiché è creatura, l'uomo sperimenta molteplici limiti; però si sente illimitato nei suoi desideri e chiamato a vivere una vita superiore» (GS 10). È quindi un uomo che si interroga su:

-- Il senso della vita, la dignità della persona (lavoro, cultura, convivenza), della storia umana...

-- Il senso del dolore, delle ingiustizie, della povertà, del male, della morte...

-- Il senso del progresso e delle scoperte, la condivisione dei beni con tutta l'umanità...

-- Il senso della trascendenza e dell'al di là come base del mistero dell'uomo...

-- Il senso del pensiero umano che ha forgiato moltissime ideologie (molto valide, ma tutte variabili e passeggere) sul mistero dell'uomo...1    ? La costituzione Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II (sulla Chiesa e il mondo moderno) riassume i fenomeni sociologici attuali (proemio ed esposizione preliminare: GS 1-10). Vedere anche Pastores dabo vobis, cap. I («preso fra gli uomini»); Vita consecrata 63,96-99. Puebla riassume la situazione in America Latina; vedere specialmente la prima parte (visione pastorale della realtà latinoamericana). Anche Medellín nell'introduzione e nella prima parte (promozione umana): «America Latina si trova evidentemente sotto il segno della trasformazione e dello sviluppo. Trasformazione che, oltre a prodursi con una rapidità straordinaria, tocca e scuote tutti i livelli umani, da quello economico a quello religioso. Ciò sta a indicare che ci troviamo alle soglie di una nuova epoca storica nel nostro continente» (Introduzione, n.4). Vedere: (Medellin), Documenti della Seconda Conferenza dell'Episcopato latino-americano, Bologna, EMI 1977; (Puebla), L'evangelizzazione nel presente e nel futuro dell'America Latina, EMI, Bologna 1979). Santo Domingo, parte II. Vedere anche i documenti sinodali e postsinodali su ogni continente (Europa, Africa, Asia, America, Oceania).

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-- Il senso delle regole morali (etica) per la condotta personale, familiare, sociale, politica, economica, internazionale...

Questo uomo che pretende di vedere, pensare, misurare, sperimentare, non smette di chiedere spiritualità: «Nella sua interiorità infatti trascende l'intero universo; ritorna a questa profonda interiorità quando entra nel proprio cuore, dove Dio l'aspetta, lui che è scrutatore di cuori, e dove egli stesso, sotto lo sguardo di Dio, decide del proprio destino» (GS 14).

Mentre si domanda sul silenzio e sull'assenza di Dio, l'uomo non smette di essere assetato di lui, come se intuisse che senza Dio la vita sarebbe un assurdo. Quest'uomo è pur sempre redento da Cristo.

Lo spirito del cristianesimo può essere trasmesso solamente da apostoli autentici, che l'abbiano sperimentato nella loro propria vita, come incontro con Cristo. La società moderna ha bisogno di vedere dei segni chiari del vangelo. «Paradossalmente, il mondo, che lancia segni costanti di rifiuto di Dio, in realtà lo cerca attraverso delle strade insospettate e ne sente dolorosamente il bisogno; il mondo esige dagli evangelizzatori che gli parlino di un Dio che loro stessi conoscono e trattano con familiarità, come se stessero vedendo l'invisibile» (EN 76; cfr. GS 7).

Queste realtà umane devono essere analizzate oggettivamente e alla luce del vangelo. L'analisi cristiana della realtà e della storia si compie alla luce del mistero pasquale di Cristo (cfr. GS 22,32,38-39,45). Quest'analisi indica alcune piste per scoprire negli eventi un fatto o un tempo di grazia («kairos»), che trasforma la vita umana in un impegno di dedizione a Dio e ai fratelli. È irreversibile solamente ciò che nasce dall'amore. Tutto ciò che non nasce dalla carità è caduco, anche se produce degli esiti immediati. «Per essere tale, lo sviluppo deve realizzarsi in una cornice di solidarietà e libertà, senza mai sacrificare né l'una né l'altra sotto qualsiasi pretesto... Il vero sviluppo deve avere come fondamento l'amore di Dio e del prossimo, e deve favorire i rapporti tra gli individui e le società. Questa è la civiltà dell'amore, della quale parlava il Papa Paolo VI» (SRS 33).

Questa analisi cristiana della realtà equivale a discernere i segni dei tempi (cfr. Mt 16,2-4). Gli avvenimenti ricuperano il loro orientamento alla luce dell'«ora» di Gesù, cioè, della sua morte e risurrezione (cfr. Gv 13). La realtà si rivela, dunque, in tutta la sua profondità, come se esigesse dall'uomo un impegno di dedizione per liberarla completamente, facendola passare all'atteggiamento evangelico dell'amore universale. «La Chiesa, nella pienezza della Parola rivelata da

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Gesù Cristo e con l'assistenza dello Spirito Santo, legge i fatti secondo il loro compimento nella storia» (SCR 1; cfr. 4,11,44; DH 15).2

La fede nel mistero dell'incarnazione risolve tutte le tensioni convertendole in armonia di umanesimo integrale. «Questa fede ci spinge a discernere le sollecitazioni di Dio attraverso i segni dei tempi, a rendere testimonianza, ad annunciare e a promuovere i valori evangelici della comunione e della partecipazione, a denunciare tutto ciò che nella nostra società è contrario alla figliolanza che ha la sua origine in Dio Padre e alla fraternità in Gesù Cristo» (Puebla 15). «Non esiste che un solo umanesimo vero che si apre all'assoluto... L'uomo non trova la propria realizzazione in se stesso, ma nel suo superamento» (PP 42). «Ritorna in te stesso; nell'uomo interiore abita la verità; se trovi che la tua natura è mutevole, supera te stesso».3

Ci troviamo in un'«epoca affamata di Spirito» (RH 18). Le realtà storiche si possono capire e trasformare solo in una condivisione profonda di spiritualità cristiana. Perciò, lo scopo principale della dottrina sociale della Chiesa è quello di «interpretare quelle realtà, prendendo in considerazione la loro conformità o differenza con ciò che il vangelo insegna sull'uomo e sulla sua vocazione terrena e trascendente, al tempo stesso, per indirizzare, di conseguenza, la condotta cristiana» (SRS 41).

L'uomo che incomincia a delinearsi nella nostra storia è un essere profondamente vincolato a tutti i fratelli, a tutti i popoli e all'universo intero. Quest'uomo troverà la sua identità se si apre alla trascendenza. E questa apertura richiede testimoni del Dio vivo e segni trasparenti del Buon Pastore, testimoni del mistero, costruttori della comunione, 2    ? La frase «segni dei tempi» (Mt 16, 4), o espressioni equivalenti, si trovano spesso nei documenti del Vaticano II, già dalla costituzione Humanae salutis, con la quale Giovanni XXIII convocò il Concilio. Cfr.: GS 4,11,44; SC 45; UR 4; CEC 2659-60. Per la vita sacerdotale: PO 6,9,15,17,18. Ha un legame con l'«ora del Padre» che si orienta al mistero pasquale (Gv 2,4; 7,30; 8,20; 12,33; 13,1). Puebla 12,15,420,473,653,847,1115,1128. Cf. L. GONZÁLEZ CARVAJAL, Los signos de los tiempos, el reino le Dios está entre vosotros, Santander 1987; M.D. CHENU, Les signes des temps, «Nouvelle Revue Théologique» 87 (1965) 29-39; Idem, I segni dei tempi, in: G. BARAUNA (a cura di), La Chiesa nel mondo di oggi, Vallecchi, Firenze 1966, 85-102; M. PELLEGRINO, Segni dei tempi e risposta dei cristiani, Pont. Univ. Gregoriana, Roma 1967; M. RUIZ, Los signos de los tiempos, «Manresa» 40 (1968) 5-18; R. SCHNACKENBURG, Interpretare i segni del tempo, Morcelliana, Brescia 1985.

3    ? S. AGOSTINO De vera religione 39, 72: PL 34, 154.

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responsabili della missione. È il servizio alla Chiesa mistero, comunione e missione.4

3. UNA CHIESA SOLIDALECON LE GIOIE E LE SPERANZE

La spiritualità cristiana, laicale, consacrata e sacerdotale, è eminentemente ecclesiale. La Chiesa («ecclesia») è la comunità umana «convocata» dalla parola o annuncio del vangelo per celebrare il mistero pasquale di Cristo e per trasformare il mondo, secondo il mandato dell'amore.

La Chiesa è stata fondata e amata da Gesù come un insieme di segni umani (deboli) portatori di grazia. «Nata dall'amore del Padre Eterno, fondata nel tempo da Gesù redentore, riunita nello Spirito Santo, la Chiesa ha un fine escatologico e salvifico, che solamente nel mondo futuro potrà pienamente raggiungere. Già è presente qui sulla terra, composta da uomini, cioè, da membri della città terrena chiamati a formare, nell'ambito della storia stessa del genere umano, la famiglia dei figli di Dio, che dovrà crescere senza sosta fino alla venuta del Signore» (GS 40).5

La Chiesa si chiama mistero o sacramento perché è segno trasparente e portatore della presenza del Cristo risuscitato (Ef 3,9-10; 5,32). Si chiama anche comunione («koinonia») perché è composta da fratelli che si amano in Cristo. Sua meta è la missione, poiché è stata fondata per essere inviata a

4    ? Vedere PDV 6,8,39,41. D. GRASSO, Testimonianza ed evangelizzazione, in: Le missioni nel Decreto Ad Gentes del concilio Vaticano II, Pont. Univ. Urbaniana, Roma 1966, 175-185; P. LIEGÉ, Le témoignage de la vie, source d'efficacité missionnaire, in: La formazione del missionario oggi, Pont. Univ. Urbaniana, Roma 1978, 91-100; L. NEWBIGIN, Christian Witness in a plural Society, London 1977; S. PIÉ-NINOT, Hacia una eclesiología fundamental basada en le testimonio, «Rev. Catalana de Teologia» 9 (1984) 401-461. Documenti della conferenza episcopale spagnola: Testigos del Dios vivo, identidad y misión de la Iglesia, PPC, Madrid 1985; Los católicos en la vida publica, Instrucción pastoral, PPC, Madrid 1986. Documenti della conferenza episcopale italiana: Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana, EDB, Bologna 1985ss. Altre Conferenze Episcopali attraverso INTERNET; entrare in: HTTP://CIAM.ORG. Cercare: Vaticano, Conferenza Episcopale Italiana, CELAM (America Latina), FABC (Asia), Stati Uniti, ecc. (e.g. Argentina, Chile, Spagna, ecc.).

5    ? Cfr. Alcuni testi biblici fondamentali sulla natura e istituzione della Chiesa: Mt 16,18; 28,19-20; Lc 24,47-49; Mc 16,15-20; Gv 20,21-23; 21,15-18; At 1,4-8; 2,41-47; 4,31-34; 20,28: Ef 2,20: 3,9-10; 5,25-33.

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evangelizzare o annunciare la buona novella a tutti i popoli.6

La comunità ecclesiale dei credenti è, dunque, espressione e corpo di Cristo, come un suo complemento o estensione (Ef 1,23; Col 1,24). Ogni persona è stata chiamata (a seconda della propria vocazione) e ha ricevuto i doni (a seconda dei carismi o grazie speciali) per essere parte della comunità ecclesiale e per esercitare diversi servizi o ministeri.

Questa Chiesa è sposa o consorte di Cristo, fedele e feconda, vergine e madre (Gal 4,26), perché condivide in matrimonio la vita del Signore (Ef 5,25-27; 2 Cor 11,2). È popolo di Dio, come proprietà matrimoniale (1 Pt 2,9; Ap 1,5-6), come «segno innalzato tra le nazioni» (Is 11,12; cfr. SC 2). È «il germoglio e l'inizio del regno» (LG 5), che un giorno diventerà pienezza in Cristo.

La Chiesa è inserita nel mondo come:

-- Corpo o espressione visibile di Cristo risuscitato (Col 1,24; Ef 1,23).

-- Sacramento (mistero) o segno portatore ed efficace di Cristo risuscitato presente (Ef 3,9- 10) .

-- Sposa o consorte, fedele e impegnata nello stesso destino di Cristo (Ef 5,25-27; 2 Cor 11,2).

-- Madre come strumento di vita in Cristo e vita nello Spirito (Gal 4,4.19.26).

-- Popolo come proprietà amata da Dio e segno di ciò che devono essere tutti i popoli (1 Pt 2,9; Ap 1,5-6).

-- Inizio del regno di Dio annunciato da Cristo, che già abita nei cuori (dimensione carismatica), che è presente nella Chiesa (dimensione istituzionale) e che un giorno sarà incontro finale o pienezza nell'al di là (dimensione escatologica) (Lc 10,9; 11,2; 12,21; cfr. LG 5).

Dal giorno dell'incarnazione, Cristo è protagonista della vita di ogni essere umano e di ogni popolo (cfr. GS 22). La Chiesa è stata fondata da Cristo per essere suo segno visibile, affinché costituisca l'unione o comunione in ogni cuore e in ogni società: «La Chiesa è in Cristo come un sacramento, ossia, segno o strumento dell'unione intima con Dio e dell'unità di tutto il genere umano» (LG 1). Perciò, «non è legata a nessuna forma particolare di civiltà umana né ad alcun sistema 6    ? Con questi tre titoli il documento finale del Sinodo straordinario dei Vescovi del 1985 riassume l'ecclesiologia conciliare del Vaticano II: Synodus Episcoporum, Ecclesia sub Verbo Dei Misteria Christi celebrans pro salute mund, Relatio finalis, Lib. Edit. Vaticana 1985.

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politico, economico o sociale», ma serve liberamente ogni co-munità umana «sotto qualunque regime politico che riconosca i diritti fondamentali della persona e della famiglia e gli imperativi del bene comune» (GS 42).

Questa Chiesa, fondata e amata da Cristo, è, per sua stessa natura, solidale con le gioie, le angosce e le speranze di tutta l'umanità, come «chiamata a dare un anima alla società moderna» (Giovanni Paolo II, Disc. 11.10.85). «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini del nostro tempo, soprattutto dei poveri e di quanti soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo. Nulla vi è di veramente umano che non abbia un'eco nel loro cuore. La comunità cristiana è composta da uomini che, riuniti in Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinare verso il regno del Padre e hanno ricevuto la buona novella della salvezza per comunicarla a tutti. La Chiesa, attraverso di loro, si sente intima e realmente solidale del genere umano e della sua storia» (GS 1).

La natura missionaria della Chiesa (cfr. AG 2,6,9) si fonda sul suo stesso essere «sacramento universale di salvezza» (LG 48; AG 1). Ebbene, questa realtà sacramentale della Chiesa la presenta dinanzi al mondo come segno della vicinanza di Cristo con ogni uomo e con tutti i popoli nella loro situazione concreta: «Tutto il bene che il popolo di Dio può dare alla famiglia umana durante il suo pellegrinaggio sulla terra, deriva dal fatto che la Chiesa è sacramento universale di salvezza, che manifesta e, al tempo stesso, realizza il mistero dell'amore di Dio verso l'uomo» (GS 45).

La spiritualità cristiana sarà, dunque, esperienza di Chiesa, senso e amore di Chiesa, che è in sintonia con i sentimenti di Cristo nel suo mistero d'incarnazione e redenzione per la salvezza del mondo (cfr. Fil 2,5-11; Gv 1,14; 3,16-17). Attraverso la testimonianza cristiana ed ecclesiale, «Cristo... fa scoprire l'uomo allo stesso uomo e gli rivela la sublimità della sua vocazione» (GS 22). Da questa stessa testimonianza cristiana delle beatitudini e del comandamento dell'amore appare che «l'uomo non può raggiungere la sua pienezza se non nel dono di se stesso agli altri» (GS 24). Quindi diventa chiaro che «l'uomo vale di più per ciò che è che non per ciò che possiede» (GS 35).

Se venisse meno la testimonianza della spiritualità cristiana (da parte dei pastori e dei fedeli) la Chiesa non sarebbe un segno credibile della sua missione. Attraverso l'esperienza della carità o delle beatitudini, «la Chiesa... può offrire un grande contributo per dare un senso più umano all'uomo e alla sua storia» (GS 40). Solo con un'autentica spiritualità si potrà evitare «il divorzio tra la fede e la vita di ogni giorno», che è «uno dei più grandi errori dei giorni nostri» (GS 43).

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L'uomo del terzo millennio ha bisogno di vedere una Chiesa che sia trasparenza di Cristo. Perciò «l'uomo diventa sempre il cammino della Chiesa» (DEV 58; cfr. RH 14). «Una nuova tappa della vita della Chiesa» (RH 6) ha bisogno di presentare una comunità ecclesiale che «avanza continuamente sulla via del rinnovamento» (LG 8). Così la Chiesa potrà «rivelare il suo mistero al mondo, anche se avvolto in penombra, fino a quando si manifesterà in tutto il suo splendore alla fine dei tempi» (ibidem). «La Chiesa cammina al passo con ogni uomo, rendendo consapevole ciascuno di come ognuna di queste misure sia intrisa della presenza di Dio e della sua azione salvifica. In questo spirito la Chiesa gioisce, rende grazie, chiede perdono, presentando suppliche al Signore della storia e delle coscienze umane» (TMA 16).

Per corrispondere a una nuova epoca di grazia, la Chiesa descritta dal Concilio Vaticano II è impegnata in un profondo rinnovamento spirituale che la renda segno trasparente e portatrice del vangelo. Attraverso questo rinnovamento «la chiarezza di Cristo splende sul volto della Chiesa» (LG 1). Ogni cristiano, secondo la propria vocazione, fa parte responsabile di questa Chiesa che è, secondo i quattro principali documenti (costituzioni) del concilio: Lumen Gentium (LG), Dei Verbum (DV), Sacrosanctum Concilium (SC), Gaudium et Spes (GS):

-- Segno trasparente e portatore di Cristo: Chiesa, sacramento o mistero (LG I), Chiesa «comunione» o popolo di fratelli e corpo di Cristo (LG II), Chiesa «missione» e pellegrina nella storia come inizio del Regno definitivo, «sacramento universale di salvezza» (LG VII).

-- Portatrice del messaggio evangelico per l'uomo concreto e per tutti i popoli: Chiesa della parola (DV).

-- Fondata sulla morte e risurrezione di Cristo: Chiesa che rende presente nella storia umana il mistero pasquale (SC).

-- Inserita nelle realtà umane: Chiesa nel mondo e nella storia (GS).

Rendere reale questa Chiesa descritta dal Concilio Vaticano II è «la base e l inizio di una gigantesca opera di evangelizzazione» (Giovanni Paolo II, Disc. 11.10.85).

La spiritualità cristiana e sacerdotale è, dunque, un cammino della Chiesa sacramento e popolo di Dio (LG I, II, III), attraverso la fedeltà alla parola (DV), l'esperienza e la celebrazione del mistero pasquale di Cristo (SC), a servizio dell'uomo nel mondo e nella storia (GS).

Gli agenti di pastorale e soprattutto i sacerdoti ministri

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e le persone consacrate, sono chiamati a far nascere nelle comunità ecclesiali un rinnovamento spirituale che risponda alla realtà concreta alla luce del vangelo. «Questa realtà esige una conversione personale e dei cambiamenti profondi delle strutture che rispondano alle legittime aspirazioni del popolo verso una vera giustizia sociale» (Puebla 30).7

La missione della Chiesa, alla luce dell'incarnazione, è quella di raggiungere l'uomo concreto per salvarlo o liberarlo in tutto il suo essere. La Chiesa legge la storia alla luce del vangelo. Perciò «la dottrina sociale cristiana ha rivendicato, ancora una volta, il suo carattere di applicazione della Parola di Dio alla vita degli uomini e della società, così come alle realtà terrene che con essa si collegano, offrendo dei principi di riflessione, dei criteri di giudizio e delle linee d'azione» (SRS 8). Questa dottrina «non è una terza via tra il capitali-smo liberale e il collettivismo marxista, e neppure una possibile alternativa ad altre soluzioni meno radicalmente contrapposte, ma ha una propria categoria. Neppure è un'ideologia, ma una accurata formulazione derivante da una attenta riflessione sulle complesse situazioni della vita dell'uomo nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale» (SRS 41).8

La solidarietà, della quale è fautrice la Chiesa (GS 1) «ci aiuta a vedere l'altro, persona, popolo o nazione, non come un qualunque strumento per sfruttare a poco prezzo la sua capacità di lavoro o resistenza fisica, mettendolo da parte quando non serve più, ma come un nostro simile, un aiuto, per renderlo partecipe, come noi, del banchetto della vita al quale tutti sono ugualmente invitati da Dio. Di qui l'importanza di risvegliare la coscienza religiosa degli uomini e dei popoli» (SRS 39).

7    ? «Dalla prima conferenza generale dell'episcopato realizzata a Rio de Janeiro nel 1955 e che dette origine al Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e, con maggior vigore, dopo il Concilio Vaticano II e la conferenza di Medellín, la Chiesa è andata acquistando coscienza ogni volta più chiara e più profonda del fatto che l'evangelizzazione costituisce la sua missione fondamentale e che non è possibile la sua realizzazione senza uno sforzo costante per conoscere la realtà e per un adattamento dinamico, attrattivo e convincente del Messaggio agli uomini di oggi» (Puebla 85; cfr. nn. 72-92). Vedere Documento di Santo Domingo, parte II.

8    ? La dottrina sociale della Chiesa la troviamo riassunta prima del concilio Vaticano II soprattutto nelle encicliche Rerum Novarum di Leone XIII, Quadragesimo Anno di Pio XI, e Mater el Magistra di Giovanni XXIII. Il Concilio riassume questa dottrina nella Gaudium et Spes (parte II, cap. III). Dopo il Concilio, nelle encicliche Populorum Progressio di Paolo VI, Laborem exercens, Sollicitudo Rei socialis e Centessimus Annus di Giovanni Paolo II.

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La Chiesa, iniziando da se stessa, s'impegna a difendere i diritti fondamentali delle persone e dei popoli. «In tal modo, il processo dello sviluppo e della liberazione si concretizza nell'esercizio della solidarietà, cioè, dell'amore e servizio al prossimo, soprattutto ai più poveri» (SRS 46).

La natura della Chiesa è essenzialmente di comunione perché riflette la comunione di Dio amore e costruisce l'umanità intera in comunione di fratelli (cfr. SRS 40). Questo atteggiamento di comunione («koinonia») e di carità («agape») è il fondamento della spiritualità cristiana, di vita consacrata e sacerdotale.9

4. VERSO UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Ogni apostolo e soprattutto il sacerdote ministro deve rafforzare i suoi «atteggiamenti interiori» (EN 74) per collaborare con una «evangelizzazione rinnovata» (EN 82), in una nuova tappa della storia umana. A volte bisognerà evan-gelizzare dei settori umani il cui cristianesimo corre il rischio di diluirsi. Spesso si dovrà intraprendere una nuova evangelizzazione:

-- Nuova nel suo ardore, dovuto alla disponibilità missionaria degli evangelizzatori,

-- nei suoi metodi, per un migliore utilizzo dei nuovi mezzi d'apostolato,

-- nelle sue espressioni, per l'adattamento della dottrina e della pratica cristiana, senza sminuire affatto i suoi principi ed esigenze evangeliche.10

9    ? Cfr. il tema sulla Chiesa nei capitoli III e VI.

10    ? GIOVANNI PAOLO II, allocuzione al CELAM, 9 marzo 1983 (Port au Prince, Haiti) e il 12 ottobre 1984 (Santo Domingo). Cfr. discorso inaugurale del Papa al CELAM, Puebla (28 gennaio 1979: verità su Cristo verità sulla missione della Chiesa, verità sull'uomo). Il tema si ripete nei viaggi del Papa in America Latina e altri Continenti. Nell'enciclica Redemptoris Missio nn. 2-3, 30, 33, 59. Nel documento di Santo Domingo: parte II, cap. 1 (la nuova evangelizzazione). AA.VV., De nuova evangelizatione: Seminarium (1991) n.1; AA.VV., La nuova evangelizzazione e i religiosi, Città Nuova Edit., Roma 1991; AA.VV., Nuova Evangelizzazione, la discussione, le proposte, EDB, Bologna 1990; G. ADAMINI, La missione come nuova evangelizzazione, in: AA.VV., Chiesa sempre missionaria, Fac. Teol. Italia Settentrionale, Genova 1992, 251-270; CELAM, Nueva evangelizción, génesis y líneas de un proyecto misionero,

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Il momento attuale può rappresentare «la sfida più radicale che abbia conosciuto la storia» (Giovanni Paolo II, Disc. 11.10.85). La Chiesa è «chiamata a dare un'anima alla società moderna», evangelizzando «in termini completamente nuovi» per «proporre una nuova sintesi creativa tra vangelo e vita» (ibidem). Gli evangelizzatori devono essere «esperti in umanità, che conoscano a fondo il cuore dell'uomo di oggi, che partecipino alle sue allegrie e speranze... e, al tempo stesso, devono essere contemplativi innamorati di Dio», capaci di «porre il mondo moderno in contatto con le energie vivificanti del vangelo» (ibidem).11

La Chiesa «esiste per evangelizzare» (EN 14) perché «nata dalla missione di Gesù Cristo, la Chiesa è a sua volta, mandata da Lui» (EN 15). Orbene, «evangelizzare vuol dire portare la buona novella a tutti gli ambienti dell'umanità e, attraverso la sua influenza, trasformare dal di dentro, rinnovare la stessa umanità» (EN 18), «raggiungere e trasformare con la forza del vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispi-ratrici e i modelli di vita dell'umanità, che siano in contrasto con la parola di Dio e con il disegno di salvezza» (EN 19). Ogni cristiano è partecipe di questa missione evangelizzatrice, specialmente i sacerdoti ministri e le persone consacrate.12

Bogotá 1990; Idem, Instrumento preparatorio, Una nueva evangelización para una nueva cultura, Bogotá 1990; J. ESQUERDA BIFET, Renovación eclesial y espiritualidad misionera para una nueva evangelización, «Seminarium» 31 (1991) n.1, 135-147; Idem, Rinnovamento ecclesiale per una nuova evangelizzazione, «UISG» (1990) 3-20 (italiano; anche in spagnolo, francese, inglese, tedesco); C. GIACOVELLI, La Chiesa verso una nuova evangelizzazione, PP.OO.MM., Roma 1991; P. GIGLIONI, La nozione di "nuova evangelizzazione" nel Magistero, «Seminarium» (1991) n.1, 35-56; G. GISMONDI, Nuova Evangelizzazione e cultura, EDB, Bologna 1993; J. LÓPEZ GAY, Il rapporto tra la «nuova evangelizzazione» e la missione «ad gentes» secondo l'enciclica "Redemptoris Missio", «Seminarium» (1991) n.1, 91-105; B. MONDIN, Nuova evangelizzazione dei paesi d'antica cristianità, in: Cristo, Chiesa, Missione, Urbaniana University Press 1992, 187-214.

11    ? Discorso programmatico di Giovanni Paolo II al Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, 11 ottobre 1985.

12    ? Uno dei documenti post-conciliari più apprezzati è l'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi di Paolo VI (anno 1975). Il suo contenuto si limita alla natura dell'evangelizzazione, al suo contenuto mezzi, destinatari agenti e spiritualità. Analizzeremo il tema nel capitolo quarto (sacerdoti per evangelizzare). AA.VV., Esortazione Apostolica

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La nuova evangelizzazione deve raggiungere l'uomo concreto in tutta la sua profondità di criteri, scala di valori e atteggiamenti, così come la comunità umana nella sua stessa cultura e situazione storica e sociale. «A partire dalla persona, chiamata alla comunione con Dio e con i fratelli, il vangelo deve raggiungere il suo cuore, le sue esperienze e modelli di vita, la sua cultura e i suoi ambienti, per far nascere una nuova umanità con uomini nuovi e orientare tutti verso un nuovo modo di essere, di giudicare, di vivere e di convivere. Tutto ciò è un servizio che ci preme» (Puebla 350).13

Così come la pace non si può costruire, se non su scala universale, in modo simile la missione della Chiesa non può rappresentare una realtà profonda in nessuna comunità concreta, se non si collabora efficacemente all'evangelizzazione di tutti i popoli («ad gentes»), anche «dando della nostra povertà» (Puebla 368).

In una nuova evangelizzazione, il problema più urgente è il rinnovamento degli agenti di pastorale, e specialmente dei sacerdoti ministri. Gli «atteggiamenti interiori dell'apostolo» (EN 74), cioè, la loro spiritualità sono garanzia dell'au-tenticità dell'evangelizzazione. Tutti si riassumono nella «fedeltà che genera comunione» (Puebla 384). Sono, dunque, atteggiamenti di:

-- «Una vita di profonda comunione ecclesiale.

-- La fedeltà ai segni della presenza e dell'azione dello Spirito nei popoli e nelle culture...

-- La preoccupazione perché la parola di verità giunga al cuore degli uomini e diventi vita.

-- L'apporto positivo all'edificazione della comunità.

"Evangelii Nuntiandi", Commento sotto l'aspetto teologico, ascetico e pastorale, S. Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli 1976; AA.VV., L'Annuncio del Vangelo oggi, Pont. Univ. Urbaniana, Roma 1977; AA.VV., Comentario a la exhortación apostólica Evangelii Nuntiandi, Patria Grande, Buenos Aires 1978.

13    ? La seconda parte del documento di Puebla (progetti di Dio sulla realtà d'America Latina) presenta il contenuto e la natura dell'evangelizzazione, con un'applicazione concreta ai temi di: cultura, religiosità popolare, liberazione, promozione umana, ideologie e politica. Cf. Os avancos de Puebla, «Revista Eclesiástica Brasileira» 39 (1979) fasc. 153 (monografia). Vedere: Segretariato generale del CELAM, Medellín, reflexiones en el CELAM, Madrid, BAC 1977. Documento di Santo Domingo, parte II.

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-- L'amore preferenziale e la sollecitudine per i poveri e i bisognosi.

-- La santità dell'evangelizzatore... la gioia di sapersi ministro del vangelo» (Puebla 378-383).14

Queste qualità dell'apostolo sono un'esigenza di dinamismo evangelizzatore della Chiesa che «dà testimonianza di Dio, rivelato in Cristo nello Spirito... annuncia la buona novella... fa nascere la fede che è conversione del cuore, della vita... conduce all'ingresso nella comunità dei fedeli che perseverano nell'orazione, nella convivenza fraterna e celebrano la fede e i sacramenti della fede, il cui culmine è l'eucaristia» (Puebla 356-359).

Alla nuova evangelizzazione si aprono nuovi campi di evangelizzazione, poiché le circostanze dei medesimi sono assai mutate. Ecco allora perché si può parlare di scelta preferenziale (non esclusiva, né escludente) per i poveri e i giovani (cfr. Puebla 1134-1205), e di speciale attenzione alla famiglia, all'ambiente del lavoro, della giustizia sociale, della cultura, ecc.15

La Chiesa è incaricata di far giungere il vangelo fino al cuore degli uomini e delle culture. Gli elementi fondamentali di ogni situazione umana hanno sempre una radice culturale. La cultura è un insieme di criteri, valori e atteggiamenti dell'uomo dinanzi alla realtà del cosmo senza dimenticare la trascendenza umana. Bisogna annunciare il mistero del Verbo incarnato (Gv 1, 14) nelle circostanze umane concrete, per valutarle, purificarle e condurle alla pienezza in Cristo. L'a-postolo deve avere un atteggiamento previo di fedeltà e d'inculturazione dello stesso vangelo per poterlo trasmettere e introdurre adeguatamente.16

14    ? Cfr. AG 23-26, EN 74-82. I temi del capitolo VII di EN sono un programma completo di spiritualità missionaria: atteggiamenti interiori (n.74), fedeltà allo Spirito Santo (n.75), autenticità o testimonianza (n.76), unità (n.77), servitori della verità (n.78), carità pastorale (nn.79-80), Maria stella dell'evangelizzazione rinnovata (nn. 81 e 82). Questi temi si approfondiscono in RMi cap. VIII, sottolineando il valore della santità e della contemplazione.

15    ? Puebla applica l'espressione «scelta preferenziale» ai poveri (quarta parte, cap. I) e ai giovani (quarta parte, cap. II). «I poveri e i giovani rappresentano, dunque, la ricchezza e la speranza della Chiesa in America Latina e, quindi, la loro evangelizzazione è prioritaria» (Puebla 1132). In questo stesso contesto si presenta l'azione della Chiesa nella costruzione di una società pluralista (cap. III) e a favore della persona nella società nazionale e internazionale (cap. IV). Vedere RMi 59-60, 83.

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Evangelizzare l'uomo nella sua situazione concreta è un processo di liberazione, che non può essere realizzato senza apostoli imbevuti del vangelo. La liberazione integrale cristiana è segnata dal segno della speranza. È liberazione che comprende tutto l'essere umano, «compresa la dimensione politica» (Puebla 515) e che la orienta verso l'«al di là del tempo e della storia... oltre l'uomo stesso» (EN 28). È liberazione immanente e trascendente (EN 27) che fa di tutto l'uomo e di tutta la comunità un'immagine di Dio amore. «Si basa su tre grandi pilastri: la verità su Gesù Cristo, la verità sulla Chiesa, la verità sull'uomo» (Puebla 484). I mezzi per ottenere questa liberazione saranno, dunque, «evangelici» (Puebla 486). Gli evangelizzatori hanno bisogno di un atteggiamento contemplativo di fedeltà alla Parola, e di una vita di autentica povertà.17

La nuova evangelizzazione raggiunge l'uomo concreto per invitarlo alla conversione e al battesimo. Cristo invita a un processo di cambiamento di atteggiamenti, affinché l'uomo si realizzi nella sua completezza. «L'uomo non può trovare la propria pienezza, se non nella dedizione sincera di se stesso agli altri» (GS 24). L'evangelizzazione mette l'uomo a confronto con se stesso e con la comunità, allo scopo di rivedere la propria vita e orientarla verso l'amore. La spiri-tualità cristiana e sacerdotale consiste in questa dinamica che fa dell'apostolo un segno di Cristo. Gli avvenimenti costituiscono un richiamo per vedere la realtà così com'è, 16    ? Sul processo di inculturazione (inserimento del vangelo in una cultura), cfr.: LG 13,17; GS 53,58, 62; AG 3, 10-11, 22; EN 63-65; RH 12; Puebla 172-178, 385-443; RMi 52-56; Santo Domingo parte II, cap. 3. Tra l'abbondante bibliografia, segnaliamo soltanto alcuni studi in collaborazione: Evangelii inculturatio: possibilitates et limites, «Seminarium» 32 (1992) n.1; Chiesa locale e inculturazione nella missione, Urbanian University Press, Roma 1987; Inculturazione, concetti, problemi, orientamenti, Centrum Ignatianum Spiritualitatis, Roma 1979; Evangelizzazione e culture, Atti del Congresso Internazionale Scientifico di Missiologia, Pont. Univ. Urbaniana, Roma 1976; Fede e culture e il problema dell'inculturazione con esemplificazioni moderne, in: Portare Cristo all'uomo, Pont.Univ. Urbaniana, Roma 1985, I, n.10; Dialogo con le culture, in: Portare Cristo all'uomo, Pont. Univ. Urbaniana, Roma 1985, I, Dialogo, n.7; De culturae evangelizatione, «Seminarium» (1978) n. 2. Vedere il documento della Commissione Teologica Internazionale: Fides et inculturatio (1988): «Gregorianum» 70 (1989) 625-646. Altri studi: A. ROEST CROLLIUS, Inculturation and the meaning of culture, «Gregorianum» 61 (1980) 253-274.

17    ? Cfr. Puebla 470-562. Sono ben note le due istruzioni della Congregazione per la dottrina della fede: Su alcuni aspetti della teologia della liberazione (6 agosto 1984) e sulla libertà cristiana e la liberazione (22 marzo 1986).

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giudicarla alla luce del vangelo, e agire secondo il comandamento nuovo.

L'annuncio della fede nel mistero dell'incarnazione, della redenzione e della risurrezione di Cristo è la base dell'evangelizzazione in ogni epoca. Solamente «Cristo svela totalmente l'uomo all'uomo stesso» (GS 22). È Lui che «ordinò agli apostoli di predicare a tutte le genti la novella evangelica, affinché l'umanità diventasse famiglia di Dio, nella quale la pienezza della legge sia data dall'amore... una nuova comunità fraterna» (GS 32).

Siamo in cammino verso «una nuova terra dove abita la giustizia» (GS 39; cfr. 2 Cor 5,2; 2 Pt 3,13). «Ciò nonostante, l'attesa di una terra nuova non deve attenuare, ma piuttosto rendere più viva la preoccupazione di perfezionare questa terra... Il regno è già misteriosamente presente sulla nostra terra; quando ritornerà il Signore,si compirà perfettamente» (GS 39).

Si ha bisogno di «nuovi santi per evangelizzare l'uomo d'oggi» (Giovanni Paolo II, Disc. 11.10.85), visto che i grandi evangelizzatori, in ogni epoca, sono stati i santi.

5. SEGUIRE LA «VITA APOSTOLICA» OGGI.IDENTITÀ DELLA VITA SACERDOTALE E CONSACRATA

La sequela evangelica dei dodici Apostoli e delle altre persone chiamate da Gesù a questa sequela, è vita di santità e di comunione (fraternità) per la missione. Questo stile di vita indica la sequela evangelica radicale da parte del gruppo dei discepoli più vicini a Gesù. Questo gruppo è chiamato a condividere il medesimo stile di vita di Gesù per poter condividere la sua stessa missione (cfr. Mt 10,1; Mc 6,7; Lc 8,1-3; 9,1; 10,1; Gv 2,12).

Ogni cristiano è invitato a condividere la vita di Cristo, che si prolunga nella Chiesa e che è presente, risuscitato, nella vita di ogni persona, in ogni comunità ecclesiale e in ogni epoca storica. Le persone consacrate e i sacerdoti ministri (consacrato dal sacramento dell'ordine) sono segno del Buon Pastore: condividere in modo speciale il suo essere, prolongare la sua azione salvifica e vivere in sintonia con le sue esperienze di carità pastorale.

Il sacerdote e la persona consacrata sono segno del Buon Pastore nelle circostanze sociologiche e storiche, anche nell'oggi di un tempo di grazia e di un mondo che cambia (cfr. n.2), essendo partecipi di una Chiesa solidale delle gioie e delle speranze della società attuale (n.3), impegnati in una nuova evangelizzazione (n.4). La spiritualità o stile di vita (n.6) corrisponderà a queste realtà concrete.

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In passato, in una società più statica, i sacerdoti ministri e le persone consacrate, come qualsiasi seguace di Cristo, correvano il rischio di anchilosare le caratteristiche del proprio carisma e della propria vocazione in alcuni quadri sociologici stabiliti, più o meno stabili e abitudinari. Un'epoca di cambiamenti ideologici e sociologici ha messo in discussione la sua vita sacerdotale e consacrata in modo speciale la sua ragione d'essere, la validità della sua metodologia d'azione pastorale e la sua autenticità di vita.

«La stessa storia è sottomessa a un tale processo di accelerazione, che l'uomo appena riesce a seguirla. Il genere umano corre una stessa sorte e già non si differenzia in diverse storie. L'umanità passa così da una concezione piuttosto statica della realtà a una più dinamica ed evolutiva, da cui sorge un nuovo insieme di problemi che esige nuove analisi e nuove sintesi» (GS 5).

Questi problemi produssero una crisi (verso gli anni settanta) con effetti molto spesso negativi: dubbi sul sacerdozio e la consacrazione, secolarizzazione, diminuzione delle vocazioni, scoraggiamento... In realtà, ogni nuova situazione sociologica mette in discussione il credente affinché sia più coerente con il vangelo. La stanchezza, lo scoraggiamento, l'abbandono, così come l'angoscia o il darsi a ideologie al margine del vangelo, rappresentano reazioni antiquate e sterili. L'analisi cristiana della realtà (anche sacerdotale) invita ad approfondire il messaggio evangelico delle beatitudini e del comandamento dell'amore. Da una situazione sociologica nuova deve emergere un cristiano e un sacerdote rinnovato, grazie all'approfondimento dei dati evangelici come incontro con Cristo. L'analisi della realtà è ben condotta quando fa emergere un nuovo modo di trasformare la vita in dono, sull'esempio del Buon Pastore (cfr. GS 24).18

Andare a fondo nel vangelo per mettere in luce alcuni avvenimenti nuovi significa, per l'invito a essere segni del Buon Pastore, ridare vita alla vocazione come dichiarazione d'amore: «chiamò coloro che volle» (Mc 3,13; cfr. Gv 13,18; 15,16).

Il «seguimi» è una chiamata sempre viva, rinnovata in ogni circostanza storica personale e comunitaria (Gv 1,43; Mt 4,19; 18    ? Il documento finale del Sinodo dei Vescovi del 1971 (Il sacerdozio ministeriale) offre una descrizione molto minuziosa della situazione: «Alcuni sacerdoti si sentono estranei ai movimenti che colpiscono i gruppi umani e al tempo stesso impreparati per risolvere i problemi di maggior preoccupazione per gli uomini... In tale situazione si presentano gravi problemi e molti interrogativi». Cfr. Il sacerdozio ministeriale, in: Enchiridion Vaticanum vol. IV, n. 1141. Vedere PDV cap. I; VC 84-95.

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9,9; Mc 10,21).

La vocazione sacerdotale e consacrata si rinnova in ogni circostanza storica se è vissuta come incontro con Cristo e come missione: «li chiamò perché stessero con lui e per mandarli a predicare» (Mc 3, 13-14).

Senza questo rinnovamento, gli avvenimenti e le situazioni sociologiche (che sono anche fatti indicativi di grazia) si convertono in occasioni di diserzione, di abitudine, di rottura o di deviazione. Nessun evento e nessuna circostanza sociologica può ridurre le esigenze evangeliche della sequela radicale di Cristo per essere segno personale di come lui ama.

L'oggi di una tappa storica nuova è un fatto di grazia (kairos) solamente quando vengono rispettate le nuove luci che lo Spirito Santo comunica alla sua Chiesa, per comprendere meglio il contenuto meraviglioso della parola evangelica (cfr Lc 24,45; Gv 16, 13). Non è il fatto sociologico che deve condizionare la parola di Dio, ma è questa che illumina l'avvenimento per convertirlo in «segno dei tempi» (cfr. n.1). Se l'aspetto sociologico prevalesse sulle esigenze evangeliche, si produrrebbe un processo di secolarizzazione che non sarebbe altro che un nuovo clericalismo mimetizzato.

Addentrandosi nella propria ragione d'essere, senza ammettere dubbi paralizzanti, si entra in sintonia con le esigenze evangeliche, si rinnovano i metodi pastorali, si aprono nuovi campi all'evangelizzazione e si scopre che la propria vita deve essere una copia più chiara e autentica della carità del Buon Pastore. Solo così si può rispondere evangelicamente a una nuova epoca di grazia e di cambiamenti. «Il sacerdozio, che ha il suo inizio nell'ultima cena, ci per-mette di partecipare in questa trasformazione essenziale della storia spirituale dell'uomo» (Giovanni Paolo II, Lettera del giovedì santo 1988, n.7).

In ogni epoca si presentano tensioni e antinomie che, a seconda dei casi, vogliono contrapporre l'apostolato alla spiritualità, l'immanenza alla trascendenza, il carisma all'istituzione, la grazia alla natura... Le rotture avvengono se manca il riferimento al mistero di Cristo, il Verbo incarnato. I temi cristiani (come il tema del sacerdozio o del regno) hanno di per sé tre livelli che si richiamano reci-procamente: il livello dell'interiorità e del carisma, quello dell'istituzione e dell'azione, e quello della pienezza e dell'incontro finale nell'al di là (escatologia). Il sacerdozio si trova sempre scosso da queste tensioni; il suo riferimento a Cristo sacerdote e Buon Pastore lo aiuta a collocarsi in «unità di vita» (PO 14), che è principio di unità per la comunità ecclesiale e umana di ogni epoca.

L'identità sta nella linea del sentirsi amato e reso

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capace di amare. Questa identità si ritrova quando si vuole vivere il sacerdozio e la vita consacrata in tutte le sue pro-spettive o dimensioni. «Una visione d'insieme, nella quale si veda la convergenza di elementi, a volte presentati come contrapposti, acquista grande interesse» (Puebla 660):

-- Consacrazione o dimensione sacra: il sacerdote nel suo essere, nel suo agire e nella sua esperienza, appartiene totalmente a Cristo e partecipa della sua unzione e missione.

-- Missione o dimensione apostolica: il sacerdote compie una missione ricevuta da Cristo per servire, senza condizioni, i fratelli.

-- Comunione o dimensione ecclesiale: il sacerdote è stato inviato a servire la comunità ecclesiale, costruendola secondo l'amore.

-- Spiritualità o dimensione ascetico-mistica: il sacerdote è chiamato a vivere in sintonia con gli amori di Cristo e ad essere suo segno personale come Buon Pastore.19

Il chiarimento sull'identità sacerdotale conduce «a una nuova affermazione della vita spirituale del ministero gerarchico e a un servizio preferenziale dei poveri» (Puebla, 670).

Le linee spirituali ed esperienziali del Buon Pastore saranno sempre valide. Nella nostra epoca si richiede che queste linee siano realtà e trasparenza in coloro che ne sono il segno personale. «Ricordino tutti i pastori che sono loro quelli che con il loro modo di fare e il loro lavoro pastorale giornaliero presentano al mondo il volto della Chiesa, che è quello che serve agli uomini per giudicare la vera efficacia del messaggio cristiano. Con la loro vita e le loro parole, aiutati dai religiosi e dai propri fedeli, dimostrano che la Chiesa, anche solo in base alla sua presenza, portatrice di tutti i suoi doni, è fonte inesauribile delle virtù delle quali tanto bisogno ha il mondo di oggi» (GS 43). «Il ministero gerarchico, segno sacramentale di Cristo pastore e capo della Chiesa, è il principale responsabile dell'edificazione della Chiesa nella comunione e del dinamismo della sua azione evangelizzatrice» (Puebla 659).19    ? PAOLO VI, Messaggio ai sacerdoti al termine dell'anno della fede (30 giugno 1968). Le dimensioni presentate dal Papa (sacra, apostolica, ascetico-mistica ed ecclesiale) corrispondono a una situazione difficile: «in un settore del clero c'è inquietudine e insicurezza nella sua stessa condizione ecclesiastica. Pensa che è stato messo al margine della moderna evoluzione sociale». Paolo VI ripresentò le quattro dimensioni nel congresso eucaristico internazionale di Bogotá, durante l'ordinazione sacerdotale (22 agosto 1968). Cfr. i documenti XI, XII e XIII di Medellín.

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La risposta della Chiesa alle sfide della nostra epoca dipende in gran parte dalla spiritualità o fedeltà generosa dei sacerdoti. «Pertanto, per ottenere i suoi scopi pastorali di rinnovamento interno della Chiesa, di diffusione del vangelo nel mondo intero, così come il dialogo con il mondo attuale, questo sacrosanto concilio esorta fortemente tutti i sacerdoti affinché, usando i mezzi raccomandati dalla Chiesa, si sforzino per raggiungere una santità ogni volta maggiore, per trasformarsi, giorno dopo giorno, in strumenti sempre più adatti a servizio di tutto il popolo di Dio» (PO 12).

Per vivere questa identità sacerdotale si ha bisogno di una formazione adeguata, cioè, una «formazione di veri pastori di anime» (OT 4), che comprende lo studio e la meditazione della parola, così come la celebrazione del mistero pasquale per viverlo e annunciarlo. In tal modo si preparano «per il ministero del culto e della santificazione» (ibidem).

Il sacerdote (e analogicamente la persona consacrata) è chiamato, oggi più che mai, a essere:

-- Segno del Buon Pastore nella Chiesa e nel mondo, partecipando del suo essere sacerdotale (cfr. PO 1-3).

-- Prolungamento dell'agire del Buon Pastore, attuando in suo nome nell'annuncio del vangelo, nella celebrazione dei segni salvifici (specialmente l'eucaristia) e nei servizi di carità (PO 4-6).

-- Trasparenza degli atteggiamenti e virtù del Buon Pastore, presente nella Chiesa «comunione» e «missione» (cfr. PO 7-22).

Si tratta, dunque, di alcuni atteggiamenti (o spiritualità) di servizio, consacrazione, missione, comunione, autenticità... In una parola, essere segno trasparente di Cristo Buon Pastore e del suo Vangelo, per un mondo che ha bisogno di testimoni e che richiede esperienza e coerenza.

6. SPIRITUALITÀ CRISTIANAE SPIRITUALITA SACERDOTALE

La spiritualità cristiana è una vita secondo lo Spirito: «camminiamo secondo lo Spirito» (Rm 8, 4); «vivete secondo lo Spirito» (Rm 8, 9). Esattamente è il cammino o processo di santità che consiste nell'amore o carità: «camminare nel-l'amore» (Ef 3, 2).20

20    ? Il nostro tema riceve diversi titoli, a seconda degli autori: spiritualità, vita spirituale, perfezione o teologia cristiana, ascetica e mistica, ecc. Il tema si sviluppa chiarendo: natura della vita spirituale, itinerario, mezzi. Cfr. alcuni manuali attuali: J. AUMANN, Spiritual theology,

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La spiritualità, come vita secondo lo Spirito Santo, che è Spirito d'Amore, si centra nella carità e fa riferimento a Cristo come «maestro, modello, ...iniziatore (autore) e consumatore» della stessa santità cristiana. Per questo, «tutti sono chiamati alla santità» (LG 39), in qualsiasi stato di vita e in qualsiasi circostanza, «tutti i fedeli, di qualsiasi stato o condizione, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità, e questa santità fa nascere un livello di vita più umano, anche nella società terrena» (LG 40).

Così, tutta la Chiesa diventa trasparenza di Cristo (Chiesa sacramento) in qualunque delle vocazioni o stati di vita:chiamata alla santità (LG V). Sacerdoti ministri (LG III): segno del Buon Pastore. Laici (LG IV): segno di Cristo in mezzo al mondo. Vita consacrata (LG VI): segno forte delle beatitudini.

Le strade dello Spirito, a partire dal battesimo, passano attraverso le beatitudini (rispondere con l'amore in ogni circostanza) e il mandato dell'amore (amare come Cristo): «Quindi, tutti i fedeli cristiani, nelle condizioni, impegni o circostanze della loro vita, e per mezzo di tutte queste cose, si santificheranno ogni giorno di più se accetteranno tutto con fede, dalle mani del Padre celeste e collaborando con la volontà divina, rendendo nota a tutti, anche nella loro dedizione agli impegni temporali, la carità con la quale Dio ha amato il mondo» (LG 41).

Ogni cristiano si santifica nel proprio stato di vita e

London, Sheed and Ward 1980; Idem, History of Spirituality, St. Paul's Publication, Manila 1979; CH. A. BERNARD, Compendio di Teologia spirituale, Paoline, Roma 1989; L. BOUYER Introduzione alla vita spirituale, Leumann LDC, Torino 1974; Idem, The Spirituality of the New Testament and the Fathers, Sebury Press, New York 1982; J. ESQUERDA BIFET, Caminar en el amore, dinamismo de la vida espiritual, Soc. Educ. Atenas, Madrid 1989; Idem, Teologia della evangelizzazione, spiritualità missionaria, Pont. Università Urbaniana, Roma 1992; Idem, Spirituality for a Missionary Church, Pont. Univ. Urbaniana, Rome 1994; I. HAUSHERR, Carità e vita cristiana, Ist. Orientale, Roma 1970; F. RUIZ, Caminos del espiritu, compendio de teología espiritual, EDE, Madrid 1988; B. SECONDIN, T. GOFFI (edd.), Corso di Spiritualità, Queriniana, Brescia 1989; D.M. HOFMANN, Maturing the Spirit, St. Paul Edit., Boston 1970; T. SPIDLIK, Manuale fondamentale di spiritualità, PIEMME, Casale Monferrato 1993; G. THILS, Santità cristiana, Paoline, Alba 1935; C.V. THRULAR, Concetti fondamentali della teologia spirituale, Brescia 1971; A. VAN KAAM, In search of spiritual identity, Dimension Books, Denville, N.Y. 1975; J. WEISMAYER, La vita cristiana in pienezza, Dehoniane, Bologna 1989.

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circostanza attraverso un processo di sintonia con Cristo, nello Spirito Santo, secondo i progetti o la volontà del Padre (cfr. Ef 2,18). Questo processo è di cambiamento o conversione (in criteri, scala di valori e atteggiamenti) per immergersi (rifiorire) in Cristo (pensare, sentire, amare come Lui). È dunque: partecipazione e configurazione (Gal 3,27); unione, intimità, rapporto (Gv 6,56-57; 15,9 ss.); somiglianza, imitazione (Mt 11,29); servizio, esecuzione della volontà di Dio (Mc 3,35; 10,44-45; Gv 14,16); carità, vita nuova (Gv 13,14-35; Rm 6,4; 13,10).

Le sfumature di questa spiritualità cristiana, comune a tutti, sono molto varie. Cosicché si può parlare di spiritualità e scuole diverse. Ci sono pure diverse dimensioni o prospettive sottolineate da quelle scuole: trinitaria, cristologica, pneumatologica, ecclesiale, missionaria, contemplativa, sociologico-caritativa, ecc. Vediamo alcune concretizzazioni, tutte esse radicate nella stessa spiritualità cristiana fondamentale:

-- Spiritualità laicale, come fermento evangelico inserito nelle strutture umane (LG 31).

-- Spiritualità della famiglia: come «testimoni e collaboratori della fecondità della madre Chiesa» (LG 41); per «rivelare e comunicare l'amore, come riflesso dell'amore di Dio e dell'amore di Cristo verso la sua sposa, la Chiesa» (FC 17; cfr. GS 48).

-- Spiritualità del lavoro: trasformandolo in dono, poiché così «l'uomo realizza se stesso... diventa più uomo» (LE 9).

-- Spiritualità della vita consacrata alla professione e pratica permanente dei consigli evangelici: «come segno e stimolo della carità e come una sorgente straordinaria di spirituale fecondità nel mondo» (LG 42), «memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli» (VC 22).

-- Spiritualità del sacerdote ministro: come «strumento vivo di Cristo sacerdote» (PO 12), segno personale della carità del Buon Pastore (cfr. PO 13), «una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo, Capo e Pastore» (PDV 15).

-- Spiritualità missionaria, come disponibilità permanente per l'evangelizzazione ad Gentes (cfr. AG 23, 29).

Deve risultare chiaro che ogni cristiano è chiamato alla santità senza riduzione e alla missione senza frontiere. «Tutti i fedeli quindi sono invitati e tenuti a tendere alla santità e alla perfezione nell'ambito del proprio stato. Tutti si sforzino di orientare correttamente i propri affetti, affinché l'uso delle cose del mondo e un attaccamento alle ricchezze,

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contrario allo spirito di povertà evangelica, non impedisca loro la ricerca costante della carità perfetta» (LG 42).

La spiritualità sacerdotale consiste nella sintonia con gli atteggiamenti e le esperienze esistenziali di Cristo sacerdote, Buon Pastore. Attraverso il sacramento dell'ordine, si partecipa dell'essere sacerdotale di Cristo. Questa partecipazione ontologica rende capaci di continuare l'azione sacerdotale del Buon Pastore. La sintonia con la carità pastorale di Cristo è una conseguenza della partecipazione al suo essere e alla sua funzione. La grazia ricevuta nel sacramento dell'ordine rende possibile di compiere con questo impegno. «Imitate ciò che fate» (rito dell'ordinazione). Questa è la spiritualità specifica del sacerdote; per il sacerdote diocesano secolare si farà concreta nelle grazie di appartenenza permanente a una Chiesa locale, in rapporto di dipendenza nei riguardi del carisma santificante di un successore degli apostoli e nell'appartenenza a un presbiterio, anche in rapporto alla sua vita spirituale: per il sacerdote cosiddetto religioso (appartenente ad aggregazioni speciali) si renderà concreto nel carisma di fondazione e di gruppo.

La fisionomia spirituale del sacerdote ministro e analogicamente della persona consacrata, consiste nella trasparenza della carità pastorale di Cristo, che compie il progetto salvifico del Padre, facendo suoi i problemi degli uomini, dando la vita in sacrificio.

L'esigenza e la possibilità di questa santità e spiritualità sacerdotale partono dalla stessa natura del sacerdozio ministeriale, come segno trasparente e sacramentale del Buon Pastore: per ciò che è, per ciò che fa, per il suo rapporto personale e la sua amicizia con Cristo.

La spiritualità sacerdotale e di vita consacrata è una risposta alla chiamata di Cristo, che vuol bene a «i suoi» (Gv 13,1) come sua «gloria» o trasparenza (Gv 16,14; 17,10), in sintonia con il suo dono totale o immolazione (santificazione) al Padre: «santificali nella verità... e mi sacrifico (santifico) per loro, affinché essi siano santificati nella verità» (Gv 17, 17-19).21

Si tratta, dunque, di una santità o spiritualità «secondo 21    ? «Cristo è il gran manto dei sacerdoti, cioè, la vita del sacerdote deve essere completamente imbevuta della santità di Cristo» (GIOVANNI XXIII, discorso alla prima sessione del sinodo romano, 25 gennaio 1960). Vedere documenti magisteriali sul sacerdozio: Haerent animo (San Pio X), Ad catholici sacerdotii (PioXI), Menti nostrae (Pio XII), Sacerdotii nostri primordia (Giovanni XXIII), Summi Dei Verbum (Paolo VI) e documenti conciliari e postconciliari. Vedere: Il sacerdozio ministeriale nel Magistero Ecclesiastico, Documenti (1908-1993), Lib. Edit. Vaticana 1993 (a cura di Tommasso Stenico).

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l'immagine del sommo ed eterno sacerdote», per essere «una testimonianza viva di Dio» (LG 41). Il sacerdote è un «Gesù vivente» (San Giovanni Eudes), cioè, «strumento vivo di Cristo sacerdote» (PO 12), visto che: si trasforma in segno vivente di Cristo nell'esercizio del ministero (PO 12-13); diventa segno trasparente di Cristo vivendo in sintonia o unità di vita con Lui (PO 14); si fa segno del Buon Pastore imitando la sua carità pastorale e tutte le altre virtù che da lei derivano (PO 15-17), senza dimenticare i mezzi comuni a ogni spiritualità cristiana e i mezzi specifici della spiritualità sacerdotale (PO 18).

Vivendo la spiritualità sacerdotale, il sacerdote ministro si rende segno credibile del Buon Pastore in un mondo che esige autenticità (n.1), in una Chiesa sacramento o trasparenza e strumento di Cristo (n.2) e in una nuova tappa di evangelizzazione (n.3), che ha bisogno di sacerdoti fedeli alle nuove grazie dello Spirito Santo (n.4). L'identità sacerdotale e della vita consacrata ha le sue radici in questa spiritualità cristologica, ecclesiale e antropologica.22

7. GUIDA PASTORALE

Riflessione biblica:

-- Essere coerente con la vocazione apostolica, come incontro per la missione: Mc 3,13-14; Gv 1,35-51; Mt 4,18-22.

-- Sintonia con la fedeltà di Cristo e degli apostoli allo Spirito Santo: Lc 4,1.14.18; 10,21; At 20,22.

-- Vivere i segni dei tempi seguendo Cristo verso il mistero pasquale: Mt 16,2-4; Gv 13,1; Lc 22,15; cfr. GS 4.11.44.

Studio personale e revisione di vita in gruppo:

-- Descrivere e motivare alcune linee di spiritualità cristiana e sacerdotale in un mondo che cambia: servizio, comunione, autenticità, missione... (GS 1-10; EN 76; RMi 87-92).

-- Armonia tra le dimensioni della vita sacerdotale e di vita 22    ? Nella realtà attuale, come abbiamo indicato nei paragrafi precedenti, bisogna sottolineare, alla luce del vangelo, la vicinanza a coloro che soffrono (povertà, ingiustizie emargi-nazione), ai giovani, alla famiglia, al mondo del lavoro e della cultura. In questa stessa realtà appaiono segni di una spiritualità speciale: accoglienza, sensibilità, senso di Dio, impegno... Cfr. Pastores dabo vobis (1992) e Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri, Lib. Edit. Vaticana 1994 (31.1.94). Per la vita consacrata: Vita consecrata, cap. III.

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consacrata per una maggiore fedeltà a Cristo, alla Chiesa e all'uomo.

-- Necessità attuale di spiritualità profonda per una nuova evangelizzazione nell'ardore, metodi ed espressioni.

-- Rapporto tra l'essere, l'agire e la spiritualità.

8. ORIENTAMENTO BIBLIOGRAFICO

AA.VV., De nuova evangelizzazione, «Seminarium» (1991) n.1.

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Cfr. la bibliografia delle note di questo capitolo e dei capitoli seguenti, in base al tema concreto: segni dei tempi (nota 2); testimonianza (nota 4); encicliche sociali (nota 8); nuova evangelizzazione (nota 10); Evangelii nuntiandi (nota 12); inculturazione (nota 16); Sinodo di 1971 (nota 18); manuali di teologia spirituale (nota 20); documenti magisteriali sul sacerdozio (nota 21), ecc.