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Comune di Mel LA 20° EDIZIONE DEL PREMIO PELMO D’ORO SOTTO IL SEGNO DELL'UNESCO Anniversario importante quello del Pelmo d'Oro giunto alla XX edizione. Sarà Mel, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, ad ospitare la ventesima edizione del Premio sabato 29 luglio 2017. Il comune posto sul colle dominante la Val Belluna da cui si gode un magnifico panorama sulla catena delle Dolomiti e delle Prealpi con il caratteristico castello di Zumelle, si prepara ad accogliere gli ospiti alle ore 10,30 nello splendido giardino di Palazzo Guarnieri (piazza Papa Luciani) nel centro storico di Mel, inserito nella rete dei Borghi Viaggio Italiano e a breve dei Borghi più belli d'Italia. I premiati Pelmo d’Oro 2017, il cadorino Ferruccio Svaluto Moreolo per l'alpinismo in attività, i fratelli agordini Bruno e Giorgio De Donà per la carriera alpinistica, la feltrina Daniela Perco per la cultura alpina, rappresentano quest'anno l'unione di una provincia che ricorda la figura di Sergio Reolon, con il Premio Speciale Dolomiti UNESCO, la solidarietà con il premio Giuliano De Marchi a Franco Perlotto di Recoaro Terme e una menzione speciale, alla memoria, ad un altro alpinista veneto, il padovano Lorenzo Massarotto. Novità di quest'anno il Premio Speciale Dolomiti UNESCO, istituito dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, un veicolo di divulgazione del riconoscimento UNESCO per la promozione culturale, turistica e dell'importanza geologica, paesaggistica, naturalistica e di qualità ambientale del territorio dolomitico. Anche quest'anno i premiati saranno introdotti da brevi filmati curati da Italo Zandonella Callegher, direttore artistico del ventennale. Piero Bassanello condurrà la cerimonia di assegnazione. Non mancherà l'angolo dedicato agli appassionati di filatelia per il consueto speciale annullo dedicato al premio che consiste in una artistica riproduzione del monte Pelmo opera dello scultore agordino Gianni Pezzei, mentre il Premio speciale Giuliano De Marchi sarà un'opera dello scultore e guida alpina bellunese Ettore Bona. La manifestazione, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO, gode del patrocinio della Regione Veneto. Fondamentale l'organizzazione e il sostegno economico della “casa comune” di CAI- CNSAS-GUIDE, di Grafiche Antiga di Crocetta del Montello. Collaborano alla giornata del Pelmo numerose associazioni e volontari: CAI Sezione Feltre, Museo Civico Archeologico, Pro Loco Zumellese, Associazione Nazionale Alpini Sezione Belluno Gruppo Mel, Squadre Antincendio Protezione Civile ANA Mel, Gruppo Stelle Alpine, Corale Zumellese di Mel, Circolo Auser "Il Sole" Mel, Mele a Mel, Cooperativa Agricola La Fiorita.

Comune di Mel LA 20° EDIZIONE DEL PREMIO PELMO D’ORO … · alpinistica delle Dolomiti Bellunesi. La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’Oro” 2017 per l’alpinismo in attività

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Comune di Mel

LA 20° EDIZIONE DEL PREMIO PELMO D’ORO SOTTO IL SEGNO DELL'UNESCO

Anniversario importante quello del Pelmo d'Oro giunto alla XX edizione.Sarà Mel, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, ad ospitare la ventesimaedizione del Premio sabato 29 luglio 2017.Il comune posto sul colle dominante la Val Belluna da cui si gode un magnificopanorama sulla catena delle Dolomiti e delle Prealpi con il caratteristico castello diZumelle, si prepara ad accogliere gli ospiti alle ore 10,30 nello splendido giardino diPalazzo Guarnieri (piazza Papa Luciani) nel centro storico di Mel, inserito nella retedei Borghi Viaggio Italiano e a breve dei Borghi più belli d'Italia. I premiati Pelmo d’Oro 2017, il cadorino Ferruccio Svaluto Moreolo perl'alpinismo in attività, i fratelli agordini Bruno e Giorgio De Donà per la carrieraalpinistica, la feltrina Daniela Perco per la cultura alpina, rappresentano quest'annol'unione di una provincia che ricorda la figura di Sergio Reolon, con il PremioSpeciale Dolomiti UNESCO, la solidarietà con il premio Giuliano De Marchi aFranco Perlotto di Recoaro Terme e una menzione speciale, alla memoria, ad unaltro alpinista veneto, il padovano Lorenzo Massarotto.Novità di quest'anno il Premio Speciale Dolomiti UNESCO, istituito dallaFondazione Dolomiti UNESCO, un veicolo di divulgazione del riconoscimentoUNESCO per la promozione culturale, turistica e dell'importanza geologica,paesaggistica, naturalistica e di qualità ambientale del territorio dolomitico.Anche quest'anno i premiati saranno introdotti da brevi filmati curati da ItaloZandonella Callegher, direttore artistico del ventennale. Piero Bassanello condurrà lacerimonia di assegnazione. Non mancherà l'angolo dedicato agli appassionati di filatelia per il consueto specialeannullo dedicato al premio che consiste in una artistica riproduzione del montePelmo opera dello scultore agordino Gianni Pezzei, mentre il Premio specialeGiuliano De Marchi sarà un'opera dello scultore e guida alpina bellunese EttoreBona.La manifestazione, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO, gode delpatrocinio della Regione Veneto.Fondamentale l'organizzazione e il sostegno economico della “casa comune” di CAI-CNSAS-GUIDE, di Grafiche Antiga di Crocetta del Montello.Collaborano alla giornata del Pelmo numerose associazioni e volontari: CAI SezioneFeltre, Museo Civico Archeologico, Pro Loco Zumellese, Associazione NazionaleAlpini Sezione Belluno Gruppo Mel, Squadre Antincendio Protezione Civile ANAMel, Gruppo Stelle Alpine, Corale Zumellese di Mel, Circolo Auser "Il Sole" Mel,Mele a Mel, Cooperativa Agricola La Fiorita.

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Un nutrito e variegato programma culturale farà da contorno alla manifestazione. Siparte con un'anteprima nella serata di venerdì 28: “A filò con Manrico Dell'Agnola” acura di Edoardo Comiotto; sabato 29 pomeriggio, dopo la consegna del Premio, siandrà alla scoperta del Centro Storico di Mel, del Museo Civico Archeologico e dellamostra fotografica “Dentro l'esodo, migranti sulla via Europea” di EmanueleConfortin, mentre alle ore 21 nella Chiesa Arcipretale è previsto un concerto delGruppo Corale Novecento con la presenza del Maestro Bepi De Marzi. Domenica 30 visita guidata al Castello di Zumelle e nel pomeriggio visita allechiesette con Frammenti d'Arte; alle ore 18 Frammenti musicali al Roccolo di Zelant.

Organizzazione Premio Pelmo d’oro: Provincia di Belluno - tel. +39 0437 959144 [email protected] www.infodolomiti.it Comune di Mel – tel. +39 0437 5441 [email protected]

Ecco il programma completo:VENERDI' 28 LUGLIO ore 21.00A Filò con Manrico Dell'Agnolaa cura di Edoardo ComiottoSala Affreschi Palazzo della Magnifica Comunità di Zumelle (Palazzo Municipale)

SABATO 29 LUGLIO ore 10.30Cerimonia: Premio Pelmo d’OroGiardino Palazzo Guarnieri (Piazza Papa Luciani)

ore 15.00 – 18.00Alla scoperta del Centro Storico di MelApertura dei luoghi della cultura zumellese: Municipio, Museo Civico Archeologico, Chiesa Arcipretale, Chiesa dell'Addolorata, Palazzo Chiarelli-Sartori

ore 9.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00Mostra fotografica “Dentro l'Esodo, Migranti sulla via Europea” di Emanuele Confortin (Dir. Alpinismi.com)Museo Civico ArcheologicoPalazzo delle Contesse

ore 18.30Aperitivi in centroCentro storico

ore 21.00Concerto Gruppo Corale Novecento con la presenza del Maestro Bepi De MarziChiesa Arcipretale (Piazza Papa Luciani)

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DOMENICA 30 LUGLIOore 9.00 – 14.00Mattinata a ZumelleVista guidata al Castello e possibilità di pranzo Medievale

ore 15.00 – 18.00Frammenti d'Arte in ValbellunaApertura delle Chiesette di Marcador, Pellegai e Zelant

ore 18.00Frammenti musicali al Roccolo di Zelant

ore 9.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00Mostra fotografica “Dentro l'Esodo, Migranti sulla via Europea” di Emanuele Confortin (Dir. Alpinismi.com)Museo Civico ArcheologicoPalazzo delle Contesse

SABATO 5 AGOSTOore 18.00 – 24.00Happerimel, aperitivi in centroAperitivo e cicchetti con musica, arte, cultura, giochi per bambini e molto altroCentro storico

ore 18.30Mel'ImmaginoApertura e inaugurazione della IV edizione Mel'Immagino, rassegna sul mondo dell'IllustrazioneCentro Storico

DOMENICA 6 AGOSTOCartePeriodico mercatino della CartaPiazza Papa Luciani

MARTEDI' 15 AGOSTOFerragosto in MalgaMalga Canidi

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PREMIO “PELMO D’ORO” 2017

Componenti della Giuria della XX edizione del Premio “Pelmo d’Oro”: Daniela Larese Filon, già Presidente della Provincia di Belluno; Orietta Bonaldo, Accademico del CAI;Paolo Conz Guida Alpina, istruttore regionale e tecnico del Soccorso alpino; Roberto De Martin past Presidente del Club Alpino Italiano e del Club Arc Alpin e attualePresidente del Trento Film Festival; Cesare Lasen membro del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO; Loris Santomaso già direttore-responsabile della rivista Le Dolomiti Bellunesi;

La Giuria ha così attribuito i riconoscimenti dell’anno 2017 per la valorizzazione alpina ealpinistica delle Dolomiti Bellunesi.

La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’Oro” 2017 per l’alpinismo in attività a

Ferruccio Svaluto MoreoloUna visione completa dell'alpinismo. Più di 150 vie nuove di elevata difficoltà, classiche emoderne, aperte in special modo nelle Dolomiti del Cadore, oltre a ripetizioni invernali, solitarie,prime salite su cascate di ghiaccio e prime discese di sci estremo, portando il nome dell'alpinismoBellunese anche in Groenlandia, Nepal e nelle Ande con nuovi itinerari di estremo valore. Guidaalpina, volontario di Soccorso alpino ed elisoccorritore, rifugista, scrittore e scultore amatoriale:segno del profondo legame con la propria terra al di là della prestazione sportiva.

La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’Oro” 2017 per la carriera alpinistica a

Bruno e Giorgio De DonàFratelli nella vita, per sangue e lavoro: perfetta simbiosi d’amore e di purezza ideale per lamontagna, hanno scritto pagine memorabili nella storia dell’alpinismo italiano ed extraeuropeo inuna straordinaria stagione di eccezionali imprese sulle pareti delle Dolomiti Bellunesi e delmondo.

La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’Oro” 2017 per la cultura alpina a

Daniela PercoAntropologa, autrice e curatrice di numerose pubblicazioni sulle tradizioni, i saperi, fiabe eleggende popolari, sull'emigrazione, con particolare attenzione all'esodo verso il Brasile e allebalie da latte, nonché di mostre e allestimenti in diversi ambiti culturali, riservando una specialededizione alla montagna e, soprattutto, a quella bellunese. Ha diretto a lungo, dopo averlo ideato,il Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi aSeravella di Cesiomaggiore, prestigioso istituto che raccoglie le testimonianze, materiali e non,della vita quotidiana delle nostre genti, e punto di riferimento per la ricerca e la catalogazione dibeni demoetnoantropologici a livello regionale e nazionale. Relatrice in vari convegni econferenze, ha evidenziato e interpretato lo spirito e i valori delle popolazioni rurali montane.

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La Giuria attribuisce la Menzione Speciale alla memoria Pelmo d’Oro 2017 alla memoria aLorenzo Massarotto

Doveroso omaggio alla memoria di un alpinista straordinario, che sulle pareti più imponenti e piùrecondite delle montagne bellunesi ha lasciato un'impronta indelebile, rivoluzionaria per stile ecoerenza, che rimarrà attuale per molti anni a venire.

La Giuria attribuisce il Premio Speciale 2017 “Giuliano De Marchi” a Francesco Angelo Perlotto

Personalità poliedrica del mondo alpinistico con spiccate propensioni a conoscere avventure egenti del mondo. A conoscere per far conoscere. Da qui la sua attenzione alle azioni di solidarietàumana come esperto di emergenze e di cooperazione allo sviluppo in decine di Paesi di variContinenti. Lo si può definire un genius loci attento all’ambiente, alle linee artistiche delle primevie, alla scoperta dei nuovi movimenti non solo in ambito alpinistico. Il suo impegno è difatti nonper se stesso, tanto è vero che articoli, fotografie e libri lo documentano in epoche diverse:naturale anche, e per certi versi straordinaria, la sua disponibilità a misurarsi con i problemiamministrativi in qualità di sindaco a Recoaro Terme. La sua attuale presenza e il progetto sottesoper ridare vita a un nido d’aquila come il rifugio Boccalatte è il sigillo coerente e significativo diuna vita attenta agli altri.

La Giuria, sentito il parere della Fondazione Dolomiti UNESCO, assegna il Premio Speciale Dolomiti UNESCO 2017

Sergio ReolonUna vita all'insegna dell'impegno civile per il bene comune, a sostegno della montagna abitata,della giustizia sociale e dei diritti civili. Questa la sintesi della sua lunghissima e appassionataattività di politico e amministratore, Presidente della Provincia di Belluno dal 2004 al 2009 einfine Consigliere regionale della Regione del Veneto. La montagna come bene da conoscere evalorizzare nella sua specificità, governando attraverso l'azione politica i conflitti legati allosfruttamento eccessivo delle risorse (l'acqua in primis) e al prorompere di modelli economico-culturali propri delle aree metropolitane, diventando un punto di riferimento per molti, anchedopo la sua scomparsa. La sua attività non si è limitata ai confini della Provincia di Belluno ma,con lucidità e lungimiranza, la sua visione ha sempre avuto una dimensione trasversale epanalpina. La testimonianza più significativa di questo suo impegno è stato il lungo, appassionatolavoro che ha condotto, in stretta collaborazione con le altre amministrazioni provinciali eregionali, all'inserimento delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Unasintesi della sua visione dei territori alpini e un'indicazione della via da seguire per valorizzarequesto immenso patrimonio è contenuta nelle due pubblicazioni “Alpi regione d'Europa” e “KillHeidi”, suo testamento politico e culturale.

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FERRUCCIO SVALUTO MOREOLO Domegge di Cadore (BL) 1959

Premio Pelmo d’Oro 2017 per l’alpinismo in attività

Una visione completa dell'alpinismo. Più di 150 vie nuove di elevata difficoltà, classiche emoderne, aperte in special modo nelle Dolomiti del Cadore, oltre a ripetizioni invernali, solitarie,prime salite su cascate di ghiaccio e prime discese di sci estremo, portando il nome dell'alpinismoBellunese anche in Groenlandia, Nepal e nelle Ande con nuovi itinerari di estremo valore. Guidaalpina, volontario di Soccorso alpino ed elisoccorritore, rifugista, scrittore e scultore amatoriale:segno del profondo legame con la propria terra al di là della prestazione sportiva. “Fin da piccolo mi arrampicavo ovunque si potesse salire: piante, muri, pareti erbose, aiutatomoralmente da una corda di canapa di 7 metri, alcuni chiodi da ferramenta, nonché da alcunicompagni che danno forfait uno dopo l'altro.Sopravvissuto a queste esperienze, mia zia, grande amante della montagna pensò bene di rovinarsila vita dicendo ai miei genitori: "Lo porto io in montagna, così lo tengo d'occhio...", maprobabilmente perdette la vista quando mi vide salire le ferrate slegato in fianco al cavo disicurezza.Dopo diversi anni il CAI di Pieve di Cadore e con la collaborazione dei Ragni organizza un corso diroccia, che risultò fondamentale perché mi diede i rudimenti di tecnica ma soprattutto mi fececonoscere i compagni di tante avventure future.La bramosia e l'entusiasmo per uscire con i maestri erano sempre maggiore. Nel mio paesinoc'erano alcuni alpinisti di stampo classico, e tutti i sabati quando mi presentavo alla loro porta, lascusa per non portarmi con loro era sempre la stessa. S'inventavano che sarebbe piovuto, maalzando lo sguardo il cielo diventava sempre più blu. Finché un giorno si decisero e quel giornocapii cosa voleva dire far parte di un gruppo di alpinismo eroico. Attaccammo la cengia di Ball sulMonte Pelmo, l'imbrunire era vicino mentre nuvole minacciose si accingevano verso di noi. Cosìvia fino al rifugio Venezia ed una volta arrivato capii molte cose. Si brindò e ciò che successe dopola prima bottiglia non me lo ricordo più. Ma il messaggio era chiaro. Quei maestri mi fecero capireche eroico non era arrampicarsi ma, tornare a casa, dai propri cari.”

Guida dell’associazione “Guide Alpine 3 Cime” di Auronzo di Cadore, socio e Presidente delGruppo Rocciatori Ragni di Pieve, con i quali ha fatto una decina di spedizioni all’estero ed haaperto oltre 150 nuove vie sulle Dolomiti, la prima sulle Marmarole, nell’ormai lontano 1980.Attualmente opera anche come membro dell’elisoccorso di Pieve e di Treviso. Scrive poesie ed ha collaborato ad alcune guide.Da ricordare tra le spedizioni: quella sull’Ingollfjeld, in Groenlandia, negli anni ‘80, conl’auronzano Gianni Pais Becher (in collaborazione con il Centro Studi Ligabue ed il Museo diStoria Naturale di Venezia): 3 salite nuove di cui una cima inviolata, roccia e misto difficoltà fino al6+°. In India e in Nepal, 5 salite di cui una via nuova e con obiettivo la cima dell’Amadablan, nel2013 sulle Marmarole la nuova via dedicata a Tiziano, aperta in cordata con Alex Pivirotto delGruppo Ragni di Pieve. Un rilevante palmares di vie nuove, alcune varianti e altre di pochi tiri, invernali, spedizioni ediscese ripide con gli sci così riassunto in breve:

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Marmarole, Pupo di San Lorenzo, 4 nuove vie di cui due in solitaria più una prima solitaria viaTabacchi, difficoltà fino all'8°; Cresta degli Invalidi e Croda bianca, 6 vie nuove difficoltà, fino al7°.Sempre sulle Marmarole (su roccia ottima e circondata da un ambiente selvaggio e suggestivo):

– Croda dell'Arbel via nuova “Guide Tre Cime”, difficoltà fino al 7°+ con 13 ore diarrampicata;

– Corno del Doge, Sabbioni, Bel Prà Croda De Marchi, 10 vie nuove, difficoltà fino all'8+°.Gruppo Sorapis Croda del Fogo e Tre Sorelle, due vie nuove difficoltà fino al 7+°.Gruppo Antelao Torrione Salvella, contrafforti Torrione san Vito, Becètt, Ciauderona, 10 vie nuovedifficoltà fino all'8+°.Gruppo Tofane, Tofana di Rozes 7 vie nuove, da segnalare la via del 50° del Soccorso Alpino,difficoltà fino al 9° e Segantini.Le nuove a cui è più affezionato: sugli Spalti di Toro: la Guido Rebeschini e la Giancarlo Milan,alla Punta Koeghel, difficoltà fino all'8°. Cadini di Misurina, via Dolce Irene, difficoltà fino all'8°.Tre Cime di Lavaredo, la Marco Zambelli fino all'8°. Gruppo Croda da Lago, Torre Dusso via delBicentenario, fino all'8°.Croda Bassa via nuova al 9°.Lagazuoi, Casa degli Dei via nuova difficoltà fino all'8°.

Salite in invernaleSalite di decine di cascate nuove primi anni ottanta, fino al 6°+, anche in solitaria.Prima Salita in giornata spigolo Scoiattoli Rocchetta Alta di Bosconero e prima invernale viaDorotei.Altre prime invernali: via Fanton alla cima Salina, via nuova Croda Bianca; via Olivo Cresta degliInvalidi, Dito di Dio via Comici, Tre sorelle via Cozzolino, via Bellodis Franceschi al Pelmo, viaPietro Segantini alla Tofana di Rozes con Mauro Valmassoi, via Olimpo prima parte, via Polacchi,al Pan di Zucchero Civetta, in giornata via Solleder in Civetta.

Con gli sci:Due prime discese Casera Razzo pendenza fino a 60°, due sui Cadini di Misurina fino a 60°, due sulgruppo Miaron, fino 60°, due sul Cristallo, fino 60°; inoltre discese del Vallecant, Bernardi,Staunies, Nord del Gran Paradiso, nord Marmolada, Spalti di Toro. Due prime discese oltre 60°Canale Arnaldi e Menini sull'Antelao, cime di Forca Rossa e decine di altre discese sopra i 50°. L'ultima, la più difficile anche dal punto di vista mentale, la est del Pelmo.

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BRUNO DE DONA'San Tomaso Agordino (BL), 1953

GIORGIO DE DONA'San Tomaso Agordino (BL), 1958

Premio Pelmo d’Oro 2017per la carriera alpinistica

Fratelli nella vita, per sangue e lavoro: perfetta simbiosi d’amore e di purezza ideale per lamontagna, hanno scritto pagine memorabili nella storia dell’alpinismo italiano ed extraeuropeo inuna straordinaria stagione di eccezionali imprese sulle pareti delle Dolomiti Bellunesi e delmondo.

Bruno.Comincia ad arrampicare e a praticare con continuità l’alpinismo nel 1974 ripetendo alcunevie classiche soprattutto in Civetta, Focobón, Agnèr, Marmolada assieme a vari compagni dicordata, per intraprendere poi la via delle spedizioni extraeuropee, mettendo all’attivoun’impressionante serie di ascensioni di prim’ordine.Si distingue subito per le innate doti di scalatore purosangue e in soli tre anni, dal 1975 al 1978,apre una ventina di nuovi itinerari, effettua alcune scalate invernali, diverse solitarie e una decina diprime ripetizioni in Dolomiti. Nel 1976 diventa aspirante Guida alpina e volontario del CNSAS.Nel novembre 1977 partecipa alla spedizione al Cerro Fitz-Roy nelle Ande Patagoniche(componenti: Giuliano Giongo, Guido Pagani, Piero Perrod, Benvenuto Laritti, Tony Rainis,Cesarino Fava, Gianluigi Quarti) e, dopo la vetta del Fitz, conquista con Guido Pagani una cimavergine adiacente battezzata “Guglia Val Bióis”.Ritorna in Patagonia nel 1979 (con Cesare De Nardin e Giuliano Giongo) e poi nel 1980 per salirela parete Est della Torre Egger, riuscendovi con Giongo nel marzo 1980. Sale quindi, con il fratelloGiorgio, il Chimborazo in Ecuador, dove entrambi si trovavano per lavoro.Dal 1980 diventa artigiano (lavori di bonifica e consolidamento di pareti rocciose).Dal 1981 al 1984 realizza altre nuove vie, un paio di solitarie e di salite invernali in Dolomiti. Nel1981 porta a termine la salita della sud dell’Alpamayo con Claudio Nardi, e nel 1983 tenta la scalatainvernale al Cerro Torre, con Giongo e il fratello Giorgio.Una serie di vie nuove anche nel 1985 in Dolomiti, mentre in Nepal scala il Cholatze con DarioBeretta.Nel decennio successivo, dal 1986 al 1995, apre una ventina di nuovi itinerari, alcuni in solitaria inDolomiti, poi ancora in Patagonia nel 1989 (Cerro Fortaleza, Via “Dino Buzzatti” con Marco Zago(poi caduto con l’elicottero Falco), Fabio Rufus Bristot, Mirella Scola, Mauro Piccolin, RobertoCanzan, Sandro Dal Mas); in Yosemite e in Alaska (Mount Dikey, con Giuseppe Bagattoli, PaoloBorgonovo, Fabrizio De Francesco, Fabio Leoni, Mario Manica, Denny Zampiccoli; quindi MountThorn con Mario Manica) e il Mount Mc Kinley in solitaria nel 1991. Nel 1992 è sulle Torri delPaine (via “delle Mamme” alla Torre Centrale e realizzando poi lo straordinario concatenamento insolitaria delle tre torri in 44 ore: Cerro Painetto Via “dell’ Agordino”; Cerro Almirante Nieto Via“San Tomaso”) e prima di rientrare sale l’Aconcagua con la moglie Mirella Scola, Sandro Tomè eZilio Leri.Nel 1990 diventa Guida alpina. Nel 1995, per 20 anni fino al 2015, è gestore con la moglie Mirelladel Rifugio Mulaz nelle Pale di S. Martino. Ma dal 1995 fino ai nostri giorni, continua a rimanere in

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attività come Guida alpina, realizzando un’altra ventina di nuove vie in Dolomiti, nonostante ungrave incidente alpinistico subito nel 2007.Sia lui che il fratello Giorgio godono da sempre dell’amicizia, ricambiata, di un grandedell’alpinismo come Armando Aste, con loro sempre prodigo di consigli dettati dalla sua esperienzae saggezza.Entrambi i fratelli concepiscono la pratica dell’alpinismo secondo gli ideali della miglior tradizione,schivi d’ogni esibizionismo, che li ha comunque portati a compiere un numero ormai non piùquantificabile di imprese di assoluto valore - segno distintivo della loro discrezione (a Bruno nel1992 è stato fra l’altro conferito il premio “l’Agordino d’oro- I discreti”) e mancanza di“protagonismo”, sempre con limitato uso di mezzi artificiali: ne fanno soprattutto fede larisoluzione degli ultimi problemi delle Pale di S. Martino negli anni ’90 e le innumerevoli conquistesulle Ande.La sua altrettanto intensa attività si compie in gran parte assieme al fratello e lo porta a realizzareuna sessantina di nuove vie, quasi tutte con Bruno (tra le quali la N del Campanile Alto di Lastéi sulFocobón; lo spigolo SO della Terranova, la S della Torre dei Monachesi, la SE della Cima Su Alto,ecc. in Civetta; una decina di salite invernali (diedro O del Campanil Alto di Lastéi, la NO del Pandi Zucchero, la cresta S della Civetta, lo spigolo NO della Cima De Gaspari, la NO dell’ Agnerecc..) e altrettante prime ripetizioni in Dolomiti. Partecipa al tentativo invernale al Cerro Torre nel1983, ed effettua alcune salite extra-europee sulle Ande (1980 Ecuador, 2001 Nepal, 2006 Perù,2016 Bolivia). Volontario del CNSAS dal 1980. Coltiva da sempre grande interesse per la cultura ele tradizioni locali, curando nel 2009 la pubblicazione “Toponimi della Val di Garés” e nel 2010 “Inomi locali del Comune di San Tomaso Agordino”, avendo in programma altre analoghe iniziativerelative alla Valle del Bióis.

Giorgio. Artigiano dal 1980 (lavori di bonifica e consolidamento di pareti rocciose). Seguendo econdividendo l’istinto e la passione del fratello, nel 1971 - poco più che tredicenne - aveva già salitole ferrate del Civetta e ripetuto nel 1976 l’impegnativa via Philipp-Flamm, sempre in Civetta. La sua altrettanto intensa attività si compie in gran parte assieme al fratello e lo porta a realizzareuna sessantina di nuove vie, quasi tutte con Bruno (tra le quali la N del Campanile Alto di Lastéi sulFocobón; lo spigolo SO della Terranova, la S della Torre dei Monachesi, la SE della Cima Su Alto,ecc. in Civetta; una decina di salite invernali (diedro O del Campanil Alto di Lastéi, la NO del Pandi Zucchero, la cresta S della Civetta, lo spigolo NO della Cima De Gaspari, la NO dell’ Agnerecc..) e altrettante prime ripetizioni in Dolomiti. Partecipa al tentativo invernale al Cerro Torre nel1983, ed effettua alcune salite extra-europee sulle Ande (1980 Ecuador, 2001 Nepal, 2006 Perù,2016 Bolivia). Volontario del CNSAS dal 1980. Coltiva da sempre grande interesse per la cultura ele tradizioni locali, curando nel 2009 la pubblicazione “Toponimi della Val di Garés” e nel 2010 “Inomi locali del Comune di San Tomaso Agordino”, avendo in programma altre analoghe iniziativerelative alla Valle del Bióis.

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DANIELA PERCOBrunico (Bolzano), 1953

Premio Pelmo d’Oro 2017per la cultura alpina

Antropologa, autrice e curatrice di numerose pubblicazioni sulle tradizioni, i saperi, fiabe eleggende popolari, sull'emigrazione, con particolare attenzione all'esodo verso il Brasile e allebalie da latte, nonché di mostre e allestimenti in diversi ambiti culturali, riservando una specialededizione alla montagna e, soprattutto, a quella bellunese. Ha diretto a lungo, dopo averlo ideato,il Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi aSeravella di Cesiomaggiore, prestigioso istituto che raccoglie le testimonianze, materiali e non,della vita quotidiana delle nostre genti, e punto di riferimento per la ricerca e la catalogazione dibeni demoetnoantropologici a livello regionale e nazionale. Relatrice in vari convegni econferenze, ha evidenziato e interpretato lo spirito e i valori delle popolazioni rurali montane.

Antropologa, si occupa di letteratura, di tradizione orale, di emigrazione e dimuseologia. Ha effettuato numerose ricerche in Egitto meridionale e nell'area alpinadel Veneto e del Trentino. A partire dal 1990 ha coordinato, per conto dellaFondazione Benetton di Treviso, un progetto storico-antropologico sull'emigrazioneveneta in Brasile presso le comunità di origine veneta del Rio Grande do Sul e diSanta Catarina. E' stata docente di Etnologia, Museologia e Museografia pressol'Università di Padova, di Antropologia dell'alimentazione per il Master “Cultura delcibo e del vino” dell'Università di Venezia. Ha pubblicato una settantina di saggiscientifici tra i quali i 18 volumi della collana del Museo etnografico della provinciadi Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Seravella di Cesiomaggiore)che ha diretto per quasi vent'anni (dal 1997) curandone la progettazione el'allestimento. Il museo etnografico di Seravella, gioiello incastonato ai piedi delleDolomiti, custodisce e rappresenta il patrimonio culturale materiale e immaterialedell'intera provincia di Belluno. Daniela Perco ha collaborato anche all'allestimentodi altri musei tra i quali citiamo il Museo dell'occhiale a Pieve di Cadore, e il Museodel chiodo a Forno di Zoldo.Membro di diversi comitati scientifici, conservatrice onoraria del Museo degli usi ecostumi della gente trentina e studiosa di riferimento a livello nazionale per lacatalogazione dei beni DEA, continua a svolgere le proprie ricerche, e a pubblicaresaggi e articoli e soprattutto a frequentare il “suo” museo apportando un preziosocontributo scientifico e umano.

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LORENZO MASSAROTTO(Santa Giustina in Colle, 1950 – Valli del Pasubio, 2005)

Pelmo d’Oro 2017Menzione Speciale alla memoria

Doveroso omaggio alla memoria di un alpinista straordinario, che sulle pareti più imponenti e piùrecondite delle montagne bellunesi ha lasciato un'impronta indelebile, rivoluzionaria per stile ecoerenza, che rimarrà attuale per molti anni a venire.

Gli amici, un po' per scherzo ma molto sul serio, lo chiamavano il “Potente Mass”. Dopo la suascomparsa colpito da un fulmine all'uscita di una per lui facile via in Piccole Dolomiti, è statospesso accomunato a Paul Preuss con l'appellativo di “cavaliere della montagna”, sia per l'eticaferrea e lo stile con cui saliva le pareti più impegnative, sia per l'alone di mistero che haaccompagnato la sua attività, tanto che solo con il tempo e con l'impegno dei suoi compagni dicordata ed amici si sta riscoprendo a poco a poco l'enorme spessore delle sue realizzazioni. Nato in provincia di Padova, operaio prima disgaggiatore poi di professione, la sua attivitàalpinistica copre trent'anni circa. Le prime ripetizioni in montagna arrivano relativamente tardi, nel1973, cui presto già seguono però le vie in solitaria: Messner-Holzer al Castello della Busazza,Frisch-Corradini alla Pala del Rifugio, Barbier-Timillero alla Cima del Coro, Aste-Susatti alla PuntaCivetta, Cassin-Ratti e Carlesso-Sandri alla Torre Trieste, salita e discesa dello spigolo norddell'Agnèr. Notevole anche la prima ripetizione in arrampicata libera della via Rovereto alCampanile Basso, che testimonia già nel 1977 idee chiare e all'avanguardia e un livello tecnicoelevato.Nel 1979 partecipa alla sfortunata spedizione al Manaslu con Vittorio de Savorgnani, Bruno diLenna, Marco Simoni, Elvio Terrin e Maurizio Zanolla, con l'obiettivo della prima ascensione dellacresta est. Il tentativo si esaurì a quota 7500 metri per il maltempo, con conseguenze abbastanzagravi per alcuni dei componenti. Forse non è un caso che a questa sfortunata spedizione sia seguito per Lorenzo l'inizio di un periodoestremamente fecondo, quasi frenetico, soprattutto nei sottogruppi più nascosti e meno esplorati econosciuti delle montagne bellunesi. Gruppo dell'Agnèr, Pale di San Lucano, gruppo della Moiazza, Alpi Feltrine, Pale di San Martino iterreni prediletti. E' ingrato ridurre la sua attività a una mera contabilità, ma i numeri di questi venticinque anni diattività sono davvero impressionanti: prime ripetizioni, in cordata o in solitaria, prime invernali insolitaria, almeno 120 vie nuove, molte delle quali di considerevole sviluppo e difficoltà estreme,aperte sempre con un uso di chiodi che definire molto parco è eufemismo. La sua etica gli impedì diforare la roccia e quindi l'uso dei chiodi a pressione e bisogna ricordare che il ricorso agli attrezzi adincastro, dadi e friend, era appena agli inizi.L'allenamento psicofisico era il suo “attrezzo” principale:"Per fare veramente il settimo grado, e trovare magari l'ottavo, bisogna saltare al di là di unabarriera che si chiama sicurezza. Bisogna mettersi in pari con l'anima. (...) Bisogna che ci sianodelle spinte interne che giustifichino il rischio al quale si va incontro. Montagna come mezzo e noncome attrezzo" .

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Affrontare difficoltà per cui non si era sufficientemente preparati avrebbe significato “stravolgerela parete con una chiodatura eccessiva” cosa per lui inaccettabile, meglio aspettare il momentogiusto perchè allora “la salita diventa una cosa naturale, un vero viaggio sulla parete enell'anima”. Non stupisce che allora, ma anche oggi, pochi riescano a seguire i suoi passi, come dimostrano itanti differenti e pur validissimi compagni che si sono legati alla sua corda in queste primeascensioni e le scarsissime ripetizioni che contano gran parte delle sue vie, alcune delle quali sonoancora irripetute. E, si badi, non perché manchino di estetica o la roccia sia pessima, anzi spesso sitratta di veri capolavori che si affiancano a pieno titolo a quelli dei pochi grandi alpinisti che primadi lui avevano osato calcare quelle stesse pareti: Castiglioni, Detassis, Cozzolino, Aste, Livanos,Messner, Casarotto. Per concludere il ritratto non si può mancare di citare tra molte altre la prima ripetizione e primasolitaria al diedro Casarotto-Radin allo Spiz di Lagunàz, le prime ripetizioni solitarie ed invernalidella via del Diedro alla Seconda Pala di San Lucano, della Canna d'Organo in Marmolada, delDiedro Philipp-Flamm in Civetta, il concatenamento invernale e solitario delle vie Vinci-Bernasconi all'Agnèr e Dal Bianco-Claus alla Torre Armena, la prima invernale al diedroCasarotto-De Donà allo Spiz di Lagunàz.

Forse anche lui potrebbe dirci, come ci dicono le montagne e come il vecchio al poeta ToninoGuerra: Ricordati che la solitudine tiene compagnia.

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FRANCESCO ANGELO PERLOTTO (FRANCO)Vicenza, 1957

Pelmo d’Oro 2017 PREMIO SPECIALE GIULIANO DE MARCHI

Personalità poliedrica del mondo alpinistico con spiccate propensioni a conoscere avventure egenti del mondo. A conoscere per far conoscere. Da qui la sua attenzione alle azioni di solidarietàumana come esperto di emergenze e di cooperazione allo sviluppo in decine di Paesi di variContinenti. Lo si può definire un genius loci attento all’ambiente, alle linee artistiche delle primevie, alla scoperta dei nuovi movimenti non solo in ambito alpinistico. Il suo impegno è difatti nonper se stesso, tanto è vero che articoli, fotografie e libri lo documentano in epoche diverse:naturale anche, e per certi versi straordinaria, la sua disponibilità a misurarsi con i problemiamministrativi in qualità di sindaco a Recoaro Terme. La sua attuale presenza e il progetto sottesoper ridare vita a un nido d’aquila come il rifugio Boccalatte è il sigillo coerente e significativo diuna vita attenta agli altri.

Franco Perlotto è alpinista solitario, viaggiatore e scrittore. Ha all’attivo alcune migliaia diascensioni, dove spiccano 42 vie nuove tra le quali 10 in solitaria, 63 solitarie tra le quali 24 primesolitarie, 15 prime invernali. Tra le sue salite più importanti ci sono: la prima assoluta del SaltoAngel in Venezuela, due prime solitarie sul Capitan in California, la prima solitaria dei lunghissimipilastri del Trollryggen e del Breitind in Norvegia, le prime solitarie della via degli Svizzeri alGrand Capucin e della via Gervasutti al Pic Adolphe Rey sul Monte Bianco e varie prime solitariesulle Dolomiti. È esperto in cooperazione allo sviluppo ed ha coordinato progetti umanitari inAfghanistan, Territori Palestinesi, Sri Lanka, Bosnia, Sud Sudan, Ruanda, Congo e Ciad. InAmazzonia ha vissuto per tre anni con gli indios Yanomami e per quattro anni ha coordinato unprogramma del Ministero degli Esteri contro gli incendi forestali. Gli è stata conferita una laurea adhonorem in educazione e divulgazione ambientale. Collabora con testate italiane ed internazionalied ha pubblicato vari libri tra i quali: Spirito Libero e Indio (romanzo) per Alpine Studio Editore;Un Mondo Mille Guerre; Terre di Nessuno; La Terra degli Invisibili, romanzo pubblicato da MarcoTropea Editore; Dal Free Climbing all’Avventura; Pareti Lontane; Free Climbing edito da Sperlinge Kupfer; Guida alle Grandi Pareti del Mondo (Mursia); Manuale dell’Alpinismo (Sperling eKupfer). Attualmente gestisce il piccolo rifugio Boccalatte abbarbicato sulle Grandes Jorasses(Monte Bianco).Del curriculum alpinistico di Franco Perlotto fanno parte alcune migliaia di ascensioni, dovespiccano 42 vie nuove tra le quali 10 in solitaria, 63 solitarie tra le quali 24 prime solitarie, 15 primeinvernali.Guida alpina dal 1976 e Istruttore del CAI ha fatto parte della squadra di Soccorso Alpino diValdagno Recoaro. E’ tecnico di Soccorso Alpino proveniente dalla scuola di Franco Garda.

Tra le sue salite più note si ricordano: Via nuova e prima assoluta della parete est del KINABALU in Borneo (6°/A2) Prima solitaria di LURKING FEAR al Capitan, primo italiano da solo sull’immensa parete

(6°/A3 sup., quattro giorni in parete). Esplorazione del canyon orientale del CERRO DUIDA nell’Amazonas venezuelana con la

scoperta di cascate altissime (venticinque giorni di giungla).

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Via nuova e prima assoluta della parete sud del CERRO KUKENAM nella Guianavenezuelana (7°/ A3, tre giorni in parete).

Via nuova e prima assoluta della parete nord del MONTE TRIKORA (4750 metri) in IrianJaya Papua (6° grado superiore).

Via nuova e prima assoluta della parete sinistra del SALTO ANGEL, la cascata più alta delmondo in Venezuela (7°/A3, quattro giorni in parete).

Esplorazione del Canyon del CERRO DUIDA nell’Amazonas venezuelana. Via nuova di 6° grado sulla CIMA DI CEDA nel Gruppo di Brenta. Via nuova di 5° sulla Cima Kerle in Pasubio. Via nuova di 7° sulla torre Valdagno sul Carega. Scoperta ed esplorazione di un intero gruppo di montagne nell’Amazonas brasiliana che ha

chiamato SERRA DO POHORO, dal nome della tribù di indios che vive alle pendici. Ritrovamento degli indios Kunapumatheri tra le montagne della SERRA IMERI

nell’Amazonas brasiliana, una delle ultime tribù non ancora contattate. Apre in solitaria una via nuova sulle TIMBUCTU TOWERS sul Capitan nella Yosemite

Valley (7°/A4, quattro giorni in parete). Realizza sulla DEVIL’S TOWER nel Wyoming, la prima italiana del grado 5.12

corrispondente al 9° grado. Prima salita europea del TANGERINE TRIP considerata la via più strapiombante del

Capitan nella Yosemite Valley in California (7°/A4, tre giorni in parete). Prima solitaria del TROLLRYGGEN, in Norvegia, che con i suoi duemila e quattrocento

metri di roccia è la via più lunga d’Europa (6° sup./A1, ventiquattr’ore di arrampicata non stop).Traccia una variate di 800 metri alla via originale.

Prima solitaria del pilastro est BREITIND in Norvegia. Prima solitaria della parete Sud del KONGEN in Norvegia. Tre vie Nuove sul VAGENKALLEN sulle Lofoten in Norvegia Via nuova sulla parete nord dell’ADRIANE nelle montagne sahariane dell’Hoggar algerino

(5° e 6°). Prima italiana di DIHADRAL WALL al Capitan nella Yosemite Valley (7°/A3 sup., quattro

giorni in parete). Seconda italiana del NOSE al Capitan nella Yosemite Valley (7°/A2, tre giorni in parete). Prima italiana della SALATHE WALL al Capitan nella Yosemite Valley (7°/A3 sup.,

quattro giorni in parete). Prima italiana della Directe NW Face sull’Half Dome nella Yosemite Valley (7°/A4, tre

giorni in parete). Prima solitaria della via degli Svizzeri al GRAND CAPUCIN, sul monte Bianco (6°/A1). Prima solitaria della Gervasutti al PIC ADOLPHE Rey, Monte Bianco. Prima solitaria, prima invernale e prima ripetizione della direttissima Dibona Bonafede allo

SPIGOLO GIALLO sulle Tre Cime di Lavaredo (6° grado sup./A3, tre giorni in parete). Prima ripetizione della via dei Fachiri sulla CIMA SCOTONI, nel gruppo dei FANIS (6°

grado sup.). Via nuova sulla sud della Cima PICCOLA DI LAVAREDO (6° grado). Decine e decine di salite solitarie tra le quali il Pilastro della Tofana, lo Spigolo del Pilastro,

la via Lacedelli alla Cima Scotoni, la Solleder al Sass Maor, la Minuzzo alla Cima Grande diLavaredo e tante altre.

Nel 1971 inizia ad arrampicare sul Becco di Mezzodì sulle Dolomiti Orientali.

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Ha arrampicato con grandi alpinisti della sua epoca e della generazione precedente quali RiccardoCassin, Raffaele Carlesso, Renato Casarotto, Alessandro Gogna, con i britannici Chris Bonington,Joe Tasker, Alex Macyntire, Peter Livesey, con gli americani Yvon Chouinard, Mike Ghraham, conil norvegese Hans Christian Doseth, con il tedesco Reinhard Karl e con molti altri. E’ stato uno deiprimissimi divulgatori del concetto di Free Climbing e Clean Climbing in Italia.

Ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo di nuovi prodotti per l’alpinismo e perl’arrampicata con il marchio Think Pink del quale è stato promotore, con le scarpe Asolo Canyon,tra le prime in Italia a suola liscia e con i materiali di Cassin.

IL PREMIO SPECIALE GIULIANO DE MARCHI

Nell’ambito del Premio Pelmo d’Oro, istituito dalla Provincia di Belluno nel 1998, per ilriconoscimento a persone fisiche, enti pubblici e privati di particolari meriti acquisiti nell’ambitodell’alpinismo e della solidarietà alpina, della conoscenza e promozione della cultura, della storia edelle tradizioni delle genti di montagna, l’Amministrazione Provinciale ha istituito nel 2010 ilPREMIO SPECIALE “GIULIANO DE MARCHI”, medico, alpinista, accademico del CAI,componente della Commissione medica del CAI, volontario del Soccorso Alpino, socio fondatore diMountain Wilderness, già insignito del Premio Pelmo d’oro all’Alpinismo in attività nel 2005,componente della giuria del premio dal 2006, caduto sul monte Antelao il 5 giugno 2009.Giuliano De Marchi è stato soprattutto un uomo,che ha saputo ascoltare la montagna cogliendone i valori di rispetto solidarietà e abnegazione; che ha vissuto con passione le bellezze e le forme della natura; che ha amato le espressioni artistiche dell’uomo;che ha aspirato in alto, mettendo alla prova i propri limiti, mantenendo però, curiosità e gioia nellecose di tutti i giorni, trovando la grandezza del piccolo; che ha saputo essere serenamente e apertamente se stesso, coerente, diretto e disinteressato, difronte a tutti;ha praticato l’alpinismo sulle montagne del mondo in silenziosa umiltà rendendosi protagonista digrandi imprese e praticando i valori della solidarietà alpina, dell’amore per la natura, la montagna ele sue genti, continuando con passione e dedizione la professione medica.

Nel 2010, 2011, 2013, 2014, 2015 e 2017 la Giuria Premio Pelmo d’oro ha assegnato il PREMIOSPECIALE “GIULIANO DE MARCHI”, dedicato alle donne e agli uomini che con particolareimpegno, dedizione e passione sono stati testimoni dei valori universali delle genti di montagna,portando un contributo originale e rilevante alla loro conoscenza, conservazione e valorizzazione.

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SERGIO REOLONCaracas (Venezuela), 1951 – Belluno, 2017

Pelmo d’Oro 2017Premio Speciale Dolomiti UNESCO

Una vita all'insegna dell'impegno civile per il bene comune, a sostegno della montagna abitata,della giustizia sociale e dei diritti civili. Questa la sintesi della sua lunghissima e appassionataattività di politico e amministratore, Presidente della Provincia di Belluno dal 2004 al 2009 einfine Consigliere regionale della Regione del Veneto. La montagna come bene da conoscere evalorizzare nella sua specificità, governando attraverso l'azione politica i conflitti legati allosfruttamento eccessivo delle risorse (l'acqua in primis) e al prorompere di modelli economico-culturali propri delle aree metropolitane, diventando un punto di riferimento per molti, anchedopo la sua scomparsa. La sua attività non si è limitata ai confini della Provincia di Belluno ma,con lucidità e lungimiranza, la sua visione ha sempre avuto una dimensione trasversale epanalpina. La testimonianza più significativa di questo suo impegno è stato il lungo, appassionatolavoro che ha condotto, in stretta collaborazione con le altre amministrazioni provinciali eregionali, all'inserimento delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Unasintesi della sua visione dei territori alpini e un'indicazione della via da seguire per valorizzarequesto immenso patrimonio è contenuta nelle due pubblicazioni “Alpi regione d'Europa” e “KillHeidi”, suo testamento politico e culturale.

Presidente della Provincia di Belluno dal 2004 al 2009, tra il 1990 e il 2002 ha ricopertol’incarico di Assessore e Vice-presidente, e nel 1980 e nel 1985 quella di Consigliereprovinciale. Nelle elezioni regionali del Veneto del 2010 è stato eletto ConsigliereRegionale. Si è occupato per anni dei temi dello sviluppo delle aree montane, impegnandosia favore di maggiori forme di autonomia a fronte del riconoscimento delle specificità dellamontagna e per avere risposte adeguate nelle agende politiche e di programmazione a tutti ilivelli istituzionali, locali, regionali e nazionali. Appassionato alla problematica della tuteladelle acque ha pubblicato “Il conflitto dell’acqua - il caso Piave”. Già Presidente del CentroInternazionale per la Civiltà dell’Acqua, nella sua attività professionale ha ricoperto variincarichi nel mondo della cooperazione occupandosi in particolare del settore agricolo. Nel2010 ha pubblicato insieme a Marcella Morandini “Alpi regione d’Europa – da areageografica a sistema politico”, segnalato al Premio ITAS e premiato nella sezione Saggisticadi Leggimontagna 2012. L'ultimo suo libro “Kill Heidi” è stato per amore: “Ho volutoscrivere perché fortemente innamorato della mia provincia”, ha detto in un videomessaggioSergio Reolon, un vero montanaro civicus.

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IL PREMIO PELMO D’ORO

L’istituzione del Premio annuale itinerante denominato “Pelmo d’Oro” è stata decisa dal Consiglioprovinciale di Belluno contestualmente all’approvazione del bilancio di previsione 1998. Il 12maggio 1998, la Giunta ha stabilito i criteri di valutazione e ha costituito la prima commissionegiudicatrice: presidente l’assessore provinciale al Turismo Massimiliano Pachner delegato dalPresidente della Provincia Oscar De Bona, componenti l’alpinista Agostino Da Polenza, la guidaalpina Gianni Pais Becher, l’accademico del CAI Italo Zandonella Callegher, l’allora presidentegenerale del CAI Roberto De Martin, la guida alpina Soro Dorotei.Componenti della Giuria della XX edizione del Premio “Pelmo d’Oro”: Daniela Larese Filon, giàPresidente della Provincia di Belluno; Orietta Bonaldo, Accademico del CAI; Paolo Conz GuidaAlpina, istruttore regionale e tecnico del Soccorso alpino; Roberto De Martin past Presidente delClub Alpino Italiano, del Club Arc Alpin e Presidente del Trento Film Festival; Cesare Lasenmembro del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO; Loris Santomaso giàdirettore-responsabile della rivista Le Dolomiti Bellunesi; FinalitàLa Provincia di Belluno istituisce il Premio “PELMO D’ORO” finalizzato al riconoscimento deiparticolari meriti acquisiti da persone fisiche, enti pubblici e privati da associazioni e sodalizinell’ambito dell’alpinismo e della solidarietà alpina, della tutela e valorizzazione dell’ambiente edelle risorse montane, della conoscenza e promozione della cultura, della storia, e delle tradizionidelle comunità delle Dolomiti Bellunesi. E’ aperto, quindi, a tutte le espressioni di approccio econfronto con la montagna, in particolare a tutte le forme e ai modi di divulgazione dei valori di unpatrimonio unico al mondo quali sono le Dolomiti Bellunesi.Tre, secondo regolamento, gli ambiti di giudizio della commissione giudicatrice:Sezione alpinismo in attività – Il Premio viene conferito ad alpinisti o gruppi di alpinisti, sia italianisia stranieri, che abbiano svolto una significativa attività nelle Dolomiti Bellunesi nel campodell’alpinismo classico, dell’alpinismo moderno o nell’arrampicata sportiva, contribuendo allascoperta, conoscenza e valorizzazione delle Dolomiti Bellunesi o compiendo imprese di eccezionalerilievo.Sezione alla carriera alpinistica – Il Premio viene conferito ad alpinisti, gruppi di alpinisti oistituzioni, italiani o stranieri, che nel corso della loro carriera abbiano dato lustro alle DolomitiBellunesi ed alla provincia di Belluno anche realizzando imprese di carattere internazionale.Sezione cultura alpina – Il premio viene conferito a persone, enti pubblici o privati associazioni esodalizi che con le loro opere scientifiche, artistiche o letterarie abbiano contribuito in modosignificativo alla conoscenza, valorizzazione e divulgazione delle Dolomiti bellunesi e delpatrimonio naturalistico ed ambientale della provincia di Belluno.Premio Speciale della Provincia Il premio viene attribuito a persone fisiche, anche non più in vita, associazioni, enti pubblici eprivati, per eccezionali meriti acquisiti nell’ambito delle finalità istitutive del premio, mediante ilconferimento annuale del “PREMIO SPECIALE PELMO D’ORO”.

Dal 2017 la Provincia di Belluno assegna uno speciale riconoscimento annuale su tematichespecifiche, come veicolo di divulgazione del riconoscimento UNESCO per promozione culturale,turistica, importanza geologica, paesaggistica, naturalistica e di qualità ambientale del territoriodolomitico, mediante il conferimento di un Premio Speciale dedicato alle Dolomiti UNESCO.

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L’ALBO D’ORO

1998 (Cortina d’Ampezzo)Alpinismo in attività: Gruppo Scoiattoli di Cortina d’AmpezzoCarriera alpinistica: Roberto SorgatoCultura alpina: Camillo Berti e i suoi collaboratoriSegnalazioni: Armando Da Roit “Tama”, Ettore Costantini “Vecio”, Bepi De FranceschMenzione d’onore: Papa Giovanni Paolo II

1999 (Belluno)Alpinismo in attività: Maurizio Zanolla “Manolo”Carriera alpinistica: Alziro MolinCultura alpina: Fondazione Giovanni AngeliniPremio speciale per la solidarietà alpina: Delegazione bellunese del Corpo nazionaledel Soccorso alpino e speleologico

2000 (Zoppé di Cadore)Alpinismo in attività: Marco AnghileriCarriera alpinistica: Cesare “Ceci” Pollazzon e Mariano De ToniCultura alpina: Olaf Beer

2001 (Selva di Cadore – Rifugio Aquileia)Alpinismo in attività: Gildo ZanderigoCarriera alpinistica: Franco MiottoCultura alpina: Casa editrice Nuovi Sentieri

2002 (Alleghe - Caprile)Alpinismo in attività: Mauro “Bubu” BoleCarriera alpinistica: Georges e Sonia LivanosCultura alpina: rivista “Le Dolomiti Bellunesi”Premio speciale: Reinhold Messner

2003 (San Vito di Cadore)Alpinismo in attività: Luisa Iovane e Heinz MariacherCarriera alpinistica: Ignazio PiussiCultura alpina: Luca Visentini e Mario CrespanMenzione speciale: Marcello Bonafede e Natalino Menegus

2004 (San Pietro di Cadore – Val Visdende)Alpinismo in attività: Gruppo Ragni di Pieve di CadoreCarriera alpinistica: Gabriele FranceschiniCultura alpina: Vico CalabròMenzione speciale: Angelo DevichMenzione speciale alla memoria: vescovo Vincenzo Savio

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2005 (Zoldo Alto – Fusine)Alpinismo in attività: Giuliano De MarchiCarriera alpinistica: Pierre MazeaudCultura alpina: Wolfgang ThomasethMenzione speciale: Alessandro Masucci e Pietro SommavillaPremio speciale della Giunta Provinciale: Mario Rigoni Stern

2006 (Feltre)Alpinismo in attività: Ivo FerrariCarriera alpinistica: Gruppo Rocciatori CAI FeltreCultura alpina: Robert StrifflerMenzione speciale: Andy Holzer e Erik WeihenmayerPremio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Internazionale “Dino Buzzati”in memoria di Nella Giannetto

2007 (Livinallongo del Col di Lana)

Alpinismo in attività: Alexander e Thomas HuberCarriera alpinistica: Alessandro GognaCultura alpina: Bepi De MarziPremio speciale della Giunta Provinciale: Rolly Marchi Menzione speciale: gestori di rifugi alpini ed escursionistici da 50 anniStella Alpina d’oro: Rifugi AlpiniRifugio Lavaredo – Auronzo di Cadore – famiglia Corte ColòRifugio Capanna Tondi – Cortina d’Ampezzo – famiglia VerziRifugio Cinque Torri – Cortina d’Ampezzo – famiglia AlbertiRifugi Croda da Lago Gianni Palmieri e Nuvolau - Cortina d’Ampezzo – famiglia Siorpaes “ki de Sorabànces”Rifugio Duca d’Aosta – Cortina d’Ampezzo – famiglia LancedelliRifugio Pomedes – Cortina d’Ampezzo – famiglia Ghedina “Bibi”Rifugio Giuseppe Volpi al Mulaz – Falcade – famiglia AdamiRifugio Tita Barba – Pieve di Cadore – famiglia CiottiRifugio Onorio Falier – Rocca Pietore – famiglia Del BonCampanula d’oro: Rifugi escursionisticiRemauro – Cibiana di Cadore – famiglia De ZordoAngelo Dibona – Cortina d’Ampezzo – famiglia Recafina Lago d’Ajàl – Cortina d’Ampezzo – famiglia DibonaItalo Lunelli – Comelico Superiore – famiglia Martini BarzolaiValparola – Livinallongo del Col di Lana – famiglia TreboPranolz – Trichiana – famiglia Magagnin

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2008 (Auronzo di Cadore)

Alpinismo in attività: Gigi Dal PozzoCarriera alpinistica: Armando AsteCultura alpina: Lothar BrandlerPelmo d’Oro: Riccardo CassinMenzione speciale: Valerio QuinzPremio speciale della Giunta Provinciale: Alpini del 7° Reggimento

2009 (Agordo)

Alpinismo in attività: Gianni GianeselliCarriera alpinistica: Richard GoedekeCultura alpina: Mauro CoronaPremio speciale della Giunta Provinciale: Sezione Agordina del Cai, Gruppo Gir, Stazione diAgordo del CNSASMenzione speciale: Campanula d’oro: famiglia Vascellari, gestori da 50 anni del rifugioescursionistico “Capanna degli Alpini” – Calalzo di Cadore Menzione speciale: riconoscimento alle famiglie bellunesi per il trentennale impegnod’alpeggio

Famiglia De Nardin – AgordoFamiglia Miola – AgordoFamiglia Bressan – AgordoFamiglia Follador – FalcadeFamiglia Pescosta – FalcadeFamiglia Giacometti – FeltreFamiglia Zatta – FeltreFamiglia Villabruna – FeltreFamiglia De Paoli – FeltreFamiglia Curto – QueroFamiglia Casanova Borca – San Pietro di CadoreFamiglia Pradetto Cignotto – San Pietro di CadoreFamiglia Corso – Seren del GrappaFamiglie Facchin e Guerriero – Sovramonte

2010 (Tambre)

Alpinismo in attività: Pietro Dal PraCarriera alpinistica: Giuseppe “Bepi” CaldartCultura alpina: Manrico Dell’AgnolaPremio speciale della Giunta Provinciale: Guide Alpine della Regione VenetoMenzione speciale alla memoria: Benito SavianePremio speciale Giuliano De Marchi: Enzo De Menech “Bubu”

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2011 (Comélico Superiore)

Alpinismo in attività: Marino Babudri e Ariella SainCarriera alpinistica: Mariano Frizzera e Sergio MartiniCultura alpina: Cesare LasenPremio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Bellunesi nel MondoMenzione speciale alla memoria: Matteo FioriMenzione speciale: Achille CarbognoMenzione speciale: Flavio FaoroMenzione speciale: Gruppo Ricerche Culturali di Comélico SuperiorePremio speciale Giuliano De Marchi: Giacomo Cesca

2012 (Pieve di Cadore)Alpinismo in attività: Alessandro BaùCarriera alpinistica: Silvia Metzeltin e Adriana ValdoCultura alpina: TelebellunodolomitiMenzione speciale alla memoria: Alberto Bonafede e Aldo GiustinaMenzione speciale: Giorgio Ronchi

2013 (Longarone)Alpinismo in attività: Venturino De Bona e Renato PancieraCarriera alpinistica: Franco SolinaCultura alpina: Walter Musizza e Giovanni De DonàPremio speciale della Giunta Provinciale: Mario FabbriMenzione speciale: Francesco Turrin Premio speciale Giuliano De Marchi: Équipe Ambulatorio Giuliano De MarchiPelmo d’Oro: Club Alpino Italiano

2014 (Falcade)Alpinismo in attività: Nicola TondiniCarriera alpinistica: Soro DoroteiCultura alpina: Carlo Mondini e Aldo VillabrunaMenzione speciale alla memoria: Vittorino Cazzetta Premio speciale Giuliano De Marchi: Angelo Costola

2015 (Sospirolo)Alpinismo in attività: Maurizio Icio Dall'OmoCarriera alpinistica: Igor KollerCultura alpina: Luciano ViazziPremio speciale della Provincia: Annibale SalsaMenzione speciale alla memoria: Vincenzo Titi Dal Bianco Premio speciale Giuliano De Marchi: Fausto De Stefani

Page 22: Comune di Mel LA 20° EDIZIONE DEL PREMIO PELMO D’ORO … · alpinistica delle Dolomiti Bellunesi. La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’Oro” 2017 per l’alpinismo in attività

Comune di Mel

2016 (Santo Stefano di Cadore e San Pietro di Cadore)

Alpinismo in attività: Pierangelo VerriCarriera alpinistica: Giorgio RedaelliCultura alpina: Marco Albino FerrariPremio speciale della Provincia: Maurilio De Zolt

2017 (Mel)

Alpinismo in attività: Ferruccio Svaluto MoreoloCarriera alpinistica: Bruno e Giorgio De DonàCultura alpina: Daniela PercoMenzione speciale alla memoria: Lorenzo Massarotto Premio speciale Giuliano De Marchi: Francesco Angelo PerlottoPremio speciale Dolomiti UNESCO: Sergio Reolon