95
FEBBRAIO 2016 TAV. DATA SCALA COMUNE DI MONASTERACE COMMITTENTE PROGETTISTI: RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO ELABORATI Architettonico COMUNE DI MONASTERACE PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA Nome file: Controllato Redatto: Descrizione Revisione Approvato: Rev. n.°: Data APPROVAZIONI 2 4 Ing. Marco Arduini (Capogruppo) Ing. Giuseppe Pennisi MDA & partners srl Dott.Cons. Guido Coniglio 3 5 6 7 8 9 10 12 1 SCALA ELABORATO 13 14 15 PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO (artt. 15; 24-32 e 33-43 del D.P.R. n°207/2010) 11 PIANO AZIONE GIOVANI “Sicurezza e Legalità” - Linea Intervento 1”Sport e legalità” - Iniziativa Quadro “Progetto Locride” ex PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO OBIETTIVO CONVERGENZA 2007 - 2013 “Progetto Locride” Ristrutturazione, ampliamento ed arredo dell'edificio “ex Q8” da destinare a Centro di aggregazione giovanile ed Osservatorio per la legalità Dott. Rocco Lombardo in Monasterace Marina (RC). Arch. Caterina Denisi Relazioni Specialistiche RS Tav. RS.01 - Relazione geologica. Tav. RS.02 - Relazione sulla pericolosità sismica di base. - Relazione Geologica - RS.01 Tav. RS.03 - Studio di Compatibilità Ambientale.

COMUNE DI MONASTERACE - Prefettura

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

FEBBRAIO 2016TAV. DATA SCALA

COMUNE DI MONASTERACECOMMITTENTE

PROGETTISTI: RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

ELABORATIArchitettonico

COMUNE DI MONASTERACEPROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

Nome file: ControllatoRedatto:Descrizione Revisione Approvato:Rev. n.°:Data

APPROVAZIONI

2

4

Ing. Marco Arduini (Capogruppo)

Ing. Giuseppe Pennisi

MDA & partners srl

Dott.Cons. Guido Coniglio

3

5

6

7

8

9

10

12

1

SCALA

ELABORATO

13

14

15

PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO(artt. 15; 24-32 e 33-43 del D.P.R. n°207/2010)

11

PIANO AZIONE GIOVANI “Sicurezza e Legalità” - Linea Intervento 1”Sport e legalità” -

Iniziativa Quadro “Progetto Locride”ex PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO

OBIETTIVO CONVERGENZA 2007 - 2013 “Progetto Locride”

Ristrutturazione, ampliamento ed arredo dell'edificio “ex Q8” da destinare aCentro di aggregazione giovanile ed Osservatorio per la legalità

Dott. Rocco Lombardo in Monasterace Marina (RC).

Arch. Caterina Denisi

Relazioni SpecialisticheRSTav. RS.01 - Relazione geologica.

Tav. RS.02 - Relazione sulla pericolosità sismica di base.

- Relazione Geologica -

RS.01

Tav. RS.03 - Studio di Compatibilità Ambientale.

MDA & Partners srl - Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

TAV. DATA SCALA

COMUNE DI MONASTERACECOMMITTENTE

PROGETTISTI: RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

ELABORATIArchitettonico

COMUNE DI MONASTERACEPROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

Nome file: ControllatoRedatto:Descrizione Revisione Approvato:Rev. n.°:Data

APPROVAZIONI

2

4

Ing. Marco Arduini (Capogruppo)

Ing. Giuseppe Pennisi

MDA & partners srl

Dott.Cons. Guido Coniglio

3

5

6

7

8

9

10

12

1

SCALA

ELABORATO

13

14

15

PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO(artt. 15; 24-32 e 33-43 del D.P.R. n°207/2010)

11

PIANO AZIONE GIOVANI “Sicurezza e Legalità” - Linea Intervento 1”Sport e legalità” -

Iniziativa Quadro “Progetto Locride”ex PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO

OBIETTIVO CONVERGENZA 2007 - 2013 “Progetto Locride”

Ristrutturazione, ampliamento ed arredo dell'edificio “ex Q8” da destinare aCentro di aggregazione giovanile ed Osservatorio per la legalità

Dott. Rocco Lombardo in Monasterace Marina (RC).

Arch. Caterina Denisi

Relazioni SpecialisticheRSTav. RS.01 - Relazione geologica.

Tav. RS.02 - Relazione sulla pericolosità sismica di base.

- Relazione sulla pericolosità sismica di base -

RS.02

Tav. RS.03 - Studio di Compatibilità Ambientale.

FEBBRAIO 2016

MDA & Partners srl - Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

PREMESSA Per conto della MDA & Partners srl, il sottoscritto Geologo Fabio Demasi, regolarmente

iscritto all’Albo Professionale – Sez. A – dell’Ordine Regionale dei Geologi della Calabria con

il n° 1055, ha redatto la presente Relazione sulla Pericolosità Sismica di Base inerente il

progetto definitivo ed esecutivo “Ristrutturazione, ampliamento ed arredo dell’edificio “ex

Q8” da destinare a Centro di aggregazione giovanile ed Osservatorio per la legalità Dott.

Rocco Lombardo in Monasterace Marina (RC)”.

1. OBIETTIVI PRINCIPALI DELLO STUDIO Il presente studio, come previsto dalle normative vigenti, è finalizzato all’analisi della

pericolosità sismica di base relativa ad un sito interessato dalla realizzazione dell’opera in

progetto. Lo studio, oltre ad un breve richiamo alle normative vigenti, ha riguardato

l’inquadramento sismotettonico del territorio calabrese e la ricostruzione della sismicità

pregressa dell’area. In questa prima fase ci si è avvalsi della consultazione telematica di

diversi cataloghi e database sismici, tra i quali:

DISS (Database of Individual Seismogenic Sources); al fine di individuare le principali

sorgenti sismogenetiche regionali capaci di produrre un moto sismico significativo nel

sito di interesse, caratterizzandole in termini di massima magnitudo potenziale e

distanza sorgente-sito;

DBMI11 (Database Macrosismico Italiano) – CPTI04 (Catalogo Parametrico dei

Terremoti Italiani) – CFTI4Med (Catalogo dei Forti Terremoti Italiani); al fine di

ricostruire la sismicità storica e una valutazione dei principali parametri sismici (data

del sisma, area epicentrale, intensità al sito ed epicentrale, magnitudo momento).

Successivamente, in accordo con quanto previsto dalle NTC 2008 si è calcolata la

pericolosità sismica di base necessaria alla determinazione delle azioni sismiche.

2. NORMATIVE DI RIFERIMENTO Tale studio è stato svolto in ottemperanza alle normative vigenti:

D.M. 14/01/2008 “Norme Tecniche per Le Costruzioni” TESTO UNICO” (Gazzetta

Ufficiale n. 29 del 04/02/2008 – Supplemento 30 e Gazzetta Ufficiale n. 47 del

26/02/2009 – Supplemento Ordinario n. 27) e Linee Guida sulle Norme Tecniche per le

Costruzioni Circolare del C.S.LL.PP. n. 617 del 02/02/2009 “Istruzioni per l’applicazione

delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D. M. 14/01/2008”;

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

1

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la

classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in

zona sismica” pubblicata sul supplemento ordinario 72 della Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’ 8

maggio 2003, con la quale si approvano: “Criteri per l’individuazione delle zone sismiche –

individuazione, formazione ed aggiornamento degli elenchi nelle medesime zone”;

O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006 “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche

e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone” e ss.mm.ii.;

Regolamento Regionale n. 7 del 28 giugno 2012 "Procedure per la denuncia, il

deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione

territoriale in prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009

s.m.i." Abrogazione regolamento regionale n. 18 dell'1 dicembre 2009 (testo

coordinato con le modifiche ed integrazioni di cui al R.R. n. 2 del 19 marzo 2013,

approvato con delibera G.R. n° 73 del 08 marzo 2013 pubblicato sul BURC supp.

straordinario del 28 marzo 2013).

3. RISPOSTA SISMICA LOCALE (RSL)

Al fine di determinare le azioni sismiche di progetto, le NTC 2008 stabiliscono che deve

essere valutato l’effetto della risposta sismica locale. L’analisi della risposta sismica locale è

lo studio della risposta del terreno a una determinata sollecitazione sismica, finalizzato alla

previsione del moto sismico atteso in superficie; ovvero la modifica delle caratteristiche di

durata, ampiezza e contenuto in frequenze che il moto sismico subisce nel passaggio dagli

strati rigidi profondi (bedrock sismico) ai terreni più superficiali (depositi di copertura), in

relazione alle caratteristiche meccaniche e stratigrafiche di questi ultimi e alla presenza di

particolari condizioni topografiche (Lanzo e Silvestri, 1999).

Tale studio può essere effettuato attraverso due procedure: analisi numerica o approccio

semplificato.

Il Regolamento Regionale n. 7 del 28/06/2012 “Procedure per la denuncia, il deposito e

l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in

prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009” all’art. 5 dell’Allegato

3 – “Effetti di sito per interventi di tipo edilizio” prevede che per le opere appartenenti alla

Classe d’uso I e II (ad eccezione delle opere ricadenti su terreni di tipo S1 ed S2), il livello

minimo di analisi sia rappresentato dall’approccio semplificato, mentre le opere

appartenenti alle Classi d’uso III e IV invece, sono assoggettate a specifiche analisi di

valutazione degli effetti di sito attraverso analisi numerica della risposta sismica locale. ___________________________________________________________________________________________________

MDA & Partners srl – Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

2

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

Per quanto riguarda l’approccio semplificato, le NTC 2008 al paragrafo 3.2 valutano le

azioni sismiche tramite una categorizzazione del sottosuolo di riferimento a mezzo del

parametro equivalente VS30 nella tabella 3.2.II della normativa (definito sulla scorta di

opportune indagini geofisiche e/o geotecniche). A ciascuna categoria quindi corrisponde un

fattore di amplificazione stratigrafico Ss deducibile dalle tabelle 3.2.V e 3.2.VII, applicabili

direttamente agli spettri di risposta elastici in accelerazione delle componenti

rispettivamente orizzontali e verticali nei diversi stati limite considerati. Questo, sempre

citando le suddette norme, in assenza di specifiche analisi. In alternativa all’approccio

semplificato, si ricorre all’analisi numerica facendo riferimento al punto 7.11.3.2 della stessa

norma in cui viene specificato che "Il moto sismico alla superficie di un sito, associato a

ciascuna categoria di sottosuolo, è definito mediante l'accelerazione massima (amax) attesa in

superficie ed una forma spettrale ancorata ad essa. Il valore amax può essere ricavato dalla

relazione amax= Ss*ag dove ag è l'accelerazione massima su sito di riferimento rigido ed Ss è il

coefficiente di amplificazione stratigrafica. Per categorie speciali di sottosuolo (Tab. 3.2.III), per

determinati sistemi geotecnici o se si intende aumentare il grado di accuratezza nella previsione

dei fenomeni di amplificazione, le azioni sismiche da considerare nella progettazione possono

essere determinate mediante specifiche analisi di risposta sismica locale. Queste analisi

presuppongono un'adeguata conoscenza delle proprietà geotecniche dei terreni, da

determinare mediante specifiche indagini e prove".

Nella sezione sottolineata sopra, trova il campo di applicazione l'analisi di livello 3, in

quanto valuta l'amplificazione stratigrafica specifica del sito, tramite un'accelerazione

attesa al bedrock, scalata da una funzione di amplificazione del sito dipendente dalla

stratigrafia e dai parametri elasto dinamici di ogni strato. Secondo le citate norme tecniche

NTC 2008, l'accelerazione attesa al bedrock deve risultare da una serie di accelerogrammi

(naturali o simulati) che ben approssimano la storia sismica del sito.

Per questo studio è necessario avvalersi di specifici software per l’analisi numerica della

risposta sismica locale in grado di descrivere correttamente il comportamento del terreno

soggetto a input sismico. Questi codici di calcolo utilizzano modelli lineari e non lineari,

monodimensionali, bidimensionali e tridimensionali. I dati di input che devono essere forniti

in ingresso a questi modelli, in relazione alla complessità e alla raffinatezza del modello

stesso, devono essere il più possibile affidabili. In linea di massima queste prescindono dalla

presenza dell’edificato (condizioni di free-field) e quindi non tengono conto dell’interazione

terreno-struttura.

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

3

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

4. INQUADRAMENTO SISMICO DELLA CALABRIA La Calabria è considerata una tra le regioni a più elevata attività sismica d’Italia che ha

raggiunto in epoca storica livelli energetici anche molto elevati, a testimonianza di un

campo di sforzi sempre attivo. Anche se negli ultimi anni non si sono registrati eventi

particolarmente energetici, l’elevata attività sismica della regione testimonia la rapidità dei

processi di evoluzione geologica in atto nella regione legati all’evoluzione geodinamica

dell’Arco Calabro all’interno del Mediterraneo. Poiché i processi geologici durano milioni di

anni, è evidente che terremoti distruttivi che hanno gravemente interessato gran parte dei

comuni della regione continueranno a scuotere la Calabria ancora per un lungo periodo.

Così è altrettanto evidente che più ci si allontana dall’ultimo forte evento sismico, più

aumentano le probabilità del suo ripetersi.

Dall’analisi dei diversi cataloghi e database sismici dell’INGV si ricava che la quasi totalità

dei sismi in Calabria sono di tipo superficiale e localizzati in un intervallo sismogenetico

compreso tra gli 8 e i 18 Km, uniformemente attivo su tutto il territorio regionale. I tempi di

ritorno per i sismi crostali con Intensità MCS 9 risultano essere di circa 90 anni per il

territorio calabrese a Nord della Stretta di Catanzaro, di circa 80 anni per il territorio

calabrese compreso tra la Stretta di Catanzaro e la Piana di Gioia Tauro e di circa 110 anni

per la Calabria meridionale. I sismi con Intensità MCS 9 presentano tempi di ritorno molto

differenti variando per la Calabria settentrionale tra 10-15 anni, per la Calabria centrale tra

4-25 anni e per la Calabria meridionale tra 8-37 anni.

4.1. Zonazione sismogenetica Negli ultimi anni e fino al 2002, il punto di riferimento per la valutazione della pericolosità

sismica nell'area italiana è stata la zonazione sismogenetica ZS4 (Scandone et al., 1996). Gli

sviluppi più recenti in materia di sismogenesi (Galadini et al., 2000, DISS Catalogo sorgenti

sismogenetiche Valensise e Pantosti 2001) hanno però evidenziato alcune incoerenze con il

catalogo CTPI. Per tale motivo, al fine di ottenere un modello più coerente con i nuovi dati e

con il quadro sismotettonico oggi disponibile, è stata sviluppata una nuova zonazione

denominata ZS9.

La ZS9 propone la suddivisione del territorio nazionale in fasce che presentano al loro

interno requisiti di omogeneità in relazione alle caratteristiche geo-strutturali, cinematiche

e sismiche. In particolare ZS9 è costruita facendo riferimento al modello sismotettonico di

Meletti et al., 2000, rivisto ed integrato negli anni successivi alla sua formulazione.

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

4

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

L'elemento di novità della ZS9 è rappresentato dall'impiego di un catalogo sismico più

aggiornato (CPTI2) e dall'introduzione delle conoscenze più recenti sulla geometria delle

sorgenti sismogenetiche (database DISS).

Il territorio Calabrese nella vecchia zonazione sismogenetica (ZS4) era compresa nelle

zone 65, 66, 67, 68, 69, 70 , 71, 72. Tali aree, nella zonazione sismogenetica ZS9, sono state

raggruppate in due nuove zone (Fig. 4.1.); una sul lato tirrenico della regione (zona 929) ed

una sul ionico (zona 930).

Fig. 4.1. Zonazione sismogenetica ZS9 (da www.ingv.it).

Un'altra importante novità inserita nella ZS9 è l'introduzione dello strato sismogenetico

che è stato definito convenzionalmente come l'intervallo di profondità che ha generato il

90% degli eventi che ricadono all'interno di ogni zona. I limiti superiore e inferiore dello

strato sismogenetico sono individuati alle profondità che includono un numero di eventi

cumulato pari rispettivamente al 5% e al 95% del totale. ___________________________________________________________________________________________________

MDA & Partners srl – Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

5

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

La profondità alla quale avviene la maggior parte degli eventi è stata identificata con la

moda principale della distribuzione di frequenza degli eventi. Per tener conto di tutte le

incertezze e del fatto che un valore unico di profondità può non essere rappresentativo

dell'intero strato sismogenetico, viene proposta la seguente suddivisione delle profondità

efficaci nelle seguenti 4 classi di profondità: 1-5 km, 5-8 km, 8-12 km, 12-20 km.

Ad ogni zona è stata dunque associata una classe di profondità in base al valore che

assume la profondità efficace corrispondente. La classe di profondità rappresenta dunque la

maggior parte degli eventi, considerando anche gli errori associati, e contiene al suo interno

il valore di profondità efficace.

Infine, altra importante novità è la determinazione del meccanismo di fagliazione

prevalente da associare alle diverse zone sismogenetiche. Con questo termine si intende

quello che ha la massima probabilità di caratterizzare i futuri terremoti significativi.

Concordemente alla classificazione utilizzata da Sadigh et al., (1997) tale meccanismo è

stato espresso secondo tre tipologie: Diretto, Inverso e Trascorrente destro o sinistro. A tali

categorie va aggiunta la tipologia "Indeterminato" per i casi in cui l'insieme dei dati non è

sufficiente per una determinazione univoca. L'assegnazione della tipologia è stata

effettuata in funzione dell'angolo di rake. Per quanto riguarda le zone 929 e 930 si hanno

rispettivamente i meccanismi di fagliazione, normale e indeterminato.

4.2. Sorgenti sismogenetiche Le sorgenti sismogenetiche sono quelle strutture tettoniche ritenute responsabili dei

forti terremoti (M > 5,5) che avvengono sul territorio italiano. La loro individuazione richiede

studi di carattere multidisciplinare ed elaborazioni piuttosto complesse. Pertanto, il numero

e la localizzazione delle strutture attualmente note non deve intendersi definitivo ed

esaustivo della complessità associata alla sismicità italiana. Tuttavia, si deve considerare

che ormai i dati presenti nel DISS (Database of Individual Seismogenic Sources - Gruppo di

Lavoro DISS, 2010) risultano dotati di una certa robustezza ed affidabilità scientifica per

molte aree del territorio nazionale.

Per quanto riguarda l’area in esame, le sorgenti sismogenetiche più vicine cosi come

individuate nel DISS sono riportate in Tabella 4.1., mentre l’ubicazione geografica è

mostrata in Figura 4.2..

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

6

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

CODICE SORGENTE DENOMINAZIONE Mw MASSIMA ATTESA

(Wells & Coppersmith, 1994) DISTANZA (km)

MINIMA MASSIMA MEDIA lTIS011 Upper Mesima Basin 6,6 31 43 37

ITIS012 Gioia Tauro Plain 6,6 44 56 49 ITIS044 Nicotera-Rosarno 6.0 43 55 49

Tab. 4.1. Sorgenti sismogenetiche più vicine all’area di studio (da DISS version 3).

Fig. 4.2. Ubicazione delle sorgenti sismogenetiche più vicine all’area di studio (da DISS version 3).

La sorgente sismogenetica più vicina è la ITIS011 (Upper Mesima Basin), distante tra 32 e

43 km dal centro abitato di Monasterace (mediamente 38 km), è caratterizzata da un

lunghezza di 22 km, larghezza 13.5 km, 30° di inclinazione e da una magnitudo potenziale di

6.6. Secondo il DISS a tale sorgente è dovuto il terremoto del 7 Febbraio 1783 (Mw=6.6 da

CPTI11). A sud della ITIS011 è presente la sorgente ITIS012 (Gioia Tauro Plain), distante dal

sito tra 44 e 56 km (mediamente 49 km). Tale sorgente presenta una lunghezza di 25 km,

larghezza 15 km, 30° di inclinazione e una magnitudo potenziale di 6.6. Il DISS associa a tale

sorgente il terremoto del 5 Febbraio 1783 (Mw=7.0 da CPTI11). Infine, tra le due sorgenti

sismogenetiche è presente la ITIS044 (Nicotera-Rosarno). Essa dista dal centro abitato di

Monasterace tra i 43 e 55 km (mediamente 49 km). Presenta lunghezza di 12.5 km,

larghezza di 8.8 km, inclinazione di 70° e una magnitudo potenziale associata pari a 6.0. Il

DISS associa a tale sorgente il terremoto del 7 Marzo 1928 (Mw=5.80 da CPTI11). ___________________________________________________________________________________________________

MDA & Partners srl – Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

7

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

4.3. Sismicità storica di Monasterace Il territorio del Comune di Monasterace (RC) è stato soggetto, come tutti i comuni della

Calabria a diverse crisi sismiche che hanno prodotto danni e vittime.

I dati di sintesi dei terremoti che hanno interessato l’intero territorio comunale sono stati

ricavati dalla consultazione del DBMI11, Database Macrosismico Italiano (Locati et al., 2011)

con riferimento alla località Monasterace (RC).

I dati cosi ottenuti sono riportati nella tabella 4.2. e diagrammati nella figura 4.3. Per ogni

evento sismico, nella tabella sono indicati: numerazione dell’evento; data del sisma (giorno,

mese, anno e ora); area epicentrale; intensità al sito Is (valori in scala MCS e moltiplicati per

10); intensità epicentrale Io (valori in scala MCS e moltiplicati per 10) e magnitudo momento

Mw ricavata sulla base di correlazioni empiriche o misurata.

NUMERO EVENTO

DATA AREA EPICENTRALE

Is

(MCS x 10)

Io

(MCS x 10) Mw

GIORNO MESE ANNO ORA

1 05 11 1659 22:15 Calabria centrale 9-10 10 6,55

2 28 03 1783 18:55 Calabria 8-9 11 6,98

3 08 09 1905 01:43 Calabria meridionale 6-7 7,04

4 23 10 1907 20:28 Calabria meridionale 6 8-9 5,87

5 28 12 1908 04:20 Calabria meridionale-Messina 7 11 7,10

6 11 05 1947 06:32 Calabria centrale 7 8 5,70

7 23 11 1980 18:34 Irpinia-Basilicata 3-4 10 6,89

Tab. 4.2. Eventi sismici che hanno interessato la località di Monasterace dall’anno 1000 al 2006 (da DBMI11, Database Macrosismico Italiano (Locati et al., 2011)).

Fig. 4.3. Rappresentazione grafica degli eventi sismici che hanno interessato la località di Monasterace dall’anno 1000 al 2006 (da DBMI11, Database Macrosismico Italiano (Locati et al., 2011)).

___________________________________________________________________________________________________

MDA & Partners srl – Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

8

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

Dalla ricerca effettuata nel DBMI11, nell’intervallo temporale che va dall’anno 1000 al

2006, si evince che la storia sismica di Monasterace si compone di 7 eventi sismici con

intensità macrosismica storicamente osservata al sito maggiore o uguale al VII° della scala

MCS, ad eccezione di un evento che ha prodotto intensità macrosismiche al sito del III-IV°

della scala MCS.

Questo dato è peraltro confermato dall’analisi degli eventi sismici censiti nel Catalogo

Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI04).

Tra i terremoti storici più forti che hanno interessato l’intero territorio comunale e/o più

prossimi a Monasterace si segnalano quelli riportati nella Figura 4.4.. Tale figura è tratta dal

Catalogo dei Forti Terremoti Italiani dell’INGV (CFTI4Med; Guidoboni et al., 2007) che copre

un intervallo temporale dal 461 a.C. fino al 1997, e raccoglie tutti i risentimenti per i centri

abitati italiani dovuti a terremoti di magnitudo superiore a 5,5.

Con ogni probabilità questi eventi hanno prodotto un risentimento nel centro abitato, se

non addirittura un modesto danneggiamento dell’edificato.

Dall’analisi della sismicità storica di Monasterace se ne deduce come le informazioni sono

scarse. Ciò potrebbe essere dovuto da un lato alle piccole dimensioni dell’abitato e quindi

alla sua scarsa importanza politica ed economica, per cui le fonti bibliografiche storiche

trascurano gli eventuali effetti dei terremoti, come spesso avviene per centri abitati minori;

dall’altro lato potrebbe evidenziare la scarsa sismicità locale e l’assenza di terremoti che

possano produrre danneggiamenti consistenti dell’abitato. Con ogni probabilità, queste due

motivazioni coesistono.

Fig. 4.3. Rappresentazione grafica degli eventi sismici che hanno interessato la località di Monasterace dall’anno 1000 al 2006 (da DBMI11, Database Macrosismico Italiano (Locati et al., 2011)).

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

9

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

5. PERICOLOSITÀ SISMICA DI BASE Secondo le NTC 2008, la pericolosità sismica di base costituisce l’elemento di conoscenza

primario per la determinazione delle azioni sismiche. Essa rappresenta una caratteristica

fisica del territorio, e viene definita come la probabilità di superamento del valore relativo

ad un parametro descrittivo dello scuotimento prodotto dal terremoto (intensità

macrosismica, picco di accelerazione, valori spettrali, ecc.) in un dato territorio e in un

determinato intervallo di tempo, espresso come frequenza annua di eccedenza ( ) o

periodo di ritorno (Tr = 1/ ). La pericolosità sismica di base viene calcolata in condizioni di

sottosuolo rigido e senza irregolarità morfologiche, cioè non tiene conto dei possibili effetti

di amplificazione o deamplificazione sismica dovuti alle caratteristiche topografiche e

litostratigrafiche di sito.

La finalità di questi studi è la classificazione sismica a larga scala del territorio finalizzata

alla programmazione delle attività di prevenzione e pianificazione dell’emergenza.

Le normative (O.P.C.M. n. 3274/2003, O.P.C.M. n. 3519/2006, D.M. 14/01/2008) hanno

introdotto un nuovo elemento metodologico nella stima della pericolosità sismica di base,

la quale non risulta più associata alla zona sismica di appartenenza (approccio zona

dipendente, ex D.M. 14/09/2005), ma alla presenza di aree sismogenetiche attive, ossia al

valore di accelerazione massima orizzontale attesa su base probabilistica su uno specifico

sito (approccio sito dipendente). Questo strumento normativo, ha portato per la prima volta

a valutare la classificazione sismica del territorio secondo parametri sismologici svincolati

dal solo criterio politico del limite amministrativo prima utilizzato.

Il più recente studio di pericolosità disponibile per l’intero territorio nazionale è quello

condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (GdL MPS, 2004:

http://zonesismiche.mi.ingv.it). Dai risultati ottenuti dall’analisi di pericolosità sismica

condotta nel 2004 dal Gruppo di Lavoro istituito dall’INGV è stata redatta la mappa di

pericolosità (Fig. 5.1.), denominata anche MPS04, presente nell’Allegato1b dell’O.P.C.M. n.

3519 del 28/04/2006 “criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la

formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”.

In seguito a questo studio il territorio italiano è stato suddiviso in aree omogenee da un

punto di vista di rischio sismico individuando 10751 nodi di riferimento. Ad ogni nodo è

associato un valore di accelerazione massima attesa definita ag, amax, o PGA (Peak Ground

Acceleration) in condizioni di campo libero, su substrato di riferimento rigido (categoria di

suolo A con Vs,30 > 800 m/s), con superficie topografica orizzontale e con probabilità di

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

10

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

eccedenza del 10% in 50 anni (ovvero tempo di ritorno di 475 anni) calcolato in

corrispondenza di ciascun punto costituente la griglia di riferimento scelta con passo di

0.05° di latitudine e longitudine, e per ciascuno dei 9 valori di TR in anni (30, 50, 72, 101, 140,

201, 475, 975, 2475).

Fig. 5.1. Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale, e particolare del territorio regionale calabrese con localizzazione del Comune di Monasterace (modificata). Le aree a diverso PGA sono contrassegnate in base a differenti colorazioni corrispondenti alle rispettive classi (da www.ingv.it).

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

11

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

Il valore di pericolosità sismica del territorio Comunale di Monasterace, così come

individuato dall’INGV è riproposto nell’estratto della mappa di pericolosità riportato in

figura 5.2..

Fig. 5.2. Mappa della pericolosità sismica del territorio Comunale di Monasterace. Il punto di incontro degli assi tratteggiati indica la localizzazione dell’area di studio (da http://esse1-gis.mi.ingv.it/).

Secondo tale cartografia il territorio del Comune di Monasterace ricade in una zona con

accelerazione massima al suolo ag con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a

suoli rigidi (Vs,30>800 m/s; cat. A), compresa tra 0.125 e 0.150 g.

5.1. Disaggregazione della pericolosità sismica

La disaggregazione (o deaggregazione) della pericolosità sismica (McGuire 1995;

Bazzurro & Cornell 1999) è un’operazione che consente di valutare i contributi di diverse

sorgenti sismiche alla pericolosità di un sito.

L'analisi della disaggregazione dei valori di ag riporta, per ogni nodo della griglia di

calcolo, la valutazione del contributo percentuale alla stima di pericolosità fornita da tutte le

possibili coppie di valori di magnitudo e distanza. Questa informazione è riportata sia in

forma di grafico 2D e 3D (Fig. 5.3. e Fig. 5.4.) che in forma tabellare (Tab. 5.1.). Inoltre per

___________________________________________________________________________________________________

MDA & Partners srl – Ecologia Creativa Applicata –

Consulting & commercial engineering

12

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

La forma più comune di disaggregazione è quella bidimensionale in magnitudo e

distanza (M-R) che permette di definire il contributo di sorgenti sismogenetiche a distanza R

capaci di generare terremoti di magnitudo M.

Espresso in altri termini il processo di disaggregazione in M-R fornisce il terremoto che

domina lo scenario di pericolosità (terremoto di scenario) inteso come l’evento di

magnitudo M a distanza R dal sito oggetto di studio che contribuisce maggiormente alla

pericolosità sismica del sito stesso.

Dall’elaborazione dei dati forniti dall’INGV (http://esse1-gis.mi.ingv.it/) secondo le

procedure del Deliverable D14 “Disaggregazione della pericolosità sismica in termini di ”M –

R –

comunale di Monasterace è stata scelta, come riferimento, la disaggregazione eseguita in

corrispondenza del punto più vicino (ID 43671).

Come mostrato nel diagramma in figura 5.3., il contributo più alto percentuale alla

pericolosità (compreso tra il 9 e il 11%) è fornito da eventi sismici caratterizzati da

magnitudo comprese tra 4.5-6.0 e distanze epicentrali comprese tra 10 e 20 km.

Fig. 5 .3. Grafico rappresentante la disaggregazione di ag con 10% di probabilità di eccedenza in 50 anni per il territorio Comunale di Monasterace (da http://esse1-gis.mi.ingv.it/).

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

13

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

Ai fini progettuali l’evento sismico più significativo è quello più frequente, caratterizzato

da valori modali della magnitudo e della distanza epicentrale.

Analogamente alla disaggregazione in M-R è possibile definire la disaggregazione

tridimensionale in M-R- ard per cui lo

scuotimento (logaritmico) devia dal valore mediano predetto da una data legge di

attenuazione dati M ed R.

In particolare, sono stati disaggregati i valori mediani di scuotimento (relativi a suolo

rigido), espresso in termini di accelerazione orizzontale di picco (PGA), corrispondenti a 9

periodi medi di ritorno: 30, 50, 72, 100, 140, 200, 475, 1000 e 2500 anni.

Per il sito esaminato, i risultati sono stati restituiti in termini di distribuzioni M-R-

sono stati ricavati i valori medi e modali di tali parametri.

Tab. 5.1. Valori di magnitudo e distanza per ogni nodo della griglia di calcolo che forniscono un contributo percentuale alla stima di pericolosità (da http://esse1 -gis.mi.ingv.it/).

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

14

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

Fig. 5.4. Rappresentazione tridimensionale dei valori di disaggregazione, in cui i colori nelle barre

5.2. Categoria di sottosuolo e condizioni topografiche Le sollecitazioni agenti sulle strutture di fondazione sottoposte ad azioni dinamiche non

sono direttamente determinabili una volta note le caratteristiche sismologiche di un

terremoto. Ciò è dovuto al fatto che il comportamento di una fondazione soggetta a

scuotimento tellurico dipende in larga misura dalle caratteristiche dell’azione sismica, dalle

proprietà dinamiche della sovrastante struttura e dal modo come esse interagiscono. In

particolare l’azione sismica di un generico sito sulla superficie terrestre è fortemente

influenzata, oltre che dalla posizione relativa tra la sorgente tellurica e il sito stesso, anche

dalle condizioni locali del terreno sottostante, come le proprietà morfologiche, litologiche,

stratigrafiche, idrogeologiche e geotecniche dei terreni attraversati dalle onde sismiche

durante il percorso di propagazione. Le condizioni locali di un terreno definiscono, in

particolare, la sua suscettibilità a fenomeni di amplificazione dinamica locale. Per l’analisi

dell’amplificazione locale è necessario valutare il costipamento dinamico dei terreni

prevalentemente sabbiosi non interessati da falda o parzialmente saturi, la generazione e

dissipazione di sovrappressioni neutre nei terreni granulari e/o coesivi, la degradazione dei

parametri elastici iniziali del terreno e la liquefazione dinamica dei terreni granulari.

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

15

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

Le oscillazioni cicliche indotte dalla propagazione delle onde sismiche attraverso il

terreno hanno infatti l’effetto di modificare le caratteristiche. Queste modifiche possono

riguardare aspetti tra loro molto diversi, ed essere all’origine di pericolose conseguenze per

le strutture coinvolte. In particolare queste alterazioni possono interessare variazioni della

capacità portante e della deformabilità, dar luogo a incrementi di spinta sulle opere di

sostegno, ovvero causare veri e propri fenomeni di instabilità particolarmente pericolosi nei

terreni suscettibili di liquefazione o posti in pendio.

Le rocce lapidee in genere non subiscono variazioni apprezzabili, eccetto che per

formazioni molto fessurate e alterate nelle quali i fenomeni vibratori possono favorire

l’insorgere di superfici di rottura. I terreni coesivi manifestano alterazioni costitutive che

frequentemente determinano una diminuzione della resistenza. I cedimenti causati

dall’incremento di deformabilità sono comunque molto modesti. I terreni non coesivi sono i

più suscettibili a subire alterazioni di rilievo. Se sono poco addensati possono venire

compattati dalle azioni cicliche del terremoto, dando luogo a cedimenti spesso importanti.

Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto le tipologie del suolo di fondazione

vengono suddivise in due gruppi: il primo gruppo è definito da 5 categorie di profili

stratigrafici (A, B, C, D, E), mentre il secondo gruppo comprende 2 categorie (S1, S2) per le

quali sono richiesti studi speciali.

In base ai risultati ottenuti dalla prospezione sismica MASW, la categoria di terreno sul

quale verrà edificata la struttura oggetto dell’intervento in progetto è di tipo C (Tab. 5.2.).

CATEGORIA DESCRIZIONE DEL PROFILO STRATIGRAFICO

A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiore a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.

B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o di terreni a grana fine molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero Nspt,30 > 50 nei terreni a grana grossa e Cu, 30 > 250 KPa nei terreni a grana fina).

C

Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15< Nspt,30 < 50 nei terreni a grana grossa e Cu, 30 < 250 KPa nei terreni a grana fina).

D

Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero Nspt,30 < 15 nei terreni a grana grossa e Cu, 30 < 70 KPa nei terreni a grana fina).

E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs,30 > 800 m/s).

S1 Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < Cu, 30 < 20 KPa), che includono uno strato di a lmeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.

S2 Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.

Tab. 5 .2. Classificazione delle categorie dei terreni di fondazione (da N.T.C. 2008). In giallo è evidenziata la categoria del suolo di fondazione relativo alla sezione analizzata.

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

16

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

I terreni classificati nelle categorie elencate sono caratterizzati da parametri sismici (VS30,

velocità media di propagazione delle onde di taglio entro 30 m di profondità) e da parametri

geotecnici (NSPT, Standard Penetration Test e CU, coesione non drenata).

Trattandosi di zona pianeggiante, l’area in esame ricade nella categoria T1, a cui non è

attribuibile alcun fenomeno di amplificazione sismica legato alle condizioni topografiche.

Categoria Caratteristiche della superficie topografica

T1 Superficie

T2 Pendii con inclinazione media > 15°

T3

T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i > 30°

Tab. 5.3. Categorie topografiche. In giallo è evidenziata la classe di appartenenza dell’area di studio (da N.T.C. 2008).

Per tener conto delle condizioni topografiche e in assenza di specifiche analisi di risposta

sismica locale, si utilizzano i valori del coefficiente topografico ST, forniti dalla normativa

vigente (N.T.C. 2008) e riportati nella tabella 5.4., in funzione delle categorie topografiche

precedentemente descritte, e dell’ubicazione dell’opera o dell’intervento.

Categoria topografica Ubicazione dell’opera o dell’intervento ST

T1 - 1,0

T2 In corrispondenza della sommità del pendio 1,2

T3 In corrispondenza della cresta del rilievo 1,2

T4 In corrispondenza della cresta del rilievo 1,4

Tab. 5.4. Valori massimi del coefficiente di amplificazione topografica ST. In giallo è evidenziato il valore di riferimento dell’area di studio (da N.T.C. 2008).

5.3. Calcolo delle azioni sismiche Secondo le “Norme Tecniche per le Costruzioni” (D.M. 14/01/2008), le azioni sismiche di

progetto in funzione delle quali deve essere valutata la verifica dei diversi stati limite

considerati, si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito in progetto e

dalle relative forme spettrali. La pericolosità sismica di base, come visto in precedenza, è

definita mediante un approccio “sito dipendente” e non più tramite un criterio “zona

dipendente“. Essa costituisce l’elemento di conoscenza primario per la determinazione delle

azioni sismiche.

La pericolosità sismica del sito è descritta dalla probabilità che, in un fissato lasso di

tempo VR (periodo di riferimento), in un determinato sito si verifichi un evento sismico di

entità almeno pari ad un valore prefissato. Il periodo di riferimento VR di una costruzione si

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

17

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

valuta moltiplicando la vita nominale VN (numero di anni nel quale la struttura deve potere

essere usata per lo scopo al quale è progettata) per il coefficiente d’uso CU della costruzione,

che definisce l’importanza della costruzione stessa.

VR = VN × CU

Esso riveste notevole importanza in quanto è utilizzato per valutare il periodo di ritorno

TR dell’azione sismica cui fare riferimento per la verifica, una volta fissata la probabilità di

superamento corrispondente allo stato limite considerato.

Vita Nominale VN

(in anni)

VALORI DI VR CLASSE D’USO

I II III IV 10 35 35 35 35

50 35 50 75 100

100 70 100 150 200

Tab. 5.5. Intervalli di valori attribuiti a VR al variare di VN e CU. In giallo è evidenziata il valore di riferimento del sito studiato (da N.T.C. 2008).

La vita nominale di un’opera strutturale VN è intesa come il numero di anni nel quale la

struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo

scopo al quale è destinata.

TIPI DI COSTRUZIONE Vita

Nominale

VN (in anni)

1 Opere provvisorie – Opere provvisionali - Strutture in fase costruttiva 10

2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni contenute o di importanza normale 50

3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni o di importanza strategica 100

Tab. 5.6. Parametri per il calcolo della Vita Nominale VN per diversi tipi di opere. In giallo è evidenziata la categoria di appartenenza dell’edificio in progetto(da N.T.C. 2008).

In presenza di Azioni Sismiche, le costruzioni sono suddivise in quattro classi d’uso, la cui

definizione viene riportata nella tabella di seguito.

CLASSI D’USO Classe I Costruzioni con presenza di solo occasionale di persone, edifici agricoli

Classe II Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, industrie con attività non pericolose per l‘ambiente, ponti e reti viarie la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza, dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti

Classe III Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi, industrie con attività pericolose per l‘ambiente, ponti e reti viarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza, dighe il cui collasso provochi conseguenze rilevanti

Classe IV

Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, industrie con attività particolarmente pericolose per l‘ambiente, reti viarie di tipo A o B (come definite nel D.M. 5 Novembre 2001 n. 6792) importanti per il mantenimento delle vie di comunicazione, dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica

Tab. 5.7. Suddivisione delle classi d’uso per diversi tipi di opere (da N.T.C. 2008).

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

18

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

La pericolosità sismica di base per il sito oggetto di studio viene espressa in termini di

ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione orizzontale massima attesa ag, in

condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido (categoria di suolo A con Vs,30 > 800

m/s), con superficie topografica orizzontale, per una prefissata probabilità di eccedenza

PVR, nel periodo di riferimento VR e per un prefissato tempo di ritorno TR.

Ai fini della normativa vigente le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle

probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR, a partire dai valori dei seguenti

parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:

ag accelerazione orizzontale massima del terreno;

F0 valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione

orizzontale;

TC*periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione

orizzontale.

Questi tre parametri sono definiti in corrispondenza dei punti del reticolo di riferimento, i

cui nodi non distano fra loro più di 10 km, per diverse probabilità di superamento in 50 anni e

per diversi periodi di ritorno TR (variabili tra 45 e 1462 anni).

Dalla posizione relativa del sito in esame rispetto ai nodi di riferimento si risale

all’accelerazione massima attesa per il sito stesso, effettuando una media pesata dei valori

di ag di ciascun nodo.

Per l’attribuzione dei valori ai tre suddetti parametri si è fatto riferimento a sistemi

automatizzati per l’interpolazione dei parametri spettrali e l’acquisizione dei dati necessari

al tracciamento dei diagrammi degli spettri elastici. Nel caso specifico, sulla base delle

coordinate geografiche del sito in esame (Lat. 38,432347° - Long. 16,573596°), le azioni

sismiche di riferimento in termini di spettri di risposta in accelerazione (smorzamento

strutturale =5%) sono state calcolate utilizzando il foglio di calcolo ministeriale "Spettri

NTC ver.1.0.3". Al fine di determinare tali parametri, per l’opera in esame è stata considerata

una Vita Nominale VN=50 anni, una Classe d’uso III, un Coefficiente d’uso CU =1,5 e una Vita

di Riferimento VR=75 anni come indicato nelle Tabelle 2.4.1 e 2.4.2 del D.M. 14/01/2008

riportate nella pagina precedente.

Ne segue che per le verifiche agli Stati Limite di Esercizio di operatività (SLO) e di Danno

(SLD) ai quali corrisponde un valore di Probabilità di superamento PVR=81% e PVR=63%

rispettivamente occorre valutare l’azione sismica per un tempo di ritorno TR=45 anni e

TR=75 anni rispettivamente. Mentre per lo Stato Limite Ultimo di Salvaguardia della Vita

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

19

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

(SLV) e di Collasso (SLC) corrisponde un valore di Probabilità di superamento PVR=10% e

PVR=5% rispettivamente, ed occorre valutare l’azione sismica per un tempo di ritorno di

TR=712 anni e TR=1462 anni (Vedi tabella Azioni Sismiche).

La procedura di calcolo è stata integrata con i parametri sismici che tengono conto delle

condizioni particolari del sito esaminato, come la tipologia di suolo su cui insiste il fabbricato

(suolo di tipo A, B, C, D, E, S1, S2) e le condizioni morfologiche (suolo pianeggiante, pendio

variamente inclinato, cresta). Questi dati, per il caso in oggetto sono stati ricavati con le

indagini geotecniche e geofisiche, nonché con un rilievo geologico di dettaglio. Questi

aspetti sono ampiamente trattati nella Relazione Geologica che accompagna la presente.

I dati utilizzati nel calcolo sono riassunti di seguito.

NOTE GENERALI

Sito in esame: Località Via Nazionale Ionica, Comune di Monasterace (RC)

Latitudine (ED 50): 38,432347° Longitudine(ED 50): 16,573596° Classe d’uso: 3 Vita Nominale (anni): 50 Tipo di interpolazione Media ponderata

PARAMETRI SISMICI Categoria sottosuolo: C Categoria topografica: T1 Periodo di riferimento: 75 anni Coefficiente cu: 1,5

SITI DI RIFERIMENTO

ID Latitudine

(°) Longitudine

(°) Distanza

(m) Sito 1 43671 38,442110 16,548640 2429,6 Sito 2 43672 38,440300 16,612320 3486,8 Sito 3 43894 38,390330 16,609990 5646,5 Sito 4 43893 38,392140 16,546370 5061,2

Fig. 5.5. a) Ubicazione dell’opera e dei siti di riferimento sulla mappa (da GeoStru-PS); b) Identificazione di ciascuno dei 4 vertici del reticolo di riferimento (da Spettri NTC ver. 1.0.3).

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

20

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

AZIONI SISMICHE

Stato Limite Probabilità di superamento

PVR (%)

TR (anni)

ag (g)

Fo (-)

Tc* (s)

Operatività (SLO)

81 45 0,049 2,385 0,307

Danno (SLD)

63 75 0,062 2,431 0,330

Salvaguardia della vita

(SLV) 10 712 0,146 2,542 0,438

Prevenzione dal collasso

(SLC) 5 1462 0,185 2,577 0,455

Analogamente alle azioni sismiche di progetto è necessario determinare l’effetto della risposta sismica locale tenendo in considerazione la possibile amplificazione stratigrafica e topografica.

Le Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2008 evidenziano la necessità di definire sia il profilo stratigrafico del terreno di fondazione al fine di calcolare il parametro Ss che rientra nelle espressioni per la definizione degli spettri elastici di progetto, sia la categoria topografica a cui fare riferimento per la stima del fattore St.

Utilizzando i parametri sopra menzionati si ottengono, ai fini dei calcoli per le fondazioni, i coefficienti sismici sotto riportati.

COEFFICIENTI SISMICI

Stato Limite Ss (-)

Cc (-)

St (-)

Kh (-)

Kv (-)

Amax (m/s2)

Beta (-)

SLO 1,500 1,550 1,000 0,015 0,007 0,723 0,200 SLD 1,500 1,510 1,000 0,019 0,009 0,907 0,200 SLV 1,480 1,380 1,000 0,052 0,026 2,119 0,240 SLC 1,410 1,360 1,000 0,063 0,031 2,561 0,240

Monasterace (RC), Agosto 2015 Il Geologo

Geol. Fabio Demasi

Il Progettista Strutturale

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

21

Relazione Sulla Pericolosità Sismica di Base _________________________________________________________________________________________________________________

BIBLIOGRAFIA

Bazzurro P. & Cornell C. A. (1999). Disaggregation of seismic hazard. Bull. Seis. Soc. Am. 89, 501-520.

C.S.LL.PP. (2009). Istruzioni per l'applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008. Circolare 2 febbraio 2009 (GU n. 47 del 26-2-2009 - Suppl. Ordinario n.27), n. 617.

Galadini F., Meletti C. & Vittori E. (2000). Stato delle conoscenze sulle faglie attive in Italia: elementi geologici di superficie. In: Galadini F., Meletti C., Rebez A.. Le ricerche del GNDT nel campo della pericolosità sismica (1996-1999). CNR-GNDT, Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, Roma, 107-136.

Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G. & Valensise G. (2007). CFTI4MED - Catalogue of Strong Earthquakes in Italy 461 B.C. - 1997 and Mediterranean Area 760 B.C. – 1500. An Advanced Laboratory of Historical Seismology (http://storing.ingv.it/cfti4med/).

Lanzo G. & Silvestri F. (1999). Risposta Sismica Locale. Hevelius Edizioni. Locati M., Camassi R. & Stucchi M. (2011). DBMI11, la versione 2011 del Database

Macrosismico Italiano. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11 McGuire R. K. (1995). Probabilistic seismic hazard analysis and design earthquakes: closing

the loop. Bull. Seism. Soc. Am. 85, 1275-1284. Meletti C., Patacca E. & Scandone P. (2000). Construction of a seismotectonic model: the

case of Italy. Pageoph. 157, 11-35. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2008). Le Norme Tecniche per le Costruzioni.

D.M. 14 gennaio 2008. Gazzetta Ufficiale 29 (supplemento Ordinario 30). http://www.infrastrutture.gov.it/consuplp/

Sadigh K., Chang C.Y., Egan J.A., Makdisi F. & Youngs R.R. (1997). Attenuation relationships for shallow crustal earthquakes based on California strong motion Data. Seism. Res. Lett., 68, 154-180.

Scandone P. & Stucchi M. (2000). La zonazione SZ4 come strumento per la valutazione della pericolosità sismica. In: Le ricerche del GNDT nel campo della pericolosità sismica (1996-1999), Galadini et al. (eds), CNR-Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, Roma.

Spallarossa D. & Barani S. (2007). Disaggregazione della pericolosità sismica in termini di M-R- -INGV S1, http://esse1.mi.ingv.it/d14.html

Rovida A., Camassi R., Gasperini P. & M. Stucchi (2011). CPTI11, the 2011 version of the Parametric Catalogue of Italian Earthquakes. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI

Valensise G. & Pantosti D. (2001). Database of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy. Ann. Geofis., suppl. vol. 44 (4), 797-964, con CD-ROM.

___________________________________________________________________________________________________ MDA & Partners srl

– Ecologia Creativa Applicata – Consulting & commercial engineering

22

TAV. DATA SCALA

COMUNE DI MONASTERACECOMMITTENTE

PROGETTISTI: RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

ELABORATIArchitettonico

COMUNE DI MONASTERACEPROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

Nome file: ControllatoRedatto:Descrizione Revisione Approvato:Rev. n.°:Data

APPROVAZIONI

2

4

Ing. Marco Arduini (Capogruppo)

Ing. Giuseppe Pennisi

MDA & partners srl

Dott.Cons. Guido Coniglio

3

5

6

7

8

9

10

12

1

SCALA

ELABORATO

13

14

15

PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO(artt. 15; 24-32 e 33-43 del D.P.R. n°207/2010)

11

PIANO AZIONE GIOVANI “Sicurezza e Legalità” - Linea Intervento 1”Sport e legalità” -

Iniziativa Quadro “Progetto Locride”ex PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO

OBIETTIVO CONVERGENZA 2007 - 2013 “Progetto Locride”

Ristrutturazione, ampliamento ed arredo dell'edificio “ex Q8” da destinare aCentro di aggregazione giovanile ed Osservatorio per la legalità

Dott. Rocco Lombardo in Monasterace Marina (RC).

Arch. Caterina Denisi

Relazioni SpecialisticheRSTav. RS.01 - Relazione geologica.

Tav. RS.02 - Relazione sulla pericolosità sismica di base.

- Studio di Compatibilità Ambientale -

RS.03

Tav. RS.03 - Studio di Compatibilità Ambientale.

FEBBRAIO 2016

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

1

PREMESSA

Il presente studio di compatibilità dell’intervento è stato redatto - per come richiesto

dall’art. 9, comma 3, e dall’art. 10 , commi 2 e 3, per gli interventi pubblici ricadenti in aree a

livello di pericolosità P3 e P2. - a corredo del progetto definitivo ed esecutivo:

“Ristrutturazione, ampliamento ed arredo dell’edificio “ex Q8” da destinare a Centro di

aggregazione giovanile ed Osservatorio per la legalità Dott. Rocco Lombardo in

Monasterace Marina (RC)”.

Tale studio, realizzato sulla base delle analisi biblio-cartografica e storica dell’evoluzione

della linea di costa nel tratto di spiaggia prospiciente l’abitato di Monasterace Marina, è

finalizzato a dimostrare che l’intervento pubblico in progetto, rientra nelle “esclusive

eccezioni” di cui all’art. 9, comma 1 ed in particolare lett.f). Lo sviluppo dello studio

dimostra, infatti, come il sito di futura edificazione non sia interessato da processi di

erosione costiera, e la realizzazione dell’opera in progetto non comporta in nessun modo

variazioni di alcun tipo sul litorale costiero in esame, sia a scala locale sia globale.

Nello specifico, l’analisi bibliografica si è basata sui dati riportati nel recente “Master Plan

degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria” redatto dall’Autorità

di Bacino Regionale nel 2013, e sui risultati del progetto definitivo “Ricostruzione e

stabilizzazione della spiaggia prospiciente il lungomare del Comune di Monasterace (RC)”

redatto nel 2006 dall’RTP capogruppo mandatario Prof. Guido Benassai.

1. NORMATIVE DI RIFERIMENTO Tale studio è stato svolto in ottemperanza alle normative vigenti:

Decreto Legge n. 180 dell’11/06/1998 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio

idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione

Campania”, testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 134 del 11/06/1998 e

convertito in legge n. 267 il 03/08/1998;

Delibera del Consiglio Regionale n. 115 del 28/12/2001 e successive modificazioni

“Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI)” e le relative Norme di

Attuazione e Misure di Salvaguardia (NAMS), testo aggiornato con Delibera del

Comitato Istituzionale dell’ABR n. 27 del 02/08/2011;

Delibera del Comitato Istituzionale n. 2 del 22/07/2014 “Piano di Bacino Stralcio per

l’Erosione Costiera” e le relative Norme di Attuazione e Misure di Salvaguardia

(NAMS), testo pubblicato sul BURC n. 54 del 3 Novembre 2014;

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

2

L.R. n. 19 del 16/04/2002 e relative Linee Guida - Norme per la tutela, governo, ed uso

del territorio – Legge urbanistica della Calabria.

2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il sito analizzato si trova nel settore Sud-orientale dell’abitato di Monasterace marina

(Fig. 2.1.). Esso affiora ad una quota altimetrica di circa 4 m s.l.m., ed è caratterizzato da una

morfologia pianeggiante.

Fig. 2.1. Stralcio corografico della Carta Topografica d’Italia (IGMI), Foglio n. 584 – Sezione II – scala 1:25.000, denominato “Monasterace”, con ubicazione dell’area oggetto di studio.

Le coordinate geografiche del sito oggetto di studio, sono riportate di seguito nella

tabella 2.1., dove sono espresse nei sistemi di riferimento WGS 84 e ED50.

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

3

WGS 84 ED 50

Latitudine: 38,431316° Latitudine: 38,432347°

Longitudine: 16,572805° Longitudine: 16,573596°

Tab. 2.1. Coordinate geografiche del sito oggetto di studio.

Fig. 2.2. Ortofoto a colori con veduta panoramica da Sud, e ubicazione dell’area di studio nel settore Sud-orientale del tratto della Frazione Marina del Comune di Monasterace.

Come si può osservare dall’estratto dell’ortofoto a colori riportata in figura 2.2., il sito in

esame si colloca in un’area urbanizzata e di completamento edilizio non esposta a particolari

processi erosivi che destano preoccupazione in relazione all’opera in progetto.

3. PRESCRIZIONE DEL PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)

Dall’analisi della cartografia, PAI RISCHIO EROSIONE COSTIERA, nell’area in esame si ha la

seguente situazione:

“Piano di Bacino Stralcio per l’Erosione Costiera – Mappa della pericolosità” Tav.

584151_P (scala 1:5.000): l’area in esame è interessata dal passaggio del limite di

pericolosità P2 (Aree a pericolosità media) e P3 (Aree a pericolosità elevata) (Fig. 2.3.).

“Piano di Bacino Stralcio per l’Erosione Costiera – Mappa del rischio” Tav.

584151_R (scala 1:5.000): il lotto di terreno interessato dalla realizzazione dell’opera

in progetto è stato classificato secondo la classe di rischio R4 (aree/elementi a

rischio molto elevato) (Fig. 2.4.).

In seguito all’analisi sopra esposta, al fine di verificare la fattibilità dell’intervento edilizio

in progetto - che ricade in gran parte in area P2 e marginalmente in area P3 - si sono

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

4

consultate le norme di attuazione del Piano di Bacino Stralcio per l’Erosione Costiera,

approvate con Delibera del Comitato Istituzionale n. 2 del 22/07/2014, e pubblicate sul

BURC n. 54 del 3 Novembre 2014. Gli Articoli 9 “Disciplina delle aree con alta pericolosità di

erosione costiera (P3)” e 10 “Disciplina delle aree con media pericolosità di erosione

costiera (P2)”, definiscono il divieto o la fattibilità degli interventi.

Fig. 2.3. Stralcio della carta Piano di Bacino Stralcio per l’Erosione Costiera “Mappa della Pericolosità” Tav. 584151_P, e ubicazione dell’area di studio.

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

5

Fig. 2.4. Stralcio della carta Piano di Bacino Stralcio per l’Erosione Costiera “Mappa della Rischio” Tav. 584151_R, e ubicazione dell’area di studio.

4. DESCRIZIONE DEL LITORALE COSTIERO

Il litorale di Monasterace marina è collocato sulla costa ionica della Calabria, orientato

da Nord-Est a Sud Ovest.

Secondo il recente “Master Plan degli interventi di mitigazione del rischio di erosione

costiera in Calabria”, redatto dall’Autorità di Bacino Regionale nel 2013, la Macro-Unità

Fisiografica nella quale si inserisce il litorale oggetto di studio è l’Area 9 (Punta Stilo – Foce

Fiumara Torbido). Essa ha una estensione longitudinale di 32,1 km, e si estende dalla foce

della Fiumara Assi a Nord-Est, fino alla foce della Fiumara Torbido a Sud-Ovest (Fig. 4.1.).

La Macro-Unità Fisiografica appare lunga ed aperta, non delimitata da promontori, e si

sviluppa con morfologia regolare da Sud-Ovest verso Nord-Est fino a Punta Stilo

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

6

Fig. 4.1. Settore costiero nel quale rientra la Macro-Unità Fisiografica Area 9 (da Regione Calabria, Autorità di Bacino Regionale – Master Plan Erosione Costiera –Area 9, modificata).

L’Aarea 9 comprende i comuni di Monasterace (RC) e Caulonia (RC) e gli interi territori di

Stilo (RC), Camini (RC), Riace (RC), Stignano (RC), Caulonia (RC) e Marina di Gioiosa Ionica

(RC) (Tab. 4.1. – 4.2.).

MACRO-UNITÀ

FISIOGRAFICA

TRATTO COSTIERO

CONFINI TERRITORIALI

SUB-UNITÀ FISIOGRAFICHE

COMUNI INTERESSATI

AREA 9

24 Punta Stilo-

Fiumara Amusa

23 – 24 Monasterace 24 Stilo 24 Camini 24 Riace 24 Stignano 24 Caulonia

25 Fiumara Amusa- Fiume Torbido

25 Roccella Ionica

25 Marina di Gioiosa Ionica

Tab. 4.1. Comuni facenti parte della Macro-Unità Fisiografica Area 9 (da Regione Calabria, Autorità di Bacino Regionale – Master Plan Erosione Costiera – Area 9, modificata).

Il litorale in esame è stato ulteriormente suddiviso in 8 sotto-tratti (Tab. 4.1. – 4.2.):

AREA9

TRATTO MASTER PLAN

Lunghezza (m)

TRATTO Indag.conoscitiva 2003

Limiti tratto

9-1 Litorale di Monasterace Marina 5.000 24 Punta Stilo

9-2 Litorale di Stilo 550 24

9-3 Litorale di Camini 2.900 24

9-4 Litorale di Riace 4.000 24

9-5 Litorale di Stignano 3.700 24

9-6 Litorale di Caulonia 4.800 25 Fiumara Amusa

9-7 Litorale di Roccella Jonica 8.300 25

9-8 Litorale di Marina di Gioiosa Jonica 2.850 25 Fiume Torbido

TOTALE 32.100

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

7

Tab. 4.2. Suddivisione della Macro-Unità Fisiografica Area 9 (da Regione Calabria, Autorità di Bacino Regionale – Master Plan Erosione Costiera – Area 9).

Nel complesso la costa si presenta bassa, di natura sabbio-ghiaiosa e mostra diffuse

morfologie dunali interrotte da vaste aree urbanizzate, nonché da immissioni di corsi

d’acqua che riforniscono l’ambiente costiero di apporti di materiale solido. Si tratta di

sedimenti terrigeni recenti, provenienti dalle retrostanti aree collinari, e da sedimenti

grossolani di natura granitica, carbonatica e metamorfica, di vario grado, provenienti dalle

aree sorgenti dei rilievi montuosi.

Per quanto riguarda la fascia costiera sulla quale insiste l’abitato di Monasterace marina,

essa fa parte della sub-unità 23-24 (Tab. 4.1. – 4.2.). Questa è compresa tra la Fiumara Assi, a

Sud e la Fiumara Stilaro a Nord, estendendosi per una lunghezza complessiva di circa 5 Km.

Come già descritto in precedenza, il sito interessato dalla realizzazione dell’opera in

progetto si colloca in un tratto di litorale nel settore Sud-orientale dell’abitato di

Monasterace marina, in prossimità della foce della Fiumara Stilaro.

Entrambe le aste fluviali costituiscono importanti elementi regolatori per la spiaggia di

Monasterace garantendo un apporto di materiale solido sull’intero litorale costiero. La

Fiumara Assi, durante le mareggiate di levante, alimenta da Nord la fascia costiera di

Monasterace con circa 30.000 metri cubi potenziali/anno. Mentre la Fiumara Stilaro,

durante le mareggiate di mezzogiorno, alimenta da Sud la fascia costiera di Monasterace

con circa 80.000 metri cubi potenziali/anno.

La spiaggia emersa è caratterizzata da sedimenti di granulometria medio-grossa

ricadenti mediamente nel campo delle sabbie, con cospicue presenze di ghiaia; il D50

risulta variabile tra 0,8 mm a 3 mm. Mentre la spiaggia sommersa presenta granulometrie

minori caratterizzate da un D50 variabile tra 0,2 mm a 3 mm.

La morfologia dei fondali appare generalmente regolare, senza punti singolari o

complesse discontinuità, con batimetriche che si sviluppano parallelamente alla linea di

costa. Il fondale fino alla batimetrica –5 m s.l.m. è caratterizzato dalla presenza di barre e

cordoni di frangimento con ampiezza compresa tra i 50 e i 70 mcirca. Il sistema di barre ha

dimensioni maggiori in prossimità delle foci fluviali dove si connette direttamente a

depositi sabbiosi-ghiaiosi di foce.

Le superfici immerse risultano sostanzialmente poco acclivi, infatti la batimetrica –5 m

s.l.m. è situata ad una distanza di circa 150-250 m dalla linea di riva e la batimetrica –10 m

s.l.m. mediamente a 400-500 m.

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

8

Nel tratto litoraneo oggetto di intervento le caratteristiche morfologiche dei fondali

sono state acquisite tramite rilievi batimetrici e sono illustrate nello specifico allegato

grafico. I rilevi sono stati eseguiti relativamente alla fascia compresa tra la linea di riva e la

batimetrica –10 m s.l.m..

5. RISULTATI DELLO STUDIO METEOMARINO In questo paragrafo si è proceduto al reperimento e all’analisi dei dati del moto ondoso

disponibili nel litorale di Monasterace marina. Tali dati sono stati ampiamente trattati nel

progetto definitivo “Ricostruzione e stabilizzazione della spiaggia prospiciente il lungomare

del Comune di Monasterace (RC)”, redatto nel 2006 dall’RTP capogruppo mandatario Prof.

Guido Benassai.

Tale progettazione si è basata sui dati ondametrici registrati, nell’intervallo temporale

1989-2007, dalle boe ondametriche della RON ubicate al largo di Crotone, che oltre ad

essere molto vicine al sito in esame (circa 85 km) dispongono di una popolazione di dati

ondametrici opportunamente lunga (è in funzione dal 1989) e presentano la stessa

esposizione. Al litorale in esame La stazione di Crotone fa parte della Rete Ondametrica

Nazionale gestita dall’ISPRA.

I risultati dello studio meteomarino hanno evidenziato che il settore di traversia del

paraggio oggetto di studio risulta limitato a Nord-Est dalla direzione che si appoggia a Punta

Stilo (40°N) e a Sud-Ovest dalla direzione che si appoggia a Capo Spartivento (220°N). I fetches

geografici interni al settore di traversia (40°N-220°N) sono limitati a Nord-Est dalla penisola

Balcanica (250-350 km), ad Est dalla penisola greca (350-450 km), a Sud dalle coste dell’Egitto

e della Libia (600-1000 km), a Sud-Ovest dalle coste della Libia e della Tunisia (600-700 km).

La distribuzione dei fetches geografici individua un settore di traversia del moto ondoso

molto esposto a mareggiate intense di Scirocco e Grecale (Fig. 4.1.).

Il paraggio sotto costa si restringe alquanto, in seguito al fenomeno della rifrazione.

Infatti i mari provenienti dai sub-settori 40°N – 50°N e 160°N – 220°N vengono deviati per

effetto della rifrazione e quindi non raggiungono, in corrispondenza dei bassi fondali, il

litorale in questione. Pertanto si fa riferimento, ai fini della propagazione sottocosta, alle

direzioni comprese tra 60°N e 160°N, e sono connesse ai venti del I° e II° quadrante (Grecale

e Scirocco) (Fig. 4.1.).

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

9

Fig. 5.1. Valori dei fetches geografici ed efficaci ottenuti per il paraggio in esame (da progetto definitivo: “Ricostruzione e stabilizzazione della spiaggia prospiciente il lungomare del Comune di Monasterace (RC)”).

La risultante energetica del clima ondoso di largo è orientata secondo la

direzione di 130°N circa. I fenomeni evolutivi connessi alla propagazione dei flutti

verso costa determinano una rotazione della direzione di propagazione che, in

prossimità della batimetrica –10 m s.l.m., è orientata pressoché parallelamente alla

direzione 120°-125°N e quindi sostanzialmente presenta una componente

prevalente ortogonale alla linea di riva ed una di entità minore parallela alla riva e

diretta verso Nord.

I risultati esposti circa il clima meteomarino, unitamente alla morfologia del

litorale, inducono a ritenere che il litorale sia soggetto ad un regime di

modellamento governato da un debole flusso longitudinale, diretto verso Nord.

6. EVOLUZIONE STORICA DEL LITORALE COSTIERO DI MONASTERACE E OPERE DI DIFESA

Per il litorale costiero di Monasterace marina è stata effettuata l’analisi

storiografica della linea di costa sulla base del materiale foto-cartografico e delle

fonti bibliografiche disponibili, al fine di valutare la tendenza evolutiva del litorale.

0

200

400

6000°

10°

20°

30°

40°

50°

60°

70°

80°

90°

100°

110°

120°

130°

140°

150°

160°

170°180°

190°

200°

210°

220°

230°

240°

250°

260°

270°

280°

290°

300°

310°

320°

330°

340°

350°

Fetch geografici (Km)Fetch efficaci (Km)

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

10

La fascia costiera in esame è in fase di arretramento fin da tempi antichissimi.

Infatti, il processo di erosione era già noto ai greci, che più di 2000 anni fa

popolavano le coste calabresi.

Nel corso dei secoli, il trasporto solido, fornito dalle fiumare Assi a Nord e Stilaro a

Sud di Monasterace, ha determinato una situazione di equilibrio dinamico fino alla fine

degli Anni '50 del secolo scorso. Dopo tale periodo, la diminuzione delle precipitazioni

meteoriche, le azioni antropiche di regimazione idraulica/forestale e l'uso urbanistico

delle dune vegetate, hanno contribuito in modo significativo ad un forte arretramento

degli arenili di Monasterace così come in altre parti della costa calabrese.

Solo nel corso degli ultimi 20 anni, il litorale antistante l’abitato di Monasterace

marina ha subito un arretramento della linea di riva di circa di circa 20 m (Fig. 6.1.).

Fig. 6.1. Stralcio della carta “Perimetrazione aree a rischio Erosione Costiera – Comune di Monasterace” Tav. 080-052/0, scala 1:10000. Ubicazione dell’area di studio, mentre in rosso è riportato l’arretramento della linea di costa (da PAI Calabria).

Dapprima l’azione erosiva ha interessato in modo incisivo la porzione

meridionale/centrale dell’abitato, e solo marginalmente il settore Nord.

Detti fenomeni hanno determinano problematiche di difesa degli insediamenti

civili, per le quali, nel “recente” passato (1980-1990), sono state eseguite delle opere

di difesa, consistenti in un muro di altezza di circa 3 m, eseguito sul lungomare di

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

11

Monasterace marina, e successivamente protezioni dello stesso con scogliere radenti

in massi naturali disposti alla rinfusa, posta sul limite centrale e meridionale del

suddetto lungomare. L’ulteriore arretramento della linea di riva ha successivamente

indotto fenomeni di instabilità per sifonamento delle fondazioni dell’esistente muro.

Tali opere hanno avuto una funzione negativa di accelerazione dei fenomeni

erosivi e la spiaggia è sprofondata davanti al lungomare a causa della riflessione

sulle opere rigide presenti.

In seguito a tali eventi, nel 2006 è stato redatto, dall’RTP capogruppo mandatario

Prof. Guido Benassai. il progetto definitivo “Ricostruzione e stabilizzazione della spiaggia

prospiciente il lungomare del Comune di Monasterace (RC)”. Tale progetto è stato realizzato

nel 2009-2010 nell'ambito dell'APQ “Difesa del Suolo – Erosione delle Coste”

Tale intervento è consistito in:

Risagomatura e ricollocamento in opera dei massi naturali della prima opera

di difesa radente;

Costruzione di una nuova scogliera aderente con massi di II categoria a

protezione delle fondazioni del muro di lungomare;

Realizzazione di opere sperimentali a forma di T (scogliera + pennelo) soffolte

(-0,50 m s.l.m. per tutto il loro sviluppo) in massi naturali innestati a riva;

prelievo di circa 10000 metri cubi di inerti (sabbie e ghiaie) dalla vicina

Fiumara Stilaro e realizzazione di un ripascimento con materiale di

granulometria media D50=10 – 50 mm;

Anche se le opere realizzate dal suddetto intervento hanno subito uno stravolgimento

dalle varie mareggiate, la loro realizzazione ha avuto una funzione mitigatrice degli

effetti di riflessione delle onde, impedendo la distruzione del lungomare e

conseguente protezione delle abitazioni le quali non hanno mai riportato

problematiche di stabilità. Inoltre, in seguito alla loro messa in opera si è registrato un

lento ma costante ripascimento naturale dell’intero litorale costiero prospiciente

l’abitato di Monasterace marina, cosi come testimoniato dal recente rilevamento

(settembre 2015) condotto dai tecnici-progettisti dell’opera in premessa (Fig. 6.2.).

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

12

Fig. 6.2. Stralcio della planimetria catastale, Foglio di Mappa n. 17 scala 1:1000, con rilievo della linea di battigia riferito a settembre 2015 e relative distanze rispetto al sito interessato dall’intervento in progetto.

Oltre all’intervento di mitigazione di erosione costiera, il ripascimento è da

ricondursi ad un maggiore apporto del materiale solido da parte della Fiumara

Stilaro, oltre che ad una probabile variazione verso Nord del trend erosivo.

Infatti, una situazione ben diversa si registra nell’area archeologica ubicata

immediatamente a Nord dell’abitato di Monasterace marina. Qui, a partire dagli

anni 2005-2006, si è registrato un intensificarsi del processo erosivo che ha

raggiunto il picco massimo nel 2013 con lo scalzamento al piede e il conseguente

crollo parziale della duna sulla quale sorge l’importante sito archeologico

dell’antica città magnogreca di Kaulon.

Nel 2013 è stato eseguito un primo intervento di emergenza con una scogliera

radente emergente e distaccata, lunga 60 metri a protezione dell’area,

successivamente nel 2014 è stata realizzata una parete di gabbioni volta a

consolidare la duna erosa e impedirne ulteriori crolli.

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

13

7. DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO E INTERAZIONE CON IL CONTESTO GEOLOGICO

7.1. Progetto architettonico L’intervento in progetto sarà realizzato in un lotto di forma poligonale attualmente parzialmente

occupato da un impianto sportivo comunale e da tre costruzioni di varia dimensione, di cui quello più

emergente è ad un piano rialzato f.t. in c.a. Detti fabbricati sono sostanzialmente dismessi da diversi anni

ed oggi risultano totalmente degradati ed irrecuperabili, in quanto è impossibile adeguarli alle norme.

Pertanto, verranno integralmente rinnovati in una più ampia costruzione che saturerà l'area del lotto

d'intervento.

Gli interventi previsti dal presente progetto definitivo/esecutivo, seppur configurando la

completa rinnovazione e inglobazione di superficie e volume di quanto esistente (peraltro non

conforme e non adeguabile alle norme), rientrano comunque nella categoria “Ristrutturazione

edilizia” per come definita all’art. 3, comma 1, lett. d) e all’art.10, comma 1, lett.c) del D.P.R.

380/01 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A)".

Per come modificato dal d.lgs. n. 301 del 2002, dalla legge n. 98 del 2013 (conversione

“decreto del fare”) e dalla legge n. 164 del 2014 (conversione decreto “sblocca Italia”).

Il Lay-out dell’edificio, propone un edificio ad un unico piano f.t., con struttura in c.a e

copertura in legno (sala polifunzionale), con involucro opaco principale rifinito ad intonaco

bianco (azzurro per l’involucro secondario) con impianto di forma rettangolare regolare ad

occupare l’intero lotto ex area a servizio dell’impianto Q8, la cui composizione architettonica è

essenziale nelle linee e compatta nei volumi.

All’interno dell’edificio si è riusciti a rendere spazio sufficiente per le seguenti funzioni:

Sala polifunzionale/conferenze di mq 222,10, capace di ospitare circa 90 posti a sedere.

A servizio della sala è stato previsto uno spazio ingresso/foyer di mq 37,85, nonché mq

24,90 per i servizi igienico-sanitari (anche per portatore di handicaps);

Uffici e laboratori (mq 98,15), collocati in adiacenza al lato sud della sala polifunzionale e

prospettanti sullo spazio aperto in cui è già esistente un impianto sportivo (basket/pallavolo);

Servizi e spazi connettivi.

La composizione volumetrica si articola sfruttando la naturale conformazione del consolidato

piano di campagna (con l’accesso principale dall’innesto del lungomare alla S.S.106 a quota 6,70

m s.l.m e lo spazio scena sulla opposta strada di collegamento con il Lungomare). Una differenza

di quota di circa 1,00 m opportunamente sfruttata ha consentito di limitare l’impatto delle

altezze (soprattutto della sala polivalente centrale di hmax 5,65 m) che s’imposta ad un livello più

basso rispetto alla quota d’imposta degli spazi destinati a ingresso/foyer, scena, uffici e

laboratori, servizi (hmax 4,20 m).

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

14

Il nuovo edificio da realizzarsi, si comporrà quindi di un corpo edilizio ad unico livello f.t. di mq

complessivi 496,80 (di cui 425,05 mq nell’area ex deposito e 71,75 mq occupando porzione dell’area

adiacente ad uso sportivo). Avrà forma regolare assimilabile ad un rettangolo di mt 28,80*mt 17,25

ed altezze contenute (hmin 4,20/ hmax 5,65). La nuova copertura (di mq 496,80), sarà in parte

laterocementizia (uffici, laboratori, foyer, palcoscenico, servizi, portici, ecc.) ed in parte in legno

lamellare (sala polivalente).

7.2. Opere strutturali La struttura portante dell’edificio in progetto avrà le seguenti caratteristiche:

Struttura a telaio in c.a. ordinario con pilastri e travi

orditi su entrambe le direzioni principali parallele con un solo impalcato di

copertura, in parte piano e in parte curvo;

Fondazioni su due livelli (quota 0,00 e +0,80) costituite da graticcio di travi in c.a;

Solai sulle fondazioni in c.a. in lastre prefabbricate alleggerite del tipo Predalles di

altezza finita pari a 24 cm (20+4);

Solaio di copertura di uffici e servizi del tipo piano misto latero-cementizio spessore

cm 24;

Copertura della sala polifunzionale realizzata in legno lamellare con travi principali

curvilinee di dimensioni 180x400 mm appoggiate, con appositi ancoraggi metallici,

alle travi di bordo in c.a.;

Travi secondarie in legno lamellare di dimensioni 140x240mm;

Pacchetto di copertura sul tetto in legno costituito da perline in legno di abete dello

spessore di 30mm e pannello coibentato, in lamiera preverniciata, da 60mm e sul

soalio laterocementizio in guaina bituminosa coibentata.

7.3. Contesto geologico Il piano fondale della struttura in progetto insisterà su un terreno costituito da depositi

alluvionali e di spiaggia recenti rappresentati da strati con diverso spessore di sabbie a

diversa granulometria con ghiaie e ciottoli. Tali sedimenti si depositano sulle sottostanti

argille siltose di età pliocenica che costituiscono il substrato argilloso dell’intera zona e che

raggiunge mediamente spessori di qualche centinaio di metri.

Per quanto concerne il settore strettamente interessato dalla realizzazione dell’opera in

progetto, dal punto di vista morfologico esso è caratterizzato da una morfologia pianeggiante,

con una pendenza massima oscillante tra 0,5 e 1 % circa. Tale zona ricade all’interno dell’unità

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

15

morfologica costituita dalla pianura costiera del Mar Jonio, la quale prograda dolcemente

verso le retrostanti aree collinari che bordano a occidente la medesima pianura.

Come si può osservare dall’estratto dell’ortofoto a colori, riportata in figura 2.2. a pag. 3, il

territorio costiero si presenta fortemente urbanizzato e modificato nei suoi lineamenti

morfologici dall'intervento antropico. Il sito studiato, affiora ad una quota altimetrica di

circa 4 m s.l.m., e si colloca in un’area urbanizzata e di completamento edilizio non esposta a

particolari processi erosivi che destano preoccupazione in relazione all’opera in progetto.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Nel presente elaborato, sono stati riportati i risultati di un’analisi biblio-cartografica e

storica dell’evoluzione della linea di costa nel tratto di spiaggia prospiciente l’abitato di

Monasterace marina.

Nello specifico, l’analisi bibliografica si è basata sui dati riportati nel recente “Master Plan

degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria” redatto dall’Autorità

di Bacino Regionale nel 2013, e sui risultati del progetto definitivo “Ricostruzione e

stabilizzazione della spiaggia prospiciente il lungomare del Comune di Monasterace (RC)”

redatto nel 2006 dall’RTP capogruppo mandatario Prof. Guido Benassai.

Da tale analisi e sulla base degli approfondimenti effettuati, è emerso che:

Secondo il recente “Master Plan degli interventi di mitigazione del rischio di erosione

costiera in Calabria”, redatto dall’Autorità di Bacino Regionale nel 2013, il litorale

costiero di Monasterace marina rientra nella Macro-Unità Fisiografica Area 9, sub-

unità 23-24;

L’intera fascia costiera prospiciente l’abitato di Monasterace marina è stata

interessata da un’intensa azione erosiva, con un’intensificazione negli ultimi 20

anni, che ha indotto fenomeni di instabilità per sifonamento delle fondazioni

dell’esistente muro di lungomare, ma non ha determinano problematiche di

stabilità degli insediamenti civili;

Il tratto di litorale oggetto di studio, allo stato attuale non è interessato da

significativi processi di erosione costiera, ma bensì si trova in fase di ripascimento

naturale dovuto anche alla recente realizzazione di alcune opere di protezione del

litorale costiero prospiciente l’abitato di Monasterace marina;

La realizzazione del nuovo manufatto non costituirà condizione di innesco o di

accelerazione del processo di erosione nel tratto di costa analizzato, in quanto esso è

Studio di Compatibilità Ambientale _________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________

16

stato progettato rispettando il criterio di non alterare l’equilibrio dell'unità

fisiografica costiera.

Monasterace (RC), gennaio 2016 I Progettisti

BIBLIOGRAFIA

Benassai G., Linguiti F., Procida Mirabelli di Lauro G. (2006). Progetto definitivo

“Ricostruzione e stabilizzazione della spiaggia prospiciente il lungomare del Comune di

Monasterace (RC)”.

Amato A., Bencivinni G., Mollica L. M., Tripodi E. (2013). Master Plan Erosione Costiera –Area

9. Regione Calabria, Autorità di Bacino Regionale. Regione Calabria (2013). Master Plan degli interventi di mitigazione del rischio di erosione

costiera in Calabria. Regione Calabria, Autorità di Bacino Regionale.