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Comunicare con i famigliari Jacopo Bonavita Unità Spinale Montecatone Rehabilitation Institute Imola (Bologna)

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Comunicare con i famigliari

Jacopo Bonavita Unità Spinale

Montecatone Rehabilitation Institute

Imola (Bologna)

Aspetti TECNICI

Aspetti TECNICI

Aspetti SOCIO-RELAZIONALI 2002

2013 Aspetti SOCIO-RELAZIONALI

…la mia sensazione

Comunicare (lat. Communicare= mettere in comune, condividere

�  Chi trasmette (emittente)

�  Un mezzo o canale comunicativo (voce, altro)

�  Il contenuto della comunicazione (l’informazione)

�  Un codice formale che sia condiviso e dia una forma “significata” alla informazione

�  Chi riceve la comunicazione (ricevente)

�  Il contesto in cui avviene la comunicazione (situazione, ruoli, etc)

Elementi fondamentali

“…L’intero comportamento in una situazione di interazione ha valore di messaggio, vale a dire è comunicazione…

comunque ci si sforzi non si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di

messaggio: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo

comunicano anche loro… Non possiamo dire che la comunicazione ha luogo soltanto quando è intenzionale, conscia o efficace, cioè quando la comprensione è reciproca…”

P. Watzlawick e AA. “Pragmatica della comunicazione umana - Studio dei modelli interattivi delle patologie

e dei paradossi”

COMUNICAZIONE

Il concetto di comunicazione comporta la presenza di un'interazione tra soggetti diversi: si tratta di una attività che presuppone un certo grado di cooperazione.

Ogni processo comunicativo avviene in entrambe le direzioni

si ha comunicazione quando gli individui coinvolti sono

a un tempo emittenti e riceventi messaggi. Non si può parlare di comunicazione là dove il flusso di segni e di informazioni sia unidirezionale. Siamo in presenza di una semplice trasmissione di segni o informazioni (televisione, etc)

La presenza del ricevente non implica necessariamente l'assunzione completa dell'informazione. Ciò dipende: ü  dall'efficacia del canale utilizzato ü  dal risultato dell'interpretazione (significazione

inversa) del messaggio da parte del ricevente. Tale risultato è fortemente influenzato dal livello di condivisione del codice, quando questo non è univoco, (es. linguaggi estremamente complessi)

Il processo di comunicazione, pur essendo cosa separata dal mezzo (canale) attraverso il quale avviene, ne è altamente influenzato. Il mezzo influenza la comunicazione si potranno individuare dei mezzi di comunicazione particolarmente adatti a trattare un certo argomento, ma inadatti ad un altro.

La comunicazione interpersonale si articola in:

ü  La comunicazione verbale, attraverso l'uso del linguaggio, sia scritto

che orale, e che dipende da precise regole sintattiche e grammaticali.

ü  La comunicazione non verbale, attraverso canali diversificati, quali

mimiche facciali, sguardi, gesti, posture (ad es giocherellare con

qualsiasi cosa capiti a tiro)

ü  La comunicazione para verbale (tono, volume, ritmo, ma anche pause e

altre espressioni sonore quali lo schiarirsi la voce)

COMUNICAZIONE

Contenuto (ciò che le parole dicono)

Relazione (ciò che gli interlocutori

lasciano intendere)

L’aspetto di relazione dà

significato al contenuto della

comunicazione

Paul Watzlawick (1967)

…il gran numero di singoli messaggi, verbali e non verbali, emessi in un dato momento, non siano congruenti tra loro (posso dire due cose diverse con le parole e con i gesti) …non è detto che l'interpretazione del contesto all'interno del quale avviene lo scambio comunicativo sia sempre identica o congruente. (posso parlare ad un parente nel corridoio del reparto, in cui io sono a mio agio, ma il parente no)

Quindi può succedere che…

La teoria della comunicazione interpersonale del “Quadrato della comunicazione” (1981,Schulz von Thun, distingue quattro dimensioni diverse: •  Contenuto: di che cosa si tratta? (lato blu del quadrato, in alto). •  Relazione: come definisce il rapporto con te, che cosa ti fa capire di pensare di

te, colui che parla? (lato giallo, in basso). •  Rivelazione di sé: ogni volta che qualcuno si esprime rivela, consapevolmente

o meno, qualcosa di sé (lato verde, a sinistra). •  Appello: che effetti vuole ottenere chi parla? Ciò che il parlante chiede,

esplicitamente o implicitamente, alla controparte di fare, dire, pensare, sentire. (lato rosso, a destra).

Queste quattro dimensioni si possono tener presenti sia nel formulare messaggi che nell'ascolto e nell'interpretazione dei messaggi di altri. Si parla delle "quattro orecchie” su cui ci si può sintonizzare. Ad esempio chi si offende alle parole altrui si sintonizza certamente sull’orecchio della “relazione”; viceversa, se di fronte ad un insulto ci sintonizziamo sull’orecchio della “rivelazione di sé”, anziché sentirci offesi ci chiederemo “quali sentimenti prova il mio interlocutore per parlarmi così ?”

l’essere umano è sempre libero di assegnare a qualsiasi messaggio un significato piuttosto che un altro

La natura di una relazione dipende dalla “posizione” tra i comunicanti:

posizione simmetrica quando i comunicanti sono su un piano di “uguaglianza”

posizione complementare quando i comunicanti sono su un piano di “differenza”

Il valore del ruolo…

Il rapporto operatore-paziente e famigliare è di tipo “complementare”: nel contesto della relazione c’è un

comunicante che è sempre nella posizione di “bisogno” e l’altro che è sempre nella posizione di “rispondere alla

richiesta”

Il vissuto dei famigliari �  Impotenza

�  Perdita di controllo della situazione

�  “sta male lui, sto male anch’io”

�  Responsabili della comunicazione di una prognosi

�  Non dire è come mentire

�  Scarsa autonomia fisica = scarsa autonomia decisionale

�  Rabbia, invidia, confronto verso altre situazioni

�  Senso di colpa nel riconoscere la fatica di un ruolo di aiuto

�  Etc etc…

Il rapporto famigliare - operatore

�  Perchè si comunica

�  Che cosa ci si comunica

�  Quando è utile comunicare

�  Come è meglio comunicare

�  Chi deve comunicare (quale operatore, quale famigliare)

Perchè si comunica

�  Il rapporto con I famigliari è comunque una RELAZIONE DI AIUTO

�  L’obiettivo del rapporto è il prendersi carico di un disagio per facilitarne la consapevolezza e alleviarlo

�  Si comunica per insaturare una ALLEANZA TERAPEUTICA che favorisce l’ADESIONE del paziente e famigliari al PROGETTO TERAPEUTICO

�  Comunicazione come requisito per progettare insieme

�  Anche pratiche come il consenso (Cum-Sentire) è una informazione che si configura come una comunicazione volta alla alleanza terapeutica

Che cosa si comunica

�  Una situazione clinica

�  Una prognosi

�  Il percorso di cura

�  Norme di “gestione”

�  Addestramento alle cure

�  Etc etc

�  …che lui/lei è sempre lui/lei

�  Che voi siete sempre voi

�  Che c’è un dopo possibile

Sarebbe bene rispondere solo a quello che le persone veramente chiedono in quel momento, non andare oltre le

loro domande, nè sfuggirle

Fase acuta �  Preoccupazione alla sopravvivenza

�  Richieste pressanti di informazioni cliniche a cui dare ascolto

�  Device sul paziente come indicatore di salute: il famigliare che controlla ogni valore…

�  Anticipare le domande e parlarne argina l’angoscia

Quando comunicare?

Fase riabilitativa precoce

�  Attesa per la prognosi: comunicazione appropriata

�  La palestra come luogo “magico” di cura che non può essere “saltato”

�  Dare obiettivi realistici e in parte svincolati dalla quotidianità: si inizia a dare uno sguardo al futuro

�  Focalizzazione sulla migliore autonomia possibile

Quando comunicare?

Fase pre-dimissione �  La dimissione come evento atteso e temuto

�  La “sindrome del cordone ombelicale” con la struttura

�  La paura di sentirsi soli ad affrontare le difficoltà

�  Fare sentire “la rete” e garantire I collegamenti

�  Informare sul follow up

�  Mantenere un “canale di emergenza”

Quando comunicare?

Fase post dimissione e di cronicità �  Si possono “incrostare” preconcetti bilateralmente, che

cristallizzano il dialogo su dinamiche e modalità difficilmente modificabili

�  Continuare a comunicare!

�  Aumentare le capacità di ascolto

�  Mettersi in gioco

�  Empatia

�  Il ruolo della rete dei servizi nel sapere ascoltare e comunicare

Quando comunicare?

Come comunicare �  Setting formale: riunione di progetto, incontri

formalizzati, etc

�  Setting informale: non evitarlo, ma gestirlo

�  Sfruttare linee di comunicazione diverse: gruppi di auto aiuto, consulenza alla pari, assistenza sociale, psicologia, associazionismo, sport, uscite, …

Caratteristiche della comunicazione necessarie per lo stabilirsi della alleanza terapeutica

�  Rispetto degli interlocutori (carattere, tempi di elaborazione, meccanismi difensivi, modalità relazionali intrafamigliari)

�  Atteggiamento empatico: capacità di immedesimarsi senza confondersi, sapendo ascoltare)

�  Ascolto attivo: essere centrati sull’interlocutore, con empatia e accettazione, che comprende e non giudica

�  Conoscenza delle situazioni e delle persone

Alcuni consigli pratici…

�  uso dei silenzi, domande aperte, riformulazione e riverbalizzazione, incoraggiamento)

�  Linguaggio semplice e comprensibile

�  Rispetto dei tempi

�  Non usare eufemismi

�  Evitare ridondanze di esempi o falsità

�  Attenersi agli obiettivi a breve-medio termine (obiettivi del ricovero), se non richiesto altro

�  Rispettare I meccanismi di negazione o dissenso

ASPETTI NON VERBALI DELLA COMUNICAZIONE

Particolare attenzione va posta agli aspetti non verbali perché sono aspetti di cui si può avere meno consapevolezza, ma a cui i pazienti e i familiari prestano particolare attenzione come indici della relazione

Chi comunica: operatori e famigliari

�  Il team interprofessionale

�  I singoli membri del team, per le rispettive competenze trasmettono e ricevono (parlano-ascoltano)

�  Necessario coordinamento e omogeneità di risposta

�  Importante darsi uno stile univoco fra gli operatori

�  I famigliari possono trovarsi in stadi diversi della elaborazione del lutto, e hanno tempi diversi: questo può portare e tensioni intrafamigliari

�  Sapere cogliere le strategie di resilienza famigliare

Sappiamo che la comunicazione non sempre "funziona"; questo dato viene confermato innumerevoli volte dalla nostra esperienza quotidiana.

Il maggior numero di criticità all’interno di una US è dovuto a difficoltà relazionali che spesso nascono da •  Carenza di informazione •  Malintesi •  Carenza di comunicazione •  Cattiva comunicazione •  Poco tempo o incapacità di ascolto

Aumentare la cultura della comunicazione e della relazione in US e nella rete

Grazie!

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