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Economia di Comunione una cultura nuova * Gestione Residenze Protette, Comunità Psichiatriche, Terapeutiche, Riabilitative * Gestione Servizi Socio-Sanitari ed Educativi in convenzione * Studio, progettazione e realizzazio- ne di Restauri Conservativi - Decorazioni ed Edilizia Civile e Industriale, Lavori Stradali, Impiantistica * Servizi Assemblaggio, Lavorazioni e Confezionamento per conto terzi * Servizi di Portierato, Reception e Vigilanza non armata della Germano Masieri Coop. Soc. arl Fotocomposizione completa e scanner a colori Stampa libri, riviste, bollettini, depliants, cataloghi, manifesti, stampati pubblicitari e commerciali Legatoria servizio di confezione con linea rapida di punto metallico e brossura a filo refe Via Imperiale, 41 16143 Genova tel. 010/506093 fax 010/5451166 E-mail: [email protected] GRAFICHE FASSICOMO ROBERTO TASSANO Consorzio di Cooperative Sociali s.c.r.l. Via Fascie, 79 – 16039 Sestri Levante (GE) Tel. 0185.42702 - 485225 – Fax 0185.479615 E-mail: [email protected] RAPPRESENTANZE MACCHINE UTENSILI TECNOLOGIE PER LAVORAZIONI MECCANICHE ISO 9002 Certificato SQS n.13704 Via Indipendenza, 9/F 10095 Grugliasco (TO) Tel. +39 011.4027511 Fax +39 011.40275290 e-mail: [email protected] www.ridix.it Consulenza di direzione e organizzazione aziendale Formazione www.gmep.it e-mail: [email protected] Olio extravergine di oliva prodotto secondo il disciplinare di produzione HS - HIGH STANDARD Per informazioni e ordinazioni: Frantoio del Podere Bevera S.r.l. via Maneira, 2 18039 Ventimiglia (IM) Deposito: via Gorla, 3 12037 Saluzzo tel e fax +39 0175 42600 e-mail: [email protected] http://www.olioabbo.it MEDARDO MONICA ARREDAMENTI PAVIMENTI IN LEGNO A GRANDI LISTONI PARMA tel. 0521.639511 fax 0521.637612 e-mail: [email protected] www.medardomonica.it srl E di C edifichiamo il Polo Lionello fino al 28 febbraio 2004 è in corso l’offerta pubblica di sottoscrizione azionaria della EdiC spa finalizzata alla costruzione dell’immobile che ospiterà aziende e servizi Euro 50,00 Sorgerà nel comune di Incisa in Val d’Arno (FI), località Burchio, vicino alla Cittadella internazionale di Loppiano Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo Prezzo di emissione di una azione Per informazioni e adesioni tel. e fax 055/8334427 www.edicspa.com Grazie all’azionariato diffuso getta le fondamenta il Polo imprenditoriale italiano. Se anche tu vuoi edificare una società più orientata alla “cultura del dare” partecipa alla costruzione del Polo Lionello: diventa azionista!

Comunione edifichiamo il Polo Lionello · via degli Scipioni, 256 00192 Roma tel. 06/3216212 Redazione: Umanità Nuova via Valle della Noce, 16/6 00046 Grottaferrata (Roma) Stampa:

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* Gestione Residenze Protette,Comunità Psichiatriche, Terapeutiche, Riabilitative

* Gestione Servizi Socio-Sanitari edEducativi in convenzione

* Studio, progettazione e realizzazio-ne di Restauri Conservativi -Decorazioni ed Edilizia Civile eIndustriale, Lavori Stradali,Impiantistica

* Servizi Assemblaggio, Lavorazionie Confezionamento per conto terzi

* Servizi di Portierato, Reception eVigilanza non armata

della Germano Masieri Coop. Soc. arl

Fotocomposizionecompleta e scanner a colori

Stampalibri, riviste, bollettini, depliants, cataloghi, manifesti, stampati pubblicitari e commerciali

Legatoriaservizio di confezione con linea rapida di punto metallico e brossura a filo refe

Via Imperiale, 4116143 Genovatel. 010/506093fax 010/5451166E-mail: [email protected]

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ROBERTO TASSANOConsorzio di Cooperative Sociali s.c.r.l.Via Fascie, 79 – 16039 Sestri Levante (GE)Tel. 0185.42702 - 485225 – Fax 0185.479615E-mail: [email protected]

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Fax +39 011.40275290e-mail: [email protected]

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via Maneira, 2 18039 Ventimiglia (IM)Deposito: via Gorla, 3

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srl

Edi

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edifichiamoil Polo Lionello

fino al 28 febbraio 2004 è in corso l’offerta pubblica disottoscrizione azionaria della EdiC spa finalizzata allacostruzione dell’immobile che ospiterà aziende e servizi

Euro 50,00

Sorgerà nel comune diIncisa in Val d’Arno (FI),

località Burchio,vicino alla Cittadella

internazionale diLoppiano

Prima dell’adesione leggere il prospetto

informativo

Prezzo di emissione di una azione

Per informazioni e adesioni tel. e fax 055/8334427www.edicspa.com

Grazie all’azionariato diffuso getta le fondamenta

il Polo imprenditoriale italiano.

Se anche tu vuoi edificare una società più orientata

alla “cultura del dare” partecipa alla costruzione del

Polo Lionello:

diventa azionista!

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“… un bene economico è il risultato di rapportiumani…”

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19ECONOMIA DI COMUNIONE • UNA CULTURA NUOVAAnno IX • n.2/3 • Dicembre 2003 • Periodico qua-drimestrale culturale. Una copia 1 euro (…) •Autorizzazione del Tribunale Civile di Roma n.83del 18-2-95 • Spedizione in abbonamento postale45% art.2 comma 20/b legge 662/96 - PadovaEditore: Città Nuova Editrice della P.A.M.OM.Direttore responsabile: Alberto FerrucciDirezione e Amministrazione:via degli Scipioni, 256 • 00192 RomaStampa: Grafiche Fassicomo della Germano MasieriCoop. Sociale a.r.l. • via Imperiale, 41 • 16143 Genova

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Economia di Comunioneuna cultura nuovaAnno IX • n.2/3 • Dicembre 2003Periodico quadrimestrale culturale.Una copia 1 euro (…)

Editore:Città Nuova Editrice della P.A.M.OM.

Direttore responsabile:Alberto Ferruccifax: 010/581451

Direzione e Amministrazione:via degli Scipioni, 256 00192 Romatel. 06/3216212

Redazione:Umanità Nuovavia Valle della Noce, 16/600046 Grottaferrata (Roma)

Stampa:Grafiche Fassicomo della Germano Masieri Coop. Sociale a r.l.via Imperiale, 4116143 Genovae-mail: [email protected]

Servizio abbonati:tel. 06/3216212fax 06/[email protected]

Autorizzazione del Tribunale Civile di Roma n.83 del 18-2-95 Spedizione in abbonamento postale 45%art.2 comma 20/b legge 662/96 - Padova

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pagina

Alberto FerrucciProtagonisti di una profezia4

Chiara LubichPer muovere i beni, muovere i cuori6

Luigino BruniQuando l’imprenditore è un po’ artista8

Genevieve SanzeEdC in Costa d’Avorio9

Andrea PenazziIl “perché” operare in EdC10

Giovanni MazzantiPolo Lionello: a che punto siamo?

11Benedetto GuiCondividere nella fraternità

12 Carla BozzaniLettere dal mondo

13Antonella FerrucciDieci anni di tesi di Laurea su EdC

17Filipe CoheloI sette colori ad Arcoiris

18Alberto FerrucciGuardare il cielo

22Vittorio PelligraL’economia, la felicità e gli altri

25Annie AbboLe infinite qualità dell’olio d’oliva

26 Dialogo con i lettori

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In questi mesi è ripresa, per l’Italia a Piacenza, quella che a volte viene chiamata la “Scuolaper gli Imprenditori EdC”: in effetti non si tratta né di una scuola di management e ammi-nistrazione aziendale, né di un ambito dove viene insegnato come operare secondol’Economia di Comunione, perché non conosciamo ancora persone che possano dirsi mae-stre in questo settore.In questi incontri viene presentato un tema spirituale, sul quale poi si condividono le espe-rienze delle aziende, su cui si ascoltano riflessioni di studiosi di economia, e su cui ci si scam-biano domande e risposte, istruendosi a vicenda, per creare assieme una cultura economi-ca di comunione da proporre, rimanendo in economia di mercato, al posto del presenteagire economico prevalente.Questi incontri sono quindi un ambito in cui managers di grandi aziende, assieme adimprenditori alle prime armi, studenti e studiosi di economia, più che cercare il “come” ope-rare in Economia di Comunione cercano di avere ben chiaro il “perché” operare in tal modo:non quindi il know-how, ma il know-why.Avendo chiaro il “perché” ci si è avviati per questo percorso, nel momento delle decisioni, cisi ricorderà come è possibile riprodurre le condizioni che tante volte ci hanno permesso discorgere la strada giusta: amando l’altro per primi, per indurre in azienda l’amore reciprocoche porta giù dal cielo, fino alla nostra azienda, l’attenzione e l’azione del divino nostro socionascosto.Le difficoltà di ogni giorno ci fanno a volte venire l’affanno portandoci a credere che forsestiamo inseguendo una utopia irrealizzabile, e solo la confidenza col nostro socio, vedendocome egli agisce concretamente per le vie più impensabili, ci conferma che invece stiamocooperando per anticipare il realizzarsi di una profezia.In effetti oggi, è già molto più facile di dodici anni fa, quando il progetto era stato lanciato,credere che la EdC sia una profezia. In particolare è molto più chiaro dopo gli eventi degliultimi due anni, che fanno prevedere un futuro del mondo molto, molto fosco, se non pre-varrà a livello mondiale una cultura di comunione e di fraternità, che per affermarsi ha biso-gno di tutti gli uomini e donne di buona volontà.

A noi imprenditori del progetto EdC è chiesto di operare concretamentenelle nostre aziende e nei rapporti con le altre aziende del progetto perdimostrare che è davvero possibile declinare la comunione anche in eco-nomia, dimostrando che questo nuovo comportamento economico sifonda su una razionalità più ampia, che anticipa un modo di operare chediventerà ineluttabile in un futuro sostenibile.Nostro compito è rendere la nostra azienda un luogo di comunione, edin questo ci possono aiutare anche le esperienze e gli sviluppi particolar-mente importanti degli ultimi anni che presentiamo in questo numero,del Consorzio Roberto Tassano di Sestri Levante, che ormai dà lavoro adoltre mille persone, ed anche quelle di una piccola azienda africana chesi avvia su questo cammino in una situazione difficilissima.Nostro compito è però anche contribuire con professionalità e risorse,assieme ai suoi ormai oltre tremila azionisti, a costruire il Polo Lionelloaccanto alla cittadella di Loppiano. L’obiettivo è che il Polo presto si popo-li di aziende che prosperino operando nella dimensione della comunio-ne, e siano una esposizione permanente di questo nuovo agire economi-co: che anche esso diventi, come il Polo Spartaco in Brasile “ un tempiolaico” di questa nuova cultura.Tutto quanto riusciremo ad operare, con i successi e gli insuccessi dellenostre aziende, non sarà solo utile a farci percorrere la via del “farsi santisul lavoro” che Chiara ci propone, ma fornirà la materia prima con cuicostruire le fondamenta della nuova visione dell’economia oggi così ter-ribilmente necessaria al mondo intero.

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Alberto Ferruccie-mail: [email protected]

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(…) Conosciamo tutti la situazione attuale che gravapesantemente sul nostro pianeta: in primo luogo il terrori-smo. Esso è effetto dell’oscura forza del Male con la Mmaiuscola, come ebbe a dire, più volte, Giovanni Paolo II.Male che chiama ad agire le forze del Bene con la B maiu-scola:Dio anzitutto e ciò che ha radice in Lui: il mondo dellospirito, dei grandi valori, della preghiera. Di qui il perchédell’evento meraviglioso di Assisi, lo scorso anno.

Ma, se un nuovo modo di vivere, se il dialogo inter reli-gioso, specie col mondo arabo, e la preghiera sono impor-tantissimi, per tentare d’arginare tale terribile fenomeno,sembra non bastino.Sappiamo, infatti, che una delle sue più profonde cause èlo squilibrio che esiste nel mondo fra Paesi ricchi e Paesipoveri. È questa, ormai insopportabile suddivisione delmondo in due parti, che genera risentimento, vendetta, emanifestazioni di terrore.Occorre allora suscitare nel mondo una più equa comu-nione dei beni e la solidarietà fra tutti.

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Premio cittàdi Castel Gandolfo 2002

Castel Gandolfo,13 aprile 2003

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Ma si sa che i beni non si muovono da soli. È necessarioprima muovere i cuori, col diffondere fra più gente possi-bile l’idea e la pratica della fratellanza e, data la vastitàdel problema, di una fraternità universale.Ne è una singolare riprova la cosiddetta “Economia diComunione nella libertà” del Movimento dei Focolari,una particolare esperienza di Economia solidale. ( ….) È questo un agire economico che - pur attuandosi all’in-terno del sistema economico vigente - va in direzioneopposta ai criteri fondamentali dell’economia.Viene pro-posta agli imprenditori una nuova linea di conduzionedell’impresa, che mette in atto atteggiamenti che si ispi-rano alla nostra spiritualità. Richiede di riporre al centrol’uomo e i rapporti interpersonali, evitando comporta-menti contrari all’amore evangelico; domanda la valoriz-zazione dei dipendenti attraverso il loro coinvolgimentonella gestione. Chiede il rispetto dell’etica nei rapporticon i clienti, i fornitori, la pubblica amministrazione;domanda quindi la legalità. Occorre riservare attenzioneall’ambiente di lavoro e al rispetto della natura.

Alla fine, ma anche al principio, bisognaricordare di lasciare spazio all’interventodi Dio, alla sua Provvidenza, anche nelconcreto operare economico: interventoche può avvenire sotto forma di un introi-to inatteso, una geniale soluzione tecnica,l’idea di un nuovo prodotto vincente o inaltri modi ancora.

Chiara Lubich

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Luigino Bruni e-mail:[email protected]

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a Nelle pagine di questo Notiziarioabbiamo avuto modo più volte diriflettere sul significato dell’amo-re nell’economia, e nell’EdC inmodo tutto particolare. In quan-to segue vorrei continuare a svi-scerare questo stesso tema.

L’invenzione dell’economia è stato un grande tentativo, forse il più ambi-zioso della modernità, di costruire la vita in comune senza ricorrere all’a-more, e alle sue tipiche parole (sacrificio, dolore, fragilità): il mercato èstato infatti concepito come la possibilità di incontrare l’altro, avere dalui le cose di cui ho bisogno, senza passare attraverso il sacrificio e il dolo-re, attraverso il paradosso dell’incontro personale con l’altro. Così il beneprodotto per lo scambio diventa totalmente “altro” dal suo produttore,diventa una “merce”. E delle merci possiamo liberarci, o possiamo acqui-starle, senza mettere in gioco le parole “alte” della vita in comune, senzabisogno di gratuità, dolore e sacrificio.Prima di questa invenzione, parlare di vita in comune o di comunità,significava invece parlare di sacrificio e di dolore, e quindi di amore,anche in economia: senza o al di fuori del mercato, infatti, il passaggiodei beni da una persona ad un’altra è necessariamente doloroso: ildolore delle guerre e delle rapine, ma anche il dolore di privarmi di unacosa per donarla a te.

Di questo tipo di dolore-amore c’è ancora traccia nelle nostre società,in modo particolare nel dono genuino e nell’arte.Quando un artista si priva di una sua opera (magari perché vi ècostretto), entra nel mercato e la scambia con denaro, questa transa-zione, se abbiamo a che fare con un’opera d’arte e non un bene di con-sumo, è estremamente dolorosa. È dolorosa per l’artista, e ciò si com-prende, ma lo è anche per l’acquirente, che sa di essere entrato in pos-sesso di qualcosa che non gli apparterrà mai del tutto, perché quelbene è indissolubilmente legato a chi lo ha prodotto o creato.Ecco perché ancora oggi il “mercato dell’arte” non può essere un mer-cato come altri, perché l’opera d’arte non può essere mai interamen-te “merce”, e perché il “bello” non potrà mai essere completamenteasservito al “consumo”, nonostante sia forte oggi la tendenza in que-sto senso. Come mi ricordava un mio amico artista (Michel Pochet) sipossono consumare i “beni”, le cose buone, ma le cose belle (i “belli”),se sono davvero tali, non possono essere consumate perché sono persempre.Con il linguaggio dell’economia direi che un’opera d’arte, se è tale, ènecessariamente un “bene pubblico” (come una fontana o una piaz-za), e come per tutti i beni pubblici il mercato non funziona; basti pen-sare che all’artista interessano molte altre cose, oltre al denaro, incambio della sua opera: il luogo dove sarà esposta, chi la potrà vede-re, e sappiamo di tanti artisti che hanno rinunciato a ricchissimi con-tratti perché alla controprestazione mancava proprio uno di questirequisiti.

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Quando un imprenditore, o un lavoratore, vuol fare della comunionela propria ragion d’essere anche nella vita economica, forse senzasaperlo inizia a sperimentare qualcosa di molto simile a ciò che vivel’artista. I beni (o servizi) che egli produce iniziano a portare impressoqualcosa dei suoi valori, hanno il marchio indelebile della cultura cheli ha generati.Ecco perché un prodotto di una impresa che vive sul serio la propostadell’EdC ha qualcosa che lo distingue dagli altri, spesso invisibile agliocchi dei più, ma che chi l’ha fatto sa riconoscere e valorizzare perchéè proprio in quel “qualcosa” che si gioca la sua vita di comunione. Avolte può essere quell’attenzione, apparentemente non remunerati-va, ai particolari, all’ambiente, alla confezione, alla bellezza dei pro-dotti e dell’ambiente di lavoro. Per questo l’esperienza di chi vive lacomunione in azienda ha con sé, come per l’artista, il tocco del sacri-ficio e del dolore: prima, durante e dopo la produzione, perché ha iltimbro dell’amore, dell’amore scambievole, della comunione.

Ma proprio per questo una impresa EdC è un posto dove, come è suc-cesso più volte, chi entra può esclamare “che bello”, esclamazioneinsolita per l’economia, ma normale se anche la vita economica è con-cepita così. E come le opere dell’artista, anche l’ambiente di lavorodelle imprese EdC e in qualche misura gli stessi beni prodotti hannola vocazione ad essere un po’“beni pubblici”, cioè ad essere beni la cuiutilità va oltre il consumo individuale, perché come tutto ciò che èfatto per amore, quei beni hanno un’impronta che dura nel tempo; ela controprestazione che l’imprenditore EdC si aspetta in cambio delsuo prodotto non è solo monetaria, ma richiede, al tempo stesso, dipiù e di meno di un ordinario contratto.

Perché tutto ciò? La risposta è semplice se pensia-mo che un bene economico non è qualcosa dimorto ma è una faccenda tutta umana, è il risulta-to di rapporti umani, e quindi non può non risentiredella qualità di questi rapporti che lo hanno creato.Ma tutto questo ha bisogno di sacrificio, dolore,fragilità, amore, proprio le parole – perché troppoalte e impegnative – eliminate dall’economia nellamodernità. La proposta dell’EdC, proprio perchéemana da un carisma, vuole invece far assaporareall’imprenditore, al lavoratore, in certi casi anche alconsumatore, qualcosa di simile a ciò che proval’artista quando crea. Per questo i suoi attori sonoben consapevoli che vivere l’economia di comunio-ne è arduo, forse eroico. Ma soprattutto sanno cheè possibile:“Sta in te e sta in me, se nei nostri diver-si campi di azione cose simili accadranno oppureno. Adoperiamoci perché accadano”.

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Tornando a casa,avevo cercato dicapire comevivere questivalori con i mieioperai: subito ilprimo giorno hocercato di ascol-tarli, dar lorofiducia ed amarliconcretamente,ad esempiodando loro damangiare…

Allora essi hanno iniziato a raccontarmi la loro vita ele loro difficoltà: uno per esempio mi diceva che acasa per dormire aveva soltanto una stuoia, e quandofaceva freddo non aveva nulla per coprirsi, chieden-domi che se per caso avessi trovato un pezzo di stoffami ricordassi di lui, ed allora gli avevo regalato unpezzo di stoffa che fino ad allora utilizzavo io pervestirmi.Un altro lavoratore, che non ha famiglia, mi diceva dinon aver mai trovato una persona che avesse postoattenzione a lui: mi ringraziava per l’amore che avevoper lui, che gli restituiva la gioia di vivere…”Marcelle era sorpresa dal cambiamento che si era rea-lizzato così nel suo ambiente del lavoro: adesso i suoioperai lavorano con responsabilità, senza più bisognodi rimproveri, anzi arrivano in anticipo sull’orario dilavoro.“Un giorno in cui non dovevano lavorare – continuaMarcelle – sono venuti tutti: io ero sorpresa, ma li holasciati lavorare, ed alla fine della giornata mi accin-gevo a pagarli, ma essi non hanno voluto, affermandoche quello non era un giorno di lavoro, ed erano venu-ti perché “il loro orto” aveva bisogno.“È il nostro orto,nei giorni di lavoro torneremo e ci pagherai, ma nonoggi.”Marcelle era veramente sorpresa dell’amore e delsenso di responsabilità dei suoi lavoratori, che orasente “veramente come suoi figli”. Era venuta peressere confermata che pur non comprendendo beneil “francese grande”, era proprio così che doveva vive-re nel suo lavoro la grazia dell’EdC.Ho voluto farvi conoscere questa esperienza, che perme è stata una conferma che veramente l’Economiadi Comunione è un’opera di Dio, e che per cogliernel’essenza non servono grandi studi (pur importanti),se si è pronti a trasformarla subito in vita.Nel momento presente, Marcelle non può raggiungerela zona dove vive, eppure sa che il suo terreno continuaad essere coltivato con amore dai suoi collaboratori.

Riceviamo questa corrispondenzada Genevieve Sanze, focolarinadella Costa D’Avorio, di cui aveva-mo segnalato nel 2002 la Tesidiscussa all’Università di Abidjandal titolo “L’impatto sul Mana-gement dell’esperienza di Econo-mia di Comunione”.Genevieve ha condiviso nell’ulti-

mo anno con il suo popolo i momenti difficili dovutialla guerra civile, durante la quale la cittadella delMovimento dei Focolari, chiamata Mariapoli Victoria,pur non avendo particolari difese, è stato per molti unrifugio dai pericoli dei combattimenti.Malgrado tutto, Genevieve crede nel progetto di eco-nomia di comunione, lo diffonde nel suo paese, ed oraci invia questa testimonianza.

Ieri ho avuto un momento di colloquio con Marcelle,una volontaria del Movimento originaria di Man,nella regione della Mariapoli Victoria. AttualmenteMarcelle è ad Abidjan, e per il momento non può tor-nare nella sua casa all’ovest perché quella zona delpaese è ancora occupata dai ribelli.Marcelle era presente quando un anno fa, nellaMariapoli Victoria, avevo presentato a tutti il proget-to dell’Economia di Comunione.Marcelle è una piccola imprenditrice agricola, cioèpossiede un terreno in cui con l’aiuto di alcuni operaicoltiva varie cose per mantenere la sua famiglia. Leiha voluto confrontarsi con me, per sapere se avevacapito bene come condurre le sue attività economi-che secondo i principi dell’Economia di Comunione.Diceva:“Mi piace l’Economia di Comunione ma sicco-me non ho potuto fare degli studi vorrei sapere da tese ho capito giusto.”“A me piace la perfezione nel lavoro – mi raccontaMarcelle – e prima di sentir parlare della Economia diComunione ero sempre addosso ai miei operai persgridarli e per dimostrare che il loro lavoro era fattomale,che non rispettavano l’orario di lavoro,e così via.Sentendo parlare dell’Economia di Comunione, purnon riuscendo a capire bene il “francese grande”, miera sembrato di comprendere bene tutto quello chedicevi: mi erano rimaste particolarmente impresse lacultura del dare, il fare del mio ambiente di lavoro unafamiglia ed il mettere al primo posto, prima di tutto,la persona umana.

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Geneviève Sanzee-mail: [email protected]

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Giovanni Mazzanti, consulente aziendale di Bolognaha coordinato la tavola rotonda: sono state presenta-te alcune esperienze di imprenditori (Tullia e LuigiNodari, proprietari di un albergo sulla sponda trenti-na del lago di Garda, e poi Gualtiero Palmieri e RinaSantoli, titolari di un’attività commerciale nell’appen-nino emiliano) e gli sviluppi del Polo Lionello, attra-verso una serie di domande e risposte a CeciliaMannucci, uno degli amministratori delegati, e adAlberto Frassineti, consigliere del CdA di E. di C. spa(vedi pag. 10).

Dopo l’intervallo Luigino Bruni ha proposto la rifles-sione “ ‘Nell’amore quel che vale è amare’. Gratuitàdisinteresse e reciprocità”. Due le caratteristichemesse in luce della logica di chi crede nel valore del-l’amare per primi: chi agisce così “attribuisce un valo-re intrinseco, cioè in sé, all’azione dell’amare (‘nell’a-more quel che vale è amare’), che lo porta ad agire intal senso anche quando non si aspetta la risposta del-l’altro. […] detto ciò, va subito aggiunto che chi viveuna cultura di comunione sa che la sua azione non èperfetta finché l’altro non risponde”.

Il momento di dialogo ha visto poi l’intervento di varipartecipanti: sono emersi anche problemi, aspetti sucui approfondire l’esame. Come ha concluso BrunoVenturini, davvero ciò che uno si portava via era l’im-pegno a vivere per trovare in prima persona delle“soluzioni” da proporre poi agli altri. Magari già alprossimo appuntamento fissato al 26 gennaio 2004.

I temi dei primi quattro appuntamenti28/11/2001, MilanoDio è Amore, di Dori ZamboniL’Amore-Agape nella vita economica, di Luigino Bruni

28/01/2002, MilanoLa volontà di Dio, di Dori ZamboniLa volontà di Dio nella vita economica,di Benedetto Gui

25/03/2002, MilanoIl nostro testo: il Vangelo, di Dori ZamboniVangelo ed economia: quale spazio per la gratuità?,di Benedetto Gui

27/05/2002, MilanoL’ Amore sintesi di tutte le parole (l’arte di amare),a cura di Enzo FondiL’arte di amare - tema applicativo, di Luigino Bruni

24 novembre: sono ripresi gli Appuntamenti diapprofondimento spirituale e culturale dell’Economiadi Comunione. Durante il convegno internazionale diCastel Gandolfo il 5 aprile 2001, Chiara Lubich lanciòla proposta di “far nascere delle scuole per imprendi-tori, economisti, professori, studenti d’economia, perogni componente dell’azienda”. E così il 28 novembre2001 a Milano si tenne la prima “lezione”. A questaseguirono altri tre appuntamenti (28 gennaio, 25marzo e 27 maggio 2002).

Ora ricomincia una nuova serie con il quinto appunta-mento. Alberto Ferrucci nell’introduzione ha illustratoche Piacenza è stata scelta perché, più baricentrica,consente la partecipazione da tutto il Nord e CentroItalia (sono più di centoventi le persone giunte daPiemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Marche,Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna presso la salaAuditorium dell’Expo). Ma anche perché l’EdC è stata“accolta” in modo particolare in questa città (da unprimo convegno nel 1996 alla laurea honoris causa aChiara nel 1999).“Questi appuntamenti – ha precisato– potremmo definirli dei workshop, in cui ci si riunisceper ascoltare un tema spirituale su cui poi condividerele esperienze fatte nelle nostre aziende e le riflessionisu di esse di studiosi di economia, e scambiarci i nostriinterrogativi, istruendoci a vicenda: questo per crearecosì assieme una cultura economica di comunione, daproporre, rimanendo in economia di mercato, comealternativa alla cultura economica attuale. Quindi quisiamo tutti docenti e studenti, imprenditori di grandiaziende, giovani alle prime armi, studenti e studiosi dieconomia: e soprattutto non siamo qui tanto perimparare il know-how, il ‘come’operare in Economia diComunione ma piuttosto per ricordarci il know-why, il“perché” operare in EdC”.

Bruno Venturini, uno dei primi focolarini e attual-mente incaricato di seguire gli aspetti economici delMovimento dei Focolari, ha presentato il tema spiri-tuale incentrato su “L’arte di amare: per primi”: alme-no un’immagine usata può essere qui ricordata “sedue persone sono distanti cento passi l’una dall’altra,e vogliono incontrarsi a metà strada, possono farecinquanta passi ciascuna. Ma se una fa solo un passoe io voglio incontrarla lo stesso, perché voglio bene aquesta persona, ne farò novantanove io. Ecco comeamare per primi: non contare mai i passi, né calcolarele distanze, ma muoversi per primi verso l’altro”.

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Del Polo Lionello abbiamo già parlato nei numeri pre-cedenti: esso nasce, per volere di Chiara Lubich, a com-pletamento di Loppiano, cittadella del Movimento deiFocolari accanto a Firenze, grazie agli imprenditori edagli azionisti della società E. di C. spa, che sta edifican-do le infrastrutture e ne curerà la gestione. Lo scopo delPolo è essere testimonianza concreta e visibile del pro-getto di Economia di Comunione in Italia. Oltre alleaziende che vi si insedieranno il Polo collegherà quelleaziende che ad esso si rifanno o che vi si orientano.In occasione della Scuola Imprenditori a Piacenza abbia-mo chiesto a Cecilia Mannucci,uno degli AmministratoriDelegati della E. di C. spa, e ad Alberto Frassineti consi-gliere della stessa, notizie sulle prospettive di completa-mento del Polo e sulla gestione della società.

La E. di C. spa ha lanciato nello scorso anno due aumen-ti di capitale per un totale di 3 milioni di Euro, totalmen-te sottoscritti. Ultimamente ne ha lanciato un terzo, perraggiungere un capitale sociale di 5 milioni di Euro.Perché è stato necessario questo ulteriore aumento?L’adesione immediata di tanti ci ha riconfermato ilvalore dell’idea del Polo, l’impossibilità di esaudiretutte le richieste di sottoscrizione e l’interesse dimo-strato da parte delle aziende a trasferirsi sono state laspinta ad aumentare il capitale. Il Polo è stato conce-pito e studiato come una struttura modulare e flessi-bile, che può sviluppare una superficie utile di lavorovariabile tra i 7.400 mq. e gli 11.400 mq. La soluzioneindividuata permette la coesistenza di imprese indu-striali, artigianali, commerciali, di servizi, insieme alocali di uso pubblico, per un totale di circa 8.500 mq.Sommando i normali costi di costruzione per metroquadrato delle diverse tipologie previste (capannoniindustriali, artigianali, uffici, ecc…), il costo del terreno,gli oneri di urbanizzazione, la sistemazione del verde edella viabilità, si arriva ai 5 milioni di euro. (A. Frassineti)

Come state amministrando il capitale raccolto e nonancora utilizzato? Lo abbiamo investito in prodotti finanziari che offronoil massimo introito compatibile con la piena tutela delcapitale, introito utile a far fronte alle spese di gestio-ne correnti e di raccolta del capitale.(Cecilia Mannucci)

Il progetto è bello, ma sembra anche molto impegna-tivo finanziariamente, e quindi, probabilmente, per farquadrare i conti sarete obbligati a esigere dalle azien-de che si insedieranno affitti alti.Bello non significa necessariamente ricco: si puòcostruire bene, tenendo presente il decoro e la dignitàdi chi vi lavorerà, senza spendere di più. E così avvieneper la nostra struttura, che ha costi inferiori a quellidei normali capannoni industriali.Alle aziende verranno applicati affitti sulla media delmercato della zona che oggi variano dai 5 agli 8 euro/metro quadro/mese a seconda della tipologia richie-sta. Abbiamo calcolato che con tali ricavi verrannocoperte le spese di gestione lasciando un margine diutile, il che è un risultato considerevole: solitamentesimili Poli produttivi nascono per intervento pubblico

con notevoli investimenti a fondo perduto e contribu-ti comunitari. (Cecilia Mannucci)

Nei primi anni, in cui tutti gli spazi non saranno occu-pati ed il ricavo degli affitti limitato, come quadrereteil bilancio? Avete previsto altre entrate per il Polo?Diverse attività sono attualmente alla verifica dellostudio di fattibilità: la fornitura di servizi nei confron-ti delle aziende del Polo e per quelle presenti sul terri-torio, la commercializzazione dei prodotti delle azien-de EdC, attività congressuali e corsi di formazione uti-lizzando, anche per terzi, nelle sale e strutture previ-ste al secondo piano del polo. (Alberto Frassineti)

Quando inizieranno le attività delle aziende e quandopensate di andare a regime? Costruirete subito tutte lestrutture, anche se alcune rimarranno vuote per varimesi? È conveniente?Il Comune di Incisa in Valdarno ha già approvato ilprogetto ed ora siamo in attesa del parere dellaSovrintendenza alle Belle Arti. Prevediamo di iniziarei lavori nella primavera 2004 e di concludere la strut-tura esterna entro il dicembre dello stesso anno, peraccogliere le prime aziende entro l’estate del 2005.Data la particolarità della struttura e la sua limitatadimensione, spezzare la costruzione in più tempicomporterebbe oneri maggiori che edificare in ununico blocco, e ciò senza contare i disagi delle primeaziende insediate in un Polo ancora in costruzione.(Alberto Frassineti)

Quante aziende prevedete di inserire?In fase progettuale abbiamo ricevuto 26 manifesta-zioni di interesse. Varato il progetto definitivo, cheprevede l’insediamento di attività industriali, artigia-nali, commerciali e di servizi, abbiamo ripreso contat-ti con gli interessati e già undici di essi hanno confer-mato la volontà di aprire un’attività al Polo opzionan-do circa il 30% della superficie disponibile. Riteniamoche entro il 2006 il Polo possa raggiungere il quasicompleto utilizzo degli spazi. È straordinario vederequesti imprenditori disposti a mettersi in gioco peresserci, vedere la concretezza e la “coscienza impren-ditoriale” con la quale stanno predisponendo il pro-prio insediamento al Polo. (Alberto Frassineti)

A che punto è la nuova campagna di sottoscrizioniazionaria per l’aumento di capitale?Ad oggi sono state sottoscritte azioni per un valorevicino ai 3.600.000 euro. Confidiamo di arrivare,entro il 28 febbraio 2004, a 5 milioni di euro.Abbiamo predisposto alcuni strumenti divulgatividell’operazione come il video “Polarizziamoci” che inpochi minuti traccia le tappe della nostra la “storia”ed il CD che presenta il progetto nel suo aspetto piùtecnico (entrambi possono essere richiesti alla E. di C.spa). Ma, al di là della comprensione “razionale”, purnecessaria, qui subentra la comprensione “profetica”dell’EdiC, il volerne accettare la sfida, il desiderio discrivere con la propria “l’adesione del cuore”che portagli azionisti ad essere protagonisti, costruttoridell’Economia di Comunione. (Cecilia Mannucci)

[email protected]@edicspa.com

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Giovanni Mazzanti e-mail: [email protected]

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Intervista viaggiante a Margi, della MariapoliGinetta di San Paolo del Brasile, su un anelloimportante e delicato del progetto EdC, la distri-buzione dell’aiuto

La metropoli di San Paolo è davvero stermina-ta. E’ da più di mezz’ora che viaggiamo in auto-strada a buona andatura in mezzo a collinepullulanti di casette in mattoni di uno o duepiani, spesso incompiute e mai intonacate, chesi alternano ad ampie spianate abbandonate.Poi le costruzioni (e anche il traffico) si infitti-scono, mentre la strada si affianca ad un ampiocanale ben poco attraente, che ora pare leautorità abbiano in programma di disinquina-re e recuperare. Mentre mi accompagna dal-l’aeroporto a Vargem Grande (dove si trova laMariapoli Ginetta), mi viene spontaneo chie-dere alla mia gentile autista, qualche informa-zione su quello che si fa qui per i poveri nel-l’ambito del progetto EdC.

D. La distribuzione dell’aiuto è l’ultimo anellodella catena che all’estremo opposto ha la sot-toscrizione d’azioni per i poli produttivi e l’impe-gno lavorativo di chi opera nelle aziende legateal progetto. Ma è un anello cruciale, che contri-buisce a dare significato a tutto il resto.Ne siamo convintissimi anche noi che siamocoinvolti in questa attività estremamente deli-cata. Perché non si tratta solo di arrivare allepersone giuste e di dare priorità alle esigenzepiù importanti, cosa non facile quando lenecessità sono tante e urgenti. Si tratta anchedi far sì che quell’aiuto sia parte di un rapportodi fraternità che non tollera posizioni di infe-riorità e di superiorità perché vede l’altro come“un’altro io”, come fratello e questo é possibiledal fatto che si tratta di persone che sannocondividere.D. Come a dire che siete voi a proporre l’aiuto, enon viceversa, che chi ha bisogno vi fa arrivareuna richiesta?Può succedere sia l’una che l’altra cosa, ma nonè raro che, pur di fronte a necessità urgenti, larichiesta non é comunicata e siamo noi adoverci rendere conto della situazione. In parteè perché si tratta di persone abituate a preoc-cuparsi prima dei bisogni degli altri che dei

propri, in parte è perché in certi casi non è faci-le accettare di avere bisogno dell’aiuto altrui.Per questo cerchiamo di usare la massima deli-catezza e riservatezza.D. Non avete paura che questo aiuto possa sca-dere nell’assistenzialismo, che qualcuno appro-fitti della generosità altrui, o che si deresponsa-bilizzi?Alcune volte abbiamo avuto l’impressione chequesto rischio ci fosse: qualche spesa nonnecessaria, o il nascere dell’aspettativa che acerte necessità dei figli ci avrebbe pensatoqualcun altro... In certi casi è bastato parlarne,facendo presente da dove questi soldi veniva-no e quanti altre persone potevano avernebisogno. Ma per fortuna è più frequente il con-trario: che quando qualcuno trova un lavoro ciinformi che non hanno più bisogno; che la per-sona aiutata, una volta avviata una piccolaattività in proprio, voglia a sua volta contribui-re; che persone aiutate dividano a loro voltacon altri.L’aiuto è destinato prima di tutto ai “membridella famiglia”, a chi vive la spiritualità dell’u-nità. Non avete l’impressione che questo costi-tuisca un limite all’apertura verso tutti?Può sembrare un limite il fatto che l’aiuto siadestinato prima di tutto ai “membri della fami-glia” ma invece è estremamente positivo, poi-ché con chi vive la spiritualità dell’unità é pos-sibile fare la profonda esperienza di “dare” leproprie necessità e “ricevere” gli aiuti nelladinamica della comunione. Un’esperienza chesi mostra efficace in un piccolo modello, comeun laboratorio e che potrà moltiplicarsi, cosicome nel seme è contenuta tutta la pianta.Credo che l’EdC é un’esperienza che si mostravalida proprio perché é una microrealizzazioneche potrà nel futuro assumere una macrodi-mensione, come modello innovatore. Inoltreosserviamo che questo spirito dà nuovo sensoal lavoro: instaura l’uguaglianza fra tutti, la fra-ternità universale, prototipo della cultura del-l’amore.

Nel frattempo abbiamo iniziato ad allontanar-ci nuovamente dalla zona più fittamente abi-tata, attraversando una successione di villagginati in fretta lungo la strada, o al suo fianco,tutti luoghi dove la povertà la si conosce bene.Continuo a pensare che l’attività di distribuzio-ne dell’aiuto continuerà ad essere la parte piùdelicata del progetto, più ancora della condu-zione e dell’equilibrio economico delle aziende(il che è tutto dire), e che dovrà sempre piùessere oggetto d’attenzione continua, didiscussione, di valutazione dei criteri seguiti.Ma ho la consolante impressione che intantola cosa funziona, che l’aiuto economico arriva adestinazione attraverso una catena ininterrot-ta di rapporti vissuti all’insegna della frater-nità, della prossimità, della valorizzazione dellecapacità delle persone aiutate e del rispettoper la dignità di ciascuno.

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Benedetto Gui e-mail: [email protected]

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Dio ha un piano di felicità su ciascunoDa cinque anni ricevo l’aiuto dell’EdC, e grazie a questooggi sono al secondo anno nell'università. Per me, parteci-pare all'EdC, é molto più che ricevere l'aiuto per le spesemensili. Ogni mese quando arriva la busta a me intestata,rinnovo la convinzione che Dio ha un piano di felicità suciascuno di noi; però ci ha creati liberi, lasciandoci laresponsabilità delle nostre azioni.Alla fine dell'anno scorso ho avuto l'opportunità di presen-tare l'EdC ai miei colleghi e professori. Ci era stato assegna-to il compito di prendere in considerazione un problemaambientale e predisporre un progetto e soluzioni concreteper esso. Con una collega abbiamo allora pensato di pren-dere in considerazione il più grande dei problemi ambien-tali, che è la povertà e disuguaglianza sociale, e come rispo-sta e soluzione abbiamo presentato il progetto dell'EdC .(Croazia)

Una difficoltà ancora più grandeUn giorno, avendo tanti problemi, anche di salute, li avevocondivisi con una persona, ma poco dopo ho incontratoun’altra persona che mi ha raccontato le sue difficoltà,moltomaggiori delle mie, perchè aveva una figlia malata e nonaveva i soldi per le medicine. Io soldi ne avevo appena per lemie necessità, ma le ho dato tutto quello che avevo, confi-dando che Dio sapeva e credendo nella Sua provvidenza. Ilgiorno seguente la Sua risposta è arrivata attraverso l’aiutodella EdC, che ancora continuo a ricevere. Ringrazio Dio ognigiorno perché il Suo aiuto arriva, e proprio quando ne abbia-mo bisogno.(Brasile)

Non ci era mai mancato nulla Alla mia famiglia economicamente non era mai mancatonulla, ma dall’anno scorso improvvisamente abbiamoperso tutto. Ora abito da sola ed il mio stipendio non bastaper la cura costosa che devo fare: mi è perfino mancato ilminimo per nutrirmi. L’aiuto mi è arrivato come un regalo,da Dio, che mi ha dato da mangiare.(Brasile)

Non so come ringraziareNon so come ringraziare dell’aiuto, che arriva proprioquando a casa mia non c’è niente da mangiare: sono stataabbandonata da mio marito e quello che guadagno finiscealla metà del mese. Quindi questo aiuto è veramente utileper poter provvedere ai miei cinque figli.(Brasile)

Seppellire degnamenteGrazie per averci aiutato a seppellire degnamente papà .(Pakistan)

Il mese prossimo sarò mammaHo dovuto fare un intervento per la morte del bambino cheportavo in grembo: era la seconda volta che Dio mi chiedevadi ridargli una sua creatura, ed era difficile fare questa offer-ta. Il bambino aveva una grave malformazione, e forse Diovoleva evitarmi questo dolore, anche se desideravo tanto diessere mamma. Con l’aiuto ricevuto ho potuto curami e all’i-nizio del mese prossimo sarò mamma, tutti gli esami sononormali ed anche il medico che mi segue è soddisfatto dicome procede la gravidanza. .(Pakistan)

Latte che sembra oroUn giorno ero molto preoccupata perché non avevo latteper i miei figli. Inaspettatamente mi hanno consegnato unpacco. E cosa trovo? Latte! Mi sembrava di aver trovato oro.Ho sentito l’amore di Dio che arrivava con delicatezza,venendo incontro ai miei bisogni. Solo Lui sapeva di quellasituazione.(Brasile)

Torniamo a casaQuanto riceviamo è un grande aiuto per i nostri figli, due deiquali adesso frequentano l’università. Dopo 10 anni di vaga-bondaggi in vari paesi e città, quest’anno possiamo final-mente tornare nella nostra casa, dove vivevamo prima dellaguerra. La casa era devastata, vi erano cresciuti dentro l’erbaed anche alberi,ma grazie alla Provvidenza ricevuta abbiamopotuto renderla abitabile. E’ modesta, ma è nostra, ed ora èa disposizione di tutti.Tra poco vi traslocheremo,con qualchetimore perché lì tutto parla ancora di odio, ma noi abbiamoin cuore la luce e la gioia che abbiamo ricevuto dalla spiri-tualità del Movimento.(Croazia)

Essere dalla parte di chi ha bisognoA causa della crisi economica del nostro paese, mio marito,che lavorava come ragioniere,ha perso il lavoro:abbiamo cosìfatto molti debiti, di cui non riuscivamo a liberarci neppuredopo aver ipotecato la casa.Con l’aiuto EdC abbiamo saldatoi debiti più urgenti, ma abbiamo anche capito che dovevamoessere fedeli al nostro preventivo di spese e condividere lenostre necessità, facendo l’esperienza di essere dalla parte dichi ha bisogno. Ora i nostri figli fanno dei lavoretti per pagar-si le loro spese e noi sperimentiamo l’amore attraverso le per-sone che ci circondano.(Argentina)

Ho trovato modo di andare a scuolaAvevo cercato un aiuto in famiglia e presso amici, ma nes-suno poteva aiutarmi a pagare la scuola. Avevo bussato atanti istituti di Lahore, ma nessuna porta si apriva, ed erodisperato. Adesso è arrivato il centuplo, e sono statoammesso ad una buona scuola che mi formerà permet-tendomi poi di trovare un lavoro.(Pakistan)

Stralci di lettere ricevute da chi partecipa al progetto EdC accettando di essereaiutato in alcune necessità materiali utilizzando gli utili delle aziende EdC ed ilcontributo personale dei membri del Movimento dei Focolari

a cura di Carla Bozzanie-mail: [email protected]

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La gioia di provvedere alla madreCon l’aiuto ricevuto ho avuto la gioia di poter fare quantonecessario per mia madre malata di tumore, che avevabisogno di tante cure: la ho accompagnata anche in un’al-tra città per proseguire le cure, ed ogni volta che sembravache le avremmo dovute interrompere per mancanza disoldi, pregavo, chiedendo la provvidenza, e sempre arriva-va il dono dell’aiuto. La mamma è adesso partita per il cielodove la attendeva quell’amore di Dio che anche io sentoperché mi ha permesso di fare per lei tutto quanto serviva.(Brasile)

Il periodo di prova più grandeNella nostra piccola città della Croazia, la guerra ha devastatotanti cuori e portato tante famiglie,ed anche la nostra, ai limi-ti della sopravvivenza Mio marito si è ammalato psichica-mente ed ha preso a bere. Mia figlia era pronta per andareall’Università, ma con grande nostro dolore ha dovuto rinun-ciare a causa della situazione in casa.Pensavo che con la fine della guerra le cose si sarebbero siste-mate, ed invece stava per iniziare la mia prova più grande,infatti un giorno mio marito, mentre era ubriaco mi ha pic-chiato rendendomi invalida a lavori normali, per cui ora midevo limitare a piccoli lavori di pulizia occasionali.Ogni volta che ricevo l’aiuto dico a mia figlia che non siamosole,ma c’è Dio che ci ama.(Croazia)

Pagare la luce ed il gasE’stato così bello aver ricevuto! La provvidenza è arrivata almomento giusto, proprio quando ci stavano per tagliarel’acqua, il gas e la luce, perché da mesi non riuscivamo apagare le bollette che da noi sono elevatissime. Abbiamosperimentato che siamo un’unica grande famiglia e pos-siamo testimoniare a tutti l’amore immenso e personale diDio.(Colombia)

Un profondo senso di solitudine Senza quest’aiuto mi sarebbe stato molto difficile potercontinuare a studiare. In questo libero mercato che spingela concorrenza agli eccessi, dove niente è gratuito e tutto èinvece oggetto di scambio,provo un profondo senso di soli-tudine. L’Economia di Comunione è invece veramente rivo-luzionaria, assolutamente soprannaturale, e realizzabile,perché la povertà potrà essere superata grazie alle aziendedi economia di Comunione che metteranno in comune gliutili conseguiti.(Cile)

Gli argomenti trattati dalle ultime 10 tesi pervenutedimostrano come stia maturando il contributo teoricoche i laureandi sono in grado di portare allo studio diEdC:dopo una fase in cui prevalevano tesi di descrizionee divulgazione del Progetto, oggi sempre più questilavori studiano tecnicamente i frutti che l’EdC portaall’interno delle imprese: la Responsabilità Sociale delleaziende, la presenza al loro interno di “CapitaliIntangibili”, la valenza tutta nuova che assumono le“Risorse Umane”, la categoria del “Beni relazionali” chesola riesce a spiegare alcuni comportamenti economici.Dopo aver evidenziato questi aspetti il tentativo è quel-lo di “misurarli”tramite l’applicazione di strumenti qualiil Bilancio sociale, la Balanced Scorecard, il Bilancio delCapitale Intangibile.Per far questo i tesisti si sono avval-si della collaborazione degli imprenditori tramite lasomministrazione di questionari o lo studio approfondi-to di casi aziendali. In un caso si arriva ad affrontare lespinose problematiche giuridiche derivanti dalla dona-zione degli utili. Non mancano infine le tesi che inseri-scono l’EdC nel panorama mondiale e ne sottolineano lapotenziale validità per contribuire a risolvere le graviproblematiche di diseguaglianza economica e sociale.

Sono passati ormai 10 anni dalla discussione dellaprima tesi di Laurea su Edc, scritta nel giugno 1993 daRita Baldacchino Borg di Malta ed anche il nostroarchivio sta ormai per festeggiare i 10 anni di attività.Le tesi di laurea nel frattempo pervenute sono 105anche se probabilmente quelle discusse sono statemolte di più. Dal momento che ogni tesi discussa di cuinon abbiamo notizia corrisponde ad una vera “perdi-ta”per l’approfondimento dell’Edc, invitiamo chi ne stascrivendo una a valutare la concreta possibilità di con-dividere il proprio lavoro una volta che questo saràconcluso. Farlo è semplice: basta compilare il modellodi abstract scaricabile al sito www.ecodicom.net edinviarlo insieme ai files della tesi all’indirizzo: [email protected]

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Antonella Ferruccie-mail: [email protected]

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Scopo della tesi era diffondere la consapevolezza che l’impresaè un istituto sociale prima che economico e che il profitto in sénon è più sufficiente ad esprimere l’operato di un’azienda.Il Bilancio Sociale è lo strumento di misurazione dei “valori”presenti in un’azienda che prescindono dal profitto economico.L’azienda di EdC viene presentata come caso significativo diimpresa in grado di coniugare l’intraprendenza economica euno stile di conduzione aziendale improntato all’aperturaverso l’altro e ai valori etici: una parte consistente della tesi èconsistita nell’introdurre alla rendicontazione sociale ilConsorzio di Cooperative Sociali “Roberto Tassano”.Emerge l’importanza di gestire quelli che vengono identificaticome beni relazionali, che si rivelano importantissimi della vitadelle aziende EdC per cui si tratta di cercare degli strumenti cheaiutino a renderli un elemento fondamentale della governance.

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Scopo della tesi, nato dall’esigenza espressa dagli imprendito-ri stessi, era identificare uno strumento capace di “catturare”il“capitale intangibile” dell’azienda, aspetto rilevante e distinti-vo delle stesse: lo studio è, così, naturalmente sfociato nell’a-nalisi del caso aziendale “Unilab”.Da esso è emerso che Unilab, per dare nome a tutta la ric-chezza di esperienze maturate in questi anni di lavoro, nonsempre esprimibile mediante dati prettamente economici, hacercato di tracciare, a fianco del Bilancio economico, unBilancio Sociale. In aggiunta ad esso, è stata proposta all’a-zienda l’applicazione di un strumento per il controllo strategi-co: la “Balanced Scorecard”. Esso consiste in un sistema di indi-catori di sintesi volto ad esprimere il grado di raggiungimentodegli obiettivi dell’azienda, attraverso l’affiancamento ai datieconomici di indici quantitativi e qualitativi, ai quali è attri-buita uguale rilevanza.In particolare per Unilab si sono monitorate sette prospettivedell’azienda: la prospettiva del cliente, quella dell’innovazionee dell’apprendimento, delle risorse umane, la prospettiva eco-nomico-finanziaria, la prospettiva interna, e quella dellacomunicazione.Scopo della tesi era valutare se l’Economia di Comunione possaessere applicata nel sistema economico globale di una nazio-ne, sia essa di natura capitalista o socialista. Dopo una profon-da analisi dei “difetti” riscontrabili in entrambi i sistemi si arri-va alla conclusione che l’Economia di comunione potrebbeessere in entrambi applicata con successo. Infatti, se molteaziende adottassero l’Economia di Comunione, la mentalitàdella maggioranza delle persone cambierebbe, con vantaggioper la qualità dei prodotti e per il rispetto della dignità dell’uo-mo. L’applicazione di EdC non deve diventare motivo di “indo-lenza” per coloro che beneficiano del suo aiuto. Occorrerebbeche i governanti delle Nazioni svolgessero un impegnativoruolo di “diffusione” e “pubblicizzazione” di EdC come già alcu-ni di essi hanno già fatto in passato in Europa ed in Brasile, eche altrettanto facessero le stesse aziende EdC. Nell’ambitodella tesi è stato studiato il caso della azienda EdC CameruneseAVICOM specializzata nella produzione di uova e pollame.

Laura Merlae-mail: [email protected]

Laurea in Economia e CommercioUniversità degli Studi di Bergamo17 luglio 2003Tesi in Ragioneria Generale e applicataLa responsabilità socialedelle aziende aderenti alprogetto EdiCRelatore:Prof. Gianfranco Rusconi

Viene presentato il progetto EdC come agire economico alter-nativo, analizzandone le origini, gli sviluppi e gli obiettivi;quindi si analizzano gli strumenti utilizzati dalle imprese EdCper comunicare la responsabilità sociale. Infine si presenta ilcaso di due aziende di cui si esamina la struttura del bilanciosociale, evidenziando come il progetto EdC influenzi la stesu-ra dello stesso: l’impresa viene considerata un’unica realtà incui però si evidenziano sette aspetti di pari importanza, tra diloro correlati. L’impresa EdC cerca di creare una comunità dilavoro i cui rapporti si basano sulla comunione, sulla comuni-cazione e sulla cultura del dare, stile che si trasmette poi all’e-sterno dell’azienda stessa. L’utilizzo del bilancio socialepotrebbe favorire il raggiungimento della massa critica neces-sario affinché l’EdC diventi “contagiosa”.

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Maria Grazia Campesee-mail: [email protected]

Laurea in Economia AziendaleUniversità Luigi Bocconi di Milano24 aprile 2002Tesi in: Organizzazione AziendeNon ProfitIl Bilancio Sociale: teorie emodelli economico-aziendaliRelatore:Prof. Giorgio Fiorentini

Caterina Ferronee-mail: [email protected]

Laurea in Economia eCommercio Università Federico II di Napoli10 luglio 2002Tesi in Metodologie e determi-nazioni quantitative d’aziendaIl sistema informativo nelleaziende di EdiCRelatore:Prof. Mario de Sarno

Yves Cesaire Santoungae-mail: [email protected]

Laurea in Scienze Bancarie edella Finanza Università di Buea - Cameroun15 Luglio 2002Tesi in Scienza delle Finanze:L’importanza dell’Economia diComunione per una NazioneRelatore:Mr. Ntamack EricLingua:Inglese

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Archivio mondiale delle Tesi su EdC:Antonella Ferruccic/o Prometheus srlPiazza Borgo Pila, 4016129 Genova (Italy)tel. +39/010/5459820 - 5459821 (martedì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00)fax +39/010/581451e-mail: [email protected]

Le tesi di laurea rese disponibili dagli autori sono consultabili alla pagina web:http://www.ecodicom.net

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Maria Israel Autierie-mail: [email protected]

Laurea in GiurisprudenzaUniversità degli Studi di Trento30 ottobre 2002Tesi in Diritto Commerciale:Economia di Comunione eforme organizzative com-patibiliRelatore:Dott. Emanuele Cusa

L’ordinamento italiano identifica le società di capitali comefinalizzate al perseguimento dello scopo di lucro, ed unoscopo altruistico viene individuato come proprio di altri tipidi organizzazioni collettive, gli enti non profit.La tesi ha analizzato la conformità all’ordinamento dellesoluzioni adottate dalle società di economia di comunioneai fini della tripartizione degli utili con particolare riferi-mento alla soluzione tradotta nello statuto della EdiC.S.p.A., evidenziando come una società possa validamenteporre in essere riserve statutarie cui destinare una prede-terminata percentuale di utili, anche qualora queste riser-ve siano finalizzate a scopi in senso lato altruistici, senzache ciò si ponga in contrasto con la causa tipica lucrativadelle società di capitali, intendendosi tali atti non mereliberalità, quanto atti a titolo gratuito orientati al persegui-mento dell’oggetto sociale.Le conclusioni partono da un assunto di base sancito insede di giurisprudenza di Cassazione che stabilisce che lad-dove gli atti posti in essere dalle società di EdC si intenda-no finalizzati al perseguimento dell’oggetto sociale, contutte le implicazioni economiche che esso comporta, taliatti sono da intendere atti a titolo gratuito e non liberalità,quindi compatibili con gli scopi tipici della società.

Da una prima trattazione teorica se l’etica sia conciliabilecon l’economia ed in particolare con l’attività d’impresa, sipassa all’analisi del pensiero sociale della Chiesa, descri-vendo quindi brevemente gli strumenti delle imprese delXXI secolo utili ad esprimere i propri valori etici (bilanciosociale, codici etici, certificazione sociale, ecc.). Infine sonoriportati alcuni esempi pratici di imprese for profit che per-seguono determinati obbiettivi sociali (finanza etica, com-mercio equo e solidale, ecc.).Nella seconda parte viene descritta l’Economia diComunione, dalle sue origini agli sviluppi in corso, i suoivalori, i principi base e le differenze sostanziali con le altreimprese operanti nel mercato. Oltre le sfide allo sviluppocui le imprese EdC devono affrontare, vengono espostealcune problematiche, critiche e limiti del progetto. Infineviene effettuata una bellissima raccolta (best practices)delle esperienze più significative di questi primi 10 annidegli operatori EdC,riportate sulle pubblicazioni EdC e sulletesi di laurea, ordinata a sottolineare i vari punti delle“Linee per Condurre una Impresa EdC”.

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Carmela Russoe-mail: [email protected]

Laurea in Economia delCommercio Internazionale Università Parthenope di Napoli22 luglio 2003Tesi in Economia InternazionaleVerso una democrazia eco-nomica. Le politiche inter-nazionali e la società civilecontro povertà e disugua-glianze. Il contributo del-l’Economia di ComunioneRelatore:Prof. Salvatore Vinci

Si inizia delineando un quadro delle problematiche dellapovertà e del sottosviluppo mondiali, con riferimento aquelle aree tradizionalmente considerate “in via di svilup-po”. Successivamente si affrontano i quattro temi fonda-mentali per una globalizzazione “dal volto umano”: l’intro-duzione di un freno ai flussi della finanza speculativa, lasoluzione della questione del debito estero dei Paesi piùpoveri, l’equità nelle relazioni commerciali internazionalied infine il potenziamento della cooperazione internazio-nale. La responsabilità dell’attuazione di queste misurericade sulla comunità internazionale, o meglio sulla comu-nità delle Nazioni avanzate. Sulla base dell’idea che anchela società civile possa giocare un ruolo attivo nella costru-zione di una nuova democrazia economica internazionale,vengono esaminati gli strumenti di cui essa dispone, tra cuiin particolare l’economia solidale. Infine si prende in consi-derazione l’EdC in qualità di progetto di economia solidaleassolutamente peculiare e ricchissimo di potenzialità. Illavoro dimostra che l’EdC ha in sé tutti i numeri per contri-buire alla lotta contro povertà e disuguaglianze: si auspicaquindi, accanto all’attuazione delle suddette misure inter-nazionali, una maggiore diffusione nel mondo del proget-to EdC, in particolare nei Paesi meno avanzati.

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Manuele Tanae-mail: [email protected]

Laurea in EconomiaUniversità degli Studi di Lecce19 febbraio 2003Tesi in Tecnica Industriale e commerciale Etica d’impresa: l’esperienzadell’Economia di ComunioneRelatore:Prof. Andrea Piccaluga

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Anna Senesee-mail: [email protected]

Laurea in Economia Università Federico II di Napoli14 ottobre 2003Tesi in Economia e gestionedelle imprese (la risorsa umana)Verso una democrazia eco-nomica. Le politiche interna-zionali e la società civilecontro povertà e disugua-glianze. Il contributodell’EdiCRelatore:Prof. A. Capasso

Obbiettivo del lavoro è stato proporre alle aziende un’alter-nativa nel modo di gestire le risorse umane,seguendo prin-cipi etici e morali, che gratificano e valorizzano la personanon più considerata solo un “mezzo di lavoro”.Si è iniziato tracciando l’evoluzione storica delle teorieriguardanti l’individuo, per giungere ai cambiamenti avve-nuti nel corso degli anni, specie rispetto al concetto di risor-sa umana ed alla sua attuale importanza nell’azienda.Si è introdotta l’EdC, partendo dalle sue origini, con i suoiprincipi, fondamenti ed obiettivi, interrogandoci se era pos-sibile gestire una realtà aziendale seguendo i canoni fissa-ti dal progetto.La risposta è stata positiva, sottolineando che il nuovomodo di essere azienda sprigiona cooperazione fra le parti,un maggior coinvolgimento e senso di appartenenza.

Nella tesi si presenta un quadro sintetico dei risultatiacquisiti dalla più recente letteratura in merito al ruolodelle relazioni interpersonali nei comportamenti economi-ci. Il tentativo è quello di trovare concetti che permettanodi tradurre l’interpersonalità in economia esponendo ciòche si intende per beni relazionali e social capital.Attraverso tali strumenti si descrivono i principi fonda-mentali del progetto dell’Economia di Comunione soffer-mandosi sul significato microeconomico della reciprocità.Con un questionario di 13 domande rivolto a 100 impreseitaliane aderenti all’EdC si è cercato di capire come si tra-ducano in pratica i principi EdC ed a quale concetto dibenessere il progetto si riferisca.Ne sono nate indicazioni su alcuni ambiti dell’organizza-zione dell’impresa da cui, grazie all’attenzione posta allerelazioni interpersonali,potrebbero scaturire miglioramen-ti in termini di benessere economico, sia in senso tradizio-nale che più ampio. Si nota che le imprese aderenti all’EdCriconoscono alle relazioni interpersonali non solo un costoopportunità, ma anche un vero e proprio valore.

Enrica Motta e-mail: [email protected]

Laurea in Economia e CommercioUniversità Cattolica del SacroCuore di Milano29 ottobre 2003Tesi in EconomiaIntangibles e creazione divalore: criteri di misurazio-ne nel caso dell'Economiadi ComunioneRelatore:Prof. Marco Confalonieri

Scopo del lavoro era dimostrare l'importanza del “CapitaleIntangibile” all'interno dell'impresa ed individuare degliopportuni criteri di misurazione. Per la valutazione dellaloro efficacia tali criteri sono stati applicati alle impreseaderenti all'Economia di Comunione.Dopo un'ampia trattazione teorica delle caratteristiche delCapitale Intellettuale e del suo ruolo nella creazione delvantaggio competitivo, sono stati esaminati i più noti cri-teri di misurazione, con un'attenzione particolare al“Bilancio del Capitale Intangibile”. Quest'ultimo strumentoè stato impiegato per la rilevazione del “PatrimonioIntangibile” delle imprese aderenti all'EdC.Alle aziende è stato somministrato un questionario con 42domande riguardanti gli ambiti che costituiscono il capita-le intellettuale. Lo studio dimostra come per le Imprese EdCil Capitale Intellettuale rappresenti un importante stru-mento competitivo, che consente loro di distinguersi dalleconcorrenti. Investire in Capitale Umano, Strumentale eRelazionale permette loro di rimanere competitive sulmercato e di sopravvivere nonostante le piccole dimensio-ni e le difficoltà attuali del mondo economico.

Marco Paglicci e-mail: [email protected]

Laurea in Economia PoliticaUniversità degli Studi di Firenze27 ottobre 2003Tesi in Economia Politica (cooperative e non-profit) Il valore delle relazioni inter-personali all’interno e all’e-sterno dell’impresa: il pro-getto dell’Economia di Co-munioneRelatore:Prof. Pier Angelo Mori

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Poco dopo l’estate, nel nascente Polo imprenditorialedella Cittadella Arcoiris, in Portogallo, si è tenuto unweek-end sulla conduzione d’impresa, fortementevoluto da due imprenditori portoghesi che avevanopartecipato nel novembre 2002 ad un simile eventonella cittadella di Loppiano e che hanno per questoinvitato alla cittadella Arcoiris Elisa e GiampietroParolin che avevano animato l’evento di Loppiano.

Ne è nata una esperienza tutta nuova in cui si sonoprofondamente coinvolte dieci persone, tra imprendi-tori,dirigenti aziendali e studiosi:Acácio Faria,AntónioFernandes, Cristina e Carlos Marques, Catarina eConceição Nóbrega, Diogo Neves, Inês e HenriqueGomes, Jose Maria Raposo e Mario Massa, hannoaccettato la proposta di riscoprire con una unica chia-ve di lettura i diversi aspetti che compongono la vitaaziendale, in modo da accrescere la consapevolezzache la creazione del valore aziendale nella visione dellaEconomia di Comunione non si limita alla crescita delcapitale economico, ma abbraccia anche il capitalerelazionale, quello umano e intellettuale, la dimensio-ne etica, la cultura ed il clima aziendale ed infine lostile di comunicazione

Sette diversi aspetti di un’unica realtà che in Economiadi Comunione si sostanzia in sette diversi aspetti del-l’amore, che seguendo una intuizione di Chiara Lubichsi accomunano ai sette colori dell’arcobaleno.

Questa visione unitaria della vita aziendale EdC, chetende ad essere tutta espressione dell’amore, ha gran-demente stimolato i presenti a condividere la loro ric-chezza di idee, di esperienze, di esigenze ed a porre gliinterrogativi sulla concretizzazione di un progetto cheessendo nato da un’Opera di Dio è anche esso scrittoin Cielo.

Concretamente si è trattato di due giorni di formazio-ne interattiva a questa visione della vita aziendale,congiochi, simulazioni e condivisione di modi di vedere edi riflessioni, che hanno permesso di costruire un rap-porto fraterno tra i partecipanti, i quali hanno cosìacquistato la forza e la libertà di guardare a fondo conquesti nuovi occhi la propria esperienza aziendale,approfittandone per rinnovare una scelta e un percor-so di apertura che trova il suo compimento nella con-divisione degli utili per i poveri e la formazione diuomini nuovi.

Acácio Faria (direttore generale della Faria & Irmaos,produttrice di stampi per calzature) sottolineava diaver sperimentato la possibilità di pensare e crescereinsieme,riscoprendo la ricchezza della vita delle azien-de di EdC viste secondo i sette colori.Diogo Neves (docente universitario nel campo dellaRisorse Umane) sottolineava poi che l’approccio speri-mentato nel convegno poteva fornire una rinnovatavisione della gestione aziendale, in cui la flessibilitànon riduce il rigore, in cui ci si apre alla differenza e sisperimenta la ricchezza reciproca, fornendo una rispo-sta ai bisogni più urgenti del mondo economico eimprenditoriale.

Un frutto del convegno è stato un contributo innova-tivo al tema di studio per l’economia aziendale sugge-rito in occasione del convegno di Subiaco del luglio2003 (vedi interventi di Alberto Ferrucci e LucianoCillerai riportati da “Economia di Comunione – Unacultura Nuova”N.18,Settembre 2003),consistente nel-l’elaborare una forma nuova di “bilancio aziendaleEdC”che evidenzi nel conto economico e patrimonialeannuale delle aziende, voci contabili oggi trascurateda cui trarre le componenti della ripartizione in treparti degli utili.

La proposta elaborata nel convegno portoghese è pre-sentata nel riquadro qui sotto.

Per l’Economia di Comunione del Portogallo questegiornate hanno posto un seme da coltivare e svilup-pare, per la vita delle aziende, ma anche la edificazio-ne del Polo Produttivo che gli imprenditori portoghesistanno avviando nella cittadella Arcoiris:Arcoiris significa Arcobaleno un nome molto in accor-do con questa nuova visione unitaria della vita azien-dale come amore propria della EdC.

(*) Tipicamente gli investimenti vengono fatti in corsodi esercizio e quindi la quota a Riserve dell’utile è pocosignificativa, mentre gli ammortamenti esprimonocome il Cash Flow consente la continuità del businesse la copertura dei nuovi investimenti fatti

(**) Il dividendo può includere una parte della retribu-zione dell’imprenditore, oppure coprire improvvisenecessità familiari

Conto economico riclassificato Quota a Bilancio Quota EdCRicavi 100(di cui maggiori ricavi non previsti) 10 ACostiCosti del Personale 40(di cui per Formazione Uomini Nuovi) 2 BTotale Altri costi 10(di cui minori costi non previsti) 5 C(di cui maggiori costi per solidarietà locale) 2 DAmmortamenti e Accantonamenti (*) 15 15 ECosti Finanziari 5Utile pre-imposte 30Imposte 9Utile Netto 21Dividendo (**) 16(di cui dato ad EdC) 10 FA riserve 5 5 GBilancio EdCProvvidenza A + C 15Autofinanziamento E + G 20Formazione uomini nuovi B + 50% di F 7Poveri D + 50% di F 7

Filipe Coelho e-mail: [email protected]

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Le tante novità delConsorzio Tassano

Il Consorzio oggi

L’insieme di attività produttive e diservizi a cui ci si riferisce comeConsorzio Roberto Tassano, com-prende, oltre al suddetto Consorzioche è all’origine di tutto, anche ilConsorzio Campo del Vescovo, ilConsorzio Gianellinrete ed ilConsorzio Alpe.

Il consorzio Campo del Vescovo gestisce varie case diriposo e centri terapeutici per disabili mentali in edifi-ci della Curia di La Spezia, ed è una importante realtàsotto il profilo socio sanitario del territorio:esso operain stretta comunione con il Consorzio Tassano che loha aiutato a nascere, a crescere e ad essere informa-to dello spirito di EdC.

Il consorzio Gianellinrete, è nato ancora per suggeri-mento del Consorzio Tassano, con lo scopo di mante-nere in vita le Scuole gestite dall’Ordine Religiosodelle Gianelline, che altrimenti avrebbero dovutochiudere.

Infine il Consorzio Alpe è incaricato di gestire tutte lerealtà dei tre consorzi sotto gli aspetti della gestionedel personale, amministrativi e fiscali.Tre anni fa, nel dicembre 2000 (v. N.13), MaurizioCantamessa, allora direttore amministrativo delgruppo, aveva descritto la crescita tumultuosa delConsorzio, che in pochi anni, dai 26 soci della Primacooperativa, allora era arrivato a dare lavoro a 663persone.Oggi complessivamente i lavoratori, in buona partesoci, sono più di mille: malgrado il generale ristagnoeconomico, la crescita è quindi continuata anche inquesti ultimi anni, ed ultimamente il Consorzio hasentito l’esigenza di dotarsi di una nuova strutturaorganizzativa, compatibile con la dimensione di com-plessità assunta e con gli obiettivi sociali dei fondatori.Viene infatti subito da chiederci se anche dopo que-sta notevolissima crescita di dimensione, il Consorzioè stato capace di mantenere quella cultura di comu-nione che lo ha ispirato fin dall’inizio.

Lo stage al Consorzio Significativa in merito è una breve relazione, cheriportiamo, di Paolo Favero, studente di EconomiaAziendale dell’Università di Venezia,al suo primo con-tatto con aziende del progetto EdC, il quale nell’ambi-to dei suoi studi ha ultimamente svolto uno stagepresso il Consorzio Tassano.“Nello scorso settembre ho svolto uno stage di un mesepresso il Consorzio di Cooperative Sociali RobertoTassano. Questa esperienza mi ha dato la possibilità dianalizzare, dal punto di vista di un osservatore esterno,il funzionamento di un’azienda che aderisce all’econo-mia di comunione.I due aspetti che mi hanno maggiormente colpito eche considero siano tra i punti di forza caratterizzantidel Consorzio sono:- la tensione a costruire rapporti umani con tutte lepersone che vengono in contatto con l’azienda (sianoessi concorrenti, clienti, fornitori, sindacati ecc.) - la ricerca di dare dignità e avvenire alle persone piùemarginate della nostra società non solo con attivitàassistenziali ma soprattutto di superamento del disa-gio e recupero dell’emarginato.La prima caratteristica, uno dei valori dell’EdC, porta ilavoratori delle Cooperative a sviluppare rapportiumani tesi a costruire amicizia e collaborazione, neltentativo di costruire un ambiente armonioso doveognuno possa svolgere al meglio la propria funzione.Non è sicuramente facile raggiungere questi obiettivi,specialmente ora che il Consorzio ha avuto una grossaespansione e dà lavoro a centinaia di lavoratori, per cuiil creare un clima di comunione tra tutti si è fatto piùdifficile rispetto agli inizi, quando c’erano poche decinedi soci.Da quanto ho potuto vedere però lo sforzo per rag-giungere questi obiettivi è notevole anche grazie aicorsi di formazione nelle scuole dell’EdC a cui parteci-pano i dirigenti.L’altro aspetto che ritengo importante per il Consorzioè l’attività di recupero delle persone svantaggiate.Questa finalità sta alla base della nascita della primacooperativa che è originata dalla volontà dei soci fon-datori di dare lavoro e dignità a chi si trova in unasituazione di disagio sociale (handicappati, malati psi-chici, ex tossicodipendenti ecc.).La filosofia aziendale vede il lavoro come una terapiache può permettere di ridurre il disagio e nei miglioricasi reinserire nel mondo del lavoro la persona svan-taggiata attraverso la responsabilizzazione e il rispettodi orari, regole e programmi di recupero personalizzati,che tengono conto del disagio del singolo lavoratore.Da questo stage ho avuto la dimostrazione che un’a-

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Alberto Ferrucci e-mail: [email protected]

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zienda può stare nel mercato e riportare continui tassidi crescita economica, pur perseguendo come fine prin-cipale l’aiuto alle persone più deboli. È un caso incorag-giante che dimostra come si può vivere l’economia dicomunione nel campo del sociale.Questo può essere un esempio per altre aziende nonprofit che attraverso l’EdC possono acquisire ulterioristimoli e maggiore convinzione nel portare avanti laloro finalità sociale.”

Il Contadino e il cieloQuesta analisi, mi sembra una conferma della fedeltàdel Consorzio, malgrado il suo crescere, agli obbietti-vi originali: al primo posto anche nell’agire economi-co sono la comunione tra tutti e la promozioneumana dei più svantaggiati.Il Consorzio è ormai così vasto e così disperso nel ter-ritorio di quattro regioni del Nord Italia, da aver senti-to la necessità di creare un mezzo di comunicazioneinterno, un bel giornalino: da esso riportiamo perintero quello che possiamo chiamare l’editoriale,scritto dal presidente, Giacomo Linaro:

“A maggio ho partecipato (insieme a 40 soci dei treConsorzi) ad un incontro di aggiornamento traAziende che aderiscono al progetto di Economia diComunione, e lì ho fatto una considerazione che vorreicomunicare a tutti, perché mi ha rimesso a fuoco ilsenso del lavoro di tanti anni.Ho pensato ai contadini di una volta, quando non c’e-rano i mezzi che ci sono oggi per coltivare bene la terra,e ci si affidava al cielo perché allontanasse le malattie,mandasse la pioggia, il sole, il tempo buono per il rac-colto…Anche noi, quando siamo nati come cooperativa, era-

vamo come quei contadini: senza esperienza, senzamanager (io sono un operaio), senza aiuti; pregavamoil cielo perché mandasse la sua provvidenza sui nostricampi (il lavoro), per andare avanti e sperare in unbuon “raccolto”.Oggi, che abbiamo gli esperti, i professionisti, i mana-ger, io sento che non dobbiamo dimenticare di conti-nuare a “guardare il cielo”, per mantenere sempre vivoquel tipico nostro spirito che sta all’origine e alla radicedi tutte le Cooperative.

Quante volte abbiamo sperimentato quanto il Cielo haguardato a noi! Di quanti interventi della Provvidenzaè costellata la nostra esperienza! Quante situazioni dif-ficili si sono risolte in modo imprevedibile! Quante per-sone si sono potute aiutare per aver creduto e chiestoinsieme (al Cielo) l’aiuto della Provvidenza!Quanti amici (anche di culture decisamente diverse)hanno creduto (e credono tuttora) in questo nostroimpegno per l’uomo e lavorano con noi! Oggi che siamo meglio attrezzati, che tra i nostri diri-genti ci sono laureati e professionisti più preparati acondurre le Cooperative e i Consorzi, oggi che abbiamopotuto dare lavoro e dignità a più di mille persone,oggiche il plauso di tanti parlerebbe di successo, ecc., vorreifare un fermo-immagine su quella prima esperienza,su quella fede,su quell’impegno ad occuparci degli altricon il conseguente e puntuale intervento dellaProvvidenza.

Noi oggi, abbiamo senso solo se continuiamo ad inse-guire questo “sogno sociale”!A proposito, in questo progetto c’è posto per tutti, c’èposto …anche per te.”

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La nuova organizzazioneCome dice Giacomo Linaro, il Consorzio, nato dallavoglia di solidarietà di due operai che avevano volutomettere in comune con 26 soci la loro attività di ripa-razione di elettrodomestici, ormai si è fornito delleprofessionalità necessarie a gestire nella economia dimercato le attività più varie,dai servizi sociali alla atti-vità manifatturiera per aziende private, alle scuole aicorsi di formazione, riuscendo a mantenere comples-sivamente l’equilibrio economico e conseguendoanche modesti utili monetari, nella tensione però dimettere sempre al primo posto la comunione con lapersona del lavoratore, del cliente, del fornitore, delfunzionario della pubblica amministrazione, del con-corrente.Il compito dei dirigenti del Consorzio Tassano non èfacile essendo la prima realtà legata alla EdC che haraggiunto queste dimensioni; la loro ricerca di unasintesi organizzativa che salvaguardi i moltepliciobiettivi aziendali merita quindi una particolareattenzione.Fino a poco tempo fa tutta la struttura organizzativadel Consorzio era basata su una Assemblea dei Sociche esprimeva un Presidente, un Consiglio diAmministrazione ed un Collegio Sindacale.In tale struttura, pur esistendo deleghe di potere per idirettori delle diverse sezioni del consorzio, la respon-sabilità ultima ed il potere esecutivo erano concen-trate nel Presidente, il che con la crescita del gruppo sivedeva non essere più sostenibile.Non sostenibile in particolare per una azienda EdC, incui non conta solo il risultato economico, ma altret-tanto se non di più il “come” tale risultato economicoviene realizzato.Si vedeva così come fosse importante che l’Assembleaincaricasse in particolare il Presidente di questaattenzione al “come” si operava nel gruppo, a che levarie attività produttive del Consorzio rispondesserotutte e sempre all’agire proprio di una azienda EdC,

quell’agire che il Consorzio aveva espressamenteadottato, includendo nel preambolo del suo statutole “Linee per condurre una impresa EdC”.Accanto a questa specifica funzione del Presidenteera anche necessario che il Consiglio nominasse unAmministratore Delegato, quale responsabile direttodella gestione aziendale e del controllo amministrati-vo, ed un Comitato Esecutivo che aiutasse l’ammini-stratore delegato nella gestione del consorzio giornoper giorno.L’assemblea dei soci ha approvato la nuova struttura,confermando Giacomo Linaro Presidente, MaurizioCantamessa come Amministratore delegato, ed inse-rendo nel Comitato Esecutivo ancora Giacomo Linaroquale responsabile diretto del Settore Commerciale ePubbliche Relazioni, Clemens Ries quale responsabi-le del Settore Cooperative Sociali, Lorenzo Tassi qualeresponsabile del settore dei Servizi Sociali ed altreattività e Diego Ferri quale responsabile delle RisorseUmane e Segreteria.Questa nuova struttura vede quindi da un lato il pre-sidente come garante della identità aziendale, con ilpotere, nel caso valutasse la gestione del Consorzionon in accordo con lo spirito dell’EdC, di convocarel’assemblea e chiedere di eleggere un nuovo consigliodi amministrazione. Un presidente che però ha dele-gato ad altri la gestione giorno per giorno delConsorzio.Giacomo Linaro però partecipa al comitato esecutivoquale responsabile del settore commerciale, e quindisotto quell’aspetto si rimette alla sintesi del ComitatoEsecutivo, in cui l’Amministratore Delegato ha l’ulti-ma parola.Un equilibrio, un sottomettersi l’uno all’altro nelgioco delle parti, per amore, che è anche una novità, eche è stato accettato dal presidente e da tutti proprioperché l’obiettivo comune è la comunione in azienda,che non può nascere che dalla comunione anche allivello di direzione aziendale.

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L’aiuto tra CooperativeUno degli aspetti più innovativi – ed anche criticisotto il profilo economico - del gruppo, sta nel fattoche esso ospita una realtà molto consistente diCooperative sociali che danno lavoro a persone svan-taggiate per handicap fisici, psichici, o psicologici pertormentate storie del passato, il cui grado di efficien-za,pur notevole,non può evidentemente essere com-parabile con quella ottenibile di una azienda con per-sone senza handicap.Eppure le Cooperative sociali devono competere sulmercato con aziende normali, non solo in Italia, maormai, con la presente globalizzazione del mercatodel lavoro, anche in paesi dell’Europa orientale edextraeuropei, in cui il livello degli stipendi è molto aldi sotto dei minimi sindacali applicabili in Italia.In questi anni le carenze di efficienza di tali settorivenivano in qualche modo compensate nell’otticadella mutualità dalla solidarietà delle altre realtà delconsorzio, ma negli ultimi anni anche queste perconsolidarsi hanno dovuto effettuare consistentiinvestimenti, e questo ha ridotto la loro possibilità dicooperare a mantenere l’equilibrio economico delleCooperative Sociali.In pratica il Consorzio si è in questi anni fatto carico dicreare a sue spese attività lavorative capaci di riscat-tare dalla emarginazione queste persone svantag-giate del loro territorio, diventando così un bene pub-blico, facendo, a spese di privati, un “pubblico servi-zio”.Di quanto questo sia vero ed apprezzato, lo possonotestimoniare i funzionari dei comuni, delle ASL e dellealtre pubbliche amministrazioni in particolare dellaLiguria, che spesso avviano alle Cooperative Socialidella Tassano i casi difficili che incontrano nel lorolavoro.Quanto questo servizio sia diventato importante peril territorio lo si è visto quando il Comune di SestriLevante ha deciso di attuare il piano regolatore che

prevedeva la demolizione del complesso di capanno-ni in cui tali Cooperative operavano: senza queicapannoni le Cooperative avrebbero dovuto chiudereperché senza un posto dove lavorare, ed allora, leorganizzazioni sindacali e le amministrazioni locali,senza alcuna differenza di comportamento malgradodi diverso orientamento politico, decidevano assiemedi creare una Fondazione, da loro finanziata con duemilioni di Euro, per costruire nuovi capannoni in uncomune limitrofo.Una dimostrazione evidente che questa azienda EdC,pur essendo di privati, è un “bene pubblico”: adessoperò sarebbe necessario che le pubbliche ammini-strazioni cooperassero maggiormente con ilConsorzio, per completare il processo di avvio al lavo-ro esterno degli svantaggiati reinseriti al lavoro, riser-vando alle piccole aziende in cui essi potrebbero ope-rare, una parte degli appalti che assegnano a realtàesterne.Incaricato di promuovere questa consapevolezza equesto nuovo settore di attività del Consorzio è il pre-sidente Giacomo Linaro, aiutato in particolare dallefondatrici di una delle Cooperative del Consorzio, ilSentiero di Arianna, che pur provenendo da unamatrice culturale diversa da quella da cui è nato ilConsorzio, ormai da anni condividono lo spirito dieconomia di comunione e ad esso si orientano nelloro agire.Mi sembra che il Consorzio Tassano nel suo sviluppar-si stia delineando un percorso per certi aspetti nuovoe comunque ricco di spunti per chi è interessato ad unagire in economia di mercato che tiene presente lapersona, la solidarietà e la comunione.

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“La felicità non è una merce. Non si acquista né sivende, non ha un prezzo di mercato, non si scam-bia, né può essere tassata, non si produce. Perchéallora scrivere un libro sul rapporto tra felicità edeconomia?”. Le ragioni, in realtà, sono molte emolto buone, e hanno dato corpo al libro che siamoora qui a presentare: L’economia, la felicità e glialtri, Luigino Bruni, l’autore, lo ha appena dato allestampe per l’Editrice Città Nuova.

Una Premessa: queste pagine ci sembrano indub-biamente il luogo più adatto nel quale anticiparealcuni dei contenuti di questo libro, con l’obbietti-vo, peraltro del tutto manifesto, di invogliare ilmaggior numero a leggerlo. Proprio nel luogo chequesto notiziario metaforicamente, rappresenta, ecioè il laboratorio di riflessione teorica e culturalesul progetto di Economia di Comunione, oltre chel’occasione per uno scambio di vita tra tutti gli ade-renti, in varie forme, al progetto, tante delle ideedell’autore sono state elaborate, confrontate edonate.Credo di non sbagliare se affermo che per molti dinoi, che a questo progetto guardiamo da economi-sti, esso rappresenti una sorta di ispirazione prima-ria, che “contamina”, direttamente o indirettamen-te, tutte le nostre ricerche. È naturale quindi pensa-re che anche gli altri che leggeranno il libro con allespalle l’esperienza dell’economia di comunione,troveranno nelle sue pagine qualcosa in più di unasemplice assonanza, ma piuttosto una comunanzadi ideali, una stessa visione di fondo, uno stessodesiderio per un mondo “più bello”, che a tutti noideriva dall’Ideale dell’Unità e da Chiara Lubich.

Ma torniamo all’interrogativo con il quale si aprequesto articolo e lo stesso libro. Economia e felicità:un accostamento bizzarro, quasi un ossimoro, unacontraddizione in termini, anzi, se si tiene presenteche l’economia era nota fino a non molto tempo facome “la scienza triste”. Eppure nel viaggio che l’au-tore ci propone attraverso “Un indagine su beni ebenessere”, come recita il sottotitolo, incontriamoidee, personaggi, movimenti culturali, teorie, pas-sioni, rivoluzioni, esperimenti, qualche formula,tutti eminentemente economici, che molto ci aiu-tano a comprendere in profondità e a chiarire lanatura di ciò che chiamiamo felicità.Il viaggio inizia e finisce con un paradosso, l’uno

domanda, l’altro risposta. Il primo, che Bruni defini-sce il “Paradosso di Easterlin”, ci dice che all’aumen-tare della ricchezza, oltre una certa soglia, il cosid-detto punto critico, il benessere percepito dai sog-getti, la loro felicità, non solo non aumenta conse-guentemente, ma spesse volte diminuisce. Il secon-do paradosso, che, scopriremo avendo viaggiatoattraverso tutto il libro, è la risposta al primo, e cidice, invece, che la felicità, se la vuoi, non la devicercare, anzi, di più, ci dice che se vuoi essere felicedevi fare felici gli altri.

Questi il punto d’avvio e d’arrivo della storia appas-sionante che ci racconta con grande competenza eanche un pizzico di coinvolgimento, Luigino Bruni eche ci fa scoprire come l’economia, nata nel ‘700quale emanazione della filosofia morale, perdaprogressivamente di vista il suo obbiettivo ultimo,la pubblica felicità, e si trasformi progressivamentein mera scienza della ricchezza. È la storia di questatrasformazione, attraverso le sue tappe cruciali, chefa diventare l’economia scienza moderna, sofistica-ta e specialistica, ma anche scienza incapace didescrivere e comprendere aspetti cruciali, ora ce nerendiamo conto, dell’esperienza umana, delle rela-zioni interpersonali, delle emozioni e dei valori. Maè anche una storia che ci fa vedere come da questelimitazioni e dal disagio che da esse scaturisce,siano nati moderni e interessantissimi tentativi diallargare gli schemi concettuali tradizionali proprioper ricomprendere ciò che, seppur ritenuto econo-micamente rilevante, era fin’oggi rimasto al di fuoridei modelli economici.

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Vittorio Pelligra e-mail: [email protected]

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quella spirituale, dipende dalla qualità dei rapporticon gli altri, dei rapporti intrattenuti nella civitas,cioè dei rapporti civili.

Questa visione dei rapporti interpersonali come viaprivilegiata alla felicità tramonta inequivocabil-mente con la modernità. Machiavelli, Hobbes eMandeville sono i profeti di un modello socialebasato sull’individualismo, sull’autointeresse esulla forza. L’uomo moderno è caratterizzato, perdirla con Kant, da “un’insocievole socievolezza”.Non può fare a meno degli altri, ma in essi vedesempre un potenziale pericolo. Da qui nascono igrandi Leviatani, autorità superiori, gli stati, a cuiogni cittadino cede parte della sua libertà, in cam-bio della sicurezza fisica e più in generale del rispet-to dei diritti. Si capisce quanto profonda sia la dif-ferenza tra questa visione atomistica e individuali-stica e quella dell’umanesimo civile. Eppure sarà lamodernità la matrice culturale su cui nascerà lanuova scienza economica.

Poco prima che Adam Smith dia alle stampe la suaTeoria dei Sentimenti Morali, a Napoli viene istituitala prima cattedra di Economia che la storia ricordi,e viene affidata all’abate Antonio Genovesi, figuradi spicco del cosiddetto Illuminismo Napoletano.L’interesse privato non confligge con quello pubbli-co, il mercato è il luogo dove si scambia il superfluoper il necessario e dove ci si sostiene reciprocamen-te, la fiducia è il principale collante della società emotore del commercio. Sono queste alcune delleardite posizioni elaborate da Genovesi che, parten-do da un modello antropologico radicalmenteopposto a quello di natura hobbesiana, vede nelcommercio un fattore di civilizzazione. In queglianni si sviluppa l’analogia tra le leggi della mecca-nica celeste e quelle del vivere sociale e la maggio-ranza degli autori associa la legge di gravitazioneuniversale della meccanica al desiderio di guada-gnare e vivere felici. La mossa di Genovesi a questoriguardo è geniale; egli, dimostrando una profondacomprensione della teoria newtoniana, associa allalegge di gravitazione universale il desiderio umanodi reciprocità: così come i pianeti si attirano l’un l’al-tro con l’aumentare della massa e il ridursi delladistanza, la reciprocità ci fa essere solidali in modoproporzionale alla “distanza sociale”. Prima e di piùcon i “congiunti di sangue – e via via - di convitto, dipatria, ecc.”.

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I professori di economia di solito iniziano i loro corsispiegando che un modello troppo dettagliato dellarealtà sarebbe inutile, così come una cartina geo-grafica scala 1:1, cioè grande quanto la superficieche descrive, sarebbe del tutto inutile. Allo stessomodo se vi raccontassi nel dettaglio il contenutodel libro, oltre al fatto che mi ci vorrebbe un libro enon poche pagine, questo articolo diventerebbeimmediatamente inutile. Meglio allora concentrar-si solo su qualche episodio della storia del rapportotra economia e felicità che riteniamo più rilevante omagari anche solo curioso. Siamo in Grecia, nellaGrecia antica del Socrate, Platone e soprattuttoAristotele. È quest’ultimo infatti che porta ad unamaturità mai conosciuta prima la riflessione sulconcetto di felicità, che egli chiamava eudaimonia.Il punto centrale della posizione Aristotelica è chela felicità è per sua stessa natura “sociale”. “Unuomo felice – dice Aristotele – ha bisogno di amici”;intendendo con questo che una vita può essere feli-ce solo se vissuta in conformità alle virtù e in spe-cial modo alle virtù politiche, tipiche della polis,della comunità civile. Già qui inizia ad emergere illato paradossale della felicità: per essere felicioccorrono le virtù dell’amicizia, dell’amore e del-l’impegno politico, ma se noi perseguiamo questevirtù in vista della felicità allora esse non sarannopiù virtù genuine e quindi non opereranno per lanostra felicità. Essa arriva quindi solo se non la cer-chiamo direttamente e strumentalmente.

Questa natura paradossale la si troverà poi nellariflessione cristiana, da S. Agostino a S. Tommaso,che pone al suo centro un Dio che “muore in crocecome un maledetto, una croce che diventerà iconadi ogni paradosso”. Qui inizia a svilupparsi unanuova idea di soggetto che non è chiuso in sé stes-so, ma che piuttosto, per sua stessa natura, è rela-zione.Un’idea che sfortunatamente rimarrà infecondaper molti secoli e che la parentesi straordinaria del-l’umanesimo civile, operante nell’Italia del ‘400,non sarà sufficiente a far affermare definitivamen-te. L’idea cruciale è ben espressa da ColuccioSalutati quando scrive che “le due cose in terra piùdolci sono gli amici e la Patria … provvedendo, ser-vendo, preoccupandoti della famiglia, dei figli, deiparenti, degli amici, della patria, che tutto riabbrac-cia, non puoi non elevare il tuo cuore al cielo e nonpiacere a Dio”. Si assiste qui alla rivalutazione delladimensione orizzontale del vivere, da cui anchedipende quella verticale. La qualità della vita, anche

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È a questo punto, che assistiamo ad una fortissimaripresa di interesse per il tema della felicità in eco-nomia. Libri, saggi, intere riviste tematiche, conve-gni, un premo Nobel, etc… Luigino Bruni ci illustraabilmente e ci fa penetrare i complessi argomentidei tentativi moderni, dei nuovi filoni di ricerca, e ciaccorgiamo come le antiche ispirazioni, che comeun fiume carsico, dopo aver corso sotto la superficieper secoli, ora riemergono.E arriviamo alla tappa finale di questo viaggio.Come ogni bravo recensore di libri gialli che nonsvela mai il finale, anch’io sarei tentato di lasciare lasorpresa al lettore sui contenuti dell’ultimo capito-lo. Mi ha colpito, questo ultimo capitolo, devo dirlo,perché invece di chiudere il libro, esso letteralmen-te lo apre; nel senso che ci accorgiamo che la solu-zione a molti dei paradossi della felicità la troviamofuori. Fuori da noi stessi, negli altri. Non è un casoche nel titolo del libro figurino La Felicità e gli Altri,nel senso profondo, se lo comprendo bene, che ledue parole sono in qualche modo inscindibili. Lodiceva anche Aristotele che non può esserci felicitàsenza gli altri.Le ragioni sono appunto spiegate nell’ottavo e ulti-mo capitolo del libro, ma un po’ le abbiamo intravi-ste lungo tutto lo scorrere delle pagine e un po’ cele avevano già suggerite Aristotele, Genovesi, Mill,Marshall… Ma eccoci giunti ora alla fine dell’articolo. Un po’ colfiatone, siamo arrivati al termine di questa “corsa”tra le appassionanti idee che legano economia efelicità. Naturalmente la velocità della corsa ci hafatto perdere tanti dettagli e anche molti aspettiimportanti. Mi auguro però di avervi fatto venire lavoglia di una più tranquilla e decisamente più gra-tificante “passeggiata”, attraverso lo stesso pae-saggio, naturalmente questa volta con LuiginoBruni tra le pagine del suo libro.

Dall’Illuminismo Napoletano passiamo a quelloScozzese. Ci ritroviamo catapultati nella Glasgow,di David Hume e Adam Smith. E poi incontriamoJohn Stuart Mill e la sua influente signora, e infinearriviamo sulle rive del Cam, tra le torri e i prati deicollege di Cambridge, dove si svolge la vicendaintellettuale che unisce personaggi, per altri versimolti distanti, come Alfred Marshall e Amartya Sen.E constatiamo anche come a metà dell’800 “ter-minò nell’economia la breve stagione della felicità”.Da qui in poi assisteremo all’eclissi del binomio“felicità come fine, ricchezza come mezzo” e al sor-gere dell’identità “ricchezza come mezzo e quindicome fine in sé”. La cosiddetta rivoluzione margina-lista di fine ‘800 sposterà l’enfasi sul soggetto eco-nomico e sulle sue scelte. Il movente delle scelte sitrasforma progressivamente, da felicità ad utilità epoi scompare del tutto. Non interessa più sapereperché si è fatto ciò che si è fatto, perché l’economiadiventi scientifica, sostiene Pareto, è necessario checi si concentri sull’osservazione. A noi basta osser-vare le scelte e che queste siano coerenti. Questo ètutto ciò che l’economia ha bisogno di sapere dellapersona. Il resto è “metafisica”. Il seguito è una sto-ria di incredibile sviluppo intellettuale, tecnico eformale, ma anche di un contemporaneo allonta-namento dalla realtà. Il divorzio che avviene conPareto tra economia e felicità è anche il simbolo diuna scienza che smette di osservare e inizia a crea-re la propria realtà. Non è da molto che tale ten-denza regressiva e autoreferenziale è stata sma-scherata e in parte ridimensionata.

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In occasione dei 110 anni dalla nascita del Frantoio delPodere Bevera, la famiglia Abbo ha organizzato aCaselle vicino a Torino il 26 settembre scorso, un con-vegno internazionale dal titolo: “Aggiornamenti deirisultati della ricerca scientifica sugli aspetti nutrizio-nali e salutistici degli oli vergini da olive e nuove meto-dologie per la determinazione della loro qualità”.L’azienda Abbo, produttrice e distributrice di olio dioliva la cui qualità è certificata dai vari premi per laqualità ricevuti sia in Italia che in Europa, partecipafin dall’inizio al progetto di Economia di Comunione,e tale convegno è nato anche nell’intento di offrire alcomparto produttivo, ai produttori, alle aziendedistributrici ed ai clienti delle informazioni utili allaproduzione ed al consumo consapevole dell’olio extravergine d’oliva, perché operando quotidianamentenel settore ci si è accorti che è minato alle fondamen-ta da politiche poco chiare sia da un punto di vistanormativo sia da quello commerciale, creando condi-zioni di concorrenza sleale che stanno portando aperdite di posti di lavoro nel settore soprattutto alSud, e grossi problemi ambientali, con l’espianto dicoltivazioni non più redditizie.Durante la preparazione del Convegno la famiglia èriuscita a fare un buon gioco di equipe con la divisio-ne dei compiti, tra Isabella e Jean, i giovani, che hannomaturato l’idea e hanno contattato scienziati e gior-nalisti e coinvolto Istituzioni e Associazioni di catego-ria, e la supervisione e l’esperienza di Gianpaolo eAnnie.Nonostante tutte le difficoltà che si sono presentate,come lo smarrimento del biglietto aereo di un relato-re da parte di un corriere il giorno prima del conve-gno, si è riusciti a organizzare qualcosa di diverso, nonsoltanto per gli argomenti trattati, ma per l’ambienteche si è venuto a creare: è stato per noi una sorpresavedere, la sera prima del convegno, i relatori, che sonoi migliori medici ricercatori e scienziati del settore nelpanorama italiano ed internazionale, entusiasti diessere presenti, sia per l’accoglienza, sia per l’atmo-sfera famigliare che hanno trovato.Abbiamo potuto constatare che per molti di loro èstata l’occasione di conoscersi personalmente, inquanto fino ad allora c’era una stima reciproca basa-ta solo sull’apprezzamento per i lavori svolti in camposcientifico.La cena è poi diventata un “convegno nel convegno”,con uno scambio di informazioni e esperienze formi-dabile, a cui abbiamo assistito con felicità e anche un

Annie Abbo e-mail: [email protected]

pochino di orgoglio, perché già da questo abbiamoavuto la consapevolezza di fare qualcosa di valido.Il convegno è stato sostenuto anche dallaCorporazione dei Mastri Oleari e dell’AccademiaNazionale dell’Olivo e dell’Olio, due importanti orga-nizzazioni non lucrative che cercano di promuovere lacorretta informazione sul prodotto.I relatori si sono particolarmente concentrati suglieffetti benefici degli oli da olive e sulle loro inesauri-bili e molteplici applicazioni nel campo medico. Peresempio, le proprietà dell’olio extra vergine di oliva diqualità, risultano essere un ottimo mezzo di preven-zione da gravi patologie, proprio per le caratteristiche“antiossidanti” contro i “radicali liberi” che sonoresponsabili di molte delle più gravi patologie moder-ne, quali le neoplasie e le malattie cardiovascolari.Molto interessante anche le proprietà dei componen-ti dell’olio da olive, particolarmente adatti per lanutrizione sia dei bambini che degli anziani, ed inuovi metodi di analisi capaci di certificare la genui-nità e la qualità del prodotto.Il quadro offerto agli operatori della sanità, dell’infor-mazione, della ristorazione e agli stessi produttori diolio di qualità presenti, è stato non solo quello di for-nire informazioni sulle più recenti scoperte scientifi-che sul prodotto, ma è stata una importante occasio-ne di proposte e di riflessioni comuni, utili a sollecita-re le istituzioni ad aggiornare le normative, a pro-muovere lo sviluppo dei consumi con appropriatecampagne, ad orientare la ricerca ed a incoraggiare ladiffusione dei suoi risultati.Per questo è intervenuto l’On.le Teresio Delfino,Sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricolee Forestali, ed è stato coordinato dal dott. FaustoLucchetti, esperto internazionale di cultura olivicola eoleicola e Direttore uscente del Consiglio OleicoloInternazionale, diretta emanazione delle NazioniUnite.Il convegno ha rivestito una importanza particolareper offrire una nuovo futuro all’olivicoltura italiana,per fare uscire dalla crisi un settore ormai in ginocchio,per rendere consapevoli tutti delle straordinariepotenzialità di questo prodotto naturale: sia in campoeconomico dove garantisce nuova occupazione, siasotto il profilo sociale dove può concretamente contri-buire al benessere della gente grazie alle proprietàdimostrate,sia sotto il profilo idrogeologico perché l’u-livo con il suo particolare apparato radicale, stabilizzail terreno, attenuando i problemi in caso di calamità.

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Borse di studio per l’Istituto Superiore di Cultura

L’Istituto Superiore di Cultura, inaugurato da ChiaraLubich nell’Agosto 2001, per i primi due anni ha orien-tato la sua attività a studenti universitari e giovanilaureati, provenienti dai cinque continenti, con treSummer School di 15 giorni ciascuna dal titolo “Unumanesimo per il terzo millennio” in cui ha offerto uncorso di formazione globale e interdisciplinare ispira-ta all’esperienza spirituale e sociale del Movimentodei Focolari.L’obiettivo dei corsi dell’Istituto Superiore di Cultura(ISC) è offrire una chiave di lettura propositiva dellatransizione epocale in atto, tenendo conto delle sfidefondamentali da essa esibite, quali quella del sensostesso dell’essere uomo, quella della comprensione egestione del pluralismo e delle differenze a tutti i livel-li, e quello della globalizzazione, intesa in un senso piùlargo e profondo di quello semplicemente economi-co, come l’entrata inarrestabile della storia in unanuova epoca, quella appunto della mondializzazionedel destino dell’umanità.L’ISC ambisce configurare una proposta culturale uni-taria e insieme articolata nelle varie espressioni delsapere e dell’agire, a partire da una visione integraledella persona nella sua costitutiva vocazione al dialo-go e alla comunione, radicata nella tensione origina-ria dell’uomo verso Dio e nel cammino di comunica-zione di Dio all’uomo, che abbraccia tutti i tempi etutte le culture, e trova compimento in Gesù Cristo,che rivela pienamente l’uomo all’uomo, chiamandoloa realizzare dinamicamente, in tutte le espressioni delsuo esistere, l’immagine del Dio trinitario nella storia.Il programma prevede percorsi interdisciplinari, dallateologia alla filosofia, dalle scienze umane a quellenaturali, dall’economia alla politologia, dalla creazio-ne artistica alle comunicazioni sociali, ed il corpo deidocenti è costituito da studiosi delle varie discipline,appartenenti al Centro Interdisciplinare di Studi“Scuola Abbà” del Movimento dei Focolari, attivo dal-l’inizio degli anni ’90.

Con il 2003 l’ISC si è aperto anche ai paesi in via di svi-luppo, e il nostro progetto è quello di dedicare unaparticolare attenzione allo loro presenza nel quartocorso nell’agosto del 2004. Mi chiedo se le aziende diEconomia di Comunione e le persone che seguono avario titolo questo progetto possano in qualchemodo contribuire alla partecipazione alla SummerSchool di studenti particolarmente meritevoli dellenazioni in via di sviluppo, che altrimenti avrebberonotevoli difficoltà economiche a partecipare.

Prof. Piero CodaRettore dell’Istituto Superiore di Cultura

A me pare che questo invito andrebbe seriamente con-siderato: il progetto EdC ci invita a destinare un terzodei nostri utili per la diffusione della cultura del dare, ea mio parere quanto proposto da Piero Coda rispondepienamente a questi fini: il dare disinteressato in eco-nomia non può nascere che da una visione più ampia,che coinvolge tutto l’essere umano.Le Summer Schools prevederebbero quest’anno la par-tecipazione di 50 studenti che si vorrebbe fossero inbuona parte provenienti dalle nazioni in via di sviluppo:la loro presenza sarebbe molto importante, non soloper loro ma anche per la crescita in umanità di tutti.Certo che l’ISC potrà fornire tutta la certificazionenecessaria al miglior trattamento fiscale inviterei leaziende EdC, ed anche le persone che seguono questoprogetto, a “gemellarsi” con uno di questi 50 studenti,con una “borsa di studio” di 1500 Euro, quanto media-mente necessario per il biglietto di viaggio e per lespese vive dei giorni della scuola.Chi fosse interessato può segnalarlo al notiziario e-mail:[email protected], tel. 010-542011.

Un imprenditore EdC dal Portogallo

La mia azienda, PORTECTOOL Lda produce prototipi estampi di produzione per l’industria automobilistica,elettrica, della casa, per parti tecniche, per giocattoli,ecc.Mettiamo la massima attenzione ad ottimizzare ilprogetto per ottenere la qualità e la durata richiestadal cliente, studiando soluzioni complete, dallo svi-luppo del prodotto fino all’iniezione ed al montaggiodei pezzi di plastica.Vorrei offrire la mia collaborazione in particolare alleaziende che come la mia partecipano al progetto diEconomia di Comunione anche in altre nazioni: pote-te aiutarmi?

Jorge TavaresMarinha Grande, Portugaltel/fax +351 244 551 015 e-mail: [email protected]: www.portectool.com

Siamo ben contenti di far conoscere questa disponibi-lità a tutti i nostri lettori ed imprenditori. Ultimamenteun imprenditore italiano, spendendo la sua credibilitàpersonale, ha grandemente aiutato una azienda EdCargentina ad importare i suoi prodotti in Italia.La collaborazione disinteressata tra aziende EdC, neivari paesi del mondo è una delle testimonianze piùbelle ed una via concreta per far nascere una rete inter-nazionale di comunione.

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Alberto Ferrucci e-mail: [email protected]

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