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ro. Contro la chiusura dello stabilimento di Casei Gerola non serve né il paternalismo, né il tentativo di scaricare sulle associazioni le tensioni degli agricoltori. L'emergenza sanitaria pro- vocata dal virus dell'influen- za aviare ripropone purtrop- po gli errori della negativa vicenda della Bse. A fronte di un sistema allevatoriale e veterinario garante della salubrità del prodotto, la dis- informazione provoca danni irreparabili. L'esperienza che ha dimo- strato che avere fiducia negli agricoltori e tutelare la loro capacità professionale è utile per la salute e per le tasche dei consumatori. Sul versante del latte, in questi giorni, gli allevatori, in un clima che si riconferma di forte tensione e di incer- tezza, subiscono la pressione delle industrie lattiere che vogliono imporre contratti iniqui, detraendo dal prezzo del latte quella parte di inte- grazione di reddito che Impresa Agricola Una proposta associativa rinnovata per l’agricoltura della Lombardia La Cia Lombardia verso la 4^Assemblea elettiva regionale: al centro la competitività e il reddito delle imprese l'Unione europea riconoscere nell'ambito della riforma dei mercati. La miopia dell'industria lattiero-casearia non ha con- sentito una più utile e van- taggiosa strategia interpro- fessionale, capace di dare slancio a tutta una filiera che da troppo tempo sconta l'as- senza di regole e obiettivi condivisi. E' evidente, che il dissolvi- mento di una politica, un tempo dettata dalle grandi industrie nazionali, vedi la vicenda Galbani e Parmalat, ha portato alla progressiva perdita di competitività di un sistema industriale caseario incapace di formulare politi- che di ampio respiro e legate alla valorizzazione del pro- dotto locale. Emerge quindi, il disegno complessivo di far pesare sull'agricoltura il processo di ristrutturazione delle indu- strie agro-alimentari in ter- mini di sacrifici economici, con la riduzione dei prezzi, e produttivi con il ridimensio- namento delle superfici col- di Mario Lanzi presidente Cia Lombardia Milano 13 marzo 2006 ore 9,30 Centro Congressi Palazzo Stelline Corso Magenta, 61 4 a assemblea elettiva regionale Confederazione italiana agricoltori Lombardia Patto Patto Unità Unità Reddito Reddito Una proposta associativa rinnovata per l’agricoltura e il progresso della Lombardia MENSILE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANAAGRICOLTORI DELLA LOMBARDIA Anno XXVII n. 2 - febbraio 2006 Poste italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB BRESCIA I l futuro dell'economia e della società in Lombar- dia, come a livello nazio- nale, è indissolubilmente legato al futuro dell'agricol- tura. La Confedera-zione ita- liana agricoltori, che di que- sto contesto è parte integran- te, ha definito i punti fermi del confronto: il nuovo Patto con la società, il progetto di competitività e specificata- mente per la Lombardia le proposte scaturite dell'as- semblea “La competitività delle imprese in un sistema agro-alimentare avanzato”. Questi strumenti, la mobi- litazione unitaria di Bologna e le tante iniziative provin- ciali e territoriali sono passi concreti per affrontare la crisi strutturale in atto. Le vicende legate all'in- fluenza aviaria e alla chiusu- ra degli zuccherifici sono oggi in primo piano, e l'at- tenzione dell'opinione pub- blica è calamitata da questi temi che sono vitali per con- sistenti aree della Lombar- dia. Ma, nell'agenda delle isti- tuzioni e della politica non ci può stare il principio che l'ul- tima crisi scalza la preceden- te, purtroppo stiamo assi- stendo all'incapacità di dare soluzione ai vari problemi la cui lista si allunga ogni gior- no. Per questo la Cia sta in prima linea su tutto il territo- rio lombardo, oggi a fianco dei produttori avicoli e bieti- coli, ma senza sottacere l'i- narrestabile schiacciamento della zootecnia da latte lom- barda. Nella crisi bieticola le dif- ficoltà vengono da lontano, ma le decisioni che si stanno prendendo in merito all'ap- plicazione della riforma del mercato dello zucchero, approvata a fine novembre 2005, sono il colpo decisivo che porterà in Lombardia alla chiusura di centinaia di aziende agricole e alla perdi- ta di numerosi posti di lavo- tivate e degli allevamenti. Tutte queste vicende solle- citano una riflessione su come sia pericoloso nel vuoto di strategia produttiva: affrontare ogni questione di volta in volta, sperando nel minor danno possibile. Infatti, Il non governo della selezione delle imprese avrà effetti negativi su tutte le produzioni lombarde, già in difficoltà per le distorsioni della politica del disaccop- piamento, e per il tessuto industriale e cooperativo. Alla luce delle recenti decisioni in materia di politi- ca agricola europea, di nego- ziati sul commercio mondia- le, e di politiche ambientali ed energetiche si può affer- mare che la selezione delle imprese agricole, soprattutto per la Lombardia, sarà sia quantitativa sia qualitativa. A tal proposito le risorse del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 sono stra- tegiche per la competizione e l'utilizzo corretto e condiviso di questi contributi può determinare le reali condi- zioni di futuro, soprattutto per le nuove generazioni. In questo quadro la Cia è impegnata, confermando i valori dell'autonomia, della professionalità e dell'impe- gno sociale, che ne hanno fatto in cinquant'anni il punto di riferimento certo e affidabile per tutti gli agri- coltori, i cittadini e le istitu- zioni, riaffermando la pro- pria natura "costituente", non tanto per costruire una nuova organizzazione, ma per attuare un progetto nuovo e moderno. Ma oltre alla mobilitazione degli agricoltori e all'impe- gno sindacale chiediamo a Regione, Province, associ- azioni, organizzazioni agri- cole e Centrali cooperative lombarde la disponibilità a ritrovarsi in un tavolo regio- nale e decidere unitariamente le azioni necessarie. In particolare il ruolo della Regione Lombardia di garante del rispetto delle regole nella competizione del mercato e dell'emersione di fenomeni speculativi deve continuare ed essere palese. Diventa decisi- vo valorizzare le esperienze delle aree rurali che il territorio lombar- do esprime: aree rurali ad agricol- tura fortemente produttiva; aree rurali svantaggia- te di grande valo- re ambientale; aree rurali peri- urbane di inte- grazione agricola multifunzionale e infine le aree urbane. Sui diversi sistemi di aree rurali occorre operare in modo diversificato, interve- nendo sulle condizioni di sviluppo come le infrastrut- ture, la logistica, l'utilizzo delle risorse energetiche, l'ambiente, i servizi, le politi- che del lavoro e quanto necessario. Nel rispetto della vocazione agricola ricercare condizioni di sistema e recu- perare un reddito sostenibile e l'equità sociale. Questo per consentire non solo alle imprese, ma soprattutto ai giovani e alle donne un'op- zione legata alle proprie radi- ci. Il nuovo progetto di gover- no della selezione e di svi- luppo delle aree rurali si deve realizzare con la condi- visione degli agricoltori, in un consolidato sistema di relazioni istituzionali e sociali, con un rafforzato sistema di alleanze, e una forte economia associata in forma cooperativa e in orga- nizzazioni di prodotto rap- presentative di reali interessi locali. Diventa quindi sempre più inderogabile avviare ogni azione utile capace di ripren- dere il tema del rilancio del- l'agricoltura, la sede istitu- zionale della Regione Lombardia può e deve dive- nire, in un'assenza di politica agricola nazionale, il punto d'incontro di reali volontà d'impegno per il futuro della Lombardia. Confederazione italiana agricoltori Lombardia Milano - Piazza Caiazzo, 3 Tel. 02.6705544 Fax 02.66984935 [email protected] - www.cialombardia.org Mattina Insediamento della presidenza Relazione introduttiva Mario Lanzi presidente Cia Lombardia Saluti degli ospiti e dei rappresentanti istituzionali “Uniti si vince 1955-2005” 50 anni dalla nascita dell’Alleanza Contadini Nomina delle Commissioni Pomeriggio Dibattito Conclusioni Giuseppe Politi presidente nazionale Cia Elezione degli organismi dirigenti e dei delegati all’assemblea elettiva nazionale PROGRAMMA DELLA 4^ ASSEMBLEA ELETTIVA REGIONALE

Confederazione Italiana Agricoltori della Lombardia - ia febbraio … · 2006-02-27 · dere il tema del rilancio del-l'agricoltura, la sede istitu-zionale della Regione Lombardia

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ro.Contro la chiusura dello

stabilimento di Casei Gerolanon serve né il paternalismo,né il tentativo di scaricaresulle associazioni le tensionidegli agricoltori.

L'emergenza sanitaria pro-vocata dal virus dell'influen-za aviare ripropone purtrop-po gli errori della negativavicenda della Bse. A frontedi un sistema allevatoriale eveterinario garante dellasalubrità del prodotto, la dis-informazione provoca danniirreparabili.

L'esperienza che ha dimo-strato che avere fiducia negliagricoltori e tutelare la lorocapacità professionale è utileper la salute e per le taschedei consumatori.

Sul versante del latte, inquesti giorni, gli allevatori,in un clima che si riconfermadi forte tensione e di incer-tezza, subiscono la pressionedelle industrie lattiere chevogliono imporre contrattiiniqui, detraendo dal prezzodel latte quella parte di inte-grazione di reddito che

Impresa AgricolaUna proposta associativa rinnovataper l’agricoltura della Lombardia

La Cia Lombardia verso la 4^Assemblea elettiva regionale: al centro la competitività e il reddito delle imprese

l'Unione europea riconoscerenell'ambito della riforma deimercati.

La miopia dell'industrialattiero-casearia non ha con-sentito una più utile e van-taggiosa strategia interpro-fessionale, capace di dareslancio a tutta una filiera cheda troppo tempo sconta l'as-senza di regole e obiettivicondivisi.

E' evidente, che il dissolvi-mento di una politica, untempo dettata dalle grandiindustrie nazionali, vedi lavicenda Galbani e Parmalat,ha portato alla progressivaperdita di competitività di unsistema industriale casearioincapace di formulare politi-che di ampio respiro e legatealla valorizzazione del pro-dotto locale.

Emerge quindi, il disegnocomplessivo di far pesaresull'agricoltura il processo diristrutturazione delle indu-strie agro-alimentari in ter-mini di sacrifici economici,con la riduzione dei prezzi, eproduttivi con il ridimensio-namento delle superfici col-

di Mario Lanzipresidente Cia Lombardia

Milano

13 marzo 2006 ore 9,30Centro Congressi

Palazzo Stelline

Corso Magenta, 61

4a assemblea elettiva regionale

Confederazione italiana agricoltori Lombardia

PattoPatto

UnitàUnità

RedditoReddito

Una proposta associativa rinnovata

per l’agricoltura e il progresso

della Lombardia

MENSILE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELLA LOMBARDIA

Anno XXVII n. 2 - febbraio 2006 Poste italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB BRESCIA

Il futuro dell'economia edella società in Lombar-dia, come a livello nazio-

nale, è indissolubilmentelegato al futuro dell'agricol-tura. La Confedera-zione ita-liana agricoltori, che di que-sto contesto è parte integran-te, ha definito i punti fermidel confronto: il nuovo Pattocon la società, il progetto dicompetitività e specificata-mente per la Lombardia leproposte scaturite dell'as-semblea “La competitivitàdelle imprese in un sistemaagro-alimentare avanzato”.

Questi strumenti, la mobi-litazione unitaria di Bolognae le tante iniziative provin-ciali e territoriali sono passiconcreti per affrontare lacrisi strutturale in atto.

Le vicende legate all'in-fluenza aviaria e alla chiusu-ra degli zuccherifici sonooggi in primo piano, e l'at-tenzione dell'opinione pub-blica è calamitata da questitemi che sono vitali per con-sistenti aree della Lombar-dia.

Ma, nell'agenda delle isti-tuzioni e della politica non cipuò stare il principio che l'ul-tima crisi scalza la preceden-te, purtroppo stiamo assi-stendo all'incapacità di daresoluzione ai vari problemi lacui lista si allunga ogni gior-no.

Per questo la Cia sta inprima linea su tutto il territo-rio lombardo, oggi a fiancodei produttori avicoli e bieti-coli, ma senza sottacere l'i-narrestabile schiacciamentodella zootecnia da latte lom-barda.

Nella crisi bieticola le dif-ficoltà vengono da lontano,ma le decisioni che si stannoprendendo in merito all'ap-plicazione della riforma delmercato dello zucchero,approvata a fine novembre2005, sono il colpo decisivoche porterà in Lombardiaalla chiusura di centinaia diaziende agricole e alla perdi-ta di numerosi posti di lavo-

tivate e degli allevamenti.Tutte queste vicende solle-

citano una riflessione sucome sia pericoloso nelvuoto di strategia produttiva:affrontare ogni questione divolta in volta, sperando nelminor danno possibile.Infatti, Il non governo dellaselezione delle imprese avràeffetti negativi su tutte leproduzioni lombarde, già indifficoltà per le distorsionidella politica del disaccop-piamento, e per il tessutoindustriale e cooperativo.

Alla luce delle recentidecisioni in materia di politi-ca agricola europea, di nego-ziati sul commercio mondia-le, e di politiche ambientalied energetiche si può affer-mare che la selezione delleimprese agricole, soprattuttoper la Lombardia, sarà siaquantitativa sia qualitativa.

A tal proposito le risorsedel nuovo Piano di SviluppoRurale 2007-2013 sono stra-tegiche per la competizione el'utilizzo corretto e condivisodi questi contributi puòdeterminare le reali condi-

zioni di futuro, soprattuttoper le nuove generazioni.

In questo quadro la Cia èimpegnata, confermando ivalori dell'autonomia, dellaprofessionalità e dell'impe-gno sociale, che ne hannofatto in cinquant'anni ilpunto di riferimento certo eaffidabile per tutti gli agri-coltori, i cittadini e le istitu-zioni, riaffermando la pro-pria natura "costituente", nontanto per costruire una nuovaorganizzazione, ma perattuare un progetto nuovo emoderno.

Ma oltre alla mobilitazionedegli agricoltori e all'impe-gno sindacale chiediamo aRegione, Province, associ-azioni, organizzazioni agri-cole e Centrali cooperativelombarde la disponibilità aritrovarsi in un tavolo regio-nale e decidere unitariamentele azioni necessarie.

In particolare il ruolo dellaRegione Lombardia digarante del rispetto delleregole nella competizionedel mercato e dell'emersionedi fenomeni speculativi deve

continuare edessere palese.

Diventa decisi-vo valorizzare leesperienze dellearee rurali che ilterritorio lombar-do esprime: areerurali ad agricol-tura fortementeproduttiva; areerurali svantaggia-te di grande valo-re ambientale;aree rurali peri-urbane di inte-grazione agricola

multifunzionale e infine learee urbane.

Sui diversi sistemi di areerurali occorre operare inmodo diversificato, interve-nendo sulle condizioni disviluppo come le infrastrut-ture, la logistica, l'utilizzodelle risorse energetiche,l'ambiente, i servizi, le politi-che del lavoro e quantonecessario. Nel rispetto dellavocazione agricola ricercarecondizioni di sistema e recu-perare un reddito sostenibilee l'equità sociale. Questo perconsentire non solo alleimprese, ma soprattutto aigiovani e alle donne un'op-zione legata alle proprie radi-ci.

Il nuovo progetto di gover-no della selezione e di svi-luppo delle aree rurali sideve realizzare con la condi-visione degli agricoltori, inun consolidato sistema direlazioni istituzionali esociali, con un rafforzatosistema di alleanze, e unaforte economia associata informa cooperativa e in orga-nizzazioni di prodotto rap-presentative di reali interessilocali.

Diventa quindi sempre piùinderogabile avviare ogniazione utile capace di ripren-dere il tema del rilancio del-l'agricoltura, la sede istitu-zionale della RegioneLombardia può e deve dive-nire, in un'assenza di politicaagricola nazionale, il puntod'incontro di reali volontàd'impegno per il futuro dellaLombardia.

Confederazione italiana agricoltori Lombardia

Milano - Piazza Caiazzo, 3 Tel. 02.6705544 Fax 02.66984935

[email protected] - www.cialombardia.org

Mattina

Insediamento della presidenza

Relazione introduttiva

Mario Lanzi presidente Cia Lombardia

Saluti degli ospiti e dei rappresentanti istituzionali

“Uniti si vince 1955-2005”

50 anni dalla nascita dell’Alleanza Contadini

Nomina delle Commissioni

Pomeriggio

Dibattito

Conclusioni

Giuseppe Politi presidente nazionale Cia

Elezione degli organismi dirigenti

e dei delegati all’assemblea elettiva nazionale

PROGRAMMA DELLA 4^ ASSEMBLEA ELETTIVA REGIONALE

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Impresa Agricolafebbraio 2006 2

Impresa AgricolaMensile della

Confederazione ItalianaAgricoltori Lombardia

Reg. Trib. di Milano n. 103 del 12.03.1979

EditoreCia Lombardia

Direzione, redazione e amministrazionePiazza Caiazzo, 3 - 20124 Milano

Tel. 02/6705544 - Fax 02/[email protected]

Internet www.cialombardia.org

Direttore editoriale Mario Lanzi

Direttore responsabileDiego Balduzzi

StampaColor Art S.r.l. -Via Industriale 24/26

Rodengo Saiano (Bs)

CellophanaturaCoop. Service - Virle Treponti (Bs)

Realizzato con il contributo congiunto diComunità Europea, Stato Italiano eRegione Lombardia nell'ambito del

Piano di Sviluppo Rurale 2000 - 2006 I dati raccolti nella mailing-list diImpresa Agricola sono utilizzati per l’in-vio della pubblicazione. Ai sensi Dlgs196/03, i dati potranno essere distrutti surichiesta da inviare alla redazione diImpresa Agricola - Piazza Caiazzo, 3Milano.

Periodico associato Uspi

Chiuso in redazione il 23 febbraio ‘06

Panorama AgricolturaIndispensabile una gestione coordinata e sostenibile dell’acqua

E’ già preoccupazioneper i livelli dei laghilombardi, insolita-

mente bassi, secondo la ten-denza degli ultimi anni.Nella tabella di fianco propo-niamo in sintesi la situazionee le criticità registrate dal-l’Urbim per ogni lago a finedi gennaio.

A fronte di questa situazio-ne che desta già preoccupa-zioni per la prossima stagio-ne, la Cia Lombardia ritieneancor più necessario che nelgoverno dei vari elementiche compongono il sistemaidrico, dai bacini montani ailaghi, dai consorzi di bonifi-ca ai fiumi, assumere deci-sioni che, in funzione dellacomplessità dell'economiaregionale, possano esserecondivise da tutti.

Riteniamo indispensabileche ogni occasione di con-fronto con tutti i soggettiinteressati, a partire dai rego-latori dei laghi e dai gestoridei bacini, debba vedere lapartecipazione delle organiz-zazioni di categoria degliagricoltori, insieme a tutti iconsorzi, affinché si possagarantire all'agricoltura, met-tendo in sinergia le istituzio-ni regionali coinvolte, lacontinuità e l'efficienza pro-duttiva, con il monitoraggiocostante e trasparente dellasituazione delle riserve d'ac-qua.

L’agricoltura lombardanon può infatti permettersiun’altra difficile stagioneirrigua come nel 2005.

Il vino italiano alla“conquista” del mondo.Le esportazioni ripren-dono a “tirare”. Piacesempre di più agli ame-ricaniDopo cinque annate segna-te dal meno, il 2005 ha rap-presentato una netta ripresain volume (più 10,71 percento) ed un incremento invalore (più 5,10 per cento)delle esportazioni di vinoitaliano nel mondo. Nonsiamo ancora ai 18 milionidel prima-metanolo o del1994, ma ci stiamo avvici-nando a passi svelti, arri-vando quasi a toccare i 15milioni di ettolitri nell’an-nata appena passata, per unvalore record di quasi 3miliardi di euro. Il vino italiano, insomma,ha ripreso a percorrere tuttele strade del mondo rag-giungendo 175 paesi, anchese i nostri primi 10 importa-tori coprono l’85 per centodel volume e l’80 per centodel valore.La Germania, da sola, haimportato più di 5 milionidi ettolitri per un valorevicino ai 700 milioni dieuro, attestandosi qualeprincipale mercato esterodel vino italiano, mentre gliStati Uniti d’America, concirca 2 milioni di ettolitri edun valore superiore ai 700milioni di euro, è diventatoil paese di maggiore valo-rizzazione del nostro pro-dotto.Ottimi e tradizionali clientisi confermano -sottolinea laCia- il Regno Unito, laFrancia, la Svizzera, i PesiBassi e l’Austria ed un veroboom, con oltre 300 milaettolitri importati, lo hasegnato la RepubblicaCeca, dove l’anno prima, divini italiani, ne erano arri-vati circa la metà.Unici in controtendenza trai primi dieci clienti ilCanada ed il Giappone,dove più forte si è rivelatala concorrenza australianae, fra gli altri 165 paesi, laGrecia e la Svezia dove ivini spagnoli stanno rive-landosi concorrenti temibi-li.Secondo la Cia, la ripresadelle esportazioni vinicolenazionali, grazie al loromiglior rapporto tradizio-nalità-qualità-prezzo rispet-to a quello degli altri paesiproduttori, oltre ad esserepositiva per l’economiaagricola può, ancora unavolta, rappresentare unvolano determinante pertutto il “made in Italy”, pur-ché si riconosca al settore ilruolo che svolge sul territo-rio ed alle imprese vitivini-cole la necessità di superarele diffuse sacche di crisi incui versano da un anno aquesta parte.

Risorse idriche: restano preoccupantii livelli dei laghi in Lombardia

- Lago Maggiore: livello a -0.44 m, a circa 1.20 m sotto la media stagionale, con un defi-cit di più di 265 milioni di mc rispetto alla media del periodo. Problemi alla navigazione,ai cantieri nautici, alla fauna ittica, e, a causa della concomitante mancanza di precipita-zioni, difficoltà anche per l’approvvigionamento idrico. Da più parti è stata già avanzata larichiesta dello stato di calamità;

- Lago di Como: livello a -0.33 m, a circa 0.60 m sotto la media stagionale, con un deficitdi quasi 90 milioni di mc rispetto alla media del periodo. Portate in uscita dal lago ridottea 45 mc/s, impedendo alle 7 centrali idroelettriche a valle di lavorare a più di un terzo circadella loro potenza;

- Lago d’Iseo: livello a -0.08 m, a circa 0.50 m sotto la media stagionale, con un deficit dipiù di 30 milioni di mc rispetto alla media del periodo. Afflussi dai bacini idroelettrici aiminimi, portate erogate a 24 mc/s;

- Lago d’Idro: livello molto basso, a 365.08 mslm, con afflussi dai bacini idroelettrici aiminimi (anch’essi con invasi irrisori), portate erogate a 12 mc/s; ferme pertanto alcune cen-traline idroelettriche a valle e aggravati problemi di eutrofizzazione;

- Lago di Garda: livello a 0.58 m, a circa 0.30 m sotto la media stagionale, con un deficitdi quasi 120 milioni di mc rispetto alla media del periodo, portate erogate al minimo delperiodo (15 mc/s).

I livelli dei laghi lombardi

Il progetto pilota lombardo ha trovato grande riscontro tra le aziende coinvolte

Econdizionalità, positivi risultatidel progetto di consulenza tecnica

La Cia Lombardia,insieme a ColdirettiLombardia e Feder-

lombarda Agricoltori, ha rea-lizzato nel corso del 2006,nell'ambito della Misura n1.14 del Piano di SviluppoRurale, un progetto di consu-lenza tecnica sull'ecocondi-zionalità.

Due le finalità del proget-to: 1) verificare il rispetto deirequisiti obbligatori per l'ac-cesso al premio unico disac-coppiato nelle aziende ade-renti al progetto (300 in tuttala Lombardia) e in caso dinon conformità fornire con-sulenza alle aziende persuperarle; 2) sperimentare eprefigurare un modello diconsulenza tecnica in vistadel nuovo sistema di consu-lenza che la Regione dovràdefinire e adottare con il2007 nell'ambito del Piano diSviluppo Rurale 2007-2013.

I risultati del progetto sonostati presentati in un conve-gno tenuto a Lodi, nella sededel Parco TecnologicoPadano, il 31 gennaio. Leaziende cui è stata fornitaconsulenza sono risultate inlarghissima prevalenza inordine rispetto ai requisiti dirispetto dell'ecocondizionali-tà. In prevalenza i criteriposti dalle Buone CondizioniAgronomiche Ambientali(BCAA) e dai Criteri diGestione Obbligatori (CGO)sono risultati osservati nel100% delle aziende interes-

sate al rispetto del requisito:ciò è sicuramente indice dicorretta gestione nelle azien-de, ma è anche forse daricondurre al fatto che irequisiti posti dalla condizio-nalità nel 2006 non eranocosì “stringenti”, nel sensoche molti sono obblighi dilegge che ogni azienda agri-cola in esercizio devecomunque rispettare, e datempo; maggiori criticità èinvece presumibile che siriscontreranno nel 2007 inrelazione ai nuovi requisitiposti dalla condizionalità,soprattutto per quantoriguarda il campo igienico-sanitario.

La frequenza maggiore dicriticità è stata rilevata relati-vamente alla gestione delset-aside (norma 4.2 - critici-tà nel 39% delle aziendeinteressate al rispetto dellanorma), alla necessità diproteggere le acque dall'in-quinamento da nitrati tramite

una gestione dei reflui zoo-tecnici secondo un piano dispandimento opportunamen-te redatto - Pua/Puas (atto 4 -criticità rilevate nel 24%delle aziende: ma a tal pro-posito va segnalato che a taliproblemi ha significativa-mente contribuito la modifi-ca dell'elenco delle zone vul-nerabili avvenuta nel corsodel 2005); e infine va segna-lato un 29% di allevamentibovini con problemi di ana-grafe riconducibili a perditadi marchi auricolari o a inos-servanza dei tempi di regi-strazione - soprattutto quan-do le registrazioni sonnoaffidate a terzi.

Le criticità rilevate sonorisultate tutte risolte a fineprogetto tramite proposte dicorrezione personalizzate. Irisultati del progetto in rela-zione al primo obiettivoposto (rispetto della condi-zionalità nelle aziende) sonostati perciò raggiunti.

La validità e l'efficacia diun progetto si misura dal rag-giungimento degli obiettivi,ma anche dalla soddisfazio-ne che il servizio offerto haincontrato presso l'utenza.Sono state pertanto distribui-te a tutte le aziende aderentidei questionari per rilevare ilgrado di soddisfazione inrelazione a diversi aspetti(competenza del tecnico,consigli ricevuti, manualedivulgativo ecc.). Anchesotto l'aspetto della soddisfa-zione delle aziende il proget-to è risultato valido, incon-trando un grado di soddisfa-zione elevato su tutti gliaspetti indagati con il que-stionario.

L'esperienza condotta,molto positiva anche sulpiano del lavoro collegial-mente condotto tra organiz-zazioni agricole diverse, hapermesso inoltre di definiredelle modalità di intervento edei supporti di lavoro (sche-de di rilevazione, manualedivulgativo ad uso dell'agri-coltore) che saranno perfe-zionati nella seconda annua-lità di intervento che verràrealizzata quest'anno.

Molti infine gli spunti diriflessione prodotti da questaesperienza utili alla defini-zione di proposte in ordine alnuovo sistema di consulenzache dovrà essere attivato inRegione Lombardia a parti-re dal 2007.

Melinda Monti

dati al 24 gennaio 2006 fonte: Urbim

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Impresa Agricolafebbraio 2006 Panorama Agricoltura 3

Adistanza di quarantaanni, la normativa,anche se più volte

modificata, appariva ormaiobsoleta e soprattutto nonallineata con le regole euro-pee recate, da ultimo,dall’Ocm (Organizzazionecomune del mercato) di cuial regolamento del Consiglio1493/99 e suoi regolamentiapplicativi della Commis-sione, come noto prevalentiin materia sulle norme nazio-nali. Quindi, la nuova legge,approvata definitivamentedal Senato lo scorso 9 feb-braio risponde in manieraadeguata all’attuale realtàvitivinicola del nostro Paese,soprattutto per quantoriguarda l’armonizzazione ela semplificazione dellenorme. E’ quanto sottolineala Cia-Confederazione italia-na agricoltori che esprimesoddisfazione per il provve-dimento, tanto atteso, relati-vo al “Testo unico dellenorme nazionali di attuazio-ne del regolamento comuni-tario concernente l’ocm delmercato del vino”.

In passato più volte, periniziativa governativa e par-lamentare, come dopo loscandalo del metanolo, eranostati fatti tentativi di unifor-mare le regole di produzionedel vino e le sanzioni conquelle in vigore nel resto deipaesi produttori europei, manon si era mai andati oltrealle proposte.

In questa legislatura, gra-zie all’unificazione di duedistinte proposte di legge diiniziativa dei parlamentariCollavini e Preda, si è giuntial varo della nuova legge ilcui pregio principale -sottoli-nea la Cia- risiede nellaarmonizzazione delle norme,anche mediante l’abrogazio-ne di frammentari interventilegislativi (dalla legge 108del 1956 al Dm 26 gennaio2001 su talune deroghe per laproduzione degli aceti) cherendevano ormai impossibiledistricarsi fra norme comuni-tarie e nazionali.

La forma del testo unicoora adottata porta ad unasemplificazione della letturae pertanto ne agevola l’appli-cazione, sia per quantoriguarda il comportamento

Vino: dalla nuova legge approvatamaggiori certezze per i produttori

dei produttori, sia per quantoattiene all’azione dei con-trolli da parte degli organi-smi preposti, anzi, proprio daquesto punto di vista è statainserita una apposita normache prevede un Comitato dicoordinamento tra le varieamministrazioni (Politicheagricole, Nas, Guardia diFinanza, sanità) incaricatedella repressione delle frodi.Non era raro che a distanzadi poche ore la stessa cantinafosse controllata da organi-smi diversi, mentre qualchealtra non veniva controllataper anni.

Un’altra novità assolutaper il settore, fortementevoluta dalla Cia e dalle altreorganizzazioni della filieravitivinicola italiana, è l’in-troduzione dell’istituto delladiffida in caso di irregolaritàminori, cioè quelle legateagli errori, soprattutto nellescritture obbligatorie, chenon comportano frodi o falsio pregiudizio alla salute. Inquesti casi, individuati fra leirregolarità che vengonopunite dalla legge con mini-mi di sanzione fino a 500euro, si potrà sanare la situa-zione nei tempi e nei modiprescritti dai verbalizzanti.Inoltre, tutto l’impianto san-zionatorio trova una piùchiara sistematicità e vieneaggiornato, nella individua-

zione delle irregolarità edegli illeciti, come nell’im-porto ai concetti di progressi-vità e dei fatti punibili o nonpiù punibili ai sensi dellanormativa europea.

E’ ancora una novità -afferma la Cia- la istituzionedi una Commissione consul-tiva per l’aggiornamento deimetodi ufficiali di analisi conil compito di individuaremetodi di riferimento unicinei casi in cui non è in vigo-re un metodo ufficiale adot-tato dall’Unione europea oriconosciuto dall’Oiv (Orga-nizzazione mondiale intergo-vernativa della vite e delvino). Viene, altresì, intro-dotta la possibilità di adotta-re tecniche telematiche nellacompilazione e tenuta deiregistri di cantina e dellealtre scritture obbligatoriedalla raccolta delle uve alla

commercializzazione delvino.

Apposite norme sono poipreviste -continua la Cia- perla definizione dei prodottinon già previste dalla regola-mentazione comunitaria,come i vini passiti, nonchéper la salvaguardia e la tuteladei vitigni autoctoni vantodella nostra produzione vini-cola, come il Sagrantino ol’Aglianico, il Nero d’Avolao lo Schioppettino, ilNebbiolo o il Primitivo.

Secondo il nuovo assettoistituzionale, tenendo contodelle competenze regionali,la determinazione del perio-do di fermentazione vieneora attribuito alle regioni ealle province autonome enon più ai prefetti, così comepassa dalla competenzaministeriale a quella regiona-le l’autorizzazione annualedell’arricchimento dei mostie dei vini e la loro acidifica-zione, nei casi disciplinati eprevisti dalla regolamenta-zione comunitaria.

Altre norme -sottolinea laCia- riguardano le sostanzenon vinicole e le tecnicheproduttive enologiche che sipossono o non possono dete-nere ed adottare nelle canti-ne, i recipienti ed i sistemi dichiusura degli stessi che sipossono utilizzare per i varitipi di vino, anche a garanziadell’immagine e della qualitàdei nostri prodotti; la disci-plina per la produzione dibevande diverse dal vino, maderivate dall’uva; le caratte-ristiche dei locali e della loroigiene di lavorazione delleuve e dei vini; la disciplinaper la produzione e la vendi-

Dopo 40 anni il settore vitivinicolo ha una nuova leggeAviaria: interventoimportante ma ancorainsufficienteIl finanziamento di 100milioni di euro annunciatodal governo a sostegnodella grave crisi che ha col-pito il settore avicolo italia-no è importante, ma da solonon è in grado di fronteg-giare e risolvere i danniprovocati dalla “psicosi dapollo”. Danni che sonoingenti e che hanno avutopesanti riflessi negativi.Moltissimi allevamenti,soprattutto quelli rurali ebiologici, sono a rischiochiusura. I nostri produtto-ri, in poco meno di quattromesi, hanno visto dimez-zarsi i loro redditi a causadel drastico calo dei consu-mi (ormai siamo nell’ordi-ne del 70 per cento). Per laCia-Confederazione italia-na agricoltori davanti aduna situazione che non haprecedenti nel nostro Paeseoccorrono risorse certe epiù consistenti.Dopo l’importante aperturadella Ue sulle misure diintervento per il settore avi-colo, ci aspettiamo -sottoli-nea la Cia- un atto deciso econcreto. Tutto ciò alla lucedel fatto che gli stessi alle-vatori, nonostante la crisipersistente e drammatica,non hanno finora usufruitodi alcuna valida misura disostegno.La Cia, a fronte di una crisidegli allevatori di cosìvaste proporzioni, continuanella sua richiesta di inter-venti più congrui che da unlato permettono di risarciregli allevatori dei dannifinora subiti e dall’altroconsentano alla filiera diprogrammare il futuro peressere pronti all’auspicabi-le ripresa dei consumi conun settore in grado di copri-re interamente i consuminazionali come era in pas-sato.La Cia ribadisce come ognisforzo debba essere perse-guito per salvaguardare lasopravvivenza di un settoreche per qualità e salubritàrisulta una grande risorsadella zootecnia e dell’eco-nomia nazionale.

L’Organismo interpro-fessionale ortofruttico-lo firma l’intesa di filie-ra per il pomodoro daindustria.L’Organismo interprofes-sionale ortofrutticolo hasiglato un’intesa di filieraper il comparto pomodoroda trasformazione per tuttoil territorio nazionale. Orasarà importante -secondo laCia- riuscire a dare seguitoall’intesa, che prevede perla campagna 2006 un obiet-tivo di 4,6 milioni di ton-nellate.

ta degli aceti e quella per lacircolazione delle sostanzeammesse all’uso enologicoed infine la possibilità per leassociazioni rappresentativedella filiera e dei consumato-ri di costituirsi parte civile,indipendentemente daldanno diretto e immediato,nei procedimenti penali diadulterazione, frode o truffanel settore vinicolo.

Per la operatività di alcunenormative previste è deman-data al ministro dellePolitiche agricole -concludela Cia- la emanazione diappositi decreti attuativi,come la individuazione deiprodotti utilizzabili per l’i-giene della cantina, alcuniobblighi in fatto di scritture,la lista delle sostanze enolo-giche ammesse.

Accesso gratuito agliAlbi regionali dei vi-gneti a Do ed agli Elen-chi delle vigne a Igt. La Regione Lombardia haconcordato con Union-camere Lombardia la possi-bilità di accedere in solavisione agli albi dei vignetia Do e Igt presenti sul sitodi Infocamere (www.ic-deis.it).A questo proposito Info-camere ha fornito le user ele password per accedere aidati individuali degli iscrit-ti agli albi.L'accesso è gratuito e con-sente la sola visione dei datima non la stampa deglistessi.Le user e le password perogni provincia sono dispo-nibili sul sito web dellaRegione Lombardia ww-w.agricoltura.regione.lom-bardia.it.

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Impresa Agricolafebbraio 2006 Agrienergie 4Agrienergie: un’opportunità concretaper le imprese agricole e il territorio

La Riforma della Pacha aggiunto importan-ti novità nell'ambito

del I pilastro e delloSviluppo rurale, il cosiddettoII pilastro, introducendo spe-cifiche misure a favore dellaqualità dei prodotti agricoli,la previsione di precisi vin-coli in materia di gestionedell'ambiente, sanità pubbli-ca, igiene, benessere deglianimali e sicurezza sul lavo-ro a cui sono mirate determi-nate tipologie di intervento.

La politica europea asse-gna allo Sviluppo rurale unruolo fondamentale per losviluppo e mantenimentodella competitività delleimprese e dei territoridell'Unione: il nuovo stru-mento del Psn (Piano strate-gico nazionale) sarà l'occa-sione per intervenire sulleistituzioni allo scopo dicostruire un contesto volto afavorire le potenzialità com-petitive del singolo e dellesue forme aggregate, nonchéa stimolare i partenariati eco-nomico/sociali per gli utiliz-zi delle materie prime rinno-vabili a fini energetici e nonfood.

In Italia va aumentandol'interesse delle imprese agri-cole a produrre colture ascopo energetico, a realizza-re piattaforme produttive, apartecipare a filiere energeti-che, a realizzare e gestireimpianti tecnologicamenteavanzati di teleriscaldamentonel settore legno energia e arealizzare impianti a biogasdi nuova generazione nel set-tore zootecnico.

Una opportunità da coglie-re, attraverso il coinvolgi-mento attivo del partenariatoeconomico e sociale, perassicurare, tramite un usomultifunzionale del territo-rio, lo sviluppo di nuoveforme di impresa ed occupa-zione quali: le fonti energeti-che rinnovabili (agrienergie),la gestione attiva delle risor-se forestali, ecc

Si profila uno scenario nelquale il mondo agricolo puòassumere un ruolo importan-te nella produzione di ener-gia pulita come ulterioreespressione della multifun-zionalità.

Vanno colte le possibilitàche la nuova Pac e lePolitiche di coesione intro-ducono, unitamente alleopportunità derivanti dallaentrata in vigore del proto-collo di Kyoto che prevedeper l'Italia il raggiungimentoentro il 2010 dell'obiettivo diriduzione del 13% delleemissioni di anidride carbo-nica.

Il Piano d'azione per lebiomasse della Commis-sione europea

La Commissione europeaha adottato, lo scorso dicem-bre, un piano di azione voltoa sviluppare l'utilizzazionedelle energie rinnovabiliagricole e forestali.

Gli obiettivi, principal-mente, sono tre:

1) Ridurre le emissioni digas serra;

2) Proteggere l'occupazio-ne nelle zone rurali;

3) Limitare la dipendenzadell'Europa riguardo alleimportazioni di energia.

Lo sviluppo delle energierinnovabili resta una prioritànell'agenda della politicaenergetica europea, in quan-to non sono ancora realmen-te decollate e l'obiettivo peril loro impiego al 2020, fis-sato al 12%, non raggiungeràche il 9-10%.

Le principali biomasse dapromuovere, individuate nelPiano sono: i biocarburantiper i trasporti (oleaginose,cereali, bietole, olii usati); ilriscaldamento domestico ali-mentato dal legno; la combu-stione del legno e di residuidella lavorazione nelle cen-trali che producono energiaelettrica e termica.

Il Piano dellaCommissione prevede più di20 azioni da attuare a partiredal 2006, volte a favorirel'impiego di biomasse per iltrasporto, la produzione dienergia, il riscaldamento. Inparticolare per i biocarburan-ti per il trasporto:

1) L'introduzione di unapercentuale minima di bio-carburanti da incorporare neicarburanti convenzionali daimmettere sul mercato.

2)La presentazione di unrapporto sull'applicazionedella Direttiva “Biocarbu-ranti” (2003/30/CE) per unarevisione della stessa con lafissazione (obbligatoria) diobiettivi nazionali relativa-mente al mercato. Attual-mente il mercato europeo deibiocarburanti è pari allo

0,8%, molto lontano dallapercentuale del 5,75% al2010.

Mentre per l'energia elet-trica e termica:

1) Incoraggiare l'utilizzo dibiomasse per l'elettricità ed ilriscaldamento;

2) Promuovere investi-menti a favore della ricercaper favorire in particolare laproduzione di combustibililiquidi a partire dal legno edai residui;

3) Promuovere una campa-gna d'informazione per gliimprenditori agricoli e fore-stali sull'interesse allo svi-luppo delle colture energeti-che,

4) Per l'energia elettricamigliorare il sostegno all'e-nergia verde attraverso l'in-troduzione da parte di cia-scun Stato Membro di unregime nazionale che diaorientamenti chiari, servizidi autorizzazione unici, mec-canismi di pianificazionepreliminari per garantireun'accesso ai certificati tra-sparente e non discriminato-rio;

5) Per l'energia termicaadottare una strategia comu-nitaria volta a promuovere

l'utilizzazione di energie rin-novabili per il riscaldamento.Infatti non vi è attualmenteuna Direttiva europea per l'e-nergia termica.

La Commissione stima chele misure previste nel Pianoporteranno:

1) a utilizzare le biomassefino a 150 milioni di teps(tonnellate equivalenti dipetrolio) attualmente 69milioni, senza aumentare l'a-gricoltura intensiva o ridurreeccessivamente la produzio-ne agricola a destinazionealimentare;

2) a ridurre le emissionigas serra di 209 milioni ditonn di equivalente CO2 peranno;

3) a creare occupazioneper 250/300.000 unità;

4) a ridurre la dipendenzadalle importazioni di energiadal 48% al 42%.

Un progetto per la com-petitività dell'impresa agri-cola e per la valorizzazionedel territorio: le energierinnovabili come opportu-nità

Anche la programmazione2007/2013 per le Politiche diCoesione assegna un ruoloprioritario allo sviluppo dellefonti rinnovabili. Infatti leprincipali priorità strategichenazionali e regionali delDspn (Documento strategicopreliminare nazionale), indi-viduate dal tavolo di lavorocostituito dal Mef per contri-buire alla realizzazione dellastrategia di un “ambiente perlo sviluppo” attraverso: l'atti-vazione di filiere produttive,la promozione della ricerca edell'innovazione, il contribu-to al miglioramento dellaqualità della vita; l'attrazio-ne di persone e capitali,sono:

- definizione di strategie diintervento integrate nei pro-cessi di produzione e com-mercializzazione delle fontidi energie rinnovabili in unalogica di filiera;

- azioni per la realizzazio-ne di impianti di produzionedi energia rinnovabile e per

Decreto legislativo diapplicazione della Di-rettiva europea biocar-burantiBiodiesel, bioetanolo, oliovegetale puro e biogas, tutticombustibili prodotti damaterie prime agricole,possono rappresentare unaconcreta opportunità per leimprese agricole e unarisposta significativa agliobiettivi di riduzione delleemissioni in atmosfera.Gli stanziamenti che eranoprevisti nella legge finan-ziaria 2005 (legge n .311del 30 dicembre 2004) perl'abbattimento delle accisesul biodiesel e sul bioeta-nolo per la produzione,essenzialmente, di Etbe nonhanno ancora generato tan-gibili vantaggi per leimprese agricole.L'articolo 5 del Decreto128 riporta una opportunitàda cogliere: lo strumentodegli accordi di filiera, dasviluppare a livello territo-riale, con il coinvolgimentosia degli operatori interes-sati sia degli Enti locali.

Le agrienergie nellalegge finanziaria 2006La legge finanziaria 2006prevede agevolazioni fisca-li per le agrienergie ( bio-diesel, bioetanolo, energiaelettrica):Biodiesel: fermo restando ilplafond defiscalizzato di200.000 tonn di cui 20.000tonn. da utilizzare su auto-rizzazione del Mef e delMipaf attraverso la sotto-scrizione di appositi con-tratti di coltivazioni, realiz-zati nell'ambito di contrattiquadro o intese di filiera, èprevisto un aumento di20.000 tonnellate finanziateutilizzando 10 milioni dieuro del plafond residuo2005 per il bioetanolo paria 58 milioni di euro.Tale contingente aggiunti-vo sarà anch'esso oggettodi contratti di coltivazione.Ulteriori 5 milioni di eurodel suddetto plafond inuti-lizzato saranno destinati dalMipaf per programmi diricerca e sperimentazionenel campo bioenergetico.Il restante importo pari acirca 43 milioni di euro èdestinato alla costituzionedi un Fondo per la promo-zione e lo sviluppo dellefiliere agroenergeticheanche con l'istituzione dicertificati per la produzionee utilizzo di biocombustibi-li da trazione secondo lelinee di indirizzo dellaCommissione biocombusti-bili. Aspetto importante è ilriconoscimento di attivitàconnessa agricola la produ-zione e la cessione di ener-gia elettrica da fonti rinno-vabili agroforestali effet-tuata da imprenditori agri-coli

lo sviluppo della piccolacogenerazione (elettrica etermica);

- la promozione dei pic-coli impianti alimentati dafonti rinnovabili;

- la promozione di effi-cienza energetica sia indu-striale sia domestica;

- il sostegno a iniziative diricerca e sperimentazione perla diffusione delle competen-ze e delle esperienze e svi-luppo di tecnologie alternati-ve.

In Italia va aumentandol'interesse delle imprese agri-cole a produrre colture ascopo energetico, a realizza-re piattaforme produttive, apartecipare a filiere energeti-che, a realizzare e gestireimpianti tecnologicamenteavanzati di teleriscaldamentonel settore legno energia e arealizzare impianti a biogasdi nuova generazione nel set-tore zootecnico.

Una opportunità da coglie-re, attraverso il coinvolgi-mento attivo del partenariatoeconomico e sociale, perassicurare, tramite un usomultifunzionale del territo-rio, lo sviluppo di nuoveforme di impresa ed occupa-zione quali: le fonti energeti-che rinnovabili (agrienergie),la gestione attiva delle risor-se forestali, ecc.

Si profila uno scenario nelquale il mondo agricolo puòassumere un ruolo importan-te nella produzione di ener-gia pulita come:

1) ulteriore espressionedella multifunzionalità;

2) opportunità di reddito;3) contributo al migliora-

mento ambientale. Vanno colte le possibilità

che la nuova Pac (I e II pila-stro), le Politiche di coesioneintroducono, unitamente alleopportunità derivanti dallaentrata in vigore del proto-collo di Kyoto che prevedeper l'Italia il raggiungimentoentro il 2010 dell'obiettivo diriduzione del 13% delleemissioni di anidride carbo-nica.

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Impresa Agricolafebbraio 2006 Fattorie didattiche 5

Agriturismo, approvatala nuova leggeIl Parlamento ha definitiva-mente aopprovato la leggequadro sull’agriturismoSi tratta -affermano Cia eTurismo Verde- di unalegge quadro importanteche I principali punti sono:favorire la multifunzionali-tà in agricoltura e la diffe-renziazione dei redditi agri-coli; la forte spinta allavalorizzazione e alla incen-tivazione delle produzionidi qualità e tipiche legate alterritorio e alle tradizionienogastronomiche; il recu-pero del patrimonio ediliziorurale, salvaguardando ilpaesaggio; l’equilibrio nelrapporto Stato-Regioni chemette in risalto un sistemaunivoco di classificazionema lascia alle competenzelocali il compito di dettare icriteri e i limiti per l’eserci-zio dell’attività agrituristicae i requisiti igienico-ambientali da adottare nelleimprese; la promozionedelle attività di turismoequestre e di pescaturismo;la costituzione, presso ilministero delle Politicheagricole, di un Osservatorionazionale, fortemente solle-citato proprio da Cia eTurismo Verde, che avrà ilcompito di monitorare e diraccogliere le informazioninecessarie per pubblicare,ogni anno, un rapportonazionale sull’andamentodel settore agrituristico.

Chiarimenti sull’inqua-dramento fiscale dellefattorie didattiche.L'Agenzia delle Entrate,Direzione Regionale dellaLombardia, Area Con-sulenza Giuridica, con notan. 2005/84220 ha espressoil proprio parere in meritoal trattamento fiscale del-l'attività svolta dalleFattorie Didattiche.La nota fornisce indicazio-ni sul codice Atecofin dautilizzare, sull'imposizioneIva e sulla fruizione delregime impositivo forfeta-rio di cui all'art. 56-bis,terzo comma del Tuir.Con riferimento allIva, sichiarisce che l'attivitàdidattica affinché possarientrare nella norma diesenzione dall'Iiva ai sensidell'art. 10, primo comma,n. 20 del Dpr n. 633 del1972, dovrà essere svoltanel rispetto delle precisa-zioni ministeriali e solo perquelle aziende agricole chehanno ricevuto il riconosci-mento giuridico regionale asvolgere una determinataattività di insegnamento (daleggersi come accredita-mento), che per la RegioneLombardia, avviene me-diante apposito Decretopubblicato sul Burl.

Fattorie didattiche: una realtàconsolidata e in forte espansione

LOMBARDIA

Le fattorie didatticherappresentano in Lo-mbardia una realtà

importante che va via viaconsolidandosi. “Una reteper coltivare il futuro” è statoil tema del seminario di for-mazione che si è tenuto loscorso 8 febbraio a Milanoper fare il punto su questainteressante e innovativaattività agrituristica.

Il seminario, organizzatoda Turismo Verde Lombardiadella Cia e dalle altre asso-ciazioni agrituristiche lom-barde insieme alla RegioneLombardia, è stata l’occasio-ne per analizzare i risultatidei progetti proposti dallarete regionale delle FattorieDidattiche

In particolare, è stato pre-sentato il “Rapporto sullavalutazione dell’attività delleFattorie Didattiche 20-04/05”, basato su un questio-nario inviato a un campionedi aziende

Nel corso del 2005 sonostati inviati alle Fattoriedidattiche accreditate deiquestionari per rilevare ilgrado di soddisfazioneespresso dalle scolaresche,intervistando sia gli scolariche le insegnanti. Semprenello stesso periodo sonostati somministrati agliimprenditori dei questionaricon domande volte a valuta-re la loro attività e la relativasoddisfazione.

Per quanto riguarda gliimprenditori e le tipologiedelle aziende agricole coin-volte le classi più rappresen-tate sono quella cerealicola ezootecnica, con un'alta rap-presentanza anche delleaziende apistiche. Inoltre il59% delle fattorie didattiche

è anche un agriturismo.Dai dati raccolti emerge

chiaramente che l'81% delleaziende ha una superficieaziendale al di sotto dei 50ha, e di questi circa il 37%delle ha una superficie al disotto dei 10 ha, mentre soloil 19% delle aziende si esten-de su superfici superiori ai50 ha.

Di queste quasi il 30% sitrova all'interno di un parco odi una zona protetta, e quindifavorita nella scelta e circa lametà è sito in vicinanza di uncapoluogo.

L'attività didattica occupamediamente 30,5 giornateall'anno. Il 51% delle azien-de è al di sotto dei 20 giornie solo l'11% è occupata peroltre 60 giorni.

I gruppi di studenti ospita-ti durante l'anno sono inmedia 34,5. Il valore risultapoco superiore rispetto alprecedente in quanto a voltevengono ospitati più gruppicontemporaneamente.

L'86% degli intervistatidichiara di ospitare durantel'anno meno di 50 gruppi, e il

40% si attesta tra i 10 e i 30gruppi l'anno, solo il 14%dichiara di ospitare più di 50gruppi all'anno. Solo nel22% dei casi l'azienda èoggetto di visita di scuolesuperiori e tale target nonsupera mai il 5-10% dell'u-tenza totale.

Le difficoltà incontratedalle aziende nel conciliarel'attività didattica con quellapropria dell'impresa agricolasono diverse e solo il 22%degli intervistati dichiara dinon averne.

La difficoltà più frequenteè quella dovuta al fattoretempo quindi organizzazio-ne, seguita dalla sicurezzavale a dire investimenti.

Nonostante l'attività vengadichiarata soddisfacente dalpunto di vista personale nonsembra sia costante il riscon-tro in termini economici,infatti il 59% degli intervi-stati dichiara che il redditoderivante dall'attività didatti-ca influisce poco sul redditocomplessivo. Circa un quartoritiene che sia abbastanzainfluente ma nessuno tra gliintervistati ha barrato l'op-zione molto nella domandain questione.

Le risposte dei bambiniI questionari, compilati dai

bambini in azienda al termi-ne della giornata in fattoria,rappresentano in modo ade-guato l'intera realtà regiona-le: il campione, composto da1869 questionari è distribui-to su tutto il territorio lom-bardo, e il riscontro in termi-ni di questionari analizzati èsimmetrico alla distribuzionedelle fattorie didattiche tra leprovince.

La fascia d'età maggior-mente rappresentata è quelladei sei anni, seguita dallafascia dei sette anni, a dimo-strazione del fatto che stadiventando molto frequenteportare i bambini di primaelementari in visita nelleFattorie Didattiche. Quindiaggregando i dati è risultato

che il primo ciclo della scuo-la primaria costituisce il 55%delle presenze in fattoria.Dal questionario emergechiaramente che le visitediventano meno frequenti inrelazione all'aumento dell'età(34% secondo ciclo scuoleprimarie, 9% scuole medie).

Un altro dato che emergein modo molto evidente dal-l'analisi dei questionari è ilgradimento decisamentemolto elevato dell'attività:alla domanda “ti sei divertitoin questa giornata?” il 91%degli intervistati ha espressoil voto massimo, il 99% haespresso un giudizio positi-vo.

Ciò che ha suscitato mag-giori interessi e entusiasmitra gli intervistati sono glianimali e tra questi in parti-colar modo il cavallo. Altroelemento di forte interessesono stati i laboratori, soprat-tutto quelli in cui i bambinihanno avuto una parte attiva.

Le risposte degli inse-gnanti

Gli insegnanti scelgono le

fattorie didattiche attraversodiversi canali. I maggior-mente rappresentati sono laGuida alla Fattoria Didattica,che costituisce ben 1/3 deicanali di scelta, e il passapa-rola che rappresenta quasi il30% delle scelte. Altri canaliinteressanti sono la stampa,internet oppure la Provinciao i tecnici delle organizza-zioni.

La visita ha soddisfatto leesigenze degli insegnantisotto tutti gli aspetti citati siain riferimento alle attivitàdidattiche che alle strutture.Un po' al di sotto della mediarisulta la facilità di raggiun-gimento della Fattoria.Questo avviene poiché, avolte, i mezzi non riescono araggiungere il centro azien-dale e i bambini devono farepasseggiate a piedi, cui spes-so non sono abituati.

Alla domanda relativaall'esperienza in fattoria ealla disponibilità a ripeterel'esperienza, il 100% degliinsegnanti ha risposto positi-vamente, così come alle suc-cessive domande relativeagli obiettivi che la visita siproponeva di raggiungere ealla corrispondenza fra que-sti e le aspettative degli inse-gnanti.

Gli obiettivi delle visiteespressi dagli insegnantisono molteplici, tra i piùricorrenti: avvicinare i bam-bini alla natura per conoscer-la e rispettarla, sperimentarelaboratori e esperienze sen-soriali, far trascorre ai bam-bini una giornata all'aperto estimolarli a socializzare,completare il percorso dieducazione alimentare,conoscere la vita rurale e l'a-zienda agricola

Le impressioni espressedagli insegnanti sono tuttemolto positive anche rispettoall'attività didattica e all'ac-coglienza. Tuttavia sonostate segnalate alcune caren-za nelle strutture, soprattuttorelativamente ai servizi igie-nici a volte non adeguati pernumero o non adatte a bam-bini in età prescolare.

Il testo completo dell’inda-gine è disponibile sulwww.cialombardia.org nellasezione “Documenti”

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Impresa Agricolafebbraio 2006 Notiziario 6

Si consolida l’attività dell’Agia

Agiambiente: i nuoviservizi per il territorio

“Il contributo dei gio-vani imprenditoriagricoli per la difesa

e la valorizzazione dell’am-biente e del territorio è estre-mamente prezioso. Il loroimpegno è infatti indirizzatoa creare una rete efficace diservizi, ad una migliore qua-lità della vita, di cui devegiovarsene l’intera comuni-tà”. E’ quanto sostenuto dalpresidente nazionale dellaCia Giuseppe Politi interve-nendo alla tavola rotondaorganizzata dall’Associa-zione giovani imprenditoriagricoli (Agia) a Bologna,nell’ambito di Europolis, ilSalone delle tecnologie pervivere la città, sul tema “Lapubblica amministrazione ela giovane impresa agricolaal servizio del territorio-Agiambiente: servizi in agri-coltura”.

“Quello dei giovaniimprenditori agricoli -haaggiunto Politi- è un lavoroche si fonda su radici solide eche ha il pieno sostegno dellaconfederazione. Un’azioneincisiva tesa a tutelare il ter-ritorio e a difendere l’am-biente. Elementi che sonoveri capisaldi di un’iniziativaper una crescita armonica edequilibrata. E proprio l’im-presa con la sua multifunzio-nalità è in grado di darerisposte concrete alladomanda di sviluppo soste-nibile”.

“Da tempo -ha sottolineatoil presidente nazionale dellaCia- siamo impegnati in que-sta particolare direzione. Lostesso Patto con la società,lanciato dalla confederazio-ne nella scorsa estate, rac-chiude tale spirito. Insomma,anche l’ambiente e la suavalorizzazione sono un terre-no importante per renderesempre più protagonista l’a-gricoltura del cambiamento edello sviluppo”.

Aspetti evidenziati anchedal presidente nazionaledell’Agia Gianluca Cristoni

il quale, nel corso della tavo-la rotonda, ha presentatol’innovativo progetto di cuil’Associazione dei giovaniimprenditori agricoli è pro-motrice: Agiambiente. “Sitratta -ha detto- di nuovomarchio che identifica unarete nazionale per quelleaziende di giovani imprendi-tori volte a sviluppare inmaniera significativa la pro-spettiva dei servizi nel setto-re agricolo”.

“Agiambiente -ha sottoli-neato Cristoni- sarà un utileriferimento per gli imprendi-tori agricoli orientati a forni-re servizi ‘verdi’ alle pubbli-che amministrazioni, comeprevisto dal Dlgs 228/2001,la cosiddetta legge di orien-tamento per il settore agrico-lo. Esso non solo ha la fun-zione di creare una rete tra leaziende aderenti, ma pro-muove un portafoglio pro-dotti volto a soddisfare leesigenze dell’utente finale,pubblico, oltre che privato”.

LombardiaTurismo Verde Lombardia allaBit di MilanoLe attività degli agriturismi lombardi,aderenti a Turismo Verde Lombardia,sono state presentate anche quest’annoalla Bit-Borsa internazionale del turi-smo che si è tenuta a Milano dal 18 al 21febbraio.

Misura F: dal 20 febbraio siapre il bando per la campagna2006 Con la Ddg 1270 del 7 febbraio 2006sono state approvate le disposizioniattuative della misura f per la campagna2006. Le regole del bando sono indicate nelledisposizioni attuative.I principali elementi del bando sono iseguenti.Le domande potranno essere presentatedal 20 febbraio al 17 marzo 2006.E’ stata attivata una nuova tipologia diintervento, denominata 4.h, “Conserva-zione di ambienti agricoli ad alto valorenaturale a rischio di scomparsa presentiin aree naturali protette”, alla qualepotranno accedere le aziende che ricado-no all’interno dei territori del Parco delMincio, del Parco del Ticino, del Parcodell’Adda Sud e delle Paludi di Ostiglia.La domanda di adesione per questa tipo-logia di intervento dovrà essere correda-ta da una relazione tecnica e dalladichiarazione di conformità rilasciatadall’ente gestore dell’area protetta.Per tutte le altre tipologie di interventosarà possibile presentare esclusivamentedomande di conferma e di aggiornamen-to degli impegni già intrapresi nellescorse campagne.L’ampliamento dell’impegno assunto,relativamente ad azioni già intrapresenelle precedenti campagne, è ammissi-bile per le azioni 1, 2 e 5. Per le azioni 3 e 4 è possibile solo percoloro il cui impegno è iniziato nellacampagna 2004.

Misura f (agroambiente) nelcomprensorio bieticolo di CaseiGerola: deroga per avvicenda-mento colturaleVista la recente decisione di avvio ariconversione produttiva dello zuccheri-ficio di Casei Gerola, la RegioneLombardia ha concesso alle aziendericadenti nel territorio del comprensoriobieticolo di Casei Gerola la deroga per ilrispetto delle superfici minime di appli-cazione dell’impegno supplementarefacoltativo 1.6 “Controllo delle infestan-ti tramite interventi localizzati”. E’ prevista anche anche una deroga allestesse aziende per la semina di frumentoduro primaverile in successione a fru-mento tenero.

Entro il 16 marzo le domandeper i contributi regionali perinterventi boschivi e produzio-ne di energia dalle biomasseforestaliSono aperti i termini di presentazionedelle domande di accesso ai contributiregionali per l'attuazione di progettiintegrati, a carattere organico, per l’at-tuazione di interventi boschivi e conte-

stuale produzione di energia dalle bio-masse forestali. Il decreto che da le dis-posizioni, il n.19473 del 21 gennaio2005, è pubblicato sul BollettinoUfficiale della Regione Lombardia SerieOrdinaria n.3 del 16 gennaio 2006.Sono ammessi a contributo i progettiintegrati che prevedono l'attuazione di:impianti termici alimentati a biomassevegetali; interventi boschivi e di mecca-nizzazione. Possono presentare domanda le impreseagricole, singole o associate, le coopera-tive agricole, i soggetti equiparati agliimprenditori agricoli (cooperative e loroconsorzi, i consorzi forestali, le impreseboschive, Enti pubblici), le imprese diproduzione e trasformazione nel settoreenergetico se aderiscono a progetti difiliera con i soggetti sopra elencati. Le domande devono essere presentatetassativamente entro 60 giorni dallapubblicazione del decreto, cioè entro ilgiorno 16 marzo 2006 a:Regione Lombardia - Dg Agricoltura,U.o Interventi per le imprese e Politichedi diversificazione delle produzioni, ViaPola, 14 - 20124 Milano.L'entità dell'aiuto dell'aiuto finanziario èdistinto per tipologia di intervento:- per gli impianti termici alimentati abiomasse vegetali : l'intervento regiona-le è pari al 30% della spesa ammessa econsisterà nel concorso regionale regio-nale nel pagamento degli interessi sumutui decennali con abbuono di quotaparte del capitale mutuato; - per gli interventi boschivi e di mecca-nizzazione: l'intervento regionale ècostituito da un contributo in conto capi-tale secondo il regime "de minimis"(Regolamento CE n.59/2001) per lemisure forestali A.A e A.E. dell'allegatob) alla Dgr n.15376/2003 e 80% dellaspesa ammessa per misure forestali A.Be B.A. dell'allegato b) alla Dgrn.15376/2003.

Elenco regionale degli operato-ri d'inseminazione artificialeSul sito internet della Dg Agricoltura(www.agricoltura.regione.lombardia.it)è disponibile l'elenco regionale deglioperatori d'inseminazione artificialeaggiornato al 30 dicembre 2005, opera-tori pratici e veterinari.

Aggiornato l'elenco dei comuniinteressati da focolai attivi diSharka Il decreto n. 6823 del 26 aprile 2004prevede l'obbligo di utilizzare materialedi moltiplicazione (astoni, marze,gemme, portainnesti) certificato virus-esente per impianti e reimpianti nei frut-teti di albicocco, ciliegio, pesco e susinorealizzati nei comuni interessati da foco-lai attivi di Sharka.L'elenco aggiornato dei comuni dove èin vigore tale obbligo è stato pubblicatosul Bollettino ufficiale del 12 dicembre2005:Provincia di Bergamo:Fara Gera d'Adda Provincia di Brescia: Brescia, CalcinatoConcesio Villa Carcina Provincia di Mantova: Roverbella La Regione Lombardia precisa che:- per le varietà per le quali non sia dis-ponibile il materiale certificato è possi-bile utilizzare materiale prodotto all'in-terno di un programma regionale di trac-ciabilità; - è consentita l'effettuazione di innesti adimora in frutteto, se i portainnesti e lemarze (o le gemme) utilizzati sono cer-tificati; - i proprietari e/o conduttori devonoconservare i documenti che dimostranol'idoneità del materiale utilizzato.

ItaliaPrevidenza agricola: menooneri e più semplificazione perle aziendeCongelare l’attuale misura dei contribu-ti agricoli, sospendendo gli effetti dellanorma che dispone l’aumento progressi-vo dell’aliquota per il fondo pensionilavoratori dipendenti dello 0,20 percento annuo fino al raggiungimento del-l’aliquota in vigore negli altri settori (32per cento); procedere ad una significati-va riduzione dei contributi dovuti dailavoratori autonomi, che, invece, hannogià raggiunto l’aliquota d’equilibrio;regolarizzare le partite debitorie neiconfronti dell’Inps. Sono queste alcunedelle proposte della Cia-Confederazioneitaliana agricoltori che ha promosso loscorso 31 gennaio a Roma davanti alSenato una manifestazione in concomi-tanza con la discussione a PalazzoMadama del provvedimento di riordinoprevidenziale del settore agricolo.Per un’efficace ed organica riformadella previdenza agricola la Cia solleci-ta la revisione delle prestazioni tempo-ranee; l’ eliminazione del salario medioconvenzionale; l’ introduzione di incen-tivi, sotto forma di agevolazioni contri-butive, per le imprese che aumentano ostabilizzano l’occupazione; la semplifi-cazione degli adempimenti; la riduzionedel contributo Inail e l’introduzione dimeccanismi di bonus-malus; la regola-rizzazione delle figure miste; l’allarga-mento platea dei contribuenti nei con-fronti di tutti coloro che utilizzano l’atti-vità agricola, finora non identificati,operanti ad esempio nell’agriturismo,nell’area rurale, nell’utilizzazione eco-nomica dell’ambiente rurale e del terri-torio, nelle attività connesse in generale. Per quanto riguarda il lavoro stagionale,è opportuno, secondo la Cia, prevedereun regime amministrativo e contributivoparticolarmente semplificato e poco

Notizie in breve

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Impresa Agricolafebbraio 2006 Notiziario 7

Entro il 10 marzo le istanze per il riconoscimento

Opr. Le causa di forza maggiore

e le circostanze eccezionali ilcui riconoscimento saràeffettuato da Opr sono leseguenti:- Causa di forza maggiore ocircostanza eccezionale pre-viste dal Dm del 31 luglio2003 che non comportano ladecadenza della quota(>70%della quota);- Incapacità professionale dilunga durata dell'agricolto-re/malattia grave;- Malattia grave o morte diun componente l'impresafamiliare;- Incendio doloso da parte diterzi della produzione o diparte dell'azienda agricola;Sequestro di persona dell'a-gricoltore o di suoi familiari;Sequestro giudiziario o con-servativo dell'azienda agri-cola, ovvero pignoramentoimmobiliare del terreno, connomina di custode;- Nomina di curatore, com-missario o liquidatore giudi-ziario per società agricole.

Per quanto riguarda lecause di forza maggiore rela-tive alla normative sulle

Un produttore cheaffitta la propriaquota latte nel corso

del periodo 2005-2006,documentando il caso diforza maggiore o circostanzeeccezionali, può richiederel’accesso alla riserva nazio-nale per ottenere l’attribuzio-ne dei titoli corrispondenti alquantitativo ceduto in affitto.

A questo proposito i pro-duttori di latte devono pre-sentare domanda entro il 10marzo 2006 all’OrganismoPagatore Regionale, utiliz-zando il modello di domandaallegato al Ddg 1337 del 8febbraio 2006.

In deroga, nel caso in cuile circostanze eccezionalisiano già state riconosciute osiano in corso di riconosci-mento da parte della DgAgricoltura, tramite leProvince, nessuna domandadovrà essere presentataall’Opr.

In questo caso, le cause diforza maggiore o le circo-stanze eccezionali, pubblica-te sul registro pubblico dellequote latte, saranno automa-ticamente riconosciute da

Premio latte, le cause di forzamaggiore e l’accesso alla riserva

oneroso, con particolare riferimento al lavoroprestato dagli immigrati. Una disposizionesimile è già in vigore in altri paesi europei,quali Francia, Spagna, Germania ePortogallo.La Cia ha da tempo espresso la necessità diuna riforma strutturale del sistema previden-ziale agricolo, che lo renda trasparente emoderno ma è altresì convinta che ciò nonpossa essere realizzato efficacemente senza ilpieno coinvolgimento e condivisione di tuttele parti interessate, trattandosi di una materiaestremamente delicata per i suoi risvolti nonsolo economici, ma anche sociali.

Aviaria: il pollo “ruspante” scom-pare dalle tavole. Mille allevamentirurali e “bio” chiudono i battenti.Cinquemila posti di lavoro a rischioIl pollo “ruspante” scompare dalle tavoledegli italiani e rischia di essere soltanto un belricordo. La “psicosi da aviaria” sta distrug-gendo i mille allevamenti rurali e biologiciche attualmente operano nel nostro Paese eche già negli ultimi tre mesi del 2005 aveva-no subito un colpo durissimo per il drasticocalo dei consumi di pollame e di uova. A lan-ciare l’allarme è la Cia-Confederazione italia-na agricoltori per la quale questi produttori,negli ultimi cinque giorni, hanno visto prati-camente paralizzate le vendite e non hannoricevuto alcuna commessa. Anzi, in alcunicasi i contratti già sottoscritti non sono statirispettati. La situazione per l’avicoltura rurale e “bio” ètragica e al momento -afferma la Cia- non siintravede una via d’uscita. I consumi di pollosono andati in picchiata (oltre il 70 per centoin meno con un danno per l’intera filiera avi-cola che supera abbondantemente i 650 milio-ni di euro) e hanno messo alle corde questiallevamenti che danno lavoro, tra dipendentidiretti ed indotto, a cinquemila persone, conun giro d’affari di 500 milioni di euro l’anno. In questi mesi -ricorda Cia- ci si è completa-mente dimenticati di questi allevamenti. Daparte del governo non c’è stata alcuna misuradi sostegno. I produttori hanno fatto i conticon un mercato che ormai ha imboccato unadrammatica china. I redditi si sono più chedimezzati. Molti sono stati costretti a chiude-re, mentre altri si trovano i frigoriferi stracol-mi di pollame invenduto. Stesso discorso perle uova da riproduzione e per i pulcini daingrasso. Ad oggi le richieste sono nulle.Gli allevamenti rurali e biologici, che copro-no più del 15 per cento del consumo nazio-nale di pollame e di uova, rappresentano -dicela Cia- un comparto di grande importanza perla qualità e la tipicità delle loro produzioni eper il forte legame con il territorio. Inoltre,assicurano l’avvio del ciclo della filiera avi-cola italiana. Il futuro è, quindi, alquanto oscuro. Il crollodei consumi, il calo dei prezzi, la paralisidelle commesse e i maggiori investimentirichiesti dalle nuove normative previste dalleultime ordinanze del ministero della Salute,sono diventati -sottolinea la Cia- una miscelaesplosiva per questi allevamenti per i quali èun vero tracollo. D’altra parte, anche il decreto del governo

che prevede l’acquisto da parte di Agea dicarni di pollame congelate per un quantitativodi 17 mila tonnellate, oltre ad essere per orainapplicato, non porta -denuncia la Cia- alcunbeneficio agli allevatori del settore rurale ebiologico.

Europa - MondoSiglata la Carta europea dei prodot-ti agricoli di qualità dalle zone mon-taneLo scorso dicembre, presso il ParlamentoEuropeo di Bruxelles è stata sottoscritta la“Carta europea dei prodotti agroalimentari diqualità della montagna”. I firmatari, tra cuiorganizzazioni di Francia, Italia, Slovenia eSvizzera, si impegnano a tutelare i prodottialimentari delle regioni di montagna e a pro-muoverne la vendita.

Dop e Igp: perplessità sul nuovoregolamento UeLe recenti proposte di regolamento adottatedalla Commissione Ue relative alla protezio-ne dei prodotti Dop, Igp e Stg contengonoelementi che evidenziano perplessità e richie-dono, quindi, ulteriori approfondimenti. Asottolinearlo è il presidente nazionale dellaCia-Confederazione italiana agricoltoriGiuseppe Politi in una lettera inviata al mini-stro delle Politiche agricole GianniAlemanno. “La Cia -scrive Politi- condivide gli obiettiviche sono alla base delle proposte di regola-mento: in particolare l’internazionalizzazionedel sistema europeo di tutela delle denomina-zioni e la effettiva partecipazione ad esso diproduttori di Paesi terzi. Obiettivo quest’ulti-mo di primaria importanza che, oltre adadempiere alle richieste del Panel al Wto, facrescere quella cultura di conoscenza e rispet-to delle Dop e Igp, anche per una effettivatutela dei nostri prodotti sui mercati interna-zionali”.Per la Cia anche una migliore ripartizione deiruoli tra la Commissione ed i Paesi membri,finalizzato ad un più efficace e trasparentefunzionamento del sistema, “è -rileva il presi-dente confederale- un obiettivo da perseguire,ipotizzando un organismo europeo con com-petenze specifiche”. Però, su questo punto,secondo Politi, “la proposta di regolamentonon sembra che affronti adeguatamente ilproblema”. Un altro aspetto che “lascia perplessi” riguar-da -sostiene il presidente della Cia- il sistemadei controlli. In particolare viene messo inrisalto il rischio di sovrapposizioni tra il siste-ma di controlli igienico-sanitari, previsti conil regolamento 882/04, e quello specifico diqualità nelle produzioni Dop e Igp. Nella lettera ad Alemanno, Politi afferma,inoltre, che “la proposta di regolamento tra-scura alcuni problemi che si sono già eviden-ziati e la cui soluzione dovrebbe trovare spa-zio nell’evoluzione della regolamentazione:cito solamente l’uso delle Dop e Igp nei pro-dotti composti, normato in Italia ma non inaltri Paesi”.Il presidente della Cia conclude ribadendoche si può procedere speditamente circa l’ap-provazione delle norme che rispondono allerichieste del panel Wto, mentre “l’evoluzionenormativa di un sistema importante comequello delle Dop, Igp e Stg deve essere ogget-to di un serio approfondimento, che sia svol-to con l’effettivo concorso dei Paesi membri el’attiva partecipazione dei produttori che atale sistema partecipano”.

Energie e agricoltura,Agrisviluppo Spa pronta asinergieIl benessere economico di cuibeneficiano le società avanzate,il funzionamento del loro siste-ma produttivo e di trasporto sifondano sull'impiego di energiaproveniente in massima parte dacombustibili fossili.L'inevitabile ridursi delle riser-ve di queste risorse energetichenon rinnovabili, pone un serioproblema di approvvigionamen-to per il futuro che è anchecausa principale degli attualiconflitti e tensioni internaziona-li.Queste considerazioni stannoportando in primo piano lanecessità di attuare in tempibrevi, attraverso scelte strategi-che, una transizione verso unsistema energetico che, grazie algrande contributo delle fontirinnovabili, consenta di dimi-nuire la dipendenza da combu-stibili fossili.

A livello europeo nasce nel1998 un "Libro bianco" che hacome obiettivo principale laricerca di nuove fonti di approv-vigionamento energetico.Il contesto di norme e di obietti-vi delineato in ambito comunita-rio sta fortunatamente trovandoriscontro anche a livello nazio-nale mediante la predisposizio-ne di strumenti normativi, diprogrammazione e di sostegnoeconomico, atti a promuovere lo

sviluppo delle "fonti alternati-ve".Le azioni prioritarie possonoessere identificate in: a) rispar-mio energetico; b) valorizzazio-ne delle energie da fonti rinno-vabili con particolare riferimen-to alle biomasse di origine agro-alimentare ed animale mediantela produzione di calore attraver-so combustibili legnosi e la pro-duzione di biogas attraverso ladigestione anaerobica di refluizootecnici che permettano diridurre notevolmente l'immis-sione in atmosfera di gas tossici.In Europa si stanno affermandoentrambe le tipologie di impian-ti ed anche nel nostro paese gra-zie soprattutto ad una politica disostegno finanziario qualcosa sista muovendo.

Ovviamente sussistono delledifficoltà soprattutto per la pro-babile mancanza di un quadronormativo particolareggiato siarelativo alla produzione di ener-gia, che relativo al trattamentoed allo smaltimento degli scartie dei fanghi derivanti dall'utiliz-zo di biomasse che vengonoancora considerati rifiuti specia-li non utilizzabili quindi qualiammendanti del terreno agri-colo, con conseguente aggraviodi spesa per il loro smaltimento.Aggravio che deve sopportarenon l'utilizzatore ma il produtto-re che molto spesso è del com-parto agro-alimentare.Altro problema è relativo allaconcentrazione di reflui zootec-nici o biomasse per il normalefunzionamento di impianti dielevata potenza con aggravio dicosti di approvvigionamento, ditrasporto, di logistica tant'è che

tra il produttore di energia e ilproduttore di biomasse è spessonecessario l'intervento di unterzo soggetto che operi in ter-mini di masse di raccolta e chesia in grado di assicurare un nor-male funzionamento degliimpianti; la cosiddetta filieraagro-energetica.Sono ovviamente problematicheche abbisognano di una soluzio-ne e che debbono necessaria-mente coinvolgere gli enti pub-blici, gli imprenditori e soprat-tutto il sistema bancario chedovrà assicurare i necessarifinanziamenti.Il nostro Istituto, da sempre vici-no alle esigenze del compartoagro-alimentare, sta da tempo -anche in accordo di convenzio-ne con le regioni nelle quali èoperante - studiando i sistemimigliori e quindi più vantaggio-si per le aziende onde potersostenere finanziariamente taliconsiderevoli investimenti.Agrisviluppo Spa, società par-

tecipata per oltre il 90% daBanca Agricola Mantovana),merchant bank che intervienedirettamente sulle imprese concapitale di rischio sta studiandotutte le opportunità economichedel settore agro-energetico atte arealizzare sinergie e occasioni dicrescita tra i diversi interlocuto-ri.

Banca Agricola Mantovana -Ufficio Sviluppo Credito agro-alimentare

Inserzione pubblicitaria

quote latte (art. 3, comma 1,della legge 119/2003), que-ste vanno comunicateall'Amministrazione provin-ciale competente, anche perevitare la riduzione dellaquota latte in caso di produ-zione inferiore al 70%.

Il Dm 31 luglio 2003 rico-nosce le seguenti cause diforza maggiore:a) esproprio di parte consi-stente della superficie agri-cola utilizzata per la produ-zione dell’azienda; b) decesso del produttore; furto o perdita accidentale diparte consistente del patri-monio bovino da latte; c) calamità naturale graveche colpisce parte consisten-te della superficie agricolautilizzata; d) distruzione dei fabbricatidestinati all’allevamentodella mandria lattiera; e) epizoozie e altre causesanitarie, certificate dall’au-torità sanitaria competente oda veterinari riconosciuti aisensi del decreto legislativon. 196 del 22 maggio 1999,che compromettano la pro-duzione lattiera.

Per la pubblicità su Impresa Agricolatelefonare allo 026705544

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Impresa Agricolafebbraio 2006 Attualità 8

I comuni abilitati per ledenunce di taglio bo-sco sono:in provincia di Bergamo:FontenoRoncolain provincia di Brescia:BagolinoBedizzoleBotticinoCollioConcesioGavardoLumezzaneMuraPaitonePisognePrevalleProvaglio d’IseoPuegnago sul GardaVallio Termein provincia di Como:Carugo (in qualità di entegestore di una riservaregionale)CusinoVercanain provincia di Lecco:Annone di BrianzaBosisio PariniBrivioBulciagoOggionoViganòin provincia di Mantova:Cavrianain provincia di Pavia:Corvino San QuiricoMontalto PaveseMontescanoMontù BeccariaMornico LosanaOliva GessiRedavalleRocca de’ GiorgiRovescalain provincia di Sondrio:AlbosaggiaAprica Bianzone Caiolo Castello dell’Acqua Castione Andevenno Cedrasco Chiesa in Valmalenco ChiuroCivoFaedo Valtellino Fusine Grosio Grosotto Lanzada Lovero Mantello Mazzo di ValtellinaMontagna in Valtellina Piantedo Piateda Ponte in Valtellina Postalesio Sernio SprianaTeglio Torre di Santa Maria Tovo di Sant'Agata Trevisio Val Masino Vervio Villa di Tirano in provincia di Varese:Brezzo di BederoCadrezzateCremenagaGornate OlonaOriggioTainoVarese

Taglio del bosco, procedure telematiche disponibili presso i Caa e gli enti locali

Le denunce del taglio del bosco possono essere presentate presso Caa, comuni ed enti abilitati

Quanti intendonotagliare piante inbosco per la produ-

zione di legna o per altreoperazioni colturali, possonopresentare l’autorizzazionedel taglio in uno degli entiabilitati.

Infatti, grazie alla nuovaprocedura informatizzata, èpossibile rivolgersi a ogniente, anche se non si trovanel territorio dove è ubicatoil bosco da tagliare.

Gli enti presso a cui ci sipuò rivolgere (gli indirizzi diprovince, comunità montane,parchi e riserve sono dispo-nibili sul sito web dellaDirezione agricoltura dellaRegione Lombardiawww.agricoltura.regione.lombardia.it):- presso tutte le Province(settore agricoltura e foreste

o, nel caso di Cremona, set-tore ambiente); - presso tutte le Comunitàmontane (ufficio foreste o, inmancanza, agricoltura); - presso tutti gli enti chegestiscono Parchi regionali oriserve regionali (normal-mente presso l’ufficioboschi); - presso le sedi dell’EnteRegionale Serviziall’Agricoltura e alle Foreste(Ersaf) di Breno (Bs), Curno(Bg) e Morbegno (So); - presso le Sedi Territorialidella Regione Lombardia

(S.Ter.) di Lecco, Lodi eMantova; - per quanti hanno un propriofascicolo aziendale a Siarl,anche presso gli uffici delCaa-Centro di AssistenzaAgricola Cia Lombardia pre-senti in tutte le provincielombarde;

- presso i Comuni abilitati(vedi elenco nel colonna afianco).

Anche i Consorzi forestaliriconosciuti dalla RegioneLombardia e le aziendeboschive iscritte all’appositoalbo regionale rientrano fra i

soggetti abilitati ad accettarela denuncia di taglio bosco.

Se il taglio del bosco inte-ressa una superficie di alme-no 25.000 mq (nel caso diboschi cedui) o un volume dialmeno 25 mc (nel caso diboschi d’alto fusto) va pre-sentata anche una relazione oun progetto di taglio. Il que-sto caso però sarà il dottoreforestale o il dottore agrono-mo, che preparare questi ela-borati, a inoltrare in via tele-matica la denuncia di taglio.

Si ricorda che per presen-tare la denuncia di taglio

sono necessari i seguentidocumenti:- codice fiscale ; - i dati dei mappali catastali(foglio, particella) del boscoda tagliare; - l’elenco delle principalispecie arboree che verrannotagliate; - la superficie del bosco chesarà interessata dal taglio; - il quantitativo presuntodella legna che tagliata(facoltativo nel caso deiboschi cedui).

La presentazione delladenuncia di taglio è gratuitapresso tutti gli enti pubblici.

Questa procedura nonserve per il “disboscamen-to”, cioè per il cambio didestinazione d’uso delbosco, ossia l’eliminazionedel terreno a bosco per farposto a terreni agricoli, piop-peti, edifici, strade, piste dasci, cave, eccetera. In questocaso si deve rivolgersi all’en-te forestale (Provincia,comunità montana, entegestore di parco o riservaregionale) per chiedere l’au-torizzazione alla “trasforma-zione del bosco”, che potreb-be però essere soggetta adoneri di compensazione.

Reg. CE 2080/1992: ap-provata una modificarelativa alla determina-zione del periodo di impe-gnoIl sistema degli impegni pergli impianti eseguiti nel-l’ambito del Reg. CE 2080,approvato con Dgr n.7/7425 del 14 dicembre2001, non permetteva dideterminare con certezza ladecorrenza del periodo diimpegno degli impiantiarborei realizzati coi contri-buti del regolamento comu-nitario . 2080/1992 (imbo-schimento delle superficiagricole).Con questa modifica si spe-cifica l'avvio del momentodi decorrenza.La modifica è stata appro-vata con decreto delDirettore Generale al-l'Agricoltura n. 640 del 23gennaio 2006.Questo il testo della norma-tiva: “Salvo i casi di forzamaggiore, di cui all'art. 8,comma 2, del Dm494/1998, i beneficiarihanno l'obbligo di mante-nere in buone condizioni disviluppo gli impianti diarboricoltura e gli imbo-schimenti per i quali sonostati liquidati gli aiuti perl'intero periodo di durataindicato, per le diversetipologie, nelle circolariapplicative dei programmiregionali. La decorrenzaparte sempre dalla data diconclusione dell'impiantoo, in mancanza, dalla datadi richiesta di collaudo deilavori oppure, in caso diulteriore mancanza e qualo-ra non sia possibile stabilirein che periodo sia avvenutol'impianto, dalla data di col-laudo dei lavori”.

Patto di Kyoto: un anno sprecatoAncora ritardi nell’attuazione delle misure per l’ambiente

Aun anno dall’entratain vigore del proto-collo di Kyoto, avve-

nuta il 16 febbraio delloscorso anno, l’Italia è innetto ritardo sull’attuazionedel Protocollo di Kyoto. Inpratica poco o nulla si èfatto, mentre il nostro Paeseha superato del 12 per cento ilivelli di emissioni nazionalidi gas serra rispetto al 1990.A fronte di un impegno diriduzione del 6,5 per centorispetto ai valori del 1990, lastrada da percorrere apparelunga e complessa senza unosforzo concreto da parte ditutte le forze in gioco e inparticolare degli attori istitu-zionali. In tal senso le orga-nizzazioni che hanno pro-mosso e sottoscritto il “Pattoper Kyoto” (Greenpeace,Ises Italia, Issi, Kyoto Club,Legambiente, Wwf, Anev,Acli Anni Verdi, Aiab, Aiel ,Anab, Aper, Assolterm, Cia-Confederazione italiana agri-coltori, Coldiretti, Fiper,Itabia, Rete Lilliput, SinistraEcologista), una piattaformadi azioni concrete per l’attua-zione del protocollo in Italia,hanno rivolto un appello alle

liste che si presenteranno alleprossime elezioni politicheperché dichiarino esplicita-mente il proprio impegno intal senso.

I mutamenti climatici sonoin atto, lo dimostrano nume-rosi e autorevoli studi scien-tifici. Servono soluzioniradicali, e servono subito. Lanostra economia, più ancorache nel resto dell’Europa,continua a basarsi su logichenon sostenibili, fuori da ogniprospettiva di cambiamentodel sistema energetico versouna minore dipendenza dalle

fonti fossili. Eppure una politica orien-

tata su quattro direttrici aforte potenziale di riduzionedei gas climalteranti -ilmiglioramento dell’efficien-za energetica negli usi civilied industriali, lo sviluppodelle fonti rinnovabili, laqualificazione energeticadell'edilizia e la mobilità etrasporti sostenibili- avrebbeeffetti positivi non solo sulterreno ambientale, in unmomento in cui gli alti e cre-scenti prezzi del greggiocreano uno svantaggio com-petitivo per l’Italia: consenti-rebbe la creazione di centi-naia di migliaia di posti dilavoro, la riduzione dellanostra dipendenza energeticadall’estero, con un conse-guente stabilizzarsi dei prez-zi dell’energia e del caricoinflattivo che essa ha sull’e-conomia, la riduzione dei“costi esterni” a carico delservizio sanitario nazionale edello Stato.

Tra i passi da compiere,uno di estrema importanza èarrestare la tendenza costantead accentrare la produzioneenergetica in grandi impian-

ti. In particolare, una sceltasu cui puntare è la generazio-ne distribuita in impianti dipiccole e medie dimensionicapaci di recuperare calore e,dunque, di conseguire rendi-menti superiori alle centralitradizionali, che avrebbeanche il vantaggio di crearesul territorio una rete flessi-bile, vicina all’utenza, difacile espansione e dalle pro-lifiche potenzialità di merca-to in vista dell’imminenteliberalizzazione del settore,anche per le utenze private.

Le altre due “gambe” di unpolitica dell’energia vera-mente innovativa sono: ilrisparmio energetico, pro-muovendo l'efficienza ener-getica dell'involucro edilizioattraverso una corretta pro-gettazione e l’innovazionetecnologica orientata a talescopo; dall'altra l’adozionedi misure d’incentivazioneche favoriscano, da unaparte, lo sviluppo dellenuove fonti rinnovabili, che,come dimostrano vari esem-pi europei, possono arrivarea soddisfare quote significa-tive della domanda energeti-ca.