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Musica, cervello e apprendimento nell’età evolutiva
Congresso Internazionale Musica in Culla Musica, gioco e realtà nel panorama infantile di oggi.
!Firenze, 13-14-15/03/2015
Il dialogo tra letteratura scientifica e pedagogia musicale. !!!!Silvia Cucchi mail per contatti: [email protected]
psicologia neuroscienze
neuro-didattica
prospettive di ricerca e intervento trans-disciplinare
didattica
- validare protocolli didattici e metodi attraverso studi sperimentali !- usare la conoscenza sul cervello per scegliere e creare metodi pedagogici
Le linee guida in didattica?
La letteratura scientifica produce linee guida
L’etimologia del termine insegnare indica fissare, imprimere segnare; educare, invece, deriva da condurre, trarre fuori.
linee guida per interpretare l’altro e condurlo.
empatia percettiva
Per poter interpretare un cervello inesperto, occorre pensare come un cervello inesperto.
rappresentazione
mondo soggetto
coscienzaverità
causalità
l’episodio cognitivo elementare (Danto,1989)
usare la letteratura per conoscere la conoscenza
L’elaborazione di uno stimolo musicale dipende dagli stessi meccanismi mentali che ci permettono di comprendere i fenomeni fisici che ci
circondano: cambiano le parole chiave!
Le funzioni esecutive amministrano più componenti che costituiscono le nostre capacità conoscitive:
!Percezione Attenzione Memoria
Linguaggio Movimento Emozioni
!
interpretare l’episodio cognitivo e interpretare l’altro
un approccio indiretto
Ippocampo Memoria per le esperienze musicali
Amigdala Emozioni suscitate dalla musica
Corteccia visiva Leggere la musica, guardare i musicisti, immaginare lo spartito
Cervelletto Movimenti come battere il piede, ballare.
Nucleus accumbens Reazioni emozionali alla musica
Corteccia motoria programma i movimenti
Corteccia somatosensoriale Feedback tattile
Corteccia uditiva percezione e prima analisi dei suoni
Corteccia prefrontale Aspettative e programmazione della risposta
le aree per l’elaborazione della musica sono multimodali e sottendono numerose operazioni cognitive quotidiane
Un inter vento d idatt ico efficace non può prescindere dal funzionamento cognitivo e biologico del nostro cervello
alcuni esempi di relazione tra scoperte scientifiche e metodi didattici
la plasticità neurale: il cervello che si modifica con l’esperienza
il sistema mirror: la comprensione delle intenzioni dell’altro (Rizzolatti, 2006)
modificazioni e rafforzamenti sinaptici nella reiterazione del segnale (Kandel,2006)
apprendimento imitativo
ruolo della ripetizione e opportunità del curricolo a spirale
Le linee guida in didattica?
La letteratura scientifica produce linee guida
L’etimologia del termine insegnare indica fissare, imprimere segnare; educare, invece, deriva da condurre, trarre fuori.
linee guida per interpretare l’altro e condurlo.
empatia percettiva
Per poter interpretare un cervello inesperto, occorre pensare come un cervello inesperto.
L’elaborazione di uno stimolo musicale dipende dagli stessi meccanismi mentali che ci permettono di comprendere i fenomeni fisici che ci
circondano: cambiano e parole chiave!
Le funzioni esecutive amministrano più componenti che costituiscono le nostre capacità conoscitive:
!Percezione Attenzione Memoria
Linguaggio Movimento Emozioni
!
interpretare l’episodio cognitivo e interpretare l’altro
un approccio indiretto
brain+music= 1.010.000
brain+music= 4.720 se cerchiamo nel 2015
brain+music+education nel 2015=2870
neuroscettici o neurottimisti?
brain+music+infant+learning nel 2015=1250
music+mother+voice+infancy+brain+developement nel 2015=683
I vasti numeri della letteratura scientifica: come orientarsi?
brain+music audio-motor+implicit+association 2015= 6
comprendere il processo cognitivo generale che sottende il compito musicale specifico, per filtrare la letteratura attraverso parole chiave mirate.
lo sviluppo delle abilità musicali nell’età evolutiva.
!
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lettertura scientifica: una overwiev. !
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cosa sa fare il cervello musicale di un bambino tra 0 e 5 anni? consultando primi 228.000 lavori con le parole “musical ability developement in infant…
Il bambino e le abilità musicali !Il neonato:
•elabora più facilmente le consonanze rispetto alle dissonanze: come per gli adulti, l’orecchio relativo è già sviluppato e generalizza il contorno melodico anche se trasportato in altre tonalità mantenendolo in memoria a lungo termine (Trainor 1992). L’estrapolazione di una melodia da un contesto sonoro è sviluppata fin dalla nascita e per questo, quando i lattanti non dormono, la pediatra suggerisce spesso alle neo-mamme assonnate di cantare la tranquillizzante melodia che i bambini “sentivano” più spesso quando erano ancora nel pancione. Il bambino é più attento al canto materno che al parlato (Nakata and Trehub 2004). La musica, come il canto della madre, assume un ruolo di regolazione delle emozioni (Trehub and Trainor 1993; Trehub et al. 1993a,b). Cantare una ninna nanna al proprio bambino non è soltanto un modo per trasmettergli cura, accoglienza e serenità (inibisce l’attività dell’amigdala, struttura sottocorticale detta centro della paura, fungendo da distrattore), ma è anche uno stimolo vitale per il suo sviluppo cerebrale: è dimostrato che la voce della mamma induce attivazione di più aree cerebrali sviluppando aree linguistiche posteriori. Inoltre focalizza l’attenzione in compiti di percezione del suono nel rumore accelerando la risposta allo stimolo uditivo nelle prime fasi di percezione (Purhonen, et al, 2004) e potenzia l’ apprendimento di parole (Barker & Newman, 2004). Grazie al canto materno, il bambino impara ad associare l’espressione prosodica all’espressione facciale e attiva più facilmente elementi depositati nella sua memoria episodica.
•il cervello del neonato raggruppa percettivamente suoni acuti e gravi, oltre che pattern ritmici e cellule melodiche in un continuum (Winkler et al. 2003)
•riconosce accenti inaspettati in pattern ritmici (violazione dell’aspettativa) •preferisce strutture regolari (ABB meglio che ABC) !
un esempio di come filtrare la letteratura: il principio figura/sfondo
qual’è la competenza generale che il cervello usa per svolgere questo compito? è la percezione figura/sfondo
A 1 mese: •risponde al cambiamento dell’altezza di un suono (Hepper and Shahidullah 1994; Lecanuet et al. 2000) e il sistema vestibolare è già sviluppato (Romand 1992).
!A 2 mesi:
•riconosce variazioni di semitono (Werner and Marean 1996; He et al. 2007). •riconosce melodie familiari (Plantinga and Trainor 2009).
A 3 mesi: •dormendo, risponde con picchi elettroencefalografici a frasi con un andamento prosodico più simile al canto, ma non a frasi pronunciate senza prosodia (Homae et al.2006).
!A 4 mesi:
•identifica le componenti armoniche di un suono senza la frequenza fondamentale, eliminata artificialmente a scopo sperimentale, quindi discrimina il timbro (He and Trainor 2009). •non vi è ancora una attribuzione emotiva ad accordi maggiori/minori (Crowder et al. 1991). !A 6 mesi:
•raggruppa suoni in frasi attraverso un parametro di durata (Trainor and Adams 2000). •estrapola strutture metriche e prevede pattern ritmici (Morrongiello 1984; Hannon and Trehub 2005a). •come i bulgari e i macedoni adulti, rileva cambiamenti in metri complessi e poliritmici; a 12 mesi perde questa capacità (Hannon and Trehub 2005a) a causa dell’ambiente sonoro in cui è immerso nella cultura di provenienza (Bergeson and Trehub 2006). !
A 7 mesi: •il movimento influenza la percezione del metro (Phillips-Silver and Trainor 2005). •uno stimolo-bersaglio visivo amplifica o inibisce il movimento sincrono (Morgan 2013). •attiva aree prefrontali in modo selettivo per la voce umana, in aree più posteriori rispetto agli adulti (Grossmann 2010). •riconosce ritmi tra variazioni di tempo e frequenza (Trehub and Thorpe 1989). •aumenta le capacità di sincronizzazione motoria su ritmi complessi se inserito in un’esperienza musicale in gruppo e che prevede l’interazione con il genitore (Gerry et al. 2009).
!A 9 mesi:
•riconosce cambiamenti di pitch più facilmente in sequenze con strutture metriche forti. •elabora facilmente ritmi binari, più che ternari (Hannon and Trehub 2005b). !
A 11 mesi: •riesce più facilmente a discriminare informazioni fonetiche, cioè unità linguistiche dotate di significato, se scambiate (es. tetto/detto) in contesti di variazione melodica, che fungono da rinforzo attentivo (Gina C. 2010). !
A 4 anni: •riconosce scale e tonalità (Trehub et al. 1986; Trainor 2005; Corrigall e Trainor 2009). •associa elementi musicali con disegni di animali corrispondenti in termini multisensoriali (Trainor and Trehub 1992b). •non associa ancora maggiore e minore con gioia e tristezza !A 5 anni:
•il cervello risponde ad un’incongruenza armonica nelle funzioni tonali classiche (Koelsch et al. 2003). •ha giudizi emozionali (triste/allegro) associati a velocità del brano (Dalla Bella et al. 2001). !A 6 anni:
•il bambino musicista, rispetto ad un coetaneo non musicista, è più preciso nel tamburellare le dita su una pulsazione regolare (tapping sincrono), anche se non suona strumenti a tastiera (Hannon and Trehub 2005b ; Hannon and Trainor 2007). •ha giudizi emozionali (triste/allegro) associati a andamento ritmico del brano (Kratus 1993). •riconosce emozioni nell’intonazione vocale, ma non nei volti (Brosgole and Weisman 1995). •percepisce distintamente variazioni di tempo e modo. !A 7 anni:
•processa le melodie con un’armonia implicita (Trainor and Trehub 1994). •raggiunge la medesima competenza di un adulto non musicista nella riproduzione di cellule ritmiche. (Drake 1993). •accoppia come un adulto espressioni del volto e accordi maggiori e minori. !A 8 anni:
•discrimina le altezze dei suoni come un adulto (Werner and Marean 1996). !A 10 anni:
•il cervello elabora principalmente il testo di un brano, nell’estrapolare emozioni, invece che le caratteristiche musicali (Morton and Trehub 2007). •come un adulto, preferisce un tempo paragonabile alla sua velocità di cammino (Todd et al. 2007). !
la linee guida della pedagogia di Musica in Culla:
alcuni esempi di relazione con le neuroscienze
cognitive.
1. La percezione è un atto creativo. non avviene nell’occhio, ma nel cervello!
rappresentazione vs mondo
La scoperta attiva e l’utilizzo creativo del materiale favorisce le capacità percettive
2. Il cervello apprende su cosa sa già.
interpretare l’altro.
Il mondo sonoro del bambino è ancora solo relativamente influenzato dalla cultura in cui è immerso fin dalla nascita. L’infanzia è un periodo ideale per stimolare la musicalità anche attraverso proposte melodico-ritmiche di diversa provenienza, come melodie modali e tempi composti. Pensare all’“intelligenza di gruppo”, inducendo l’esplorazione delle potenzialità fantastiche e narrative dell’ambiente, delle situazioni e degli strumenti.
MELA
es: cosa sa già della mela il bambino quando impara a scrivere e pronunciare la parla mela?
l’apprendimento implicito e la didattica subliminale
DOTTORE
EFFETTO PRIMING SEMANTICORisposta più veloce ad una parola target se è preceduta da una parola prime (ospedale, medico).
(Posner, 1978).
3. Si può sapere senza ricordare
Uno stimolo contestualizzato in termini multisensoriali può diventare prime per apprendimenti musicali futuri
4. Rappresentazione mentale e percezione condividono lo stesso substrato neurale
il cervello impara attraverso rappresentazioni mentali
Le attività musicali devono sviluppare l’audiation, ossia la capacità di rappresentare mentalmente la musica.
Jeannerod, Marc. "The representing brain: neural correlates of motor intention and imagery." Behavioral and Brain sciences 17.2 (1994): 187-201.
5. Il cervello impara attraverso associazioni implicite crossmodali
l’apprendimento incarnato
Motor Theory of Speech Perception: chi è BUBA e chi è KIKI? Liberman, 1985
intelligenza sensorimotoria prelinguistica
La musica è un linguaggio, non una disciplina tecnico-strumentale. Il bambino molto piccolo è predisposto all’acquisizione del linguaggio (come della musica) in modo implicito ed esperienziale.
6. Il cervello produce descrizioni simboliche
l’apprendimento incarnatointelligenza sensorimotoria prelinguistica
La traduzione di un’esperienza percettiva in codice, anche non convenzionale, ma simbolico, supporta l’apprendimento e il riconoscimento di pattern generalizzabili e riproponibili.
Ramachandran, Vilayanur S., and Edward M. Hubbard. "Synaesthesia--a window into perception, thought and language." Journal of consciousness studies 8.12 (2001): 3-34.
espressione corporea: suoni alti,bassi, magri e grassi a sinistra e a destra!
BUM _____________________ din….
esempi di associazioni implicite musicali
7. La rappresentazione degli effetti di un’azione motoria: indispensabile per programmare un’azione motoria
Affordancesle complesse relazioni corpo-oggetto
Il bambino matura cognitivamente attraverso esperienze motorie. L’ambiente musicale in cui il bambino viene immerso deve essere praticabile (precisamente delimitato e garantito) e motivante (ludico e sperimentale).
Gibson, James J. "The theory of affordances." Hilldale, USA (1977).
8. Uno stesso movimento di base può essere svolto in modi diversi dal sistema sensorimotorio.
il principio dell’equivalenza motoria
Gli stessi materiali possono essere ripresentati con diverse modalità espressive: attraverso la voce parlata con intonazione prosodica enfatizzata anche pronunciando sillabe senza significato, filastrocche ritmiche o cantate, il corpo come usato come strumento (body-percussion) o oggetto nello spazio o personaggio, notazione figurativa ecc.
Wing, Alan M. "Motor control: Mechanisms of motor equivalence in handwriting." Current biology 10.6 (2000): R245-R248.
il suono di un gesto
9. Il suono di un gesto e il movimento sono interconnessi
l’ambiente d’apprendimento deve conferire significato al gesto e indurre la relazione con l’oggetto
Pazzaglia, Mariella, et al. "The sound of actions in apraxia." Current biology 18.22 (2008): 1766-1772.
rovesciamento del rapporto suonatore-strumento, atto a modificare quelle qualità fisiche dell’oggetto che suggeriscono all’essere umano l’azione appropriata per manipolarlo.
la comprensione del fine dell’azione influenza la capacità motoria dei soggetti. Quali riferimenti vengono utilizzati dal cervello per organizzare la percezione e l’azione?
il contesto come mappa per l’apprendimento
10. il contesto (anche nascosto) influenza la percezioneUno stimolo contestualizzato in termini multisensoriali può cambiare il suo significato ed essere riproposto in contesti differenti ambiente musicale per trasformare delle capacità esplicite o implicite che il l’allievo già possiede in competenze utili per un compito finalizzato nuovo. integrando le nuove informazioni in schemi mentali già presenti.
Ramachandran, Vilayanur S. L'uomo che credeva di essere morto. Edizioni Mondadori, 2012.
mi piace dal di dentro
11. il cervello ama risolvere gli enigmi percettivi
Le leggi evoluzionistiche dell’arte !!la necessità di esprimersi e di giocare. l’aspettativa estetica.
Lasciare al bambino lo spazio per colmare i “buchi” è una strategia didattica indispensabile per creare la relazione e anche per lo sviluppo percettivo-cognitivoRamachandran, Vilayanur S. L'uomo che credeva di essere morto. Edizioni Mondadori, 2012.
dottore
uso creativo della letteratura costruire una propria linea guida metodologica in didattica: studiare i principi cognitivi che servono al cervello per pensare alla musica per interpretare l’allievo