Upload
dinhhuong
View
215
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
FRANCESCO SAPPAIstituto Botanico dell'Università
TORINO
SALVADOR RIVAS GODAYCatedratico de Botanica
Facultad de Farmacia - MADRID
CONTRIBUTO ALL'INTERPRETAZIONE
DELLA VEGETAZIONE DEI MONEGROS
<Spagna - Aragona)
Estratto da: "ALLIONIA"Bollettino dell'Istituto e,l Orto Botanico Jdl'Univenità ,li Torina
Fascicolo Primo - Pagg. 1-.32
Torino 1954
ARTI GRAFICHE P. CONTI & C.
Via S. Secondo, ,17 - Telefono 48.987
TORINO
FRANCESCO SAPPA
Istituto Botanico dell' Università
TORINO
SALVADOR RIVAS GODAY
Catedratico dc Botanica
FacuItad dc Farmacia - MADRID
CONTRIBUTO ALL' INTERPRETAZIONE
DELLA VEGETAZIONE DEI MONEGROS
(Spagna - Aragona) *
PREMESSA
I « Monegros », noti da tempo ad uno di noi (Rivas Goday), eranostati visit~ti e studiati dall'altro (Sappa) nel corso di una breve escursione nel 1951 e di un viaggio botanico nel 1952. Avendo avuto recentemente occasione (durante la X Escursione Fitogeografica Internazionale del giugno-luglio 1953) di discutere sul terreno le nostre osservazioni e di constatare la nostra sostanziale identità di vedute, ci èparso opportuno comunicare congiuntamente i risultati del nostro
lavoro.
"" I rilevamenti, lo studio sul terreno c la stesura del lavoro sono stati eseguiti da Sappa.L'interpretazione della vegetazione è stata discussa e messa a punto congiuntamente.
Mi è grato porgere i più vivi ringraziamenti al Consiglio Nazionale delle Ricerche, alleSocietà Domenico Ulrich, Kelemara, CÈAT, Lcvrotto c Bella, all'Ente Provinciale del Turismo, all'Associazione Provinciale Grossisti Ortofrutticoli ed alla Ditta Bertinclli, che coni loro contributi finanziari resero possibile il viaggio in Spagna nel 1952.
2 FRANCESCO SAl'l'A - SALVADOR RIVAS GQDAY
Non pretendiamo di descrivere particolareggiatamente, nei suoimolteplici aspetti, la vegetazione dei, Monegros, bensì di abbozzarne
un'interpretazione, elaborando i dati concreti delle osservazioni e dei
rilevamenti secondo i concetti da noi accettati e praticati, Ci propo
niamo cioè di determinare, utilizzando l'analisi Horisrico-statistica
suggerita da Schmid (1950-52) e già applicata da Sappa (1951-52),
l'appartenenza dei singoli taxa alle fascie di vegetazione, essendo così
possibile stabilire quali di esse, o quali relitti, concorrano a costituire
la vegetazione dei Monegros, e risalire da ultimo ad una interpreta
zione epiontologica. I risultati di questa analisi saranno per brevità
sintetizzati in forma di tabella per ogni gruppo di taxa costituente un
aspetto fondamentale della vegetazione. Uno di questi poi, e precisa
mente l'l cosidetta steppa ad Artemisia Herba-alba, fisionomicamente
dominante, ma di carattere essenzialmente edafico, sarà illustrato da
alcuni rilevamenti eseguiti da Sappa nel 1952 colla tecnica descritta
in precedenti lavori (1951).
CONFINI, .CARATTERISTICHE FISIOGRAFICHE,
GEOLOGICHE E CLIMATICHE DELLA REGIONE
Sì denomina. « Las Monegros» un'area della depressione dell'Ebro, compresa grosso modo tra Candasnos ed Aguilar de Ebro e situata parte in provincia di Huesca e parte in quella di Zaragoza (Aragona).
I tratti fisicgrafici più salienti sono rappresentati da una vasta pianura ondulata, con piccoli rilievi e depressioni, di aspetto uniforme e~ desolato, contrastante col paesaggio accidentato e fortemente eroso dei terrazzi destro e sinistrodel Rio Ciuca, in corrispondenza di Fraga; questa pianura si appoggia a Nordai rilievi montuosi aridi, denudati e biancastri della Sierra Ontifiena c dellaSierra Alcubicrre, mentre a Sud presenta una serie di alture di minor entità esenza specifica denominazione, che interrompono il suo naturale declivio versola grande ansa dell'Ebro. Alcuni torrenti, generalmente asciutti dalla tard~ primavera il fine estate, incidono profondi solchi (Val Cuema, Val de Gelsa, ValQuemada) raggiungendo l'Ebro, dopo aver attraversato l'orlatura delle alture
, meridionali; tra queste ultime ed il Cerro di Val Cenicero si formano la valleomonima e quella di Saladar.
La toponomastica locale (Val Quemada = valle bruciata, Cerro Cenicero= altura di cenere, Val de Saladar = valle delle s~line) esprime efficacemente
CONTRIBUTO AI.L'INTERPRETAZIONE DEI MONEGROS 3
la grande aridità, il colore bianco-cenerino delle marne e dei gessi miocenici ela presenza di depressioni impregnate .di acque salse.
È quindi perfettamente comprensibile che Wi1lkomm, nella sua acuta e tuttora largamente valida sintesi sulla vegetazione iberica, sia stato senz'altro indotto ad includere questa regione nel dominio srcppico e precisamente nellasteppa iberica, anche se noi oggi sentiamo la necessità di non generalizzaretroppo ed anche di modificare 11 'concetto willkommiano di stcppa.
Come da quello geografico, così dal punto di vista geologico i Monegrosvanno. considerati come parte di un'unità ben definita e cioè della depressionedell'Ebro. Questa si originò come geosinclinale, in continuazione di quella basca,per progressivo sprofondamento del suolo sotto il peso enorme dei sedimentimésozoici. Nel terziario il sollevamento della catena pircnaica cd il probabile.çipiegamento delle montagne mesozoichc del. sistema iberico, costituenti l'unae le altre due zone di resistenza od Horts, crearono i presupposti per la trasformazione della geosinclinale nell'attuale fossa tettonica ; infatti sotto la spinta deimovimenti orogenetici, i contrafforti meridionali dei Pirenei ed i versanti delbordo iberico della Mescta, rivolti alla depressione dell'Ebro, subirono una serie"di faglie parallele, dalle quali derivò una successione di ripiani digradanti a scalinata. Il fondo della fossa tettonica, originariamente costituito dai materiali mesozoici e specialmente cretacei, venne sepolto in gran parte da potenti manti dimateriali terziari, oligocenici e rniocenici.
La formazione di faglie parallele c l'accumulo di sedimenti modificarononaturalmente le condizioni originarie. L'antica geosinclinale, occupata nel mesozoico e nell'eocene dal mare, e nell'oligocene da lagune salmastrc, presentò nelmìocene unicamente pantani e lagune d'acqua dolce. La catena catalana costierainfine, costituendo ad Est uno sbarramento che lo stesso Ebro ha dovuto inciderecon gole profonde, trasformò la fossa tettonica in una conca chiusa, senza sboccoal mare, luogo· di raccolta .dclle acque provenienti dal bordo iberico della Meserae dai contrafforti dei Pirenei. Di conseguenza) per accedere a ,questa conca lacui altitudine oscilla sui 300 m. è necessario, provenendo da Nord, Sud ed Est,superare prima i. rilievi montagnosi che la delimitano e scendere poi al suolivello. .
La regione dei Monegros, situata sul fondo della depressione dell'Ebro, èformata completamente cb depositi rniocenici, sulle cui caratteristiche edaficheci intratterremo brevemente più innanzi.
La caratterizzazione climatica dei Monegros ~ forzatamente imprecisa lJerla mancanza di stazioni in loro corrispondenza; è inoltre solo possibile il riferimento a Zaragoza *, in quanto altre stazioni, come Pamplona, Iaea, Huesca nonsono situate nella depressione vera e propria, bensì già nei prepitenei. I datimeteorologici relativi alla provincia di Zaragoza per il periodo 1901-1930 sonoriassunti nella tabella seguente:.
"" Riferendoci per necessità di cose alla stazione di Zaragoza, facciamo osservare che essanon rispecchìa esattamente le condizioni climatiche dei Monegros, in quanto maggiore è lasua pluvìosità e meno severo il suo regime termico. Questa differenza si manifesta chiaramente nel. campo agricolo; non è infatti eccezionale che si giunga al normale raccolto deicereali nei pressi di Zaragoza e non nei Monegros. .
,
Zar
agoz
aG
enn.
Febb
r.1
Mar
zoA
prile
Mag
gio
Giu
gno
Lug
lioA
gost
o\se
ttem
.Ott
obre
Nov
em.
Dic
em.
Ann
o
.
IT
emp
erat
ure
med
.m
ens.
5,6
7,5
10,1
12,5
16,9
20,5
23,4
23,7
18,8
14,8
9,6
6,8
14,3
.
Mas
sim
eas
so18
22,4
27,4
30,4
·37
,038
,744
,142
,038
,8·
31,4
22,6
19,8
44,1
Min
ime
asso
-15
,2-9
-6
-6,8
2,6
5,3
7,6
9,2
4,6
~1,2
-5,6
-8,4
-15
,2U
mid
ità
Ire
I.%
7871
6663
6262
5961
6773
7780
68P
reci
pita
z.m
edie
men
s.15
2022
2840
2819
1429
3631
2330
5n.
gior
nise
reni
lO9
99
911
1816
129
88
128
n.gi
orni
nebu
losi
1514
1716
1716
1214
1417
1615
183
n.g
iorn
ico
per
ti6
I5
55
53
ll
4I
56
854
I
.. ~ ~ 8 ~ ~ ~ ~. i? ~ ~
CONTRIBUTOALLJINTERPRETAZ,IONE DEI MONEGROS 5
Per ciò che concerne il regime termico ~ significativo, non tanto l'andamentodelle temperatu~e medie, quanto il pronunciato carattere degli estremi; infattia minime assolute invernali di -15,2 e -9 fanno riscontro massimi estivi di.38,7/44,1/42 con fortissima escursione annuale. A ciò si aggiung~ che bassetemperature e gelate si verificano frequentemente nei primi mesi di primavera(minima assoluta di marzo e aprile - 6 e- 6,8) determinando un sensibile ritardo nella ripresa vegetativa. L'estate è molto calda e questo carattere è accentuato ancora dal forte potere di riscaldamento e di irradiazione del terreno, dallamancanza di vegetazione arborea e dalla considerevole secchezza dell'aria(cfr. i valori dell'umidità relativa).
La conca dell'Ebro pertanto, rispetto alle regioni situate ad Est verso lacosta. e quelle situate a Nord-Ovest verso la depressione basca ~. contraddistintada maggiori rigori invernali e da maggior calore estivo e cioè da condizioni dipiù accentuata continentalità.
Per il fatto di essere una conca circondata da monti, la depressione dell'Ebro ~ anche una delle rcgion} più aride della penisola iberica (poco più di300 mm. annui). I venti oceanici di Nord ed Ovest scaricano infatti la loro umidiràsulle catene montuose del sistema cantabrico-pirenaico e della Meseraç mentre i venti meno frequenti dell'Est e del Sud incontrano sul loro percorso i rilievidella catena costiera catalana, contro i quali si disseccano. L'aridità dovuta allascarsità di pioggie trova le 'più accentuate espressioni in alcune zone come _iMonegros, il deserto de la Violada e Las Bardanas, dove l'acqua viene dal-l'uomo gelosamente conservata in appositi recipienti. '
Dai dati dianzi riportati è agevole riconoscere l'esistenza di due minimi,invernale ed estivo, quest'ultimo molto significativo e di "due massimi, primaverile ed autunnale presso-be equivalenti, ossia un regime pluviometrico nonpiù genuinamente mediterraneo, bensì tendente a condizioni di continentalità.
CARATTERISTICHE EDAFICHE
Il suolo dei Monegros, secondo la recente classificazione di Kuhiéna (1952),rientra nel tipo « Yerma » (SllO~O bruto di deserto secco) e più precisamente neisottotipi « Yerma polveroso » (suolo desertico polveroso), « Yerma polveroso salino» e (( Yerma con crosta gessosa)).
. Il colore variante dal bianco al grigio chiaro, l'estrema povertà di humus,la quasi completa scioltezza, il contenuto in calcare variabile dal 40 al 45 %(determinazioni con calcimetro Pizzarelli), la reazione subulcalina (pH 7,5 7,9), iiI profilo, la presenza di efflorescenza salina, () di crosta gessosa, sono elementi da noi rilevati e concordanti con quelli posti da Kubiena a fondamentodel tipo e dei sottotipi.
Le osservazioni e misure sono state condotte particolarmente. a livello dellefitocenosi ad Artemisia Hcrba-alòa, nel corso dei rilevamenti eseguiti da Sappanel 1952 e ad esse in modo particolare, ci riferiamo nella descrizione seguente:
a) Sottotipo Ycrma polveroso: la superficie, nelle aree prive di vegetazione, presenta una crosta spessa pochi millimetri, di colore per lo più grigio
6 FRA.>"'J"CESCO SAPPA - SALVADOR RIVAS GODAY
SlX'fCO, di debole consistenza e che si sminuzza facilmente con le dita, risolvendosi in materiale finemente polverulento e -quasi ìndisringuibile dal resto delsuolo. Tale crosta corrisponde ad un orizzonte A di tipo speciale per l'estremapovertà di resti organici, derivanti essenzialmente da alghe, funghi e licheni;dove le piante superiori costituiscono una copertura più fitta, la crosta superficiale generalmente manca ed allora l'orizzonte A è caratterizzato dalla presenzadi un fitto feltro ràdicale con 'scarsa formazione di humus.' Colore grigio chiaro.
In qllesto suolo, date le condizioni climatiche in cui si forma e si mantiene,predomina nettamente il movimento ascendente dell'acqua superficiale e sotterranea su quello discendente e di conseguenza in analoga direzione si spostano lesostanze solubili. Per quanto esso sia ricco di materiali colloidali, la sua tessitura è sciolta a causa della scarsa azione cementante dci colloidi, dovuta sia allaelevata percentuale di calcare sia alla presenza di fini efflorescenze saline negliinterpori.
Il suolo secco per la maggior parte dell'anno, è soggetto facilmente all'erosione eolica, in seguito alla distruzione della crosta superficiale; in regime dipioggie tcmporaleschc poi - cosa non rara nella regione - l'erosione assumeaspetti imponenti per il formarsi di veri e propri torrentelli. In regimi estremamente poveri di precipitazioni, oppure, come nei Monegros, 'con scarse pioggiema con pronunciato scarto termico stagionale (inverni freddi ed estati' caldissime), questo sottotipo assume caratteri .di climax crlafico, con importantissimiriflessi sulla vegetazione, riflessi che noi esamineremo in seguito.
b) Sottotipo Yerma polveroso salino. Questo suolo, presentante un profilo praticamente identico al precedente, si differenzia per il maggior contenutoin sali solubili (gesso, anidrite, cloruro sadico ed in minor misura solfato dimagnesio e sodio). I sali, portati dalla corrente. ascendente verso gli strati supc-.riori,si separano sotto forma di piccoli microlici arrotondati (0,5-2 ~ di diametro) prima ancora di raggiungere la superficie, depositandosi sulle pareti dellecavità, o nei pori esistenti tra le particelle delle sostanze .cementahti (interBorcscenza). La solidità della tessitura ed il potere, d'unione delle sostanze cementanti sono perciò molto abbassati, con conseguente autodistruzione della tessitura. Quando le soluzioni giungono ad evaporare alla superficie si forma su diessa una efflorescenza biancastra, costituita essenzialmente da piccoli cristalliniche ben presto si convertono in polvere microscopica.
Riteniamo che nei Monegros questo sottotipo di suolo esista in corrispo.ndenza delle aree in cui piante alofile e xerofile come Camphorosma monspcliacum, Salsola ocrmiculata. Suaeda [ruticosa, ecc., assumono il predominio suArtemisia H erba-alba.
c) Sotrotipo Yerma con crosta geJSosa. Questo suolo, pure carattensttcodi regioni aride, ma non estreme, con estati molto calde, presénta come caratteri distintivi una crosta superficiale indurita ed una leggera petrificazione deglistrati superiori, entrambe dovute' all'azione cementante del gesso, o di una miscela di gesso e carbonato di calcio con gesso in eccesso.
L'orizzonte dominato dal gesso (oriz. Y) si può suddividere in un oriz. Y:tspesso Z-8 cm. c corrispondente alla crosta superficiale, ed in un oriz. Y2 un po'
CONTRIBUTO ALL'INTERPRETAZIONE DEI MONEGROS 7
spugnoso e leggermente petrificato, sfumante indefinitamente nell'orizzonte Cdi tipo "sciolto.
La crosta gessosa è piuttosto tenera, raschiabile con l'unghia, di colore biancoazzurrino e non svolge C02 con acido cloridrico; l'orizzonte Y2, assorbendo facilmente l'acqua" presenta consistenza tenera e si distrugge abbastanza facilmente.
A nostro avviso questo scttotipo si incontra nei Moncgros lungo la fasciadi contatto tra i terreni pianeggianti (Yerma polveroso e "ferma polverososalino]ed i pendii ciottolosi calcarei occupati da una magra gariga a Rosmarinus, Salvia, ecc.; non di rado questa fascia è denunciata da una relativa abbondanza dipiante gipsicole, qualiFrankenia Reuteri (anche su superfici di una certa estensione), Ononis tridrntata, Helianthemum squamatum'-
Il suolo dei pendii ricoperti dalla gariga può riferirsi al tipo Syrosem calcareo sia per la povertà in humus e la natura della roccia madre, sia per ilprofilo costituito- unicamente da orizzonte A, seguito immediatamente dall'orizzonte C. In questo tipo eli terreno predomina la disintegrazione fisica su quellachimica, manifcstantesi essenzialmente in una parziale dissoluzione del calcare.Il gesso si desompone nelle parti superiori sciolte del suolo e si trasforma ingran parte in carbonato di calcio.
VEGETAZIONE
Delineate le caratteristiche fisiografich" climatiche ed edafichedella regione, riteniamo utile distinguere ed analizzare separatamentetre aspetti della vegetazione dei Monegros e precisamente:
a) la gariga rada e degradata delle alture delimitanti a Sud lareglOne;
b) la fascia basale caratterizzata da vegetazione gipsicola;
c) le fitocenosi ad Artemisia Herba-alba delle parti pianeggianti.
Il complesso floristico di ognuno dei tre popolamenti è stato analizzato per determinare l'appartenenza dei singoli taxa alle fascie divegetazione e per rilevare il particolare valore che alcuni assumonoin corrispondenza della fitocenosi, in cui si presentano.
I risultati delle analisi sono stati riuniti per brevità in tabelle edespressi per mezzo di simboli, di cui forniamo ora la spiegazione.
Le 15 colonne da sinistra a destra corrispondono alle fascie di vegetazione, raggruppate in cinque serie (omesse le prime 5 fascie dellaserie standard in quanto non vi sono entità ad esse riferibili); ogni colonna è contraddistinta dal simbolo di una fascia e precisamente:
8 FRANCESCO SAPPA - SALVADOR RIVAS GODAY
LCPFAQTA
L, Cu
HW
STSTAHW-
Serie standard
CE - Fascia CaJex ElynaVL )) Vaccinium uligino-
SUfi - Loiseleuria
» Larix-Pinus Cembra
)} Picca
» Fagus-Abies» Quercus-Tilia-Acer
» Laurocernsus
» Cupressacee.
Serie subtropicale mediterranea xcromoriosata
QI ~ Fascia Quercus IlexA ) Argania sirleroxylon
Serie temperata mediterranea xcromorfosataQP - Fascia Quercus pubescens
StT » Stipa tortilìs
AT » Acantholimon Astragalus Tragacantha
MG » Stcppc montane mediterranee.
Serie centroasiaticaPW - Fascia Bosco steppico a
Pulsatilla» delle Steppe a Stipa» dei semideserti -ad
Artemisia}) dei deserti ad Halo
xylon.
Serie atlantica
QRC - Fascia Quercus Robur-Calluna
GE » Genistee-Ericoidee
La posizione di ogni taxon rispetto alle fascie viene espressa coisegnenti simboli:
* -Usato per indicare che un taxon è proprio di una fascia, o perchèautoctono, o - se di altra origine ,- perchè è stato completamente assimilato nel corso dello sviluppo epiontologico della fascia, adattandosi alla sua ecologia. Questo secondo caso si verificaad es., per [uniperus phocnicca, e f. oxycedrus, i quali, puressendo tipi originari della flora dei piani montani di monti subtropicali, da molto tempo sono entrati definitivamente a farparte della flora e della vegetazione della fascia Quercus !lex.
e - Usato per indicare la fascia alla quale un dato taxon è collegatogeneticamente. Per es., Phlomis Lychnitis è un taxon, il cui areale ricade in fitocenosi locali del settore franco-iberico delle fascieQuercus !lex e Genistee-Ericoidee; esso però è in strette affinitàgenetiche con specie congeneri, originariamente proprie della fascia dei semidcscrti ad Artemisia, e come tale non può considerarsi un componente genetico delle fascie QI e GE, ma piuttosto un rappresentante di un ciclo di taxa, geneticamente propri
CON'I1UBUTO ALL'INTERPRETAZIONE DEI MONEGROS 9
della fascia AI-IW, differenziatosi nella parte occidentale deI pregresso areale di quest'ultima fascia.
/', - Usato per indicare endemismi regionali (specie, sottospecie, varietà) nell'ambito di un settore di fascia. Quando l'endemismo èun .taxon sottospecifico, appartenente ad un ,ciclo proprio ad altrafascia, si indica la derivazione genetica col simbolo precedente.Ad es., 'la var. chlorocyaneus Costa di Astragalus monspessulanus L. si indica con /', nella fascia QI e con Efl nella fascia QP,in quanto a quest'ultima appartiene la specie dalla quale si è differenziata la varietà.
Le eventuali irradiazioni e l'insediamento di ogni taxon a livellodi altre fascie di vegetazione, all'infuori di quella propria, sono poiespressi coi seguenti simboli :
+ irradiazione ed insediamento in fitocenosi regionali
O irradiazione ed insediamento' in fitocenosi locali
li! irradiazione cd insediamento in fitocenosi antropiche.
A) GARIGA
Diamo la precedenza a questo popolamento poichè riteniamo chedal suo studio derivino gli elementi più utili per l'intepretazione dellavegetazione dei Monegros. Infatti, per quanto grande sia lo stato didegradazione di queste garighe, è ancora possibile rinvenire qualcheindizio utile per trarre deduzioni concernenti lo stato originario el'evoluzione della vegetazione; e ciò perehè in condizioni di impossibilità di sfruttamento agricolo, l'azione antropica si manifesta quasiesclusivamente nel senso della distruzione, senza comportare ulteriorielementi di complicazione.
La fisionomia delle alture, da noi viste singolarmente (Sappa,1952) o congiuntamente (Montes de Fraga, Montes de Retuerta dePina), è piuttosto uniforme. Il suolo profondamente degradato e riccodi scheletro calcareo grossolano, ospita una vegetazione prevalentemente suffruticosa a cespi discontinui (Rosmarinus officinalis, Salvialavandulaefolia, Cistus Clusii, C. albidus, Linum suffruticosum), conradi cespugli (Retama sphaerocarpa, Genista Seorpius, funiperus phoenicea, f. oxycedrus, Ephedra distachya, Rhamnus lyàoides, PistaciaLentiscus), e sovente con sporadi;i esemplari arborei (Pinus halepen-
lO FRANCESCO SAPPA - SAJ_VADOR RIVAS GODAY
sis) nella parte più alta, o cacuminale dei pendii. Le aree di terrenointerposte tra i suffrutici ed i cespugli sono scarsamente colonizzateda cespi di graminacee (Stipa juncea, S. barbata, Brachypodium ramosum, Dactylis hispanica) e da rerofitc a rapido ciclo vegetativo, svolgentesi subito dopo le pioggie primaverili. In annate di pronunciatasiccità il componente tcrofitico, non trovando condizioni sufficientiper il suo sviluppo, può mancare quasi totalmente, e questo purtroppoè stato il caso nel maggio 1952 e nella primavera del 1953.
Pinus betepensis
Ephedrd distachljd
Cisius Clusii
Rosmdrinus olFcinalt's
Salvia lavandulae(o/ia
Artemisi<f Herb a alba I
Fig. 1 - Schema della distribuzione altitudinarc della vegetazione nei Montes de Fuga.
La successione in senso altitudinare, riportata nello schema dellang. I (Montcs de Fraga) è largamente valida per il complesso di alturedelimitanti a Sud i Monegros; occorre solo precisare che [uniperusthuriiera, mancante qui ed in altre alture, compare come relitto incorrispondenza dei Montes de Retuerta de Pina, nella parte inferioredei pendii.
Il complesso floristica di queste magre garighe, limitatamente a .quanto abbiamo potuto rilevare, è riassunto ed analizzato nella tabella N, 1.
-,
Ser
ie
Sta
nd
ard
Ser
ie.ISe
rie
sub
ho
p'_
..le
,ero_
oall~"f,<~
mO'fo<~M
Seri
eÙmpu~t<l
moc
/itu
r,yn
l?a
>Cer
cmor
fosa
M
Serl
.z
cenl
;roa
slaH
Ci<
Ser
ie
Sea
nd
ard
Serl
e$ijbf""l'~
oole
"'1
:m
od
w.'
"
..5"
n~Is
erie
lem
perJ
l""
me
d,f
.Jw
me
a..
tJ.."H
N"e
rom
orfo
sata
S..ne
cenh'aasia;,,,~
~TA
tL
ICU
!QJ
lA!Q
RCIG
EIQ
PIs
nlA
TIM
GI?
WIS
r.Sf.IA
HWIH
WQ
TA
llle
ulQ
JIA
IQR
cIG
EIQ
Pls
uIA
TIM
Cill'
WIS
t.stIA
HW
lliw
Pin
osh
ale
pen
sis
Mi{
/.l,
mip
er".
.p
ho
enic
eaL
.Ih~ri/er<t
L.
O~yo~drus
L.
i:ph~dra
disf
.sch
'1d
L.
.sl:
pa
capilJab~
L.
jun
oea
.L
.6
.;;r
ha
faIJ
esf.
.I;.fU
f,/,S
h/s
pa
nic
a(R
ofh
)K
och
.,-
eslu
caru
h;-,
fiL~e"_rubra.
H<
uk.
I+a
Bra
rtry
padi
umrv
mo
sorn
(L.)
J?oe
m.e
tS,
,;'u
/f,
Asp
a"":
JlIs
i'lc
uh/o
lius
L.
()ue
rcus
co<
:ci/e
ra.
L.
Thy
me(
"uJ.
finc
tori
a;E
nd
!.A
tisf
%ch
;aP
/sta
loch
i"L
.Jn
u/a
visc
as<
lL
.H
elic
hr!
fsu
mS
éo
ecn
es{L
.)IJ
C.
Era
.xp
yg
ma
(il
Per
s.Sant"!J"n~
Ch
am
aec
ypa
r/ss
u$
L.
An
acy
clu
scl
ava!
.,s
P~;rs.
Afr
4cf
!j/ì
sh
um
l//s
L..
Ca
rlm
avu
/ga
r/s
L.l
"C
'ent
aure
arn
e/if
ensi
sL
.Il
n'fo
/la
L.
.salman/r~a
L.
/nl!
fba
cea
L<lm
k."
can
rfer
aL
.C
ardu
I<s
?ycn
oC't
E'p
hall
<s
L.
Ech
lna
p..
Rd
roL
.Podospe~mum
lac:
ù,,'a
!um
IJC
.Z
olJ
ik"l
eria
rese
diJi
::!o
l/a
Cos
so"
pl.
/mi/
a:I
JC.
Sa
nch
us
fl!'
ner
r/m
us
LoC
ruci
an
ella
dn
qlJ
'sfI
/",I
/",
L.
IoC
la//
ump
ar/
s/en
seL.
.ss
p.
eu·?
"'rt
".s/
ense
.3r'
1.o
"I.5
peru
/ac'
fn<
lnc;
'ica
L.
Th
'fm
lJs
vu
I9"'
;-;s
L.
'-R
asm
arin
l.ls
0f[
cln
a/I
$Lo
.Sa
fvi<
lla
va
nd
ula
ejo
//a
Ya
h/,
• ••
,o o o • ,oI
''0•
o• • • • • • • • • • o • • .1
0• • • o ol'
• • "0 • o • • •
o " o o o o o o O>
" o o
• • o o
tiI
I~
+0
11
"01
1"0
oI
'"I
" • 0+I*
o 4<I"
Ia
Ph/<
Jmls
L'jc
hni;
;sL
,M
arr-
:bi(
JmA
I'fs
son
L.
Sio'
en!'$
S(M
d,ai
des
L.,v
.Cdv~"illes;i"
L"g
.n-
I<cr
l"m
P""
/'u
mL
.,S
Jp,
..r"
gone
n.se
(Lox
.erp
",)r
.(j!
.T
eucr
lum
Po
l/u
mL
.,.
.ss
p.ca
pd<
ilil
lm(L
/Br;
'!.
Ltf
hQ
sperm
um
fru
t/co
sum
L,
An
dra
sace
ma
;>;i
ma
L.
1O
Hed
ys<
iiru
mh
um
ile
L.A
stra
q<
1/u
sn
arb
on
n";
;sls
SO
IV,
mo
nS
'pess
u/"
nu
.rL
.,va
,.,ch
/o,..
o,,!
!ane
u.r
Co
si..
J)o
l'yc
nil
lmsu
ffru
Nra
sul1
?iI,
f/.M
ed
/ca
qo
orb
icl.
da
r,s
A//.
Il!u
rb/n
a/a
W/l
ld,
y..,
..a
cu
lea
ta6<
ll!'r
/n.
On
oa
/sp
us/
l/a
L.Rel:~ma
sph
aer
aca
rp4
(J...
j1Ja
/ss.
Gen
ista
.S
ca
rp/u
s(L
).IJ
CC
ljft
sus
Fa
n!à
nes/
iS
pa
oh
.A
rglj
ra/o
biu
ma
rgen
te.,
m(L
,)W
k.P
isfa
cia
Len
t/sc
us
L,
Rh
ilm
nl.
ls':
le/a
;des
L.
EI./p;'o,.bi~
,,;c
aee
nsi
sA
/I,
Peg
an
um
Ha
rma
/aL
./.
.!nu
mS
U!f
ruf/
casl
lm1.
.Il
Srr
icf.
,m1.
."'
a(f
igsM
rup
est
r/s
Pa
ur;
-,6y
psop
hi/<
!h/spsn/c~
Wk,
c/s
h·s
alb
idu
sL
."
C(u
s/Ì'
.Dun
.H
e!i"
nth
ern
um
ma
r/fo
/liJ
mlJ
C.
Il!<
!van
dlll
ae(o
l/um
.J)C
.
/I.
apeJ
~;~n
;;;o
fJ~a
7:'.
;'pe
;;;~
"p
..n;c
ula!
ul7J
.1Ju
n,F
uman
aer
'ca
ides
(ov.)
{jau
d.M
à!th
,'o!d
/:"''-
s(;$
(L.j
Po,8
r-.R~ehmeria
hybr
ida
.J)C.
" o 4 o • • • • A • " • o • • • o •o
I"" • o
.0 "
lo'0 • •
lo • o " • o o
o o o
oI
o
• •o
• o o'o
o
o
•
e
• I
oI
o 01
0
01
0 • •T
ab.
l-
Ana
lisi
del
com
ples
sofì
oris
tico
della
gari
ga.
12
i,
80
70
60
50
30
IO
FRANCESCO SAPPA - SALVADQR RIVAS GODAY
Fig.,2 - Rappresentazione grafica della partecipazione delle singole fascio alla vegetazionedella gariga.
La tabella e la curva dianzi riportate mettono chiaramente in evi"denia l'assoluto predominio delle entità della fascia Quercus llex rispetto ai rappresentanti delle altre fascie di vegetazione. Sulla basedei dati statistici potremmo quindi interpretare le garighe in questionecome fitocenosi locali degradate, ascrivibili -alla fascia Quercus llex.Così facendo però, ci limiteremmo a dare un'interpretazione esclusi"vamente attuale della vegetazione, trascurando fatti, come la presenzadi resti di vegetazione arborea e di veri e propri relitti (Juniperus thurifera), i quali, seppure poco appariscenti in una rappresentazione sta"tistica, assumono grande importanza quando si voglia discutere l'evo"luzione subita dalla vegetazione.
Per giungere ad una interpretazione che dia soddisfacente ragionedei fatti oggi rilevabili, dobbiamo necessariamente affrontare alcunequestioni, 'ad essi inerenti, e cioè l'esistenza o meno, in passato, divegetazione forestale sulle alture, oggi occupate dalle garighe, ed incaso affermativo il probabile tipo di bosco e le cause della sua degradazione. Mancando dati fitopaleontologici e storici attendibili, l'unicomezzo di indagine a nostra disposizione è l'esame critico della vege"tazione attuale.
È in primo luogo agevole constatare che i soli rappresentanti arborei, oggi rinvenibili, sono Pinus halepensis ed in minor misura Tuni"perus thurifera. Il primo è presente nelle parti più elevate dei pendii,
CONTRIBUTO ALL~INTF.RPRF.TAZIONE DEI MONEGROS 13
o addirittura sulla linea di cresta con esemplari, che per la loro sporadica, ma diffusa distribuzione, pe~ la particolare ubicazione, e perl'habitus stesso assumono più il carattere di relitti, che non di repertioccasionali, o di residui di piantamenti più o meno recenti. Il secondo
.è localizzato in una ristretta area nei pressi di Bujaraloz con esemplaripiù o meno rigogliosi, ma mai veramente arborei, sparsiper la maggior parte lungo la porzione inferiore dei pendii dei Montes de Retuerta de Pina ed in minor misura nelle depressioni occupate da fitocenosi di Artemisia Herba-alba. Il carattere relitto, rifugiale e regressivodel Tunipcrus thurijcra in questa stazione è denunciato - più chiaramente ancora che per Pinus halepcnsis - dall'habitus ridotto, dallascarsità di semenzali, dall'accrescimento stentato e dall'evidenteimpossibilità di competere colla circostante vegetazione.
La presenza di due specie arboree, di cui una sicuramente relitta,è un dato concreto e significativo per sostenere l'opinione che in pas·sato esistesse un rivestimento forestale.
Oltre a ciò una tenue, ma forse significativa traccia, ci è offertadalla toponomastica; pur essendo estremamente incerta·la etimologiadella parola Monegros, è opinione diffusa che essa sia derivata da« Montes negros » e, se questo è vero, l'aggettivo non può che riferirsial colore della .vegetazione e più in particolare al verde cupo del Tuniperus thuriiera, dato che la roccia ed il terreno appaiono ovunque biancastri. Che ciò sia plausibile è indirettamente confermato da un passodi Willkomm, il quale, a proposito del Tuniperus thurifera sui montidi Albarracin, afferma che « la sua chioma è ampia, arrotondata, quasisferica, fittamente ramificata e verde scura, tanto che i pendii, suiquali siano sparse piante isolate, appaiono da lontano macchiettati dinero ».
Sulla base di questi fatti e di (lueste considerazioni, siamo pertanto indotti a ritenere che nei Monegros esistesse in passato un rivestimento forestale. Ciò ammesso, per discutere quale tipo di forestaabbia occupato i pendii delle alture, oggi così profondamente degra"dati, riteniamo utile prendere in considerazione le fitocenosi formatedalle due entità in questione, studiandone il comportamento ed i reciproci rapporti nel settore sud occidentale della loro area distributiva.
Per quanto riguarda Pinus halepcnsis è noto che in tale settoredell'areale si incontra di preferenza negli orizzonti a clima semiaridocaldo, costituendo un termine pronunciatamente termoxerofilo dellefitocenosi forestali della fascia Quercus llex. Questo comportamentoaccertabile, ma non sempre chiaramente manifesto nella penisola ibc-
14 FRANCESCO SAPPA - SALVADORRIVAS GODAY
rica, per le frequenti ed intime interferenze col Quercetum ilicis e perl'intervento dell'azione antropica, è stato studiato accuratamente inMarocco da Emberger (1939). L'A. ba innanzi tutto accertato che ipopolamenti più importanti si trovauo nel Marocco orientale sul verosante mediterraneo dellaregione, mentre nel settore atlantico l'alberoè diffusamente presente lungo le catene montuose. a costituire fitocenasi frammentarie; qui si avrebbero inoltre popolamenti relitti, testi.monianti una pregressa maggior diffusione della specie e popolamentipiù recenti, derivati dai primi ed insediati nelle aree di degradazionedella preesistente vegetazione, oppure di origine antropiea. Si rilevainoltre che mentre nel Marocco occidentale la degradazione forestalefavorisce l'estensione del Pinus halepensis, nel Marocco orientale, piùsecco e più continentale, la degradazione agisce come un fattore nega·tivo a tutto favore della più xerofila Callitris quadrivalvis. Embergerconclude affermando che il Pinus halepensis è stato in Marocco assaipiù diffuso sotto l'influsso di un clima più secco, o semplicemente piùcontinentale, e che successivamente - per intervenuti mutamenti elimatici in senso oceanico ~ la sua area si è frammentata, specialmentenel Marocco occidentale; la distruzione delle foreste ad opera dell'uomo ristabilisce localmente condizioni di continentalità favorevolialla specie, che trova cosi modo di estendere la sua area a partire dallenumerose colonie relitte.
Per quanto concerne la questione dei suoi rapporti con Tuniperusthurifera, sappiamo che nel medio e grande Atlante le isole di Pinetum halepcnsis, disseminate tra boschi di Callitris e boscaglie di olivoe lentisco e di Argania negli orizzonti inferiori a clima semiaridocaldo, sono separate dalla grande formazione a Tunipcrus thurifera dauna fascia più o meno ampia di [uniperus phoenicea; in condizionitendenti a continentalità estrema il Tuniperus thurifera invade questafascia discendendo molto in basso, quasi a contatto con Pinus halepensis, mentre in condizioni opposte tra [unipcrus phoenicea e [, thuriicra si inserisce un orizzonte, ora più ampio ora "meno, di Quercetum ilicis.
Il [unipcrus thurifera presenta un'area distributiva caratterizzatada un centro principale in Marocco, da un centro secondario in Spagna e da stazioni disgiunte in Francia (prescindendo naturalmentedall'areale orientale in Asia Minore).
In Marocco (vedi Emberger, 1939, per particolari)la distribuzionedella specie può cosi riassurnersi :
CONTRIBUTO ALL~INTERPRETAZIONEDEI MONEGROS 15
- assenza completa nella catena del Rif, dove non riuscirebbe adaffermarsi per la scarsa continentalità del clima, non compensata dasufficiente altitudine del massiccio e dovuta alla vicinanza delmare;
diffusione abbondante nel medio Atlante e specialmente sul versante Sud della catena, dove assume carattere di albero di alta montagna, formando il limite superiore delle foreste. Sul versante atlantico, a causa della forte piovosità, [uniperus thurifera si insedia agrande altitudine, dove il freddo invernale compensa questa condizione sfavorevole, creando un ambiente sufficientemente secco;sul versante mediterraneo invece, più secco e continentale, l'alberoscende fino a 2000 m. e localmente anche più in basso, alla basedelle montagne;
- diffusione di massa nel grande Atlante. Assente all'estremitàoccidentale della catena (massiccio di Seksaoua), comincia a comparire ad Est del massiccio del Tichka dei Seksaoua, continuandosenza interruzione fino all'estremità orientale dell'immensa catena.Per le stesse ragioni di prima, esso evita ad occidente le catene periferiche, localizzandosi in quelle più interne, mentre più ad Est especialmente sul versante mediterraneo si riscontra anche nelle catene periferiche, prima al limite superiore delle foreste poi anchepiù in basso fin quasi alla base delle montagne (1900-2000 m.);
- reperti isolati sul versante Nord del Sagho a sud del grandeAtlante.
Ecologicamente Tuniperus thurijcra dimostra in Nord Africa unaassoluta indifferenza edafica, ma appare strettamente legato al climamediterraneo semiarido freddo di Emberger, cioè ad un ambientesecco, luminoso e freddo in inverno. La flora accompagnatrice non èaffatto caratteristica in quanto la fitocenosi del I uniperus thurijera,anche nell'area di maggior diffusione, risulta costituita in gran prevalenza di specie xerofile provenienti dalle fitocenosi con cui è a contatto e cioè o da quelle del piano cacuminale o da quelle del pianosemiarido o arido inferiore. In senso altitudinarc si succedono normalmente, dal basso in alto, fitocenosi ad Artemisia Herba-alba e LygeumSpartum sugli altipiani, un orizzonte semiarido caldo con PÌtlUS halepensis, Callitris quadrivalvis, Olea e Pistacia Lcntiscus, con un sottorizzontc a Tuniperus phoenicea, un orizzonte temperato più o menoesteso a Quercus llcx e Q. faginea ed un orizzonte semiarido freddo a
16 FRANCESCO SAPPA - SALVADOR RIVAS GODAY
luniperus thuriicra; in condizioni estreme però, su versanti fortementesokggiati delle aree più continentali, può venir a mancare l'orizzontetemperato ed allora i due orizzonti semiarido caldo e semiarido freddogiuugono a contatto compenetrandosi.
oriz.sem1aridofreddo
oriz.temperato
oriz.. semi aridocaldo
Juni per-us tnur-t Iera,
Salvia Lavandu.Lae fo ì i a
Ouer-ous f'ag ì neaQuercus Il ex
JuniperusphoeniceaPinus halepensisCallitris,Olea conct stus Clusii
Artemisia her-ba albaLyg eum Spar tUl'!
Fig. 3 - Schema della distribuzione altirudinare della vegetazione in Marocco in condizionidi normale (a sinistra) e di forte continentalità (a destra).
Nella penisola iberica il f uniperus thurifera presenta la seguentedistribuzione (da Sud a Nord):
stazioni di limitata estensione in Provincia di Albacete: Sierra diAlcaraz presso Yestc ed El Bellestero;
stazioni nella regione di Guadalajara;
un 'centro di addensamento nella provincia di Teruel (tra Pozondon e Cella: presso Peralejos; Sierra di Gudar; Montes de Albarracin; Serrania de Cuenca) e nella Provincia di Soria (tra Torralbadel R. e Burgo dc Osma ; conca. del Rio Arlanza tra Cabezon e Covarrubias). In questa vasta zona il funiperus thurifera forma ancora estese.fitocenosi, ad alto grado di purezza ed a copertura rada,presentandosi inoltre in molte località come cespuglio, od alberetto isolato, e subordinato ad altre essenze forestali;
stazioni nella provincia di Valcncia;
una stazione a S. Domingo de Silos (Burgos);
una stazione (Sabinar de Crémenes), recentemente segnalata daLosa e Monteserrat (1953), nel desfiladero tra Riano e Cistierna inprovincia di Léon, occupante alcuni kmq. di superfice e particolarmente esteso sul versante destro del Rio Esla;
piccole stazioni relitte nei Monegros, delle quali già abbiamo detto.
CONTRIBUTO ALL'INTERPRETAZIONE DEI MONF.GROS 17
1200m .•
Da questo quadro distributivo risulta subito che il Tuniperus thurijcra, analogamente a quanto si verifica in Marocco, è accantonatoin Spagna nelle aree più continentali; anche la stazione di Riano, lapiù occidentale conosciuta, per quanto situata nei monti cantabro-leonesi, dove già è pronunciata l'influenza oceanica, presenta per ragionitopografiche e microclimatiche caratteri di continentalità rivelati chiaramente dalla descrizione della vegetazione fornita da Lasa e Mont~
serratoPer caratterizzare la sua posizione altimetrica ed i rapporti che
esso contrae colle altre fitocenosi forestali, possiamo riferirei alla Sierradi Gudar, nel massiccio iberico, dove, sec. Rivas Goday, si osserva(fig. 4) un orizzonte inferiore sui lQOO m. con Pinus halepensis eTuniperus oxycedrus sul versante sud e Quercus Ilex su quello espostoa Nord; un orizzonte tra 1000 e 1200 m. con Tuniperus thurifera ePinus Laricio a sud e con Quercus lusitanica ed Accr a nord; un orizzonte tra 1200 e 2000 m. occupato da Pinus silvestris, Tunipcrus communis e J. Sabina var. humilis e finalmente un orizzonte cacuminale con Pinus uncinata.
esposirioneSud : /'ford
f'Ptnus ~ncinat" \2000 m .•••• _ •• _/- ~
Pinus sltvestris
.Ìuniperus communisJuniperus Sabina. humilis
],,;,'per;;;' fhurifer<l -Ouercus lusitenica
1000 ,__---'~è-'inti_s.LiJricio Acer sp.m. _ "Pinu» helepensis Ouercus l/ex
Juniperus Oxycedrus
Fig. 4 - Schema della distribuzione altitudinarc della vegctazionc nella Sierra di Oudar.
In Francia non si conoscono che stazioni isolate e fortemente disgiunte lungo una linea .decorrente da Sud Ovest a Sud Est e precisamente: Pirenei, al Monte de Rie, presso Saint-Béat (Haute Garonne);Basses Alpes a Peyresq; Alpi del Delfinato, presso Grenoble a Com-
18 FRANCESCO SAPPA - SALVADOR RIVAS GODAY
boise, Néron, Saint-Evnard, Diois, Saint-Crépin, Saint Clément, Guillestre, Rabou).
Il Juniperus thurifera è un rappresentante di una fascia di vegetazione (fascia Cupressacee), caratterizzata da una particolare ricchezza di conifere filogeneticamente antiche, occupante nel terziario larghe aree dell'emisfero Nord ed anche dell'Europa centrale, come testimoniano i fossili pliocenici di Frankfurt. Questa fascia, analogamentea quella Laurocerasus, fu sospinta a Sud sul tardo terziario in seguitoal profondo mutamento climatico che permise il pieno spiegamentodella vegetazione temperata ed in questo processo di regressione abbandonò resti più o meno cospicui nell'area mediterranea, dove eondizioniclimatiche e topografiche ne permettevano la sopravvivenza. L'area diJuniperus thuriicra, coi suoi due nuclei separati di notevole consistenzae stazioni fortemente disgiunte, con la differenziazione di razze locali
. (var. africana Maire e var. gallica 'Coincy) e coi suoi insediamenti rifugiali e regressivi al limite Nord, è una vivente testimonianza dellariduzione subita dalla sua fascia di vegetazione. Le attuali stazionidelle Alpi francesi, sia che rappresentino i resti di una forte frammentazione subita durante i periodi glaciali, sia che rappresentino insediamenti postglaciali da non lontani centri di rifugio, denunciano unisolamento da quelle spagnole risalente almeno al terziario per il fatto
. stesso della differenziazione di una varietà o razza locale.Le stazioni iberiche, compresi i Monegros, sono invece più sicu
ramente interpretabili come insediamenti terziari mantenutisi fino adoggi, malgrado possibili e probabili oscillazioni e contrazioni. Date infatti le caratteristiche ecologiche della specie e l'entità assai più modesta del fenomeno glaciale, riuscirebbe estremamente difficile ammettere per esse un'origine postglaciale da ipotetici centri di rifugio.
Dopo quanto abbiamo esposto crediamo di avere basi sufficientemente fondate per ammettere che esistesse nei Monegros un rivestimento forestale e per ritenere che le odierne stazioni di Juniperus thurifera siano gli ultimi resti di un'estesa formazione presente nella regione fin dal terziario. Malgrado la quota insolitamente bassa delle stazioni, non vediamo ragioni sostanziali per escludere la permanenzadi una simile formazione durante il regresso e la contrazione dellafascia Cupressacee. Il fatto che l'entità in questione trovi oggi in Marocco condizioni ottimali in un orizzonte situato tra 2500 e 3100 metrie sia localizzata in Spagna sui 1000-1200 m. non è incompatibile collanostra affermazione, in quanto la ragione di ciò si può trovare nellestesse particolarità distributive odierne. Infatti se in Marocco accade
CONTRIllU1D ALLJINTERI'RE1'AZIONE
DEI M()NEGROS 19
che la formazione a Tuniperus thuriiera si abbassi fortemente, in corrispondenza di aree 'a forte continentalità, fino a confluire con l'orizzonte inferiore semiarido (v, schema), nulla impedisce che la stessacosa possa verificarsi in Spagna e proprio nei Monegros. Abbiamo infatti visto che questa regione, per le modalità di formazione della depressione dell'Ebro e per le sue particolarità topografiche, è caratterizzata da un clima fortemente continentale, freddo secco in invernoe caldo arido in estate, cioè da condizioni ambientali tali da permettere la convergenza di due orizzonti (semiarido freddo e semiaridocaldo), proprio come avviene in Marocco.
Per le particolari condizioni climatiche e per la bassa altitudinenon si è quindi avuta nei Monegros una chiara seriazione di orizzonticome ad es. nella Sierra di Gudar, bensì un contatto ed una compenetrazione tra la formazione a Tuniperus thurifera e fitocenosi della fasciaQuercusllex. Tra queste ultime quella che più probabilmente ha interessato i Monegros è stata il Pinetum halepensis, ecologicamente piùadatto del Quercetum ilicis a sopportare la forte siccità estiva; un indizio abbastanza sicuro, a questo proposito, anche a voler prescinderedagli esemplari di Pinus halepensis, ci è offerto dalla quasi completa
,assenza di entità tipiche del bosco o della macchia di Quercus llex edalla presenza invece di un modesto ma molto significativo gruppo dientità termoxerofile, quasi costantemente rinvenibili nel Pinetum halepcnsis (funiperus phoenicea, Brachypodium ramosum, Cytisus Fontanesii, Helianthemum lavandulaefolium). La flora accompagnatricedelle fitocenosi a Tuniperus thurifera anche nelle aree a maggior diffusione, è costituita da entità xerofìle derivanti dalle fascie con cui è acontatto, senza tipi veramente caratteristici e quindi non fa meravigliache manchino entità indicatrici, astrazion fatta per Salvia lauandulaefolia che predilige appunto ambienti semiaridi freddi.
Più difficile è precisare quale sia stato l'influsso dei fenomeni glaciali quaternari su questa antica formazione terziaria, mancando alproposito dati macro- e micropaleontologici. Riteniamo nondimeno chele oscillazioni climatiche in senso oceanico e continentale, in corrispondenza delle espansioni glaciali e degli interglaciali, possano avercausato concomitanti contrazioni e parziali riespansioni della formazione a Tuniperus thurifera; dopo l'ultima glaciazione e dopo il periodo xerotermico a carattere continentale, l'evoluzione generale delclima verso un tipo temperato prima e subatlantico ed atlanticopoi, cioè sfavorevoleal Tuniperus thurifera, deve aver influito, seppure
20 FRANCESCO SAPPA - SALVADOR RIVAS GODAY
in modo attenuato, sui Monegros, creando i presupposti per una defiuitiva riduzioue della formazione a [tauperus thuriicra e per una fortealterazione del suo equilibrio 'ecolopico.
Se questo è possibile, l'attuale profonda degradazione non è peròspiegabile se non ammettendo il concorso dell'azione antropica. Huguet del Villar (1925) ha molto insistito su questa questione, attribuendo ad una radicale distruzione de! bosco il processo di desertizzazione subito da vastissime aree della penisola iberica. Nel caso speciale dei Monegros non è neppure necessario invocare un processotanto radicale come quello presupposto da Huguet del Villar. Infatti,allorchè le condizioni ecologiche dclla foresta sono già precarie percause naturali, la sua degradazione può venir fortemente accelerataanche da una modesta, purchè costante azione distruttiva dell'uomo;scomparendo la copertura arborea con ritmo superiore alle possibilitàdi rinnovo, il suolo si degrada profondamente fino a raggi!Jngere icaratteri, di cui abbiamo prima parlato, e quando ciò avviene la sua
. possibilità di rievoluzione verso tipiforestali è preclusa senza un cambiamento di condizioni climatiche. *
Sui pendii, gradualmente spogliati del manto forestale ed in profonda alterazione edafica, si insediava così - come ultimo stadio dellapreesistente vegetazione boschiva - l'attuale gariga. E che questa siaparticolarmente ricca di entità .ascrivibili alla fascia Qucrcu« !lex èperfettamente naturale, quando si tenga presente che compenetratacon la formazione a f uniperus thuriiera stava fin dal terziario la vegetazione di questa fascia, le cui entità più termoxerofile erano le unichein grado di prendere il sopravvento nelle nuove condizioni cdafiche.
Concludendo possiamo così riassumere il nostro punto di vista:L'attuale gariga, in base all'analisi floristica, può considerarsi una
fitocenosi locale degradata della fascia Quercus llcx; essa non derivaperònnicamente da una fitocenosi forestale di tale fascia, come potrebbero essere il Quercetum ilicis od il Pinetum halepcnsis, bensì da unaformazione forestale risultante dall'affiancamento e compenetrazionedi due tipi di vegetazione, uno appartenente alla fascia Cuprcssacec invia di regressione ed uno alla fascia Querms !lex profondamente incuneantesi nella depressione dell'Ebro.
* Per maggiori particolari sulle modalità di origine" di stadi preclimax e postclimex diorigine edafica si veda Rivas Goday e Galiano (1951).
CON1RIBUTO ALL?INTERPRETAZIONE DEI MONEGROS'
2") VEGETAZIONE GIPSICOLA
21
Come già abbiamo detto, si incontra sovente lungo il contatto trai rilievi rivestiti dalla gariga ed i terreni pianeggianti, occupati da fitocenosi ad Artemisia Hcrba-alba, un allineamento di terreni ricchi digesso (Ycrma a crosta gessosa), chiaramente indicati dalla presenzadi entità gipsicole. Questo allineamento non è continuo, bensì costituito da tante aree staccate di ineguale estensione, ora discretamentegrandi e ben delimitate, ora molto piccole, fino al caso estremo di unacompenetrazione a mosaico di ristrettissime superfici ricche di gessocon altre molto meno ricche. Corrispondentemente si comporta la vegetazione con la comparsa ora di fitocenosi quasi monotipiche, comequella a Franl(enia Reuteri e ora di popolamenti meno ben delimitati,ma prevalentemente costituiti da entità gipsicole (Helianthemum squamatum, Ononis tridcntata, Lepidium subulatum), fino all'intima e diffusa compenetrazione a mosaico di entità gipsicole con altre menotolleranti.
. Le più importanti entità indicatrici del gesso presenti nei Mone-gros oltre Artemisia Herba-alba, sono: .
Ononis tridentata L. - Endemismo iberico, edaficamente condizionato,nell'area della fascia QI.
Herniaria fruticosa L. - Edaficamente condizionata nell'area iberica.della fascia QI ed in quella N. africana della fascia StT. Geneticamente collegata con entità della fascia AW.
Helianthemum squamatum Perso - Edaficamente condizionato nell'area iberica della fascia QI ed in quella N. africana della fa-scia StT. .
Franhcnia puluerulcnta L. - Entità della fascia AW a distribuzionecircumrncditerranea e N. africana, nei luoghi salsi gessosi.
Frankcnia Reuteri Boiss. - Endemismo iberico, edaficamente condizio- .nato, nell'area della fascia QI; geneticamente collegato con la fascia AW.
Gypsophila hispanica Wk, - Endemismo iberico, edaficamente condizionato, nell'area della fascia QI ed in quella MG.
Lepidium subulatum L. - Edaficamente condizionato nell'area iberica della fascia QI ed in quella N. africana della fascia StT.
22 FRANCESCO SAPrA - SALVADOR RIVAS GQDAY
Reseda suffruticosa Locìl. - Endemismo iberico, edaficamente condizionato nell'area della fascia QI.Ritenendo che i popolamenti costituiti totalmente, o prevalente
mente da entità gipsicole rappresentino, per ragioni edafìche, un casoparticolare di quelli ad Artemisia lIerba-alba ne discuteremo in seguito e congiuntamente il significato.
3") FITOCENOSI AD ARTEMISIA HERBA-ALBA
Questa fitocenosi delle parti pianeggianti e dei terreni meno denudati ed in lieve declivio dei Monegros, costituendo per la sua estensione il tratto fisionomico più caratteristico della regione, ha richiamato sempre l'attenzione degli studiosi, malgrado essa rappresenti, rispetto alla gariga, un episodio secondario nella storia evolutiva dellavegetazione. .
Poichè Wi1lkomm in uno studio preliminare sulle regioni steppiche della penisola iberica (1852) e successivamente nella sua classicatrattazione sintetica (1896) incluse quest'area dei Monegros nel dominio della steppa iberica, sentiamo la necessità di esprimere, prima diogni altra cosa, il nostro punto di vista sull'impiego della denominazione « steppa ».
Il termine è stato introdotto da fitogeografi russi per designarefitocenosi erbacee di tipo prativo della Russia meridionale, legate adun particolare tipo di suolo e precisamente alle terre nere humiche,e ad un particolare tipo di clima, caratterizzato da inverni lunghi efreddi con abbondante copertura nevosa, da sensibile ritardo nella ripresa primaverile e conseguente rapido passaggio dal freddo invernaleal caldo estivo, da precipitazione scarse, ma con massimo estivo, e daevaporazione così forte da ridurre di molto l'effetto di tali precipitazioni. Molti AA. però, basandosi essenzialmente sui caratteri fisionomici, hanno esteso la denominazione di steppa a fitocenosi erbacee esuffruticose delle regioni aride del Nord Africa e dell'Asia col risultato di alterare il significato originario della parola, e di complicaresenza necessità la questione nomenclaturale; è frequente infatti incontrare nella letteratura per fitocenosi che non sono steppe espressionicome « Domaine maurétanc stcppique » (Braun Blanquet, 1924),Halphasteppe (Steppa a Stipa tenacissima), Scnnahstcppe (steppa aLygeum Spartum), Drissteppe (steppa ad Ampelodesma maurùanica) ecc.
È merito di Rege1 (1939) l'aver chiarito con estrema efficacia que-
CONTRIBUTO AI"L~INTERPRETAZIONE DEI' M()NEGROS 23
sta terminologia equivoca, dimostrando che la denominazione di steppa non può applicarsi alle fitocenosi che pur presentando somiglianzefisionomiche con la steppa russa, si trovano in condizioni climaticheed edafiche completamente differenti, e di aver proposto per le cosidette steppe a Stipa tenacissima, a Lygeum Spartum e ad ArtemisiaHerba-alba del Marocco, il termine molto più corretto di semideserti(Halbwiiste). Anche Schmid (1949) si è reso conto della necessità dievitare equivoci, allorchè, a proposito della fascia della Stipa tortilisprecisa, « Unter dem Stipa tortilis-Giirtel werden hicr alle steppenartigen Vegetationen der siidlichen Mediterrangebietes zusammen-gefasst ... )). .
Sia in termini generali, che nel caso particolare dei Monegros, noiaderiamo alla precisazione di Regel e conseguentemente non parleremo di steppa, ma di fitocenosi semidesertiche ad Artemisia Hcrbaalba.
Questopopolamento si presenta nei Monegros con una riccagamma di sfumature nella sua composizione floristica, sfumature chesono in diretta funzione della frequenza e della copertura esercitatadalla specie edificatrice. Un tentativo di rappresentare minutamentequeste sfumature ci porterebbe inevitabilmente alla descrizione dei singoli rilevameni e qualora tentassimo di definire sottotipi, o f~cies subordinate incorreremo nel pericolo di perdere di vista il carattere strutturalmente unitario della fitocenosi. Preferiamo perciò analizzare, nelsuo insieme, la compagine floristica, quale risulta dalla tabella seguente e successivamente mettere in evidenza le caratteristiche strutturali; infine con la riproduzione di due rilevamenti, rappresentanti termini estremi, cercheremo di dare un'idea dell'ampiezza della variabilità nella composizione floristica (v. tab..2 ,e fig. 5).
Dalla tabella e dalla curva relativa rileviamo ancora una forte prevalenza di entità della fascia QI, ma, contrariamente al caso della gariga, non si tratta più di un predominio quasi assoluto; è infatti giàsensibile la partecipazione di entità di altre fascie di vegetazione e dalpunto di vista quantitativo ·soprattutto della fascia StT. AHW. AW.Altre osservazioni scaturiscono però dall' esame della tabella e cioè:per quanto la fitocenosi sia costituita in gran prevalenza da ArtemisiaHerba-alba, manca un corteo floristico di entità caratteristiche di questa fascia di vegetazione; i rappresentanti delle fascie semidesertichee desertiche (AHW. AW.) sono entità ascrivibili sì a queste fascie divegetazione, ma poco tipiche dato il loro ampio areale mediterra-
ISe
rle
11z;;::,
,:1se
r/eIS~::t~I):::'~:1
serr
e!IS
t<Jn
da
rd.
cale
..~af
/anf
k<i
x"'~
m"if
C.so
i'k
Mn
trl3
as/
4ft
'Cf1
,!I1
P"'/O
'ifO
Ser
leS
tan
C/a
rd
Seri
e1
.ISe
r,,!
tem
pfra
Us<
lbh-
op,
sert
e'n
I?d
ite
rra
ne
aca
lexe
roaf
lant
t<a
xero
mor
f"sa
tam
oi'{
osa7
Seri
ece
ntr
o;;
sù,(
iC&
OTA
I.IW
IOli
AliR
clGE
IOP
lsul
AT
IMO
l'wIS
t.ltl'H
MIH
WOT
AIL
ICU
li!IA
IQRC
I,EiQ
PIST
.TIA
TIM
GlpW
lst.sr
IAKw
IHW
Lyge
umS
p&rf
umLO
/l.~clJ/nar;"iI
c<Fe
.ff.J
fa;b
es;
'S
fip
ap
arv
l/lo
ra.J
Jes/
.5h
"pa
pe
nn
afa
.l.-
,A
ven.
;>sr
omot
aes
C;O
lU)l
7.
/(oe
/E'r/
qph
/t'o
ldes
Pe
rr.
Koe
len"
,;va
/le
sùn
a(A
lI.j
Asc
h.6y
.j(
oele
ria
pl.J
besc
ens
(i.J
;m)
P..J
jei3
u.so
/uo
p"e
:ri
gidi
i(i
.)6
n:u
b.
Wim
gi2n
!Jei
m/a
Lim
arn
n.
J)"c
fy/i
:sh!
span
,ca
(Ro
M)
x"xi
).F
esh
lcil
al/U
laL
.,ss
p.e
'l-o
vm<
JH
ad
r.,
varo
gla
uca
Hac
f..B
rorn
u$
rub
ens
L.
Ae
gilo
l'sov
afa
L.
13ra
chyp
odiu
mra
mos
l.Im
(.<
-)!?
oem
.S
,hu
lt.
Bra
c-}l
(jp
od
/lJm
dis
tilc
h!l
um
(.1.
jRO
M'.
Sch
ult
.L
oli
um
rig
idu
mC
iaud
.L
(!p
furu
sIn
c<
Jrv
atu
s«
.)T
rin
.A
spa
rag
u5
acuf
tf"l
if.l
SJ.
..A
spho
de/I
.IJ
fist
lJ/o
sus
1..
Sa
/so
rave
rm/w
/afa
I...
ea
mp
ho
roS
mif
mo
nsp
dla
cu
m1
-.V
a/e"
';an
ella
·~oronala
JJC
.S
c"b
,Jsa
sld
leta
.L.,
ssp.
mM
spel
ù:'
ns/
sJ;
;,'1
.F
ilag
ogl'!~mantCà
,L.,
ssp.
ger,
.,-,a
n;ca
(~.)
1";"
,1';.
lo.
IVf/
crvp
us
òo
mb
rcin
os
La
g.
M;,
rop
u.5
erec
/ust
...
Art
emis
iaH
erba
.a
lba
Ass
.S
an
!:o
iin
aC
hem
<I2
Oip
aris
s,.l
$L..
,.X
er<
i/)t
hem
um
·in
ap
erh
,mJ)
C.
At~acf'fl;s
nu
mil
lsL
.O
no
po
rdo
na
cflu
/eL
.H
li'd
'ip
no
isp
O/'
;lm
orp
ha
J;C
.L
eon
l-o
do
n,h
isp
an
/cu
sM
eri
Jt,
Po
do
sperm
um
/ac/
n;a
l-u
m])
C.
Crl
.'ci
an
ella
pi1h
.J/a
,-,
o•
loo
•o
o•
o,
•,
oo
•o
co
o""
cJ
co
,.
ll<I
I"
"I
Ic
• 'leI
1<lo
.
!II;
I"I
II
o
:II
1I,
I'
~IIl:I
,I:
• o.I
lo.
IIO
.,. o~I
II1:1
';
• "I
Io
• ::III
1·1:
• •
c,
o
• oI
"Io
• •o
)o
!" ,l'
O·
".
:l'
o.
•
o'o
•
o.
I.,.
, • · •lo
o.
I'"
1:la
nfa9
0a
!6/c
an
s1.
..S
r,a
tice
ech
/ofd
e.s
L.
Th
,:/m
us
VU/9~r!.s
L.
R".
s"""
'r!n
us
off
,'c;
na
/ùL
.Sa
lV!i
lA
erh/
op's
L.
Sa
/v/"
,v"
rhen
i'}c
aL
,.s
-?'-e
rben
<1'
il(L
./B
r"!.
em,
M'1
rr"b
!um
v"!;
rare
LS,
denW
s$c
",.é
li,,/
des
L.,
,,~r
.
.C
iJva
ni!
/es,
.it.~S.
nu
cn"'
mP
ol!u
m1
-.,
S$p.
cap
ifa
!um
(L.)
.lJrio
{.7
éucr
i um
qn
<Jp
ha
iod
es
V..h
l.t.
ifh
OJp
"rm
um
(i).m
"!"m
(L.)
Vah
f,C
om'O
!"ul
u.s
ùn
ea
tus
L.
Er-
':1"n
;li",
""ca
J7
1p
esh
..e1.
..I
oHermari~
frul
lCO
Sa1..
.P
aro
n'J
ch
iaar
f/.e
nUa.
L<1m
.P
ar<
Jnyc
hia
"c..p
d"é
aL
a""
.Sa
n'!u
,jvr
-ba
~""'ri:aéa(Spàch.)f0df~.
I"(o
rCJm
!/asc
orp
i",d
es!-
fach
.H
/ppù
cr,p
JSm
uJH
s':!
/1,,'
-'sa
L..
Ast
rag
alu
.sSt
e!!'
i'_6
ou.
Ast
rag
a!u
sh
arn
oS
<JS
L.
Ast
rag
òl<
Js
inca
nl.
'sL.
.M
..dic
a9
0at
>ic
vlat
aw
:I~
Med
ica
qo
;;r"
ilC
O;<
.fJC
.-4
r-g
'jr-
%b
ium
"I.-
qen
tevm
(L';
WJr
.E
upho
r!;>
"aS
e.-r
at..
L.
Eu
p;,
orb
iaru
bra
C"v
.E
rod
i",m
C/c
on
/um
IL.)
L·f
ler.
1..;n
l./m
Stn
éfu
mL
.P
d5
/ga
lo1
mo~spe!''''ca
L.
S,(e
!?!:
'm
uso
p",!
aL.
.
He
Ji"
'nth
em
um
ap
en
n;n
",m
IL..
jL"m
.E
,scu
la/!
a!a
ev/:
?a
fdL
".s
sp..
coro
n.:
JPI/
olt"
a(L
)Ro
l..J
'i.A
I,!s
svm
4!y
.sS
'v/d
esL
..I
oE
ruca
sat/v
<1
t.ilm
ssp
,ve
sica
r!;;
;(L
./..l3
r/'1
.R
on
'da
!ut~a
L.
Eru
casf
rum
ob
f"u
sa
ng
';/u
mR
e/ch
.I
o
'10
c • ·o • o o • o ·o , o • • · · ·, • · • o · · • · ·, ..I
I~ o
c o,
o
oI
oo •
cI:
•
• • lo
,l'
•
o,
o
••
oI
o oI
o
". ••
,,,
Tab
.2
-A
nali
side
lco
mpl
esso
fìor
istic
ode
ise
mid
eser
tìad
Art
emis
iaH
erba
-alb
a.
CONTRIBUTO ALL'INTERPRETAZIONE DEI MONEGROS
'/,
60
25
50
,o
30
20
IO
Fig. 5 - Rappresentazione grafica della partecipazione delle singole fascìe aJ1a vegetazionedel semideseno ad Artemisia Herha-alba ,
neo; ed infine colpisce l'estrema povertà di endemismi, che si possanoconsiderare derivati dalla fiora di queste fascie e la loro quasi esclusivalocalizzazione sui gessi.
Questi fatti assumono notevole importanza per l'interpretazionedella fitocenosi in esame.
Si ritiene (Schmid, 1949) che la fascia Stipa tortilis abbia iniziatola sua differenziazione nella seconda metà del terziario, per un proCesso di xeromorfosi svoltosi su un nucleo Horistico di origine temperata e che abbia completato la sua compagine floristica con la successiva assimilazione di elementi xerofili subtropicali, Nell'area principale di evoluzione (Nord Africa) si differenziarono inoltre, per effettodell'isolamento geografico, numerose razze locali; nella regione mediterranca invece e particolarmente in Spagna e Sicilia si verificò unsemplice apporto di nuclei Iloristici di questa fascia, per effetto di parziali e ripetute reimmigrazioni. Che ciò sia avvenuto è provato nontanto dall' odierna estensione di alcune fitocenosi - sul cui carattereoriginario o meno dovremo discutere in seguito - quanto dal rinvenimento di veri e propri relitti in corrispondenza di terreni salsi o gessosi, o comunque edaficamente molto selcttivi,
Contemporaneamente, o quasi, si effettuò lungo le coste del Mediterraneo e sui terreni salsi interni l'infiltrazione verso occidente della
26 FRANCESCO SAPPA - SALVADOR· RIVAS GODAY
flora della fascia AHW e HW con una ricca differenziazione di endemismi; nel quaternario infine, la profonda trasgressione verso occidente della fascia delle steppea Stipa giunse ad interessare la penisolaiberica abbandonandovi alcuni dementi caratteristici come Adonisvernalis e Stipa pennata (quest'ultima gia differenziata nella ssp. mediterranea)'.
In conseguenza di questi eventi, la flora essenzialmente mediterranea dei livelli inferiori della penisola iberica fu compenetrata da tipidelle Iascie semidesertiche e steppiche i quali, pur di diversa origine,poterono affiancarsi dove le condizioni edafiche offrivano una base comune alle loro esigenze ecologiche.
Possiamo ora domandarci quali t~a le fitocenosi ad ArtemisiaHerba-alba, a Lygeum Spartum, a Stipa sp. pI., che coprono grandiestensioni della penisola iberica, siano da considerarsi di origine primaria o secondaria. A prescindere dalle osservazioni fatte in Marocco(Emberger, Regel, ecc.) ed in Spagna (Huguet del Villar), osservazioni che dimostrano un forte ampliamento antropico dell'areale diquesto tipo di vegetazione, crediamo che un importante elemento didiscriminazione sia fornito dalla flora stessa. E cioè riteniamo chesiano da considerarsi di origine secondaria (edafica, o antropica, o peril concorso di entrambi i fattori) quelle fitocenosi nelle quali mancano, o sono estremamente scarsi, rappresentanti veramente caratteristicidd tipo di vegetazione e gli endemismi.
Dopo quanto abbiamo messo in evidenza, riteniamo che le fitocenosi ad Artemisia Hcrba-alba dei Monegros debbano rientrare inquesta categoria e che la loro formazione possa ricondursi al seguenteprocesso. Date le modalità con cui si è formata la depressione dell'Ebroè legittimo ritenere che contemporaneamente alla formazione forestaledelle alture, abbiano potuto insediarsi nelle aree pianeggianti della regione dementi delle fascie semidesertiche e che la loro successivaespansione fino alla costituzione di fitocenosi compatte sia dovuta a
. due ordini di fattori e cioè: anzitutto al graduale arricchimento ddsuolo in sali (CaSO', MgSO ecc.), provenienti dal dilavamento dellependici, il cui rivestimento forestale prima per cause naturali e poiper azione antropica andava continuamente degradandosi permettendo così una sempre maggiore ed incontrollata erosione dd substrato; ed in secondo luogo all'azione dell'uomo, il quale, finchè non interverrà una bonifica agraria, ha interesse a mantenere ed estenderequeste fitocenosi come pascolo - sia pur magro - per le greggi transumanti. La diffusa e qualirativamentc ricca infiltrazione di dementi
CONTRIBUTO ALL'INTERPRETAZIONE DEI MONEGROS 27
xerofili della fascia QI è infine, a nostro avviso, un ulteriore argomentoper sostenere che lc fitocenosi in esame sono derivate secondariamenteda un tipo di vegetazione appartenente a questa fascia.
La cosidetta steppa aragonese deve quindi interpretarsi come unsemideserto edafico-antropico di origine secondaria.
Precisata la natura e la. probabile origine di questo popolamento,che conferisce al paesaggio aragonese tratti fisionomicamente simili aquelli di certe parti degli altipiani marocchini, ne daremo, sulla scortadei rilevamenti eseguiti, una breve descrizione.
Come si può osservare dalle fotografie l'Artemisia Hcrbaalba,specie edificatrice della fitocenosi, assume la tipica distribuzione aquinconcia, cioè a cespi isolati e più o meno regolarmente intervallati;le aree di terreno interposte tra i cespi di Artemisia, prive o quasi divegetazione durante la stagione arida estiva, ospitano subito dopo lepioggic primaverili una vegetazione terofitica, che rapidamente si dis-secca ai primi calori dell'estate. '
Questo componcnte terofitico varia moltissimo qualitativamentec quantitativamentc, secondo l'andamento stagionale e non è affattoraro il caso di un suo mancato sviluppo nelle annate di forte siccità:da ciò deriva la possibilità di sensibili scarti qualitativi e quantitativinei rilevamenti eseguiti in anni o stagioni diversi. Le erbacee perenniinvece, meno sensibili delle terofite, reagiscono alla maggiore o minoresiccità con un diverso grado di sviluppo; generalmente esse non colonizzano le parti centrali delle aree vuote, ma tendono a stabilirsi attorno ai cespi di Artemisia llerba-alba, sfruttando la protezione offertadal suflrutice contro l'eccesso di insolazione e di irradiazione. Tra lepoche specie perenni, che si insediano nelle aree denudate, sono .daricordarsi entità strettamente appressanti al suolo e sensibilmente alofile quali Camphorosma monspeliacum, Onopordon acaule, Plantagoalbicans, Convolvulus lineatus. Alternano infine, in maggiore o minormisura con Artemisia Herba-alba suffrutici quali Salsola vermiculata,Santolina Chamaecyparissus e cespi di graminacee quali LygeumSpartum, Stipa parolflora, S. juncea, S. pennata,
Come già abbiamo detto, Secondo la frequenza dell' ArtemisiaHcrba-alba ed il grado di copertura da essa esercitato variano l'aspettofisionomico e fino ad un certo punto la composizione floristica dellafitocenosi, colla comparsa di una serie di termini che segnano il passaggio graduale da popolamenti con assoluto predominio di ArtemisiaHerba-alba ad altri con maggior partecipazione delle graminaceeperenni.
28 FRANCESCOSAPPA - SALVADOR RIVAS GODAY
Il primo rilevamento (tab. 3) esprime appunto la prima condizione (Artemisia Hcrba-alba 62.5 %), mentre il secondo rilevamento(tab. 4) rispecchia una condizione assai prossima all'estremo opposto;la rappresentazione grafica di tali rilevamenti è di per sè così espressivaed eloquente da esimerci da ulteriori particolari descrittivi.·
CONCLUSIONI
Esaurita l'indagine, possiamo così riassumere il nostro punto divista:
- valutando criticamente il significato degli odierni, scarsi relitti aroborei, siamo convinti che il nucleo originario ed essenziale dellavegetazione dei Monegros vada ricercato in un'antica formazioneforestale, costituitasi per l'affiancamento di lembi a runiperus thuriiera della fascia Cupressacee, rimasti in sito durante il processodi regressione di questa fascia, con fitocenosi boschive, prcsumibilmente a Pinus halepensis, della fascia Quercux Ilex;
individuati i fattori ambientali ed antropici responsabili della degradazione di questa formazione forestale, riteniamo che da essasiano derivati sia l'odierna gariga che il semideserto ad ArtemisiaHerba-alba;
- insistiamo infine sul fatto che quest'ultimo, pur costituendo l'aspetto che più colpisce nell'odierno paesaggio vegetale dei Monegros,
va considerato come un episodio secondario, e nettamente subordinato al primo, del processo evolutivo subito dalla vegetazione.
Concludiamo quindi affermando che la vegetazione dei Monegros è la risultante di fenomeni assai più complessi di quanto oggiappaia, fenomeni individuabili e con una certa approssimazione ricostruibili solo attraverso una valutazione critica e non unicamente descrittiva degli elementi attualmente rilevabili.
Bibliogralia
Boi.os A. VAYREDA~ 1950 - Vegetaci6n dt! las comarcas Barcclonesas. Inst. Espanol de estudio Mcditerrancos. 1-579. Barcelona.
CERECÉDA DAN'fIN J., 1948 - Kesumen fisiografico de la Peninsula iberica. Conscjc Sup. de Invcstigacioncs Ciéntificas. II ed. 1-303. Madrid.
CONTRIBUro -ALL~INTERPR.ETAZIONEDEI MONEGROS 29
E~{BERGER L., 1939 - Aperçu généml sur la végétation du Maroc. Veroff. Geobot.Inst. Rube! Zurich. Heft. 14, 40-157.
FERNANDEZ-GALTANO E'., 1953 - Obseroaciones ecol6gicas sobre las alineacionessiliuicas de la prooincia de Zaraçoza. An. [ardin Bot. de Madrid XI val. I,569-584.
GAUSSEN H., 1935 - Sol, climat ct végétation des Pyrénées espagnoles. Rev. deAcademin de Oiencias de Zaragoza. XVIII, 109-174.
HUGUET. DEL VILLAR E., 1925 - Avance geobotanico sobri: la pretendida estepacentrai dc Espatia. Iberica XII, n" 576, 281-283. Ibid. n" 577, 297-302. Ibid.n" 579, 328-333. Ibid. n" 580, 344-350.
KUBIENA W. L., 1952 - Claves sistematicas de suclos, Consejo Sup. Investigaciones Cientificas. Madrid.
LOSA T. M. MONTSERRAT P., 1952 - Nueva aportacion al estudio de la flora delo.s montcs cémabro-lconcscs, An. Jardin Bot. dc Madrid XI, vol. II, 385-462;
REGEI" C., 1939 - Geobotanische Bcobachtungen auf cincr Reisc in Af.aro'kk...o undin der Sahara. Veroff. Geobot. Inst. Rube! Zurich. Heft. 14; 192-216.
RIVAS GODAY S., 1947 - La aridcz y Mgrocontinentalidad en las provincias di:EJ-pana y su relaci6n con las comunidades vegetales climéticas (climax).An. Jardin Bot. de Madrid, VII, 501-510.
RIVAS GODAY S., 1948 :- Vegetacion de la Hcspcria africana. Alta Comisaria deEspada in Marruecos. Delegaci6n de Educatién y cultura. Conferenzie.57-76. 'Tetuan.
RIVAS GODAY S., ASENSIO AMOR, 1945 ~ El suolo en la serie d~ sucesion lacustre.BaI. Consejo G. Col. Farm. IV, n" 39, 8 pp.
RIVAS GODAY S. FERNANDEZ-GALIANO E., 1951 - Prcclìmax y postclìma» de origenedafico. An. [ardin Bot. de Madrid X, 455-517.
SAPPA F., 1951 - Illustrazione ed esemplificazione sui querceti delle Langhe diun metodo biocenotico proposto da E. Schmid. N. G. B. 1. n. S. 58, 195-236.
SAPPA F., 1952- La vegetazione delle Langhe (Subappenino piemontese). Allionia I, 1-144.
SAPPA F., 1952 - Relazione preliminare su un viaggio in Spagna, organizzatodall'Istituto Botanico dell'Università di Torino. N. G. B. 1. LIX, 492-494.
SCHMID E., 1936 - Rie Relik...tfOhre11tualder der Alpen. Beitr. Gecbot. Landesaufn.Schweiz. Heft. 21, 1-190.
SCHMID E., 1949 - Prinzipien der natiirlichen Gliederung der Vegetation des Mediterrangebietes. Ber. Schweiz. Bot. Ges. 19, 169-200.
SCHMID E., 1950 - Zur vegetationanalyse numidischer Eichcruodlder. Ber. Geobot. Forscb. Inst. Rube], 1949, 23-39.
SCHMID E., 1952 - Natiolichc Vegetationsgliederung am Beispiel des spanischenRit. Ibidem 1952, 55-79.
WU.LKGMM- M., 1852 - Die Strand und Steppengebiete der iberischen Halbinselund deren Vegetation. Lcipzig.
30 FRANCESCO SAl'PA - SALVADOR RIVAS GODAY
WILLKOMM M., 1896 - Grundzùge del' Pflanzenverbreitung aut da iòerischcnHalbinsel. Leipzig.
WILLKOMM M., LANGF. L 1870 ~ Prodromus Floraa hispanicae. VoI. I-III.,Stuttgart. '
Riassunto
Gli AA. si propongono di dare un'interpretazione della vegetazione deiMonegros (Aragona-Spagna).
Dopo un breve studio delle caratteristiche geologiche, topografiche, climatiche ed edafìche della regione considerano singolarmente i tre principali aspettidella vegetazione odierna e cioè: la gariga insediata sulle pendici dei rilievi;le comunità di -entità gipsicole distribuite lungo la linea di contatto dei pendiicolle parti pianeggianti; e le 'fitocenosi ad Artemisia Hcrba-albn proprie di quest'ultime.
Dall'esame critico dei relitti arborei e specialmente del funiperus thuriferagiungono alla conclusione che sulle alture dei Monegros doveva esistere un'antica formazione forestale, originatasi dall'affiancamento eli lembi a Juniperusthuriicra della fascia Cuprassaccc, rimasti in sito durante il processo di rcgressione di questa fascia, con fitocenosi boschive, presumib.ilmente a Pinus halepensis della fascia Quercus llex. Dalla degradazione, in parte naturale ed inparte antropica, di questa formazione forestale ritengono siano derivate l'attualegariga ed i popolamenti ad Artemisia Herba-alba. Descrivendo le caratteristichefloristiche e strutturali di questi ultimi mettono in rilievo la poca opportunitàdi impiegare per essi il termine « steppa) e propongono in cambio la' dizione{( semideserto ». Gli AA. ritengono infine che l'attuale scmideserto dei Monegros sia di .origine secondaria per cause edafico-antropiche.
Resumen
Los autores se proponen dar una incccprctacìon de la vegctacion de 10s Monegros (provincias de Zaragoza y Lerida: Espafia).
Dcspucs de un breve estudio dc' las caracteristicas geologicas, topogd.ficas,climéricas y cdàficas de la region, consìderan por separado Ios tres principalesaspectos de la vegetaci6n actual, a saber: la garriga asentada sobre las pçndìentes del relicvec.las comunidades gipsicolas exrendìdas a lo largo de la lineade contactode las-zonas elcvadas con las partes llanas; y la fitocenosis de Artemisia Herba-alba propia de estas ultimas.
Del examen crjtico de los rclictos arbéreos y especialmcnte del [unipcrusthurifera;llegan a la conclusidn de que sobre las alturas de Ics Moncgros hadebido existir una antigua formacién foresta], originada por cl afianzamìentode los bordes con [unipcrus thudfera del grado Cupressaceae, que ha persistidodurante el proceso de regresion de este grado, COli fitocenosis de bcsques, seguramente con Pinus halepensis del grado Quercu-x Ilex. De la dcgradacién, enparte naturaltv en ·parte antropogena, de esta fcrmacién forestal. creen quc se
CONTRIBUTO ALL~INTERPIlliTAZIONEDEI MONEGROS al
han derivarlo la actual garriga y las poblaciones con Artemisia Herba-alba. Aldescribir las caracterfstìcas floristicas y estructuralcs de estas ultirnas ponen dcrelieve e1 inadecuado empleo para ellas del térrnino ( estepa») y proponen encambio la denominacién « semidesierto ». Los autores crcen rsmbien que elactua] semidesierto de los Monegros es de origen secundario por causas edéficoantrop6genas.
Summary
An attempt of intcrprctation of the Moncgros' vegetation (Aragon-Spaìn)is made. Afrer a brief considerarion of the geological, topographic, c1imatic endedaphic charactcrìstics of the region, the AA. deal wìth three maìn features ofthe preseot vegetation, viz.; thc gariga,· covering the slopcs of the Southernheights; the gypsicoIous plant communìties scattered along the ccntact betweenthe heights and the plain,aod the Artemisia. Herba-alba communities ofthe plain.
A critical study of the arboreous rclic taxa and cspecially of lunipcrus thuriicra allows the AA. to conclude that an ancient forest covered thc Southernheights of the Moncgros; this forest should havc been origioatecl by an overlapping of stretches of luniperus thurifera wood (Cupressacee vegetatioo beh), remained in loco during the regression of the vegetation beh, with forest communitìes of the Quercus Ilex vegctation belt, probably Pinetum halepensù. According to the AA. the gariga and thc Artemisia Herba-alba communities are theresult of a natural and human degradation of the ancient forestoDealingwith tbe floristic and structurnl charactcristics of thc Artemisia Herbaalba communities the AA._ propose the use of the word hulf-desert ìnstead ofsteppa and declare their opinion that thc preseot half-desert of the Monegrosis to be cousìdered as one secondly caused by humun and cdaphic facrors.
Semidcscrto dei Moncgros con piccola altura rivestita eiagariga.
Fitocenosi acl Artemisia Hcrba-alba.
Relitti eli juniperus rhurifcra.
Fitocenosi ad Artemisia Herba-alba.
Rilev. t. .LOca!it03' " Monpgros, trct Cand8.sn!:lS e 7'eJl,,!bé/ i alt. JI)() m. ~frçil s.l:m .
.
f 2 3 • 5 1 2 3 4 5 1 2 3 • 5 1 2 3 4 , f 2 3 4 5H '·3 ,., 3·ff '·3 1.2-1" H '·9 ,-,3 4 {--S-6 I H 3 , f 3 r- , l, , '-7 f t ,
1
IH ,., t- 3
" 9-Jj I '·3 I I I I7 I- 7 ,- 3 11 t- , I-fl '-9 9-12.. I H I r I
I , -8 1-' 1-' I , -3 ,-, I '-9 I 3-' I- Il I , l-N r 1
1-, '·3 , ,., Ie'l , 1·9 l' li! 3 , , '-3 ,-, ,I-~S r l'~l I r 1 I 1
,- J f-9 1-3 '·9 ,-,1-.24 '-3 ,.,
9 ,-, r N-ti 7-/3 , rs , '-3 j -u" 3·9 , r , r , 1 ,-,
" " 9,., ,. J3 a-9 , ,-, 1-3 I 1 '·9 e-s 1-6 f- 12 , 1-9 , r r 1 , r , 1 I I
,., r-s 1-3 H , ,-, , re-s I-Ii{ 9 9-10 go/Q , 3 -If I '-3 9 t r I I I e-s I-J I I
31-3 '·3 f)-II
"f-3 '-3 /-3 9 3- Il t-s " 3-9 r ,-, I , r ee r-ee , t , , 9-11
,-, ,- 3 r- 3 ,- , ,., , -a '·9 '·3 '-3 '-6, 'o, 9 '-3 r-» 6·9 9 ,f3 '-3 /I 13 3-9 " 1-3 r 22 / '·9 9,-, H 3·' H f- J '
'-l '-6 t6 9 Il 'I 9 9 3·' ,-, ,., /I r-s , t / / , /-,/·7 lo' ,., ,- 3 e- , ,.,
r ," re 7 '-3 , 3·' 6- 9 ,-, /-9 9 e-s f J-ft / / 1-,2$
, , l-la , '·73-/rJ , 8 f· f3 3 ,1-,22 22 " '-3 '-3 , , /
, ,., 9 t-rz 1-9 / I-IO 3-'/·3
/ 1-12 , /-.2it ,./ / / l , , /7
'-7 ,-,/ r I , / e
" "t- 9 f 9J f -/2. t- It / t-re r 1- f(J 10ft r-s , , -3 30 /-21
/ I~J '·9 ,-, , ,-,s- ff , / '·3 / r , I , / , /1/
/ I //-,
I ,-, 3·9 / t /v:s 7 c- 6 / 1,-(1 /I / ,I f.9 /·9 '-3 , ,-, ,- 3 1-' , 1 I· / / I t / I
{ { , /-3 3-' 3 I-/~ / I / r. 8 /-8 , / 1--l9
{ , I / /-3 r-r '·63·' , / I 8 S~8 , I '-8 / / {7
,f
1,-6 /·7 , 6 I , / / / f+41l
, { , / I 8 '-8 , / I / l
l I / / /, 3 l / 8 / / / / / f 1 ,{ /·9 / / / f I /·8 l / I 1 f f ", i / , / f 1 f / f f l t I
{ I l {
1/ f- 17 (-71-/9 Il Il / / / f 3 / f -f(J "19
Tab. 3 - Rilevamento 1.. Fitocenosi con Artemisia Herba-alba predominante.
1} Artemisia Herb<hllbd Ass. 62,5"6 i'~
2) Coroni{lascorpundes !focI! O.~" N
3) Mi,r~pqS ereaus L. 16.1<$ ..It) Hedypno;spolymorpMAC. 0,32~) Kaelt>ria phleoidf!s Pens. 0,486) lolium rigidurn uillJd. ".)Z7J .lJromus rqbensL. ~,12
8) Medici1'l.0 apiculilfa W. 2.21, "9) AStl'il9i1{uS sfel/a 6(1). {I,oi( "(o) Aegi/op.$ ov.>ta L. 1,92 "
If) Atractylis hqmi/is L. ),68 "
12) Astril9i1/US hsmosus L. 1.91 "IJ) WallgenheiTnia l.ima Trl'". 0,1$1, "14) Echinaria capitata JJesf. 0,48(5) Erucil. vestcer/e (l.) Cav, (J,t,8 •fb) Medicago preecox PC. 416 •1'1) :Brachypodium disl:acll!l""'(l,..jIèJ''''' "12(8) 'c81>105a monspelien5is J.1<q. ·'""'c.f. :(9) COIlvolvu/us (in~tus L. 0,61,,,~o) E;scqtel/<} auni:ufota L, o,.n "21) Leplurus incorvatus n'''". o. 16 "22) Salsola. v"m/lCq!al:aL. 0,80.23) Err;ngium campestre L. 416 "2") Pactlflis hispanica//il;}h.j/li;ch. 0,1,/} N
:ts) reuo-ium capital:uJTI(!).Br/'1. 0.16"<'6) Santo/ina Chamaec!ll'"r/ssqs L, 0,(6 N
<''I) Asphodel"s fisfulosus L. 0,16 ":un Camphoromlil mOllspeliacum L.. o. 61, u2')) LljgeulIISparfum LOII. 0,32..30) Micropus bombycinus La9. 0,/6"
-----....,---~--------------l
Locatita' ;Rilev, z .
Mon<tgros, tr... N"9<i1. e CandRsnoS ; alt. .Joom.drca J.f.m.
l'end. pianeggiante. vs, V. '9S:J,.
1 • 3 4 5 1 z 3 4 5 , a 3 • 5 f a 3 • 5 f z 3 4 S
n ,- 2 , -4 '-2 t- 2 ,-, f-4 r-e , 1-< ,- 2 f- , e- c ,-c ,- e 2-'"s , • • 5
, , '5 • 24 o-rr, ~ .)2 r: ,ç 4 ,-,
1,-./5' /, 9-/2 /2-JI< 6 '-2 f_ 6f4
-~
f- , r-e r- 21----- fJ
f-2 6-1 t - , t- 2 2-1 t- 2 t- < /-< r-e f-4 G-' r-e f- • 2-G f-6f-2
4,- , r 1 13
l'-II; .f~f~ " • rr: rs 2-' , IrlS /; _l''' ,- 2 f- 2 G-, a·l, f- 2 lo -fS ;J.';I.-' 9-/0
" '7 re "-t- , /q; 2'/0 l-/() IdI f- , G-' '-4 h' 2-' t-2 f-2 1_'6 s-ro t-2 l-IS 2-/2 r-. 6 6-11,- 640 6-/0 1-/(;1
j-. r-s 9 /2-/;1 /~'/6 /.1../0 J/;"2s r-ss 1/;-/$ '3 J2 6 29 1S'·/9 p-I!>
" vs- 2-7 /0_11, /J'.J!i' "6·1.1
/J-I/,-ft so '7 "I.J./.(-
t- , t- , ,-G l-Io f-' ,-, f- 2 f- 2 2-6 '-6 f-, f-G ;-, t-fl,- /'/(1 6-' '-6 ;"'/8
6 P 13 7-13 f f'/~ /(141, !(l./.!!,_ 6 f- 2 6 f-2 iO 11-15' iO f; I; /3-/)' f3 {O·f1 2-13 /0"/1, 2'
t- 6 ,-, {-/;" f- , ,- , ,- 2 (1).1)' ,_ 6 f-2 ,- 2 t- 2 r-Òz r- , 2_' 2·/J 1,-.,1"{-{O /"/~ rs {, " I.H9 10'{4 '"
, ,-, 2. -l'i 1-2 6-13 7-2/ 2-1 /s ro t- a 10-19 e, /o
"l' ",- 4 6-9 t- a ,-, 2-8 2- c ,- 2 s- 2 f- , 8-/1 ,., f - ,
'"' '"' H 2-/1H J -13 I·M f 9 to ro 11)-11 18';U /I-IO r-e to-so " ~'/'J 6-' /J-2IJ /(J.IJ i-2 2,
"2-/5
"2-/.y T /4-<11
-- "'-7 2-13 '-2 t- 1 ,-, 1-2 f- s s-ts /-3 ,_ C f- , e-» '-1 e- e {-, 1..- 11( 2-C /0 -I{, IY 7-f, lo ·11 r- 1
" lo·IN s i9 " ;J-IJ I-_N I-IS" G 1)'-.20 s-s 1(1·?1I-Io ts re-so l'J-N "
~- I~ 2·11/ '4",., {-, _. _.,"
T-C (_1(1 2-6 6-$,{- , {- , ,-, , -e /3-/1; '-6 1·1, t- , 1- 13 z -8 e-s 2-10 6-/1, 1,4-1,, ;J-)ç;J-13, ·0·1f tf -/I 10-/j , IJ-I$ /O'Ii' " 1 /f-I$ "
,-," " .?IJ-Jo " " If-,H I, rs ss "" -
H a -to ,-, ,., t- e ,-, ... f)-IIt- a t , , lo -19 ,-6 z-ro 2~/() C-'
8-/:?- " 10-13 13 lo;i~ 10-18 /o {ft-H {-, H-I}, 'l' If 2-)2 {- ,2' fl·/O If,-I, M-le 6 -ra ,2 -II, a to If·19
"lIi:t; ",- , 2-{ 7-12 6+9 , , 2-1' ,-, '-6 r- e ,., 6- /o '-6 6-' 6_10
{ O;:13·11< 5 -, fIdi IJ-I' 11- 16 " ,l-/'; { /-18 1-13
" r- z" 18 {7 /3-/1, 6-8 n 14-/0 2·tq l
",
{; m zo IJ-}I,
e- , {- , f-2 1-1-6 ,-, 1- 1 , -8 8- /l, f_ a t -, r- a 7~8 I - IO e-s 2-'12-19 B·/Z 6-1' 18-19 Ift-" Il.-1. 10-13 /s: " .2 -rs f ,
6I~/' 1J,·Zo 2 ,O 13"111 13-.Jt
'" " rs"{-, (-2-3 ì- 6 t- 6 r-s 2-H ,/t-l'i f- III 2-8 f-2 t- 6 I~ 19 v- 6 13-}1; r- a
8-/Z 6 - 13 IO h-' f-18 14 18 i9 J-19 16 l-N
" Jif~/J, I/'-/f " " H (J-19 IJ_II, IJ~Jo J-I, ;,
" " "Z-' ,-, ,-, f-2 I~.z-~ '-G 2-C /I-IJ 1- 1ft '-2 1-6 I)-l't 2- , 1ft-I.8-18 91;'2
12-1'1 8-a Ili/I; f),-18 /(}-I$ ,- , 18-19 " " 1'l-(!O f 'a 1~/3 '0 /5
" • " (0-20
" ",- 8 h-' 2-, (-8 f-' 2-C .2-8 M-IS- f -" 2-/~ 6-11, /-6 /-.16-18 If'-I€ $ -Ii 11- 13 IrJ-IB 4',:1,
" ":a ~/, ,
1411,-19 2
" "6-1/ t'i-I') 4-1, I- l,
"f /3'-1'
2" " " 16-IB " ",1-2- J {- , 2:, ,-, 6~ 1$ (i-J' 2-' Itl-Ilt J,-iJO 2-fIt 7- (O ,2~ II, 6-/3 /_6 f-, f-'Il- II, O-/It 6: j/; I, 19-·<1 ~~:~% If)-Ift "
:a -I, <t 1,-2/ M-III 23 ",< (;-Ift fA-,H 13-/~ ,< 1~-18 1~-19 6-/; f-,
I(.-t$ " "Itl-U
I- 1/ ,- l t- 3 7- lO l-Io ,-, 2-7 6-9 (, -lo 11-1$ 5-/0 6-10 ~_ 13 ~_Io
I}'-H6 I~ -/8 t - < th 111-18 16-21 7 " 13-14 "
6-/3 'o Ii-I, " " ~~/.s- '. N :J -lO th I",-.çl
'",., 2- Il 13-11; 7- /rJ 6.-11, ,_ 5 IQ-Ift 6~/1( 6~/4/>-Ir , -6
11-18 13-1, 17-18 ,. l'f-IO
"2i " f " i4 11,,-/; 6"-11" ,- 30 6-14 1-33 10-1, 10-19, " " /8-30 2t
1+3 foN-
t-, 1-13 ~-tt 1-/8 {-Iii 6-/3 6~/3 6~/(J 4-7 ,l- t3fFN9 1,-18 i8 tf 11I·~o ?rJ-21 /3-18 6-11, {-iJl
",. n '. 13-14 " 2i14-2/ " " f<
Z-j 1- 2 '"' ,- 6 ,_ 2 <-. 2-. 1-13 (-1$ 13-1/i .-, 6-<lf I~ IB, Ig-U /51-/9 '9 i8 ,-, 8-/.1< 14 6-lft " th 1-19 f n-II"
i8 13-14 "t-l't f8 28 2 (o-I'> 18-331)-/1( " i9
-8-1~ , -6 '-1 2- 1 f-' 2- , 6-11< t-/J .
6~/3 6-' t-"fg-/g " /.4-/8 " f(;-Il 7 {3-18 ,< f-Ift I~ 13 i4 {-/.y 1-33 11i-/'i" i4
, , 4 ,l' 6 1-41 28
J- 11 J_ 1/ ,-, '-8 ,- 6 6-' 2-1 6-ff t-, 6-' 2-6 6-11, f -II,2' " " 2' 1-1}, 13-M I()-~ "
f , f ,< f-7 f9 I)-l't 2' l" 21 {-l'i ,-."
6 I~ III
l-' 3~/f/ Z-Ilt ,-, 7, Il, ,-, 6-11, f - 2 -2 /-< '-2 .-, ,-G 1~11t I-I"iO 'o " , /t-~I f-18 {-Ik O-/li 6
21{-< 6 '-2 i4 " • 6-,U 14 11)·33
21 I-II, 1-18
"-.3- 11, 2
6-16 <?rJ '5 -18 , ,- C ,-o 3_6 ,- 6 , I~ II,
f4-/B D-13 l-III lu-M i3 I-/~
" " "3 ~/'i"-
23 2 I , I- 18 f 1 I- 14 1 -14 {-7 .-,t !.I-Ift < ;. fi9 2i "·-1
- - --c-- -- --'- --- -~ - !-~ --J 6-' 6 , 1-19 f 1-:1, ~-(121
, (i-.?!
", 1J-/1( 6~/I, 0-14 (i-14 .,-14 l.h?1 ,- 9 9 16 • (;-13 ,-<
Tab. 4 - Rileyamcnto 2. Fitocenosi con Artcmi~ia Herba-alba non predominante_
I) PlJnlago <1/J,"'<1ns L. 1,1.o()r.2) Medicago ap/eu/afa Hl. J8,f<- ~
J) Lygeul1J Sparlu;" Mil. ),68 ..
4) Sill'ne mUJcipu/~ L. 6,1,{)..s} Asphodel'Js (isl:'Jlosus L, Z, OD ~
6) Arfemisiq Herba_illbil Ass. 2~,0f) ..7) OnvpordotJ aeaule 1... /0,08"8) -,eucrium gnaphak.des Vahf. 10,,6"9) Ergng/um c<Jmpes/:re f.._ c.rs,IO) Aegi/ops ()Vi/!iJ L. liJ,80'
Il) Paronf/ch;a capilala L<1m. q,16.l'::) Th!lmuf' vulgerls L. <:,>6"li) Shp<i parv'IIOrq lJesj, 1,,66'~
II<) Sahiosi/ mtlrlspelr;'n.Jù ./ac1. .?3, se»l'i) AIY.Jsum AIyss(>l'des L. 1$,<'''.16) (ororulla scorp/oid",s frocI>, I ,IU ,.O'J A!Ncf!Jlis hllmilis L. ..1,0'6,la) Linl/m slricfum L. 1~,'r8 ~
19)8r,;ch,/pm/iuf1J d/stach!lllm(~JIi'~""'.el s<6. 6,)6 "~o) (,.mphorosma monSpeliàclIm L, L!,t,.~/) Erueusl:rum obtusangu/uro l''I,/ch. '6,)8 ~
U) lJaclylls hispiln/ca. (Ro!f>.) /("ch: O, il ..Z3) i3ùClIletla <1ur/CU/q}a L. O, la •li,) Sderepoa r/g/(ù(l-)vrù 0,$0,.l'i) /I/ppocrep'-s miJlfi.rih<ruoSi/ L _ /, t<! N
26) rr/c;'os!omllJ?1 trispulum .lJruch. 0, l<f..l't} Sanguisorbil mur/cq}q (-SI",ch)F"circ. c. 6" q
'<Il) Reseda l/dea. L. 0,6".<9} Avena. bromoides ucuan. 0,3<' ~JO) Polggafa monspeliaca L. 0,96 ...31) Asp"ragus ac.uHio/ius L. C, 16 ..J2}San/olin,] Chamaec!fpar/sslls L, O, "8..,3J)SiJ/via //erbenac.. L. • 0,96~
J't)S/l/erit/s ,scprd'o/deS L. (J,16 q
..H)Safso/d vermicuMta L. 0,3<'"J6)Euphorb/q ..serrd!a 1... O,16N