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CONVENTO / PARROCCHIA SS. CROCIFISSO Meravigliati dal Suo Amore! DIGIUNO COMUNITARIO INCANTATI DA LUI… VENERDI’ SANTO 2015

CONVENTO / PARROCCHIA SS. CROCIFISSO · CROCIFISSO Meravigliati dal Suo Amore! ... Uomini: O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. ... Oh Signor,

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CONVENTO / PARROCCHIA SS. CROCIFISSO

Meravigliati dal Suo Amore!

DIGIUNO COMUNITARIO INCANTATI DA LUI…

VENERDI’ SANTO 2015

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Introduzione del momento di preghiera da parte della guida…

Guida: Anche quest’anno ci ritroviamo a sostare dinanzi a te Gesù. Vogliamo sostare dinanzi al tuo corpo martoriato e morente, appeso ad una croce. Vo-gliamo adorare il tuo corpo umiliato e sanguinante, vogliamo restare con te perché solo così potremo avere la pace. Da quelle piaghe gloriose scandalo per molti ma grazia per tutti, nasce la nostra vittoria! La nostra fede si rinsalda e la nostra speranza si concretizza. Grazie Signore Gesù per questi immensi do-ni che ci fai, per questa possibilità di farci figli del Padre celeste, per l’immen-so amore che ancora una volta ci meraviglia, che ancora una volta stupisce il nostro cuore e ci rende muti dinanzi a tanto amore. Vogliamo adorarti Signo-re, vogliamo lodare il tuo immenso amore, vogliamo, con nostra povertà, ac-compagnarti in queste ore di dolore perché tu sei Meraviglioso! Silenzio... Canto di adorazione: MERAVIGLIOSO SEI

Meraviglioso sei chi è pari a Te, Gesù?

Solo Tu puoi ristorar e rinnovar il mio cuor.

Meraviglioso sei per l'eternità, il canto mio sarai.

Hai conquistato ogni parte di me, meraviglioso sei.

Padre di grazia, nessun altro è come Te. Tu soltanto puoi guarirle ferite che ho nel mio cuor.

G. Preghiamo Dio, Padre nostro, concedi a noi qui riuniti d’innalzare un canto di lode a Cri-sto, Agnello immolato per la nostra salvezza. Egli si è dato a noi sotto il segno di questo pane per rimanere sempre con noi. Ravviva in noi il desiderio di contemplarlo nella Domenica che non ha tramonto e di partecipare al suo convito eterno. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

PREGHIERA DI LODE

Preghiamo con le parole del salmo ( cori alterni uomini e donne), ogni ver-setto si canta il Canone

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Tutti: oh oh oh..adoramus Te Domine! (2v)

Uomini: O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.

canone Donne: Grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare. Una generazione narra all’altra le tue opere annunzia le tue meraviglie.

canone Proclamano lo splendore della tua gloria e raccontano i tuoi prodigi. Dicono la stupenda tua potenza e parlano della tua grandezza. canone Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza, Per manifestare agli uomini i tuoi prodigi

e la splendida gloria del tuo regno. canone

Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a quanti lo invocano a quanti lo cercano con cuore sincero. Canti la mia bocca la lode del Signore e ogni vivente benedica il suo nome santo, in eterno e sempre. (insieme) ...Gloria al Padre…

Adorazione silenziosa

CANTO: PANE DI VITA

Pane di vita sei spezzato per tutti noi chi ne mangia per sempre in Te vivrà. Veniamo al Tuo santo altar, mensa del Tuo amor,

come pane vieni in mezzo a noi.

Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore

e ti offri oggi per noi. Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore

e ti offri oggi per noi.

Fonte di vita sei,immensa carità, il Tuo sangue ci dona l’eternità. Veniamo al Tuo santo altar,

mensa del Tuo amor, come vino vieni in mezzo a noi.

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L.1 Dagli scritti di Madre Teresa

“La sofferenza non scomparirà mai del tutto dalla nostra vita. Non abbiatene quindi paura. La sofferenza è un grande veicolo d’amore se la sfruttate e so-prattutto se la offrite per la pace del mondo. La sofferenza i se stessa è inutile ma se condivisa con la passione di Cristo è un dono meraviglioso e un segno d’amore. La sofferenza di Cristo si è rivelata essere un dono, il più grande do-no d’amore. Dio ama chi dona con letizia facciamo in modo che nulla ci turbi e ci spinga al dolore fino a privarci della gioia della resurrezione. L’amore di Dio è infinito e con Lui nulla è impossibile”. L2. Dall’Autobiografia di S. Teresa di Lisieux

Compresi e conobbi che l’amore abbraccia tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola che l’amore è eterno. Allora con somma gioia gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l’amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa: nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore e in tal modo sarò tutto!”.

Insieme... Tu sei santo, Signore Dio unico, che compi meraviglie.

Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei altissimo. Tu sei Re onnipotente, tu Padre santo, Re del cielo e della terra.

Tu sei Trino e Uno, Signore Dio degli dei, Tu sei bene, ogni bene, sommo be-ne, Signore Dio, vivo e vero.

Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei mansuetudine

Tu sei sicurezza. Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia. Tu sei speranza nostra. Tu sei giustizia. Tu sei temperanza.

Tu sei ogni nostra sufficiente ricchezza. Tu sei bellezza. Tu sei mansuetudine. Tu sei protettore. Tu sei custode e difensore nostro.

Tu sei fortezza. Tu sei refrigerio. Tu sei speranza nostra. Tu sei fede nostra . Tu sei carità nostra. Tu sei completa dolcezza nostra.

Tu sei nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

GESTO: durante l’Ascolto della canzone “Incanto” di Tiziano Ferro… ognuno riceve un’istantanea...tema della nostra preghiera. Testo della canzone a pag. 18

Silenzio di adorazione

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Canto: L’AMORE DEL PADRE

Ecco il momento e l’ora Signore, oggi Ti voglio incontrare

e ritornare nella Tua casa per restare insieme a Te. Non sono degno, questo Io so, di esser

chiamato Tuo figlio,

Il mio peccato è sempre innanzi a me ma confido nel Tuo amore.

Oh Signor, ecco il mio cuore voglio donarlo a Te,

Ti darò la mia povertà, è tutto quel che ho. Con amore mi abbraccerai e farai festa per me,

se con forza io griderò,

Padre io voglio il Tuo amor.

(finale 3 volte)

L.3 Dalle Fonti Francescane

“Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discende nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, crede-vano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo il pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. Pertanto, scongiuro tutti voi, fratelli, baciandovi i piedi e con tutto l’amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potete, tutta la riverenza e tutto l’onore al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio onnipotente”. Silenzio…

L1. Dalle Fonti Francescane Ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità. Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, anche se unica, se il tempo lo permetteva. Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri. Infatti, essen-do colmo di riverenza per questo venerato sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e, quando riceveva l’Agnello immolato immolava lo spi-rito in quel fuoco, che ardeva sempre sull’altare del suo cuore. . . Un giorno volle mandare i frati per il mondo con pissidi preziose, perché riponessero in luoghi il più degno possibile il prezzo della redenzione, ovunque lo vedessero conservato con poco decoro.

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I MOMENTO: INCANTO è la tua NASCITA! Guida: lo stupore e l’incanto...è quello che hanno sperimentato i pastori quando hanno visto realizzato chi fosse questo Dio. Stupore e incanto è quel-lo provato da Giuseppe quando, nonostante le paure e i timori, ha stretto tra le sue braccia il bambino che voleva ripudiare. Stupore e incanto è quello pro-vato da Maria quando ha visto realizzare quell’annuncio che l’angelo le fe-ce...sarai Madre! Stupore e incanto è il canto degli angeli in quella santa not-te...stupore e incanto dev’essere il nostro atteggiamento ogni volta che il Si-gnore nasce nel nostro cuore e quando la vita irrompe attraverso la nascita di un bambino! Canto: VERBUM PANIS

Prima del tempo, prima ancora che la terra cominciasse a vivere, il verbo era presso Dio. Venne nel mondo, e per non abbandonarci

in questo viaggio ci lasciò, tutto sé stesso come pane. Verbum caro factum est ,Verbum panis factum est Verbum caro factum est ,Verbum panis factum est.

Qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi E chiunque mangerà non avrà più fame.

Qui vive la tua chiesa intorno a te, dove ognuno troverà la sua vera casa.

Verbum caro...

Prima del tempo quando l’universo fu creato dall’oscurità il Verbo era presso Dio.

Venne nel mondo nella sua misericordia Dio ha mandato il Figlio suo tutto se stesso come pane. Verbum caro…

Silenzio…

L2. dal Vangelo secondo Luca

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Si-gnore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambi-no era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quel-lo che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

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L.3 Omelia di Papa Francesco nella notte di Natale

La profezia di Isaia annuncia il sorgere di una immensa luce che squarcia il buio. Essa nasce a Betlemme e viene accolta dalle mani amorevoli di Maria, dall’affetto di Giuseppe, dallo stupore dei pastori. Quando gli angeli annunciaro-no ai pastori la nascita del Redentore, lo fecero con queste parole: «Questo è per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangia-toia» (Lc 2,12). Il “segno” è proprio l’umiltà di Dio, l’umiltà di Dio portata all’e-stremo; è l’amore con cui, quella notte, Egli ha assunto la nostra fragilità, la no-stra sofferenza, le nostre angosce, i nostri desideri e i nostri limiti. Il messaggio che tutti aspettavano, quello che tutti cercavano nel profondo della propria ani-ma, non era altro che la tenerezza di Dio: Dio che ci guarda con occhi colmi di affetto, che accetta la nostra miseria, Dio innamorato della nostra piccolezza.

In questa santa notte, mentre contempliamo il Bambino Gesù appena nato e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a riflettere. Come accogliamo la tene-rezza di Dio? Mi lascio raggiungere da Lui, mi lascio abbracciare, oppure gli im-pedisco di avvicinarsi? “Ma io cerco il Signore” – potremmo ribattere. Tuttavia, la cosa più importante non è cercarlo, bensì lasciare che sia Lui a cercarmi, a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza. Questa è la domanda che il Bam-bino ci pone con la sua sola presenza: permetto a Dio di volermi bene?

L.1 E ancora: abbiamo il coraggio di accogliere con tenerezza le situazioni diffi-cili e i problemi di chi ci sta accanto, oppure preferiamo le soluzioni impersona-li, magari efficienti ma prive del calore del Vangelo? Quanto bisogno di tenerez-za ha oggi il mondo! Pazienza di Dio, vicinanza di Dio, tenerezza di Dio.

La risposta del cristiano non può essere diversa da quella che Dio dà alla nostra piccolezza. La vita va affrontata con bontà, con mansuetudine. Quando ci ren-diamo conto che Dio è innamorato della nostra piccolezza, che Egli stesso si fa piccolo per incontrarci meglio, non possiamo non aprirgli il nostro cuore, e sup-plicarlo: “Signore, aiutami ad essere come te, donami la grazia della tenerezza nelle circostanze più dure della vita, donami la grazia della prossimità di fronte ad ogni necessità, della mitezza in qualsiasi conflitto”.

Cari fratelli e sorelle, in questa notte santa contempliamo il presepe: lì «il popo-lo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1). La vide la gente semplice, la gente disposta ad accogliere il dono di Dio. Al contrario, non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura. Guardiamo il presepe e preghiamo, chiedendo alla Vergine Madre: “O Maria, mostraci Gesù!”. Testimonianza di una giovane madre… lo stupore della nascita del proprio figlio

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Ascolto del brano I BAMBINI FANNO OH di Povia pag. 18 Silenzio… L.2 Riflessione sullo stupore fatta in un convegno vocazionale Ma esistono ancora questi sentimenti nella nostra vita? Dovremmo chiedercelo, noi che oramai siamo abituati a tutto, scafati dalla vita, muri di gomma su cui ogni realtà rimbalzare via… Che cosa fa nascere lo stupore in noi? E come tornare a guardare con stupore alla bellezza di ogni Vocazione? Lo stupore germoglia e cresce, come una pianticella che va coltivata, nel cuore di chi sa attendere…; in chi sa scrutare l’orizzonte della vita, guardare oltre ad ogni situazione, lieta o triste che sia, perché “il dolore di oggi prepara la gioia di domani, e la gioia di oggi aiuta a vivere la sofferenza di domani” (C.S. Lewis, Diario di un dolore). Lo stupore nasce quando si coglie la Bellezza della vita; quella Bellezza che spesso non sappiamo più vedere, scorgere, apprezzare, perché il nostro cuore, e quindi gli occhi che sono lo specchio del cuore, sono permeati di sfiducia e nega-tività. I racconti del Natale che in questi giorni abbiamo ascoltato, sono intrisi di Bellezza, perché sono pervasi di luce e di luminosità. La Bellezza è come trovare una perla dentro ad una conchiglia fangosa nel fondo nel mare…; come far emergere il diamante dal guscio duro e nero della pietra…; come trovare dell’oro scintillante dentro a dei poveri e fragili vasi di argilla. C’è tanta Bellezza intorno a noi, c’è tanta santità intorno a noi, ma noi non ce ne ac-corgiamo! L.3 Abbiamo tutti bisogno di ritrovare il gusto dello stupore per tornare ad ac-corgerci che c’è tanta Bellezza attorno a noi! A volte non ce ne accorgiamo, per-ché viviamo la nostra vita con frenesia, con sempre 1000 cose da fare; perché camminiamo spesso con il passo troppo veloce per guardarci attorno; perché i nostri occhi e i nostri orecchi sono distratti: non vedono… non sentono; ma so-prattutto perché i nostri cuori hanno perso il gusto, la voglia di desiderare e di cercare la Bellezza e la Speranza. “La bellezza non è un bisogno, ma un’estasi. Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa, ma piuttosto un cuore bruciante e un’anima incantata.

Non è un’immagine che vorreste vedere né un canto che vorreste udire, ma

piuttosto un’immagine che vedete con gli occhi chiusi, e un canto che udite con le orecchie serrate. Non è la linfa nel solco della corteccia, ma un giardino pe-rennemente in fiore e uno stormo d’angeli eternamente in volo”. (Gibran) La bellezza è l’eternità che si contempla negli occhi di un bambino che sono spec-chio dell’anima più bella! E noi siete l’eternità e siamo anche lo specchio.

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Insieme: Grazie, Signore

Signore, ti ringrazio perché mi hai messo al mondo: aiutami perché la mia vita possa impegnarla per dare gloria a te e ai miei fratelli.

Ti ringrazio di avermi concesso questo privilegio: perché tra gli operai scelti, tu hai preso proprio me. Mi hai chiamato per nome perché io collabori con la tua opera di salvezza. Grazie perché il mio letto di dolore è fontana di carità, è sor-

gente di amore per tutti i fratelli.

Signore, voglio vivere in un legame più forte per poter essere più pronto a darti una mano, più agile perché i miei piedi che annunciano la pace sui monti possa-

no essere salutati da chi sta a valle.

Concedimi il gaudio di lavorare in comunione e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri, pretendo di fare la mia corsa da solo.

Salvami, Signore, dalla presunzione di sapere tutto. Dall’arroganza di chi non ammette dubbi. Dalla durezza di chi non tollera ritardi. Dal rigore di chi non

perdona debolezze. Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.

Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita, perché le parole, quando veicola-no la tua, non suonino false sulla mie labbra.

Don Tonino Bello

Canto... MI AFFIDO A TE

Come la cerva anela ai corsi d'acqua così il mio cuore cerca te. L'anima mia ha sete del Dio vivente, il Dio della speranza.

Vieni e manda la tua luce sui miei pas - si, vieni e guida il mio cammino.

Mi affido a te Gesù alla tua fedeltà Tu sei il sole che rischiara le mie tenebre.

Mi affido a te Gesù e in te dimorerò Perché so che la mia vita, tu rinnoverai

Oggi io vengo davanti al tuo altare per adorare te, Signor.

Nelle tue mani depongo tutti gli affanni ed ogni mio dolore.

Vieni e manda la tua luce sui miei passi, vieni e guida il mio cammino.

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II MOMENTO: STUPORE è la tua GLORIA! Guida: Stupore è vedere Te Signore nella gloria dopo averti visto per strada con la polvere ai piedi. Stupore è lo sguardo di Pietro che ti contempla e ancora non ci crede che sia possibile. Stupore è non capire più nulla e chiederti di fare tre tende. Stupore è il nostro quando siamo dinanzi a te e ancora riusciamo ad emo-zionarci a credere che qualcosa di bello nella nostra vita sia possibile. Stupore è quando anche noi vogliamo fare tre tende per non lasciarti più! Quando la nostra vita è piena di meravigliosa contemplazione della tua presenza… è bello resta-re con te! Canto: TU SEI SANTO, TU SEI RE

Tu sei santo, tu sei Re (3v)

Lo confesso con il cuor, lo professo a te Signor

Quando canto lode a te Sempre io ti cercherò tu sei tutto ciò che ho

Oggi io ritorno a te… Io mi getto in te signor stretto fra le braccia tue

Voglio vivere con te e ricevo il tuo perdono la dolcezza del tuo amor

Tu non mi abbandoni mai…Gesù

Tu sei santo, tu sei Re (3v)

Silenzio… L.1 Dal Vangelo di Luca In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferiro-no a nessuno ciò che avevano visto. Silenzio...

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Riflessione...

L.2 Capita poi di fare una camminata in mezzo a paesaggi innevati, ammirando-ne il candore, cogliendo nel bianco accecante della neve che si stempera nell’oriz-zonte lo stesso sentimento che mi suggerisce la riflessione sulla pagina del van-gelo. Le stesse colline pochi giorni prima definite dai colori della terra e della natura, si erano trasfigurate, avevano cambiato il loro aspetto pur mantenendo-ne la sostanza. I loro contorni terreni, avvolti dalla neve, si perdevano nell’infini-to dello spazio, unendo il cielo alla terra. Dio vuole catturare l’attenzione anche di chi non crede attraverso momenti in cui riconoscere la sua presenza nel creato: serve solo un cuore aperto, capace di rap-portarsi al desiderio di ricerca tipico di quel nocciolo duro, circondato da materia fragile, che è l’uomo. Senza momenti che irrompono nella vita portando stupore e felicità, l’esistenza perderebbe una parte di quell’aspetto trascendente che la permea, rimanendo relegata al puro aspetto biologico che la definisce. La sperimentazione dell’amore apre le porte al desiderio di bello e di infinito che caratterizza ogni essere umano. Le sensazioni che si provano quando si è inna-morati, l’incontro con lo sguardo di tuo figlio, l’abbraccio forte di una famiglia non ci consegnano momenti di eternità? Rapportandoci a Dio nei semplici gesti di vita quotidiana possiamo immergerci nel quadro della trasfigurazione di Gesù. Penso sia stata l’esperienza di Pietro, Giacomo e Giovanni che se pur alle prese con un avvenimento sconvolgente, che li ha turbati, hanno colto in esso, già su questa terra, l’esperienza della bellezza trascendente dell’eternità. Gesù si trasfi-gura, mostra la vera natura che è racchiusa nella sua umanità, quella difficilmen-te percepibile dai sensi degli spettatori, resa manifesta dall’esperienza dello stu-pore e della bellezza che quel momento ha trasmesso loro.

L.3 La voce di Dio Padre irrompe prepotentemente nell’estasi di quel momento, a supportare e confermare l’azione del Figlio, ponendo fine all’idillio. Sembra quasi il comportamento di un genitore che vuole riportare alla realtà i momenti d’incanto dei figli per renderli coscienti e attivi nel compiere i loro doveri. Lo scorcio di eternità che si è aperto ai loro occhi, anticipo della risurrezione, non doveva autorizzarli a vivere semplicemente nell’attesa, ma doveva fortificare la loro fede, la loro azione per supportare Gesù nella prova che lo avrebbe visto tra-sfigurato, questa volta in senso opposto, sulla croce, agli occhi del mondo per-dente, spogliato della sua investitura divina. Solo una grande fede, tanta fiducia e speranza poteva sostenerli nella perseveranza, nell’ attesa di ciò che era stato loro anticipato. Anche noi affidiamo attese e speranze alla fede perché vengano consegnate all’eternità di Dio. Spetta a noi trasfigurare la nostra vita rendendola già in questo mondo trascendente contemplando nell’esistenza la bellezza di Dio: le colline al tramonto, la magia di un cielo stellato, il sorriso di tuo figlio aprono il cuore al desiderio di infinito di ogni uomo; potremo così esclamare anche noi: “è bello stare qui”. Riscoprire nelle piccole gioie della vita la chiave della felicità, può inserirci a pieno titolo nel quadro evangelico della trasfigurazione. L’Amore di Dio è la bellezza consegnata all’uomo per renderlo trascendente.

Pietro esprime la sua felicità: ”è bello stare qui”. Non è forse lo stesso sentimen-to di gioia che dovremmo esprimere nella messa? Perché è proprio nell’Eucari-stia che si perpetua la trasfigurazione di Gesù. Quelli che sono elementi umani, il pane e il vino, nella celebrazione eucaristica vengono elevati dall’Amore di Dio a nutrimento per saziare l’anima dell’uomo, la sua ricerca di infinito, conse-gnando la trascendenza che Gesù ha promesso all’umanità di ieri, di oggi, di do-mani. Contemplare nella messa la grandezza di questo dono può farci esclama-re: “è bello vivere la vita”. Resta però, come per Pietro, Giacomo e Giovanni, la condizione fondamentale: riconoscere l’Amore di Dio come completamento del-la materialità, farlo partecipe della quotidianità, attraverso i comportamenti e le scelte, facendo emergere il bello che appartiene ad ogni vita anche se provata dalle difficoltà. Allora la gioia, ma anche le lacrime saranno trasfigurate dall’Amore di Gesù: l’amore è per sempre, non si misura, non si pesa, non termina sulla terra perché abbraccia l’infinito. Ci vuole un cuore grande per amare, serve l’Amore di Dio per renderlo eterno.

Ascolto del brano: Luce di Elisa pag. 19

Gesto: diventiamo luce! Accendendo un lumino che simboleggia il nostro in-tento di fare luce nella nostra vita per poi essere luce per gli altri!

Preghiera con ritornello cantato:

Insieme « Rabbi, è bello per noi essere qui!» E bello stare qui davanti a te, Pa-rola viva del Padre, perché ascoltando te noi diventiamo sempre più veri figli di Dio

L.1 È bello stare qui, davanti a te, Pane di vita, che dona speranza e gioia a chi ti cerca con cuore sincero e paziente costanza.

L.2 È bello stare qui davanti a te, Uomo e Dio, quando il cielo e la terra si incon-trano per trasfigurare la nostra storia umana creando meraviglia.

L.3 È bello stare qui davanti a te, Misericordia di Dio, che ci chiede di condivi-dere con i fratelli la chiamata alla santità e alla gioia.

Ritornello cantato...

Insieme : È bello stare qui davanti a te, Amore che ti mostri più forte della morte, bontà che indica la strada della Pasqua, la tua e la nostra risurrezione...

L.1 È bello stare qui davanti a te, Volto visibile del Padre, che mostri la forza dello Spirito capace di creare in noi un cuore nuovo che genera stupore...

L.2 È bello stare qui davanti a te, Salvezza per noi e per ogni fratello che si affi-da alla nostra fiduciosa preghiera.

L.3 È bello stare qui davanti a te, Luce che sconfigge il buio della morte e spe-ranza che supera il limite del peccato, incanto dei nostri giorni...

Insieme : È bello stare qui davanti a te, Sorgente di speranza e fondamento della fiducia che ci inviti a manifestare nel Padre il nostro totale amore.

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III MOMENTO: INCANTO è un INCONTRO che cambia! Guida: Meraviglia è restare attoniti di fronte a Lui quando svela i nostri segreti più intimi. Quando pensiamo di essere forti la Lui ci spoglia nudi...quando pen-siamo di essere degni del suo amore ma poi ci poniamo in debito nei suoi con-fronti. Meraviglia è conoscere che Lui è il Signore coe la Samaritana, facendosi annunciatori di gioia…

Silenzio…

L1 Dal Vangelo di Giovanni

Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogior-no. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bev-ve lui con i suoi figli e il suo gregge?».Rispose Gesù: «Chiunque beve di que-st'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui».Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito";infatti hai avuto cin-que mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adore-ranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spi-rito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci an-nunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Mes-sia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui. Parola del Signore

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Canto: GESU’ E LA SAMARITANA

Sono qui, conosco il tuo cuore, con acqua viva ti disseterò. Sono io, oggi cerco te, cuore a cuore ti parlerò.

Nessun male più ti colpirà, il tuo Dio non dovrai temere se la mia legge in te scriverò, al mio cuore ti fidanzerò

e mi adorerai in Spirito e Verità.

Silenzio…

L2. L'incontro con l'altro ci fa uscire da un isolamento che renderebbe sterile e vuoto il nostro spirito. L'incontro con l'altro ci aiuta a capire chi siamo, a farci delle domande, a trovare il nostro posto nel mondo. Anche la fede è incontro con una persona: con il Signore Gesù. A volte siamo tentati di pensare alla fede come, ad una serie di gesti da compiere, di impegni da seguire, di obblighi da assolvere. Tutto questo può essere motivo di fatica, e farci percepire la fede co-me esterna alla nostra vita. La fede può così diventare un peso, che si aggiunge ai pesi della vita, anziché essere il cuore pulsante che tutto sostiene e tutto rende leggero. L'incontro di Gesù con la Samaritana ci dice che conoscere il Signore può sconvolgere un'esistenza: Gesù attende la donna al pozzo, si lascia incontra-re mentre è impegnata in una delle sue quotidiane occupazioni. Mai la Samari-tana avrebbe immaginato di incontrare il Messia in un giorno qualunque. C'è una regia nell'esperienza della fede che non è nelle mani dell'uomo, ma solo in quelle di Dio. Se la fede dipendesse da noi - dai nostri gesti, dai nostri impegni, dalle nostre decisioni... avrebbe la nostra ben modesta misura. La fede, inve-ce, assume le proporzioni sorprendenti dell'agire di Dio.

L3. Dopo l'incontro con il Signore la vita non è più la stessa per la donna di Sa-maria. Non può fare a meno di parlare di questo incontro, di raccontare ciò che Gesù le ha detto...; da discepola è diventa immediatamente apostola, missiona-ria di quell'esperienza straordinaria che ha appena vissuto. La sua esperienza sembra dirci che non è difficile essere missionari, quando abbiamo vissuto un incontro vero con il Signore e gli abbiamo consentito di toccarci il cuore. Anche per noi c'è un pozzo presso il quale il Signore ci attende. Ciascuno di noi può ricordare quante volte questo incontro è già avvenuto, quali domande ha svela-to, quali orizzonti ha fatto intravedere. Ciascuno di noi sa che questo incontro potrà ripetersi: non si sa quando, non si sa come. Sappiamo che quando avverrà questo incontro ci porrà in dialogo con un uomo stanco che condivide la nostra stessa sete di bene, di verità e di bellezza. Egli ci darà un'acqua viva che disseta per sempre.

Gesto: abbiamo un pozzo in chiesa che dona a noi l’acqua viva...il fonte batte-simale! Abbiamo bisogno di quest’acqua fatta della sua parola. Ognuno si reca al fonte per attingere alla sua Parola...Parola che dona vita, Parola che salva, Parola che ci rende MISSIONARI...

Ascolto del brano: Cambiamenti di Vasco Rossi pag. 19

15

Insieme: È toccato anche a me, Gesù: un giorno ti ho incontrato come un po-vero, come un assetato, come un viandante stanco che chiede aiuto. Hai dovuto vincere le mie reticenze,i miei sospetti ed i miei dubbi per offrirmi una possibilità nuova: un’acqua che zampilla per la vita eterna. Un po’ alla volta tu mi hai aperto gli occhi sulla mia esistenza, mi hai fatto riconoscere i miei fallimenti e le mie ferite, i miei peccati e le mie infedeltà. Ho cercato di resister-ti, ho accampato discussioni fatte apposta per guadagnare tempo, per portare altrove l’attenzione. Tu mi hai condotto all’essenziale, a quello che conta veramente e ti sei rivelato non solo come un saggio, come un maestro spirituale, o addirittura come un profeta, ma come l’Inviato di Dio, il Messia, il suo Cristo. È toccato anche a me, Signore, ad uno dei pozzi della storia di in-contrarti e di riconoscerti come il Salvatore, come l’Unico capace di colmare la mia sete più profonda. Aspettaci, Signore, al pozzo del convegno, nell’ora provvidenziale che scocca per ognuno. Presèntati e parlaci per primo, tu mendi-cante ricco dell’unica acqua viva. Distoglici, pian piano, da tanti desideri, da tanti amori effimeri che ancora ci trattengono. Sciogli l’indifferenza, i pregiudi-zi, i dubbi e le paure, libera la fede. Scava in noi il vuoto, riempilo di desiderio. Fa’ emergere la sete, attraici con il tuo dono. Dilata il nostro cuore, infiammane l’attesa. Da’ nome a quella sete che dentro ci brucia, senza che sappiamo chia-marla con il suo vero nome. Riportaci in noi stessi, nel centro più segreto dove nessun altro giunge. Tra le dure pietre dell’orgoglio, il fango dei compromessi, la sabbia dei rimandi, scava tu stesso un varco al tuo Santo Spirito. Amen Canto: IL CANTO DELL’AMORE

Se dovrai attraversare il deserto non temere io sarò con te se dovrai camminare nel fuoco la sua fiamma non ti brucerà

seguirai la mia luce nella notte sentirai la mia forza nel cammino Io sono il tuo Dio, il Signore.

Sono io che ti ho fatto e plasmatoti ho chiamato per nome

io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori

Io sarò con te dovunque andrai.

Non pensare alle cose di ieri cose nuove fioriscono già aprirò nel deserto sentieri darò acqua nell'aridità

perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori Io sarò con te dovunque andrai.

Io ti sarò accanto sarò con te

per tutto il tuo viaggio sarò con te io ti sarò accanto sarò con te

per tutto il tuo viaggio sarò con te.

16

Arrivati al momento cruciale della nostra pre-ghiera! Intorno alle 15 viene proclamata la pagi-na del Vangelo che parla della morte di Gesù...

Dal Vangelo di Luca

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimprovera-va: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giusta-mente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fat-to nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.

Silenzio di adorazione… con ascolto di un brano…

L.1 "Collocazione provvisoria" di don Tonino Bello

Nel Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande crocifisso di terracotta. Il parro-co in attesa di sistemarlo definitivamente l'ha addossato alla parete della sa-grestia, e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: "Collocazione provviso-ria". La scritta mi è parsa provvidenzialmente ispirata. "Collocazione provvi-soria": penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo. Coraggio allora, tu che soffri. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Ab-bi fiducia, tu che bevi il calice amaro dell'abbandono. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delu-sioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra. Coraggio. La tua croce è sempre "collocazione provvisoria". C'è una frase im-mensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura di tutta la bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalica-bili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell'orario c'è divieto assoluto di parcheggio Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci.

17

Una Mamma…

Ti rendiamo grazie, Signore, per tutti i tuoi benefici, Dio onnipotente. Tu vivi e regni in eterno, ricompensa quanti ci fanno del bene per il tuo amore. Be-nedici questo pane che stiamo per prendere come comunità di fratelli stupiti dal tuo amore per noi. Provvedi o Signore il cibo necessario a tutti gli uomini che vivono sulla terra perché si uniscano a noi nel rendimento di Grazie. Per Cristo nostro Signore...Amen!

Insieme recitiamo la preghiera che Gesù ci ha insegnato:

Padre Nostro…

PREGHIERA SEMPLICE

Dov’è odio che io porti amore Dov’è offesa il perdono

Dov’è discordia che io porti l’unione. Perché è dando che si riceve

Perdonando che si è perdonati Morendo che si risuscita a vita eterna.

Io Gesù strumento del tuo amore

voglio essere. Per portare a te i fratelli che sono lontani.

Voglio essere pane per chi ha fame acqua per chi ha sete.

Voglio essere luce per chi cerca gioia per chi soffre.

E nell’immensità del tuo amore

viaggerò. (2v) Viaggerò.

Dov’è dubbio che io porti fede Dov’è errore la verità

Dov’è tristezza che io porti la gioia. Perché è dando che si riceve

Perdonando che si è perdonati Morendo che si risuscita a vita eterna.

18

INCANTO

Tiziano Ferro

Come quando io ti ho visto per la

prima volta

Tra milioni di occhi la vita si nascose Come fissare il sole in una notte

Far sparire tutti gli altri in un secondo come nien-

te

Dopo un lungo inverno

accettammo l’amore

Che meritiamo di pensare o pensiamo di

meritare

Per questo a volte ci facciamo così male

Desidero sapere dove va a

finire il sole Se il freddo delle parole gela lo

stupore

Se non ti so scaldare né curare dal rumore

Ho soltanto una vita e la vorrei dividere

Con te che anche nel difetto e nell’imperfezione

Sei soltanto… incanto, incanto

Istantanee di secondi lunghi quanto un anno bise-

stile Quando posi la tua testa su

di me

Il dolore tace… incanto, incanto

Semplicemente incanto.

E se sono insicurezze, entusiasmi e poi silenzi

Il mestiere dell’amore al tramonto nei tuoi occhi

Il coraggio in una frase che fa paura

Il rancore nelle storie maturato nel silenzio Il

sorriso che sconvolge mesi di tormenti La bellezza che stringo, io geloso del tuo

cuore

Che proteggerò dal male

Desidero sapere dove va a finire il sole

Se il freddo delle parole gela lo

stupore

Se non ti so scaldare né curare dal

Rumore Ho soltanto una vita e la vorrei rivivere così

Incanto… è un incanto istantanee...

Il sorriso dei giganti sulla tua bocca sta in un

angolo

Ed è puro… incanto Intanto scatto.

Istantanee di secondi lunghi quanto un anno bise-

stile

Quando posi la tua testa su di me

Il dolore tace… incanto, incanto

Semplicemente incanto

La bellezza e lo stupore che possiamo

Avere con l’amore ci porta ad essere incata-ti, stupiti di fronte all’amore.

QUANDO I BAMBINI FANNO OH!

Povia

Quando I bambini fanno oh

C'e un topolino

Mentre I bambini fanno oh

C'e un cagnolino Se c'e una cosa che ora so

Ma che mai piu io rivedro

E un lupo nero che da un bacino

A un agnellino

Tutti I bambini fanno oh

Dammi la mano perche mi lasci solo

Sai che da soli non si puo

Senza qualcuno, nessuno puo diventare un uomo

Per una bambola o un robot bot bot Magari litigano un po

Ma col ditino ad alta voce

Almeno loro, eh, fanno la pace

Cosi ogni cosa nuova e una sorpresa

Proprio quando piove

I bambini fanno oh guarda la pioggia

Quando I bambini fanno oh

Che meraviglia, che meraviglia Ma che scemo vedi pero pero

E mi vergogno un po

Perche non so piu fare oooooooh

E fare tutto come mi piglia

Perche I bambini non hanno peli

Ne sulla pancia, ne sulla lingua

I bambini

Sono molto indiscreti, ma hanno tanti segreti Come I poeti

I bambini volan la fantasia e anche qualche bugia

O mamma mia... Bada

Ma ogni cosa e chiara e trasparente

Che quando un grande piange

I bambini fanno oh

Ti sei fatto la bua e colpa tua

Quando I bambini fanno oh... Non so piu andare sull'altalena

Di un fil di lana non so piu fare

una collana

Fin che I cretini fanno Fin che I cretini fanno Fin

che I cretini fanno boh

Tutto resta uguale

Ma se I bambini fanno ohh Basta la vocale

Io mi vergogno un po

Invece I grandi fanno no

Io chiedo asilo, io chiedo asilo Come I leoni io voglio andare a gattoni..

19

E ognuno e perfetto Uguale il colore

Evviva I pazzi che hanno capito cos'e l'amore E

tutto un fumetto di strane parole Che io non ho

letto Voglio tornare a fare oh Voglio tornare a fare

oh Perche I bambini non hanno peli

Ne sulla pancia ne sulla lingua.

Lo stupore dei bambini che riescono a commuovere anche I grandi dando un

insegnamento non meno efficace!

LUCE Elisa

Parlami come il vento fra gli alberi

Parlami come il cielo con la sua terra

Non ho difese ma Ho scelto di essere libera

Adesso è la verità L'unica cosa che conta

Dimmi se farai qualcosa Se mi stai sentendo

Avrai cura di tutto quello che ti ho dato Dimmi

Siamo nella stessa lacrima,

come un sole e una stella

Luce che cade dagli occhi, sui tramonti

della mia terra Su nuovi giorni Ascoltami

Ora so piangere So che ho bisogno di te

Non ho mai saputo fingere Ti sento vicino

Il respiro non mente In tanto dolore

Niente di sbagliato Niente, niente...

Siamo nella stessa lacrima...

Il sole mi parla di te... mi stai ascoltando? Ora la luna mi parla di te... avrò cura di tutto

quello che mi hai dato...

Anche se dentro una lacrima, come un sole e

una stella

Luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia

terra

Su nuovi giorni in una lacrima come un sole e

una stella

Siamo luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra Su nuovi giorni

Ascoltami Ascoltami Ascoltami

Ascoltami Ascoltami Ascoltami

Ascoltati

L’invito ad essere luce in questa canzone è palese! Siamo luce come un sole e una

stella. Siamo invitati ad ascoltare la LUCE per eccellenza, ascoltarci...e portarla agli

altri

CAMBIAMENTI Vasco Rossi

Cambiare macchina è molto facile

Cambiare donna un po’ più difficile

Cambiare vita è quasi impossibile

Cambiare tutte le abitudini Eliminare le meno utili

E cambiare direzione.

Cambiare marca di sigarette

O cercare perfino di smettere

Non è poi così difficile

È tenere a freno le “passioni”

Non “farci prendere” dalle emozioni

E “non indurci in tentazioni”

Cambiare logica è molto facile

Cambiare idea già un po’ più difficile

Cambiare fede è quasi impossibile

Cambiare tutte le ragioni

Che ci hanno fatto fare gli errori

Non sarebbe neanche naturale.

Cambiare opinione non è difficile

Cambiare partito è molto facile Cambiare il mondo è quasi impossibile

Si può cambiare solo se stessi

Sembra poco ma se ci riuscissi

Faresti la rivoluzione

Vivere bene o cercare di vivere

Fare il meno male possibile

E non essere il migliore

Non avere paura di perdere E pensare che sarà difficile

Cavarsela da questa situazione.

Il titolo cambiamenti o meglio cambia-menti è tutto un programma…

cambiando “se stessi” cioè il proprio modo di pensare e quindi le nostre menti si pos-sono fare grandi cose: “Si può cambiare solo se stessi, Sembra poco ma se ci riu-scissi faresti la rivoluzione”. Come la Sa-

maritana dopo l’incontri con Gesù ha riela-borato la sua vita, cambiando interior-mente e facendosi missionaria di un in-

contro meraviglioso!

20

A cura della Gi.Fra.

PER OTTENERE L’INDULGENZA PLENARIA

Nel giubileo della nostra parrocchia per concessione di Papa Francesco Si può ottenere l’indulgenza plenaria.

Per ottenerla si devono compiere dei riti quali:

La confessione, la comunione Eucaristica e la preghiera secondo Le intenzioni del Papa!

(Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre)