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1 Mercati e Strategie d’impresa (9 crediti) Informazioni generali sul Corso e Introduzione Corso di Laurea in Economia e Commercio

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Mercati e Strategie d’impresa

(9 crediti)

Informazioni generali sul Corso e

Introduzione

Corso di Laurea in Economia e Commercio

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Informazioni sul Corso:

Docente: Lidia Mannarino

Studio: Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza, Cubo 0C, primo piano.

Email: [email protected]

Tel: 0984 492405;

Sito web: http://www.ecostat.unical.it/mannarino/

Informazioni sulla didattica: sul mio sito web. La pagina offrirà

tutte le informazioni sul Corso, comprese quelle relative ad

eventuali variazioni dell’orario delle lezioni e del ricevimento

studenti. Sulla stessa pagina verranno rese disponibili le

presentazioni in power point utilizzate nelle lezioni.

Ricevimento studenti, ogni lunedì dalle ore 9.00 alle ore 11.00

presso il mio studio.

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Informazioni sul Corso: Esame

L’esame è scritto.

La durata dell’esame è di 90 minuti.

Dettagli sulla modalità d’esame sarà fornita a

metà corso.

Salvo variazioni, le date degli appelli sono le seguenti:

14/06/2018;

05/07/2018;

11/09/2018

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Programma: Prima parte

Il corso è diviso in due parti:

Prima parte: Analisi statica dell’industria.

Sarà data enfasi all’analisi dei punti di forza e di

debolezza del sistema economico, considerando:

la concentrazione nei mercati, con il conseguente

grado di potere monopolistico

Lo studio delle scelte e delle strategie delle imprese

all’interno di tali mercati.

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Programma: Seconda parte

Seconda parte: Analisi dinamica.

Dinamica industriale

Caratteristiche specifiche della struttura

industriale quali:

• entrata e uscita delle imprese

• crescita dimensionale

• asimmetria nella distribuzione dimensionale

• persistenza delle diversità nelle performance

Dinamica strutturale

dinamica congiunta di variabili strutturali, come ingresso e

uscita, dimensione delle imprese, concentrazione

industriale, introduzione di innovazioni

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QUESTIONI DI POLICY

Questioni di politica economica che preoccupano i

policy-makers:

- Concentrazione e dimensione: antitrust e

competitività imprese

Dinamica industriale:Consente di capire le radici

della crescita economica e disegnare le eventuali

politiche industriali o, più in generale, quelle per

sostenere la crescita.

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Informazioni sul Corso: riferimenti bibliografici

Testi Consigliati: Cabral L. (2002), Economia Industriale, Carocci Editore

Malerba F. (2014). Economia dell’innovazione, Carocci Editore.

Durante le lezioni verranno presentati anche dei paper relativi agli

argomenti trattati.

Dopo ogni lezione saranno messi a disposizione:

Le slides

La letteratura di riferimento (i papers rilevanti).

Durante le lezioni, i papers verranno illustrati e spiegati in dettaglio.

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Oggetto

L’economia industriale si occupa del

funzionamento dei mercati e dei settori

industriali.

Il campo d’indagine principale riguarda i mercati

dove vige concorrenza imperfetta.

Cioè mercati sui quali le imprese hanno potere

di mercato, ovvero hanno l’effettiva capacità di

scegliere il prezzo (e la tipologia di prodotto, la

loro localizzazione geografica, la dimensione

degli impianti, gli investimenti in R&S, etc.).

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Potere di mercato

Il potere di mercato può essere misurato in prima

approssimazione dalla capacità di fissare prezzi

superiori ai costi marginali.

Due forme di mercato estreme:

Concorrenza perfetta: P=C

Massimizzazione del benessere collettivo

Monopolio: P>C

Perdita secca di monopolio

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Questo è l’indice di Lerner

Il potere di mercato provoca una perdita di efficienza allocativa

Il potere di mercato è la capacità di fissare

prezzi al di sopra del costo marginale e si può

misurare:

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Ragioni per lo studio dell’organizzazione industriale

Le norme antitrust e la teoria dell’organizzazione industriale

Bisogno di una normativa antitrust già riconosciuto da Adam Smith: “Persone dello stesso commercio di rado si incontrano, anche per gaiezza e divertimento, ma le loro conversazioni finiscono sempre in cospirazione contro il pubblico, o in qualche espediente per aumentare i prezzi.”; “I monopolisti, tenendo bassa l’offerta, riescono a vendere i loro beni a un prezzo molto superiore a quello naturale.”

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Ragioni per lo studio dell’organizzazione industriale

PERCHÉ si studia organizzazione industriale?

Motivata principalmente da motivi di antitrust (norme

in materia di antitrust e evoluzione negli Stati Uniti, in Europa e in Italia):

se i risultati che si producono in mercati non

concorrenziali non si avvicinano a quelli

concorrenziali occorre chiedersi se e come la politica

pubblica può migliorare le allocazioni di mercato

Ma anche interesse nella ricerca di soluzioni private

(non mediate da enti/istituzioni pubbliche) alle

inefficienze del mercato

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L’evoluzione della

disciplina

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Il paradigma Struttura-Condotta-Performance

Scuola di Harvard (1940 – 1960: Joe Bain)

Struttura caratteristiche di un certo settore industriale (numero di

venditori e acquirenti, tecnologia, grado di differenziazione del

prodotto).

Condotta comportamento delle imprese in una data struttura di

mercato (comprende decisioni di prezzo, concorrenza, pubblicità).

Performance (Risultato) competitività del mercato, efficienza

(tecnologica, allocativa, dinamica)

Nesso causale Struttura Condotta Risultato (SCP)

I lavori empirici stimano correlazioni del tipo Profitti =

f(concentrazione) dove la struttura di mercato è espressa dalla

concentrazione. Suggerisce che un’elevata concentrazione di mercato è dannosa per i consumatori aprendo la via

per la legislazione Antitrust.

Debolezza principale: assunzione che la struttura di mercato sia esogena.

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Il modello Struttura- Comportamento-Performance

Limiti del modello:

Diverse interpretazioni dei dati! Esempio, le imprese con maggiori quote di mercato hanno profitti maggiori. Questo risultato da cosa dipende?

perché maggiore è il potere di monopolio?

oppure perchè l’impresa più efficiente riesce ad avere maggiori quote di mercato e quindi più profitti?

Problemi di misurazione: è difficile

misurare il profitto economico;

definire quale sia il mercato rilevante;

distinguere tra breve e lungo periodo…..

Nessuna attenzione alla condotta delle imprese e di conseguenza all’interazione strategica!

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Le nuove tendenze: la Chicago School e oltre

La Scuola di Chicago (anni ‘70) Sia motivi positivi che negativi possono portare ad un monopolio, ad

esempio una migliore tecnologia L’entrata potenziale può disciplinare un monopolio Se la struttura del mercato è endogena, la causalità è difficile da

determinare (la struttura di mercato determina il comportamento o viceversa?)

L’Organizzazione Industriale Post-Chicago (dagli anni ‘80 in poi) Grande attenzione ai comportamenti strategici (teoria dei giochi)

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La nuova organizzazione industriale

La nuova organizzazione industriale è un mix di vari aspetti

Teoria per stabilire le politiche degli enti regolatori

Riconoscimento di un legame tra struttura di mercato e comportamento delle imprese

In sintesi, i problemi inerenti alla politica antitrust hanno rappresentato un’importante motivazione per gli economisti industriali (dalla fine del diciannovesimo secolo, passando per l’approccio S-C-P e fino ad arrivare al paradigma post-Chicago).

La concorrenza è vista come un pilastro di un’economia basata sul libero mercato.

Da qui l’interesse a conoscere in che modo le imprese competono quando hanno potere di mercato, quali implicazioni ha tale concorrenza e quale potrebbe essere il ruolo della politica pubblica nell’aiutare i mercati non concorrenziali a raggiungere risultati vicini a quelli di concorrenza perfetta.

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I problemi fondamentali dell’Economia

Industriale

A) Le imprese hanno potere di mercato?

B) Come si acquisisce e si consolida il potere di

mercato?

C) Quali sono le conseguenze del potere di

mercato?

D) Qual è il ruolo delle politiche pubbliche?

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A) Le imprese hanno potere di mercato?

Ci sono molti studi empirici che lo riscontrano

certi mercati

Tuttavia se l’entrata in un mercato fosse

(sufficientemente) libera varrebbe l’obiezione

teorica che esso non potrebbe essere

effettivamente esercitato

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B. Come si acquisisce e consolida il potere di mercato?

Esiste una relazione piuttosto stretta tra potere

di mercato e imperfezione dei mercati:

o Se non esistono barriere all’entrata, ci si può

attendere che un profitto positivo (o superiore al

profitto medio) attiri l’entrata di concorrenti, che

riduce i profitti fino ad annullarli.

o Se ci sono imprese che fanno profitti i mercati

sono imperfetti

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B. Come si acquisisce e consolida il potere di

mercato? Il potere di mercato si determina e si consolida:

•per legge (monopolio legale via brevetti, concessioni, licenze, protezionismo)

•perché, ad alcune condizioni, le strutture più concentrate minimizzano i costi complessivi dell’industria (monopolio naturale)

•con comportamenti strategici

•innovazione (anche senza protezione del brevetto può determinare posizioni di monopolio)

•differenziazione del prodotto/pubblicità

•deterrenza all’entrata

•collusione/fusione

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C. Quali conseguenze del potere di mercato?

A) Potere di mercato significa profitti (più) elevati

(maggiore valore dell’impresa), e spese maggiore per i

compratori.

Questo effetto distributivo (o di trasferimento) è di interesse se si

ritengono i compratori meritevoli di maggiore tutela dei venditori

(tutela dei consumatori).

B) Più interessanti sono le forme di inefficienza paretiana

dovute alla presenza di potere di mercato. Inefficienza paretiana = un mercato (una organizzazione,

un’economia) funzionano in modo paretianamente inefficiente se

esiste un modo per migliorare la situazione di almeno uno dei

soggetti coinvolti senza peggiorare quella degli altri.

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C. Quali conseguenze del potere di mercato?

Inefficienza “allocativa” = gli scambi sono inferiori a quelli

che sarebbero efficienti (conseguenza di prezzi troppo

elevati)

Inefficienza “produttiva” = i costi sostenuti sono troppo

elevati (ci sono “sprechi” dovuti alla mancanza di sufficiente

“pressione competitiva”).

“Costi di influenza” = risorse vengono sprecate (dal punto di

vista della società) per cercare di appropriarsi delle “rendite”

create dal potere di mercato (il rent-seeking behaviour nella

pubblica amministrazione).

«Efficienza dinamica» Le rendite conferite dal potere di

mercato potrebbero però essere il principale motore

dell’innovazione e della crescita economica da un punto di

vista dinamico

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D. C’è un ruolo per politiche pubbliche in

presenza di potere di mercato?

In microeconomia l’intervento pubblico è giustificato solo dai fallimenti del mercato:

• beni pubblici

• asimmetrie informative

• esternalità

In Economia Industriale l’intervento pubblico si giustifica per:

• Limitare le conseguenze negative del potere di mercato (regolamentazione, antitrust e politiche per l’industria)

• Rafforzare la posizione competitiva di alcune imprese/settori (politica industriale)

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Politiche a tutela della concorrenza in Europa

Due livelli:

1.Nazionale (singoli Stati)

2.Sovranazionale(EU)

Il secondo livello è quello più interessante:

• La maggior parte dei paesi ha una esperienza antitrust molto

recente. L’Italia: un’anomalia

• Prima norma antitrust specifica è del 1990, ben 100 anni dopo lo

Sherman Act!

• La normativa ricalca quella europea

• AGCM è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

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Politiche a tutela della concorrenza in EU

Nate con intento specifico: garantire la formazione e il

funzionamento del Mercato Unico Europeo

Trattato di Roma 1957 , rivisto con Trattato di Amsterdam,

1997, disciplinò intese restrittive e abuso posizione

dominante (art 81 e 82 del Trattato di Amsterdam)

Regolamento 4064/89 disciplina in materia di fusioni e

cincentrazioni (sostituito poi dal regolamento 139/2004)

Principio della sussidiarietà tra norme europee e norme

nazionali

DG Comp responsabile per l’attività antitrust in EU

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Politiche a tutela della concorrenza in EU

Art 81 e 82 del Trattato di Amsterdam

Art.81 (101) vieta gli accordi, le decisioni di associazione e

le pratiche concordate che siano restrittivi della concorrenza,

sancendone la nullità.

Divieto che non è assoluto, in quanto la stessa norma prevede anche la

possibilità di esserne esonerati, in presenza di determinate condizioni

Art.82 (102) abuso di posizione dominante(pratiche adottate

dall’impresa dominante, in virtù della sua posizione per

danneggiare le imprese rivali)

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Considerazioni

Prezzi elevati e profitti elevati richiedono un

intervento sanzionatorio solo se diretti ad escludere altre

imprese dal mercato o quando sono l’espressione di

comportamenti collusivi o dell’esercizio di potere di

mercato legato a fenomeni di crescita interna o esterna.

La disciplina antitrust europea e italiana adotta

tale distinzione vietando:

Abuso da parte delle imprese dominanti nel mercato nazionale o

in sue parti rilevanti; operazioni di concentrazione che

comportano la creazione di una posizione dominante che possono

eliminare o ridurre la concorrenza.

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Informazioni generali sul Corso e

Introduzione all’Economia Industriale

(Fine)

Corso di Laurea in Economia