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1
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI L’AQUILA
CATTEDRA E SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE DI
MEDICINA DEL LAVORO
DIRETTORE PROF. ANTONIO PAOLETTI
Corso di Primo Soccorso
Aziendale
2
Presentazione
Questo corso è stato strutturato in 3 moduli:
Il Primo Modulo tratta di normativa,organizzazione del primo soccorso, valutazionedell'organizzazione del primo soccorso,sicurezza, tutela e protezione del soccorritore;
Il Secondo Modulo fornisce dei cenni dianatomia e fisiologia del corpo umano, affrontalo scenario di un'emergenza sanitaria, trattandodelle prime fasi del soccorso e delle alterazionidelle funzioni vitali;
Il terzo Modulo tratta di interventi specifici diprimo soccorso.
3
Primo Modulo
Questionario anonimo sulle conoscenze
inerenti al primo soccorso;
Normativa;
L'organizzazione del primo soccorso;
Valutazione dell'organizzazione del primo
soccorso;
Sicurezza, tutela e protezione del soccorritore
4
Normativa
I riferimenti legislativi
Il Decreto Legislativo 81/08
Il DM 388/03
La figura giuridica del soccorritore
Lo stato di necessità
Il soccorritore e le manovre sanitarie
Ruolo dell'incaricato al primo soccorso
5
I riferimenti legislativi
I. D.Lgs 81/08-106-09
II. D.M. della Salute n. 388 del 17 luglio 2003
6
Il Decreto Legislativo 81/08
Il Primo Soccorso, nel Decreto Legislativo
81/08, viene affrontato nelle seguenti parti:
Articolo 45 (COMMA 1,2,3)
7
Il Decreto Legislativo 81/08
Articolo 45:
Comma 1: il datore di lavoro, considerando la natura
delle attività e le dimensioni dell'azienda, sentito il
medico competente, adotta i provvedimenti necessari in
materia di pronto soccorso ed assistenza medica,
stabilendo i rapporti con i servizi esterni
Comma 2: le caratteristiche minime delle attrezzature di
primo soccorso, i requisiti del personale e la formazione
sono individuati dal DM 388/03
Comma 3: modalità di applicazione in ambito ferroviario
del DM 388/03
8
Il Decreto Legislativo 81/08
Designazione degli incaricati al pronto soccorso:
Prima di affidare questo compito, l'Azienda deveinvitare i dipendenti a offrirsi spontaneamente;
Si evidenzia, comunque, che l'incaricato "non
può rifiutarsi senza giustificato motivo“!
9
Decreto Ministero Salute 15/07/03, n. 388
(IV)
Le novità introdotte dal D.M. 388/03, riguardano 4aspetti:
1. La classificazione delle aziende
2. L’organizzazione del P.S.
3. I requisiti degli addetti al P.S., inclusa la loroformazione
4. Le attrezzature
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Classificazione delle aziende
Art. 1 del D.M. 388/03
Le aziende vengono divise in tre gruppi: A, B, C.
Il Datore di lavoro, sentito il MedicoCompetente, ove previsto, identifica la categoriadi appartenenza della propria struttura.
Se l’azienda svolge più attività diversificate,inquadrabili in gruppi differenti, il Datore dilavoro deve collocare la propria azienda
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Classificazione delle aziende –
Aziende di gruppo A
Aziende a maggior rischio infortunistico:
• Aziende che rientrano nella direttiva Seveso (Rischiorilevante)
• Centrali termoelettriche
• Attività industriali con rischi di incidenti conradiazioni ionizzanti
• Attività in sotterraneo
• Aziende estrattive ed altre attività minerarie
• Aziende per la fabbricazione di materiali esplosivi
• Aziende del comparto agricolo con più di 5 dipendenti
• Aziende con più di 5 dipendenti che nel triennioprecedente abbiano presentato un indiceinfortunistico di inabilità permanente superiore a 4.
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Classificazione delle aziende –
Aziende di gruppo A
(Indici di inabilità permanente INAIL)
1. Facchinaggio: 15,99
2. Fondazioni speciali: 12,39
3. Lavorazioni meccano-agricole: 10,84
4. Linee e condotte idrauliche: 9,67
5. Costruzioni idrauliche: 9,12
6. Costruzioni edili: 8,60
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Classificazione delle aziende –
Aziende di gruppo B e C
Gruppo B: comprende le aziende che non rientrino
nel gruppo A e che occupino un numero di
lavoratori superiore a 3
Gruppo C: comprende le aziende che non rientrino
nel gruppo A e che occupino un numero di
lavoratori inferiore a 3
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Organizzazione del P.S.
Art. 2 del D.M. 388/03
Cassette di P.S.: i Datori di lavoro delle aziende diGruppo A e B devono allestire la cassetta di P.S.,tenuta presso ciascun luogo di lavoro,adeguatamente custodita in luogo facilmenteaccessibile ed individuabile con segnaleticaappropriata, da integrare sulla base dei rischipropri dell’azienda
Va costantemente assicurata la completezza ed ilcorretto uso dei presidi in essa contenuti
Il datore di lavoro deve, inoltre, garantire un mezzodi comunicazione idoneo ad attivare rapidamenteil sistema di emergenza del SSN
15
Contenuto minimo della Cassetta
di P.S.
N. 5 paia di guanti sterili monouso
N.1 visiera paraschizzi
N. 1 flacone di soluzione cutanea di
Iodopovidone al 10% da 1 litro
N. 3 flaconi si Soluzione fisiologica da 500 ml
N. 10 compresse di garza sterile
N. 2 teli sterili monouso
N. 2 pinzette da medicazione sterili monouso
N. 1 confezione di cotone idrofilo
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Contenuto minimo della Cassetta
di P.S.
N. 2 confezioni di cerotti di varie misure
N. 2 rotoli di cerotto alto 2,5 cm
N. 1 paio di forbici
N. 3 lacci emostatici
N. 2 confezioni di ghiaccio pronto uso
N. 2 sacchetti di ghiaccio pronto uso
N. 2 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti
sanitari
N. 1 termometro clinico
N. 1 sfigmomanometro
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Contenuto minimo del pacchetto di
medicazione
Guanti sterili monouso (2 paia)
Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1)
Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1)
Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1)
Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3)
Pinzette da medicazione sterili monouso (1)
Confezione di cotone idrofilo (1)
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Contenuto minimo del pacchetto di
medicazione
Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1)
Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1)
Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1)
Un paio di forbici (1)
Un laccio emostatico (1)
Confezione di ghiaccio pronto uso (1)
Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1)
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Organizzazione del P.S.
Nelle aziende di Gruppo A il Datore di lavoro,
sentito il Medico Competente, è tenuto a
garantire il raccordo tra il sistema di P.S.
interno ed il Sistema di emergenza sanitaria
Nelle aziende o unità produttive che hanno
lavoratori che prestano attività in luoghi isolati,
diversi dalla sede aziendale, il datore di lavoro è
tenuto a fornire loro il pacchetto di medicazione
oltre ad un mezzo di comunicazione idoneo per
attivare rapidamente il Sistema di emergenza
del SSN
20
Requisiti e formazione degli
addetti al P.S.
Art. 3 del D.M. 388/03
Designazione – Gli addetti al P.S. aziendalecontinuano ad essere designati così come giàprevisto dall’art. 12 del D.Lgs 626/94, secondocui il Datore di lavoro designa preventivamentei lavoratori incaricati di attuare misure di primosoccorso, tenendo conto delle dimensioniaziendali ovvero dei rischi specifici. I lavoratoridesignati, sempre in virtù dell’art. 12, non
possono rifiutare la designazione, se non per
giustificato motivo.
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Requisiti e formazione degli addetti al
P.S. Art. 3 del D.M. 388/03
Formazione – Gli addetti al P.S. devono essere
formati con istruzione non solo teorica, ma anche
pratica per:
– L’attuazione delle misure di primo intervento
– L’attivazione degli interventi di primo soccorso.
La formazione è svolta da personale medico. Nello
svolgimento della parte pratica il medico può
avvalersi della collaborazione di personale
infermieristico o di altro personale specializzato
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Attrezzature minime per gli
interventi di P.S.
Art. 4 del D.M. 388/03
Il datore di lavoro ha l’obbligo, in collaborazionecon il Medico Competente, di integrare, ovenecessario, il contenuto delle previsteattrezzature di P.S. (inclusi i D.P.I. per gliaddetti), in funzione della valutazione dei rischiaziendali
Le attrezzature ed i dispositivi di cui sopradevono essere appropriati rispetto ai rischispecifici connessi con l’attività e devono esseremantenuti efficienti, disponibili ed accessibili incaso di bisogno
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Problematiche legali nel soccorso
Quando intervenite per soccorrere una persona
colpita da malore o un ferito, dal punto di vista
legale avete iniziato l’assistenza !!!
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La figura giuridica del
soccorritore
Figura del soccorritore a titolo di volontario:
alla lettera la legge 266/1991 non indica se ilsoccorritore volontario sia un incaricato dipubblico servizio (qualsiasi attività, cioè, chesenza rappresentare una funzione pubblica,persegua comunque interessi della collettività),anche se non sembrerebbe essere una forzaturaconsiderarlo tale
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La figura giuridica del
soccorritore
Figura del soccorritore a titolo di volontario:
- articolo 45 della legge 833/1978;
- L. 266/1991:
Legge quadro con criteri di massima a cui
le Regioni si attengono per emanare la
normativa che sul territorio disciplina le
varie associazioni
Figura del soccorritore come attività di servizio:
- prevista dal mansionario
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Omissione di soccorso
(art. 593 C.P.)
Il reato è consumato da chiunque”...trovando
abbandonato...persona incapace di provvedere a sé
stessa omette di darne avviso all’Autorità. Alla stessa
pena soggiace chi, trovando un corpo inanimato, ovvero
una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di
prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato
avviso alle Autorità.”
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Lo stato di necessità
Lo stato di necessità come sostegno all'opera di soccorso:
- articolo 54 e 55 del Codice Penale:
l'articolo 54 non punisce chi abbia commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sè od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo non da lui volontariamente causato nè altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionale al pericolo;
l'articolo 55 prevede l'eccesso colposo per atti commessi in situazioni di necessità con azioni eccedenti i limiti imposti dalla legge, dall'autorità e dalla necessità, per negligenza, imprudenza o imperizia (condotta colposa)
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Il soccorritore e le manovre
sanitarie
Il soccorritore:
non ha un elenco di compiti o di manovre sanitarie che può effettuare;
ha il compito di fare da tramite con il lavoro di altro personale qualificato;
non farà mai qualcosa che vada oltre le sue competenze, pena la commissione di imprudenza e l'accusa di lesioni personali (articolo 590 C.P.) o di omicidio colposo (articolo 589 C.P.) o di esercizio abusivo di professione (articolo 348 C.P.)
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Il soccorritore e le manovre
sanitarie
Le manovre eseguibili da un soccorritore:
valutazione dei parametri vitali e delle principalialterazioni;
Massaggio cardiaco esterno e ventilazioneartificiale;
immobilizzazione degli arti;
emostasi, protezione e medicazione di ferite;
sottrazione di un ferito o di un malato dasituazione di immediato pericolo
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Alcune considerazioni
Consenso informato
Nelle decisioni prese nei confronti di una persona
cosciente e maggiorenne bisogna tenere conto anche
del parere della vittima
Es. chiamare un’ambulanza o un medico o un
familiare
31
Alcune considerazioni
Consenso implicito
Se la persona non è cosciente o non può esprimere il
suo consenso per altre ragioni, si decide in modo
autonomo per salvaguardare la salute della persona
32
Alcune considerazioni
Responsabilità per i beni altrui
Se la vittima non è perfettamente cosciente,
consegnare eventuali oggetti personali ai parenti o al
personale sanitario a cui la si affida, alla presenza di
un testimone
33
Alcune considerazioni
Diritto alla discrezione
Ogni persona ha diritto alla discrezione e quindi è
poco corretto raccontare ad altri eventi o situazioni di
cui si è stati testimoni o partecipanti attivi
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Il ruolo dell'incaricato di primo
soccorso
L'addetto al servizio di primo soccorso, oltre adessere formato, deve:
collaborare alla formazione del piano diemergenza
coordinare l'attuazione delle misure previste
predisporre i numeri telefonici d'emergenza
curare la tenuta dei presidi sanitari
tenere un registro del materiale sanitario
effettuare le manovre di soccorso di suacompetenza
35
La valutazione
dell'organizzazione
del primo soccorso
La programmazione aziendale
L'organizzazione del primo soccorso
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La programmazione aziendale
Ogni attività aziendale deve presupporre una
oculata programmazione, cioè:
porsi degli obiettivi e standardizzare un metodo
per raggiungerli
adottare un sistema di verifica per il controllo del
procedimento ed il raggiungimento del risultato
prefissato
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La programmazione aziendale
Ogni azienda dovrebbe applicare lo strumento
della programmazione per tutto ciò che riguarda
la prevenzione dei rischi lavorativi e la protezione
della salute dei lavoratori
Anche la pianificazione dell'emergenza sanitaria
rientra a pieno titolo in questa attività aziendale
38
La programmazione aziendale
Uno dei primi passi della pianificazione di un
programma di emergenza sanitaria è la
individuazione delle cause di infortunio e la
correzione delle situazioni rischiose
Per questo aspetto ritorneranno molto utili:
la valutazione dei rischi
il registro infortuni
39
La programmazione aziendale
Oltre a questi due strumenti sarebbe utile creare, inazienda, altri due registri:
il registro dei "quasi infortuni" (cioè di tuttiquegli incidenti che non comportano un danno);
il registro degli "eventi pericolosi" (cioè di tuttequelle situazioni in cui non si è verificatol'incidente per pura casualità)
40
La programmazione aziendale
La tenuta dei registri in questione potrebbe
riguardare anche gli incaricati al primo
soccorso, i quali d'altronde, non possono non
essere coinvolti nella programmazione del
piano per la gestione delle emergenze in
un'azienda
41
La programmazione aziendale
Con la realizzazione e la compilazione dei
documenti predetti (valutazione del rischio,
registro degli infortuni, registro dei quasi
infortuni e registro degli eventi pericolosi) sarà
molto più semplice individuare le fonti di rischio
e operare un'oculata e puntuale correzione
42
L'organizzazione del primo
soccorso
L'organizzazione del primo soccorso aziendale
comprende:
la progettazione di un piano di emergenza per il
primo soccorso
l'individuazione di persone e mezzi per
fronteggiare le situazioni di emergenza relative al
primo soccorso
43
L'organizzazione del primo
soccorso
Nella realizzazione di un piano per la gestione del
primo soccorso si dovranno considerare:
obiettivi
procedure
norme comportamentali
44
L'organizzazione del primo
soccorso
Gli obiettivi di un piano di primo soccorsorientrano in quelli già previsti per il piano diemergenza in generale e sono:
protezione della persona coinvolta
controllo dell'incidente
evitare o contenere i danni all'ambiente
realizzazione di un primo soccorso in attesadell'arrivo di personale qualificato
45
L'organizzazione del primo
soccorso
Le procedure dovranno essere standardizzate e
riguardare diversi soggetti presenti in azienda e
non soltanto gli incaricati al primo soccorso, in
modo tale da snellire la gestione della situazione
di emergenza e permettere, al personale
qualificato esterno, di trovare una situazione
facilmente risolvibile
46
L'organizzazione del primo
soccorso
I soggetti interessati alle procedure da realizzarsi in
una situazione di emergenza sono:
colui che scopre la situazione di emergenza
gli incaricati al primo soccorso
l'addetto al centralino telefonico
l'addetto alla portineria
47
L'organizzazione del primo
soccorso
La persona che scopre l'emergenza dovrà
avvisare gli incaricati al primo soccorso (nel caso
di un'emergenza sanitaria) e , successivamente,
informarne il datore di lavoro
Gli incaricati di primo soccorso dovranno
accertarsi della necessità di chiamare un soccorso
esterno ed iniziare le prime fasi del soccorso
48
L'organizzazione del primo
soccorso
Il responsabile del centralino telefonico
s'incaricherà di attivare il personale interno e/o
esterno necessari all'aiuto
Il dipendente addetto alla portineria, infine,
cercherà di realizzare una situazione ambientale,
all'ingresso dell'azienda, ottimale e priva
d'ingombri per i mezzi di soccorso
49
L'organizzazione del primo
soccorso
Nelle situazioni caratterizzate da un'emergenza
sanitaria, spesso si ritrovano anche situazioni di
emergenza più vaste ed interessanti l'intera
azienda o una parte di essa (incendi, fuga di gas,
dispersione nell'ambiente di sostanze dannose),
per cui tutti i dipendenti possono essere coinvolti
in procedure opportune
50
L'organizzazione del primo
soccorso
Per tutti, quindi, potrà rendersi opportuno porre insicurezza:
un impianto o un reparto (ad esempio togliere lacorrente);
se stessi e gli altri (portandosi in centri diraccolta o restando fermi sul posto di lavoro,qualora il proprio reparto non sia interessatoall'emergenza).
51
L'organizzazione del primo
soccorso
I rischi principali nell'organizzazione del primosoccorso aziendale sono:
cattiva pianificazione
assenza di coordinamento
I suggerimenti utili sono:
inserimento dell'organizzazione del primo
soccorso nell'organizzazione generale dell'impresa
verifica periodica con strumenti di autorevisione.
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L'organizzazione del primo
soccorso
L'autorevisione dovrà considerare:
l'adeguatezza dell'equipaggiamento
la congruità della cassetta di soccorso
l'informazione del personale
il piano di pronto soccorso
la formazione del personale
le conoscenze del responsabile
53
L'organizzazione del primo
soccorso
La valutazione dell'organizzazione del primo
soccorso può essere realizzata con strumenti
molto semplici, rappresentati da schede di
valutazione.
Queste schede di valutazione comprendono
questionari con domande che prevedono una
scala graduata di risposte e che alla fine
permetteranno di identificare meglio le
correzioni da apportare.
54
L'organizzazione del primo
soccorso
Uno strumento simile è stato realizzato, ad
esempio, dalla Commissione Europea (Manuale
di Autorevisione per le PMI), e rientra nel grande
progetto di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
della Comunità Europea
55
IN SINTESI
Il primo soccorso è l’aiuto dato al soggetto
infortunato o malato, da personale non
sanitario, in attesa dell’intervento specializzato
56
“Ma chi me lo fa fare?
57
Il rischio biologico
Il soccorritore può essere esposto al rischioinfettivo le cui forme di trasmissione sono:
diretta
indiretta tramite veicoli:
– aria
– mani e indumenti del soccorritore
– materiale di soccorso contaminato
– liquidi organici
– effetti personali della vittima
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Il rischio biologico
Le precauzioni sono:
*personali specifiche
- vaccinazioni specifiche:
antitifo, antitetano, antiepatite B,antitubercolare
- sieroprofilassi e chemio profilassi:
gammaglobuline e antibiotici
*operative generali
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Il rischio biologico
Le precauzioni operative generali riguardano:
indumenti a protezione del soccorritore
profilassi per il personale
protezione del paziente
disinfezione e sterilizzazione
eliminazione dei rifiuti contaminati
disinfezione periodica dei luoghi di soccorso
60
Il rischio biologico
Gli indumenti a protezione del soccorritore sono:
guanti monouso:
– sempre in caso di possibilità di contagio(ferite, ustioni, fratture esposte, ecc.)
– indossarli prima del soccorso e una voltautilizzati toglierli rivoltandoli uno nell'altro
– in lattice o vinile e di buona qualità
mascherine/visiera paraschizzi:
– tutte le volte in cui vi sia rischio di contattocon liquidi biologici
– devono coprire la bocca, il naso, gli occhi
61
Il rischio biologico
Profilassi per il personale:
disinfezione:
– al termine di ogni intervento
protezione del paziente:
– materiali per medicazioni monouso
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Il rischio biologico
Disinfezione e sterilizzazione
Principi attivi utilizzati:
– glutaraldeide
– polifenoli
– clorexidina
– iodofori
– ipoclorito di sodio
– formaldeide
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Il rischio biologico
Dopo aver prestato un soccorso è necessario procedere a unlavaggio delle mani con un antisettico con le seguentimodalità:
versare 5 ml del prodotto sulle mani inumidite
frizionare per un minuto ed usare lo spazzolino per leunghie
sciacquare e asciugare accuratamente
Tutto il materiale contaminato deve essere eliminato separatamente da qualsiasi altro rifiuto
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Il rischio biologico
La disinfezione periodica degli ambienti disoccorso può realizzarsi con:
pulizia di pavimenti e arredi (spazzatura +lavaggio) con detergente, usando il sistema MOPa due secchi (uno per la soluzione detergente,uno per l'acqua di risciacquo)
dopo il lavaggio disinfettare con amuchina
usare strofinacci in tessuto non tessuto e scope innylon
ricambio dell'aria
65
Il rischio movimentazione
manuale dei carichi
Coloro i quali svolgono il soccorso anche in
ambito extraospedaliero possono essere
interessati a patologie del rachide e di altre
articolazioni
Oltre a una buona condizione fisica è
indispensabile rispettare alcune norme
comportamentali
66
Il rischio movimentazione
manuale dei carichi
Le norme comportamentali sono:
sollevare senza chinare il dorso, mantenendo il
busto eretto e flettendo le gambe unitamente
tenere il peso più vicino al corpo
non sollevare bruscamente
di ruotare il busto ma cercare di girare tutto il
corpo
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Il rischio movimentazione
manuale dei carichi
Modalità di manovra
errata
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Il rischio movimentazione
manuale dei carichi
Modalità errata ed
azione sulla colonna
69
Il rischio movimentazione
manuale dei carichi
Modalità di manovra
corretta
70
Il rischio movimentazione
manuale dei carichi
Modalità corretta ed
azione sulla colonna