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14/12/2010 1 Corso TECNICO DI RETE MODULO 1 dimensionamento architettura di rete Docente: ing.Andrea Sarneri [email protected] Lezione 2 - Introduzione al modello OSI 1. La rete globale: internet,enti normativi e standardizzazione 2. Il modello OSI: interfacce e protocolli, modello TCP/IP 3. Livello fisico e mezzi trasmissivi 4. Tipologie e Caratteristiche dei mezzi trasmissivi

Corso TECNICO DI RETE · Il modello OSI: interfacce e protocolli, modello TCP/IP 3. Livello fisico e mezzi trasmissivi 4. Tipologie e Caratteristiche dei mezzi trasmissivi. 14/12/2010

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Corso TECNICO DI RETE

MODULO 1 –dimensionamento architettura di rete

Docente: ing.Andrea [email protected]

Lezione 2 - Introduzione al modello OSI

1. La rete globale: internet,enti normativi e standardizzazione

2. Il modello OSI: interfacce e protocolli, modello TCP/IP

3. Livello fisico e mezzi trasmissivi

4. Tipologie e Caratteristiche dei mezzi trasmissivi

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LA RETE INTERNETAnno Avvenimento

1960 Avvio delle ricerche di ARPA, progetto del Ministero della Difesa degli Stati Uniti

1967 Prima conferenza internazionale sulla rete ARPANET

1969 Collegamento dei primi computer tra 4 università americane

1971 La rete ARPANET connette tra loro 23 computer

1972 Nascita dell'InterNetworking Working Group, organismo incaricato della gestione di Internet.

1979 Creazione dei primi Newsgroup (forum di discussione) da parte di studenti americani

1981 Nasce in Francia la rete Minitel. In breve tempo diventa la più grande rete di computer al di fuori degli USA

1982 Definizione del protocollo TCP/IP e della parola "Internet"

1983 Appaiono i primi server dei nomi dei siti

1984 La rete conta ormai mille computer collegati

1985 Sono assegnati i domini nazionali: .it per l'Italia, .de per la Germania, .fr per la Francia, ecc.

1986In aprile, da Pisa, sede del Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (Cnuce) viene realizzata la prima

connessione Internet dall'Italia con gli Stati Uniti.

1987Sono connessi 10 mila computer Viene registrato “cnr.it”, il primo dominio con la denominazione geografica

dell'Italia. È il sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

1989 Sono connessi 100mila computer

1990 Scomparsa di ARPANET; apparizione del linguaggio HTML

1991 Il CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) annuncia la nascita del World Wide Web

1992 Un milione di computer sono connessi alla rete

1993 Apparizione del primo browser pensato per il web, Mosaic

1996 Sono connessi 10 milioni di computer

2009 Gli utenti di Internet sono circa 1 miliardo in tutto il mondo

3CIS - Incontro 1

REGOLAMENTARE E GOVERNARE LA RETE

Organizzazioni che regolamentano le telecomunicazioni: •ITU (International Telecommunication Union) •ITU-R , ITU-T ovvero CCITT (Comitè consultatif internationaltèlègraphique et telèphonique)•ETSI (European Telecommunication Standard Institute)

Organizzazioni che regolamentano gli standard: •ISO (International Standard Organization)•ANSI (American national standards Institute)•IEEE( Institute of Electrical and Electronics Engineers)

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REGOLAMENTARE E GOVERNARE LA RETE

Chi regolamenta Internet?

•ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) è un ente non profit, con uffici a Marina del Rey e a Bruxelles, che ha la responsabilità di assegnare gli indirizzi IP (Internet Protocol), di gestire il sistema dei nomi a dominio generici di primo livello (generic Top-Level Domain, gTLD, quail .com, .net, .info) e dei country code Top Level Domain (ccTLD), che identificano uno specifico territorio, quali .uk per il Regno Unito, .it per l’Italia), nonché i rootserver. Nel passato, questi servizi erano garantiti da IANA (Internet AssignedNumbers Authority), su mandato del governo degli Stati Uniti, e da altri enti.

• RIPE è l’organismo regionale dell’ ICANN per Europa e middle east. RIPE(Réseaux IP Européens) è un forum collaborativo aperto a tutte le partiinteressate nell'area reti WAN IP in Europa e oltre. L'obiettivo del RIPE è quellodi garantire il coordinamento amministrativo e tecnico necessario perconsentire il funzionamento di una rete pan-europea IP.

REGOLAMENTARE E GOVERNARE LA RETE

Cosa è necessario regolamentare?

Il sistema di indirizzamento basato sull’assegnazione degli indirizzi IP:

L’attribuzione di un indirizzo IP deve seguire delle regole di tipo “tecnico” essendo gli indirizzi IP “finiti” ed essendo le regole di funzionamento dei router (instradamento) basate sul valore numerico dell’indirizzo e della suddivisione dello spazio di indirizzamento globale suddiviso in reti e sottoreti.

Il sistema di assegnazione dei nomi di dominio all’indirizzo IP:

All’indirizzo numerico viene associato un nome simbolico che consente di rendere identificabile una risorsa su internet in maniera univoca e indipendente dall’indirizzo IP associato . L’assegnazione dei nomi deve essere per questo regolamentata in modo da garantirne l’unicità e gestire le dispute e le possibili duplicazioni, sovrapposizioni, copyrights ecc.

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REGOLAMENTARE E GOVERNARE LA RETE

L’attribuzione di indirizzi di rete IP pubblici:

Gli indirizzi IP pubblici sono rilasciati e regolamentati dall'ICANN tramite una serie di organizzazioni delegate. Gli indirizzi IP pubblici sono teoricamente intorno ai 4 miliardi: stanno rapidamente terminando la loro disponibilità, e sono una delle ragioni per lo sviluppo e uso di IPv6, dove il concetto di "indirizzo pubblico" perderà di significato pratico. Gli indirizzi IP pubblici vengono assegnati a grandi blocchi ai provider, i quali poi provvedono ad assegnare sottoblocchi o anche singoli indirizzi ai propri clienti.

In italia i providers maggiori sonoFastweb SpAInterBusinessTelecom Italia NetTiscali SpATelecom Italia Wireline ServicesVodafone Omnitel N.V.

La rete INTERNET: Il protocollo TCP/IP

Indirizzo mittente: 80.207.36.201

Indirizzo destinatario: 72.14.234.104Host mittente:

80.207.36.201

Host destinatario:

72.14.234.104

•I dati vengono suddivisi in pacchetti•Ogni pacchetto contiene indirizzi di mittente e destinatario•I pacchetti vengono trasmessi sui percorsi disponibili•Il destinatario riassembla i pacchetti nell’ordine originale

8CIS - Incontro 1

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La rete INTERNET: il sistema dei nomi

Host mittente:

80.207.36.201OvveroTiziocaio.it

Host destinatario:

72.14.234.104Ovvero:Google.com

Il “Domain Name system” associa ad ogni indirizzo numerico un indirizzo in forma testuale, più facile da ricordare.Il nome è composto in maniera gerarchica secondo regole condiviseVengono creati dei server dedicati ad implementare il sistema di “risoluzione dei nomi”Vengono definite le autorità preposte alla assegnazione dei nomi e al loro mantenimento (IANA, ICANN, RIPE, CNR-Registro.it)

serverA.altervista.org9CIS - Incontro 1

REGOLAMENTARE E GOVERNARE LA RETE

Attribuzione di un nome di dominio in Italia

Il Registro è l’anagrafe dei domini Internet .it, la targa Internet dell’Italia. Soltanto qui è possibile chiedere, modificare o cancellare uno o più domini .it.Su richiesta degli utenti, il Registro associa gli indirizzi numerici necessari per muoversi in rete (lunghi e difficili da memorizzare) a un nome. Su questo principio funzionano il web, la posta elettronica e molti altri servizi internet. Questo servizio si chiama Dns (Domain Name System) e regola, in modo trasparente, il funzionamento di Internet.

Nel 1987, Icann ha incaricato il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di gestire i domini Internet a targa .it. E’ nato cosi il Registro .it, che ha sede all’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa.

La struttura non si occupa di registrare direttamente nuovi indirizzi per conto degli utenti: questo servizio è offerto da specifiche società (si chiamano Registrar o Maintainer) cui i cittadini e le imprese si possono rivolgere per ottenere il proprio dominio .it.Ciascun Registrar o Maintainer, nella massima autonomia, offre servizi di ogni ordine e prezzo, dalla semplice registrazione di un nome a dominio alla realizzazione di siti Web, alla fornitura di connettività Internet e di servizi altamente specializzati.

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Open Systems Interconnect:

È lo standard ISO (ISO 7498) di riferimento per l’interconnessione tra computer

Questo standard definisce un modello per rappresentare in maniera strutturata la sequenza di azioni (istruzioni, conversioni di formato, procedure, ecc..) svolte da due computer che si scambiano dati .

L’obbiettivo che si vuole cogliere con la standardizzazione è:

•Rendere comunicanti sistemi disomogenei tra loro

•Creare il presupposto per il riutilizzo del codice scritto e testato

•Consentire ai produttori di immettere sul mercato prodotti compatibili tra di loro

Il MODELLO OSI

Il modello struttura la comunicazione in sette strati o livelli (“layers stack”) detti pila OSI.

Ogni livello dialoga “virtualmente” con il livello pari (“peer”) remoto, ma fisicamente lo scambio dati avviene attraverso lo stack con il livello inferiore e superiore.

Il dato grezzo (“raw”) generato al livello di applicazione viene passato al livello inferiore che vi aggiunge funzionalità via via necessarie per poter fisicamente trasportare il dato attraverso il mezzo trasmissivo fino alla destinazione.

Risalendo la pila il destinatario “sveste” progressivamente il dato per restituirlo infine all’applicazione ricevente.

Il MODELLO OSI

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Tra uno strato e l’altro il passaggio dati avviene tramite INTERFACCE, ovvero l’insieme dei SERVIZI e delle REGOLE che ogni strato mette a disposizione del livello superiore

La comunicazione tra entità di pari livello avviene tramite PROTOCOLLI

Il MODELLO OSI

INCAPSULAMENTO

Il principio alla base della stratificazione è l’ INCAPSULAMENTO (o anche “IMBUSTAMENTO”) dei dati.Partendo dal livello di applicazione il dato grezzo “RAW” viene incapsulato in un “contenitore” per poter essere passato allo strato inferiore della pila OSI

Al dato (“payload”) viene aggiunta una intestazione (per il riconoscimento e trattamento del pacchetto nel livello di pertinenza) ed una eventuale coda per un trattamento dell’errore. Man mano che si scende , ogni strato aggiunge la propria parte di informazione al payload, che viene poi rimossa al lato ricezione nel momento in cui si risale la pila e si “sveste” progressivamente il dato originale.

Il MODELLO OSI

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I LIVELLI OSI

Vediamo sinteticamente la funzione dei singoli livelli ( che in seguito verranno approfonditi singolarmente)

1) Livello Fisico: ha il compito di trasmettere i singoli bit sulla linea o mezzo trasmissivo, che necessariamente è affetta da errori.

2) Livello Dati: raggruppare i bit in “frame” (pacchetti) in modo da fornire sufficiente affidabilità alla trasmissione, attraverso un controllo e recupero di errore e un meccanismo di indirizzamento a livello di topologia fisica del mezzo trasmissivo

3) Livello di rete: garantire la consegna del pacchetto al destinatario, attraverso un sistema di indirizzamento logico superiore rispetto ai mezzi trasmissivi utilizzati, e una ottimizzazione del percorso di instradamento.

4) Livello di trasporto: garantire la consegna complessiva del messaggio costituito dai vari frame, ottimizzando l’uso delle risorse di rete

5) Livello di sessione: garantire sincronizzazione end-to-end tra applicativi

6) Livello di presentazione: gestire la sintassi dell’informazione end-to-end

7) Livello di applicazione: definire i servizi e le interfacce di utilizzo della rete

Il MODELLO OSI

I LIVELLI OSI

E’ importante riconoscere nei sette livelli OSI due tipologie di strati:

A) Livelli (protocolli, servizi) dedicati al mezzo trasmissivo: questi livelli sono implementati negli Host (PC) ma soprattutto negli apparati di rete

B) Livelli dedicati all’applicazione: questi sono implementati negli hostapplicativi

Ciascun layer in generale realizza un livello di astrazione via via superiore, che rende possibile l’interoperabilità tra sistemi diversi e la compatibilità tra piattaforme altrimenti incompatibili

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Il PROTOCOLLO OSI

La comunicazione a livello di interfaccia avviene tramite delle PRIMITIVE

Le primitive si dividono in quattro classi

REQUEST richiesta per stabilire una nuova connessione

INDICATION segnalazione di richiesta connessione al ricevente

RESPONSE risposta da parte del chiamato per accettare o rifiutare la richiesta

CONFIRM informazione di ritorno al chiamante su accettazione o rifiuto

NOTA : mentre la comunicazione “verticale” tra strati è di tipo fisico, la comunicazione “orizzontale” è a livello logico, ovvero ogni strato dialoga col suo peer in maniera virtuale consegnando però il dato fisicamente al livello inferiore.

Il PROTOCOLLO OSI

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Il PROTOCOLLO OSI

Più in generale la connessione tra due host avviene con altri apparati interposti.Ogni apparato può implementare tutto o anche una sola parte della pila OSI, ad esempio i routers si limitano ad implementare i layers che si occupano della rete

MODELLO INTERNET

È una rappresentazione più semplificata della pila OSINasce a valle della implementazione del protocollo TCP/IP, rivisitato in funzione del modello OSI

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Applicazione: è il livello che rappresenta tutte le applicazioni come normalmente le intendiamo (un browser, un client di posta elettronica, un terminale telnet, ecc…)

Trasporto: è il livello che si occupa del trasferimento corretto dei dati da un host all’altro (es trasferire un file)

Rete: è il livello che si occupa dell’instradamento dei dati suddivisi in datagrammi da un punto all’altro della rete (da sorgente a destinazione) attraverso percorsi caratterizzati da indirizzi IP

Link: è il livello che si occupa del trasferimento dei pacchetti tra elementi di rete vicini ovvero appartenenti allo stesso segmento omogeneo di mezzo trasmissivo

MODELLO INTERNET

MODELLO INTERNET

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LIVELLO FISICO

MEZZI TRASMISSIVI

I mezzi trasmissivi sono i canali entro i quali viaggiano i segnali rappresentativi dell’informazione.Qualunque mezzo trasmissivo è una risorsa a capacità finita, è quindi necessario individuare delle regole di accesso e di utilizzo al mezzo

Esempio1:Stanza con 4 persone, A parla con B , C parla con Dle due conversazioni si incrociano, difficile la comprensionesoluzione: parlare più piano , A si avvicina a B, C si avvicina a D separazione fisica delle due conversazioni. Altra soluzione: A e B parlano una lingua diversa da C e D separazione tramite “codice”

Esempio 2: Talk show televisivo: meccanismo di conversazione a turno, un moderatore assegna il tempo a disposizione al parlatore, gli altri ascoltanodegenerazione , perdita di controllo da parte del moderatore

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UTILIZZO DEI MEZZI TRASMISSIVI

MODALITA’ HALF DUPLEXMezzo trasmissivo completamente condiviso, un unico canale trasmissivo utilizzabile in una unica direzione, a turno. E’ consentita o la trasmissione o la ricezione.

MODALITA’ FULL DUPLEXMezzo trasmissivo costituito da DUE canali trasmissivi utilizzabili in due direzioni opposte contemporaneamente. E’ consentita la trasmissione contemporaneamente alla ricezione.

MEZZI TRASMISSIVI

Esempio di protocollo di utilizzo di un mezzo trasmissivo in modalità halfduplex: Protocollo di sincronizzazione basato su “handshaking”

mittente destinatario

Dato 1

ACK 1

Dato 2

ACK2

Dato 3

ACK 3

Tempo di commutazione

Il mittente prima di trasmettere il dato successivo deve aspettare dal destinatario la conferma di avvenuta ricezione.

Il tempo di commutazione del canale è necessario se il mezzo è half duplex

Se il mezzo trasmissivo è full duplex il “tempo di commutazione” può essere ridotto a zero poiché il canale di ritorno è sempre attivo.

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MEZZI TRASMISSIVI

Esempio di protocollo di utilizzo di un mezzo trasmissivo in modalità halfduplex: sincronizzazione master-slave basato su POLLING

Il sistema a polling viene utilizzato per tipologie di reti in cui è necessario raccogliere informazioni (data collection) dai vari dispositivi presenti nella rete da parte (slave) di un gestore amministrativo (master).NOTA: il polling può essere utilizzato come sistema di gestione del livello fisico, ma anche come tipologia di

protocollo implementato ai livelli superiori

slave 1 slave 2 slave 3

slave 4 slave 5

MASTER

mittente destinatario

RICHIESTA 1

Risposta

salve1

RICHIESTA 2

Risposta

slave 2

RICHIESTA 3

Risposta

slave 3

•Ogni nodo deve attendere il proprio turno per parlare con il MASTER•Ogni nodo parla SOLO con il master

MEZZI TRASMISSIVI

Esempio di protocollo di utilizzo di un mezzo trasmissivo in modalità half duplex: Sistema multiuser ad accesso multiplo asincrono

Il sistema ad accesso multiplo asincrono viene utilizzato per tipologie di reti in cui tutti possono iniziare una comunicazione verso chiunque, non esiste una gerarchia tra i nodi (non esiste un master), e in cui l’unica condizione per occupare il mezzo trasmissivo è che non sia nel frattempo già occupato da altri. Esempio di protocollo di gestione:

destinatario

CANALELIBERO?

INVIA DATO DESTINAZIONE

SI

ACK

INVIA DATO DESTINAZIONE

ACK

CANALELIBERO?

NO

CANALELIBERO?

SI

INVIA DATO DESTINAZIONE

ACK

LIBERA CANALE

CANALELIBERO?

SI

INVIA DATO DESTINAZIONE

sorgente canale

Tempo di attesa per

secondo tentativo

Tempo di inutilizzo del

canale (IDLE, tutti ascoltano)

peer 1 peer 2 peer 3

peer 4 peer 5

E’ necessario un metodo per evitare le collisioni tra due nodi che chiedono contemporaneamente l’accesso

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CONVERSIONE DEI SEGNALI IN GRANDEZZE FISICHE

Per poter utilizzare i vari mezzi trasmissivi per il trasporto dell’informazione , è necessario utilizzare dei “trasduttori”

Il trasduttore converte i dati (bits/bytes) , normalmente già sotto forma di segnali elettrici , nelle grandezze fisiche più adatte al mezzo trasmissivo.

Mezzo trasmissivotrasduttore trasduttore

Canale trasmissivo

L’insieme di trasduttore e mezzo costituisce propriamente il canale trasmissivoSi distinguono un trasduttore di trasmissione (trasmettitore) e un trasduttore di ricezione (ricevitore)

CARATTERISTICHE DEI CANALI TRASMISSIVI

QualitàNei sistemi analogici (es telefonia tradizionale) la qualità è un parametro spesso legato a valutazioni soggettive (es “intelligibilità” del parlato) che dipendono da parametri oggettivi (livelli, distorsione, rumore, ritardo echo).

Nei sistemi digitali qualunque linea di trasmissione è affetta da un tasso di errore non nullo. La qualità del canale si esprime come il rapporto tra il numero di bit errati e il numero di bit ricevuti (BER=Bit Error Rate), in assenza di meccanismi di recupero o correzione dell’errore. La qualità è molto buona quando si hanno valori di BER<1/109. .

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CARATTERISTICHE DEI CANALI TRASMISSIVI

CapacitàQuantità di informazione che il mezzo trasmissivo è in grado di trasportare nell’unità di tempo. Se si utilizza il bit come riferimento, la capacità si esprime in BIT al secondo (Bit/s) o BITRATE . Si può anche utilizzare la quantità Byte al secondo per riferirla alla misura dei files che è in bytes, ma nella maggioranza dei casi il canale trasmissivo è seriale, per cui la misura è in bit/s

La BitRate del mezzo trasmissivo al livello fisico è da considerarsi sempre “lorda” poiché, essendo la trasmissione affetta da errori, i meccanismi di recupero errore aggiungono bit di “ridondanza” , e la bitrate “netta” risulta inferiore

DisponibilitàLa disponibilità è la percentuale di tempo in cui il canale è operativo nei termini espressi dalla sua capacita e qualità nominali. In altri termini è il rapporto tra il tempo totale di funzionamento e il tempo di disservizio. Percentuali del 100% sono irrealizzabili, disponibilità >95% sono normalmente richieste.

La disponibilità è un parametro migliorabile attraverso l’implementazione della ridondanza dei collegamenti, ovvero la possibilità di avere a disposizione collegamenti alternativi che subentrano automaticamente con tempi di intervento trascurabili, nel caso di interruzione del link principale.

CARATTERISTICHE DEI CANALI TRASMISSIVI

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Capacità, qualità e disponibilità sono dipendenti da diversi fattori:

Tipo di mezzo trasmissivo (es. conduttore in rame, etere, fibre ottiche,ecc…)

Distanza di trasmissione (se aumenta la distanza è più difficile ottenere un buon collegamento)

Condizioni ambientali nei dintorni del mezzo (es. presenza di disturbi, interferenze, maltempo, ecc..)

Stato di manutenzione degli apparati (es. degrado dei conduttori, pulizia delle antenne, ecc..)

E’ importante riuscire a tenere distinti e isolare i malfunzionamenti dei tre parametri al fine di una corretta soluzione dei problemi.

CARATTERISTICHE DEI CANALI TRASMISSIVI

TIPOLOGE DI MEZZI TRASMISSIVI

La Corrente elettrica: In un conduttore elettrico sottoposto a una differenza di potenziale viene indotta una corrente elettrica che si propaga lungo il conduttore e che può essere utilizzata per trasportare delle informazioni a distanza.

Doppino telefonico: due conduttori paralleli , costo contenuto, limitato prodotto distanza*capacità

Coppia intrecciata/ cavo UTP:Da 1 a 4 coppie intrecciate, costo maggiore, ma migliori prestazioni

Cavo coassiale:Cavo costituito da un conduttore centrale, un isolante e un conduttore esterno, con funzione schermante. Prodotto distanza*capacità elevato

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Le fibre ottiche sono filamenti di materiali vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter condurre la luce. La luce, opportunamente modulata, può trasportare informazioni.

La fibra ottica ha caratteristiche di capacità e di qualità molto superiori rispetto ai conduttori in rame

La fibra ottica è immune ai disturbi elettrici esterni e alle interferenzee attenua il segnale molto meno rispetto al rame.

TIPOLOGE DI MEZZI TRASMISSIVI

“L’Etere” e le onde radio

Il vuoto è il mezzo trasmissivo attraverso il quale le onde elettromagnetiche si propagano alla massima velocità. A differenza della propagazione guidata all’interno dei conduttori, le onde radio si propagano nel vuoto in più direzioni.

Le onde radio, opportunamente modulate possono essere usate per trasmettere informazioni.

La qualità, capacità e disponibilità della trasmissione radio risultano dipendenti dalle condizioni atmosferiche e di propagazione.

E’ possibile raggiungere distanze elevate (satelliti)

TIPOLOGE DI MEZZI TRASMISSIVI

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Esistono altre tipologie di mezzi trasmissivi, ovvero di tecnologie per la trasmissione dell’informazione:

Onde acustiche (ultrasuoni): utilizzate in passato (telecomandi)

Raggi Infrarossi: utilizzati per corta distanza (telecomandi, connessione PC-Telefonini, ecc…)

Radiazioni ottiche (laser) in aria libera (Free Space Optics – FSO): Utilizzano fasci luminosi fortemente collimati, che sfruttano la propagazione in aria libera (in assenza di ostacoli, in condizioni di visibilità), che vengono modulati per trasmettere informazioni.

TIPOLOGE DI MEZZI TRASMISSIVI

L’INFORMAZIONE SI PROPAGA ATTRAVERSO LE ONDE. Se si perturba un mezzo in quiete in un punto , questo tende a riprendere la posizione iniziale di quiete. L’energia della perturbazione però si trasferisce ai punti adiacenti, i quali tendono a loro volta a ritornare in quiete, e cosi via. Si crea quindi un’onda di spostamento che porta l’energia associata alla perturbazione iniziale a propagarsi lungo il mezzo. Poiché tutti i mezzi sono dispersivi, la perturbazione tenderà a estinguersi lungo il percorso.

TRASPORTO DELL’INFORMAZIONE NEI MEZZI TRASMISSIVI

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La radiazione elettromagnetica ha caratteristiche diverse a seconda della frequenza associata all’onda (numero di oscillazioni del campo elettromagnetico nell’unità di tempo). La frequenza si misura in Hertz.

TRASPORTO DELL’INFORMAZIONE NEI MEZZI TRASMISSIVI

Per il campo elettromagnetico le frequenze di interesse per la trasmissione dei segnali e i relativi trasduttori sono:

Onde radio e microonde: sono prodotte da circuiti elettronici (oscillatori , amplificatori, ricevitori, modulatori e demodulatori), e irradiate attraverso antenne o trasportate attraverso cavi (coassiali)

Radiazioni ottiche nel campo del visibile e infrarosso:Sono prodotte da diodi laser o led, e rivelate da fotodiodi con opportuni circuiti di mo-demodulazione. Vengono trasportate attraverso fibre ottiche oppure focalizzate in aria libera con lenti e dispositivi ottici tradizionali.

TRASPORTO DELL’INFORMAZIONE NEI MEZZI TRASMISSIVI

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La grandezza fisica che trasporta l’informazione varia da mezzo a mezzo, con caratteristiche e prestazioni diverse

TRASPORTO DELL’INFORMAZIONE NEI MEZZI TRASMISSIVI

Mezzo Grandezza fisica distanze

Doppino in rame, cavo coassiale

Campo elettromagnetico (Tensione, corrente..)

1mt..100mt

Fibre ottiche in vetro Radiazioni ottiche (luce visibile , infrarosso)

1km..10km..100km

Fibre ottiche plastiche Radiazioni ottiche (luce visibile)

1mt..10mt

Etere (aria libera, spazio) Campo elettromagnetico (onde radio)

10mt..1000km…..