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essere felice?L’irresistibile fascino della felicità.
Cosa aspetti ad
Ripartiamo da qui…
Tutti esprimiamo, dentro i nostri desideri, un unico desiderio: l’irresistibile tendenza alla felicità!
Tempo di sintesi
Concorso «le carte della felicità». Eleggiamo tra tutte le carte realizzate nel laboratorio appena concluso le tre migliori di ogni classe. Queste passeranno alle fasi finali.
Puoi votare la tua carta preferita sul sito quellodireligione.it
Alcune questioni per iniziare
A confronto con 4 dilemmi rompicapo
Già gli egizi credevano che in punto di morte il dio Osiris avrebbe posto loro due domande e dalle risposte sarebbe dipeso il viaggio nell’aldilà:
1. Hai dato felicità?
2. Hai trovato la felicità?
Questi traguardi erano un obbligo sacro e anche l’unico modo di entrare nella vita eterna.
1. Felicità… dare o avere?
I molti trattati sulla felicità scritti lungo i secoli si sono susseguiti senza mai raggiungere l’unanimità della «ricetta».› La felicità è una questione di
gusti personali e libere scelte? Ad ognuno la sua felicità: chi i soldi, chi le auto, chi l’amore…
› Oppure la felicità sottostà ad una legge universale, a delle regole?
2. Felicità… regole o improvvisazione?
La felicità spesso è raccontata come un luogo perduto, una condizione primordiale della quale abbiamo memoria nel profondo di noi stessi (principio).
La felicità viene pensata come destino a cui tutti sono chiamati (fine)
3. Felicità… principio o fine?
Si può misurare la felicità? Intensità e durata.
La felicità è di un attimo? Intensa e sfuggente? Oppure è il risultato di una vita ben vissuta, un’esperienza complessiva, lungo la linea del tempo?
E l’intensità da cosa è certificata? Dall’emozione? Dallo stato d’animo? Dai ricordi? Dalle persone con cui si è condivisa? Dalla ripetibilità?
4. Felicità… attimo o vita intera?
Un primo bilancio
Una storiella per sintetizzare il lavoro fin qui svolto.
Un gruppo di amici ha deciso di compiere un’escursione in montagna. Dopo alcune ore di salita la comitiva si divide in tre gruppetti.1. Alcuni rimpiangono di aver lasciato
l’albergo. Le fatiche sono senza proporzione in confronto al paesaggio e al resto. Decidono di tornare in albergo.
2. Altri sono piacevolmente sorpresi dalla giornata. Il sole è splendido, il panorama incantevole. Perché faticare ancora? È meglio godersi la montagna dove si è, in mezzo ai prati. Così si sdraiano sull’erba aspettando l’ora del picnic.
3. Altri, infine, non staccano gli occhi dalla vetta che si sono prefissati di raggiungere e continuano la salita, incuranti della fatica e dei rischi.
Una storiella illuminante…
Un ritratto di chi vive sempre stanco e disperato Un cuore piccolo, non è abituato a
grandi emozioni né a grandi slanci Poco entusiasmo Sempre a chiedersi.. Ne vale al pena? Sempre fuori posto: era meglio se stavo
a casa… Chiusi in un guscio
Per queste persone la felicità è: Tranquillità Niente preoccupazioni
A. I nati stanchi
Locked In di Gustavson
Per tutta la vita ho vissuto in una noce di cocco. Non è un posto meraviglioso per viverci? C’era poco spazio ed era buio, soprattutto la mattina quando dovevo farmi la barba. Ma ciò che mi dispiaceva di più era che non avevo modo di mettermi in contatto con il mondo esterno. Se nessuno avesse trovato la noce di cocco o non l’avesse aperta, sarei stato condannato a passare tutta la mia vita lì dentro. Forse a morire lì dentro. Morii in quella noce di cocco. Dopo un paio d’anni la trovarono e la aprirono; dentro trovarono me, rimpicciolito e sgretolato. «Che peccato» dissero. «Se l’avessimo trovato prima, forse avremmo potuto salvarlo. Forse ce ne sono altri, chiusi dentro come lui». E andarono in giro e aprirono tutte le altre noci di cocco che trovarono. Ma fu inutile. Fu tempo sprecato. Di persone che scelgono di vivere in una noce di cocco ce n’è una su un milione. Ma ho un cognato che vive i una ghianda.
Per le persone di questa specie è certamente meglio fare il pieno di tutto ciò che può dare soddisfazione, godere dell’attimo, non perdere l’occasione.L’ideale della vita per queste persone assetate non è estinguere la sete… ma continuare a bere.
Per queste persone la felicità è sintetizzata nel piacere. Vivere è godere della vita e la felicità è un attimo.La scoperta amara sta però nel vedere che più si cerca di afferrarla e più essa è sfuggente, come stringere la sabbia in un pugno.
B. I buontemponi
L’attimo fuggente
«Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento». Perché il poeta usa questi versi? [...] Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare: diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli... pieni di ormoni come voi... e invincibili, come vi sentite voi... Il mondo è la loro ostrica, pensano di esser destinati a grandi cose come molti di voi. I loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi! Ascoltate! Sentite? "Carpe", "Carpe diem", "Cogliete l'attimo, ragazzi", "Rendete straordinaria la vostra vita"!
John Keating, dal film L’attimo fuggente
Non c’è dubbio la felicità è una salita, ma è per questo che merita di essere scalata.
Conquistatori appassionati di verità e giustizia. Certi che ciò che non si suda non vale… Che la felicità non è un traguardo ma un cammino.
C. Gli appassionati
Esiste la vera felicità?
Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla Dichiarazione di Indipendenza, quando parla del nostro diritto «alla felicità» […] «e ricerca della felicità». E ricordo d'aver pensato: «Come sapeva di dover usare la parola Ricerca»? Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire... e che forse non riusciremo mai a raggiungere qualunque cosa facciamo.Come faceva a saperlo?
Chris Gardner, dal film La ricerca della felicità
[email protected] | www.quellodireligione.it