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1 Piano dell’Offerta Formativa Direzione Didattica Quarto Circolo di Piacenza Anno Scolastico 2013 - 2014

Cos’è il Piano dell’Offerta Formativa - 4circolopc.it · Cos’è il Piano dell’Offerta Formativa p. 4 Le radici nella Costituzione ... La metodologia p. 24 ... La valutazione

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Piano dell’Offerta Formativa

Direzione Didattica Quarto Circolo

di Piacenza

Anno Scolastico 2013 - 2014

2

Indice

Cos’è il Piano dell’Offerta Formativa

p. 4

Le radici nella Costituzione

p. 5

Il contesto in cui il circolo didattico è inserito

p. 6

Il territorio

p. 6

L’utenza

p. 7

Le scuole del quarto circolo didattico

p. 8

PRIMA PARTE: L’IDENTITA PEDAGOGICA E DIDATTICA

p. 13

1. Finalità educative e principi pedagogici

p. 13

2. Programmazione dell’intervento formativo

p. 19

3. Curricolo p. 20 3.1. I contenuti

3.1.1. I campi di esperienza 3.1.2. Le discipline

p. 21

p. 21

p. 22 3.2. Gli obiettivi e i traguardi per lo sviluppo delle competenze

p. 23

3.3. La metodologia p. 24 3.4. Bambini con Bisogni Educativi Speciali 3.4.1. Azioni rivolte a bambini diversamente abili 3.4.2. Azioni rivolte a bambini con disturbi specifici di

apprendimento 3.4.3. Azioni rivolte a bambini con nazionalità non italiana

p. 24

p. 26 p. 32

p. 34

3.5. L’ampliamento dell’offerta formativa 3.5.1. Progetti formativi trasversali per Scuola dell’Infanzia

e/o Primaria 3.5.2. Progetti e iniziative proposti da soggetti esterni 3.5.3. Soggetti accreditati a svolgere attività formative

all’interno della scuola

p. 36

p. 38

p. 40

p. 41

3.6. La valutazione

3.6.2 Autovalutazione d’Istituto

p. 41

p. 45

4. Continuità

p. 45

5. Documentazione e comunicazione

p. 46

6. Formazione dei docenti

p. 47

7. Risorse strutturali e materiali p. 49

3

SECONDA PARTE: L’ORGANIZZAZIONE DEL CIRCOLO

p. 50

1. Modalità di iscrizione

p. 50

2. Modalità di formazione delle classi e delle sezioni

p. 51

3. Orario di funzionamento dei plessi, delle classi e delle sezioni

p. 53

4. Regolamento interno e norme di sicurezza

p. 55

5. Principi di gestione del bilancio

p. 56

TERZA PARTE: LE RISORSE UMANE

p. 59

1. Organico funzionale di circolo

p. 59

2. Organigramma

p. 61

3. Definizione delle funzioni strumentali

p. 62

4. Funzioni e attività del personale ausiliario

p. 65

5. Organi collegiali e loro compiti

p. 65

6. Diffusione e valutazione del Piano dell’Offerta Formativa

p. 69

4

Cos’è il Piano dell’Offerta Formativa

Il Piano dell’Offerta Formativa è definito dal Regolamento recante norme in

materia di autonomia delle istituzioni scolastiche (DPR n. 275 /1999),

precisamente dall’articolo 3 del documento, in cui si afferma:

1. Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano dell’Offerta Formativa. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle

istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano

nell'ambito della loro autonomia. 2. Il Piano dell’Offerta Formativa è coerente con gli obiettivi generali ed

educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale

ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le

corrispondenti professionalità.

3. Il Piano dell’Offerta Formativa è elaborato dal Collegio dei docenti sulla

base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal Consiglio di circolo o

di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal Consiglio di

circolo o di istituto.

4. Ai fini di cui al comma 2 il Dirigente Scolastico attiva i necessari

rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio.

5. Il Piano dell’Offerta Formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione.

Più brevemente, il Piano dell’Offerta Formativa (denominato anche con l’acronimo P.O.F.) descrive la scuola dal punto di vista del suo contesto, delle strutture, delle risorse e dell’organizzazione e ne esplicita il progetto

didattico e l’intenzionalità educativa. Il Piano dell’Offerta Formativa è definito con il contributo diretto o indiretto di

tutti i soggetti toccati dall’azione della scuola.

Il suo carattere di strumento progettuale e comunicativo evidenzia la dimensione di impegno a realizzare e verificare quanto in esso è

dichiarato.

5

Le radici nella Costituzione

L’azione formativa della nostra scuola è radicata nel dettato costituzionale, che

definisce la funzione stessa del sistema di istruzione. Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno

sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e

tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali

per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza

oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento

scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. (…)

Art. 34. La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

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Il contesto in cui il circolo didattico è inserito

Il territorio

Il 4º Circolo Didattico di Piacenza opera, attraverso le scuole primarie: EDMONDO DE AMICIS CADUTI SUL LAVORO

DUE GIUGNO e le scuole dell'infanzia: ALDO MORO

GIANNI RODARI FARNESIANA

DUE GIUGNO alla periferia della città, in un territorio che, relativamente ai servizi e alle opportunità culturali, formative e sportive, offre alla popolazione del quarto

circolo: asili nido

un centro bambini e genitori scuole dell'infanzia statali e paritarie scuole primarie

palestre scolastiche e private due scuole secondarie di primo grado un centro universitario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (in cui sono

attive le facoltà di: Agraria, Economia, Giurisprudenza, Scienze della Formazione) un Osservatorio meteorologico privato (Collegio Alberoni)

un Museo di scienze naturali privato (Collegio Alberoni) una Galleria d’Arte privata (Collegio Alberoni) un Museo di Storia Naturale

un seminario per la formazione dei sacerdoti (Collegio Alberoni) un Consultorio ambulatoriale del Distretto Socio-Sanitario

un Centro Civico un distaccamento dell'Ufficio Anagrafe una sezione della biblioteca comunale

un Ambulatorio della Croce Rossa Italiana un Centro famiglie diversi centri commerciali

una mensa della Caritas e un centro di ascolto e di distribuzione di indumenti (La Giara, situato in via Zani)

il teatro per bambini “Trieste 34” giardini pubblici e spazi ricreativi centri educativi gestiti da cooperative

oratori parrocchiali un centro polisportivo dotato di piscina e di campi da tennis varie società sportive.

Esistono quattro Parrocchie cattoliche e sono presenti comunità o gruppi di altre religioni: Testimoni di Geova, Mormoni, Evangelisti, Islamici.

Alunni nomadi provenienti dal campo Croce Grossa frequentano le scuole Due Giugno e Caduti sul lavoro. Va anche segnalata la presenza di bambini itineranti

che frequentano le scuole del Circolo in alcuni periodi dell’anno. La diversità, in tutti gli aspetti, è vista come una dimensione normale dell’essere

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bambini, cui si risponde differenziando gli interventi educativi e didattici, sotto il

profilo sia metodologico sia organizzativo. Il Centro famiglie costituisce un punto di riferimento per i genitori e attua

interventi di consulenza e di sostegno sul piano educativo e psicologico. Inoltre offre ai bambini attività educative e ricreative gestite da personale qualificato. Alle scuole primarie Caduti sul Lavoro e Due Giugno l'associazione "L’Aquilone"

offre, a pagamento, un valido aiuto ai genitori lavoratori con un prolungamento dell'orario fino alle ore 18.30. Anche nelle scuole dell’infanzia Moro e 2 giugno è attivo un servizio di prolungamento dell’orario (fino alle 18.30 alla scuola 2

giugno e fino alle 18 alla scuola Moro) gestito, a pagamento, dall'associazione "L’Aquilone".

Nelle scuole primarie viene offerto un servizio di pre-scuola in collaborazione con il Comune di Piacenza e i volontari dell’associazione AUSER. La piscina del Centro Sportivo Farnesiana è a disposizione delle scuole per corsi

di nuoto organizzati dal Comune. Vengono offerte attività sportive da Società piacentine che operano in orario sia

extra-scolastico che scolastico, come ampliamento dell'offerta formativa. Nel periodo estivo il Comune, le Parrocchie, il Centro per le famiglie, i centri delle cooperative educative del territorio, il Polisportivo e alcune Società Sportive

offrono ai minori attività sportive, ricreative e formative. Anche le scuole del circolo sono utilizzate dalle cooperative educative per realizzare centri estivi che accolgono i bambini del territorio.

I quartieri sono in forte espansione e pertanto si prevede un incremento dell’utenza.

L’utenza La struttura familiare è prevalentemente nucleare, con condizioni economiche

differenziate. Vi sono famiglie di nazionalità non italiana.

Le attese dei genitori nei confronti della scuola sono generalmente riferite ai seguenti temi:

copertura dell'orario lavorativo dei genitori

raggiungimento di un buon livello di apprendimento

offerta di supporti tali da garantire autonomia nell’uso degli strumenti cognitivi (e nello svolgimento dei compiti)

potenziamento della multiculturalità e integrazione degli alunni non italiani e itineranti

garanzia di opportunità diverse: sport, escursioni, viaggi, studio della lingua straniera...

dialogo tra le scuole di diverso grado.

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Le scuole del quarto circolo didattico

*di cui n°1 sezione presso Asilo Nido Girotondo.

Scuola Primaria “Edmondo De Amicis” L’edificio scolastico costruito negli anni ‘50 e ristrutturato nel 1992, sorge sulla strada Farnesiana, via di intenso traffico, e si articola su 3 piani più il

seminterrato con le aule allineate lungo il corridoio di ciascun piano, che si affacciano sulla strada principale.

E’ dotato di un efficiente sistema di sicurezza: luci di emergenza, porte e scale di sicurezza e antincendio, cartelli indicatori di uscita, idranti interni ed esterni, estintori interni e piani di evacuazione.

E’ in funzione un moderno ed efficiente ascensore. Per quanto riguarda le barriere architettoniche e la sicurezza la scuola è a norma. E’ stata inoltre sistemata l’area

verde in modo da garantire la sicurezza degli alunni. Per la mensa scolastica delle classi a 40 ore e di quelle a tempo scolastico a 27 e a 30 ore (che la utilizzano solo quando hanno lezione anche nel pomeriggio) sono

state utilizzate quattro aule del piano terra, tre delle quali sono collegate tra loro. Da qualche anno, nell’edificio, ha iniziato a funzionare un centro per la cottura

DIREZIONE DIDATTICA QUARTO CIRCOLO DI

PIACENZA 1274 alunni

EDMONDO DE AMICIS 234 alunni

CADUTI SUL LAVORO 279 alunni

DUE GIUGNO 314 alunni

ALDO MORO 126 alunni

FARNESIANA 81 alunni

GIANNI RODARI 103 alunni

DUE GIUGNO 137 alunni

3 PLESSI DI SCUOLA

PRIMARIA 39 classi

4 PLESSI DI SCUOLA

DELL'INFANZIA 17 sezioni*

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dei primi piatti: i sughi e i secondi piatti vengono preparati presso il centro pasti e

trasportati in appositi contenitori appena prima del pranzo. I servizi igienici sono presenti su tutti i piani, tuttavia manifestano segni di

deterioramento e cattivo funzionamento. Al corpo principale dell’edificio è stata aggiunta una palestra di m. 25 x 13. Essa è adeguata allo svolgimento delle attività di educazione fisica, tuttavia si deve

evidenziare che il tetto della struttura presenta problemi di infiltrazione d’acqua che, durante le giornate di pioggia abbondante, rendono inutilizzabile lo spazio. Alla palestra sono annessi 2 spogliatoi dotati di servizi igienici e docce.

Esiste anche un ambulatorio per il servizio di medicina scolastica. La scuola De Amicis ospita gli uffici di segreteria e l’ufficio del Dirigente

Scolastico. Scuola Primaria “Caduti sul Lavoro”

L’edificio, costruito nell’anno 1975, sorge in prossimità di un’ampia area verde ai confini della zona che - nell’anno indicato - era occupata da nuovi insediamenti

urbani; si struttura - su due piani - in forma concentrica attorno a uno spazio interno polifunzionale. E’ dotato di un efficiente sistema di sicurezza: luci di emergenza, porte e scale di

sicurezza, cartelli indicatori di uscita, idranti esterni, estintori interni e piani di evacuazione. E’ stata completata la messa a norma dell’impianto elettrico e il potenziamento

dello stesso per permettere l’uso dell’areatore nel locale denominato “cavea”. Esistono due scivoli per il superamento della barriere architettoniche e un

ascensore. L’edificio è dotato di un’ampia cucina ove si provvede alla preparazione diretta degli alimenti anche per altre scuole primarie e dell'infanzia.

A tale servizio è collegato un refettorio spazioso e luminoso per il quale è stato attuato un intervento di insonorizzazione.

I servizi igienici, numerosi e ben dislocati, sono funzionali. Sono disponibili anche due servizi per alunni disabili: uno al piano terra e uno al primo piano. È presente una palestra di dimensioni regolamentari con annessi spogliatoi dotati

di servizi igienici e docce. Esiste un ambulatorio per il servizio di medicina scolastica. Uno spazio esterno e la cantina sono utilizzati da anziani "socialmente utili".

La scuola è dotata di uno spazio verde esterno. Al pianterreno della scuola sono ospitate le tre sezioni della scuola dell'infanzia

Farnesiana. La scuola Caduti sul Lavoro ha subito interventi di modifica strutturale nell’estate del 2011.

Scuola Primaria “Due Giugno” L’edificio scolastico, costruito negli anni settanta e inaugurato nel 1975, sorge in

Via Raffaello Sanzio e si articola su tre piani. È dotato di un efficiente sistema di sicurezza: luci di emergenza, porte e scale di

sicurezza e antincendio, idranti esterni, estintori interni e piani di evacuazione. Esiste uno scivolo per il superamento delle barriere architettoniche e, sempre per tale scopo, è stato realizzato un ascensore, nell’atrio, che serve i 3 piani della

scuola.

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Per quanto riguarda l’impianto elettrico e la sicurezza la scuola è a norma.

L’edificio è dotato di un’ampia cucina che provvede alla preparazione diretta degli alimenti per la scuola primaria e dell'infanzia. A tale servizio sono collegati 4

refettori spaziosi e insonorizzati. I servizi igienici, numerosi e ben dislocati, sono sufficientemente funzionali. E’ presente una palestra di dimensioni regolamentari con annesso uno spogliatoio

dotato di servizi igienici e docce. Esiste un ambulatorio per il servizio di medicina scolastica. Il pianoterra e il seminterrato dell’ala destra della scuola ospitano le cinque

sezioni della scuola dell'infanzia “Due Giugno”.

Scuola Dell’Infanzia “Aldo Moro” La scuola dell'Infanzia “Aldo Moro” è stata costruita agli inizi degli anni ’70. È ubicata in via Trieste con accesso anche da via Respighi. Si articola su un

unico piano più seminterrato ed è circondata da un’area verde. E’ composta da:

4 aule per attività di sezione e laboratoriali salone per accoglienza, giochi comuni e attività di psicomotricità sala mensa

cucina con dispensa annessa ambulatorio per il servizio di medicina scolastica ufficio

servizi igienici adeguati. All’esterno sono presenti anche spazi coperti e un'ex sabbionaia rivestita di

materiale antiurto. L’area verde è attrezzata con uno scivolo, due casette, un tunnel in legno e con alcuni giochi fissi a norma di legge.

Il sistema di sicurezza si avvale di numerose porte con apertura verso l’esterno (porte antipanico) presenti in quasi tutti i locali, luci di emergenza, estintori

interni, idranti esterni. Dall’inizio dell’a.s. 2013-14, con provvedimento del Comune di Piacenza, è stata costituita una nuova sezione presso l’Asilo Nido Girotondo.

Scuola Dell’Infanzia “Gianni Rodari” E' entrata in funzione nell'anno scolastico 1978-79, nell'edificio che sorge in via

Carella, occupando un'area compresa tra detta via e le vie Marinai d'Italia e Caduti sul Lavoro. La costruzione si sviluppa su un unico piano, in due ampie

zone simmetriche, rese comunicanti da un corridoio sul quale si affacciano: 1 cucina con annessa dispensa, 1 lavanderia, 1 ambulatorio per il servizio di medicina scolastica, 1 saletta riunioni, servizi igienici adeguati di cui uno

adattato per alunni disabili. Ciascun lato dell'edificio risulta così composto: ingresso, refettorio, spogliatoio, servizi igienici per i bambini, spazi-sezione collegati tra loro da un salone e forniti

ciascuno di un ripostiglio. I locali, spaziosi e luminosi, sono dotati di un funzionale impianto d'illuminazione

con apposite prese di sicurezza. Nell’anno scolastico 2011/2012 sono stati rifatti tutti i serramenti dell’edificio, che ora è maggiormente protetto dal freddo e dal caldo esterno.

Un ampio giardino, indipendente dal vialetto d'accesso, circonda l'edificio su tre

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lati. Un cancello, sito in via Caduti sul Lavoro, regola l'accesso alle due entrate

della scuola; un secondo cancello, che si apre verso via Carella, viene utilizzato esclusivamente dal personale addetto alla manutenzione del giardino. La scuola è

dotata di scivolo per il superamento delle barriere architettoniche. Lo spazio esterno è stato attrezzato con giochi fissi e una casetta di legno a norma di legge.

Lo spazio occupato dalla sabbionaia è stato livellato e il terreno circostante è stato ricoperto di materiale antiurto. Il sistema di sicurezza della scuola si avvale di numerose porte finestre con

accesso al giardino e di due uscite con apertura verso l’esterno su ogni lato.

Scuola Dell’Infanzia “Farnesiana” La scuola dell'Infanzia “Farnesiana” è stata inaugurata nel settembre del 1986 in via Farnesiana, dal 1996 occupa alcuni locali del pianterreno della scuola

primaria "Caduti sul Lavoro ". Negli stessi locali dal 2011 è stata aperta una terza sezione di scuola dell'infanzia.

L'ingresso principale esterno si trova nel vialetto dell'area verde antistante l'edificio scolastico e adiacente a via Falconi. L'accesso ai locali è dotato di uno scivolo per il superamento delle barriere

architettoniche. I locali si distribuiscono su un corridoio a forma di "U" delimitato da due pareti di vetro trasparente in cui si aprono due porte.

La scuola si compone di: 4 aule spaziose e luminose fornite di un funzionale impianto di illuminazione (tre

di esse hanno apposite prese di sicurezza). Di queste aule, una è utilizzata per le attività di gruppo, la visione di videocassette e per svolgere le attività tranquille prima del riposo pomeridiano; le altre tre aule sono destinate alle attività delle

sezioni e al riposo pomeridiano dei bambini; 1 aula per la mensa, utilizzata anche come laboratorio di informatica (è infatti

l’unico spazio in cui si possono collocare i computer in sicurezza) e per la riconsegna pomeridiana dei bambini; 2 servizi igienici adeguati.

All'esterno vi è un ampio giardino, dotato di altalena, tre giochi a molla, due casette e un gioco denominato “parco giochi gigante”. L'edificio ha un efficiente sistema di sicurezza che si avvale di numerose porte,

provviste di maniglie antipanico, che si aprono direttamente sul giardino e di scale di sicurezza, luci di emergenza, estintori interni e idranti esterni.

Scuola Dell’Infanzia “Due Giugno” La scuola dell'infanzia “Due Giugno” è stata istituita nel 1987 con l’apertura di

una sezione e ha aumentato, nel corso degli anni, il numero delle sezioni fino alle attuali cinque. E’ situata nell’ala destra dell’omonima scuola primaria in via Raffaello Sanzio, con

entrata indipendente, dotata di scivolo, ed è così strutturata: 5 aule per le attività di sezione

1 salone per l’accoglienza dei bambini e per i giochi in comune 1 aula di pittura (atelier) per le attività espressive 1 aula audiovisivi (in comune con la scuola elementare)

1 palestra (in comune con la scuola elementare)

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servizi igienici adeguati.

Nel seminterrato vi sono: 1 refettorio insonorizzato

3 locali adibiti al riposo dei bambini (con porta antipanico). Il giardino è attrezzato con giochi fissi: uno scivolo e due casette a norma di legge. Il sistema di sicurezza si avvale di luci di emergenza, estintori interni, idranti

esterni e di una porta che dà sul giardino e con apertura verso l’esterno. L’ambulatorio per il servizio di medicina scolastica è in comune con la scuola primaria e si trova nei locali di quest’ultima.

Le scuole non presentano barriere architettoniche.

Gli edifici sono dotati di sistema di allarme collegato con l’Istituto di Vigilanza e di piano di evacuazione ai sensi del D.L.81/08.

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PRIMA PARTE: l’identità pedagogica e didattica

1. Finalità educative e principi pedagogici

A partire dall’anno scolastico 2012-2013 il nostro Circolo ha avviato un percorso formativo di autovalutazione che coinvolge tutte le componenti della scuola. Alla luce dei risultati emersi dal questionario somministrato alle famiglie, si evince

che le finalità che deve perseguire la Scuola sono, in ordine di priorità: -la centralità dell'alunno nel processo educativo -l'accoglienza dell'altro e l'integrazione delle diversità

-il rispetto per l'ambiente e l'educazione alla salute -una didattica per laboratori e progetti

-la partecipazione attiva delle famiglie. Le scuole del nostro circolo, come tutte le scuole del sistema scolastico nazionale, perseguono gli scopi attribuiti dallo Stato e dal Popolo italiano.

Il documento cui si deve fare riferimento per svolgere in modo consapevole il compito assegnato alla scuola è il testo “Indicazioni per il curricolo per la scuola

dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione”, pubblicato nel 2007, nella versione aggiornata nel 2012. Nel testo aggiornato leggiamo che “La finalità generale della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie”. Il Circolo si è impegnato nel calare le Nuove Indicazioni Nazionali nella realtà della nostra scuola, cercando di coglierne i

contributi più significativi. Tra gli obiettivi che il testo assegna alla scuola troviamo:

- promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze al fine di ridurne la frammentazione e il carattere episodico;

- fornire i supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un’identità

consapevole e aperta; - formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché

possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari

sociali e professionali, presenti e futuri; - offrire agli studenti occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi di

base; - far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per

apprendere a selezionare le informazioni;

- promuovere la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali;

- favorire l’autonomia di pensiero; - insegnare le regole del vivere e del convivere.

È compito della scuola garantire le condizioni affinché tutti gli studenti

raggiungano il successo scolastico, prestando particolare attenzione a coloro la cui condizione di diversità può rappresentare uno svantaggio, sia essa una diversità relativa all’origine culturale, alle abilità fisiche o cognitive, alla

provenienza sociale, alla condizione economica. Insegnare le regole del vivere e del convivere, promuovere la condivisione dei valori che rendono parte di una

comunità valorizzando, al tempo stesso, l’unicità e la singolare identità culturale, educare una cittadinanza unitaria e plurale sono necessità educative ineludibili

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da perseguire in modo consapevole, intenzionale e quotidiano.

Al fine di svolgere al meglio la missione di educare istruendo, gli insegnanti delle

scuole del quarto circolo didattico condividono alcuni principi pedagogici. La centralità della persona

Ogni alunno è accolto nella sua originale individualità, come essere unico caratterizzato da una specifica storia personale e da un bagaglio culturale che precedono l’esperienza scolastica.

La necessità di regole di comportamento e di obiettivi di apprendimento comuni non è funzionale all’omologazione, all’appiattimento e alla cancellazione delle

diversità, quanto piuttosto alla creazione di un contesto armonioso e sufficientemente ordinato ove sia possibile l’espressione della creatività e l’accoglienza della divergenza.

Conoscere la storia di un alunno, il suo contesto di provenienza, le sue potenzialità e i suoi limiti permette di comprenderne i comportamenti e di

progettare strategie educative e didattiche adeguate. Mettere al centro la persona non significa solo accoglierne la diversità, ma anche considerarla nella sua integrità e globalità, adottando stili relazionali e didattici

che tengano conto di tutte le dimensioni del soggetto: della dimensione cognitiva come di quella affettiva – emotiva e fisica – corporale. La personalizzazione dell’intervento educativo è funzionale alla scoperta del sé e

alla costruzione dell’identità personale, nonché allo sviluppo dell’autonomia attraverso la conoscenza delle proprie potenzialità e dei propri limiti.

La centralità della persona non è incoraggiamento dell’egocentrismo e non è mai disgiunta dall’attenzione al gruppo. La scuola è una comunità di individui con esigenze e bisogni specifici che devono trovare accoglienza ma anche dialogare e

confrontarsi con gli altri. I compagni di classe sono per ogni bambino possibilità di arricchimento e

occasione per sperimentare il limite e il contenimento. Il gruppo classe e la comunità scolastica sono già il luogo dell’esperienza di cittadinanza, non solo il tempo della preparazione alla partecipazione.

Accanto all’attenzione personalizzata c’è l’azione del gruppo classe, dentro il quale promuovere legami di collaborazione e solidarietà piuttosto che di competizione, consapevoli che ognuno impara meglio nella relazione con gli altri.

Il gruppo è unitario e plurale, luogo dove la presenza della diversità non è più intesa come emergenza, ma come tratto strutturale e costitutivo della comunità

scolastica. L’accoglienza dell’altro

L’azione formativa che posta in essere nelle scuole del circolo è finalizzata a educare persone capaci di accogliere l’altro nella sua originale diversità (in tutte le sue forme: di diversità culturale, socio – economica, linguistica, religiosa, di

capacità di apprendimento e di diversa abilità). La didattica disciplinare, l’organizzazione del lavoro scolastico, lo stile relazionale sono necessariamente e

intenzionalmente costruiti e definiti in forme tali da rispettare le diversità e formare persone capaci di riconoscerla, accoglierla e valorizzarla. Don Lorenzo Milani diceva: non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti

uguali fra disuguali, ecco perché nelle nostre scuole si attuano alcuni interventi

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personalizzati e differenziati in risposta alle “disuguaglianze”, o, meglio, alle

differenze. L’attenzione alla diversità si traduce in alcune decisioni che attraverso gli anni

abbiamo preso e che oggi confermiamo: - l’elaborazione di percorsi individualizzati per alunni con difficoltà di

apprendimento;

- la progettazione e realizzazione di interventi specifici per gli alunni nomadi e per gli alunni di cittadinanza non italiana (progetti di alfabetizzazione, intervento di mediatori culturali, incontri specifici con le famiglie);

- la costituzione di funzioni strumentali dedicate a facilitare l’integrazione: a sostegno degli alunni stranieri, per la gestione delle difficoltà di

apprendimento, per gli alunni con certificazione di diversa abilità; - l’acquisto di materiali e strumenti didattici (anche a carattere informatico)

per la facilitazione dell’apprendimento e la compensazione dei limiti

riconosciuti; - l’integrazione del curricolo con progetti finalizzati alla socializzazione e

all’accoglienza; - la proposta di iniziative che consentano l’ampliamento dell’offerta

curricolare al fine di stimolare le potenzialità degli alunni e di valorizzarne

le competenze e le eccellenze; - la realizzazione, dove possibile, di gruppi basati sul livello di competenza

per consentire, anche a coloro che non manifestano difficoltà di

apprendimento, di usufruire di interventi di potenziamento e arricchimento. Molti dei progetti che gli insegnanti realizzano hanno come finalità quella di

aiutare i bambini la cui “diversità” rischia di rappresentare una difficoltà (interventi di recupero conoscenze/abilità, interventi per la costruzione e il miglioramento delle relazioni all’interno del gruppo classe).

Va esplicitato che la diversità non prende necessariamente la forma di una difficoltà o di una carenza: molti alunni che frequentano le nostre scuole, infatti,

manifestano notevoli capacità cognitive e creative che meritano di essere valorizzate e potenziate. Anche a loro si rivolge l’attenzione degli insegnanti che si esprime sia nella didattica ordinaria sia nell’offerta di occasioni di ampliamento

delle esperienze formative (si vedano la sezione dedicata all’ampliamento dell’offerta formativa e l’Allegato 2 riferito ai progetti). Le scuole dell’infanzia, inoltre, danno particolare rilievo all’accoglienza degli

alunni nuovi iscritti, proponendo forme flessibili di inserimento, esperienze di tutoraggio, momenti di incontro con le famiglie e momenti di festa, che

garantiscono a ognuno un ingresso a scuola personalizzato e attento alle diverse forme di individualità.

Il rispetto per l’ambiente Tra gli obiettivi formativi condivisi dagli insegnanti del circolo vi è quello di aiutare gli alunni a maturare atteggiamenti di rispetto per l’ambiente. Il tema

trova uno spazio rilevante sia nel curricolo delle discipline sia nei progetti di integrazione e ampliamento dell’offerta formativa.

Accanto al rispetto per le persone, il rispetto per l’ambiente è certamente un tema pedagogicamente strategico con implicazioni ecologiche ed economiche rilevanti per il presente e per il futuro. Il concetto di ambiente non è però riferito solo

all’ecosistema naturale, ma anche all’ambiente della scuola e della classe, così

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come agli elementi, agli strumenti e ai materiali che lo compongono. La cura per il

proprio spazio e per il proprio materiale, per l’ordine e la pulizia del luogo in cui si vive è oggetto di interventi educativi quotidiani.

L’educazione alla salute L’attenzione all’ambiente è strettamente legata all’idea di salute, intesa come

stato di benessere psicofisico. Rispetto al tema della salute fisica gli interventi degli insegnanti si realizzano: sul piano dell’informazione relativa alle norme igieniche fondamentali e al funzionamento del corpo umano (particolarmente

nell’ambito dello studio delle scienze), sul piano dell’azione di vigilanza sul comportamento dei bambini e sul loro stato di salute apparente, sul piano del

controllo del rispetto delle norme di sicurezza. Informazione, azione e controllo si compiono all’interno di un contesto di relazione quotidiana dove la questione del benessere fisico e psicologico è presente sempre, in modo implicito ed esplicito,

essendo il lavoro scolastico anche un lavoro di cura. Alcuni progetti di integrazione dei percorsi disciplinari sviluppano in modo diretto

il tema della salute e della sicurezza, particolarmente quelli che sono rivolti all’emersione del disagio scolastico e alla sua soluzione, al riconoscimento dei comportamenti pericolosi, all’educazione stradale, all’educazione alimentare.

Rispetto a quest’ultimo punto non si deve dimenticare che nelle nostre scuole il momento del pasto è inteso come un momento formativo importante che offre occasioni preziose per conoscere i bambini e aiutarli ad ampliare i loro confini

relativamente all’esperienza del rapporto col cibo, che già in questa fase dell’infanzia, comincia a presentare, in alcuni casi, aspetti problematici.

La facilitazione della continuità Un altro principio che guida l’azione formativa delle scuole del circolo è quello

della continuità educativa e didattica. Essa si realizza soprattutto attraverso l’incontro tra insegnanti di gradi di scuola diversi e attraverso la comunicazione

di informazioni relative agli alunni e al loro percorso scolastico. Alcune azioni sono particolarmente connesse a questa finalità:

- la produzione di documenti che raccolgono e trasmettono in modo chiaro le

informazioni relative agli alunni (cartella personale, griglia di passaggio, documento per la certificazione delle competenze, documento di valutazione, documento di presentazione per il passaggio dalla scuola

dell’infanzia alla scuola primaria); - la costituzione di una funzione strumentale dedicata;

- gli incontri di fine anno tra docenti di scuole diverse; - la visita degli alunni di quinta alle scuole secondarie di primo grado del

territorio e la partecipazione a lezioni e laboratori.

Le scuole dell’infanzia hanno avviato un progetto di continuità con i nidi d’infanzia del territorio allo scopo di rafforzare la comunicazione e costruire un percorso formativo armonioso, continuativo e completo. Le insegnanti e le

educatrici organizzano incontri tra i piccoli che si apprestano a frequentare la scuola e gruppi di bambini di tre anni e li invitano a conoscere il nuovo ambiente,

i compagni, i nuovi adulti di riferimento. Durante gli incontri propongono contenuti (giochi mimati, semplici canzoni e rappresentazioni) condivisi nelle programmazioni annuali di entrambi i contesti, coinvolgendo i bambini della

scuola d’infanzia nella preparazione degli incontri con i più piccoli.

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Le educatrici del Nido e le insegnanti dell’Infanzia lavorano insieme per

condividere il progetto di continuità e predisporre le giornate degli incontri. Al termine dell’anno scolastico le insegnanti incontrano le educatrici per raccogliere

informazioni sui bambini anche in forma di schede descrittive. La didattica del fare e del riflettere sul fare

Dal punto di vista delle strategie didattiche adottate per produrre apprendimento, si utilizzano modalità esperienziali che coinvolgono i bambini direttamente e su

più piani (sensoriale, motorio, cognitivo, emotivo…) e che consentono il recupero delle conoscenze e delle competenze maturate in tempi e luoghi extrascolastici. Non tutti i contenuti offrono la possibilità di realizzare laboratori, esperienze o

manipolazioni e, dunque, la scelta della metodologia didattica più appropriata è strettamente dipendente dal tipo di contenuto, oltre che dalle caratteristiche del

gruppo di alunni. Tuttavia le metodologie attive sono certamente privilegiate a livello di scuola dell’infanzia e primaria. Accanto al “fare” c’è “riflessione sul fare” come momento di attribuzione di significato e possibilità di astrazione e

generalizzazione dei concetti. La valutazione formativa

Si ritiene fondamentale riaffermare il principio della valutazione formativa, cioè della valutazione che non ha come scopo la misurazione degli apprendimenti, ma

il miglioramento del processo di insegnamento - apprendimento. La valutazione tiene conto, oltre che dei risultati delle prestazioni conseguite dall’alunno, del livello di partenza, dei progressi compiuti nel percorso di

apprendimento, della costanza nell’impegno, delle potenzialità dimostrate. La valutazione formativa si basa, inoltre, su uno stretto legame tra processo di apprendimento e processo di insegnamento, a tal punto che l’individuazione delle

difficoltà registrate dall’alunno, in una determinata area disciplinare, promuove una verifica delle strategie didattiche adottate e la conseguente progettazione di

interventi di compensazione o di consolidamento. L’arricchimento dell’offerta formativa

Nonostante la decurtazione delle risorse abbia ridotto la possibilità di arricchire il piano di studi, l’apertura alle iniziative proposte da enti e associazioni del

territorio rimane un tratto caratteristico della nostra scuola. Ogni anno numerosi soggetti esterni, pubblici e privati, offrono alle scuole eventi e/o progetti più complessi e strutturati che rappresentano valide proposte culturali. I gruppi di

insegnanti valutano l’adesione alle proposte sulla base di alcuni fattori: le caratteristiche del gruppo classe, la conformità al piano di studi, la fattibilità dell’iniziativa (risorse economiche e di personale, tempi), la valutazione dei

genitori rappresentanti di classe, la valutazione del Collegio dei docenti e del Consiglio di circolo.

Il percorso scolastico si arricchisce anche grazie a progetti elaborati all’interno della scuola. Ogni anno diverse classi propongono “progetti a classi aperte” (denominati all’interno del circolo “progetti di flessibilità”) che offrono

approfondimenti curriculari, operando attraverso metodologie e modalità organizzative non tradizionali. Essi rappresentano il luogo in cui maggiormente si

esprime l’intenzione di valorizzare le capacità dei singoli e di dare spazio

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all’eccellenza nelle sue diverse forme.

La partecipazione delle famiglie

Il percorso formativo proposto dalla scuola non prescinde dalla relazione con le famiglie di provenienza degli alunni. Esse non sono semplicemente gli utenti del servizio, ma ne sono attori partecipi e collaborano con gli insegnanti alla

costruzione della proposta educativa e del curricolo. La partecipazione dei genitori avviene in forma diretta, nelle assemblee e nei colloqui individuali, e indiretta, attraverso i rappresentanti dei consigli di

interclasse/intersezione e del Consiglio di circolo eletti dall’insieme dei genitori degli alunni iscritti alle scuole del circolo. Tuttavia essa non è intesa

esclusivamente come “presenza” ai momenti istituzionali, ma assume anche la forma della “collaborazione” al compito educativo e alla cura dei bambini. I genitori possono integrare il percorso formativo con proposte, osservazioni,

suggerimenti derivanti dalla loro primaria responsabilità sull’educazione dei minori, e contribuire alla gestione della scuola attraverso la valutazione

dell’andamento delle classi, la proposta di attività extrascolastiche, la valutazione della scelta dei libri di testo. È compito della scuola facilitare il confronto sui principi educativi e sulle regole

che orientano la crescita dei bambini, favorire il dialogo e la negoziazione, l’accoglienza dei punti di vista diversi e il cambiamento. È molto importante arrivare a decisioni condivise relativamente all’organizzazione della scuola e al

senso delle regole di comportamento e di gestione della classe. Il rispetto reciproco, il riconoscimento dei ruoli e la disponibilità alla

comprensione e al cambiamento sono elementi che facilitano la relazione tra la scuola e le famiglie. Qualora se ne ravvisi la necessità o vi sia una richiesta da parte della famiglia, gli

insegnanti sono disponibili a incontrare i genitori anche al di fuori dei colloqui stabiliti dal calendario di Istituto.

In alcuni casi, particolarmente problematici, può essere necessario convocare i genitori alla presenza del Dirigente Scolastico. Le famiglie possono, in ogni caso, incontrare il Dirigente fissando un appuntamento.

Il valore del tempo Il tempo nella scuola e della scuola non è semplicemente un elemento costitutivo

dell’esperienza, ma è anche uno strumento formativo. Il tempo della scuola è disciplinato da decisioni prese a più livelli operativi (circolo, plesso, classe) che lo

traducono in fatto organizzativo: esso diventa allora “orario” scolastico, tempo di ingresso e di uscita, orario di lezione, orario delle discipline, orario di servizio, orario di lavoro e di ricreazione. Orario da rispettare.

Il tempo nella scuola è anche il tempo dell’imparare. C’è un tempo dell’insegnare e ci sono tanti tempi dell’imparare. Il primo è quello che l’insegnante utilizza nella definizione del suo piano di lavoro, è un tempo

ipotetico, progettuale. Il secondo, o meglio, i secondi sono i tempi dell’apprendimento che sono differenti

per ogni alunno, non sempre prevedibili, non sempre misurabili. I tempi dell’apprendere sono individuali e chiedono di essere rispettati, al di là delle scadenze previste, perché la scuola non è una fabbrica e le logiche

produttive dell’economia non funzionano con le persone, tanto meno con le

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persone piccole.

2. Programmazione dell’intervento formativo

Come si pianifica l’azione didattica La proposta formativa è pianificata a partire da una serie di decisioni prese a più livelli.

A livello nazionale sono state definite alcune linee guida a cui tutti gli insegnanti di tutte le scuole italiane devono fare riferimento nel momento in cui elaborano il

piano annuale delle attività. Tali indicazioni, che rappresentano una guida all’azione più che un programma nazionale, si riferiscono ai principali elementi costitutivi dell’azione didattica: obiettivi, contenuti, metodologie, modalità di

valutazione. Tra i documenti più importanti, a cui ogni insegnante fa riferimento, ricordiamo: le Indicazioni per il curricolo nella versione aggiornata nel settembre

2012, il Regolamento sulla valutazione degli studenti emanato il 28 maggio 2009 e l’Atto di indirizzo diffuso l’8 settembre 2009.

A livello di circolo didattico il Piano dell’Offerta Formativa definisce i principi pedagogici e didattici condivisi dal Collegio dei docenti e le finalità educative che tutti gli insegnanti sono tenuti a perseguire, considerando anche le linee di

indirizzo dettate dal Consiglio di circolo. Gli obiettivi che non sono precisati nelle Indicazioni per il curricolo sono stati

definiti dal Collegio docenti durante l’anno scolastico 2008/2009, anche tenendo conto delle esperienze didattiche maturate negli anni precedenti. Sempre a questo livello sono stabilite le regole di funzionamento e l’organizzazione

dell’istituto e vengono approvati i progetti e le iniziative che integrano il curricolo locale. Il terzo livello decisionale è quello di classe che prende forma nel Piano di lavoro

annuale che ogni gruppo di insegnanti costruisce all’inizio dell’anno scolastico. Le decisioni prese ai livelli precedenti sono calate nella realtà della classe e il

percorso di insegnamento – apprendimento è declinato in considerazione delle caratteristiche del gruppo classe, delle particolari necessità dei singoli alunni, delle specifiche competenze degli insegnanti, dei suggerimenti dei genitori degli

alunni, delle proposte contenute nei libri di testo, dei materiali e delle risorse disponibili nella scuola (supporti didattici, spazi, organizzazione dei tempi…).

Anche il contesto territoriale concorre alla costruzione della proposta formativa. Nel nostro territorio sono presenti numerosi enti (pubblici e privati) e associazioni che elaborano proposte culturali ed educative conformi alle scelte del circolo e

capaci di arricchire significativamente l’offerta formativa. Gli insegnanti selezionano le proposte provenienti dall’esterno in ragione della loro coerenza e

adeguatezza al progetto didattico elaborato per ciascuna classe. Nella prospettiva di una scuola intesa come luogo privilegiato dell’educazione e

insieme dell’istruzione, la programmazione educativo/didattica trova nel confronto e nel dibattito all’interno del Collegio dei docenti unificato il momento finale per la sua definitiva approvazione e valorizzazione. Questo importante

strumento di pianificazione e regolazione dell’azione didattica, che, da un lato, evidenzia la professionalità dei docenti e, dall’altro, garantisce efficacia e

trasparenza al processo di apprendimento – insegnamento, si pone come vitale punto di incontro tra il perseguimento delle finalità e degli obiettivi previsti dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, la valorizzazione dell’autonomia scolastica e

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il riconoscimento del principio della libertà di insegnamento.

Anche per il corrente anno il Collegio docenti individua alcuni momenti specifici

di programmazione. Per la scuola primaria: Consigli di interclasse (in presenza e in assenza dei rappresentanti dei

genitori) Sono finalizzati all’elaborazione e la realizzazione di piani di attività scolastiche (oltre che all’attuazione dei compiti definiti dalla normativa).

Gruppi docenti, di classe e/o per classi parallele Sono finalizzati alla declinazione in piani di lavoro individuali o collegiali, alla

definizione della programmazione didattica disciplinare, alla realizzazione dell’unitarietà dell’insegnamento, alla elaborazione e realizzazione di progetti integrativi dell’offerta formativa (anche a classi aperte).

Per la scuola dell'infanzia: Consigli di Intersezione

Sono finalizzati all’elaborazione e alla realizzazione di piani di attività educative e didattiche. Gruppi docenti, di sezione e d’intersezione

Sono finalizzati alla definizione di piani di lavoro individuali e collegiali, della programmazione educativo - didattica e per la complementarietà dell’insegnamento, al fine di definire percorsi didattici e comportamenti

professionali ed educativi unitari. Dipartimenti disciplinari

A partire dall’anno scolastico 2013-14, sono stati costituiti i Dipartimenti disciplinari, ognuno con un referente che coordina i contributi dei team di insegnanti che si occupano delle singole discipline per classi parallele. I

Dipartimenti Disciplinari lavorano per promuovere obiettivi di miglioramento, cercando di costituire un’idea condivisa di Circolo. Questo determina la

promozione della comunità professionale docente. Questo organo contribuisce alla costituzione di una uniformità di programmazioni e verifiche a livello di Circolo, consentendo di seguire un percorso formativo e didattico comune. Le

insegnanti che coordinano i Dipartimenti Disciplinari per quanto riguarda Italiano sono: Marzani, Sivelli, Cigalla, Ghezzi, Carrubi. Le docenti per matematica sono: Scotti, Mazza, Testa, Agazzi, Pattarini.

3. Curricolo

Dall’anno scolastico 2012-13, il Circolo ha avviato una riflessione sul curricolo, alla luce delle Nuove Indicazioni Nazionali, che ha posto l’accento su quelle che sono le competenze chiave per vivere nella attuale società della complessità, sono

competenze che attraverso la riflessività insegnano a destreggiarsi e a coniugare logiche contrapposte come la diversità e l’universalità, la novità e la continuità, l’uguaglianza e la differenza, l’autonomia e la dipendenza, integrando finalità

apparentemente incompatibili. Ne emerge un’idea di scuola:

-inclusiva non solo per l’handicap ma contro la dispersione, -una scuola che promuova la diffusione di competenze chiave di cittadinanza irrinunciabili contribuerndo alla definizione di un profilo dello studente,

-una scuola che si attiva per tutte le diversità, che non devono diventare

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disuguaglianze.

Da questa idea il Circolo ha avviato un’opera di rinnovamento e aggiornamento continuo, partendo dalla revisione delle aree disciplinari. All’interno dei

Dipartimenti Disciplinari, i dieci referenti per ciascuna disciplina e classe, delineeranno una cornice annuale entro cui i team di classe struttureranno le programmazioni bimestrali, tenendo presente i traguardi per lo sviluppo delle

competenze al termine della classe terza e quinta.

“Ogni scuola predispone il curricolo, all’interno del Piano dell’Offerta Formativa, con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina”. (Indicazioni per il curricolo) Possiamo definire il curricolo come il percorso formativo reale e contestuale offerto agli alunni che frequentano la nostra scuola. Disponiamo di alcune linee guida comuni (finalità, traguardi, obiettivi, ma anche

contenuti e alcuni principi metodologici) che sono fissate dal Ministero a livello nazionale e che garantiscono che ai cittadini italiani venga fornita una base comune di istruzione con caratteristiche omogenee.

Alle singole scuole spetta il compito di declinare tali indicazioni nel contesto tenendo conto dell’utenza reale. Questo compito di far vivere nel reale le

indicazioni ideali è frutto di decisioni espresse dalla comunità scolastica locale. 3.1. I contenuti

I contenuti e le esperienze di apprendimento sono organizzati in campi di esperienza e discipline. Esiste una logica graduale nel processo di acquisizione

del sapere, che muove da un vissuto organizzato che produce apprendimento tramite l’esperienza, verso la proposta, via via più sistematica, di saperi irrinunciabili comunicati attraverso gli alfabeti delle discipline.

3.1.1. I campi di esperienza La scuola dell’infanzia è intesa come ambiente educativo che forma attraverso

l’esperienza e la riflessione su di essa e che propone al bambino un ampliamento culturale dell’esperienza e delle possibilità relazionali proprie nel contesto

familiare. Le insegnanti creano occasioni e progetti di apprendimento per favorire l’organizzazione dell’esperienza attorno a cinque tipi di vissuto in continuità con il

periodo prescolastico: il sé e l’altro il corpo in movimento

immagini, suoni, colori i discorsi e le parole

la conoscenza del mondo. In queste aree si sviluppano le esperienze che consentono di maturare i prerequisiti utili per l’accesso al sapere disciplinare.

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3.1.2. Le discipline

La scuola del primo ciclo è la scuola dell’alfabetizzazione di base. In particolare la scuola primaria punta a far acquisire i saperi irrinunciabili di

base. Tali saperi sono organizzati in discipline, l’eventuale organizzazione in aree sovradisciplinari è rimessa all’autonoma valutazione di ogni scuola.

Le indicazioni per il curricolo prescrivono che siano insegnate le seguenti discipline: italiano

lingua inglese storia

geografia matematica scienze

musica arte e immagine

educazione fisica tecnologia religione cattolica (insegnamento opzionale non obbligatorio). Insegnamento della lingua inglese L’insegnamento della lingua inglese è assicurato in tutte le classi delle scuole

primarie del circolo e si svolge nel rispetto della normativa vigente e di quanto previsto dalle Indicazioni per il curricolo.

L’inglese è insegnato dall’insegnante di classe o da un insegnante di altra classe del plesso o del circolo, che abbia ottenuto la necessaria certificazione di idoneità. L’insegnamento è impartito per un’ora alla settimana nelle classi prime, per due

ore alla settimana nelle classi seconde, per tre ore alla settimana nelle classi terze, quarte e quinte, così come previsto dalla normativa.

Insegnamento della religione cattolica L’insegnamento della religione cattolica è garantito in tutte le classi e sezioni da

insegnanti di classe (dotate di certificato di idoneità) o da insegnanti specialiste e si svolge nel rispetto della normativa e dei programmi vigenti. Considerando il numero complessivo delle classi di scuola primaria (38), sono 11 gli insegnanti

che insegnano religione nella propria classe, mentre le specialiste sono 5 per 27 classi. Nelle 16 sezioni di scuola dell’infanzia la religione cattolica è insegnata da

3 insegnanti specialiste. Gli alunni per i quali le famiglie hanno chiesto l’esonero dall’I.R.C. sono 173 nelle scuole primarie e 125 nelle scuole dell’infanzia. Gli operatori scolastici del quarto circolo garantiscono il rispettato del credo

religioso e della scelta educativa di ogni famiglia. Gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della Religione Cattolica possono:

- essere occupati in attività didattiche personalizzate gestite da un’insegnante della propria classe/sezione o di altra classe/sezione (in

compresenza); - essere coinvolti in lavori di gruppo assieme a bambini di altre classi/sezioni

gestiti da un’insegnante della propria classe/sezione o di altra

classe/sezione (in compresenza);

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- svolgere libere attività di studio/ricerca in altra classe/sezione;

- partecipare alla lezione che si svolge in contemporanea nella classe parallela alla propria o in altra sezione;

- essere ritirati dalla scuola da persona autorizzata per il tempo della durata della lezione di religione cattolica.

Sebbene l’organizzazione oraria delle discipline e la quantità di tempo assegnata a ognuna non sia caratterizzata dalla rigidità tipica della scuola secondaria, all’interno del quarto circolo il Collegio dei docenti ha voluto stabilire la quantità

oraria minima da dedicare a ogni disciplina come riportato nella seguente tabella:

Disciplina Tempo minimo per settimana

Italiano 6 ore

Lingua inglese 1 ora prima, 2 ore seconda, 3 ore terza quarta e

quinta

Storia 2 ore

Geografia 2 ore

Matematica 6 ore

Scienze 2 ore

Musica 1 ora

Arte e immagine 1 ora

Educazione fisica 1 ora

Tecnologia 1 ora

Religione Cattolica 2 ore

3.2. Gli obiettivi e i traguardi per lo sviluppo delle competenze Il curricolo prevede che all’interno delle discipline e dei campi di esperienza, si

definiscano gli obiettivi adeguati per ogni sezione e classe, finalizzati al raggiungimento dei “traguardi per lo sviluppo di competenze” che le Indicazioni per il curricolo prevedono come punto d’arrivo del percorso di apprendimento

degli alunni della scuola primaria. Gli obiettivi di apprendimento rappresentano ciò che l’insegnante deve insegnare

e che l’alunno deve imparare. Il Ministero definisce nelle Indicazioni per il curricolo gli obiettivi per la classe terza e per la classe quinta, relativamente alle seguenti discipline: italiano, lingua inglese, storia, geografia, matematica e

scienze. Per l’insegnamento della musica, di arte e immagine, di educazione fisica e di tecnologia vengono fissati, a livello nazionale, solo gli obiettivi da raggiungere

al termine della classe quinta. Gli obiettivi per le altre classi e per ciascun anno della scuola dell’infanzia sono stati definiti a livello di circolo in modo da rappresentare una guida e un riferimento comune per il lavoro degli insegnanti.

Le Indicazioni per il curricolo concludono ogni campo di esperienza e ogni disciplina definendo i traguardi che gli alunni dovrebbero raggiungere al termine

della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Si tratta di “traguardi” che non vanno intesi come punto d’arrivo ma come tappa

nel percorso dello sviluppo delle competenze culturali.

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Il traguardo di cui parlano le Indicazioni ha quindi un carattere essenzialmente dinamico: e un punto di arrivo dal quale continuare a guardare avanti, un

passaggio che chiede di essere continuamente superato, dentro a una logica di

educazione permanente. Tutti gli obiettivi, declinati anno per anno, unitamente ai traguardi per lo sviluppo delle competenze sono riportati nell’Allegato numero n. 1.

3.3. La metodologia Anche i metodi di insegnamento sono elementi costituitivi del curricolo, cioè del

percorso formativo che la scuola offre. Pur nel rispetto della libertà di insegnamento di ciascun docente, è possibile definire alcune raccomandazioni

che, avendo come riferimento i principi della didattica moderna, le linee guida espresse nelle Indicazioni per il curricolo e la storia stessa delle realtà che compongono il nostro circolo didattico, possono sostenere le scelte dei singoli

insegnanti, necessariamente condizionate dalla specifica realtà del gruppo classe e dalle risorse disponibili.

I modi della didattica sono orientati a: accoglienza della diversità personale, di abilità e di cultura, e valorizzazione dell’esperienza e delle conoscenze degli alunni;

coinvolgimento attivo dello studente, modalità didattica esperienziale, di esplorazione della realtà e di incontro diretto con gli oggetti di conoscenza (didattica attiva contro la semplice trasmissione dei saperi);

modalità didattica cooperativa, collaborativa, che educa alla solidarietà, nella consapevolezza che ognuno impara meglio nella relazione con gli altri;

collaborazione interdisciplinare per contrastare la frammentazione dei saperi, attraverso l’interazione tra i contenuti e i metodi, l’unitarietà delle esperienze proposte, la collaborazione nella comprensione di oggetti complessi, il

trasferimento e l’applicazione di operazioni mentali e processi cognitivi; promozione della consapevolezza del proprio modo di apprendere al fine di

imparare ad apprendere (approccio metacognitivo); accentuazione della dimensione di processo e di operazione mentale piuttosto che della dimensione contenutistica delle discipline;

gradualità della proposta di apprendimento; varietà delle strategie didattiche utilizzate; coinvolgimento globale del soggetto nelle sue dimensioni cognitiva, emotiva, fisica

(in questo senso è utile adottare un approccio ludico agli oggetti dell’apprendimento).

3.4. Bambini con Bisogni Educativi Speciali L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” (BES) è entrata nel vasto uso in Italia

dopo l’emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“. La Direttiva stessa ne precisa succintamente il

significato: “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che

presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della

lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.L’utilizzo dell’acronimo

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BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della

personalizzazione dell’insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle

modificazioni.Nei settori che seguono sono stati raccolti materiali e

documentazioni, sia prodotti dalla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico

Regionale per l’Emilia-Romagna sia da Enti esterni, che possono fornire alle istituzioni scolastiche e alle famiglie un supporto alla conoscenza dei vari problemi raccolti sotto l’acronimo BES e all’attuazione di interventi didattici

maggiormente mirati ed efficaci.

La nota ministeriale prot.1551/2013 sottolinea che il Piano annuale per l’inclusività non va “interpretato come un piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali” ma come uno “strumento di progettazione” dell’offerta

formativa delle scuole “in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni”.

Viene inoltre confermato che la redazione del PAI non deve fornire l’occasione per categorizzare le persone ma per individuare le situazioni problematiche e le

strategie per farvi fronte, qualificando le modalità di insegnamento; il PAI non è un “documento” ma uno “strumento” che deve contribuire ad “accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità

dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi”. I quattro valori di riferimento condivisi dai docenti inclusivi sono:

- Saper cogliere la differenza tra gli alunni come risorsa e ricchezza - Sostenere gli alunni - La collaborazione e il lavoro di gruppo

- Aggiornamento professionale PAI: Piano Annuale per l’Inclusione

La redazione del PAI e l’assunzione collegiale di responsabilità in relazione alla sua stesura, realizzazione e valutazione ha lo scopo di:

- garantire l’unitarietà dell’approccio educativo e didattico dell’istituzione scolastica - garantire la continuità dell’azione educativa e didattica anche in caso di

variazione dei docenti e del dirigente scolastico (continuità orizzontale e verticale) - consentire una riflessione collegiale condivisa sulle modalità educative e sui

metodi di insegnamento adottati nella scuola, arrivando a scelte basate sull’efficacia dei risultati in termini di comportamento e di apprendimento di tutti gli alunni

- fornire criteri educativi condivisi con le famiglie. Nella definizione del PAI sono coinvolti i seguenti attori: dirigente scolastico, docenti referenti delle varie tematiche, docenti di classe, docenti di sostegno,

educatori, collaborattori scolastici e delle collaborazioni interistituzionali

Compito della scuola, particolarmente della scuola dell’obbligo, è garantire a tutti gli alunni il successo formativo. Ogni alunno ha diritto a trovare un sostegno

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personalizzato e attenzioni specifiche alla sua singolarità. Tuttavia vi sono alcuni

bambini che più di altri necessitano di percorsi “su misura”, anche limitati nel tempo, e richiedono forme particolari di sostegno formativo, affinché la loro

diversità non rappresenti un ostacolo alla loro crescita e allo sviluppo della loro autonomia. Si tratta, nello specifico, di alunni diversamente abili, affetti da disturbo specifico

di apprendimento, provenienti da altri Paesi. Per questi alunni gli insegnanti del circolo, coordinati da insegnanti con funzione strumentale ad hoc, attuano un protocollo di intervento declinato secondo le specifiche caratteristiche dei singoli

bambini.

3.4.1. Azioni rivolte a bambini diversamente abili.

La nostra scuola è sensibile alle problematiche degli alunni disabili per i quali sono progettati e realizzati percorsi formativi che facilitano la loro integrazione

nella realtà non solo scolastica. La normativa di riferimento, che sistematizza l'inserimento dei ragazzi in condizioni di disabilità nella scuola dell'obbligo, in ottemperanza a quanto

previsto dagli articoli 3, 34 e 38 della Costituzione, è costituita principalmente da: L. 517/1977, L. 104/1992, L. 118/71, Nota MIUR 4 agosto 2009 Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, DPR 24.2.94.

“Integrazione” per la nostra scuola vuol dire:

1. organizzazione flessibile dell’attività educativa e didattica anche nell’articolazione delle classi, in relazione alla programmazione didattica individualizzata;

2. conoscenza dell’alunno attraverso un raccordo con la famiglia, con la scuola di provenienza e con il servizio medico - riabilitativo. Particolare attenzione è rivolta

alla collaborazione tra la scuola e i servizi specialistici e sociali del territorio, condizione necessaria per l’esito positivo del processo d’integrazione; 3. attivazione all’interno del team docenti di momenti di progettazione condivisa.

Il dialogo costante e la condivisione degli obiettivi da parte della famiglia sono ritenuti elementi fondamentali per l’attuazione del progetto educativo; 4. attenzione al progetto di vita della persona fin dall’inizio del percorso formativo;

5. consapevolezza della diversità come risorsa. La molteplicità delle esperienze, delle difficoltà, ma anche delle abilità diverse, costituisce per l’insegnante una

risorsa per la promozione delle reali possibilità di ciascuno, nella convinzione che ogni persona, pur con le proprie disabilità, è in grado di sviluppare un percorso personale che valorizzi al massimo le proprie potenzialità;

6. riconoscimento del valore educativo di tutte le attività che stimolano la crescita corporea e psico – affettiva della persona e che sono da intendere come momenti autentici di apprendimento;

7. riconoscimento dell’importanza della relazione, dello stare bene nel gruppo e nel rapporto con l’insegnante. Ne consegue la cura degli spazi, dei modi e delle

opportunità che facilitano scambio e conoscenza. La scuola garantisce per l’alunno disabile una didattica individualizzata

agganciata il più possibile alla programmazione di classe.

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Le forme di individualizzazione vanno da semplici interventi di recupero, di

sostegno e d’integrazione degli apprendimenti fino alla costruzione di un piano educativo personalizzato che trovi momenti comuni di condivisione tra le abilità

possedute dall’alunno in difficoltà e gli obiettivi propri del programma di classe. Tale obiettivo si realizza attraverso un dialogo e una collaborazione costruttiva tra coloro che concorrono al processo di maturazione dell’alunno/a.

E’ fondamentale che gli insegnanti curricolari e l’insegnante di sostegno si confrontino costantemente e progettino in comune il lavoro didattico. Un ruolo di consulenza viene svolto dagli operatori dell’ASL e dei servizi socio

sanitari che, per la loro competenza specifica, forniscono la Diagnosi Funzionale (DF) e collaborano alla definizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) di

ogni alunno/a. E’ essenziale una collaborazione costruttiva con la famiglia, le cui aspettative sono considerate per la definizione del contratto formativo in merito alla scelta del

tipo di percorso e della relativa valutazione (previo periodo di osservazione da parte del Consiglio di classe). La famiglia viene sempre informata dell’evoluzione

del percorso scolastico. L’informazione è garantita attraverso colloqui informali e durante le ore di ricevimento con i genitori stabilite a inizio anno scolastico.

Gli insegnanti utilizzano tecniche specifiche che prevedono l’uso di rinforzi, l’apprendimento attraverso l’imitazione, il raggiungimento di soluzioni attraverso tappe successive, tecniche di analisi del compito in sotto obiettivi, di

generalizzazione delle abilità, tecniche di aiuto progressivamente attenuato e di tutoring.

Le modalità di lavoro prevedono attività di apprendimento: in classe, gli insegnanti lavorano in compresenza con l’insegnante di sostegno per favorire l’azione di recupero e verifica della programmazione o per sviluppare

attività nella relazione sociale; in gruppo, per avere la possibilità di affrontare la relazione, la comunicazione, la

collaborazione in attività di: recupero su obiettivi disciplinari e trasversali, recupero per favorire l’intelligenza senso - motoria - pratica e per promuovere reali possibilità di socializzazione e di affermazione; individualmente, con interventi finalizzati all’acquisizione di strumentalità di base e allo sviluppo dell’autonomia.

Rispetto agli alunni che manifestano comportamenti “problematici” la scuola attua interventi educativi con rinforzi positivi che tengono conto del significato di richiesta d’attenzione che tali manifestazioni esprimono, evitando il più possibile

strategie punitive. Impegno della nostra scuola è fare sempre più affidamento sulle risorse interne, su ogni docente, che deve contribuire a prendersi cura dei

soggetti diversamente abili presenti nelle classi. La valutazione è strettamente correlata al percorso individuale e non fa

riferimento a standard né qualitativi né quantitativi. Inoltre, è compito degli insegnanti curricolari, in collaborazione con gli insegnanti di sostegno, svolgere la

valutazione in itinere delle esperienze realizzate dall’alunno. La verifica degli obiettivi di apprendimento raggiunti può avere le seguenti caratteristiche:

essere uguale a quella della classe, qualora l’alunno si sia attenuto alla programmazione comune della classe. In questo caso le verifiche saranno uguali e

28

valutate utilizzando gli indicatori comuni alla classe;

essere in linea con quella della classe con contenuti ed obiettivi semplificati, qualora l’alunno segua una programmazione individualizzata;

essere differenziata qualora l’alunno abbia seguito una programmazione differente sia nei contenuti che negli obiettivi. In questo caso le verifiche sono effettuate attraverso schede, test e osservazioni, in cui si riportano le informazioni

inerenti al raggiungimento di un dato obiettivo. Le performance raggiunte dall’alunno devono essere rinforzate attraverso l’utilizzo di termini valutativi comprensibili e soprattutto gratificanti.

L’integrazione degli alunni disabili è sostenuta da alcuni strumenti:

la Diagnosi funzionale, descrive i livelli di funzionalità raggiunti e la previsione di possibile evoluzione dell’alunno. Viene redatta dagli operatori ASL o specialisti privati con opportuna vidimazione dell’ASL. Il documento viene consegnato alla

scuola all’atto della prima segnalazione; il Profilo dinamico funzionale, indicativo delle caratteristiche fisiche, psichiche e

socio – affettive dell’alunno, viene compilato dal team docente, in collaborazione con gli Specialisti del Servizio di Neuropsichiatria e con la famiglia;

il Piano educativo individualizzato (P.E.I.) è il documento nel quale sono descritti gli interventi, integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della

realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione. Il P.E.I. è redatto congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla ASL

(UONPI) e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno.

Il P.E.I. tiene in considerazione i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche.

Nella definizione del P.E.I., i soggetti propongono, ciascuno in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica, di contatto, e sulla base dei dati

derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione e integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi

propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno

comunque disponibili. I sussidi didattici sono gli oggetti, gli strumenti, le attrezzature, i materiali

(strutturati e non), compresi i mezzi audiovisivi e informatici che possono facilitare l'autonomia, la comunicazione e il processo di apprendimento. Tra

questi, particolare importanza assumono le nuove tecnologie, e in particolare il computer, per le numerose e innovative potenzialità che offrono anche nel campo educativo e della didattica delle singole discipline.

Per gli alunni disabili, accanto ai sussidi tradizionali, presso il quarto circolo, sono disponibili materiali hardware e software, che possono essere facilmente e utilmente utilizzati nella scuola, in particolare per compensare le difficoltà degli

alunni dislessici. Per facilitare il passaggio dell’alunno disabile al grado di scuola successivo,

29

qualora se ne ravvisi la necessità, un insegnante della classe di provenienza può

accompagnare l’alunno nella nuova scuola per il primo periodo di inserimento, prestando dunque servizio nella scuola di grado successivo. Tale intervento,

consentito e suggerito dalla C.M. 1/1988, avviene su base volontaria e dopo attenta analisi del caso e delle condizioni organizzative, successivamente alla definizione di un progetto personalizzato che coinvolga anche gli insegnanti della

scuola in cui l’alunno sarà accolto. Per facilitare l’integrazione e il successo scolastico degli alunni diversamente abili,

ogni soggetto coinvolto deve svolgere specifici compiti. L’insegnante di sostegno è un insegnante specializzato che viene assegnato, in

piena contitolarità con gli altri docenti, alla classe in cui è inserito il soggetto diversamente abile per attuare “forme di integrazione e realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni”.

L’insegnante di sostegno ha un ruolo determinante nel processo di integrazione e rappresenta una risorsa competente e mediatrice. Integrato nell’organizzazione

della scuola, l’insegnante di sostegno non si limita al rapporto esclusivo con il singolo allievo, ma lavora con la classe, così da fungere da mediatore tra lui e i compagni, tra lui e gli insegnanti, tra lui e la scuola.

L’insegnante di sostegno lavora con gli insegnanti di classe in sede di programmazione e di individuazione di strategie atte alla realizzazione di processi

integrati di insegnamento. Il gruppo dei docenti: - concorda ed attua con l’insegnante di sostegno le fasi di progettazione e di

verifica del percorso educativo e formativo; - collabora, all’interno del team di classe, all’osservazione e alla valutazione iniziale e in itinere;

- pianifica all’interno della propria programmazione disciplinare il percorso didattico formativo rispondente alle potenzialità dell’alunno disabile, esplicitando

contenuti ed obiettivi; - organizza le attività scolastiche ed extrascolastiche (gite scolastiche, uscite didattiche, distribuzione dell’orario settimanale…) tenendo conto dei bisogni

dell’alunno disabile. Il Dirigente Scolastico: - facilita l’integrazione garantendo un’efficiente organizzazione delle risorse presenti all’interno della scuola; - cura gli adempimenti burocratici e mantiene contatti con le istituzioni che si

occupano dell’integrazione; - definisce tempi e condizioni precise per la collaborazione tra gli insegnanti; - incentiva la motivazione del personale della scuola, anche col supporto di

soggetti esterni; - è garante nei confronti della famiglia della qualità dell’integrazione progettata;

- collabora con le classi al fine di verificare e valutare l’integrazione dell’alunno/a; - garantisce la riservatezza degli atti.

30

L’assistente/educatore:

- con la specifica professionalità, si fa portatore degli aspetti educativi che riguardano la persona disabile nella sua globalità. Riteniamo che tale aspetto che definisce un punto di vista globale sulla persona sia da

valorizzare e sostenere, poiché opera nella prospettiva della integrabilità della persona con il suo contesto di vita ponendo attenzione alle abilità utili

allo svolgimento di una vita il più possibile autonoma.

- La figura dell’operatore viene utilizzata infatti per “…fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap…” (art

13, comma 3 L104/92) con l’obiettivo di favorire il processo di integrazione dei disabili nella scuola e nei vari contesti di vita coniando l’aria dell’area dell’assistenza (cura della persona, alimentazione, movimento, ecc…) con

l’area della socialità e della relazione (comunicazione ed autonomia).

- Il modello di integrazione della persona disabile si deve basare su un

approccio di Rete e di sistema portando alla definizione di un progetto (il PEI) che vede al centro il disabile intorno alle figure coinvolte nel progetto di vita: famiglia, tecnici, scuola, educatori, gruppo di pari, etc…

- In tale percorso l’operatore dell’integrazione scolastica trova una sua specificità nelle aree dell’assistenza, dell’autonomia e della comunicazione collocando così il suo intervento sia nella forma diretta (lavoro con il

soggetto) sia in quella socio- relazionale (lavoro nel contesto). I collaboratori scolastici: Per l’alunno disabile è particolarmente importante vivere in un ambiente che sia accogliente in tutte le sue componenti. Il personale ausiliario è informato di quali siano le modalità di relazione più adatte per ciascun alunno disabile.

I collaboratori scolastici svolgono attività di assistenza materiale nell'ingresso e all’uscita dalla scuola degli alunni con handicap, all'interno dei locali scolastici e di assistenza per l'igiene personale e l'accompagnamento ai servizi igienici.

Rispetto all’assegnazione del bambino disabile alla classe, per il numero di alunni

per classe si fa riferimento all’art. 3 del D.L. 3 Luglio 2001, n 255 che pone il numero massimo di 20 alunni per classe, purché sia esplicitata la necessità di tale riduzione in relazione a ogni specifico caso di integrazione, senza superare

però il numero massimo di 25. Altri criteri da tenere in considerazione sono:

- la ridotta presenza di casi problematici o in difficoltà d’apprendimento, - la presenza di un gruppo di compagni di classe rassicuranti. La presenza di più di un alunno in situazione di handicap nella stessa classe può

essere prevista in ipotesi residuale e in presenza di handicap lievi. Le classi iniziali che ospitano più di un alunno in situazione di handicap sono costituite con non più di 20 iscritti; per le classi intermedie il rispetto di tale limite deve

essere rapportato all’esigenza di garantire la continuità didattica nelle stesse classi.

L’assegnazione dell’insegnante di sostegno è competenza del Dirigente Scolastico, che tiene conto del principio di continuità d’intervento sull’alunno, della precedente esperienza di lavoro dell’insegnante, delle sue competenze specifiche

relativamente al tipo di handicap. All'insegnante di sostegno possono essere affidate una o più discipline del

curricolo (educazione fisica, arte e immagine, musica, ma anche lingue inglese,

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tecnologia o attività alternative); ciò, oltre ad affermare in modo ancora più

visibile e concreto l’appartenenza dell’insegnante di sostegno al team docente, conferma il fatto che tale insegnante è a sostegno dell’intera classe e riduce il

rischio di facili stigmatizzazioni dell’alunno diversamente abile. Il protocollo di accoglienza degli alunni disabili, messo a punto dall’insegnate che

ha assunto la funzione strumentale specifica, prevede le seguenti fasi:

Fasi

Soggetti coinvolti

Tempi

Scambio informazioni

sull’alunno

Gruppo commissione

handicap della scuola: docenti di scuola dell’infanzia e primaria.

Giugno

Conoscenza dell’ambiente

scolastico

Docenti di sostegno e curricolari della scuola ed

educatori

Aprile - Maggio

Consapevolezza e

condivisione

Insegnanti del Consiglio di classe, operatori,

collaboratori scolastici, genitori, neuropsichiatra/psicolog

o

Settembre

Costruzione rapporti interpersonali

Docente di sostegno,

educatore professionale, insegnanti curricolari, collaboratori scolastici,

operatore socio-educativo assistenziale

Settembre - Ottobre

Per il corrente anno scolastico, l’integrazione e la scolarizzazione degli alunni diversamente abili, può contare sul seguente organico:

SCUOLA DELL’INFANZIA

2 GIUGNO FARNESIANA ALDO MORO G. RODARI

1 insegnante 1,5 insegnanti 1 insegnante

1,5 insegnanti

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SCUOLA PRIMARIA

DE AMICIS CADUTI SUL LAVORO 2 GIUGNO

3,5 insegnanti

6 insegnanti

7 insegnanti

3.4.2. Azioni rivolte a bambini con disturbi specifici di apprendimento

Sono considerati disturbi specifici di apprendimento (anche indicati con l’acronimo DSA): - la dislessia, che è il disturbo specifico della lettura e si caratterizza per la

difficoltà ad effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza. Tale difficoltà si ripercuote, nella maggior parte dei casi, sulla

comprensione del testo; - la disortografia, che è il disturbo specifico che riguarda la componente costruttiva della scrittura, legata quindi ad aspetti linguistici e consiste nella

difficoltà di scrivere in modo corretto; - la disgrafia, che riguarda la componente esecutiva, motoria, di scrittura. In altre

parole, si riferisce alla difficoltà di scrivere in modo fluido, veloce ed efficace; - la discalculia, che riguarda difficoltà nel manipolare i numeri, nell’eseguire calcoli rapidi a mente, nel recuperare i risultati delle tabelline e nei diversi

compiti aritmetici. Gli interventi rivolti ad alunni con disturbi specifici di apprendimento sono regolati dalla seguente normativa: DM 12.07.2011 Linee guida per il diritto allo

studio degli alunni con DSA, L. 170/10, CM 10.5.2007 Disturbi di apprendimento: indicazioni operative, Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.2004

Iniziative relative alla dislessia. Il Protocollo di accoglienza e integrazione degli alunni con DSA è nato dalla

volontà di condividere principi educativi e pratiche comuni in tema di accoglienza e integrazione degli alunni con DSA, consentendo di attuare in modo operativo le

indicazioni normative contenute nelle varie circolari e disposizioni che si sono succedute in questi ultimi anni. Nel quarto circolo, non appena si entra in possesso della certificazione

specialistica prevista, si attiva il Protocollo per gli alunni, che persegue le seguenti finalità: - garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con DSA;

- favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento degli alunni con DSA, agevolandone la piena integrazione sociale e culturale;

- ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con DSA, favorendone al contempo la piena formazione; - adottare forme di corretta formazione che preveda un ruolo attivo degli

insegnanti e degli altri soggetti coinvolti; - individuare un docente come “referente per la dislessia” che, a seguito di un’adeguata formazione, sia in grado di: monitorare l’accoglienza degli alunni con

tali disturbi, essere una guida nel processo formativo degli alunni con DSA, in

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particolare nel verificare l’adattamento della didattica e le modalità di valutazione

di tutti i docenti e degli eventuali supplenti, favorire la comunicazione tra scuola, famiglia e servizi sanitari;

- fare in modo che l’istituzione scolastica acquisti e adotti gli strumenti compensativi e dispensativi necessari; - informare i genitori sulle modalità di ordinare alcuni testi scolastici

gratuitamente. Per facilitare l’integrazione e il successo scolastico degli alunni affetti da DSA, ogni soggetto coinvolto deve svolgere specifici compiti. I compiti della famiglia:

- consegnare la diagnosi alla segreteria della scuola e fatta protocollare;

- chiedere un eventuale colloquio con il Dirigente o il referente per i DSA; - collaborare con la scuola alla formulazione del PDP (Piano Didattico

Personalizzato);

- supportare il ragazzo nel lavoro a casa; - mantenersi in contatto con i docenti;

- richiedere eventualmente la versione digitale dei testi scolastici. I compiti dell’Istituzione Scolastica:

- acquisire agli atti la diagnosi;

- organizzare incontri informativi e corsi di formazione per i docenti; - adottare testi con versione digitale; - trasmettere alla nuova scuola le informazioni relative al percorso educativo

personalizzato in un’ottica di continuità. I compiti del consiglio di classe:

- redigere collettivamente il PDP per l’anno scolastico in corso; - coinvolgere ed informare la famiglia relativamente alla formulazione del

PDP;

- tenere i contatti con il referente per i DSA. I compiti dei docenti di classe:

- concordare con la famiglia le modalità di svolgimento dei compiti a casa; - adeguare la didattica e le modalità di verifica; - utilizzare gli strumenti compensativi e le misure dispensative più opportune

alla situazione; - valutare in chiave formativa; - creare un clima relazionale favorevole che possa ridurre il disagio

psicologico.

Gli alunni con disturbo specifico di apprendimento hanno diritto a utilizzare strumenti compensativi, cioè strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria (come, ad esempio, il

computer o la calcolatrice). Inoltre tali alunni possono beneficiare di misure dispensative, cioè di interventi che consentono loro di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente dispendiose e

non migliorano l’apprendimento. Uno degli strumenti utili per la pianificazione di un progetto per i bambini con

DSA è la stesura del Piano Didattico Personalizzato; si tratta di un documento redatto dagli insegnanti per ogni alunno con DSA, che contiene sia la rilevazione delle difficoltà, sia le modalità che si intendono adottare per farvi fronte. Questo

progetto personalizzato deve essere redatto all’inizio dell’anno scolastico, con la

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possibilità di modificarlo in corso d’opera, e deve essere condiviso da tutto il team

docente e dai genitori. In caso di situazioni di sospetto disturbo specifico di apprendimento, i docenti

informeranno le famiglie consigliando un’osservazione specialistica (presso ASL o centri convenzionati ). Inoltre, in chiave preventiva, il circolo ha attivato il progetto “La scuola fa bene a tutti”, in collaborazione con la ASL di zona, per lo

screening e l’individuazione precoce dei casi a rischio di DSA, da effettuarsi a gennaio e maggio nelle classi prime e seconde della scuola primaria.

3.4.3. Azioni rivolte a bambini con nazionalità non italiana Le scuole del quarto circolo accolgono bambini e bambine aventi come lingua

madre una lingua diversa dall’italiano. Tuttavia il 79% di questi bambini è nato in Italia e parla l’italiano, seppure con livelli diversi di padronanza della lingua. In questi anni le nostre scuole, come quelle degli altri circoli, hanno operato per

cercare di sopperire alle emergenze determinate dall’arrivo imprevisto di bambini da altri Paesi, spesso anche in corso d’anno scolastico. Tuttavia, se facciamo

riferimento alla popolazione scolastica delle tre scuole primarie dell’anno 2011/2012 possiamo notare che l’affluenza di bambini provenienti direttamente da un Paese straniero si è fortemente ridotta: sono stati soltanto 10, infatti, gli

alunni giunti senza conoscere la lingua italiana. Anche a livello nazionale il numero dei bambini privi di cittadinanza italiana nati in Italia ha ormai superato il numero dei neo arrivati. Ci si trova quindi di fronte

ad alunni che parlano italiano e appartengono a più culture, che pongono interrogativi alla scuola e alla società nel complesso e che possono costituire uno

stimolo per l’arricchimento della nostra società. I riferimenti normativi fondativi dell’inserimento degli alunni stranieri hanno

carattere internazionale: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959) e la Convenzione sui Diritti

dell’Infanzia (1989). Tali documenti affermano in modo insindacabile che tutti i fanciulli hanno diritto all’istruzione, indipendentemente dal fatto che siano nati in Italia o meno.

Sul piano nazionale la normativa di riferimento è costituita da: Articoli 10, 30, 31 e 34 della Costituzione, CM 2/2010, CM 24/2006 Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, CM 205/90 L’educazione interculturale,

D.Lgs. 286/98, D.Lgs. 297/94, CM 73/94 Dialogo interculturale e convivenza democratica, MIUR 2007, Osservatorio italiano per l’integrazione degli alunni

stranieri, La via italiana all’educazione interculturale. È importante mettere in evidenza che, in base alla normativa relativa all’autonomia degli Istituti scolastici (D.P.R 275/1999), ogni Istituzione Scolastica

può attivarsi per rendere efficace l’inserimento dei cittadini privi di nazionalità italiana nel sistema scolastico.

Il nostro circolo per l’accoglienza Dopo una prima fase pionieristica il nostro circolo ha cercato il supporto delle

Istituzioni e del territorio, avendo sempre come riferimento l’impegno di tutto il personale per cercare di superare le barriere linguistiche e culturali nell’interesse dei bambini che entrano nel nostro tessuto scolastico e sociale.

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Il momento dell’iscrizione

Nel nostro Circolo i minori stranieri hanno la possibilità di iscriversi al plesso e al tipo di modulo orario richiesto dai genitori. L’iscrizione è accettata in qualsiasi

momento dell’anno scolastico. Sono accolti dall’incaricata al ricevimento delle iscrizioni che: raccoglie la documentazione relativa alla precedente scolarità;

acquisisce l’opzione di avvalersi o di non avvalersi della religione cattolica; aiuta i genitori a compilare il modulo d’iscrizione; informa i genitori di eventuali iniziative (anche estive se l’iscrizione avviene nel

periodo estivo) di alfabetizzazione della lingua italiana o di altre opportunità utili all’inserimento e che la Funzione Strumentale si premura di comunicare;

avvisa la Funzione Strumentale al fine di favorire le successive fasi dell’accoglienza. L’assegnazione alla classe Una volta formalizzata l’iscrizione, il Dirigente Scolastico convoca il docente -

Funzione Strumentale di sostegno agli alunni stranieri per predisporre l’inserimento dell’alunno nella classe e preparare l’accoglienza. Si prende visione dei documenti scolastici precedenti e delle informazioni ottenute

sul bambino, sul suo percorso scolastico e personale – famigliare. Se necessario si effettua un primo colloquio con la famiglia, eventualmente alla presenza di un mediatore culturale del Paese o della lingua dei genitori. Può

essere necessario anche un incontro del mediatore con il bambino o con la bambina.

I bambini, di norma, sono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, ma è possibile anche l’iscrizione a una classe inferiore di un anno (come dice l’art.45 del D.P.R. 394/1999) in considerazione:

a) dell'ordinamento scolastico del Paese di provenienza dell'alunno; b) dell'accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell'alunno

(particolarmente riferiti alla padronanza della lingua italiana); c) del corso di studi seguito dall'alunno nel Paese di provenienza. Nell’assegnare l’alunno alla classe si tiene in considerazione anche il numero

complessivo di alunni della classe selezionata, la presenza di altri alunni di nazionalità non italiana, la presenza di alunni con disabilità, il clima relazionale interno al gruppo. L’inserimento nella classe e il percorso formativo

Una volta individuata la classe di inserimento, il team docenti riceve tutte le informazioni raccolte si adopera per: elaborare percorsi didattici di facilitazione dell’inserimento dell’alunno;

favorire l’integrazione nella classe promovendo attività organizzate a piccoli gruppi, di cooperazione, di contesto variato, di aiuto reciproco, avvalendosi anche

dell’aiuto del mediatore linguistico; rilevare i bisogni specifici d’apprendimento utilizzando anche tecniche non verbali;

osservare l’alunno in situazione. L’insegnante - Funzione Strumentale in questa fase si attiva per:

contattare i mediatori linguistici del Paese d’origine o che parlano la lingua del bambino;

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reperire materiale bilingue o nella lingua madre;

proporre la partecipazione dell’alunno ai progetti di alfabetizzazione attuati all’interno delle scuole del circolo;

segnalare attività e iniziative sul territorio che concorrano a favorire la socializzazione e l’alfabetizzazione dell’alunno.

Valutazione del percorso scolastico Il Collegio dei docenti del quarto circolo ha scelto di privilegiare la valutazione formativa rispetto a forme di valutazione esclusivamente centrate sui risultati; ciò

vale, a maggior ragione, nei confronti di alunni che provengono da Paesi di cultura differente da quella italiana, per i quali il processo di apprendimento e

l’impegno nel lavoro scolastico hanno un valore maggiore dell’esito, nella definizione del giudizio globale. Ciò non significa trascurare la valutazione degli apprendimenti, ma considerare i progressi compiuti dagli alunni rispetto al punto

di partenza e ai percorsi personalizzati proposti. In una logica di personalizzazione possono essere anche assegnate prove ed esercitazioni bilingui

o nella lingua madre dell’allievo. Progetti per l’alfabetizzazione e per l’apprendimento dell’Italiano come lingua seconda (L2) Nelle scuole del quarto circolo, per consentire l’alfabetizzazione dei bambini neo arrivati o che necessitano di più tempo per perfezionare l’apprendimento della

lingua, sono stati proposti due tipi di intervento: alfabetizzazione di primo livello; si tratta di percorsi di apprendimento della lingua

italiana rivolti a bambini neo arrivati che non possiedono alcuna competenza linguistica rispetto all’italiano. Le attività, finanziate dal Comune di Piacenza, sono gestite in tutte e tre le scuole primarie da operatrici della cooperativa

“Mondo aperto” (Ilaria Fontana, Giuseppina Paiella); alfabetizzazione di secondo livello; si tratta di percorsi personalizzati rivolti per lo

più ad alunni che vivono in Italia da alcuni anni, ma necessitano di migliorare l’apprendimento della lingua italiana. I percorsi di alfabetizzazione di secondo livello, finanziati con fondi ministeriali,

sono realizzati da docenti già in servizio nelle scuole del circolo in orario aggiuntivo.

L’intervento dei mediatori culturali Nel corso dell’anno i mediatori culturali intervengono, su segnalazione o richiesta

da parte degli insegnanti alla Funzione Strumentale: a supporto dell’inserimento di alunni stranieri direttamente nelle classi;

durante i colloqui con i genitori che non padroneggiano l’italiano; come facilitatori dell’incontro tra le diverse culture.

3.5. L’ampliamento dell’offerta formativa Al percorso formativo costruito sulla base delle discipline e delle aree di

esperienza si aggiungono progetti, iniziative, attività che ampliano le possibilità di apprendimento e rappresentano opportunità formative diversificate. Uscite sul

territorio, spettacoli teatrali, progetti didattici e attività sportive con Enti, Associazioni extra-scolastiche e Società Sportive, solo per fare qualche esempio,

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integrano il curricolo oltre a testimoniare la ricchezza del territorio in cui le scuole

sono inserite. La possibilità di arricchire l’offerta formativa, costruendo curricoli che consentano

di variare le metodologie e i contenuti del percorso scolastico, è, tuttavia, fortemente limitata da due fattori che si sono presentati in modo sempre più evidente negli ultimi anni: la riduzione delle risorse economiche e la riduzione del

personale. Rispetto al primo fattore va rilevata l’esiguità di risorse destinate dalla Legge 440/97 al potenziamento dell’autonomia scolastica, che ha determinato la

difficoltà di aderire a iniziative culturali che comportino una spesa da parte della scuola.

La riduzione del personale assegnato al circolo, in concomitanza con la richiesta di un aumento del tempo scuola da parte delle famiglie, ha determinato la scomparsa quasi totale delle ore di contemporaneità dei docenti. Ciò ha avuto

come conseguenza l’impossibilità o la drastica riduzione delle possibilità di realizzare attività che richiedano la divisione in gruppi della classe/sezione

(laboratori, recupero, potenziamento) o uscite sul territorio. Nonostante queste forti limitazioni gli insegnanti del circolo hanno comunque aderito a numerose iniziative proposte da associazioni o enti che operano nel

nostro territorio, ma anche da singoli esperti o soggetti privati. Alcune di queste proposte hanno carattere episodico e limitato nel tempo, altre sono progetti più strutturati e duraturi, ma tutte sono state scelte per il loro valore educativo e

culturale e per le connessioni con il programma delle classi/sezioni. L’offerta presentata ogni anno non implica che tutte le scuole o tutte le classi di

una scuola aderiscano a ciascun progetto, poiché ogni gruppo docenti seleziona alcune iniziative sulla base del percorso svolto e/o che intende svolgere, anche considerando la specificità del proprio gruppo di alunni. I docenti, durante

l’assemblea elettiva di inizio anno, presentano ai genitori le specifiche esperienze che arricchiranno l’offerta formativa. Ogni iniziativa viene verificata e valutata al

suo termine, anche con il contributo dei rappresentanti dei genitori. L'ampliamento dell'offerta formativa è inteso come aumento delle possibilità di

apprendimento attraverso opportunità formative diversificate. La possibilità di arricchire l’offerta formativa, costruendo curricoli che consentano di variare le metodologie e i contenuti del percorso scolastico, è garantita dalla

normativa (D.P.R. 275/99 e successive modifiche introdotte dal D.M. del 28 dicembre 2005 che innalza al 20% la quota di curricolo locale definita dalle

regioni e dagli istituti). Per quanto attiene alle attività para-intra-extrascolastiche sviluppate in

collaborazione con scuole, enti, associazioni presenti sul territorio, il Consiglio di circolo ritiene che debbano essere tenuti in considerazione i seguenti criteri selettivi:

1. le iniziative di qualsiasi genere e proposte dai più diversi Enti (pubblici o privati) devono essere inseribili nella programmazione didattica della classe/i;

2. verranno privilegiate le iniziative proposte a inizio anno scolastico o comunque da attuarsi dopo un largo margine di tempo; 3. ogni iniziativa, seppur valida, non deve vincolare in modo eccessivo il normale

svolgersi della attività scolastica;

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4. saranno tenute in maggior considerazione le proposte che valorizzino il lavoro

di tutta la classe (con partecipazione di tutti gli alunni o produzione di elaborati collettivi).

Si ritiene invece opportuno non prendere in considerazione proposte o progetti che:

- richiedano dati individuali, personali di alunni o famiglie; - invitino all’acquisto di materiali o beni di qualsiasi tipo; - predispongano alla partecipazione di selezioni individuali;

- non siano attinenti ad attività educative - nascondano secondi fini più o meno evidenti.

Inoltre il Consiglio di circolo ritiene per la realizzazione delle iniziative proposte da soggetti esterni si debbano seguire alcune procedure:

- se un’attività, ritenuta valida, deve essere comunicata ad alunni e famiglie è indispensabile che il promotore della suddetta metta a disposizione per tutti:

volantini, locandine o quanto altro è ritenuto necessario; - per proposte di attività ricevute nel corso dell’anno scolastico sarebbe

opportuna una piccola bacheca (o l’utilizzo di quelle esistenti) alla quale

affiggere quanto proposto; - quando vi sia la necessità della partecipazione delle famiglie, vuoi per una

presenza diretta o per una consistente somma di denaro, per lo svolgimento di

un’attività, è necessaria la convocazione dell’assemblea dei genitori; - si dovrà invitare il proponente di un’attività a tener conto delle esigenze e a

salvaguardare anche la partecipazione di coloro che presentino aspetti problematici (economici, handicap);

- nel caso vengano effettuate attività che prevedano premi finali, questi devono

essere in numero adeguato per tutti i partecipanti.

3.5.1. Progetti formativi trasversali per Scuola dell’Infanzia e/o Primaria Fanno parte dell’offerta formativa complessiva alcuni progetti elaborati all’interno

della scuola o della classe/sezione dal gruppo docente (che talvolta si realizzano anche con la partecipazione di soggetti esterni). Questi progetti caratterizzano l’identità culturale e formativa del Circolo:

progetti da attuare durante le ore di compresenza;

progetti di flessibilità, classi aperte;

progetto di accoglienza e inserimento dei bambini della Scuola dell’Infanzia;

progetto di continuità fra classi prime e quinte della Scuola Primaria;

progetti di approfondimento e/o potenziamento;

progetti di alfabetizzazione per alunni stranieri;

screening dislessia;

musica e danza per le classi prime, seconde e terze avviato con

finanziamenti del Fondo Regionale;

pedibus per la Scuola Caduti Sul Lavoro;

progetto LIM;

progetto formazione delle classi prime;

educazione musicale presso la Scuola Due Giugno con il prof. Casati,

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maestro di musica;

laboratori didattici proposti da Galleria Ricci Oddi, Consorzio Bonifica, Coldiretti, Palazzo Farnese, MondoAperto, Piscina Comunale.

Progetti di flessibilità La flessibilità, di cui all'art. 1 del Regolamento dell'Autonomia, si traduce in

attività laboratoriali realizzate a classi aperte (cioè mescolando i bambini provenienti da classi diverse) che si attuano secondo quanto previsto da specifici progetti elaborati dagli insegnanti delle classi/sezioni coinvolte (in via generale,

classi parallele o sezioni miste che si organizzano attraverso la formazione di gruppi di alunni omogenei per età). Tali progetti, denominati “progetti di

flessibilità”, possono essere finanziati mediante fondo di istituto, purché corrispondano ai seguenti criteri: - avere durata annuale;

- coinvolgere due o più classi/sezioni parallele o in verticale e in continuità; - essere condivisi da tutti i membri del team;

- essere finalizzati ad articolate iniziative di consolidamento/potenziamento dell'offerta formativa anche attraverso il ricorso a metodologie didattiche aggiornate;

- prevedere l’aggregazione delle classi/sezioni in gruppi mobili: di livello o di interesse oppure in applicazione di metodologie innovative (ad es. apprendimento cooperativo);

- essere finalizzati all’acquisizione di competenze verificabili; - essere mono o multidisciplinari (per temi o per campi di esperienza, per

discipline o su modello laboratoriale). Sono previste altre forme di organizzazione di gruppi di lavoro differenti dal

gruppo classe, quali: - gruppi di alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione

cattolica finalizzati alla realizzazione di attività alternative; - gruppi di recupero e sostegno per alunni con difficoltà di apprendimento; - gruppi di alunni che non hanno cittadinanza italiana finalizzati

all’alfabetizzazione di primo e secondo livello. Progetti di approfondimento culturale e potenziamento

In presenza di disponibilità di risorse provenienti dal Fondo di istituto, possono essere realizzati progetti di aiuto o di approfondimento che prevedono attività a

piccoli gruppi, da svolgere in orario scolastico, finalizzate a offrire un intervento più personalizzato ad alunni che presentano difficoltà o lentezze nel processo di apprendimento. Questi interventi sono anche finalizzati all’approfondimento

culturale che possono prevedere uscite sul territorio. Tutte le azioni sono definite preventivamente in forma di progetto e verificate al termine dell’intervento. I

progetti di aiuto e di approfondimento sono finalizzati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal curricolo di istituto e dal piano di lavoro annuale della classe.

Progetti di accoglienza e di alfabetizzazione Da alcuni anni è stata istituita una Funzione Strumentale per il sostegno agli

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alunni che non hanno nazionalità italiana, con lo specifico scopo di attivare tutti i

contatti possibili con Associazioni, Enti e Amministrazioni del territorio per una ricognizione delle risorse e degli strumenti disponibili atti a garantire le migliori

condizioni per un proficuo inserimento degli alunni privi di cittadinanza italiana (con particolare riferimento a quelli neo arrivati) nella Scuola e nelle classi di pertinenza. La necessità di incaricare un docente di questa funzione di

coordinamento scaturisce anche dal consolidamento della presenza di alunni di appartenenza culturale plurima e dal possibile arrivo di nuovi alunni che non parlano la lingua italiana.

Nelle nostre scuole primarie sono iscritti alunni privi di cittadinanza italiana; il 79% di questi bambini sono nati in Italia e giungono alla scuola primaria dopo

avere frequentato la scuola d’infanzia (talvolta anche il nido), pertanto, generalmente, non presentano problemi rispetto alla comunicazione in lingua italiana. Solo l’8,3% del totale degli alunni del quarto circolo è nato in un Paese

diverso dall’Italia, anche in questo caso, tuttavia, occorre precisare che la maggior parte di questi alunni giunge in Italia in età prescolare. Per questo motivo sono

soprattutto le scuole dell’infanzia ad avviare gli alunni alla conoscenza e alla pratica della lingua italiana. Negli ultimi anni si è fortemente ridotto l’ingresso alla scuola primaria di alunni

provenienti direttamente da un Paese straniero: nell’anno scolastico 2011/2012 soltanto 10 alunni, in tutte le primarie del circolo, sono arrivati dall’estero senza conoscere per nulla la lingua italiana (1,26% del totale degli alunni accolti nelle

tre scuole primarie del circolo). I bambini cosiddetti “stranieri” sono, dunque, per lo più, “stranieri di seconda generazione” che sono nati in Italia, dove hanno

frequentato il nido d’infanzia e la scuola dell’infanzia; quando giungono alla scuola primaria sono in possesso di una buona competenze linguistica che generalmente consente loro di seguire il percorso curricolare ordinario e di

raggiungere gli stessi risultati dei loro coetanei di nazionalità italiana (come dimostrano gli esiti delle prove INVALSI). Anche i loro genitori sono, per la

maggior parte, in grado di comprendere e parlare la lingua italiana, ciò rende decisamente più agevole la comunicazione e l’ambientamento. Quando i bambini e i loro genitori non parlano la lingua italiana, vengono

utilizzati, per un'efficace accoglienza, mediatori culturali proposti da Associazioni e/o Cooperative (quali, ad esempio, “Mondo Aperto” e associazione “ Api laboriose”) in collaborazione con i Servizi Sociali al fine di favorire la

comunicazione scuola-famiglia. Nelle scuole del circolo saranno attivati progetti di accoglienza e progetti di

alfabetizzazione di primo e di secondo livello con la partecipazione di docenti interni e di esperti esterni.

3.5.2. Progetti e iniziative proposti da soggetti esterni Accanto ai progetti elaborati all’interno del circolo, l’offerta formativa prevede la partecipazione a progetti che sono elaborati e realizzati in rete con altre scuole e

l’adesione a iniziative e progetti che sono elaborati e realizzati da soggetti esterni che operano con finalità formative e culturali.

Tutti i progetti e le iniziative a cui le classi hanno aderito sono stati sottoposti all’esame della Commissione per il Piano dell’Offerta Formativa, del Consiglio di circolo e del Collegio dei docenti.

I progetti e le iniziative di ampliamento dell’offerta formativa, cui le classi e le

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sezioni del circolo aderiscono sono elencati nell’Allegato n. 2. Le schede di

presentazione di ogni progetto e iniziativa, che esplicitano anche le motivazioni della scelta degli insegnanti, sono depositate presso gli uffici di segreteria.

3.5.3. Soggetti accreditati a svolgere attività formative all’interno della scuola

Oltre ai progetti in allegato, alcuni dei quali proposti dai soggetti indicati di seguito, sono comunque riconosciute valide e pedagogicamente significative le iniziative che vengono proposte alla scuola, anche in corso d’anno, dai seguenti

enti: Legambiente

Consorzio Bonifica Coldiretti Emergency

Iren Unicef

Croce Rossa Italiana Caritas Diocesana – Diocesi di Piacenza e Bobbio Lions Club

Case editrici MondoAperto Conservatorio di musica

Musei di Palazzo Farnese Galleria Ricci Oddi: - Attività didattiche di educazione all’immagine

Collegio Alberoni Museo di Storia Naturale Scuole Secondarie di primo e di secondo grado della città e della provincia

Biblioteca Passerini Landi, sezione ragazzi “Giana Anguissola” Teatro Gioco Vita

Teatro Municipale Teatro Trieste 34 Polizia Municipale

Vigili del Fuoco Piscina Comunale Gli stagionati

Operatori appartenenti agli enti in elenco sono autorizzati dal Collegio dei docenti

e dal Consiglio di circolo a intervenire all’interno delle classi e sezioni delle scuole del circolo. Le classi sono autorizzate a recarsi nelle loro sedi, previa comunicazione alle famiglie e al Dirigente Scolastico.

3.6. La valutazione La valutazione è un elemento che pervade il contesto scolastico ed è presente in

forme esplicite e implicite, consapevoli e intenzionali così come in forme inconsapevoli e spontanee.

Le funzioni manifeste della valutazione scolastica sono molteplici: - monitorare e migliorare il funzionamento complessivo del sistema

(valutazione di sistema), anche per rendere conto all’utenza rispetto alle

azioni che si compiono all’interno della scuola e ai loro prodotti

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(rendicontazione),

- monitorare e migliorare il processo di insegnamento – apprendimento (valutazione formativa),

- rilevare la quantità e la qualità di apprendimento rispetto agli obiettivi che i singoli alunni devono raggiungere, sia sul piano delle conoscenze e delle competenze (si parla a tal proposito di “certificazione delle competenze”), sia

sul piano dei comportamenti e degli atteggiamenti (valutazione sommativa). Il Collegio docenti ribadisce la volontà di utilizzare la valutazione come occasione

formativa e non solo come misurazione finale degli apprendimenti. A tale riguardo ritiene fondamentale riaffermare il principio della valutazione formativa,

particolarmente da quando anche nella scuola primaria si è adottato il sistema di attribuzione della valutazione mediante il ricorso a voti numerici espressi in decimi.

In coerenza con una concezione formativa della valutazione, si decide di misurare le singole prestazioni giornaliere con un uso sobrio dei voti, considerando anche

che il processo valutativo che si compie quotidianamente è molto più ampio e articolato, rispetto alle fase intermedia e finale, e che presuppone tra i docenti di classe e di sezione:

- una condivisa costruzione di senso circa i fini e gli oggetti della valutazione; - l’attivazione di osservazioni sistematiche sui molteplici aspetti che

compongono l’apprendimento (attenzione, partecipazione, metodo di lavoro,

atteggiamento cooperativo); - la predisposizione di momenti di confronto con l’alunno, tesi a farlo riflettere

sul proprio percorso di apprendimento e, in particolare, sull’errore. Si utilizzano per la valutazione delle attività giornaliere commenti descrittivi, oppure il semplice computo degli errori, o ancora giudizi quali “ va bene” “osserva

e correggi”, piuttosto che numeri o aggettivi espressione di valutazione formale sommativa.

È opportuno servirsi, nel momento dell’elaborazione della valutazione sintetica da riportare nel documento di valutazione, più che della media dei voti riportati, della “moda”, intesa come individuazione del numero/valutazione che compare

con maggior frequenza (ad es., per i valori 5, 6, 7, 7, 8, 7, 10 la moda è 7). Anche il riferimento alla moda è, tuttavia, da intendersi come informazione orientativa del giudizio sintetico che comunque si compone di molti elementi (non tutti

oggettivabili), che vanno oltre la semplice attribuzione di valore numerico alla prestazione del singolo. Nella valutazione di fine anno, il giudizio è rapportato al

livello globale di maturazione raggiunto e, pertanto, nel caso in cui un alunno non avesse raggiunto la sufficienza in una o più discipline, i risultati complessivamente positivi, conseguiti sia a livello cognitivo che sul piano della

partecipazione e dell’impegno, legittimano la proposta di ammissione alla classe successiva. In tale evenienza, il voto in ogni singola disciplina, al termine del secondo quadrimestre, non può comunque essere inferiore a sei.

A partire da quest'anno, nell'ambito dei dipartimenti disciplinari e della progettazione per classi parallele, verranno effettuate verifiche bimestrali comuni.

Per gli alunni che necessitano di percorsi facilitati a causa di rilevanti difficoltà di apprendimento dovute a particolari condizioni di disagio socio – culturale o alla

scarsa conoscenza della lingua italiana, è possibile utilizzare, nello spazio

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riservato alla singola materia o nel giudizio globale, espressioni che riportino il

giudizio elaborato al percorso effettivamente seguito dal bambino, come ad esempio: “la valutazione espressa è strettamente collegata al percorso individuale di apprendimento e tiene conto dei livelli di motivazione, partecipazione, impegno nonché delle potenzialità di apprendimento dimostrate”.

Nel caso in cui alunni di nazionalità diversa da quella italiana iniziassero a frequentare in corso d’anno e, in particolare, a ridosso della fine del primo quadrimestre, si può prevedere la sospensione della valutazione per mancanza di

elementi atti a supportare un qualsiasi giudizio sui livelli di apprendimento conseguiti. Tuttavia la valutazione dovrà essere compiutamente espressa al termine dell’anno scolastico, anche ricorrendo all’espressione riportata più sopra.

La valutazione degli alunni diversamente abili e affetti da DSA, elaborata dall’insegnante di sostegno in accordo con i docenti di classe, fa riferimento agli

obiettivi previsti dal piano educativo individualizzato e dal piano didattico personalizzato e tiene particolarmente in considerazione i progressi compiuti dagli alunni rispetto alle difficoltà diagnosticate.

Per quanto concerne la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica, si

procede alla formulazione dei giudizi sintetici: sufficiente, buono, distinto, ottimo. Per quanto riguarda la valutazione del comportamento essa è espressa non

mediante voto in decimi, ma tramite espressioni verbali che descrivano il comportamento come adeguato, non adeguato o solo parzialmente adeguato al contesto scolastico.

Dall’anno scolastico 2010/2011 è in uso una griglia per la registrazione e

certificazione delle competenze raggiunte dagli alunni al termine della scuola primaria, come richiesto dalla normativa vigente in materia di valutazione (L. 169/2008, D.P.R. 122/2009, C.M. 50/2009) e in attesa di un modello nazionale

elaborato dal Ministero. Il modello, assunto in via sperimentale nel giugno del 2011, è stato utilizzato per la prima volta al termine dell’anno scolastico 2010/2011. Pur essendo il frutto di un profondo lavoro di analisi ed elaborazione

che ha visto la partecipazione di tutti gli insegnanti, esso rimane passibile di modifiche specialmente in considerazione delle riflessioni delle insegnanti che lo

utilizzano, dei genitori e degli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado che lo ricevono a integrazione del documento di valutazione.

L’Istituto Nazionale di Valutazione (INVALSI) opera dalla metà degli anni novanta allo scopo di fornire alla comunità scolastica e, in modo più specifico, ai decisori

politici, informazioni relative al funzionamento del sistema nazionale di istruzione e alla qualità del servizio che viene offerto. La dimensione più visibile del lavoro di questo Istituto è riferita alla sua funzione

di “misurazione” degli esiti del sistema di insegnamento – apprendimento, che avviene mediante costruzione, somministrazione, correzione dei risultati di test standardizzati. Questo processo di raccolta di dati relativi agli apprendimenti

degli alunni che frequentano le scuole italiane, dopo una lunga fase di sperimentazione e di taratura degli strumenti, sembra giunto a una sua stabilità

strutturale e procedurale; insegnanti, alunni e famiglie cominciano a percepire questa operazione, abbastanza complessa, come un appuntamento fisso che cade

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solitamente nel mese di maggio.

Il rilevamento dati effettuato dall’Invalsi è funzionale, non alla costituzione di classifiche tra gli istituti, né alla valutazione delle singole scuole, ma alla raccolta

di alcune informazioni che possano consentire di conoscere l’andamento generale delle scuole e del sistema istruzione complessivo. Si ricorda che, ai sensi della C.M. n. 86 del 22/10/2009, la somministrazione

delle prove messe a punto dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione concernenti la valutazione degli apprendimenti in italiano e matematica degli alunni delle classi 2^ e 5^, ha assunto, dall’anno scolastico

2010/2011, carattere di obbligatorietà.

Modalità di valutazione Ciascun insegnante può liberamente scegliere la modalità di valutazione e organizzare la situazione valutativa tenendo in considerazione: l’obiettivo da

verificare (conoscenza, abilità, competenza), la struttura della disciplina, il contesto in cui si svolge l’atto di valutazione, le caratteristiche soggettive

dell’alunno o degli alunni che devono dimostrare il raggiungimento dell’obiettivo di apprendimento. La situazione valutativa può richiedere all’alunno azioni di tipo diverso cui

corrispondono strumenti di valutazione differenti:

Azione richiesta allo studente Modalità di valutazione

produzione di un’azione o di un oggetto

(produzione di uno schema motorio, produzione di un testo, di un oggetto d’arte, di un brano musicale…)

in questo caso la valutazione si basa su

informazioni ricavate tramite l’osservazione (libera o guidata) dell’esecuzione di una procedura e/o

analisi interpretativa dell’oggetto prodotto

manifestazione del possesso di una conoscenza di tipo contenutistico o procedurale

in questo caso la manifestazione può essere stimolata da una richiesta in forma orale (colloquio o interrogazione)

o in forma scritta (prove strutturate a risposta chiusa, domande aperte)

applicazione di conoscenze e di competenze

in questo caso la situazione stimolo assume la forma di un problema da risolvere o di un progetto di ricerca da

elaborare ed eventualmente realizzare

La scuola dell’infanzia non è chiamata a esprimere valutazioni rispetto all’apprendimento dei singoli alunni. Tuttavia, anche in questo grado di

formazione, sono presenti azioni di carattere valutativo che hanno come oggetto il percorso realizzato più che i risultati raggiunti dai bambini. Attraverso osservazioni e autosservazioni le insegnanti raccolgono le informazioni necessarie

per la verifica dei progetti realizzati ed esprimono valutazioni utili al miglioramento continuo degli interventi educativi e didattici. Al termine dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia le insegnanti descrivono il percorso di ogni

bambino elaborando un dossier personale per ogni bambino allo scopo di fornire agli insegnanti del grado di scuola successivo le informazioni utili per conoscere il

bambino e comprendere le competenze che ha maturato, i suoi punti di forza e i

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suoi punti di debolezza. Nel far ciò avranno come riferimento i traguardi per lo

sviluppo delle competenze descritti nelle Indicazioni per il curricolo.

Durante l’anno scolastico 2012/2013 sarà avviato il processo di autovalutazione di istituto, che prevede la partecipazione dell'utenza, allo scopo di analizzare la realtà e produrre azioni di cambiamento per il miglioramento della qualità del

sistema.

3.6.1.Autovalutazione di Istituto Dall’anno scolastico 2012/13 è stato avviato il progetto di autovalutazione di

istituto del Circolo: «Tutti per la scuola, la scuola per tutti». Sono stati istituiti gruppi di lavoro di docenti, genitori, rappresentanti delle istituzioni e delle

associazioni presenti sul territorio. Attraverso la partecipazione di questi gruppi sono state compiute analisi e consultazioni sul contesto di riferimento, sui valori e sugli obiettivi della scuola, sulla percezione delle famiglie rispetto la qualità

dell’insegnamento, e sui bisogni formativi degli alunni. Si è giunti alla compilazione di un Rapporto di Autovalutazione e

all’individuazione di obiettivi per l’elaborazione di un Piano di Miglioramento.

Quest’anno scolastico le azioni proseguiranno con la compilazione del Piano di Miglioramento, il conseguente monitoraggio, e la costruzione del patto di corresponsabilità educativa con il Comitato dei genitori.

4. Continuità

Per quanto una sana discontinuità sia propria dello sviluppo evolutivo di ogni persona, e per quanto la vita costringa spesso a procedere più per salti che attraverso un percorso lineare e continuativo, la questione della continuità del

processo formativo all’interno del percorso scolastico rimane un tema vivo e un’attenzione condivisa da insegnanti di differenti gradi di scuola, particolarmente quelli che coincidono con il periodo dell’istruzione obbligatoria.

L’esigenza della continuità è oggi maggiormente sentita anche per altre due ragioni, una di carattere organizzativo e una di carattere sociale con riflessi

sull’evoluzione della persona. Da un lato, infatti, la nascita degli Istituti Comprensivi ha posto la questione dell’unità scolastica e della nuova identità di scuole di grado diverso che si trovano a costruire e condividere un unico progetto

formativo e ad attuare un curricolo unitario. Dall’altro lato il perseguimento della continuità formativa è sostenuto dalla necessità di rispondere all’emergente problema dell’eccessiva frammentarietà e, talvolta, schizofrenia, delle storie

evolutive dei nostri alunni, sempre meno accompagnati e sempre più lasciati soli a riannodare i fili tra un vissuto esperienziale e l’altro.

Ricordiamo come la continuità, sia essa verticale o orizzontale, abbia come fine garantire al soggetto il diritto a un percorso formativo regolare, organico e completo, idoneo a promuovere il suo sviluppo articolato e multilaterale.

La realizzazione della continuità esprime il desiderio che nessun alunno debba

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vivere il cambiamento come una frustrazione, che possa essere accompagnato nei

momenti di passaggio e guidato a esplorare il nuovo, a comprenderlo e a gestirlo in modo graduale.

Nel nostro circolo, la continuità si realizza soprattutto attraverso l’incontro tra insegnanti di gradi di scuola diversi e attraverso la comunicazione di informazioni relative agli alunni e al loro percorso scolastico. Sono definiti documenti che

raccolgono e trasmettano in modo chiaro le informazioni relative agli alunni (cartella personale, griglia di passaggio, documento per la certificazione delle competenze, documento di valutazione, documento di presentazione per il

passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare, la “lettera ai professori” scritta da ciascun alunno di classe quinta). Durante l’anno scolastico

gli alunni delle classi quinte hanno la possibilità di visitare le scuole secondarie di primo grado del territorio e di partecipare a lezioni e laboratori. Al termine dell’anno scolastico sono previsti incontri tra gli insegnanti di gradi di

scuola diversi per la presentazione degli alunni che passano dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria e da questa alla scuola secondaria di primo

grado. Le informazioni raccolte sono particolarmente utili per la formazione delle classi e per la programmazione di adeguati interventi didattici. Il testo delle Indicazioni per il curricolo, inoltre, evidenzia la continuità verticale

del percorso scolastico ponendo contenuti, obiettivi e traguardi delle discipline all’interno di un processo continuo e graduale, segnato dal raggiungimento di tappe intermedie rappresentate dai traguardi per lo sviluppo delle competenze. In

questo modo ogni insegnante può conoscere ciò che deve avvenire nel grado precedente e commisurare le sue aspettative agli esiti che è legittimo attendersi.

Tutto ciò favorisce la continuità del percorso formativo del singolo e la comunicazione e condivisione tra gli insegnanti di gradi diversi di scuola. Non si dimentica la dimensione orizzontale della continuità che si esprime

chiaramente nell’apertura al territorio e nella valorizzare delle sue ricchezze e delle sue proposte culturali, ma si esprime anche attraverso l’invito alla

costruzione di un’alleanza educativa con i genitori.

5. Documentazione e comunicazione La documentazione è azione teorica e operativa, è uno spazio aperto di racconto e di confronto, di esperienze e di formazione che collegano passato e presente, è

ricerca di significati. Nella scuola dell'autonomia è fondamentale impegnarsi a costruire una memoria

istituzionale, ricercare strumenti orientativi per meglio pensare e realizzare la qualità dell'offerta formativa e permettere alle esperienze di essere comunicate e comprese.

La necessità di comunicare all’interno e all’esterno della scuola l’intenzionalità educativa e le azioni attraverso cui essa si traduce ha richiesto di porre particolare attenzione alle forme della documentazione. La scuola ha rinnovato,

negli anni, il modo di costruire e documentare i progetti didattici, il piano annuale delle attività, gli strumenti per la registrazione e a verifica delle azioni svolte

(registro di classe, giornale dell’insegnante, agenda del team); il processo avviato si muove verso una progressiva smaterializzazione dei documenti che abbandonano la forma cartacea e prendono forma elettronica. Inoltre, per

rispondere alla normativa sulla dematerializzazione dei documenti cartacei, si

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procederà ad utilizzare le forme digitali del Giornale dell’Insegnante e dell’Agenda

Didattica. Queste potranno essere condivise all’interno della comunità professionale dei docenti attraverso una piattaforma virtuale a cui potranno

accedere i docenti. Inoltre si utilizzerà il formato digitale anche per i Documenti di Valutazione degli alunni. La documentazione si esplica in tre fasi operative:

-una fase preliminare che prevede una progettazione e programmazione sulla base dei bisogni emersi; -una fase di verifica che serve come stimolatrice di riflessione e come

autovalutazione del lavoro del docente; -infine una fase di revisione e calibrazione sulla base degli incontri di feedback e

follow up. A partire da quest’anno, a seguito del progetto di autovalutazione, il Circolo si è preposto obiettivi semplificati per ridurre gli aspetti burocratici e fare in modo che

la documentazione sia a servizio di tutta l’utenza. Per quanto riguarda la comunicazione all’interno della scuola, si privilegiano le

comunicazioni via mail che risultano essere a basso costo, efficienti ed efficaci. Già dall’anno scorso le circolari vengono spedite via mail ed anche le principali comunicazioni alle famiglie vengono trasmesse tramite posta elettronica.

Il momento della comunicazione delle informazioni relative agli alunni che passano da un grado di scuola al successivo è oggetto di analisi continua e ha offre elementi di riflessione comune tra insegnanti di scuole di grado diverso.

Ogni alunno è accompagnato nel suo passaggio da una serie di documenti che ne descrivono la storia e il punto d’arrivo. L’insegnante si adopera affinché i

documenti di passaggio (cui dal 2011 si è aggiunta la scheda per la certificazione delle competenze) siano conosciuti, condivisi, diffusi e valutati al fine di apportare eventuali modifiche.

La scuola ha un suo sito web che fornisce le principali informazioni relative all’istituzione e riporta la documentazione utile per gli insegnanti e l’utenza.

Durante l'anno sono sviluppate modalità specifiche per la diffusione del Piano dell’Offerta Formativa, che è disponibile sul sito della scuola all’indirizzo:

http://quartocircolopc.scuolaer.it/ Al momento dell'iscrizione viene consegnata ai genitori una sintesi del Piano dell’Offerta Formativa, mentre il testo integrale è affisso all'albo di ciascuna

scuola, a disposizione di chiunque ne faccia richiesta. Inoltre per ogni scuola del circolo viene elaborata una brochure di presentazione allo scopo di far conoscere

ciò che è proposto da questo circolo didattico e facilitare ai genitori la raccolta di informazioni finalizzata alla scelta della scuola a cui iscrivere i propri figli. All’inizio dell’anno scolastico si consegna a tutti i genitori un libretto informativo

relativo alle norme di sicurezza e alle procedure per l’evacuazione dalla scuola in caso di pericolo.

6. Formazione dei docenti “La formazione, nell’ambito dei progetti di riforma e di innovazione costituisce una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del personale docente, per il necessario sostegno agli obiettivi di cambiamento, per un'efficace politica di sviluppo delle risorse umane attraverso qualificate iniziative di prima formazione ed in servizio.” (Art. 61 CCNL 2005 e direttiva n. 48 2004).

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“La partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento costituisce un diritto per il personale, in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo delle proprie professionalità.” (Art. 64 CCNL 2005)

Sebbene la formazione non rappresenti un obbligo per gli insegnanti sul piano contrattuale, la complessità della professione docente è tale da renderla un diritto

e un dovere per poter svolgere sempre meglio il proprio mestiere, essere capaci di affrontare i cambiamenti e migliorare il sistema di cui si è parte.

La formazione è da intendersi come un processo continuo di apprendimento e di miglioramento che interessa tutte le componenti della professione e che, pertanto, si sviluppa su almeno quattro livelli:

- il livello culturale, che interessa i contenuti disciplinari; - il livello tecnico, che riguarda i metodi e i processi di insegnamento; - il livello relazionale, che assume come oggetto i contenuti e le forme della

relazione educativa e della comunicazione; - il livello organizzativo, che fa riferimento alla gestione del sistema, ai modelli di

ingegneria istituzionale, ai tempi e agli spazi. All’interno del quarto circolo la formazione degli insegnanti e del personale A.T.A. è valorizzata, incoraggiata, sostenuta e realizzata attraverso diverse forme e in

diversi momenti. Come in tutte le scuole, gli insegnanti neo assunti in ruolo hanno l’obbligo di

seguire i corsi di formazione organizzati a livello provinciale (parte in presenza e parte on line). All’interno delle scuole in cui svolgono il loro servizio sono seguiti da insegnanti con funzione di tutor che hanno il compito di facilitare il loro

inserimento e di aiutarli a orientarsi nella professione. Al termine del primo anno di servizio i docenti neo assunti sono chiamati a discutere, alla presenza del

Comitato di Valutazione interno, un elaborato finale il cui tema è definito sulla base dell’esperienza didattica vissuta e delle esigenze espresse dalla comunità scolastica. Non mancano momenti di confronto tra i docenti neoassunti alla

presenza del Dirigente Scolastico. Le scuole del circolo accolgono ogni anno studenti provenienti dalle Facoltà di Scienze della Formazione Primaria che chiedono di poter svolgere le attività di tirocinio richieste dall’università in cui studiano. Anche in questo caso un insegnante tutor accompagna lo studente nel percorso di tirocinio, mantenendo i

contatti con i docenti referenti dell’università di provenienza. La formazione in servizio dei docenti si rivolge a tutti coloro che svolgono attività

di insegnamento, siano essi docenti neo assunti, supplenti o assunti a tempo indeterminato. L’adesione a percorsi di formazione è frutto di scelta personale, ma in alcuni casi

diventa condizione necessaria allo svolgimento di specifiche funzioni didattiche, come nel caso dell’insegnamento della lingua inglese e della religione cattolica, o

nel caso dei corsi di aggiornamento relativi al tema della sicurezza. Ogni insegnante può aderire liberamente e individualmente a corsi di formazione organizzati da soggetti interni al sistema nazionale di istruzione (Uffici Scolastici

Provinciali, Istituti Regionali di Ricerca, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione, Ministero della Pubblica Istruzione,…) o da enti accreditati

(associazioni, enti locali, enti pubblici e privati finalizzati alla formazione e all’educazione, università, centri culturali…) e documentare, attraverso le forme di certificazione stabilite, il proprio percorso formativo affinché sia inserito nel

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fascicolo personale.

Ogni scuola può organizzare iniziative di formazione per i propri docenti o consorziarsi con altre scuole del territorio per realizzare percorsi formativi “in

rete”. La formazione in servizio “centrata sulla scuola” è generalmente finalizzata alla soluzione di problemi di carattere didattico, metodologico, organizzativo e

relazionale, specifici del contesto operativo. La formazione si inserisce quindi nelle strategie di autoanalisi, di sviluppo, di miglioramento, indispensabili all'autonomia scolastica, e ha un fortissimo legame con l'esperienza di lavoro,

assumendo un carattere empirico, fattuale, di redditività a breve termine. La sua funzione di problem solving e di spinta al miglioramento impone che essa

sia preceduta da una fase di valutazione di sistema e di analisi dei bisogni che coinvolge tutti i soggetti. La formazione in servizio può assumere diverse forme: dalla più classica lezione

frontale, al convegno – seminario, al lavoro a gruppi, alla modalità blended (in presenza e a distanza), sino a forme di ricerca azione che richiedono la verifica dei

contenuti attraverso l’applicazione diretta al contesto reale. I progetti di formazione elaborati all’interno del circolo didattico possono coinvolgere esperti esterni e/o utilizzare risorse professionali già operanti nelle

scuole del circolo, o, ancora, coinvolgere i docenti in forme partecipate di autoformazione e di scambio reciproco di conoscenze e competenze. Quanto detto circa il valore della formazione per i docenti vale anche per il

personale ausiliario, tecnico e amministrativo che è chiamato ad aggiornare continuamente le proprie conoscenze e competenze tecnico – gestionali,

attraverso modalità varie di partecipazione a corsi di formazione organizzati all’interno della scuola o da soggetti esterni. Il personale ausiliario è inoltre obbligato a seguire corsi di formazione sul tema della sicurezza.

Tutte le proposte formative per il personale scolastico sono finanziate da un apposito fondo vincolato.

La scarsità di risorse spesso non consente di soddisfare tutte le esigenze formative che emergono, per questo il Collegio dei docenti esercita una funzione selettiva, oltre che progettuale, relativamente alle iniziative di aggiornamento da

realizzare. Lo scorso anno scolastico sono state svolte le attività di formazione obbligatoria sulla sicurezza organizzata dal R.S.P.P. ing. Angelillo, un corso sull’uso del testo

scritto nella didattica tenuto da esperti della casa editrice Erickson. Dall’anno scolastico 2013-14, il Circolo intende promuovere l’idea di formazione

del Collegio Docenti, attraverso la fruizione di corsi specifici come quello di 9 ore dei BES cui tutte le insegnanti hanno partecipato nel mese di settembre e attraverso corsi di formazione per gruppi di insegnanti.

Il Circolo si attiverà per partecipare ad un progetto di formazione on-line sulle Nuove Indicazioni Nazionali.

7. Risorse strutturali e materiali La dotazione di spazi e di materiali rappresenta una risorsa fondamentale per la

realizzazione delle attività didattiche e educative progettate. Sono già state descritte le caratteristiche strutturali delle singole scuole che compongono il circolo, in questo paragrafo si dà conto della presenza degli spazi dedicati ad

attività specifiche (denominati “laboratori”) di cui dispone ogni singolo plesso

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scolastico.

Il cablaggio delle scuole primarie previsto ai sensi della C.M. 152 del 18.10.2001 è

funzionante, ma non è ancora attivo in tutti i plessi. E’ prevista l’attivazione entro l’anno scolastico 2012/2013. All’attività didattica in classe si affiancano attività di laboratorio in spazi dedicati

che potranno essere utilizzati a turno sulla base dei piani personali di lavoro dei singoli insegnanti e degli accordi stabiliti all’interno di ogni singola scuola. Per la predisposizione dei turni, per la sistemazione e il controllo dei sussidi, per

l’elaborazione di eventuali proposte di lavoro, sono previsti responsabili e/o addetti alla cura degli spazi di laboratorio.

Le scuole primarie e dell’infanzia del circolo dispongono, per il supporto all’attività didattica nelle classi e nei laboratori, di una sufficiente dotazione di attrezzature audiovisive e multimediali.

Tuttavia le limitate risorse finanziarie dell’Istituzione scolastica, non consentono un’efficace manutenzione delle suddette apparecchiature e il necessario rinnovo

delle stesse. Nella seguente tabella sono evidenziati i laboratori presenti nelle primarie:

Laboratori DE AMICIS

CADUTI SUL LAVORO

DUE GIUGNO

AUDIOVISIVI X X X

BIBLIOTECA X X X

CERAMICA X

INFORMATICA X X X

LINGUA INGLESE X X

MUSICA X X X

PALESTRA X X X

PITTURA E ARTE X X X

PSICOMOTRICITA' X X

SCIENZE E MATEMATICA

X X X

ATTIVITA’ DI SOSTEGNO

X X X

Nelle scuole dell’infanzia non esistono spazi dedicati esclusivamente a specifiche attività: la concezione flessibile e polifunzionale dello spazio, tipica di queste

scuole, determina un’organizzazione in “angoli” connotati dalle attività che vi si possono svolgere, che possono variare e che sono strettamente connesse alla progettazione pedagogica elaborata dal gruppo delle insegnanti.

SECONDA PARTE: l’organizzazione del circolo e delle scuole che lo compongono

1. Modalità di iscrizione L’iscrizione dei bambini alle scuole dell’infanzia e primarie avviene, di norma, nei mesi di gennaio e febbraio.

51

Per consentire alle famiglie di avere una quantità di informazioni sufficiente a

compiere la scelta della scuola, il quarto circolo organizza: - visite alle scuole

- incontri informativi in forma assembleare - distribuzione di materiale informativo (sintesi del P.O.F. e brochure di

presentazione delle singole scuole).

A partire da quest’anno, l’iscrizione alle classi prima sarà effettuata esclusivamente on-line, la scuola fornirà supporto alle famiglie che avessero difficoltà nella compilazione delle domande di iscrizione e metterà a disposizione

le aule di informatica dotate di collegamento internet per poter espletare la procedura di iscrizione nelle sedi delle scuole. Tutti i dati relativi alla scuola

saranno consultabili dal portale “Scuola in Chiaro”, accessibile dal sito del Miur. L’accettazione dell’iscrizione è comunicata tramite affissione all’albo e avviso scritto alla famiglia.

Si ricorda che il D.L. n. 59 del 2004 stabilisce che possono essere iscritti alla scuola dell’infanzia bambini che compiranno 3 anni entro il mese di aprile

dell’anno successivo a quello di iscrizione, mentre alla classe prima della scuola primaria possono essere iscritti bambini che compiranno il sesto anno d’età entro il mese di aprile dell’anno successivo a quello di iscrizione.

Si invitano i genitori a consultare gli insegnanti di scuola d’infanzia e le educatrici di nido d’infanzia che hanno seguito il bambino al fine di elaborare una decisione consapevole e ponderata rispetto all’iscrizione anticipata dei propri figli.

Per i dettagli relativi alla procedura di iscrizione alle scuole del plesso si rimanda

al Regolamento di Istituto (Allegato n. 3). 2. Modalità di formazione delle classi e delle sezioni

L’ammissione al circolo non implica automaticamente l’assegnazione alla classe avente l’organizzazione oraria desiderata. Ovvero: il fatto di essere stati ammessi

alla scuola primaria prescelta non significa che il proprio figlio verrà inserito nella classe a 40 ore o nella classe a 30 ore prescelta. Alcune variabili possono intervenire a modificare l’organizzazione interna

rendendo, di fatto, impossibile soddisfare le esigenze di tutte le famiglie. Il primo fattore che condiziona fortemente l’organizzazione oraria delle classi, determinando, di fatto, l’offerta in modo indipendente dalla volontà del Collegio

dei docenti e del Dirigente, è l’organico di circolo, cioè il numero complessivo di insegnanti che vengono assegnati al circolo dall’autorità centrale. Negli ultimi

anni abbiamo assistito a una continua riduzione di organico che ha causato la scomparsa del modello originario di Tempo Pieno scolastico e delle ore di contemporaneità degli insegnanti. Nonostante ciò si è sempre cercato di

soddisfare le esigenze delle famiglie, particolarmente di quelle in cui entrambi i genitori lavorano e manca una rete familiare di supporto, riorganizzando i modelli orari e ridistribuendo le risorse di personale per poter offrire un numero

sufficiente di classi a tempo scolastico di 40 ore. Tuttavia ciò non è sempre stato possibile e lo sarà ancora meno negli anni futuri.

In considerazione dell’esigenza di istituire classi di scuola primaria a 40 ore settimanali, in assenza di organici adeguati allo scopo, il Collegio dei docenti ha

approvato i seguenti criteri per la gestione delle classi a 40 ore settimanali.

52

Detti criteri sono dettati dalla necessità di assicurare la qualità del servizio

scolastico nonostante il ridimensionamento delle risorse in organico. - l’organizzazione di classi a “tempo pieno modulare” (due o più classi a tempo

scolastico di 40 ore che condividono gli insegnanti) deve connotarsi comunque per una forte contitolarità dei docenti di classe;

- è indispensabile, per il completamento dell’orario, utilizzare almeno parte delle

ore di compresenza di altre classi a tempo pieno tradizionale; - è opportuno verificare la possibilità di raggruppare alunni di classi diverse che

si avvalgono delle attività alternative in contemporanea con l’insegnamento

della religione cattolica; - è auspicabile organizzare le ore residue di compresenza in una prospettiva più

di plesso che di classe, al fine di creare una situazione di maggiore equità ed efficacia

- si deve cercare di limitare il numero delle insegnanti che intervengono a

rotazione in una stessa classe.

Mentre gli alunni iscritti in classi a 40 ore sono tenuti a frequentare anche la mensa scolastica (salvo eventuali deroghe valutate di anno in anno dal Consiglio di circolo), gli alunni delle classi a 27 e a 30 ore possono scegliere se pranzare a

casa o a scuola. In questo secondo caso, qualora le domande di fruizione del servizio mensa pervenute fossero in esubero rispetto alla disponibilità dell’Amministrazione

Comunale o alla capienza dei refettori, si stabilisce che una commissione, formata da due genitori e da un docente del Consiglio di circolo, valuterà le domande di

ammissione alla mensa scolastica degli alunni frequentanti le classi a 27 e a 30 ore sulla base dei seguenti criteri: - lontananza del domicilio dei richiedenti;

- presenza a casa di uno dei genitori.

La formazione delle classi prime Dall’anno scolastico 2013/14 la scuole primarie del circolo intendono sperimentare un nuovo modello organizzativo e progettuale per la formazione delle classi, finalizzato alla costituzione di gruppi equieterogenei che garantiscano a ciascun bambino un ambiente di apprendimento, di relazione e di crescita adeguato ai propri bisogni formativi. Il progetto punta a migliorare l’efficacia dell’azione didattica e a garantire l’equità delle opportunità di apprendimento. Facendo riferimento a questi due principi, la scuola si propone di costituire: la classe come elemento funzionale ai bambini che la compongono e gruppo di pari in

cui ciascuno ha la possibilità di esprimere interessi, bisogni, potenzialità;

la classe come unità di riferimento principale per il bambino, gli insegnanti, la famiglia;

la classe come organo flessibile e aperto alla costituzione di gruppi di lavoro e di

progetto di diverso genere: classi aperte, attività di grande o piccolo gruppo, gruppi di

progetto, laboratori….

SCUOLE CLASSI A

40 ore

CLASSI A

27 ore

TOTALE

CLASSI

TOTALE

ALUNNI

53

(+ mensa)

DE AMICIS 9 2 11 234

CADUTI SUL LAVORO 11 2 13 279

DUE GIUGNO 12 3 15 314

TOTALI GENERALI 32 7 39 827

SCUOLE SEZIONI ALUNNI

ALDO MORO 5 126

FARNESIANA 3 81

GIANNI RODARI 4 103

DUE GIUGNO 5 137

TOTALI GENERALI 17 447

3. Orario di funzionamento dei plessi, delle classi e delle sezioni

La definizione dell’orario di funzionamento delle classi è determinata sulla base: della normativa vigente, dell’organico disponibile e delle esigenze espresse dalle

famiglie. Tutte le scuole del circolo seguono il calendario nazionale e regionale e concordano anche con il comune i giorni di sospensione delle lezioni.

Le sezioni delle scuole d’infanzia funzionano con un orario uniforme dalle ore 8 alle ore 16, come richiesto dalle famiglie, per un totale di 40 ore settimanali.

Il servizio di assistenza post scolastica alle scuole dell'infanzia 2 Giugno e A. Moro è gestito in modo autonomo dall’Associazione Aquilone nei locali delle stesse

scuole dell’infanzia concessi dalla Amministrazione Comunale con parere favorevole da parte di questa Istituzione.

Nelle scuole primarie sono offerti i seguenti modelli orari: - classi a 40 ore distribuite su 5 giorni settimanali

- classi a 27 ore distribuite su 5 giorni settimanali (con l’aggiunta del tempo necessario alla fruizione del servizio mensa nei giorni di lezione pomeridiana)

Le classi delle scuole primarie del circolo, ai sensi della L.53/2003 e del D.L. 59/2004 e, in base alle scelte effettuate dalle famiglie, funzionano secondo i seguenti orari:

Scuola Primaria De Amicis

classi a 27 ore settimanali

(con 3 rientri pomeridiani) classi 2^ B – 2^ C

dalle ore 8.30 alle ore

12.30

lunedì, venerdì

classi a 40 ore

settimanali tutte le altre classi

dalle ore 8.30 alle ore

16.30

lunedì, martedì, mercoledì,

giovedì, venerdì

dalle ore 12.00 alle ore 14.00

pausa mensa per le classi che pranzano al primo

54

turno

dalle ore 13.00 alle ore

15.00

pausa mensa per le classi

che pranzano al secondo turno

Scuola Primaria Caduti sul Lavoro

classe a 27 ore

settimanali (con 3 rientri pomeridiani)

classe 1^ C- 2^C

dalle ore 8.30 alle ore

12.30

lunedì, venerdì

dalle ore 8.30 alle ore 16.30

martedì, mercoledì, giovedì

classi a 40 ore

settimanali tutte le altre classi

dalle ore 8.30 alle

ore16.30

lunedì, martedì, mercoledì,

giovedì, venerdì

dalle ore 12.00 alle ore 14.00

pausa mensa per le classi che pranzano al primo turno

dalle ore 12.30 alle ore 14.30

pausa mensa per le classi che pranzano al secondo

turno

Scuola Primaria 2 Giugno

classi a 27 ore (con 3 rientri pomeridiani)

classi 1^A ,2^A,4^A

dalle ore 8.30 alle ore 12.30

mercoledì, venerdì

dalle ore 8:30 alle ore 16.30

lunedì, martedì, giovedì

classi a 40 ore settimanali tutte le altre classi

dalle ore 8.30 alle ore 16.30

lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì

dalle ore 12.20 alle ore 14.20

pausa mensa per le classi che pranzano al primo

turno

dalle ore 13 alle ore

14.30

pausa mensa per le classi

che pranzano al secondo turno

Nella scuola primaria, le residue ore di contemporaneità dei docenti vengono utilizzate per i seguenti scopi:

55

- completamento dell’orario nelle classi per il raggiungimento della quota di 40

ore di tempo scuola al fine di soddisfare le richieste espresse dalle famiglie; - attività di sostegno agli alunni con disabilità certificata;

- svolgimento di attività alternative rivolte agli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica;

- interventi per la facilitazione dei processi di apprendimento rivolti ad alunni

con difficoltà; - interventi di alfabetizzazione rivolti ad alunni privi di cittadinanza italiana; - uscite didattiche e attività di arricchimento dell’offerta formativa.

Nelle sezioni di scuola dell'infanzia:

- i due insegnanti titolari si alternano tra turno antimeridiano e turno pomeridiano; - l’orario settimanale di 25 ore degli insegnanti può essere realizzato su un arco

quindicinale per consentire un prolungamento delle ore di compresenza per la realizzazione di attività per gruppi, per sezione, per intersezione sui campi di

esperienza. All’inizio di ogni anno scolastico, al fine di favorire il miglior inserimento dei nuovi iscritti, le scuole dell'infanzia del circolo attueranno un orario di apertura ridotto

(8-14), per permettere la compresenza delle due insegnanti dalle 9 alle 13. Il Consiglio di circolo determina, prima dell’inizio di ogni anno, il periodo in cui attuare tale riduzione di orario.

4. Regolamento interno e norme di sicurezza

L’armonia della vita della comunità scolastica e il benessere dei singoli soggetti che la compongono, sono il risultato di molti fattori; prioritariamente di carattere relazionale, ma anche i principi che guidano la gestione del sistema e che ne

facilitano il funzionamento se largamente condivisi. Per questo, il quarto circolo, ha adottato un Regolamento interno (Allegato n. 3) che stabilisce alcuni

comportamenti a cui tutti gli operatori e gli utenti si devono attenere. Nella scuola, come in ogni ambiente di lavoro, sono applicate le normative previste dal D.lgs 81/08 relative alla sicurezza e alla salute dei “lavoratori”

attraverso strumenti organizzativi: datore di lavoro, responsabile per la sicurezza e servizio di prevenzione e protezione (RSPP), addetti al primo soccorso e incendio (ASPP), responsabile dei lavoratori per la sicurezza (RLS), medico competente) e

strumenti gestionali: valutazione dei rischi, piano di evacuazione, piano di emergenza, procedure interne, sistema di gestione della sicurezza, formazione e

informazione del personale, riunioni periodiche del Servizio di prevenzione e Protezione, consultazione di tecnici, segnalazioni e richieste di manutenzione al Comune di Piacenza in quanto ente proprietario degli edifici scolastici, a cui

spetta il compito di intervenire nelle opere di manutenzione, in base a quanto previsto dall’ art. 18 comma 3 D.lgs 81/08. Lo stesso decreto D.L. 81/08 assegna alla scuola un ruolo attivo nella promozione

della cultura della “sicurezza”. Tutto il personale (docente e non docente) e gli alunni sono coinvolti nella cooperazione al fine di migliorare la gestione della

sicurezza negli ambienti scolastici, attraverso momenti formativi specifici, incontri e confronti sistematici con gli addetti alla sicurezza presenti in ogni plesso (ASPP), il responsabile della sicurezza di Circolo (RSPP), la Dirigente scolastica, il Dsga di

Circolo. Ogni scuola del 4^ Circolo, inoltre, rispetta il Regolamento per l’utilizzo

56

degli spazi esterni, (allegato n.4) che prevede, due volte l’anno, il sopralluogo degli

spazi esterni utilizzati dai bambini nei momenti ricreativi, sul cui esito, le insegnanti si accordano e si attivano per eliminare o limitare gli eventuali fattori

di rischio (sensibilizzando anche gli alunni a giocare in sicurezza e responsabilmente, sorvegliando le zone critiche, facendo rispettare eventuali segnalatori e/o divieti).

La sicurezza all’interno delle scuole del circolo è garantita anche dalla messa a punto e dalla diffusione del piano di emergenza. Il piano di emergenza è uno strumento operativo obbligatorio per ogni scuola,

attraverso il quale devono essere studiate, pianificate, migliorate e rispettate le modalità da seguire in caso di emergenza, al fine di consentire un esodo ordinato

e sicuro di tutti gli occupanti di un edificio scolastico. All’inizio del percorso scolastico, sia nella scuola dell’infanzia che nella scuola primaria (o in corso d’anno se si tratta di un nuovo inserimento) viene inviato ai

genitori, tramite mail, un libretto informativo intitolato SICURAMENTE SCUOLA, che contiene, in modo sintetico, le principali disposizioni del circolo in merito

alla sicurezza e alle modalità di evacuazione. Il libretto sicurezza può essere visionato anche nella versione completa sul sito del nostro circolo o in allegato (Allegato 5).

Durante l’anno scolastico, i docenti e gli alunni (e ogni persona presente nell’edificio) effettuano almeno due prove di evacuazione, come momento importante di formazione e di miglioramento in tema di sicurezza. Negli ultimi

anni, le scuole del nostro Circolo, si sono attivate anche nelle simulazioni di evacuazione in caso di terremoto e stanno partecipando a tavoli di lavoro avviati

tra le Scuole di Piacenza, il Comune e la Protezione Civile, dopo le reali scosse di terremoto nel nostro territorio, per condividerne le corrette modalità di intervento e di evacuazione.

5. Principi di gestione del bilancio La pianificazione annuale del P.O.F. è intimamente raccordata con il programma

annuale che ne traduce in termini finanziari le strategie progettuali, realizzando la corrispondenza tra progettazione didattica e programmazione finanziaria. Il personale docente chiamato, negli organi collegiali ed individualmente, a

progettare le attività didattiche, attiva ed alimenta anche il processo di formazione del programma annuale, ma è richiesto il massimo e positivo coinvolgimento

anche di tutte le altre componenti operative della scuola. Il programma annuale è un preventivo decisionale nel quale vengono perseguiti gli indirizzi e le priorità di azione della scuola. L’intera attività finanziaria si svolge

sulla base di questo documento contabile, con cui si stabiliscono gli obiettivi da raggiungere e le risorse umane e finanziarie destinate a tale scopo. Il Dirigente

Scolastico, responsabile della gestione finanziaria, ha a disposizione questo strumento per attuare una reale gestione programmata, che consenta alla scuola di acquisire una precisa consapevolezza delle proprie azioni e, attraverso la

verifica periodica, accresca la capacità di “auto-valutarsi” e di “auto-correggere” eventuali disfunzioni nonché di migliorare le proprie prestazioni, sotto l’aspetto sia qualitativo sia quantitativo, di individuare responsabilità e conseguire risultati

non casuali.

La redazione del programma annuale deve uniformarsi, oltre che al principio di

57

annualità (i movimenti finanziari sono iscritti in relazione a progetti da realizzare

nell’anno solare di riferimento), anche a quelli previsti dall’articolo 2 del D.I. 44/2001:

trasparenza, poiché è necessario che sia immediatamente comprensibile a tutte le componenti del Consiglio di circolo e alle parti interessate, non ai soli addetti ai lavori;

universalità, poiché prevede l’inclusione di tutti i movimenti finanziari in un unico programma, evitando perciò le cosiddette gestioni fuori bilancio; integrità, in quanto le entrate e le spese sono previste nella loro misura lorda e

integrale, senza effettuare riduzioni per la presenza di eventuali entrate o spese ad esse correlate;

unità, che implica che il complesso delle entrate concorra a coprire il complesso delle spese; veridicità, dal momento che le rilevazioni accolte nel programma devono

corrispondere alle reali condizioni finanziarie in cui, si presume, verrà a trovarsi la scuola nel corso dell’esercizio finanziario di riferimento;

equilibrio, che è soddisfatto quando il totale delle entrate corrisponde al totale delle uscite complessivamente considerate.

Competenze degli Organi collegiali La struttura della programmazione prevista dal programma annuale è molto diversa da quella del vecchio bilancio: una parte sostanziale e una parte più

dettagliata di carattere operativo - gestionale costituita da schede illustrative finanziarie redatte per ogni progetto/attività, ne definiscono con maggiore

profondità i contenuti e costituiscono la proiezione, ai fini amministrativi, del documento stesso. Tali aree progettuali costituiscono “luoghi” di innovazione didattica, metodologica, organizzativa, contenutistica, che sono funzionali

all’arricchimento o miglioramento del curricolo e si integrano coerentemente con le attività ordinarie, istituzionali, a comporre l’offerta formativa.

Nel rispetto della competenza degli organi collegiali della scuola, il regolamento stabilisce che la decisione in merito alla programmazione finanziaria rientri nella competenza del Consiglio di circolo (art. 2) e quindi:

il Dirigente Scolastico predispone il programma annuale e lo accompagna con una relazione illustrativa; il Collegio dei revisori esprime il parere di regolarità contabile,

la Giunta esecutiva propone il programma annuale al Consiglio, accompagnato dalla relazione illustrativa del dirigente;

il Consiglio delibera sul programma annuale entro il 14 febbraio. L’approvazione del documento comporta autorizzazione all’accertamento delle entrate e all’assunzione degli impegni delle spese previste.

Tipologia di fondi Le entrate che costituiscono il budget del programma annuale sono costituite da:

entrate ministeriali; entrate da enti locali;

altre istituzioni; contributo dei genitori; contributi da enti privati;

interessi su c/c bancario.

58

Entrate Ministeriali Il ministero assegna a metà novembre dell’anno precedente a quello di

competenza l’intero ammontare dei fondi assegnati per la scuola che si traducono essenzialmente in contributi per gli stipendi dei supplenti e contributi per le spese di funzionamento.

A questi grandi capitoli seguono, in corso d’anno, altre assegnazioni quali fondi per le visite fiscali, fondi dell’autonomia, fondi per la mensa dei docenti. Altre entrate sono dislocate presso gli uffici scolastici territoriali quali: fondi per

scuole a forte processo immigratorio o fondi per progetti specifici.

Entrate provenienti da Enti Locali I fondi erogati dal Comune e dalla Provincia rappresentano il plus valor rispetto alle esigue assegnazioni ministeriali per le spese di funzionamento e progettuali.

Dalla Provincia infatti vengono assegnati i fondi per il disagio scolastico mentre dal Comune sono assegnati fondi relativi a:

acquisto macchine attrezzature ufficio; acquisto materiale didattico classi/sezioni; interventi in favore di alunni stranieri e nomadi;

contributo per acquisto materiale didattico e sussidi; contributo per progetti specifici. La maggior parte di tali fondi vengono erogati a consuntivo.

Entrate provenienti da altre istituzioni

Fondamentali per la formazione e l’ampliamento dell’offerta formativa sono i fondi derivanti dalle reti scolastiche per la realizzazione di progetti specifici.

Contributo dei genitori Essenzialmente i genitori contribuiscono per le spese legate alle uscite didattiche

ai viaggi di integrazione culturale e al trasporto locale per eventi cittadini; seguono i versamenti per l’assicurazione dei propri figli o per il finanziamento di progetti specifici; se necessario è possibile che i genitori vengano chiamati a

contribuire, in maniera del tutto volontaria, per integrare il materiale di consumo delle classi.

Contributi provenienti da Enti privati L’istituto cassiere ha previsto nella propria convenzione un contributo annuo in

favore della scuola senza vincoli di spesa. Generalmente tale finanziamento viene erogato all’inizio di settembre.

Interessi su conto bancario Trattasi di esigue cifre versate trimestralmente dalla banca sul conto della scuola con le quali si coprono le spese di tenuta del conto stesso.

Criteri e modalità di programmazione della spesa per il funzionamento

I criteri di suddivisione delle risorse accertate da seguire nella formulazione del programma finanziario si possono così riassumere: l’ordinario funzionamento amministrativo e dei servizi generali, comprese utenze

telefoniche, pulizie, ecc., viene garantito con parte della dotazione ordinaria e il

59

contributo dell’Ente locale;

per l’ordinario funzionamento dei laboratori (materiali e manutenzione) e delle attività didattiche dei diversi dipartimenti ed indirizzi sono impiegati i fondi

comunali e, se presenti, i fondi ministeriali per le spese di funzionamento suddivisi secondo parametri oggettivi quali il numero degli alunni e/o delle classi/sezioni. Una parte dei fondi del comune, inoltre, sono da destinarsi alla

manutenzione delle attrezzature dei laboratori, e in un futuro prossimo alle spese per i collegamenti internet delle aule informatiche. Eventuali economie a fine esercizio, non vincolate, possono essere impiegate nell’esercizio finanziario

successivo per integrare gli acquisti di attrezzature e materiale didattico; una piccola percentuale del contributo ministeriale e/o comunale per spese di

funzionamento viene accantonata per eventuali rimborsi, effettuati in favore di alunni che, per problemi economici, si trovano nelle condizioni di non poter partecipare ai viaggi di integrazione culturale con il resto della classe.

Governare e indirizzare il “sistema scuola” necessita anche della disponibilità a

chiedersi il perché dei fatti, a utilizzare i risultati e le osservazioni che si raccolgono in itinere come bussola che guidi le azioni. Ogni corretta programmazione deve prevedere attività di monitoraggio in itinere e di

rendicontazione finale per consentire la valutazione dell’efficacia del lavoro svolto e dell’efficienza ed economicità della gestione realizzata da cui deriva la legittimità delle azioni delle amministrazioni pubbliche.

Ne consegue che nella scuola è importante prevedere fin dall’inizio in quale modo, a fine anno scolastico, tutte le componenti, a suo tempo coinvolte nella

definizione e attuazione del piano annuale delle attività, collaboreranno per la rendicontazione didattica e amministrativa di quanto è stato effettuato: un sistematico ed “automatico” controllo a più mani aiuta realmente a conoscere la

situazione e, compresone i meccanismi, a governarla.

TERZA PARTE: le risorse umane

1. Organico funzionale di circolo Con riferimento alle vigenti disposizioni in materia, la gestione dell’organico di circolo, determinato annualmente dall’Ufficio Scolastico Regionale – Ufficio

Scolastico Provinciale, si attua prendendo in considerazione: 1. il numero degli alunni iscritti in ogni plesso scolastico;

2. il numero delle classi che si istituiscono in ogni plesso scolastico, a seguito delle proposte del Collegio dei docenti e dei criteri fissati dal Consiglio di circolo;

3. il tempo scolastico richiesto dalle famiglie. L’assegnazione dei docenti ai plessi del circolo avviene secondo l’ordine prioritario stabilito dal relativo Contratto Decentrato Provinciale.

Criteri per l’assegnazione delle classi/sezioni agli insegnanti

Il Consiglio conferma con la delibera di approvazione del presente Piano dell’Offerta Formativa le seguenti scelte relative ai criteri per l’assegnazione delle classi agli insegnanti valide per l’anno scolastico in corso e, salvo diversa delibera

futura, per l’avvio e l’impostazione dell’anno scolastico successivo:

60

- rispetto della continuità didattica soprattutto all'interno del ciclo o della sezione

per le scuole dell'infanzia; - assegnazione alla classe o sezione con due o, nel caso dei classi a 30 ore, più

posti vacanti o comunque disponibili, di almeno un docente con titolarità nel circolo, compatibilmente con le dotazioni organiche annualmente assegnate alla scuola;

- valorizzazione delle competenze professionali dei docenti: titoli di studio, di specializzazione, frequenza a corsi di formazione e aggiornamento, aree disciplinari assegnate negli anni precedenti;

- rispetto delle preferenze espresse dagli insegnanti secondo l'anzianità di servizio degli stessi;

- valutazione discrezionale del Dirigente Scolastico in presenza di situazioni particolari e riservate.

Gli insegnanti di scuola primaria

SCUOLE DOCENTI SU POSTO COMUNE

DOCENTI DI

SOSTEGNO

DOCENTI DI

RELIGIONE

TOTALE

DOCENTI

DE AMICIS

21 di cui 1

insegnante opera anche

alla Caduti sul Lasvoro

4

2 di cui un’insegnante

opera anche nella Caduti

sul Lavoro, l’altra sulla Due Giugno.

27

CADUTI SUL LAVORO

26 di cui 1 a tempo parziale

e 1 anche sulla De Amicis

6

2 una delle

insegnanti opera anche nella Scuola

De Amicis e l’altra in un

altro Circolo.

34

61

DUE GIUGNO

28 di cui 2

insegnanti a tempo parziale

8

3 di cui 2 insegnanti operano anche

in altre scuole

39

TOTALI

GENERALI 75 18 5 98

Gli insegnanti di scuola dell’infanzia

SCUOLE DOCENTI DI

SEZIONE

DOCENTI DI

SOSTEGNO

DOCENTI DI

RELIGIONE

TOTALE

DOCENTI

ALDO MORO 11 1

1

l’insegnante opera anche nella scuola

Girotondo e alla Due

Giugno

13

FARNESIANA 6 2

1

l’insegnante opera anche nella scuola

Due Giugno

9

GIANNI RODARI

9 2 2 13

DUE GIUGNO 10 1 1 12

TOTALI GENERALI

36 6 3 45

2. Organigramma

Dirigente Scolastico

FAVARI Simona

Docente Collaboratore del Dirigente Scolastico

Docente Collaboratore del Dirigente Scolastico

AGOSTI Fausta

ZINTL Barbara

Docente Referente di plesso Scuola Primaria De Amicis GRANA Michela

Docente Referente di plesso Scuola Primaria Caduti sul Lavoro

LOSI Maria Rosa

62

Docente Referente di plesso Scuola Primaria 2 Giugno

BERTUZZI Giancarla

Docente Referente di plesso Scuola dell’Infanzia G. Rodari

ZOPPI Tiziana

Docente Referente di plesso Scuola dell’Infanzia A. Moro

CORDINI Maria Eugenia

Docente Referente di plesso Scuola dell’Infanzia 2 Giugno ZANNONI Francesca Docente Referente di plesso Scuola dell’ Infanzia

Farnesiana

AGOSTI Anna

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.) D.L. 81/08: Beltrani Marcella

Ufficio di segreteria:

Direttore dei Servizi Gen. e Amm.vi : CALABRESE Vito Assistenti Amministrativi: AVINO Antonella : Area acquisti e contabilità ZARO Doriana: Area fiscale e contabilità

CORRADO Isabella: Area Alunni CREMONA Marica: Area Alunni BEZZI Graziella : Protocollo

FASANO Angela: Area Personale Docente GIARAMIDA Francesca: Area Personale Ata

3. Definizione delle funzioni strumentali Il Collegio docenti di scuola primaria e dell'infanzia, al fine di consentire un

efficace l’attuazione del P.O.F. ai sensi dell’art. 30 del C.C.N.L. 20.07.2003, ha deliberato di avvalersi delle seguenti funzioni strumentali:

1. Responsabile attività relative alla valutazione, alla riflessione sugli esiti degli apprendimenti, al progetto di autovalutazione di istituto: Manuela

Rossi

coordina la commissione valutazione;

organizza e coordina la somministrazione delle prove Invalsi;

predispone con la commissione criteri e indicatori comuni per la valutazione degli apprendimenti e del comportamento da sottoporre al

collegio dei docenti;

affianca il D.S. nelle attività di autovalutazione di sistema e nella stesura

del piano di miglioramento;

effettua attività di supervisione, monitoraggio e verifica della realizzazione

del piano di miglioramento;

mantiene i contatti e coordina gli incontri con i rappresentanti del

territorio e delle famiglie;

partecipa ad incontri di formazione di settore.

63

2. Responsabile gestione, revisione e aggiornamento del P.O.F.: Chiara

Cornelli

coordina la commissione P.O.F. composta dai referenti di plesso e dallo staff;

predispone e cura l’aggiornamento della documentazione connessa al P.O.F.;

elabora e aggiorna la sintesi del P.O.F. per l’utenza e i dati di Scuola in Chiaro;

si occupa della stesura di progetti per la partecipazione a bandi e della eventuale costituzione di reti con altre scuole/enti;

affianca il D.S. nella predisposizione dei bandi e nella successiva individuazione degli esperti esterni per i progetti di ampliamento dell’offerta

formativa;

coordina e supporta l’attività di progettazione dei vari plessi;

effettua il monitoraggio e la verifica dei progetti per il collegio docenti.

3. Responsabile delle attività finalizzate all’integrazione degli alunni Dva e Dsa: Giovanni Zavattoni

affianca il D.S. nell’attribuzione dei docenti di sostegno ai plessi e alle

classi;

coordina gli incontri periodici con i docenti di sostegno e il G.L.I.;

svolge azione di supporto agli insegnanti di sostegno per la compilazione del registro e l’acquisto di materiale specifico;

coordina la definizione dei PEI e dei PDP;

affianca il D.S. nella stesura del Piano di Inclusione;

affianca la dirigenza nei rapporti con le équipe UONPIA, con il Comune e i

Servizi Sociali, con le famiglie;

predispone strumenti e definisce linee di intervento per gli alunni DSA;

partecipa ad incontri di formazione di settore.

4. Responsabile delle attività connesse alla rilevazione e agli interventi degli alunni con disagio e all’integrazione degli alunni non nativi: Ilaria

Egeste

coordina la commissione disagio e intercultura;

effettua il monitoraggio dei bisogni e degli interventi per gli alunni in

situazione di svantaggio scolastico;

predispone, coordina e verifica il piano di interventi per gli alunni non

nativi;

coordina la definizione e il monitoraggio di eventuali PDP;

aggiorna e gestisce il protocollo di accoglienza per gli alunni neoarrivati;

affianca il D.S. nella stesura del Piano di Inclusione;

effettua attività di osservazione in classe e colloqui di sostegno per i docenti

e le famiglie;

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partecipa ad incontri di formazione di settore.

5. Responsabile della revisione del curricolo, della documentazione

didattica e della continuità: Lucia Centonze

coordina gli incontri dei dipartimenti disciplinari nella attività di programmazione;

coordina i gruppi di ricerca per la costruzione del curricolo verticale;

effettua attività di consulenza e predispone la modulistica per le

programmazioni delle classi parallele;

cura la strutturazione, la modulistica e la riflessione sui risultati delle

prove di verifica quadrimestrali predisposte dai dipartimenti disciplinari;

effettua sostegno e consulenza per la compilazione del registro elettronico;

predispone modelli e cura la raccolta per la documentazione delle attività di

sperimentazione e innovazione didattica;

partecipa ad incontri di formazione di settore.

6. Responsabile delle attività connesse alla formazione del personale, alla

ricerca, sperimentazione e innovazione didattica: Elisabetta Menozzi

effettua l’analisi dei bisogni formativi del personale e cura la

predisposizione del Piano di Formazione di Istituto;

cura l’organizzazione e la verifica dei progetti di formazione interna in

relazione al POF e al Piano di Miglioramento;

coordina la formazione del personale nei percorsi attivati da Miur, Usr, enti

vari;

promuove la realizzazione di progetti di formazione in rete con altre

scuole/università/enti;

coordina e promuove anche in collaborazione con esperti esterni progetti di

ricerca-azione e innovazione didattica;

promuove il rinnovamento metodologico della didattica anche mediante

l’utilizzo delle tecnologie multimediali;

definisce e coordina i progetti di tirocinio con scuole e università.

Gli insegnanti che intendono candidarsi a rivestire uno dei ruoli connessi allo

svolgimento delle funzioni strumentali comunicano per iscritto la propria disponibilità allegando il curricolo personale. Il Collegio dei docenti conferisce

l’incarico. Al termine dell’anno scolastico ciascun docente che abbia svolto una delle funzioni strumentali all’interno del circolo è chiamato a relazionale al Collegio docenti rendendo conto del lavoro svolto e dei risultati ottenuti

nell’ambito della sua area d’azione.

Criteri per la definizione delle competenze e dei requisiti professionali per l’assunzione di funzioni strumentali come personale docente La commissione P.O.F. ha individuato i seguenti criteri ai quali i docenti

interessati dovranno far riferimento per la presentazione delle candidature:

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- corsi di aggiornamento/formazione specifici frequentati negli ultimi dieci anni.

Particolare attenzione verrà posta sia all’Ente preponente sia al numero delle ore di frequenza;

- corsi/diplomi di specializzazione, percorsi universitari connessi all’area in cui si intende svolgere la funzione;

- esperienze pregresse come: collaboratore/vicario, formatore, coordinatore di

gruppi di lavoro, estensore di progetti. L’incarico ha durata annuale e può essere rinnovato. Qualora più docenti presentino la propria disponibilità ad assumere una

medesima funzione strumentale, è compito del Dirigente, insieme al gruppo delle referenti di plesso, prendere una decisione sulla base della documentazione

presentata e della valutazione delle esigenze della scuola. 4. Funzioni e attività del personale ausiliario

L'organizzazione del lavoro dei collaboratori scolastici (personale ausiliario) è stata formulata dal Direttore dei Servizi generali e Amministrativi e, ritenuta la

proposta coerente con gli obiettivi deliberati nel P.O.F., è stata adottata, secondo i Piani di Lavoro consultabili in segreteria.

Servizi e compiti dei collaboratori scolastici:

RAPPORTI CON GLI ALUNNI

Accoglienza e sorveglianza degli alunni nelle aule, laboratori, spazi comuni in occasione di momentanea assenza dell'insegnante.

Accompagnamento e sorveglianza nei confronti degli alunni nei periodi immediatamente antecedenti e successive alle

attività didattiche. Accompagnamento degli alunni in occasione del loro trasferimento dai locali scolastici ad altre sedi anche non

scolastiche, bus, palestre, laboratori, ivi comprese le visite guidate ed i viaggi di istruzione. Attività di ausilio materiale in presenza di alunni portatori

di handicap. Attività di cura ai bambini della scuola dell'infanzia nell’uso

dei servizi igienici e dell’igiene personale.

SORVEGLIANZA

GENERICA DEI LOCALI

Apertura e chiusura dei locali scolastici. Accesso e movimento interno alunni e pubblico – portineria.

COMPITI DI CARATTERE

MATERIALE

Pulizia locali scolastici, spazi scoperti e arredi, anche con

l'ausilio di mezzi meccanici. Spostamento suppellettili.

Duplicazione di atti. Approntamento sussidi didattici.

SERVIZI ESTERNI Ufficio postale, U.S.P, Banca, INPDAP, Direzione Provinciale dei Servizi Vari, Scuole, Comune ecc.

5. Organi collegiali e loro compiti Gli Organi collegiali sono organismi di governo e di gestione delle attivita

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scolastiche a livello territoriale e di singolo Istituto. Sono composti dai

rappresentanti delle varie componenti della comunità scolastica. Gli Organi collegiali della scuola, che, se si esclude il Collegio dei docenti,

prevedono sempre la rappresentanza dei genitori, sono tra gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio, in un contatto significativo con le dinamiche

sociali. Tutti gli Organi collegiali della scuola si riuniscono in orari non coincidenti con quello delle lezioni.

Il Consiglio di intersezione della scuola dell’infanzia è composto da tutti i docenti e un rappresentante dei genitori per ciascuna delle sezioni interessate; presiede il

Dirigente Scolastico o un docente, facente parte del consiglio, da lui delegato. Il Consiglio di interclasse della scuola primaria è composto da tutti i docenti e un

rappresentante dei genitori per ciascuna delle classi interessate; presiede il Dirigente Scolastico o un docente, facente parte del consiglio, da lui delegato. Il Consiglio di circolo, all’interno di circoli didattici con popolazione scolastica superiore a 500 alunni e costituito da 19 componenti, di cui 8 rappresentanti del

personale docente, 2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e

ausiliario e 8 rappresentanti dei genitori degli alunni, il Dirigente Scolastico; il Consiglio di circolo e presieduto da uno dei membri, eletto tra i rappresentanti dei

genitori degli alunni. La Giunta esecutiva e composta da un docente, un impiegato amministrativo o

tecnico o ausiliario, 2 genitori. Di diritto ne fanno parte il Dirigente Scolastico,

che la presiede, e il direttore dei servizi generali e amministrativi che ha anche funzioni di segretario della giunta stessa. Il Collegio dei docenti è composto da tutti gli insegnanti che operano nelle scuole

del circolo (anche temporaneamente) e dal Dirigente Scolastico che lo presiede.

Principali compiti e funzioni Il Consiglio di intersezione e quello di interclasse hanno il compito di formulare al Collegio dei docenti proposte in ordine all'azione educativa e didattica e a

iniziative di sperimentazione nonché quello di agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra docenti, genitori ed alunni. Sono anche il luogo della valutazione del

processo didattico e dell’evoluzione educativa delle classi. Il Consiglio di circolo o di istituto elabora e adotta gli indirizzi generali e determina

le forme di autofinanziamento della scuola; delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo e stabilisce come impiegare i mezzi finanziari per il

funzionamento amministrativo e didattico. Nell’ambito dell’attività negoziale, delibera in ordine: a) alla accettazione e alla rinuncia di legati, eredita e donazioni;

b) alla costituzione o compartecipazione a fondazioni; all'istituzione o

compartecipazione a borse

di studio;

c) all'accensione di mutui e in genere ai contratti di durata pluriennale;

d) ai contratti di alienazione, trasferimento, costituzione, modificazione di diritti

reali su beni

immobili appartenenti alla istituzione scolastica, previa verifica, in caso di alienazione di beni pervenuti per effetto di successioni a causa di morte e

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donazioni, della mancanza di condizioni ostative o disposizioni modali che ostino

alla dismissione del bene;

e) all'adesione a reti di scuole e consorzi;

f) all'utilizzazione economica delle opere dell'ingegno;

g) alla partecipazione della scuola ad iniziative che comportino il coinvolgimento

di agenzie, enti, universita, soggetti pubblici o privati;

h) all'eventuale individuazione del superiore limite di spesa;

i) all'acquisto di immobili.

Al Consiglio di istituto (o di circolo) spettano anche le deliberazioni relative alla determinazione dei criteri e dei limiti per lo svolgimento, da parte del Dirigente, delle seguenti attivita negoziali:

a) contratti di sponsorizzazione; b) contratti di locazione di immobili; c) utilizzazione di locali, beni o siti informatici, appartenenti alla istituzione

scolastica, da parte di

soggetti terzi; d) convenzioni relative a prestazioni del personale della scuola e degli alunni per

conto terzi; e) alienazione di beni e servizi prodotti nell'esercizio di attivita didattiche o

programmate a favore di terzi; f) acquisto ed alienazione di titoli di Stato; g) contratti di prestazione d'opera con esperti per particolari attivita ed

insegnamenti;

h) partecipazione a progetti internazionali.

Fatte salve le competenze del Collegio dei docenti e dei Consigli di intersezione e di interclasse, ha potere deliberante sull'organizzazione e la programmazione della vita e dell'attivita della scuola, in particolare adotta il Piano dell'Offerta Formativa

elaborato dal Collegio dei docenti e il Regolamento interno del circolo o

dell'istituto. Inoltre il Consiglio di circolo indica i criteri generali relativi alla formazione delle classi, all'assegnazione dei singoli docenti, e al coordinamento organizzativo dei

consigli di intersezione e di interclasse; esprime parere sull'andamento generale, didattico ed amministrativo, del circolo, stabilisce i criteri per l'espletamento dei servizi amministrativi ed esercita le competenze in materia di uso delle

attrezzature e degli edifici scolastici.

La Giunta esecutiva prepara i lavori del Consiglio di circolo, fermo restando il diritto di iniziativa del consiglio stesso, e cura l'esecuzione delle relative delibere. Ha il compito di proporre al Consiglio di circolo/istituto il programma delle attivita finanziarie della istituzione scolastica, accompagnato da un'apposita relazione e dal parere di regolarita contabile del Collegio dei revisori. Nella

relazione sono illustrati gli obiettivi da realizzare e l'utilizzo delle risorse in coerenza con le indicazioni e le previsioni del Piano dell’Offerta Formativa, nonche

i risultati della gestione in corso e quelli del precedente esercizio finanziario.

I rappresentanti dei genitori, facenti parte del Consiglio di intersezione e di

interclasse vengono eletti annualmente nel corso di assemblee convocate dal Dirigente Scolastico.

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Per il Consiglio di circolo, sia in caso di rinnovo dell'organo, giunto alla scadenza

triennale, sia in caso di prima costituzione, le elezioni vengono indette dal Dirigente Scolastico.

Il Consiglio di circolo, a sua volta, elegge al suo interno la Giunta esecutiva. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Circolo avverranno il 17 e 18 Novembre, i componenti del Consiglio di Circolo rimarranno in carica 3 anni.

Il Collegio dei docenti ha la responsabilità dell’impostazione didattico-educativa, in rapporto alle particolari esigenze dell’istituzione scolastica e in armonia con le

decisioni del Consiglio di circolo. Esso mantiene competenza esclusiva per quanto attiene agli aspetti pedagogico-formativi e all’organizzazione didattica e, concorre, comunque, con autonome deliberazione alle attività di progettazione e di

programmazione educativa e didattica, mentre il Consiglio di circolo ha prevalenti competenze economico-gestionali. Nel rispetto della libertà d’insegnamento costituzionalmente garantita a ciascun

docente, il Collegio ha potere deliberante in ordine alla didattica e particolarmente su:

- l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa; - l’adeguamento dei programmi d’insegnamento alle particolari esigenze del

territorio e del coordinamento disciplinare;

- l’adozione delle iniziative per il sostegno di alunni handicappati e di figli di lavoratori stranieri e delle innovazioni sperimentali di autonomia relative

agli aspetti didattici dell’organizzazione scolastica; - la redazione del piano annuale delle attività di aggiornamento e formazione; - l’adozione dei libri di testo, su proposta dei consigli di interclasse, e la

scelta dei sussidi didattici; - l’approvazione, quanto agli aspetti didattici, degli accordi con reti di scuole; - la valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione didattica;

- lo studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni, su iniziativa dei docenti della rispettiva classe

e sentiti, eventualmente, gli esperti; - l’identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F., con la

definizione dei criteri d’accesso, della durata, delle competenze richieste,

dei parametri e delle cadenze temporali per la valutazione dei risultati attesi;

- la delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie, sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività funzionali all’insegnamento.

- Formula inoltre proposte e/o pareri - sui criteri per la formazione delle classi e sull’assegnazione dei docenti; - sull’orario delle lezioni;

- sulla sospensione dal servizio di docenti quando ricorrano particolari motivi di urgenza.

Il Collegio elegge infine nel suo seno i docenti che fanno parte del Comitato di valutazione del servizio del personale docente e, come corpo elettorale, i suoi rappresentanti nel Consiglio di circolo o di istituto.

Il Collegio si riunisce ogni volta che il Dirigente Scolastico lo ritiene necessario o quando un terzo dei componenti ne fa richiesta, e comunque, almeno una volta

per ogni trimestre o quadrimestre. Le riunioni del Collegio hanno luogo in ore non coincidenti con l’orario di lezione.

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6. Diffusione e valutazione del Piano dell’Offerta Formativa

Il Piano dell’Offerta Formativa è aggiornato all’inizio di ogni anno scolastico dalla commissione competente unitamente alle funzioni strumentali, ai referenti di plesso e al Dirigente Scolastico e assunto dal Collegio dei docenti e dal Consiglio

di circolo con delibera. È diffuso in forma elettronica e pubblicato sul sito della scuola. Una sua sintesi è stampata e consegnata ai genitori al momento dell’iscrizione.

Il libretto informativo che è consegnato alle famiglie al momento dell’iscrizione, riporta i principi fondativi del Piano dell’Offerta Formativa e le informazioni

relative all’organizzazione delle scuole. I genitori che ne fanno richiesta possono accedere al testo integrale.

Alla fine di ciascun anno scolastico il Consiglio di circolo esprime un parere sull'andamento generale, didattico e amministrativo del circolo, secondo quanto

previsto dall'art.10 del D.L.297 del 16/04/94. Il parere dovrà in particolare valutare la corrispondenza tra l'operato della scuola e le finalità e gli obiettivi indicati nel Piano dell’Offerta Formativa, nelle sue

diverse articolazioni. La valutazione del Consiglio sarà elaborata a partire dalle considerazioni finali dei consigli di interclasse/intersezione relative al raggiungimento degli obiettivi

educativi, al raggiungimento degli obiettivi didattici, alle valutazioni dei progetti di integrazione dell’offerta formativa a cui la classe ha aderito. La valutazione del

Consiglio di circolo terrà conto anche della valutazione finale del Piano dell’Offerta Formativa espressa dal Collegio dei docenti in seduta congiunta. La valutazione del Piano dell’Offerta Formativa viene effettuata al termine

dell’anno scolastico da parte dei gruppi di lavoro del Collegio Docenti. Ogni Funzione Strumentale dovrà stendere e presentare, nell’ambito del Piano di

Miglioramento, le proprie azioni progettuali. La valutazione sarà effettuata dal Collegio dei Docenti, diviso in gruppi di lavoro, che analizzerà e valuterà i risultati.

Costituiscono parte integrante di questo Piano dell’Offerta Formativa i Piani di lavoro annuali che gli insegnanti elaborano per le proprie classi all’inizio di ogni

anno scolastico e che sono depositati presso l’ufficio di segreteria. In allegato a questo documento si trovano:

- gli obiettivi e i traguardi ministeriali per lo sviluppo delle competenze integrati dagli obiettivi definiti a livello di circolo (Allegato 1)

- la sintesi dei progetti di ampliamento dell’offerta formativa (Allegato 2)

- il Regolamento di Istituto (Allegato 3) - il libretto relativo alle norme di sicurezza (Allegato 4) - il piano annuale delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione (Allegato 5)

- il piano di lavoro annuale del circolo (Allegato 6).