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di Lucrezia Iannò
Questo "Magazine" è stato realizzato nel percorso progettuale “Creativi con ……. le parole”, finalizzato a perseguire obiettivi e competenze linguisti-che e comunicative.
Dal momento che gli alunni provengono da contesti socio-culturali diversi è sempre importante che la scuola attivi progetti di conoscen-
za ed uso della lingua italiana, delle sue strut-ture e delle tipologie testuali. Quest’anno, que-sta esperienza, purtrop-po di breve durata, ha contribuito, assieme agli apprendimenti discipli-nari, di competenza lin-guistica, in corso, a for-tificare la conoscenza specifica degli alunni, offrendo loro una vali-da opportunità di esplo-rare il variegato mondo dell’informazione, met-tendoli in condizioni di poter valutare anche con
Editoriale COSI’ E’
personale, maturità e ruolo di cittadini attivi.
Due professori ame-ricani, Walter Wil-liam e Frank Lee Martin, scrissero che “il giornalismo è l’arte di raccogliere e presentare le notizie e i commenti relati-vi, informa, istruisce… Il giornalista è raccoglitore, difensore, compratore e venditore di notizie, giudice, tribuno, insegnante, inter-prete… Nel suo più alto senso il giornalismo non è né un commercio né un affare bensì una professio-ne: la professione dell’in-terprete.” (da“Il qua-drato magico“, volu-me unico, R. Zordan, Fabbri Editori, pag. 60).
E i nostri alunni, giornalisti in erba, ci hanno provato.
PROGETTO AREE A RISCHIO CREATIVA...MENTE MODULO CREATIVI CON ...LE PAROLE
Anno scol. 2016-17
momenti di sana iro-nia e divertimento. L’attività ha coin-volto tutti gli alun-ni del corso e li ha proiettati in una esperienza metodo-logica e didattica nuova, anche perché attraverso l’uso per-sonale del compu-ter e della Lim cia-scun alunno si è sentito protagonista ed artefice delle proprie scelte riso-lutive, è stato impe-gnato a documen-tarsi e a dover ap-profondire temati-che e problemati-che valoriali e di attualità, facendo sì che potesse percepi-re, attraverso la ste-sura di un articolo giornalistico, la fun-zione della cono-scenza, della espe-rienza e della in-formazione.
Gli alunni hanno,
sicuramente, miglio-
rato le competenze,
anche in una pro-
spettiva culturale e
tutto contribuisce
alla loro crescita
“ Finalmente ! “ Così si
è espresso Otello Pro-
fazio che dopo cin-
quant’anni e più, di
carriera, il cantauto-
re e cantastorie ca-
labrese, vince il pre-
mio Tenco alla carrie-
ra, intitolato a Luigi
Tenco, noto cantauto-
re ligure.
La carriera di Otello
Profazio è iniziata nel
lontano 1953 e negli
anni Sessanta e Set-
tanta ha toccato le
note più alte otte-
nendo gran fama e
celebrità.
Autore proficuo, dal
vastissimo repertorio,
ha collaborato con ec-
cellenti nomi dell’arte
e della musica, tra cui
Rosa Balistreri, Luis E.
Bacalov, Ignazio But-
titta, Franco Trincale,
Mino Reitano e Rosan-
na Fratello. Ha dedi-
cato una sua opera
alla indimenticata
Gabriella Ferri.
La caratteristica
fondamentale della
sua musica definita
folk-revival è la ri-
cerca e la mescolan-
za di ritmi antichi
con problematiche
di grande attualità:
l’oppressione, la ric-
chezza sfregiata, l’i-
gnoranza, il vittimi-
smo aggiungendo
nuove tematiche le-
gate ai fenomeni so-
ciali e culturali, can-
tando sempre con
ardore e denuncia.
Una delle sue ultime
canzoni è “ La ballata
del bergamotto “
presentata alla cit-
tadinanza catonese, il
9 maggio 2016, al
Centro Civico di
Arghillà, in occasione
di un evento organiz-
zato dalla scuola
2
“FINALMENTE” ! PREMIO TENCO AD OTELLO PROFAZIO Omaggio ad un autore Calabrese
C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
“ Radice-Alighieri “. La
speranza di Otello, pa-
ladino della Calabresi-
tà, è che attraverso la
rinascita e la riscoper-
ta del bergamotto
reggino, possa passare
una nuova immagine di
Reggio e di tutta la
Calabria. Bravo Otello !
Siamo pronti ad ap-
plaudirti sempre.
di Emanuele Repaci
16
Di Sofia Musarella
La violenza contro le donne è pur-troppo argomento di grande attualità, anche perché quo-tidianamente sia-mo informati di giovani donne morte ammazzate oppure sparite nel nulla.Il fenomeno assume molteplici aspetti: violenza psicologica, econo-mica , stalking , sebbene quella fi-sica sia la più facile da riconoscere. Non esiste un profi-lo della donna-tipo che subisce violen-za.
Le vittime e i loro aggressori appar-tengono a tutte le
classi sociali o cul-turali e a tutti i ceti economici, i rischi di subire senza po-terne uscire sono maggiori con i fa-miliari, i mariti e i padri seguiti dagli amici, dai vicini di casa, da cono-scenti stretti e col-leghi di lavoro o di studio.
Fonti Istat 2014-2015 rilevano che La violenza contro le donne è un fe-nomeno ampio e diffuso: 6 milioni e 788mila donne hanno subito for-me di violenza fisi-ca e sessuale, le straniere ne subi-scono in misura simile a quella del-le italiane,ma in
maggior misura so-no le donne rume-ne,moldave e ucrai-ne;i partner attuali o gli ex commetto-no le violenze più gravi;il 10,6% delle donne subisce vio-lenze sessuali pri-ma dei sedici an-ni;le donne divor-ziate subiscono vio-lenze fisiche e ses-suali in misura maggiore rispetto alle altre.
Tuttavia,negli ultimi 5 anni,le violenze fisiche e sessuali sono passate dal 13,3% al 11,3%,grazie alla capacità delle don-ne di reagire, pre-venire o combatte-re il fenomeno de-nunciando, facen-
3
STOP ! VIOLENZA ALLA DONNA do parte di associazio-ni o telefonando ai nu-meri di assistenza e segnalando alle forze dell’ordine. Sono in calo anche le violenze fisiche e ses-suali per quanto ri-guarda i casi dei part-ner e degli ex part-ner,soprattutto per le studentesse che arri-vano al 11,9% nel ca-so degli ex partner, al 24% da partner attuale e al 22% da non part-ner, è in calo anche la violenza psicologica .
Questo brano può contene-
re 75-125 parole.
La selezione di immagini ed
elementi grafici è un pas-
saggio importante in quanto
questi elementi consentono
di aggiungere impatto alla
pubblicazione.
Analizzare l'articolo e valu-
tare se le immagini inserite
sono coerenti con il mes-
saggio che si desidera tra-
smettere. Evitare immagini
che risultino fuori contesto.
In Microsoft Publisher sono
disponibili migliaia di imma-
PAGIN A 4
BULLISMO ? NO GRAZIE.
legge, esistono osservatori di ascolto,
strutture educative, figure di riferimento
e di aiuto per i ragazzi e le famiglie vitti-
me; quello che conta è parlarne, non
sentirsi soli ed isolati, in un labirinto sen-
za via d’ uscita perché ciò porta, in casi
gravi, a rinunciare a vivere e purtroppo
sono tanti i casi di giovani che hanno fat-
to questa scelta. Facciamo la scelta giu-
sta, diciamo no!
Il bullismo è un grave fenomeno di pre-
potenza, conosciuto e diffuso tra i gio-
vani, il termine deriva da bullying che si
può intendere, “costringere qualcuno a
fare qualcosa con minaccia”.
Il ragazzo “bullizzato” porterà i segni
della violenza per tutta la vita. Il bulli-
smo è caratterizzato da alcuni fattori: la
presenza di un bullo, colui che esercita
il potere attraverso l’aggressività pro-
pria; la paura altrui e la prevaricazione;
la presenza di una vittima, vulnerabile
dal punto di vista fisico e psicologico;
l’intenzione di causare del male, l’asso-
luta mancanza di compassione e la si-
stematica ripetitività.
Secondo Dan Olweus, studioso del fe-
nomeno “ uno studente è oggetto di
azioni di bullismo, ovvero è vittimizzato,
quando viene esposto, ripetutamente
nel corso del tempo, alle azioni offensi-
ve messe in atto da parte di uno o più
compagni”.
Il bullismo si può manifestare in diversi
modi: bullismo diretto, attraverso ag-
gressioni, estorsioni, ricatti, limitazione
della libertà; bullismo verbale, attraver-
so insulti, minacce, derisioni ed umilia-
zioni; bullismo indiretto, attraverso
esclusione dal gruppo, calunnia, falsità,
stato d’animo di diversità od inferiorità;
bullismo elettronico o cyberbullismo, at-
traverso chat, social network, video,
sms, e-mail, con contenuti offensivi e
lesivi.
Tutte le forme di bullismo recano gravi
danni sia fisici che psicologici al giova-
ne “bullizzato”.
In Italia il fenomeno è perseguito dalla
C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
Di Christian Iannò Gianluca Barresi
Il 29 settembre 1994 il giovane Ni-
cholas Green, ha sette anni ed è in
vacanza, con la sua famiglia, sono
turisti americani, stanno percorrendo
l’ autostrada A3, Salerno-Reggio Cala-
bria, in prossimità dell’uscita di Vibo
Valentia, due rapinatori scambiano la
loro automobile per quella di un gioiel-
liere e la trivellano con colpi di arma
da fuoco. Nicholas morirà due giorni
dopo al Policlinico di Messina.
Questa appena riportata è la tragica
storia di Nicholas Green, morto a
causa di un errore di ‘ndrangheta, e
segna l’inizio di una lunga e drammati-
ca scia di sangue di giovani vittime
innocenti, in Calabria.
Una di queste è quella di Domenico
Gabriele, ucciso a Crotone nel 2009,
da un proiettile alla testa mentre gio-
cava a calcio. E’ vittima innocente an-
che Nicola Cocò Campolongo ucciso a
Cassano allo Jonio nel 2014, a soli tre
anni e dato alle fiamme assieme al
nonno.
Giovane vittima di anni tredici è Pao-
lo Rodà ucciso a Bruzzano Zeffirio
(RC) nel 2009, insieme al padre, col-
pito da colpi di fucile caricato a pallet-
toni.
Ognuno di questi episodi ha un enor-
me carico di orrore, sofferenza, dolore
e rassegnazione.
Ritornando a Nicholas Green, la tragi-
ca notizia fa il giro del mondo, i suoi
genitori, nonostante lo strazio, decido-
no di donare gli organi del figlio, per-
mettendo quindi di salvare la vita a
cinque persone e di ridare la vista ad
altri due, divenendo esempio da imita-
re, con numerevoli attestazioni di sti-
ma e cambiando la storia della dona-
zione degli organi in Italia e nel mon-
do.
PAGIN A 5
Da Nicholas Green: colpi di ‘ndragheta per errore
di Sofia Musarella
Nicholas Green
Domenico Gabriele
Totò Campolongo
Di Ianni Lucio Michele
Siamo sicuri che la terra dei fuo-chi esista solo in Campania? Si sospetta che ce ne sia un’altra anche in Cala-bria, sono trop-pe le coinciden-ze che lo fanno pensare. In molti sono a conoscenza dei rifiuti tossici e nocivi interrati in Campania, nella cosid-detta Terra dei Fuochi. Esiste la possi-bilità di altri in-terramento di rifiuti, proprio qui in Calabria, purtroppo, ed anche nelle al-tre regioni
dell’Italia me-ridionale. Non è un caso che un pentito della Camorra, Carmine Schia-vone, abbia sostenuto che anche la Cala-bria fosse Ter-ra dei Fuochi fin dal 1991, in quanto agli uomini di ‘ndrangheta non importava se la gente moriva o non moriva ma erano solo in-teressati al business. La Calabria pur-troppo conta una alta per-centuale di casi di tumore considerando i suoi circa due
milioni di abi-tanti. I più diffusi sono quelli al seno e quelli al colon retto. Queste alte percentuali destano gran-de preoccu-pazione e quanto meno sospetto che ci siano fatto-ri ambientali che contribui-scono alla diffusione di queste neo-plasie. Nonostante ciò, continua
6
TERRA DEI FUOCHI ANCHE IN CALABRIA ? Possibile interramento di rifiuti anche in Calabria
C R EATIVI C O N L E PARO L E C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
a regnare l'omer-tà, il silenzio e la paura, sono po-chi coloro che hanno il coraggio di chiedersi se realmente esiste un interramento di rifiuti anche qui in Calabria e lottano per far lu-ce su questo mi-stero.
Antonio Focà Antonino Pio
Barillà
A settembre, si so-
no svolte a Rio le
Paralimpiadi. Que-
ste gare sportive
hanno lo scopo di
non far sentire le
persone disabili
inferiori a persone
normali.
Moltissimi sono
stati i campioni
italiani, tanto che
l’Italia è arrivata
nona nel meda-
gliere a pari punti
con la Polonia. Tra
le migliori a parte-
cipare è Bebe Vio
definita la ragazza
dell’impossibile,
perché nella sua
vita è stata capa-
ce di compiere im-
prese incredibili.
Beatrice Vio è una
vera campionessa,
diventata un sim-
bolo italiano non
solo con quel suo
oro nel fioretto in-
dividuale che ha
esaltato tutti, per-
ché lei la scherma
ce l’ha nel sangue,
ma anche perché è
detentrice del titolo
mondiale. Bebe è un
esempio di vita, una
ragazza solare che
ironizza sulle sue
problematiche di sa-
lute. Recentemente,
ha postato su fa-
cebook una foto in
cui la sua protesi del
braccio fungeva da
selfie stick: un’autoi-
ronia che la rende
speciale.
Un altro grande,
campione nella vita
e nello sport è Alex
Zanardi, pilota auto-
mobilistico di F1, fi-
no a quando non ha
subito un terribile in-
cidente che gli ha
causato la perdita
delle gambe ma no-
nostante tutto lui non si è
arreso ed ha partecipato
alle Paralimpiadi, tra cui
queste ultime di Rio. Za-
nardi parlando di se stes-
so dice: “ Non sono un
eroe, ma un uomo fortu-
nato con un’incredibile vo-
glia di vivere”. Bisogna
ammirare tutti i campioni
paralimpici perché non si
fanno abbattere dalle loro
disabilità ed hanno uno
spirito forte e battaglie-
ro, forse anche più dei
normodotati.
7
2016 PARALIMPIADI A RIO
Dario Fo, premio Nobel 1997 per la Letteratura, attore, regista, autore, illu-stratore, pittore, sceno-grafo, protagonista della storia del nostro tempo, muore il 13 ottobre 2016, all’eta di 90 anni.
Il mondo della cultura e della politica nazionale ed internazionale esprime parole di encomio e cor-doglio per la sua perdi-ta. Ricordiamo il presi-dente della Repubblica Sergio Mattarella “ La sua testimonianza, che ricor-diamo sempre unita in un sodalizio indistruttibi-le a quella di Franca Ra-me, e offerta alle giovani generazioni con quel sor-riso e quella voglia di allegria che ha manife-stato anche davanti a momenti difficili ……
La qualita della sua ope-ra artistica, la capacita di inventare linguaggi e forme nuove di espressi-vita , l’ironia e il sarca-smo, usati per indagare comportamenti e realta sociali, sono riusciti a superare la soglia dell’ec-cellenza riscuotendo grandi apprezzamenti, in Italia e nel mondo “, op-pure l’ex sindaco di Mila-no Giuliano Pisapia “ Dario Fo parlava ai citta-dini del mondo, impe-gnandosi per la crescita culturale e sociale di tut-ti. Sempre con un pen-
siero originale, sempre dalla parte degli oppressi, contro gli oppressori, i potenti e i prepotenti. La sua vita e stata un gioioso impegno di liberta e di generosita , parlava tante lingue : quella del teatro, quella della politica, quella dell’impegno sociale, quel-la dei diritti. Tante lingue per ricordarci sempre l’importanza della liberta , della giustizia, dei diritti civili e sociali, della dignita di ogni donna e di ogni uomo “.
Il presidente del Senato Pietro Grasso lo ricorda come “ giullare fuori dagli schemi, che ci ha fatto ri-dere, piangere e riflettere, tanto che la sua immensa e bellissima arte e diventa-ta simbolo dell’Italia nel mondo “.
Queste considerazioni ci fanno conoscere la sua vera identita e grandezza, c’e molto da studiare e da capire della sua complessa personalita artistica.
Ma, c’e sempre un ma, in vita e stato molto spesso considerato pericoloso, attaccato, umiliato e con-dannato per queste sue idee di liberta , uguaglian-za, creativita , eccentricita , ed anche per essere stato un uomo fedele a se stes-so, genio irriverente vicino al popolo e non ai potenti. Praticamente da vivo e stato guardato male per le sue idee, da morto, le sue idee lo hanno fatto diven-tare virtuoso ed esempla-re.
Ironico persino con se
stesso, sembra che abbia
detto, durante la cerimo-
nia del premio Nobel :
“ Il premio piu alto va da-
to senz’altro ai Membri
dell’Accademia svedese
che hanno avuto il corag-
gio di assegnare il Nobel a
un giullare! “.!
8
DARIO FO Vituperato in vita, osannato da morto
C R EATIVI C O N L E PARO L E
C RE AT I VI CO N LE PA RO LE
Di Emanuele Repaci
Stati Uniti di America, 11
settembre 2001, dicianno-
ve terroristi, fondamentali-
sti islamici, prendono il co-
mando di quattro aerei di
linea passeggeri dirottano
due aeroplani modello
Boeing 767, volo American
Airlines 11 e volo United
Airlines 175, per farli
schiantare contro due grat-
tacieli: le Torri Nord e Sud
del World Trade Center di
New York. Un altro gruppo
di dirottatori porta il volo
American Airlines 77 a
schiantarsi contro il Penta-
gono, mentre un quarto vo-
lo, lo United Airlines 93, con
il quale i terroristi intendono
colpire il Campidoglio o la
Casa Bianca a Washington,
precipita nei pressi di
Shanksville, in Pennsylva-
nia.
Nel corso del dirottamento,
alcuni passeggeri e membri
dell'equipaggio riescono ad
effettuare chiamate con
l'apparecchio radiotelefoni-
co aria-superficie della GTE
e con i telefoni cellulari, co-
municano che i dirottatori
a bordo di ciascun aeropla-
no hanno preso il controllo
dei velivoli usando coltelli e
taglierini per seminare il
panico ed uccidere.
Un assistente di volo dell'A-
merican Airlines 11, un pas-
seggero del volo 175 e al-
cuni passeggeri del volo 93
riferiscono che i dirottatori
hanno delle bombe, ma uno
dei passeggeri dice anche
di ritenere che si tratti di
ordigni inerti. Il mondo se-
gue l’accaduto con grande paura
e quasi in stato di schock. Nes-
suno può immaginare che da
quel giorno tutto sarebbe cam-
biato. L’attacco alle Torri Gemel-
le è veramente sconvolgente,
causa più di tremila vittime, per-
sone innocenti, di cultura, etnia,
nazionalità diverse e dà inizio
all’epoca del nuovo terrorismo di
matrice religiosa e razziale e al
cosiddetto disordine mondiale.
Per molti giorni New York è co-
perta da nuvole scure, minaccio-
se ed inquinanti; logorante, diffi-
cile ed encomiabile è il lavoro
dei vigili del fuoco e dei poli-
ziotti accorsi. Alla fine quando è
chiaro a tutti che si tratta di un
attentato terroristico e il mondo
comincia a chiedersi il perché.
Inizia un lungo ed estenuante
lavoro di inchiesta da parte del
governo americano e della sua
intelligence. Viene fuori il nome
di Osama Bin Laden e dell’ orga-
nizzazione terroristica da lui gui-
data “ Al Qaeda” e del suo pro-
gramma di odio nei confronti
della civilità occidentale. Per
molto tempo il grande nemico
farà sentire la sua opprimente
presenza con le sue azioni, fin
quando il 2 maggio 2011, sarà
scoperto dai soldati U.S.A., in
Pakistan, sarà ucciso e, sembra,
le sue spoglie gettate nell’Ocea-
no indiano.
Dopo quella fatidica data: 11
Settembre 2001, anche l’Europa
vivrà momenti di terrore rivendi-
cati da Al Qaeda. Strage di Ma-
drid, Spagna 11 marzo 2004,
con 191 morti; attentato di Lon-
dra, Regno Unito 7 luglio 2005,
con 57 morti. Ed altre ancora, in
varie parti del mondo.
La morte di Bin Laden non può
far tirare un sospiro di sollievo al
mondo civile, un’altra organizza-
zione, altrettanto feroce e terrori-
stica serpeggerà e continua an-
cora oggi, Isis, di matrice forte-
mente islamica, fondamentalista,
protagonista degli ultimi episodi
di terrore.
Francia, Parigi 7 gennaio 2015,
attentato al giornale “Charlie Heb-
do”, con 12 morti e decine di
feriti gravi; 13 novembre 2015,
attacco terroristico alla sala con-
certi “Bataclan”, con 129 morti e
350 feriti; tra i morti la nostra gio-
vane e brillante ricercatrice Vale-
ria Solesin. E’ Il 14 luglio 2016,
tutta la Francia è in festa e a Niz-
za succede l’ennesima strage,
sulla famosa Promenade des An-
glais, un tir viene lanciato sulla
folla ed uccide, 84 le vittime e
130 i feriti.
Quando finirà questa violenza
che sta caratterizzando il Terzo
Millennio della nostra Storia?
Per quanto tempo ancora biso-
gnerà contare i morti di questa
“ assurda guerra “?
I politici giusti, i buoni e i saggi
parlano di amore, uguaglianza,
rispetto e democrazia.
Chi li ascolta?
GIANLUCA BARRESI
CHRISTIAN IANNO’
9
TERRORE E DISORDINE MONDIALE Tutto ebbe inizio così
10
LA DIRIGENTE SCOLASTICA
C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
di Sofia Musarella
L’ avvocato Simona Sapone diri-ge l’Istituto Comprensivo “ Ra-dice-Alighieri “ dall’anno scor-so, e una giovane donna di bel-la presenza, sempre con il sorri-so sulle labbra, gentile ed affet-tuosa, pronta ad esprimere nei confronti di noi alunni parole di incoraggiamento piuttosto che di richiamo; sicuramente il suo non e un compito facile in quanto la scuola comprende infanzia, primaria e secondaria e i bisogni degli alunni sono diversi; a seconda dell’eta , de-ve organizzare, assieme ai pro-fessori tutte le attivita di stu-dio, perche noi alunni veniamo a scuola per imparare e mi-gliorare.
La Dirigente ha dato un segna-
le molto importante, ha avvia-
to delle attivita progettuali
che danno particolare rilievo
alla lettura, alla legalita , all’am-
biente, alla creativita e, se-
condo me, in un momento in
cui viviamo molti problemi,
penso sia importante appro-
fondire determinate cono-
scenze come “ l’amore per la
lettura “, “ il rispetto per la no-
stra Costituzione “, “ il valore
dell’ambiente ossia della Ter-
ra”, “ l’importanza della creati-
vita in campo musicale ed ar-
tistico“ ed altro ancora.
Con questi percorsi noi
alunni ci possiamo sen-
tire protagonisti, attivi
con la nostra bravura e
diversita e tutti possia-
mo dare un valido con-
tributo con un buon
impegno. La Dirigente
ci sta dimostrando di
tenere molto a noi
alunni, alla nostra cre-
scita, alla nostra prepa-
razione e, secondo me,
ha idee, energia e vo-
lonta da vendere.
Di Gianluca Barresi
Christian Iannò
E’ il 9 ottobre
2012 nel territorio
pakistano Mala-
la Yousafzai, con
le sue compagne
di scuola è
sull’autobus, sta
ritornando a casa;
un uomo losco
sale a bordo di
quell’autobus e
spara tre proietti-
li, uno dei tre col-
pisce quella gran-
diosa ragazza in
pieno volto.
E’ lei la vittima
predestinata, Ma-
lala, accusata di
essere intelligen-
te, che in Paki-
stan è un male,
ma lei non muore,
la sua guarigione
miracolosa sarà
l’inizio di un nuo-
vo straordinario
viaggio nella cul-
tura.
Oggi Malala è un
simbolo universa-
le per le donne
che combattono
per il diritto all’i-
struzione.
-Il 12 luglio 2013,
ha parlato al Pa-
lazzo di Vetro dell’
O.N.U., a New
York, indossando
lo scialle apparte-
nuto a Benazir
Bhutto e lancian-
do un appello
sull’importanza
dell’istruzione alle
bambine e ai
bambini di tutto il
mondo.
-Il 10 ottobre
2014 è stata insi-
gnita del premio
Nobel per la pace,
diventando con i
suoi 17 anni la
più giovane vinci-
trice. La motiva-
zione del Comita-
to per il Nobel
norvegese è stata
- Per la sua lotta
contro la sopraf-
fazione dei bam-
bini e dei giovani
e per il diritto all’i-
struzione di tutti i
bambini del mon-
do –
Malala ha avuto il
coraggio di dimo-
11
MALALA PER SEMPRE
strare la sua intelli-
genza e l’interesse
per la cultura.
Oggi ha 19 anni ed
insegna ai giovani
di tutto il mondo a
non farsi sottomet-
tere dall’ignoranza
e dalla violenza.
Malala Yousafzai Data di nascita: 12 luglio
1997 Mingora, Pakistan.
Libri: Io sono Malala,
Premi: Premio Nobel per la pace, altri
Nomine: International Children's Peace Prize, Shorty Award per la categoria Attivi-smo
S t u d i : S c u o l a p u b b l i c a k H U -
SHALl (2012), Edgbaston High School
12 C R EATIVI C O N L E PARO L E
C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
Di Ianni Lucio Michele Lo scrittore calabrese
Leonida Repaci così descrive la Calabria: “ Quando fu il giorno
della Calabria, Dio si trovò in pugno 15.000 chilometri
quadrati di argilla verde con riflessi viola. Il Signore pro-mise a se stesso di
fare un capolavoro e la Calabria uscì dalle Sue mani più bella
della California e del-le Hawaii, più bella della costa azzurra e degli Arcipelaghi
giapponesi…” Oggi la Calabria è spesso una terra og-getto di critiche, ma
tantissimi sono i suoi aspetti positivi, è dif-ficile elencarli tutti.
Oltre alla bellezza dei suoi paesaggi offre molteplici prodotti di grande fama. Inizia-
mo con il bergamot-to che è un agrume di eccellenza, colti-
vato in provincia di
Reggio Calabria, usa-to a scopi medicinali, per produrre profumi
e nelle industrie dol-ciarie che ci rende famosi in tutto il mondo.
Un ortaggio molto rinomato è la cipolla di Tropea, coltivata
nel territorio di Capo Vaticano, questa oltre ad un sapore delizio-so ha parecchie pro-
prietà benefiche. Il formaggio pecorino,
rappresenta un tipi-co prodotto cala-
brese,ottenuto dalla
lavorazione del lat-te di pecora loca-le,un altro formag-gio tipico calabrese
è il caciocavallo silano, che è a de-nominazione pro-
tetta, ed è prodotto con latte di mucca. I vini passiti sono
una produzione ca-
ratteristica della Calabria, fra i più noti spicca il mo-scato passito, la cui
origine risale al XVI secolo. Un altro ot-timo vino è il Gre-
co di Bianco, la cui produzione risale
addirittura alla co-lonizzazione greca.
E’ un grande ritor-no: lo zibibbo e la sua vinificazione.
Nella zona di Vibo Valentia si produce la n’duja, un salu-me cremoso che
nasce dall’unione di alcune parti
grasse del maiale mescolate al pic-
cantissimo pepe-roncino calabrese, quest’ultimo è uno
dei prodotti più ri-nomati e famosi della nostra regio-ne.
Un altro salume ti-pico, prodotto sulle
colline di Belmonte
(CS), fin dall'800 è il “gammune” ca-labrese, chiamato così perché viene
trattata l'intera
zampa del maiale con vari aromi e suc-
cessivamente lascia-
ta essiccare per oltre un anno. Nella fascia costiera
dell’alto Tirreno co-sentino, chiamata la “ Riviera dei cedri
“, viene coltivato il cedro questo be-
nefico agrume che, oltre ad essere ric-
co di vitamine e sali minerali, impiegato soprattutto per pro-durre canditi, bevan-
de e sciroppi, crea legami di amicizia, consolidati nel tem-
po, tra il popolo ca-labrese e il popolo
israeliano. Gioia e delizia per
tutti i palati golosi di dolci, ricordiamo la famosa liquirizia
di Rossano prodotta e confezionata dalla ditta “ Amarelli “, emblema di qualità e
Titolo brano interno
ORGOGLIO CALABRESE Alla ricerca delle eccellenze calabresi
Sono tantissime le risorse della nostra terra ,è difficile elencarle tutte.
e specificità calabrese. Proprio in questi giorni il
gelato artigianale reg-gino ha avuto riconosci-menti a livello naziona-le.
La gelateria “Cesare” sul lungomare di Reggio Calabria ha vinto il pre-mio “Migliore gelateria
dell’anno” e il titolare della gelateria “ Sottoze-
ro “ ha ricevuto la no-
mina di presidente dell’Associazione Italiana Gelatieri. Tutte le nostre eccellen-
ze danno fama e vanto alla nostra “Terra” e creano attività di lavoro
e di imprenditoria che devono sempre più dare sviluppo, credibilità, se-
gnale di laboriosità ed
onestà per noi calabre-si.
di Francesco Cartisa-
no.
“ Vergogna! E’ una vergogna! Preghia-mo insieme Dio per chi ha perso la vi-ta: donne, bambini, per i familiari e per tutti i profughi”.
Sono queste le paro-le pronunciate da papa Francesco a proposito delle vitti-me di naufragio.
E sono sempre uomi-ni, donne, bambini, di cui molti “non accompagnati“ che ancora, in questi giorni d’ inverno, prendono la via del mare, scappano dal-la guerra, dalla vio-lenza, dalla poverta , lasciano la loro ter-ra, vanno alla ricer-ca di un mondo mi-gliore, chiedono so-lidarieta , accoglien-za, speranza.
Partono dall’A-frica e dal Medio Oriente, il primo ar-rivo in Europa e l’i-sola di Lampedusa, Italia. I lampedusani accolgono ormai da molti anni, i migran-ti stremati, infreddo-liti ed affamati, ma sopravissuti alla ter-ribile attraversata nel mar Mediterra-neo, poi li sistemano
nei campi di acco-glienza per i primi soccorsi, in attesa di raggiungere una loro meta in Europa. Soprattut-to d’estate, quel tratto di mare e continuamente perlustrato dalle navi della Marina Militare Italiana e dalle navi di orga-nizzazioni umani-tarie. Migranti ar-rivano anche in Calabria, giorni fa e arrivata al porto di Reggio una na-ve di Emergency con il suo carico di morti e dispe-rati.
All’ alba del 3 otto-bre 2013, su un barcone che affon-da al largo di Lampedusa muoio-no 368 persone, poche sono quelle salvate, l’episodio scuote l’Europa e l’Italia che organiz-za “Mare Nostrum “. Da quella data ai giorni nostri, le vittime sono circa 11.000 e i mi-granti salvati sono circa 270.000. Pa-pa Francesco ad-dolorato dice che “ il Mediterraneo e diventato un cimi-tero “. Le cifre di
questa marea umana sono sempre spaven-tose, secondo l’Orga-nizzazione interna-zionale per le migra-zioni, nel 2015 oltre 4000 sono i morti o i dispersi e un milio-ne di persone rag-giunge l’Europa, so-prattutto via mare ed il mare e cimite-ro per tantissimi bambini morti o di-spersi, la foto del piccolo Aylan, il bambino siriano dal-la maglietta rossa, ritrovato morto su una spiaggia della Grecia fa il giro del mondo e scuote du-ramente le coscien-ze; dopo Aylan, di-venuto un simbolo, tante altre foto di piccole vittime riem-piono le pagine dei giornali.
13
EMERGENZA UMANITARIA SENZA FINE
3 Ottobre: giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione
Da quest’anno, 3 ot-
tobre 2016, l’Italia
celebra la Giornata
Nazionale in memo-
ria delle vittime
dell’immigrazione, con
una legge voluta dal
Parlamento e promul-
gata dal Presidente
della Repubblica Ser-
gio Mattarella il 21
marzo 2016, al fine
di"sensibilizzare l’opi-
nione pubblica: - alla
solidarieta civile nei
confronti dei migran-
ti, - al rispetto della
dignita umana e del
valore della vita di
ciascun individuo, - e
all’integrazione e
all’accoglienza “. Art. 2.
Di Francesco Cartisano
La serie televisiva
“Braccialetti rossi”, tra-
smessa su Rai1, ha
appassionato tanti gio-
vani, pur raccontando
vicende di adolescenti
la cui vita è appesa ad
un filo.
E ’complicato capirne il
perché, forse c’è la spe-
ranza che tutti si salvi-
no e chi la segue pensa
di esserne al di fuori
ma in realtà non è così.
La serie racconta le
vicende di un gruppo di
ragazzi ricoverati in
ospedale per gravi ma-
lattie, che stringono
amicizia e fondano il
loro gruppo per farsi
coraggio a vicenda.
Leo è il leader e fonda-
tore della squadra rega-
la ad ogni componente
un braccialetto di colo-
re rosso, uguale a quel-
lo che aveva ricevuto
come identificativo, in
occasione dei suoi in-
terventi chirurgici e che
diventano, appunto, il
simbolo del gruppo.
S i c u r a m e n t e
“Braccialetti rossi“ ci
insegna che si vive con
la sofferenza, non biso-
gna perdere il sorriso e
ricordarsi anche dei
giovani che vivono in
zone di guerra, soffrono
e non hanno un ricove-
ro ospedaliero.
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FENOMENO “BRACCIALETTI ROSSI”
C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
Braccialetti rossi è una serie
televisiva in onda su Rai 1 e in
replica su Rai Premium dal 26
gennaio 2014.
Numero Di Puntate: 19
Autore del programma: Albert
Espinosa
Numero Di Stagioni: 3
Reti: Rai Uno, Rai Premium
Generi: Teen drama, Medical
drama, Commedia drammatica
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IL TERREMOTO ABBATTE I CAMPANILI
E’ il 24 agosto 2016 la cittadina di Amatrice, in provincia di Rieti, La-zio, ad Est, quasi ai con-fini tra Umbria, Marche ed Abruzzo, e colpita alle ore 3,36 da una forte scossa di terre-moto, di magnitudo 6,0, la notizia fa subito il giro del mondo, la di-struzione e quasi tota-le, 300 circa i morti coinvolgimento massic-cio di uomini e mezzi dei vigili del fuoco e della protezione civile, evento drammatico che cambia la vita, Amatri-ce non puo piu festeg-giare “ gli spaghetti all’amatriciana “ famosi nel mondo ma conta i morti e raccoglie le ma-cerie.
Non passa molto tem-po, e il 26 ottobre 2016, l‘ Italia centrale, a Nor-cia, in provincia di Ter-ni, Umbria, a Nord Ovest di Amatrice, vie-ne nuovamente colpita dal terremoto, di ma-gnitudo 5,9 fortunata-
mente senza vittime. Le due cittadine, Amatrice e Norcia, diventano un simbo-lo perche nella prima crol-la un campanile e uccide una famigliola, nella secon-da e distrutta la Chiesa di San Benedetto, patrono d’ Europa, a queste gravi per-dite possiamo aggiungere tutto il resto perche i ter-remoti segnano fortemente il territorio, cancellando il patrimonio abitativo, reli-gioso culturale ed artistico.
La ricostruzione e molto importante perche deve riportare le popolazioni nella loro “ terra” per ri-prendere le attivita specifi-che legate alle risorse e alle tradizioni, senno attraverso la scomparsa dei paesi, ven-gono cancellati momenti della nostra storia.
Bisogna imparare a convivere con i terremoti e conoscere bene le caratteristiche geo-logiche dell’Italia in generale e in particolare del nostro territorio per costruire o ricostruire le abitazioni e tutto il resto, nel rispetto delle norme antisismiche
migliorando ed adeguando quelle edificate molto tempo fa; dal momento che i terre-moti non ci avvertono prima, e falso che gli animali li sentano prima di noi, e importante ed obbligatorio sia per i grandi che per i piccoli sapere cosa fare, nei vari luoghi in cui ci trovia-mo, prima, durante e dopo il terremoto; noi ragazzi dobbia-mo essere istruiti e sapere che i terremoti avvengono per la frattura della crosta terrestre e l’Italia e fortemente interessa-ta al rischio sismico.
Informazione e cultura, e sal-vezza.
ANTONIO FOCA’
ANTONINO PIO BARILLA’
L'Italia piange ancora una volta, scossa e dilaniata da un altro terribile terremoto che ha colpito il cuore del Paese
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di Michele Ianni Lucio
Magistralmente resa
dalle musiche di Ric-
cardo Cocciante, narra
la storia di Esmeralda,
un'emarginata dalla so-
cietà, una zingara, una
clandestina, ragazza
bellissima amata da
tutti, ma in particolare
da tre uomini, che per
lei perdono la vita.
Rimasta orfana, danza
davanti alla Cattedrale
chiedendo “asilo”, fa-
cendo invaghire di sé
per la grazia dei suoi
movimenti e la bellez-
za del suo corpo un al-
tro reietto della società,
Quasimodo, che l'ama
di un amore puro.
Bellissima la scena, le
coreografie che si sono
avvalse di canti, musi-
che, nonché della par-
tecipazione di un corpo
di ballo formato da
acrobati professionisti.
L'utilizzo magistrale
degli oggetti di scena e
gli effetti di luce hanno
creato un'atmosfera
suggestiva. E' stato uno spettacolo
indimenticabile che ab-
biamo condiviso anche
con i nostri professori
che ci hanno accompa-
gnato.
Lunghe acclamazioni e
consensi: uno spettaco-
lo che è stato considera-
to l'opera dei Record,
un vero successo!!
C R E ATI VI CO N L E PA RO LE
Dopo 14 anni di assenza torna in scena il musical “Notre Dame De Paris”
Tratto dal romanzo di Victor Hugo
Sceneggiatura: Pasquale Panella
Musiche: Riccardo Cocciante
Attori: Lola Ponce (Esmeralda), Giò di Tonno
(Quasimodo),
Matteo Setti (Gringoire), Vittorio Matteucci (Frollo),
La Cattedrale di Notre-Dame a Parigi, davanti al suo sagrato è ambientata l’opera .
di Michele Ianni Lucio
Ogni quattro anni, il più famoso
ghiacciaio del Sud-America perde
una parte della sua spettacolare
bellezza.
Il fenomeno dello scioglimento dei
ghiacciai è sempre più frequente e
rappresenta purtroppo, un allarme
per lo stato di salute del nostro Pia-
neta.
Di recente gli studiosi hanno consta-
tato che ciclicamente ogni quattro
anni, avviene la rottura di alcune
parti del più grande e del più famoso
ghiacciaio del mondo: il “Perito Mo-
reno”, che si trova nella regione
della Patagonia, stato dell’Argentina.
Fino a poco tempo fa si credeva che
questo ghiacciaio, a differenza di
quelli situati nell’emisfero Nord, non
si sciogliesse, invece col passare del
tempo il suo spessore sta diminuen-
do.
Le cause di questa rottura sono do-
vute all’effetto albedo che indica la
quantità di luce assorbita dal no-
stro pianeta e incide fortemente sul-
le sue condizioni climatiche e meteo-
rologiche.
Il Perito Moreno forma una diga na-
turale che separa le due metà del
Lago Argentino e la pressione eserci-
tata dalla massa d’ acqua finisce per
rompere la barriera di ghiaccio.
Nonostante questi spiacevoli feno-
meni, il Perito rimane un ghiacciaio
amatissimo dai naturalisti, per via
1 7
Addio Perito Moreno Il Perito Moreno si sta rompendo a causa dell’effetto albedo
della sua bellezza, irrequietezza e fol-
le velocità di avanzamento.
Il Perito Moreno è soltanto una delle
tante vittime del surriscaldamento
globale, un fenomeno che sta in-
fluendo negativamente sul futuro e
sulle risorse della Terra.
C RE AT I VI CO N LE PA RO LE
di Francesco Cartisano
- Professoressa Rizzo, ci può parlare un po’ di
lei e della sua carriera scolastica?
- Buongiorno ragazzi, sono contenta che voi vo-
gliate un po’ conoscere i miei trascorsi ed io
sono lieta di dirveli. Ho iniziato la mia carriera
scolastica in età giovanissima, avevo 17 anni
appena, e mi era stato affidato il ruolo di inse-
gnare in una scuola, si chiamava allora
“SCUOLA POPOLARE”, per cui il mio impegno
era quello di alfabetizzare le persone anziane.
Mi ricordo che i miei alunni erano dei vecchietti
per cui ritrovarmi appena giovane, sbarazzina
mi faceva sentire una nipotina in mezzo a per-
sone anziane, il mio impegno era quello di inse-
gnare loro a leggere e a scrivere perché era
gente completamente analfabeta.
Man mano, andando avanti nella mia carriera
ho iniziato un percorso anche di corsi pratici
nella scuola media con giovani che non aveva-
no voglia di frequentare la scuola e poi mi sono
ritrovata a Gioia Tauro a insegnare nella località
della Marina. Il punto conduttore è stato
quello di stare vicino alle persone che avevano
più bisogno di attenzioni e che fossero motiva-
te a uscire un po’ dalla loro abulia. Ho lavorato
con grande impegno e la scuola per me è stata
il mio grande amore forse, non dico che è l’amo-
re più importante della mia vita perché natural-
mente quando ci sono i figli l’amore più impor-
tante è quello, però sicuramente è un senti-
mento grandissimo che mi ha fatto lavorare per
44 anni ininterrottamente senza assentarmi
quasi mai nemmeno quando mi sono rotta il
braccio e dopo l’operazione ho ripreso l’attività
perché i miei ragazzi dovevano fare gli esami
e quindi non potevo lasciarli; ecco proprio la
scuola l’ho sentita importante e ancora oggi
all’età di 68 anni io mi sento piena di entusia-
smo quando varco le porte di un istituto scola-
stico, carica e con tanta voglia di fare e quindi
sono molto contenta e orgogliosa di quello che
ho fatto e lo rifarei e mi auguro che ci siano tan-
te persone che siano motivate da questa voglia
perché ho sempre ritenuto l’elemento fonda-
mentale del ruolo di insegnante .
-Professoressa Rizzo ci racconta un ricordo che
le ha lasciato un segno particolare?
-Si, tra tutti i ricordi bellissimi senza dubbio l’e-
sperienza di Catona dove sono stata per 22 an-
1 8
INTERVISTA ALLA PROF.SSA RAFFAELLA RIZZO
ni in un rapporto continuo e costante con quelli che
erano i bisogni del territorio sposandomi con le esigen-
ze di questa comunità, naturalmente una comunità
piena di contraddizioni e di problematiche.
Ora vado un po’ a ritroso e ricordo l’esperienza a
Gioia Tauro dove sono stata 15 anni a fare la speri-
mentazione didattica perché una volta il tempo pro-
lungato non era un corso di studi codificato ma veniva
sperimentato da alcune scuole che cercavano di trova-
re le soluzioni ottimali per gli alunni, lì il preside Repa-
ci mi ha veramente trasmesso l’amore e la passione
per la scuola, l’ambiente dove io operavo era difficile
e c’erano ragazzi molto problematici.
Vi racconto l’episodio di un mio alunno dall’ esperien-
za familiare molto forte, in quanto era stato abbando-
nato dal padre e portava dentro di sé questo grande
problema esistenziale; un giorno, ero appena entrata
in classe, sentii bussare alla finestra e vidi questo ra-
gazzo che voleva entrare in classe ma appunto dal-
la finestra, si era arrampicato dalla grondaia e figura-
tevi ,appena me lo sono visto ero preoccupata ma mi
sono controllata, non ho trasmesso la mia tensione,
gli ho aperto la finestra e l’ho fatto accomodare; per
alcune settimane sistematicamente lui entrava a
scuola dalla finestra, fino a quando gli ho fatto capire
che tutto sommato lo avremmo accettato lo stesso, se
fosse entrato dalla porta. Tra l’altro in quei giorni ave-
va rotto una vetrata lacerandosi tutto il braccio e
gli avevano dato circa 60 punti di sutura e forse era
importante che lui capisse che la violenza non era il
sistema giusto per risolvere i problemi. Questa è un’
esperienza che non dimenticherò mai perché mi ha
fatto capire la forza e l’efficacia del dialogo, utilizzato
nel giusto modo.
-Professoressa Rizzo qual è il suo impegno oggi a
scuola, da docente in pensione?
-Vi posso dire che io in pensione non sono mai andata
perché appena ho chiuso la mia carriera dopo 44 anni
di servizio sono entrata a far parte dei Lions che è un’
associazione di volontariato del globo che mi ha in un
certo senso investito di questo ruolo e ho capito che
attraverso i Lions potevo continuare a svolgere la mia
azione di volontariato e di docente, motivata come
sempre perché la scuola è un ambiente non comune,
ma è speciale.
1 9
INTERVISTA ALLA PROF.SSA RAFFAELLA RIZZO
E’ un ambiente nel quale noi insegnanti abbiamo un
ruolo importantissimo che è quello di essere formatori.
Il nostro ruolo è quello di formare un gruppo di cittadi-
ni consapevoli e sulla base di ciò che sta avvenendo
in questi giorni non ci rendiamo conto che essere citta-
dini vuol dire non pensare ai bisogni personali ma al
benessere della comunità, cosa molto difficile ad es-
sere compresa, però ho continuato ad agire e a lavo-
rare anche nella vostra scuola insieme ai Lions e con
colleghi pensionati come me e ho sentito di dover fare
qualcosa per i ragazzi e noi stiamo facendo questo
progetto di alfabetizzazione rivolto ai ragazzi Rom in
particolare ma anche ai ragazzi che hanno bisogno di
un supporto per migliorare le loro competenze e le loro
conoscenze, quindi in pratica io continuo a fare l’inse-
gnante.
- Prof.ssa Rizzo secondo lei, qual è in generale il
ruolo e il futuro della scuola?
-Questa è una domanda da un milione di dollari, intan-
to per me è quello di formare il personale che sia alta-
mente in gamba. Per essere in gamba non bisogna
uscire con 110 e lode, non deve vincere i concorsi e
sbaragliare gli avversari, ma deve sentire, all’interno,
la missione per la quale è portato perché la scuola e
l’ho accennato pure prima è un luogo dove si educa un
cittadino ed è un tipo di lavoro quello di insegnante
che non ha altre possibilità di comparazione con altri
ruoli ma forse un bravo medico si avvicinerebbe al
ruolo dell’insegnante perché il medico nella sua azione
deve sentirsi proiettato verso un tipo di persone o ver-
so una comunità alla quale deve dedicare se stesso
perché lo ha fatto con il giuramento di Ippocrate e lui
si è votato agli altri e gli insegnanti devono sentire la
passione dentro,
cioè non si può pen-
sare di venire a
scuola perchè il ruo-
lo di educatore non
si conclude nelle ore
in cui voi avete le
insegnanti di fronte,
ma il ruolo dell’edu-
catore continua ad
essere presente an-
che nelle ore pome-
ridiane.
La prof.ssa Raffaella Rizzo con il team di volontarie e gli alunni che l’hanno intervistata
La prof.ssa Rizzo accanto al Sindaco G. Falcomatà e alla Dirigen-
te Scolastica Simona Sapone a Palazzo San Giorgio dopo la
sottoscrizione del Protocollo d’intesa per il “Percorso di alfabetiz-
zazione linguistica ed educazione alla cittadinanza Europea” per
l’I.C. Radice-Alighieri Catona
Io dopo 44 anni di servizio ricordo che gli ultimi
giorni continuavo ancora a prepararmi la lezione
eppure dopo 44 anni penso che il mestiere l’a-
vevo ormai conosciuto abbondantemente. Ogni
classe, ogni alunno, ogni persona che noi ci tro-
viamo di fronte ha una sua caratteristica partico-
lare per cui non si può assolutamente standar-
dizzare l’insegnamento, ogni classe ha bisogno
di percorsi diversi, di attenzioni diverse perché la
classe, voi sapete, è formata da un insieme di
persone che hanno bisogni diversi, quindi biso-
gna calibrare un po’ sulla base di chi ci sta di
fronte, quindi non è facile e bisogna sempre stu-
diare e ricercare qual è il modo e il mezzo miglio-
re per lasciare una traccia.
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Saluti dalla redazione
Emanuele Repaci
Michele Ianni Lucio
Sofia Musarella
Prof.ssa Lucrezia Iannò
Francesco Cartisano
Antonino Barillà
Gianluca Barresi
Christian Iannò
Antonio Focà
C
O
M
M
E
N
T
I
I
N
L
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