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GENTE VENETA n. 43, 10 novembre 2017 24 24 “La Cappella degli Scrovegni: una risorsa per tutta la scuola veneta a 750 anni dalla nascita di Giotto”, è una mostra e, insieme, una proposta di alternanza scuola-lavoro per le scuole superiori. La Diocesi di Venezia fra i promotori Studenti impegnati anche con i social. E succedono anche fatti singolari: una ragazza, che non aveva mai partecipato ad un’ora di religione a scuola, si è subito appassionata a spiegare il Vangelo dipinto da Giotto GIOTTO GIOVANE Alla Scuola Grande di San Rocco, 120 studenti, in alternanza scuola lavoro, mostrano la Cappella degli Scrovegni in scala 1:4 Impegnati anche undici tutor della Pastorale universitaria veneziana Sono 11 i tutor universitari che guide- ranno gli studenti durante tutta l’espe- rienza di alternanza scuola-lavoro alla mostra “Giotto. La Cappella degli Scro- vegni”. Provenienti dai corsi di laurea di beni culturali, Egart, filosofia e storia, i ragazzi, che appartengono alle varie realtà della pastorale universitaria, oltre a prestare servizio per la diocesi po- tranno usufruire del periodo di tuto- raggio come tirocinio richiesto da Ca’ Foscari. «Fare da tutor ai ragazzi delle superiori è una bella sfida, mi interes- sava fare questo tipo di esperienza per- ché al termine del mio ciclo di studi de- sidero insegnare alle superiori e quindi volevo iniziare a rapportarmi con gli studenti di quest’età» spiega Carlotta, studentessa di Filosofia. «Dobbiamo cercare di aiutare gli studenti, gestirli, consigliarli, motivarli ed indirizzarli ma anche riprenderli e correggerli quando sbagliano. Mi ha colpito molto come i ragazzi riescano ad interagire con i tu- risti di diverse nazionalità che giungo- no a visitare la mostra». Gli studenti svolgono le guide anche in inglese, francese, spagnolo e russo. «Vedo i ra- gazzi molto motivati, si impegnano tan- to, inoltre non è facile portare avanti an- che lo studio» dice infine il tutor Fran- cesco, studente della facoltà di storia. Gabriela e Ilaria: «Impegnativo ma entusiasmante. Anche la parte social» «Con le nostre esperienze e conoscen- ze ci siamo improvvisati per riuscire a comunicare anche con turisti stranieri. Esponiamo i contenuti della mostra con parole semplici, cercando di dare le informazioni più importanti inerenti a- gli affreschi e la storia della cappella, che abbiamo dovuto studiare nei ma- teriali che ci sono stati dati durante i giorni di formazione. È un’esperienza emozionante» racconta Gabriela, stu- dentessa del terzo anno al liceo “Bru- no” di Mestre. Un'esperienza attraente ed entusia- smante, in relazione alla quale Gabrie- la precisa che ogni ragazzo ha una por- zione specifica da studiare nei minimi particolari per poi spiegarla ai visita- tori; e sottolinea che si è anche diverti- ta a curare la parte social della mostra. Tra gli studenti soddisfatti del pro- getto c’è anche Ilaria: «Mi piace lavo- rare in posti come questi, che sono una pietra miliare nella cultura dell’arte. È una bella esperienza anche se è diffici- le da conciliare con lo studio» dice, spiegando che, terminato il periodo di alternanza scuola-lavoro, il mese di di- cembre sarà un concentrato di verifi- che e dunque i ragazzi cercano di stu- diare appena hanno un momento di pausa. (F.C.) La visita alla Cappella degli Scrovegni, guidata da studentesse in alternanza scuola lavoro. Nell’altra foto una riunione di preparazione are agli studenti la pos- sibilità di fare espe- rienza lavorativa, inte- ragire con il prossimo, cono- scere la bellezza e avvicinarsi alla fede. È questo il progetto intitola- to “La Cappella degli Scrove- gni: un’affascinante risorsa per tutta la scuola veneta a 750 anni dalla nascita di Giot- to”, proposto come esperien- za di alternanza scuola-lavoro per le scuole superiori. Il progetto, ideato dall’As- sociazione di Chioggia “Cen- tro Culturale Terzo Millen- nio”, nata nel 2002 con lo sco- po di creare eventi culturali, di cui è presidente il prof. Lui- gi Boscolo, è sovvenzionato dalla Regione Veneto in colla- borazione con l’Ufficio Scola- stico Regionale e promosso dall’Ufficio di Pastorale Scola- stica, di cui è direttore don Francesco Marchesi, con la consulenza dell’Ufficio per la Pastorale dei Beni Culturali e del Turismo della diocesi. La mostra toccherà 15 città del Veneto. Il progetto consi- ste nella circuitazione della mostra: “Giotto. La cappella degli Scrovegni” che toccherà 15 città del Veneto durante tutto l’anno scolastico. Prima tappa della mostra gratuita è la Scuola Grande di San Roc- co dove questa è stata allesti- ta al piano terra e aperta al pubblico da lunedì 6. La mostra, curata dal prof. Roberto Filippetti, consiste nella riproduzione in alta de- finizione della cappella degli Scrovegni in scala 1:4, un’in- stallazione portata in giro per il mondo già 140 volte e che ha interessato più di 900.000 persone, ma mai fino ad oggi aveva raggiunto una tale defi- nitezza, grazie anche all’ag- giunta della rappresentazione degli affreschi della volta che non erano mai stati riprodot- ti. «Il progetto consente di am- mirare con maggiore leggibi- lità gli affreschi giotteschi nei minimi particolari ed è volto a preparare gli studenti ad ap- prezzare l’opera originale, permettendo di approfondire il nostro patrimonio artistico- culturale e le conoscenze su Giotto» spiega il prof. Bosco- lo. All’opera 120 studenti di li- cei e istituti tecnici. Cento- venti sono gli studenti degli i- stituti Bruno-Franchetti, Mar- co Polo, Foscarini, Fermi e Gritti che si alterneranno per accogliere ogni giorno scola- resche e turisti per fare loro da guida, spiegare le tematiche e quanto è rappresentato negli affreschi. Gli studenti, oltre a fare da guida, durante la durata della mostra si impegneranno a tur- no anche nello svolgere l’ac- coglienza all’entrata della Scuola Grande, invitando i presenti ad unirsi alla visita guidata; nel prestare servizio al bookshop della mostra o ancora nel controllare che le persone che vogliono conti- nuare la visita al piano supe- riore siano munite di biglietto. Un'altra parte di studenti durante il giorno sarà invece impegnata nel gestire, presso la Domus Civica, la parte so- cial relativa all’evento, prov- vedendo ad aggiornare le pa- gine Facebook e Instagram con foto, aneddoti e interviste. Quattro sono gli incontri di formazione preparatoria a cui gli studenti hanno partecipato prima dell’apertura della mo- stra. Il primo incontro, tenuto D dal prof. Filippetti, ha aiutato gli studenti ad entrare nel vi- vo del ciclo pittorico grazie a materiali audiovisivi che si soffermavano sulle particola- rità degli affreschi. Un evento con radici nella fede: come raccontarlo? Un secondo appuntamento è sta- to incentrato sulla scoperta della Scuola Grande dove la prof. Ester Brunet ha spiegato perché si è deciso di installare la mostra proprio all’interno della sede della confraternita caritativa, mettendo in luce il valore catechetico e didascali- co delle immagini e le corri- spondenze tra i due cicli pit- torici, quello giottesco e tinto- rettiano, che hanno come pa- trimonio comune la storia del Vangelo. Diverso è stato l’intervento di don Gianmatteo Caputo che ha spiegato ai ragazzi co- sa significa promuovere un e- vento culturale che abbia ra- dici legate alla Chiesa e alla fe- de cristiana. L’ultima fase pre- paratoria ha visto gli studenti impegnati in una prova gene- rale di visita, a mostra già al- lestita, guidati dal prof. Filip- petti. «Oggi, in un contesto giovanile molto confuso, crea- re occasioni di incontro serio, rigoroso e lavorativo dove gli studenti sono chiamati a mi- surarsi con le loro capacità è occasione per farli riflettere e aiutarli a capire che direzione deve prendere la loro vita» di- ce don Francesco Marchesi, spiegando di aver aderito su- bito al progetto. «In questo modo possiamo avvicinare gli studenti a realtà del nostro patrimonio cultu- rale che ci sono care ma al tempo stesso avere la possibi- lità di formare i ragazzi, per- mettendo loro di creare occa- sioni di incontro e amicizia. Importante è che i ragazzi, ol- tre a conoscere le nozioni - prosegue don Francesco - ca- piscano il contenuto di questi messaggi. In certi casi l’alter- nanza scuola-lavoro è diven- tata anche occasione inaspet- tata di evangelizzazione» ha sottolineato infine, portando l’esempio di una ragazza che non aveva mai partecipato ad un’ora di religione a scuola ma che si è subito appassio- nata a spiegare il Vangelo di- pinto da Giotto. Fino al 3 dicembre. La mo- stra didattica resterà aperta tutti i giorni fino al 3 dicembre dalle 9.30 alle 17.30. Per info e prenotazioni visitare il sito creato dagli studenti del Fran- chetti www.giottofascuola.it. Il progetto reginale sarà inol- tre presentato alla cittadinan- za il 16 novembre alle 17.30 presso la Scuola Grande. Francesca Catalano La mostra, aperta alla Scuola di San Rocco fino al 3 dicembre, toccherà poi altre 14 città del Veneto, durante tutto l’anno scolastico

D GIOTTO GIOVANE · “La Cappella degli Scrovegni: una risorsa per tutta la scuola veneta a 750 anni dalla nascita di Giotto”, è una mostra e, insieme, una proposta di alternanza

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Page 1: D GIOTTO GIOVANE · “La Cappella degli Scrovegni: una risorsa per tutta la scuola veneta a 750 anni dalla nascita di Giotto”, è una mostra e, insieme, una proposta di alternanza

GENTE VENETA n. 43, 10 novembre 20172424“La Cappella degli Scrovegni: una risorsaper tutta la scuola veneta a 750 anni dalla nascita di Giotto”, è una mostra e, insieme, una proposta di alternanzascuola-lavoro per le scuole superiori. La Diocesi di Venezia fra i promotori

Studenti impegnati anche con i social. E succedono anche fatti singolari: una

ragazza, che non aveva mai partecipatoad un’ora di religione a scuola,

si è subito appassionata a spiegare il Vangelo dipinto da Giotto

GIOTTO GIOVANEAlla Scuola Grande di San Rocco, 120 studenti, in alternanza scuola lavoro, mostrano la Cappella degli Scrovegni in scala 1:4

Impegnati anche undici tutordella Pastorale universitaria veneziana

Sono 11 i tutor universitari che guide-ranno gli studenti durante tutta l’espe-rienza di alternanza scuola-lavoro allamostra “Giotto. La Cappella degli Scro-vegni”. Provenienti dai corsi di laureadi beni culturali, Egart, filosofia e storia,i ragazzi, che appartengono alle varierealtà della pastorale universitaria, oltrea prestare servizio per la diocesi po-tranno usufruire del periodo di tuto-raggio come tirocinio richiesto da Ca’Foscari. «Fare da tutor ai ragazzi dellesuperiori è una bella sfida, mi interes-sava fare questo tipo di esperienza per-ché al termine del mio ciclo di studi de-sidero insegnare alle superiori e quindi

volevo iniziare a rapportarmi con glistudenti di quest’età» spiega Carlotta,studentessa di Filosofia. «Dobbiamocercare di aiutare gli studenti, gestirli,consigliarli, motivarli ed indirizzarli maanche riprenderli e correggerli quandosbagliano. Mi ha colpito molto come iragazzi riescano ad interagire con i tu-risti di diverse nazionalità che giungo-no a visitare la mostra». Gli studentisvolgono le guide anche in inglese,francese, spagnolo e russo. «Vedo i ra-gazzi molto motivati, si impegnano tan-to, inoltre non è facile portare avanti an-che lo studio» dice infine il tutor Fran-cesco, studente della facoltà di storia.

Gabriela e Ilaria: «Impegnativo ma entusiasmante. Anche la parte social»

«Con le nostre esperienze e conoscen-ze ci siamo improvvisati per riuscire acomunicare anche con turisti stranieri.Esponiamo i contenuti della mostracon parole semplici, cercando di dare leinformazioni più importanti inerenti a-gli affreschi e la storia della cappella,che abbiamo dovuto studiare nei ma-teriali che ci sono stati dati durante igiorni di formazione. È un’esperienzaemozionante» racconta Gabriela, stu-dentessa del terzo anno al liceo “Bru-no” di Mestre.Un'esperienza attraente ed entusia-smante, in relazione alla quale Gabrie-la precisa che ogni ragazzo ha una por-

zione specifica da studiare nei minimiparticolari per poi spiegarla ai visita-tori; e sottolinea che si è anche diverti-ta a curare la parte social della mostra.

Tra gli studenti soddisfatti del pro-getto c’è anche Ilaria: «Mi piace lavo-rare in posti come questi, che sono unapietra miliare nella cultura dell’arte. Èuna bella esperienza anche se è diffici-le da conciliare con lo studio» dice,spiegando che, terminato il periodo dialternanza scuola-lavoro, il mese di di-cembre sarà un concentrato di verifi-che e dunque i ragazzi cercano di stu-diare appena hanno un momento dipausa. (F.C.)

La visita alla CappelladegliScrovegni,guidata dastudentessein alternanzascuolalavoro.Nell’altrafoto unariunione dipreparazione

are agli studenti la pos-sibilità di fare espe-rienza lavorativa, inte-

ragire con il prossimo, cono-scere la bellezza e avvicinarsialla fede.

È questo il progetto intitola-to “La Cappella degli Scrove-gni: un’affascinante risorsaper tutta la scuola veneta a750 anni dalla nascita di Giot-to”, proposto come esperien-za di alternanza scuola-lavoroper le scuole superiori.

Il progetto, ideato dall’As-sociazione di Chioggia “Cen-tro Culturale Terzo Millen-nio”, nata nel 2002 con lo sco-po di creare eventi culturali,di cui è presidente il prof. Lui-gi Boscolo, è sovvenzionatodalla Regione Veneto in colla-borazione con l’Ufficio Scola-stico Regionale e promossodall’Ufficio di Pastorale Scola-stica, di cui è direttore donFrancesco Marchesi, con laconsulenza dell’Ufficio per laPastorale dei Beni Culturali edel Turismo della diocesi.

La mostra toccherà 15 cittàdel Veneto. Il progetto consi-ste nella circuitazione dellamostra: “Giotto. La cappelladegli Scrovegni” che toccherà15 città del Veneto durantetutto l’anno scolastico. Primatappa della mostra gratuita èla Scuola Grande di San Roc-co dove questa è stata allesti-ta al piano terra e aperta alpubblico da lunedì 6.

La mostra, curata dal prof.Roberto Filippetti, consistenella riproduzione in alta de-finizione della cappella degliScrovegni in scala 1:4, un’in-stallazione portata in giro peril mondo già 140 volte e cheha interessato più di 900.000persone, ma mai fino ad oggiaveva raggiunto una tale defi-nitezza, grazie anche all’ag-giunta della rappresentazionedegli affreschi della volta chenon erano mai stati riprodot-ti.

«Il progetto consente di am-mirare con maggiore leggibi-lità gli affreschi giotteschi neiminimi particolari ed è volto apreparare gli studenti ad ap-prezzare l’opera originale,permettendo di approfondireil nostro patrimonio artistico-culturale e le conoscenze suGiotto» spiega il prof. Bosco-lo.

All’opera 120 studenti di li-cei e istituti tecnici. Cento-venti sono gli studenti degli i-stituti Bruno-Franchetti, Mar-co Polo, Foscarini, Fermi eGritti che si alterneranno peraccogliere ogni giorno scola-resche e turisti per fare loro daguida, spiegare le tematiche equanto è rappresentato negliaffreschi.

Gli studenti, oltre a fare daguida, durante la durata dellamostra si impegneranno a tur-no anche nello svolgere l’ac-coglienza all’entrata dellaScuola Grande, invitando ipresenti ad unirsi alla visitaguidata; nel prestare servizioal bookshop della mostra oancora nel controllare che lepersone che vogliono conti-nuare la visita al piano supe-riore siano munite di biglietto.

Un'altra parte di studentidurante il giorno sarà inveceimpegnata nel gestire, pressola Domus Civica, la parte so-cial relativa all’evento, prov-vedendo ad aggiornare le pa-gine Facebook e Instagramcon foto, aneddoti e interviste.

Quattro sono gli incontri diformazione preparatoria a cuigli studenti hanno partecipatoprima dell’apertura della mo-stra. Il primo incontro, tenuto

D

dal prof. Filippetti, ha aiutatogli studenti ad entrare nel vi-vo del ciclo pittorico grazie amateriali audiovisivi che sisoffermavano sulle particola-rità degli affreschi.

Un evento con radici nellafede: come raccontarlo? Unsecondo appuntamento è sta-to incentrato sulla scopertadella Scuola Grande dove laprof. Ester Brunet ha spiegatoperché si è deciso di installarela mostra proprio all’internodella sede della confraternitacaritativa, mettendo in luce ilvalore catechetico e didascali-co delle immagini e le corri-spondenze tra i due cicli pit-torici, quello giottesco e tinto-rettiano, che hanno come pa-trimonio comune la storia delVangelo.

Diverso è stato l’interventodi don Gianmatteo Caputoche ha spiegato ai ragazzi co-sa significa promuovere un e-

vento culturale che abbia ra-dici legate alla Chiesa e alla fe-de cristiana. L’ultima fase pre-paratoria ha visto gli studentiimpegnati in una prova gene-rale di visita, a mostra già al-lestita, guidati dal prof. Filip-petti. «Oggi, in un contestogiovanile molto confuso, crea-re occasioni di incontro serio,

rigoroso e lavorativo dove glistudenti sono chiamati a mi-surarsi con le loro capacità èoccasione per farli riflettere eaiutarli a capire che direzionedeve prendere la loro vita» di-ce don Francesco Marchesi,spiegando di aver aderito su-bito al progetto.

«In questo modo possiamo

avvicinare gli studenti a realtàdel nostro patrimonio cultu-rale che ci sono care ma altempo stesso avere la possibi-lità di formare i ragazzi, per-mettendo loro di creare occa-sioni di incontro e amicizia.Importante è che i ragazzi, ol-tre a conoscere le nozioni -prosegue don Francesco - ca-

piscano il contenuto di questimessaggi. In certi casi l’alter-nanza scuola-lavoro è diven-tata anche occasione inaspet-tata di evangelizzazione» hasottolineato infine, portandol’esempio di una ragazza chenon aveva mai partecipato adun’ora di religione a scuolama che si è subito appassio-nata a spiegare il Vangelo di-pinto da Giotto.

Fino al 3 dicembre. La mo-stra didattica resterà apertatutti i giorni fino al 3 dicembredalle 9.30 alle 17.30. Per info eprenotazioni visitare il sitocreato dagli studenti del Fran-chetti www.giottofascuola.it.Il progetto reginale sarà inol-tre presentato alla cittadinan-za il 16 novembre alle 17.30presso la Scuola Grande.

Francesca Catalano

La mostra, aperta allaScuola di San Roccofino al 3 dicembre,

toccherà poi altre 14città del Veneto, durantetutto l’anno scolastico