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Dal 27 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012 CAPODANNO IN GRECIA IN CAMPER EPIRO E LE METEORE INNEVATE, SALONNICO, ATENE, PATRASSO “viaggio itinerante tra bellezze naturali, arte, freddo e buona compagnia ” 27/12/2011 Incontro con il gruppo formato dal Camperclub “Orsa Maggiore al porto di Ancona. Partenza alle ore 13.30 con la Compagnia Anek Lines, arrivo a Igoumenitsa alle 8 del 28/12. Abbiamo messo gli orologi avanti di 2 ore. Non è stato possibile fare la traversata in Open Deck in quanto si effettua solo nei mesi estivi; cabine interne, noi abbiamo cabina x cane, supplemento 100 € a/r ma questo offre il pavimento in linoleum e non in moquette e cabina per 4 28/12 – Sbarcati, un equipaggio ci stà aspettando al porto, si è imbarcato a Bari. Ora che ci siamo tutti, ci salutiamo, ci contiamo e posizioniamo i n° progressivi sui camper: siamo in 10 equipaggi, 21 persone e 2 cani: Pepe e Zoe. Prendiamo direzione Ioannina. Siamo nella più montagnosa delle regioni della Grecia, territorio che ospita vette altissime e il massiccio del Pindo che abbiamo sempre in vista: catena che originatosi in Albania si spegne nella parte sud dell’Epiro, isolando questa regione, molto povera, dal resto del paese. Non è un caso che l’Epiro abbia dato tanta della sua popolazione, con l’emigrazione interna che estera, ad Atene, alla Germania e al Belgio. Lungo strada, 20 km. prima di Ioannina, sostiamo a visitare il primo sito archeologico: il teatro antico di Dodoni. Qui ogni estate si tiene il festival del teatro antico. Interessante il panorama tutto intorno. Spesso siamo in autostrada A2 (conosciuta anche come Egnatia Odos, percorso moderno dell'anti- ca Via Egnatia): collega la città con Igoumenitsa e Salonnicco, e fa parte delle strade europee E90 ed E92. A Ioannina o Giannina, i camping sono chiusi e sostiamo in un parcheggio mo- mentaneamente incustodito ma aperto, in prossimità del lago . La città dista 460 km da Atene e 290 km dal Salonicco . E’ la capitale dell’Epiro, sede delle scorrerie del tiranno Ali Pascià di Tepelene (1788-1822) e pittoresca nella parte vecchia cinta di mura, con caratte- ristici vicoli. A seguito della riforma amministrativa detta piano Kallikratis in vigore dal gen- naio 2011, che ha abolito le prefetture e accorpato numerosi comuni, la popolazione è passata da 70.000 a oltre 103.000 abitanti. La città conserva ancora alcune strutture artistiche e architettoniche risalenti al periodo della dominazione ottomana (una moschea, i resti di una scuola coranica, un bazar), men- tre su una piccola isola del lago sorgono alcuni monasteri ortodossi. Ognuno sceglie di girarla liberamente; noi ci dirigiamo subito all’imbarcadero per prendere il traghetto e in pochi minuti siamo nell’isoletta che è al centro del vasto lago Pamvotis. Vi

Dal 27 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012 CAPODANNO IN … 2011-12/REPORTAGE grecia... · resina di pino. Alla sera riunione di gruppo nella sala del camino messaci a disposizione

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Dal 27 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012

CAPODANNO IN GRECIA IN CAMPEREPIRO E LE METEORE INNEVATE, SALONNICO, ATENE, PATRASSO“viaggio itinerante tra bellezze naturali, arte, freddo e buona compagnia ”

27/12/2011 Incontro con il gruppo formato dal Camperclub “Orsa Maggiore al porto di Ancona. Partenza alle ore 13.30 con la Compagnia Anek Lines, arrivo a Igoumenitsa alle 8 del 28/12. Abbiamo messo gli orologi avanti di 2 ore.Non è stato possibile fare la traversata in Open Deck in quanto si effettua solo nei mesi estivi; cabine interne, noi abbiamo cabina x cane, supplemento 100 € a/r ma questo offre il pavimento in linoleum e non in moquette e cabina per 4

28/12 – Sbarcati, un equipaggio ci stà aspettando al porto, si è imbarcato a Bari. Ora che ci siamo tutti, ci salutiamo, ci contiamo e posizioniamo i n° progressivi sui camper: siamo in 10 equipaggi, 21 persone e 2 cani: Pepe e Zoe. Prendiamo direzione Ioannina. Siamo nella più montagnosa delle regioni della Grecia, territorio che ospita vette altissime e il massiccio del Pindo che abbiamo sempre in vista: catena che originatosi in Albania si spegne nella parte sud dell’Epiro, isolando questa regione, molto povera, dal resto del paese. Non è un caso che l’Epiro abbia dato tanta della sua popolazione, con l’emigrazione interna che estera, ad Atene, alla Germania e al Belgio. Lungo strada, 20 km. prima di Ioannina, sostiamo a visitare il primo sito archeologico: il teatro antico di Dodoni. Qui ogni estate si tiene il festival del teatro antico. Interessante il panorama tutto intorno.

Spesso siamo in autostrada A2 (conosciuta anche come Egnatia Odos, percorso moderno dell'anti-ca Via Egnatia): collega la città con Igoumenitsa e Salonnicco, e fa parte delle strade europee E90 ed E92. A Ioannina o Giannina, i camping sono chiusi e sostiamo in un parcheggio mo-mentaneamente incustodito ma aperto, in prossimità del lago. La città dista 460 km da Atene e 290 km dal Salonicco. E’ la capitale dell’Epiro, sede delle scorrerie del tiranno Ali Pascià di Tepelene (1788-1822) e pittoresca nella parte vecchia cinta di mura, con caratte-ristici vicoli. A seguito della riforma amministrativa detta piano Kallikratis in vigore dal gen-naio 2011, che ha abolito le prefetture e accorpato numerosi comuni, la popolazione è passata da 70.000 a oltre 103.000 abitanti.

La città conserva ancora alcune strutture artistiche e architettoniche risalenti al periodo della dominazione ottomana (una moschea, i resti di una scuola coranica, un bazar), men-tre su una piccola isola del lago sorgono alcuni monasteri ortodossi.Ognuno sceglie di girarla liberamente; noi ci dirigiamo subito all’imbarcadero per prendere il traghetto e in pochi minuti siamo nell’isoletta che è al centro del vasto lago Pamvotis. Vi

sorgono 5 monasteri ortodossi, ma solo 2 sono visitabili: quello di Nikolaos Spanos o S. Panteleimon, del 1204 con affreschi del 1543 (ci accoglie il custode) e quello molto più piccolo di Nikolaos Dilios o dello Stratigopoulou (ci accoglie una ragazza che abita qui) del sec. XI, con affreschi interessanti e antichi. Tornati in città con il traghetto, ne apprezziamo le atmosfere orientaleggianti, dove ci sono anche gli scavi archeologici e i resti del periodo bizantino, con la presenza di 2 moschee con svettanti minareti e cipressi, una più piccola (Aslan Aga) e la più grande (Aslan Dzami) che troviamo chiusa perché giunti dopo l’orario. Città che è famosissima per la produzione del tradizionale formaggio greco, la feta: tradizionalmente ottenuto con latte di pecora e caglio, può contenere una percentuale di latte di capra fino al 20%. Oltre a essere l'ingrediente che caratterizza la famosa insalata greca (pomodori, cipolla, cetrioli, peperoni, origano, e olive nere), fa parte dei tipici stuzzichini offerti, all'ora dell'aperitivo, insieme all'ouzo, il tipico liquore greco a base di anice.

29/12Partenza, e 4 km. fuori Ioannina andiamo a visitare la grotta di Perama, lungo la strada per Kalambaka, scoperta per caso nel 1940 durante la 2° guerra mondiale quando gli abitanti del paese cercavano di trovare un rifugio dai bombardamenti. Facciamo la visita a pagamento, in caverne lunga 1.200 mt, con concrezioni calcaree, che la guida descrive come pittorescamente illuminata. E’ una delle più grandi grotte di tutta la penisola balcanica, ma nonostante la guida enfatizzi un poco il luogo, non è nulla di fantastico.Poiché le montagne che ci circondano sono tutte coperte di neve, evitiamo di fare il passo che ci porterebbe a salire fino a 1700 m.; per il pranzo è prevista sosta a Metsovo ma senza considerare che è piccolo, è una stazione sciistica molto frequentata, invaso dalle loro macchine e perciò non vi è la possibilità di sostare a noi 10 mezzoni. In qualche modo giriamo cercando di districarsi nelle strette stradine, ne usciamo facendo poi sosta in un piazzale sterraro innevato infangato.

Poi ci dirigiamo verso le Meteore e dopo circa 110 Km. arriviamo a Kastraki, al Camping Vrachos tel. 0030.24320.22293, dove è programmata la sosta per 2 notti, ma invece ci fermeremo 3. Andiamo alla ricerca di una pianta del posto, per capire meglio come girare le Meteore.Aperitivo in un locale del paese, con il tipico vino bianco greco, la retzina, che sa di resina di pino. Alla sera riunione di gruppo nella sala del camino messaci a disposizione nel campeggio. Mentre ci mangiamo dolciumi e altre leccornie che molti di noi hanno portato per la collettività, si discute il nocciolo della questione: a capodanno era previsto che fossimo a Salonicco in un campeggio; l’organizzatore Gino già dall’Italia di campeggi aperti non ne ha trovati, neppure nelle vicinanze; la sua prospettiva/certezza è quella di poter posizionare i 10 camper in una piazza al centro di Salonicco, nell’ipotesi che i greci a capodanno non siano molto festaioli e non esagerino con botti e mortaretti, e di passare capodanno al ristorante. Una parte del gruppo ha titubanze nel dover lasciare il camper incustodito proprio a capodanno e proprio a Salonicco (grande città, la 2° della Grecia, e grande porto), nasce un dibattito filosofico sull’uso del camper, e alla fine si sceglie una

soluzione che dà più tranquillità: passare capodanno qui alle Meteore nel camping. Qualcuno poi ha timore che non gli basti il gas delle bombole per l’intero viaggio, e così rimane più in pace perché trascorre in minor tempo a nord, pensando di cumulare meno freddo e meno necessità di tenere il riscaldamento alto.Sistemata così la faccenda “capodanno”, il 30 e il 31 lo dedicheremo a visitare i monasteri delle Meteore ed esplorare i dintorni, con grande appagamento !!! Intanto sul posto ci siamo procurati una mappa schematica, per capire come sono posizionati i pinnacoli e organizzare il percorso; si va anche a prendere visione delle possibilità di parcheggio (in alcuni monasteri scarsa; in altri soddisfacente).

30/12Visitiamo le Meteore che sono un posto unico e straordinario. Formazioni rocciose altissime, dove sulla sommità di queste sono stati eretti Monasteri, in posizioni così ardite che ti fanno sentire “a due passi dal cielo”. I pinnacoli raggiungono anche i 400 m. di altezza. Il nome Meteore deriva da meterorizo, che significa “stare sospesi nell’aria”; si iniziò verso l’anno mille quando alcuni eremiti occuparono in questi luoghi grotte e cavità per stare lontano dalla gente e “per essere più vicini a Dio”; dopo i primi insediamenti si formò una piccola città eremitica, a Dupiani. Col passar del tempo sui pinnacoli di roccia levigata dal vento nacquero chiese e mura di una ventina di monasteri raggiungibili solo con lunghe scale e corde: luoghi lontanissimi dal resto del mondo. In seguito all’iniziale funzione di ricerca mistica, le Meteore divennero oasi di cristianesimo in mezzo alla conquista dell’Islam. Attualmente la visita ai 5 aperti consente di ammirare dei veri tesori d’arte bizantina, con magnifiche icone, vecchi manoscritti, splendidi mosaici ed affreschi. Molto interessante anche vedere sia pur in lontananza i ruderi di tanti monasteri , alcuni forse mai terminati, altri abbandonati. Unifichiamo un po’ di equipaggi per spostarci con un minor numero di mezzi; il nostro è di quelli in movimento, così tra una visita e l’altra facciamo fare quattro passi a Pepe. Iniziamo con il monastero, il più antico e il più grande: Metamorphosis o Gran Meteoro o della Trasfigurazione; la traversata del ponte e la scalinata sono ghiacciati e diversi rinunciano. Qui c’è la grande biblioteca con codici miniati e la cucina, con cupola, con tutti i vecchi utensili. Varlaam o di Ognissanti dove, come in altri, la parte più significativa è la chiesa centrale, detta Katholikon. In questo monastero ci sono molte testimonianze della vita quotidiana dei monaci: l’antica cucina, il refettorio, il tino medioevale. Agia Triada (S.S. Trinità): facciamo sosta perché è in un’incantevole posizione abbarbicato su un’imponente roccia e raggiungibile dopo più di 200 scalini, però è chiuso.Agios Stefanos, con affreschi che imitano l’antico, ma sono nuovi. Andiamo a vedere gli antichi e primi eremitaggi sospesi quasi nel vuoto, con vecchie protezioni in legno, dopo aver chiesto più volte per individuare la direzione giusta (abbiamo poi visto che sono vicinissimi al camping, anzi dall'ingresso del camping si vedonoDopo cena, ritrovo nella sala del camino, con dolcetti, liquori e conversazioni.=============

31/12 Molti vanno a piedi ai primi eremitaggi e ai conventi incastonati nella montagna. Noi con Graziella e Gino col camper (loro camper) arriviamo fino al paese e poi parcheggiato il bestiolone ci avviamo a piedi, decisi di fare un po’ di “scoperte” slow. Su per una strada secondaria; vediamo la grotta con tanti stendardi o ciò che resta stesi e coloratissimi (pittoresco….), alcuni monasteri in rovina su pinnacoli, e salendo arriviamo all’ingresso del convento di Agios Georgios Mantilas. Qui comincia il difficile: la strada per raggiungerlo è molto ripida, e tanta. Ciascun convento ha un giorno suo di chiusura settimanale; questo rimane chiuso di venerdì. E’ più ridotto degli altri, ma anche questo ha il suo fascino. Bello

della stessa epoca nella cupola, ecc. Meritano attenzione le chiese bizantine, la quattrocentesca Torre bianca e il quartiere turco della Kastra. Ci dicono che per mangiare: zona ” ladadica” vicino a piazza Aristotele.

Arrivati dunque si prova di cercare una piazza per i mezzi, per porre la base di sosta in centro: ricerca vana: il centro proprio non si presta ad ospitare camper; ci dicono di andare nella zona stadio; è l’unico luogo dove c’è un po’ di spazio, ma è pieno di divieti. Poi c’è qualche cassonetto incendiato e residui di petardi. Fortunatamente capodanno lo abbiamo trascorso alle tranquille Meteore. Accompagnati da un taxi assoldato per portarci in un parking e che faceva strada (ma ci ha fatto fare dei numeri da guerre stellari – i camper affiancati a tre – tenendo tutta la carreggiata). La risolviamo così andando molto in periferia al supermercato omnipresente Ikea; lì c’è un grande parcheggio ed è il capolinea degli autobus; dista una dozzina di km. dal centro, dopo l’aeroporto, ma è una soluzione comoda. In due presidiano i camper e tutti gli altri vanno in città; Rosanna, Sergia ed Ermes fanno una prima puntata in centro: Torre bianca – Arco di Galerio – vicino, una chiesa ortodossa molto decorata - la Rotonda, o Chiesa di S. Giorgio (la troviamo già chiusa; in origine era il mausoleo di Galerio) – Agios Dimitrios, dove hanno appena celebrato un matrimonio, noi assistiamo alla distribuzione dei confetti e vediamo gli addobbi, graziosi, con stecche di cannella e fiori di cotone; …..2/1/2012 per la visita della città facciamo per conto nostro, con le nostre pubblicazioni e il nostro fiuto; e ci dividiamo in più gruppi. Noi con Sergia e Nora vediamo:

Torre bianca faceva parte delle mura turche; nel 1826 fu teatro di un massacro di giannizzeri ad opera dei turchi; bei particolari architettonici e vista del lungomare Kostantinou – torre della televisione – chiesetta bizantina recenteArco di Galerio Imponente : belli i 4 bassorilievi

Agia Pantaleon molto bella e ben inserita in una piazzetta, bizantina, è del 1340, danneggiata con il terremoto del 1978

Agia Paraskevi o Archeropita “non fatta da mani umane”: basilica paleocristiana con resti di pavimento musivo e volti tra un capitello e l’altro in fine decoro a mosaico; 3 grandi eleganti lampadari

Santa Sofia esterno troppo triste di aspetto ! basilica primitiva a cupola, decorata con mosaici VI sec; 2 lampadari con draghiOdos (via) Aristotele – Mercato, ma è pomeriggio e sta chiudendo; siamo nel mezzo del quartiere turco della Kastra – antichi bagni –

Panaghia Chalkeon piccola chiesa dei fabbri” o della Madre di Dio è un capolavoro bizantino, con decorazione a mattoni. Sembra che non sia visitabileArcheo Agorà, antico foro romano, piazza 100x65 m., con rovine. Salonnico è stata una scoperta interessante ed è risultata con numerosi luoghi da vedere; durante la visita spesso veniva spontaneo il raffronto con Ravenna e i suoi edifici paleocristiani o a croce greca, con decorazioni a mosaico decisamente superiori. Ma anche Salonicco vale la pena di essere vista; certo che l’approccio per visitarla non è facile ed occorre fissarsi prima un preciso itinerario sulla mappa, per gestirsi la visita in modo soddisfacente. Partenza da Salonicco in autostrada o superstrada. Sempre a pagare tariffe per tratte brevi. I pagamenti autostradali sono uno dei temi più gettonati che tengono banco coi cb. Passiamo di fianco al monte Olimpo 2917 m. èd è l’occasione per parlarci, sempre al cb, di quanto i Greci se la facessero con la mitologia. Sosta a Platamonas sul mare. Passeggiata per le viuzze che consentono di guardare pescherie con pesce fresco, e

spesa in mini-supermercato. 3/1/2012 Si riparte. Si attua la decisione di saltare Delfi che era nel programma di viaggio ma che per ragioni di opportunità l’organizzatore ha ritenuto di non fare, e si punta dritti all’Attica, su ATENE. Arriviamo nel pomeriggio e ci sistemiamo al campeggio Camping Athens, sulla vecchia strada per Korintos tel. 210-5814114 www.campingathens.com.gr, [email protected], per il taxi: camping Atene 198 LEOF ATHINON. E’ rumoroso, però ha numerosi pregi: è in mezzo a un uliveto, dei buoni servizi, acqua e docce calde, la titolare sig.ra Elena sempre pronta a dare informazioni in italiano, e la linea bus A15 e B15 davanti all’ingresso e con attraversamento-pedonale “da kamikaze suicida” che porta alla fermata del metro di Larissa Station per girare agevolmente tutta la città; è a 7 km. dal centro. 4 e 5/1/2012 Subito ci dirigiamo all’ACROPOLI, una vera fortezza naturale costituita da una collina e da un complesso di edifici senza eguali che sorge sui declivi e sulla sommità. Ai piedi dell’Acropoli è situato il nuovo museo dell’Acropoli, inaugurato nel 2009, di architettura ipermoderna, dove sono stati collocati i marmi: i fregi e le metope del Partenone (che ora non sono più là, a differenza del ns. primo viaggio qui), le cariatidi dell’Eretteio, ecc…Sostiamo nell’antico Teatro all’aperto di Dionisio, dove i cittadini ateniesi si esibivano a turno nel coro delle tragedie greche; nei gradini ci sono ancora le incisioni dei nomi dei dignitari che avevano diritto ad occuparli – Odeon di Erode Attico. Nella strada che va su verso il Partenone, vicino alla biglietteria, Gino incontra una guida in lingua italiana senza la placca di chi fa questo mestiere professionalmente e con ricchezza di indicazioni, in particolare mitologiche, ci facciamo gli edifici della parte alta dell’Acropoli. Entriamo passando per l’ingresso principale e monumentale: i Propilei, struttura mai completata, che (in particolare la sezione centrale) è servita da modello in età neoclassica (XIX sec.) come alternativa al modello romano dell'Arco di Trionfo, quali quelli nella Konikplatz a Monaco di Baviera, ma soprattutto alla Porta di Brandeburgo a Berlino; sono in marmo pentelico, molto chiaro con venature verdi, la cui cava più importante è a 5 km a nord-est di Atene (vicino all’aeroporto) alla base del Monte Pentelico. Entrati, guadiamo il panorama sulla valle, dove vediamo il rione del ceramico o del vasaio, con relativa necropoli e, sempre in basso nella valle, il grande tempio Theseion, dorico, con 13 colonne nel lato lungo: sorge in un quartiere che sin dai tempi più antichi era tradizionalmente occupato da officine di fabbri e di caldera; si ritiene che sia stato iniziato nell’anno 449 a.C. e portato a buon punto in 5 anni.

Sulla collina: il Tempio di Athena Nike tempio piccolo, ionico tetrastilo anfiprostilo: per scrivere più semplice, vuol dire che ha 4 colonne sia sulla facciata del davanti che su quel-la del didietro ! – il Partenone dedicato alla dea Atena, domina sul promontorio dell'Acropoli come a ricordare il periodo di splendore dell'antica Grecia. I lavori di costruzione terminano nel 438 a.C. dopo 9 anni di lavori; è una delle grandi opere pubbliche fatte costruire da Pericle quando Atene visse il culmine della sua potenza. E’ un tempio dorico realizzato con marmo locale; la presenza di particelle di ferro nel marmo conferi-sce al monumento un colore dorato al tramonto. E’ stato progettato dall'architetto greco Ictino che riprese un progetto iniziato sotto Cimone; largo circa 30 m. e lungo 69 m.. Le colonne dorico-ioniche interne sorreggono il tetto; lo stile del capitello è dorico. Il nome Partenone deriva dalla presenza di una colossale statua di culto di Atena Parthenos nata dalla testa di Zeus. Oltre ad essere un luogo di culto, il tempio del Partenone venne utilizzato anche come tesoreria di Atene e della Lega delo-attica. Nel V secolo d.C. venne rimossa la statua di Atena e trasferita a Costatinopoli dove sono andate perdute le tracce. Sotto la dominazione bizantina il Parte-none venne convertito nella chiesa cristiana della Tehotokos (Madre di Dio); con la trasformazione in chiesa andarono perdute una parte delle colonne interne ed alcuni muri della cella del tempio. Caduta Atene sotto la

dominazione turca nel XV secolo, il Partenone venne trasformato in moschea e nel corso della guerra tra otto-mani e veneziani venne utilizzato come deposito della polvere da sparo e parzialmente distrutto nel 1687 a causa di una esplosione che mandò in pezzi il tetto ed una parte delle colonne laterali. A partire dal 1700 le pit-toresche rovine del Partenone iniziano a trasformarsi in una meta di studio e di viaggio per studiosi provenienti da ogni parte di Europa. Alcuni marmi sono raccolti (con o senza permesso) e portati in patria dagli studiosi. Per questa ragione alcuni musei come il Louvre di Parigi o il British Museum di Londra ancora oggi espongono i resti dei marmi del Partenone. I fregi del Partenone sono custoditi a Londra nel British Museum. Nel 1801 l'ambasciatore britannico in Turchia ottiene il permesso dai turchi di mettere in salvo le sculture dell'acropoli che poi rivende al museo inglese. All'inizio dell'Ottocento l'Acropoli era in stato di abbandono ed era utilizzata dai turchi come cava e materiale di spoglio per le nuove costruzioni. Al termine della guerra contro i turchi sono state rimosse tutte le costruzioni ottomane o medievali per riportare l'Acropoli al suo stato classico – l’Eretteo tempio capolavoro di stile ionico, dedicato agli eroi ateniesi; architetto Filòkles. Realizzato su ter-reno con molto dislivello: edificio simmetrico, che fu utilizzato anche come chiesa e come harem. A N:di finissi-ma fattura sculture dei capitelli, soffitto a cassettoni. A S: il portico delle Korai o Cariatidi, uno dei più celebri monumenti al mondo: soggetta alta 2,60 m. sostenuta anziché da colonne da 6 stupende statue di korai alte 2,30 m., figure femminili rivestite di peplo ionico. Una cariatide era stata portata a Londra da lord Elgin, e ora anche le altre sono copie perché le originali sono messe nel Museo dell’Acropoli per preservarle dalla corro-sione. Durante la nostra visita poi dietro avevano un telo in stoffa scuro che ha fatto perdere parte dell’effetto visivo.- Dopo l’Acropoli, ciascuno è libero. E allora per noi Atene è andare alla scoperta di quello che avevamo visto dall’alto e che ci è sembrato il cuore pulsante di Atene. Quindi: Agorà e zona della PLAKA. Presa via dell’Areopago giungiamo dove era il centro della vita pubblica di Atene: l’Agorà. Ci soffermiamo a vedere gli scavi dall’esterno (non si entra) ma anche quello che c’è intorno fatto di buganvillee fiorite, un mercato, ristorantini e di venditori, in particolare di musica (acquisto di cd). – Pranzo al ristorante con tanti assaggini: davvero gustoso. Torre dei Venti: molto interessante è di marmo e di forma ottagonale; sembra un bell’edificio moderno. Invece è stata costruita nel I secolo a.C. dall'astronomo siriano Andronico e aveva diverse funzioni: era un indicatore dei venti, un orologio ad acqua, una meridiana, una bussola. Inoltre su ogni lato era decorata una figura volteggiante che rappresentava i punti cardinali. Il pomeriggio a girare per la PLAKA è appagante: è la zona più vecchia della città, abitata da quasi 7000 anni e perciò non è stata stravolta dagli scavi come in altre zone. Anche per questo, la Plaka è la zona più turistica di Atene: tra le sue stradine si celano monumenti, palazzi e chiese bizantine o con qualche residuo ottomano, che si affiancano a negozi e ristoranti, creando un ambiente in cui convivono presente e passato, cultura e divertimenti, profano e sacro. Qui il tempo sembra essersi fermato a circa 200 anni fa, quando Atene, ancora sotto il secolare ed oppressivo dominio ottomano, si era oramai ridotta ad un piccolo borgo arroccato sui pendii dell'Acropoli. Un borgo che è giunto fino ai giorni nostri quasi inalterato, con le sue viuzze, le casupole, le minuscole chiesette di epoca bizantina ma anche un grande numero di siti archeologici vecchi di millenni che rendono questa zona, l'area abitata più antica della città. L'intera zona, riconosciuta come patrimonio storico, è stata quasi interamente chiusa al traffico, ristrutturata e pedonalizzata. Formata attualmente dai quartieri di Plaka – Monastiraki – Anafiotica – Psiri – Thissio, questa zona, appunto, consente di rivivere in parte sia l'Atene di epoca bizantina ed ottomana e sia quella neoclassica del 1800. Ma non solo, essendo sorti su antiche fondamenta, questi quartieri offrono passeggiate che ripercorrono gli stessi itinerari utilizzati da antichi ateniesi come Pericle, Sofocle o Platone. La maggior parte delle strade è chiusa al traffico, e quindi si passeggia tra i tavolini dei ristoranti all'aperto, le piazzette e le botteghe. Le stradine sono

affollate da greci e turisti, i camerieri invitano a sedersi, nei negozi si trovano i souvenir tipici, e sui marciapiedi, i classici personaggi: musicisti, madonnari, fiorai, fotografi, burattinai e artigiani, ma attualmente anche tanti che chiedono la carità.XXXXXXXX

Molto del fascino della Plaka è dato dalle sue chiese del passato: qui a piedi si trovano alcuni dei monumenti più belli di Atene e numerose chiese bizantine. Ne abbiamo contato 6, tra cui la Agios Nikodimos e la piccola chiesa Metropoli al cui fianco sorge la grande Metropoli, cattedrale di Atene. Moschea Tzistarakis. Il Monumento di Lisicrate è un tempietto circolare: esempio meglio conservato di opera coregica, cioè di commemorazione eretta in onore dei coreghi, ricchi ateniesi che patrocinavano gli spettacoli teatrali; questo è sormontato da un tetto ionico decorato con foglie d'acanto e delfini.Anafiotica è il piccolo gruppo di case sopra la Plaka, a ridosso dell’Acropoli: la zona pren-de il nome dai suoi primi abitanti, i muratori dell'isola di Anafi, celebri per la loro bravura, e spediti qui nel 1830, dopo la Rivoluzione greca, per ricostruire la città. E qui sembra dav-vero di essere su di un'isola greca: case sono basse e bianche, scalette, viuzze e piccole chiese (meglio sarebbe esserci di sera, per ammirare il panorama illuminato di Atene).

Arrivare alla Plaka è molto semplice: questa zona si trova sotto l'Acropoli ed è attraversata da due arterie principali, Kydatheneon e Adrianou (facile udire qualcuno che suona un bo-zouki). Anche la mattina dopo torniamo alla Plaka, al suo centro che è piazza Monastiraki; fatta la zona pedonale di Odos Adrianou ed Ermou prima delle 12 raggiungiamo a piedi Piazza Sintagma dove c’è il Parlamento ed assistiamo al cambio della guardia degli eu-zoni.

Gli euzoni sono soldati scelti di fanteria da montagna dell'esercito greco Costituiscono la guardia d’onore del palazzo presidenziale (fino al 1974, palazzo reale) e hanno un ruolo prevalentemente cerimoniale. Noti per la loro caratteristica divisa: fez in panno rosso con nappa di seta nera; camicia bianca con ampie maniche; gilet nero con ricchi ricami ; gon-nellino bianco a pieghe; calzamaglia bianca (rossa per gli ufficiali); cintura di cuoio con cartucciera; pantofole in pelle rossa con punta ricurva e pompon nero. Corpo fondato nel 1921, è notissimo per svolgere, ogni ora il cambio della guardia davanti al bassorilievo del Milite Ignoto. Non abbiamo voluto perderci questa tradizione.

Percorriamo la strada che va verso il Likabetto e nella zona di piazza Sintagma ci sono i camion con i militari in divisa antisommossa: casco, scudo, ….Raul scatta alcune foto e viene subito fermato dalla polizia, poi un ufficiale verifica la fotocamera e dopo un poco di discussioni saluta; è andata OK. Saliamo, saliamo a piedi (stavamo quasi rinunciandovi) per giungere finioalla stazione della funicolare, attraversiamo il quartiere- bene di Kolonaki dove le boutique espongono generi di lusso. Prendiamo la funicolare (non risparmia molta fatica: bene in vista la pubblicità del liquore Metaxa), e arriviamo fino in cima: E’ la collina più alta di Atene, 277 m.: di qui si può vedere tutta la città e come si sia sviluppata senza un piano regolatore. Alla base della collina crescono boschetti di pino, mentre sulla sua vetta si trovano la Cappella di S. Giorgio (costruita nel XIX secolo), un teatro e un ristoran-te: niente di significativo: solo il panorama.

Noi decidiamo di tornare al camping non troppo tardi, per goderci un po’ l’uliveto in mezzo a cui sono i nostri camper, raccogliere qualche baccello di carruba, e a sera andare a pas-seggiare nel quartiere periferico dove sorge il campeggio, che ha piazze che sembrano giardini terrazzati e ristoranti parecchio affollati: nulla di tipico. Vediamo però molti esercizi e laboratori che hanno chiuso ed è rimasta solo l’insegna: i segnali della crisi che stringe.In questi 2 giorni abbiamo verificato che il livello dei mezzi pubblici di Atene è buono (biglietto a 4 € per tutta la giornata bus e metro, oppure a tempo, costo minore, differenziato se meno o più 60 anni). La metropolitana di Atene l’abbiamo provata in più spostamenti per la città (linea rossa) e abbiamo verificato che è un vero e proprio gioiello da annoverare tra i “siti” ateniesi da non perdere; è considerata a ragione come una delle più belle e funzionali metropolitane del mondo; caratterizzata per belle stazioni, comodità e pulizia! Tra le più belle stazioni: Sintagma (con testimonianze archeologiche) e Monastiraki che, all'interno di un edificio neoclassico di fine '800, ospita una sala in cui è possibile vedere (attraverso lastre di vetro) l'antico letto del fiume Eridanos così come scorreva più di 2500 anni fa.

Venerdì 6/1/2012 Direzione Corinto; Piero come al solito ha verificato prima con il gps il percorso. Si parte da Atene; si raggiunge l’istmo, piove; non vediamo “gli altissimi ponti” che erano nel programma, ma solo un canale abbastanza stretto. Siamo nel nord del Peloponneso, staccato artificialmente dalla Grecia continentale da quel canale. Andiamo a cercare la zona archeologica di Corinto; non c’è segnaletica. Ci sono stazzi di pecore e capre in ambiente selvaggio. Arriviamo alla zona degli scavi; ma è chiusa; pioviggina. Una parte di noi scende con l’ombrello e dà un’occhiata di qua dal recinto, immaginando l’antica Corinto, in tempio di apollo, quello di Ottavia, e l’agorà con le tante botteghe di ceramica, lavorazione per cui questa città divenne famosa in tutto il Mediterraneo. Non ci chiediamo dove fossero gli ambienti dove si praticava la dissolutezza dei costumi, e che incentivava tanto la predicazione dell’Apostolo Paolo…….Riprendiamo l’itinerario e giungiamo alla cittadina di Diakofto che e’ la base di partenza per le escursioni dirette verso le pittoresche gole di Vouraikos, considerata la zona più selvaggia di tutta la Grecia http://www.youtube.com/watch?v=9cnppZ1CKD4 Stasera, vicino alla stazione, ci sistemiamo su un piazzale sterrato. Domattina si va in trenino fino a salire a 800 m. e poi a piedi per raggiungere il monastero: sappiamo che sarà una bella esperienza. Intanto adesso andiamo in giro a guardare gli agrumeti carichi di limoni.

Sabato 7/1/2012Prendiamo il trenino. Gino è un po’ scosso dal costo del biglietto, superiore alle informazione che aveva lui. La ferrovia Diakofto – Kalavryta è lunga 22 Km con scartamento; è gestita dalle ferrovie Greche (OSE); inaugurata nel 1896, ha una pendenza massima del 33 per mille ad aderenza naturale e 145 per mille con cremagliera. Diceva il programma di viaggio: <Diakofto è sul mare ma noi non siamo li per fare il bagno in

gennaio ma per prendere il trenino…>, e invece abbiamo fatto il bagno, quello dal cielo, nella nottata, con fortissime raffiche di vento e con bufera. Il treno lo prendiamo ugualmente; gli addetti sono 2, un conduttore e un aiuto; il percorso passa su ponti sospesi, attraversa gole e canyon, costoni a strapiombo, gallerie strettissime, boschi, torrenti con acqua a turbinio: insomma, paesaggi bellissimi. Dopo un po’ il conduttore scende per togliere rami dai binari; poi scende ancora per togliere sassi. Poi il treno si ferma su un ponte sospeso e viene diffusa la notizia: il treno non prosegue perché sui binari c’è una frana. E' vero, pochi metri davanti al treno una bella frana, non rimovibile a braccia e in poco tempo. Dietro front (la prima e l'ultima carrozza sono a motore). Per il ritorno alla stazione di partenza, ma le porte non ne vogliono più sapere di stare chiuse. Decisione drastica.. bloccano le porte dall'esterno e si riparte per il ritorno alla stazione, dove viene restituito il costo del biglietto. Però, causa le avverse condizioni atmosferiche, Kalavryta e il monastero di Aghia Lavras (del X sec.; così importante per i greci per la lotta di liberazione contro i turchi, nel 1821 venne dato qui in segnale dell’insurrezione greca) e il santuario di san Mega Spileo per ora rimangono un miraggio….Ci spostiamo. Lungo strada vediamo una antica fortezza con pianta a stella: decidiamo di visitarla; il cancello è chiuso ma dall’interno un addetto ci informa che i dipendenti del Ministero della Cultura, a cui anche lui appartiene, hanno dichiarato sciopero, “strike”, a oltranza perché non vengono più riconosciuti gli straordinari; e come loro ci informa che sono in sciopero altre categorie quali i farmacisti, i medici ospedalieri, ecc… Giunti a Patrasso, cerchiamo un grande supermarket per fare spesa di generi alimentari greci, soprattutto dei loro vini (gli sconti evidenziati sui cartellini erano riservati ai soli possessori della carta del supermercato; una signora che era in fila con noi alla cassa ci ha gentilmente fatto fare lo sconto utilizzando la sua carta.) . Poi al porto, dove troviamo la sistemazione per la notte e, fatto il ceck-in, fino all’imbarco. Avendo tempo, ci mettiamo in tanti in un camper e andiamo a vedere la parte alta della città, intenzionati a visitare kastrum. Ma è tutto chiuso, evidentemente per lo sciopero. Allora facciamo un giro a piedi nella cittadella, con la vista del mare e dall’alto dominiamo tutta Patrasso.

8/1/2012 Ultimo giorno di permanenza in Grecia. Abbiamo tempo per visitare ancora Patrasso, che nel 2006 è stata capitale europea della cultura. Prima un monastero, poi il cortile di un centro negozi/divertimenti, e giungiamo davanti alla cattedrale di S. Andrea, protettore della città. L’edificio sacro è recente, si presenta grandioso all’esterno e bello all’interno. Troviamo una signora che ci spiega chi era S. Andrea, alla cui cattedrale dedichiamo abbastanza tempo. Poi ci spostiamo verso il centro, in un po’ di vie pedonali, trovando Patrasso meno anonima di quanto lo siano solitamente le città di porto. Un gruppetto di clandestini (moltissimi nelle vicinanze che attendono da giorni qualche sistema per imbarcarsi) cerca di nascondersi in dei camion nelle vicinanze, sotto i teloni, sotto al telaio, nel cassone degli attrezzi. Scoperti dalla polizia, vengono allontanati. (pare che abbiano tentato di entrare anche in alcuni gavoni dei camper). E' la forza della disperazione per cercare vita migliore.E’ l’ora del ritorno - Imbarco: di nuovo Compagnia Anek Lines alle ore 17 e arrivo ad Ancona il lunedì 9 gennaio almeno con un’ora di ritardo. Siamo a casa verso le 20. Rosanna non va in ufficio, ci penserà il giorno successivo…Prima dell’imbarco sulle 15, usando alcuni sgabelli come tavolini, abbiamo messo in comune diverse bottiglie di spumante per brindare: ognuno voleva stappare ! Il viaggio è andato bene. La compagnia, che in parte non si conosceva, ha funzionato. L’organizzatore del Camperclub “Orsa Maggiore” di Casalecchio di Reno (BO), Gino Prando, è sempre stato in testa; nella fase preparatoria non ha curato tutti gli aspetti, ma ha saputo compensare in corsa coinvolgendo le varie energie del gruppo per la riuscita del viaggio. Arrivederci a tutti.

Febbraio 2012Rosanna e Raul Tassinari –

cell. 3476072846 Raul 3493418659 Rosanna

Guide e documentazione utilizzata:TCI – Guida d’Europa Ed. 1977Meridiani n. 101 – GreciaItinerari e Luoghi n. 41 – ottobre 1995 “Grecia-Il cielo sulle Meteore”

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APPUNTI:

ATENE è la capitale della Repubblica Ellenica e fu la prima città del mondo ad adottare una for-ma di governo democratico storicamente accertata.Attualmente l'area urbana intesa in senso ampio ha circa 5.000.000 di abitanti; è la quinta capitale più popolosa dell'Unione europea e fortissimo è stato il fenomeno della conurbazione da tutte le parti della Grecia verso la capitale. Ha più del 35% degli abitanti di tutto il Paese, che sono quasi 11 mln. Atene è una metropoli cosmopolita ed è il centro economico, finanziario, industriale e culturale della Grecia, e ha una notevole importanza a livello europeo ma anche mondiale. È nota in tutto il mondo per la nascita della democrazie (parola che letteralmente significa “governo del popolo”) dove i cittadini si riunivano in piazza, nell’agorà. Atene è nota per essere stata la sede dell'accademia di Platone e il liceo di Aristotele 384 a.C. – 322 a C., è stato un filosofo e uno scienziato, noto come il "filosofo dell'immanenza", concetto metafisi-co (antitetico a quello di trascendenza) che si riferisce alla qualità di ciò che è immanente, ossia ciò che risiede nell’essere, ha in sé il proprio principio e fine e, facendo parte dell’essenza di un sogget-to, non può avere un'esistenza da questo separata.. È considerato una delle menti filosofiche più in-novative, prolifiche e influenti del mondo antico occidentale, dove era stimato come l'emblema del-l'uomo sapiente per la vastità dei suoi campi di conoscenza, di cui fu un precursore di scoperte ol-tre che aver dato i natali a Socrate, Pericle, Sofocle, e molti altri filosofi e personaggi importanti del mondo antico. È stata inoltre una fiorente Polis, Città-Stato, ed è considerata la culla della civiltà occidentale. Di recente è stata al centro dell'attenzione di tutto il mondo per aver organizzato nel 2004 i Giochi della XXVIII Olimpiade nel 2004 (evento dispendioso che viene messo alla base del-l’attuale crisi economico-finanziaria del Paese) e per l'inaugurazione del nuovo Museo dell’Acropo-li nel 2009, che ha riaperto il dibattito riguardante i Marmi del Partenone.

La protettrice della città è la dea Atena, raffigurata sia sulla bandiera che sullo stemma della città.

Il periodo che va dalla fine delle guerre persiane alla conquista della Macedonia, segna l'apice di Atene come centro dell’arte, della letteratura e della filosofia. Alcune delle più importanti figure della storia culturale ed intellettuale dell'Occidente vissero ad Atene in quel periodo, come i trage-diografi Eschilo, Sofocle ed Euripide, il commediografo Aristofane, i filosofi Aristotele (a cui è de-dicata una delle vie principale e più centrali di Atene), Socrate e Platone, tanti storici che ci hanno consentito di ricostruire il passato, e lo scultore FIDIA. Lo stesso Perle affermò che Atene era la “scuola dell’Ellade”.

FIDIA – Si sa poco di lui, se non che era nato ad Atene e che è noto coome lo scultore del Parten-done. La sua prima opera conosciuta è la colossale statua bronzea di Atena Promachos eretta sull’Acropolo di Atene nel 460 a.C. Già famoso bronzista, in seguito Pericle lo scelse per sovraintendere ai lavori del nuovo tempio dedicato ad Atena, il celebre Partenone. Per il si-mulacro del tempio realizzò la colossale statua di culto crisoelefantina (cioè rivestita d’oro e di avorio) dell’Atena Parthenos, dedicata nel 438 a.C. Realizzò quindi i modelli per le scul-ture dei due frontoni, per le 92 metope del fregio esterno e per il fregio interno (processione delle Panatenee), che decorava il muro della cella. Tali grandi lavori vennero eseguiti con molti discepoli e allievi. Lavorò poi ai Propilei, il monumentale ingresso alla città fortificata. In tali lavori, oggi quasi interamente al British Museum (Collezione Elgin), molte figure sono rappresentate sono realizzate con la peculiare tecnica del panneggio bagnato ideato dal-lo stesso Fidia.

A Olimpia - Nel 438 a.C., in seguito all'incendio della sua dimora, si spostò ad Olimpia, dove ri-cevette l'incarico di realizzare una nuova e colossale statua crisoelefantina di Zeus Olimpio, situata all’interno del tempio di Zues ed annoverata tra le 7 meraviglie del mondo; la statua, purtroppo, è andata perduta.

Scultore dell'Acropoli di Atene - La sua prima opera conosciuta è la colossale statua bronzea di Atena Promachos eretta sull’Acropoli di Atene nel 460 a.C. Già famoso bronzista, Pericle lo scelse per sovraintendere ai lavori del nuovo tempio, il Partenone. Per il simulacro del tempio realizzò la colossale statua di culto crisoelefantina dell’Atena Parthenos, dedicata nel 438 a.C. Realizzò quindi i modelli per le sculture dei due frontoni, per le 92 metope del fre-gio esterno e per il fregio interno (processione delle Panatenee), che decorava il muro della cella. Tali grandi lavori vennero eseguiti con molti discepoli e allievi. Lavorò poi ai Propilei, il monumentale ingresso alla città fortificata.

Quando rientrò ad Atene da Olimpia,fu vittima delle lotte politiche ateniesi: per screditare il suo protettore, Pericle, fu accusato di essersi appropriato di una parte dell’oro da utilizzare per l’Atena Parthenos. Fidia riuscì a provare la sua innocenza solo smontando e facendo pesare le parti d’oro della statua. Prosciolto da quest'accusa, fu però nuovamente accusato, questa volta di empietà, per essersi raffigurato insieme a Pericle sullo scudo della dea. Venne prima imprigionato e, quindi, esi-liato ad Olimpia, dove morì.

Stile - Fidia si caratterizza per una rappresentazione realistica dell’anatomia umana, idealizzata con la maestà e serenità delle figure. I suoi bassorilievi sono notevoli per rigore compositivo e senso ritmico, staccandosi dalla staticità dei grandi fregi orientali: nella processione delle Pa-natenaiche vengono inseriti dei contrappunti, come personaggi girati all’indietro, e la compo-sizione si articola per linee curve, convergenti e divergenti. I personaggi sono ben distinti e scalati, dando l’impressione dell’affollamento di molti individui e non di un ammasso indiffe-renziato. È da rilevare inoltre la grande cura dei particolari: ad esempio, nel frontone orientale del Partenone, raffigurante la nascita di Atena, si distinguono le vene sporgenti del cavallo di Selene.

*****DODONA: Nella città di Dodona si trovava un oracolo dedicato a Zeus, il dio del fulmine re del-l'Olimpo, e la Dea Madre, identificata con Dione; secondo quanto riportato da Erodono, Dodona fu il più antico oracolo di tutta la Grecia, datandolo in epoca pre-ellenica, forse addirittura risalente al II millennio a.C. I sacerdoti e le sacerdotesse interpretavano il fruscio delle foglie di quercia o di faggio per predire il futuro e assicurare la benevolenza delle divinità. I Selli, gli abitanti di Dodona, erano invece incaricati di custodire l'oracolo e i suoi beni

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Da vedere in un altro viaggio in Grecia:l’Epiro più ampio e le Meteore in primaveraVerghina e la tomba di Filippo IISalonnico: piazza Metaxa; la chiesa dei 12 Apostoli; S. Demetrio; le mura; S.Giorgio (rotonda) – piccola chiesa Osios David – quartiere turco KastraTornare a DelfiAtene: ancora Plaka; e poi Ceramico e Dipilon e Theseion, il Museo con fregi Partenone, Museo Archeologico nazionale con maschera di Agamennone – Museo arti delle isole Cicladi al quartiere Kolonaki (pare abbia tratto ispirazione Picasso)il Peloponneso, con le sue fortezze, Sparta, Mistras, MethoniCreta /per la parte est: “Itinerari e Luoghi” n. 220 di febbraio 2012 da pag. 30