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MA SIAMO ANCORA CAPACI DI SOGNARE LA VITA? DI VINCENZO TESTA «Progettiamo il bello» Dal messaggio inviato per la 39ª Giornata nazionale per la vita, che si celebra oggi, un invito all’impegno per l’educazione. Virginia Coda Nunziante: «Ripartiamo da famiglia e scuola» DI SIMONA GIONTA l sogno di Dio si realizza nella storia con la cura dei bambini e dei nonni. I bambini “sono il futuro, sono la forza, quelli che portano avanti. Sono quel- li in cui riponiamo la speranza”; i non- ni “sono la memoria della famiglia. So- no quelli che ci hanno trasmesso la fe- de”». Cita papa Francesco il messag- gio del Consiglio permanente Cei – dal titolo “Donne e uomini per la vita nel solco di Santa Teresa di Calcutta” – per la 39ª Giornata nazionale per la vita, che si celebra oggi. E sul quale abbia- mo sentito Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la vita. Il messaggio dei Vescovi inizia con un riferimento al Papa e alla dimensio- ne del sogno che attraversa tutte le età. Ognuno ha questo ideale di una vita da poter sognare, poter pensare e pro- gettare le cose più belle. Dobbiamo auspicare, però, che nessun bambino sia sottratto a questo bellissimo so- gno. Un sogno nel solco di Madre Teresa che il messaggio omaggia come figu- ra di riferimento. Nell’ultimo secolo abbiamo avuto due santi fortemente legati alla difesa del- la vita: Madre Teresa e Padre Pio. La prima ha dedicato tutta la sua esi- stenza ad alleviare le ferite degli altri. Mi colpisce sempre il suo discorso per il Nobel per la pace che con tutto il suo candore e la sua umanità ha pronun- ciato davanti ai grandi del mondo: “Non ci sarà pace fino a quando ci sarà anche solo un aborto”. Sembra che siamo in una società che più che difendere la vita celebri la morte. Ha ragione. Perchè? Finchè l’uomo commetterà il male e continuerà ad uccidere i propri figli non ci potrà mai essere la pace nel mondo, come dice- va Madre Teresa. Un contrasto forte nella vita umana, nell’ottica cristiana anche la morte, però, non è altro che l’inizio della vera vita, quella eterna. Ritornando al messaggio dei Vescovi, si parla di “educare alla vita”. Secon- do lei come si fa? Partendo dalla famiglia e nelle scuo- le. Fin dall’infanzia è importante far capire la bellezza e il rispetto di ogni I « vita, anche la più fragile. Oggi la fami- glie si è disgregata, mentre a scuola non se ne parla più. Tra il 2014 ed il 2015 c’è stato un calo degli aborti in Italia ma un boom del- la pillola “dei 5 giorni dopo”. Una situazione drammatica. E’ vero che sono diminuiti gli aborti chirurgici ma sono aumentati quelli “fai da te”. Parlando con gli psicologi, è chiaro che l’aborto lascia delle tracce dram- matiche sulle donne. Dobbiamo te- ner conto che educare alla vita vuol dire far capire che questa non è mai u- na soluzione. Si rivendica la libertà di scelta. Si ma è la scelta di una persona con- tro un’altra. Il bambino viene visto co- me un fastidio per mille possibili mo- tivi, anche molto seri, ma è la preva- ricazione di un essere contro un altro più debole che non si può difendere. La libertà è solo da una parte. Ci sono tante possibilità per “lasciare” un bambino, l’aborto non dovrebbe mai essere la scelta. Stiamo andando sempre più verso u- na politica denatalista ? Sì, ma è possibile invertire la tenden- za. Dobbiamo spingere per promuo- vere leggi pro famiglia e vita altrimenti la crisi si acuirà. Sono in discussione le proposte di legge pro eutanasia e l’uso di biotec- nologie per la procreazione. E’ impensabile uccidere una persona così. Una delle proposte di legge pre- vede addirittura la possibilità di in- terrompere la nutrizione. La vita va di- fesa dalla procreazione alla morte. La stessa cosa vale per le fecondazioni. Assistiamo ad uno svilimento del cor- po femminile. Basti pensare all’euge- netica, alle banche del seme con cui poter scegliere la perfezione. Siamo arrivati alla “mostruosità” dell’uomo pur di rivendicare un diritto al bam- bino. «Al lavoro con Caritas Italiana» ercoledì 8 dalle ore 9.30 alle ore 16.30 al Centro pastorale della diocesi di Porto- Santa Rufina (Via della Storta, 783 00123 Roma) si tiene l’annuale incontro di Caritas Italiana con la delegazione regionale di Caritas Lazio. Il ve- scovo Reali, delegato della Conferenza episco- pale laziale, e don Cesare Chialastri, delegato re- gionale, introdurranno la giornata di ascolto, studio e progettazione. Il direttore nazionale don Francesco Soddu, che interverrà con un contributo programmatico, auspica «che, sulla base del magistero di Papa Francesco e delle evidenze che emergono dai da- ti offerti, nell’incontro si possa svolgere un di- scernimento per individuare – secondo il me- todo indicato dal Santo Padre a Firenze – alcu- ne priorità sulle quali sviluppare un lavoro co- mune». Simone Ciampanella M delegazione regionale I bambini e i nonni al centro del messaggio per la Giornata ALBANO IN PREGHIERA PER CHI SOFFRE a pagina 3 ANAGNI IL «TAVOLO DI FOLGARIDA» a pagina 4 C. CASTELLANA PORTATORI DEL PANE DEL CIELO a pagina 5 CIVITAVECCHIA INSIEME COME FRATELLI a pagina 6 FROSINONE NELLA LUCE DI GESÙ a pagina 7 GAETA «ALZARE BARRIERE NON CI SERVIRÀ» a pagina 8 LATINA UN «BOOM» DEMOGRAFICO a pagina 9 PALESTRINA LA NUOVA PROSPETTIVA a pagina 10 PORTO-S. RUFINA I DIPLOMI ALLA «TISSERANT» a pagina 11 SORA «PASTORAL MORAL GUIDANCE» a pagina 13 TIVOLI I MALATI AL CENTRO a pagina 14 LAZIO SETTE e l’amore comincia con l’ascolto, però non si ferma lì, ma richiede l’azione. Amare non è un bel sentimento da scrivere sul proprio pro- filo su whatsapp, non è una bella emozione da provare in qualche espe- rienza spirituale. Amare è fare qualcosa per qualcun altro. È agire perché l’altro possa stare meglio. Proprio così. La carità è un fatto che accade, che succede. Può essere esibito o nascosto; può essere accolto o rifiuta- to; può essere persino un’azione bella o brutta. Ma è proprio una cosa che accade. E Dio è specialista nell’amare. Perché “Egli parla e tutto è fat- to, comanda e tutto esiste” (Salmo 33 (32), 9). Dio è davvero amore per- ché è l’unico che può fare della sua parola, del suo pensiero, della sua volontà divina, un’azione che crea, che chiama all’esistenza. È così che Dio ci ama: facendo ogni cosa per noi. Così che noi, credenti, non ab- biam mica bisogno di qualche buon ecologista per farci scoprire che la natura è buona e va amata. Noi già lo si sa. C’è scritto nel nostro dna. Dio è amore. Crea per amore. Questo creato è fatto per amore! “Tutto l’uni- verso materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisu- rato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio.” Ci insegna papa Francesco nella Laudato si’ al numero 84. Così che noi quanto più sappiamo contemplare questo continuo agire di Dio, che rinnova il crea- to con il suo amore momento dopo momento, tanto più riusciamo a sco- prire come amare. La creazione o, meglio ancora, la sua contemplazio- ne – non estetica, o estatica, ma che cerchi Dio – sono la prima scuola dell’amore. Vedere come Dio ama ci permette di imitarlo, fa nascere in noi il desiderio di amare come Lui ama, di amare chi Lui ama. Francesco Guglietta S NELLE DIOCESI RIETI SISMA, CHE INSEGNA LA STORIA PASSATA? a pagina 12 Il linguaggio dell’amore di Dio Domenica, 5 febbraio 2017 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 DIOCESI LA GRANDE SFIDA DEI CONSULTORI a pagina 2 IL FATTO oesie, filastrocche, video e audio rigorosamente in dialetto. Questi gli ingredienti dell’evento che ieri si è svolto nell’Aula Magna del Liceo “Alberti” di Marina di Minturno, in provincia di Latina. Un’occasione per celebrare la Giornata Nazionale del Dialetto e delle lingue locali al fine di stimolare la cittadinanza alla memoria del passato linguistico e delle tradizioni letterarie. Oltre alle testimonianze della cultura dialettale diffusa nel territorio, è interventuto Vincenzo Luciani, scrittore e giornalista. Presenti anche varie rappresentanze del comprensorio e delle Pro Loco, una Delegazione dell’Unpli nazionale e il presidente regionale Claudio Nardocci. Promosso dall’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, Legautonomie Lazio, il centro di documentazione per la poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino”, il centro internazionale “Eugenio Montale”e l’Eip Italia, l’evento è stato coordinato dall’Unpli di Latina con la collaborazione delle Pro Loco di Minturno, Itri, Maenza e Cori, dell’Associazione IlFuturoLeSieci ed il patrocinio del Comune di Minturno. Il rappresentante provinciale dell’Unpli Valter Creo ha dichiarato: «Un grazie a tutti coloro che contribuiscono a far riscoprire le nostre radici dialettali che restano il modo più consolidato per riallacciarsi al passato e comprendere meglio il nostro presente». (M.D.R.) P Il linguaggio delle radici All’Istituto «Alberti» di Marina di Minturno si è celebrata ieri la Giornata del dialetto e delle lingue locali ognare non solo si può, si deve. Si, si deve sognare per vivere bene. Sognare, infatti, è un’arte, un modo di essere al mondo e di starci come donne e uomini veri. Come esseri umani che desiderano vivere felici. Uno dei modi di sognare è quello di guardare il cielo di notte, un “gioco” che in tanti abbiamo fatto e che, oggi, sembra essersi smarrito tra le pieghe delle storie quotidiane piene di non vita. Papa Francesco non ci sta a questo non gioco e ci invita a riappropriarci dell’arte di sognare. Lo fa spesso commentando la Parola o nelle udienze come ci ricorda il Consiglio Permanente della Conferenza episcopale italiana con il messaggio per la 39ª Giornata Nazionale per la vita e scrive: «Fa riferimento ai sogni dei bambini e dei giovani, dei malati e degli anziani, delle famiglie e delle comunità cristiane, delle donne e degli uomini di fronte alle scelte importanti della vita». Ogni volta, infatti, che siamo di fronte a scelte importanti questa meravigliosa facoltà di sognare si attiva e ci fa viaggiare oltre il tempo e oltre la storia proiettando i nostri desideri in un virtuale umanizzato dall’osare e dall’agire. Il sogno sognato può davvero realizzarsi. Non è una costruzione artificiale e virtuale e quindi falsa, ma profondamente umana, vera, autentica. E’ qualcosa di speciale che è stato il più importante avvio per la realizzazione del sogno di Dio. La Bibbia è piena di donne e uomini che hanno osato e agito sulla spinta dei sogni e, oggi, il sogno di Dio «continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie – ha detto papa Francesco nel suo discorso alle famiglie nel 2015 a Filadelfia– che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia; il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo, nessuno si senta superfluo o senza un posto». Di qui nasce, nell’ordinario della vita, la necessità di curare i bambini che sono il futuro e i nonni che sono la memoria della famiglia. Una famiglia che prendendosi cura dei bambini e dei nonni costruisce il futuro quando, per esempio, «resiste alle sirene di un’economia irresponsabile, che genera guerra e morte», quando «entra in una rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dalla logica della denatalità, dal crollo demografico favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale». Si tratta di un impegno per la vita che ascolta la voce dei sofferenti, «il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo» dice papa Francesco nel discorso di Assisi del 20 settembre 2016. Ed ecco l’invito a sognare è ripreso dal Consiglio Permanente della Cei che chiede alla Chiesa e all’Italia di saper sognare con le nuove generazioni di «apprezzare e sostenere storie di amore esemplari e umanissime, aperte a ogni vita, accolta come dono sacro di Dio anche quando al suo tramonto va incontro ad atroci sofferenze». S

Dal messaggio inviato per la 39ª Giornata nazionale per ... · solco di Santa Teresa di Calcutta” – per la 39ª Giornata nazionale per ... la vita: Madre Teresa e Padre Pio

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MA SIAMO ANCORA CAPACIDI SOGNARE LA VITA?

DI VINCENZO TESTA

«Progettiamo il bello»Dal messaggio inviato per la 39ª Giornata nazionale per la vita, che si celebra oggi, un invitoall’impegno per l’educazione. Virginia Coda Nunziante: «Ripartiamo da famiglia e scuola»

DI SIMONA GIONTA

l sogno di Dio si realizzanella storia con la cura deibambini e dei nonni. I

bambini “sono il futuro, sono la forza,quelli che portano avanti. Sono quel-li in cui riponiamo la speranza”; i non-ni “sono la memoria della famiglia. So-no quelli che ci hanno trasmesso la fe-de”». Cita papa Francesco il messag-gio del Consiglio permanente Cei – daltitolo “Donne e uomini per la vita nelsolco di Santa Teresa di Calcutta” – perla 39ª Giornata nazionale per la vita,che si celebra oggi. E sul quale abbia-mo sentito Virginia Coda Nunziante,portavoce della Marcia per la vita.Il messaggio dei Vescovi inizia con unriferimento al Papa e alla dimensio-ne del sogno che attraversa tutte leetà.Ognuno ha questo ideale di una vitada poter sognare, poter pensare e pro-gettare le cose più belle. Dobbiamoauspicare, però, che nessun bambinosia sottratto a questo bellissimo so-gno. Un sogno nel solco di Madre Teresache il messaggio omaggia come figu-ra di riferimento.Nell’ultimo secolo abbiamo avuto duesanti fortemente legati alla difesa del-la vita: Madre Teresa e Padre Pio. Laprima ha dedicato tutta la sua esi-stenza ad alleviare le ferite degli altri.Mi colpisce sempre il suo discorso peril Nobel per la pace che con tutto il suocandore e la sua umanità ha pronun-ciato davanti ai grandi del mondo:“Non ci sarà pace fino a quando ci saràanche solo un aborto”.Sembra che siamo in una società chepiù che difendere la vita celebri lamorte.Ha ragione. Perchè? Finchè l’uomocommetterà il male e continuerà aduccidere i propri figli non ci potrà maiessere la pace nel mondo, come dice-va Madre Teresa. Un contrasto fortenella vita umana, nell’ottica cristianaanche la morte, però, non è altro chel’inizio della vera vita, quella eterna. Ritornando al messaggio dei Vescovi,si parla di “educare alla vita”. Secon-do lei come si fa?Partendo dalla famiglia e nelle scuo-le. Fin dall’infanzia è importante farcapire la bellezza e il rispetto di ogni

vita, anche la più fragile. Oggi la fami-glie si è disgregata, mentre a scuolanon se ne parla più.Tra il 2014 ed il 2015 c’è stato un calodegli aborti in Italia ma un boom del-la pillola “dei 5 giorni dopo”.Una situazione drammatica. E’ veroche sono diminuiti gli aborti chirurgicima sono aumentati quelli “fai da te”.Parlando con gli psicologi, è chiaroche l’aborto lascia delle tracce dram-matiche sulle donne. Dobbiamo te-ner conto che educare alla vita vuoldire far capire che questa non è mai u-na soluzione.Si rivendica la libertà di scelta.Si ma è la scelta di una persona con-tro un’altra. Il bambino viene visto co-me un fastidio per mille possibili mo-tivi, anche molto seri, ma è la preva-ricazione di un essere contro un altropiù debole che non si può difendere.La libertà è solo da una parte. Ci sonotante possibilità per “lasciare” un

bambino, l’aborto non dovrebbe maiessere la scelta. Stiamo andando sempre più verso u-na politica denatalista ?Sì, ma è possibile invertire la tenden-za. Dobbiamo spingere per promuo-vere leggi pro famiglia e vita altrimentila crisi si acuirà.Sono in discussione le proposte dilegge pro eutanasia e l’uso di biotec-nologie per la procreazione.E’ impensabile uccidere una personacosì. Una delle proposte di legge pre-vede addirittura la possibilità di in-terrompere la nutrizione. La vita va di-fesa dalla procreazione alla morte. Lastessa cosa vale per le fecondazioni.Assistiamo ad uno svilimento del cor-po femminile. Basti pensare all’euge-netica, alle banche del seme con cuipoter scegliere la perfezione. Siamoarrivati alla “mostruosità” dell’uomopur di rivendicare un diritto al bam-bino.

«Al lavoro con Caritas Italiana»ercoledì 8 dalle ore 9.30 alle ore 16.30 alCentro pastorale della diocesi di Porto-

Santa Rufina (Via della Storta, 783 00123 Roma)si tiene l’annuale incontro di Caritas Italiana conla delegazione regionale di Caritas Lazio. Il ve-scovo Reali, delegato della Conferenza episco-pale laziale, e don Cesare Chialastri, delegato re-gionale, introdurranno la giornata di ascolto,studio e progettazione.Il direttore nazionale don Francesco Soddu, cheinterverrà con un contributo programmatico,auspica «che, sulla base del magistero di PapaFrancesco e delle evidenze che emergono dai da-ti offerti, nell’incontro si possa svolgere un di-scernimento per individuare – secondo il me-todo indicato dal Santo Padre a Firenze – alcu-ne priorità sulle quali sviluppare un lavoro co-mune».

Simone Ciampanella

M

delegazione regionale

I bambini e i nonni al centro del messaggio per la Giornata

◆ ALBANOIN PREGHIERAPER CHI SOFFRE

a pagina 3

◆ ANAGNIIL «TAVOLODI FOLGARIDA»

a pagina 4

◆ C. CASTELLANAPORTATORIDEL PANE DEL CIELO

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAINSIEME COME FRATELLI

a pagina 6

◆ FROSINONENELLA LUCEDI GESÙ

a pagina 7

◆ GAETA«ALZARE BARRIERENON CI SERVIRÀ»

a pagina 8

◆ LATINAUN «BOOM»DEMOGRAFICO

a pagina 9

◆ PALESTRINALA NUOVAPROSPETTIVA

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINAI DIPLOMIALLA «TISSERANT»

a pagina 11

◆ SORA«PASTORALMORAL GUIDANCE»

a pagina 13

◆ TIVOLII MALATIAL CENTRO

a pagina 14

LAZIOSETTE

e l’amore comincia con l’ascolto, però non si ferma lì, ma richiedel’azione. Amare non è un bel sentimento da scrivere sul proprio pro-

filo su whatsapp, non è una bella emozione da provare in qualche espe-rienza spirituale. Amare è fare qualcosa per qualcun altro. È agire perchél’altro possa stare meglio. Proprio così. La carità è un fatto che accade,che succede. Può essere esibito o nascosto; può essere accolto o rifiuta-to; può essere persino un’azione bella o brutta. Ma è proprio una cosache accade. E Dio è specialista nell’amare. Perché “Egli parla e tutto è fat-to, comanda e tutto esiste” (Salmo 33 (32), 9). Dio è davvero amore per-ché è l’unico che può fare della sua parola, del suo pensiero, della suavolontà divina, un’azione che crea, che chiama all’esistenza. È così cheDio ci ama: facendo ogni cosa per noi. Così che noi, credenti, non ab-biam mica bisogno di qualche buon ecologista per farci scoprire che lanatura è buona e va amata. Noi già lo si sa. C’è scritto nel nostro dna. Dioè amore. Crea per amore. Questo creato è fatto per amore! “Tutto l’uni-verso materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisu-rato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio.” Ci insegnapapa Francesco nella Laudato si’ al numero 84. Così che noi quanto piùsappiamo contemplare questo continuo agire di Dio, che rinnova il crea-to con il suo amore momento dopo momento, tanto più riusciamo a sco-prire come amare. La creazione o, meglio ancora, la sua contemplazio-ne – non estetica, o estatica, ma che cerchi Dio – sono la prima scuoladell’amore. Vedere come Dio ama ci permette di imitarlo, fa nascere innoi il desiderio di amare come Lui ama, di amare chi Lui ama.

Francesco Guglietta

S

NELLE DIOCESI

◆ RIETISISMA, CHE INSEGNALA STORIA PASSATA?

a pagina 12

Il linguaggio dell’amore di Dio

Domenica, 5 febbraio 2017

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected]: Salvatore Mazza

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ DIOCESILA GRANDE SFIDADEI CONSULTORI

a pagina 2

IL FATTO

oesie, filastrocche, video e audiorigorosamente in dialetto. Questigli ingredienti dell’evento che ieri

si è svolto nell’Aula Magna del Liceo“Alberti” di Marina di Minturno, inprovincia di Latina. Un’occasione percelebrare la Giornata Nazionale delDialetto e delle lingue locali al fine distimolare la cittadinanza alla memoriadel passato linguistico e delle tradizioniletterarie. Oltre alle testimonianze dellacultura dialettale diffusa nel territorio, èinterventuto Vincenzo Luciani, scrittore

e giornalista. Presenti anche varierappresentanze del comprensorio edelle Pro Loco, una Delegazionedell’Unpli nazionale e il presidenteregionale Claudio Nardocci. Promossodall’Unione Nazionale delle Pro Locod’Italia, Legautonomie Lazio, il centrodi documentazione per la poesiadialettale “Vincenzo Scarpellino”, ilcentro internazionale “EugenioMontale”e l’Eip Italia, l’evento è statocoordinato dall’Unpli di Latina con lacollaborazione delle Pro Loco diMinturno, Itri, Maenza e Cori,dell’Associazione IlFuturoLeSieci ed ilpatrocinio del Comune di Minturno. Ilrappresentante provinciale dell’UnpliValter Creo ha dichiarato: «Un grazie atutti coloro che contribuiscono a farriscoprire le nostre radici dialettali cherestano il modo più consolidato perriallacciarsi al passato e comprenderemeglio il nostro presente». (M.D.R.)

P

Il linguaggio delle radiciAll’Istituto «Alberti»di Marina di Minturnosi è celebrata ierila Giornata del dialettoe delle lingue locali

ognare non solo si può, si deve. Si, si deve sognare pervivere bene. Sognare, infatti, è un’arte, un modo di essereal mondo e di starci come donne e uomini veri. Come

esseri umani che desiderano vivere felici. Uno dei modi disognare è quello di guardare il cielo di notte, un “gioco” chein tanti abbiamo fatto e che, oggi, sembra essersi smarrito trale pieghe delle storie quotidiane piene di non vita. PapaFrancesco non ci sta a questo non gioco e ci invita ariappropriarci dell’arte di sognare. Lo fa spessocommentando la Parola o nelle udienze come ci ricorda ilConsiglio Permanente della Conferenza episcopale italianacon il messaggio per la 39ª Giornata Nazionale per la vita escrive: «Fa riferimento ai sogni dei bambini e dei giovani, deimalati e degli anziani, delle famiglie e delle comunitàcristiane, delle donne e degli uomini di fronte alle scelteimportanti della vita». Ogni volta, infatti, che siamo di frontea scelte importanti questa meravigliosa facoltà di sognare siattiva e ci fa viaggiare oltre il tempo e oltre la storiaproiettando i nostri desideri in un virtuale umanizzatodall’osare e dall’agire. Il sogno sognato può davverorealizzarsi. Non è una costruzione artificiale e virtuale equindi falsa, ma profondamente umana, vera, autentica. E’qualcosa di speciale che è stato il più importante avvio per larealizzazione del sogno di Dio. La Bibbia è piena di donne euomini che hanno osato e agito sulla spinta dei sogni e, oggi,il sogno di Dio «continua a realizzarsi nei sogni di moltecoppie – ha detto papa Francesco nel suo discorso allefamiglie nel 2015 a Filadelfia– che hanno il coraggio di faredella loro vita una famiglia; il coraggio di sognare con Lui, ilcoraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Luiquesta storia, di costruire un mondo dove nessuno si sentasolo, nessuno si senta superfluo o senza un posto». Di qui nasce, nell’ordinario della vita, la necessità di curare ibambini che sono il futuro e i nonni che sono la memoriadella famiglia. Una famiglia che prendendosi cura deibambini e dei nonni costruisce il futuro quando, peresempio, «resiste alle sirene di un’economia irresponsabile,che genera guerra e morte», quando «entra in unarivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dallalogica della denatalità, dal crollo demografico favorendo ladifesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita finoal suo termine naturale». Si tratta di un impegno per la vitache ascolta la voce dei sofferenti, «il grido nascosto deipiccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo»dice papa Francesco nel discorso di Assisi del 20 settembre2016. Ed ecco l’invito a sognare è ripreso dal ConsiglioPermanente della Cei che chiede alla Chiesa e all’Italia disaper sognare con le nuove generazioni di «apprezzare esostenere storie di amore esemplari e umanissime, aperte aogni vita, accolta come dono sacro di Dio anche quando alsuo tramonto va incontro ad atroci sofferenze».

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«Missionari della tenerezza di Dio, come Maria»

abato prossimo la Chiesa si riunirà inpreghiera intorno ai malati, neraccoglierà la sofferenza e presenterà,

per intercessione della Beata Vergine Mariadi Lourdes, l’invocazione di tanti. Nelmessaggio per questa XXV Giornatamondiale del malato il Papa sottolinea losguardo di Maria, Consolatrice degli afflitti,che illumina il volto della comunitàecclesiale nel suo impegno per i bisognosi ei sofferenti. « I frutti preziosi di questasollecitudine della Chiesa per il mondodella sofferenza e della malattia sonomotivo di ringraziamento al Signore Gesù,il quale si è fatto solidale con noi, inobbedienza alla volontà del Padre e fino

alla morte in croce, perché l’umanità fosseredenta». La solidarietà di Cristo esprime“l’onnipotenza misericordiosa di Dio”, diceBergoglio, «che si manifesta nella nostravita – soprattutto quando è fragile, ferita,umiliata, emarginata, sofferente –infondendo in essa la forza della speranzache ci fa rialzare e ci sostiene». Il Paparilancia una cultura rispettosa della vita,della salute e dell’ambiente; parla diimpulso a lottare per il rispettodell’integralità e della dignità delle persone,anche attraverso un corretto approccio allequestioni bioetiche, alla tutela dei piùdeboli e alla cura dell’ambiente.L’istituzione di questa giornata si deve a sanGiovanni Paolo II; nel 1992 egli scrisse unalettera al cardinale Angelini, presidente delPontificio consiglio della pastorale per glioperatori sanitari, istituto creato dallostesso Wojtyla nel 1985, spiegando come loscopo della «Giornata mondiale delmalato» sia sensibilizzare il popolo di Dio

«alla necessità di assicurare la miglioreassistenza agli infermi; di aiutare chi èammalato a valorizzare, sul piano umano esoprattutto su quello soprannaturale, lasofferenza; a coinvolgere in manieraparticolare le diocesi, le comunità cristiane,le famiglie religiose nella pastoralesanitaria; a favorire l’impegno sempre piùprezioso del volontariato; a richiamarel’importanza della formazione spirituale emorale degli operatori sanitari e, infine, afar meglio comprendere l’importanzadell’assistenza religiosa agli infermi daparte dei sacerdoti diocesani e regolari,nonché di quanti vivono ed operanoaccanto a chi soffre». L’11 febbraio del 1993è stata celebrata la I Giornata mondiale delmalato. Nell’anno straordinario dellamisericordia, nel messaggio del 2016, papaFrancesco rifletteva sul brano delle nozze diCana, mettendo in luce la missione di Gesùe la sua misericordia, «nel suo ministeromessianico guarirà molti da malattie,

infermità e spiriti cattivi, donerà la vista aiciechi, farà camminare gli zoppi, restituiràsalute e dignità ai lebbrosi, risusciterà imorti, ai poveri annunzierà la buonanovella». Nella sollecitudine di Mariavedeva la tenerezza di Dio, la stessatenerezza che si rivela in tanti che assistonoi malati e ne colgono i bisogni piùimpercettibili, «perché guardano con occhipieni di amore». L’amore animato dallafede che fa chiedere sì la guarigione, maanche qualcosa di più grande « una pace,una serenità della vita che parte dal cuore eche è dono di Dio». In altre circostanzeBergoglio ha definito gli ammalati «la carnedi Cristo crocifisso che abbiamo l’onore ditoccare e di servire con amore», personetutte portatrici di un proprio dono dacondividere, bisognose forse anche dellecose più elementari, persone, con cui vivereuna «relazione piena», come quella cheMaria intesse con Bernadette.

Maria Teresa Ciprari

S

Caritas per i terremotati,risposta generosa nel Lazio

Ormai diffuse in tutta la regione, le strutturedi ispirazione cristianaoffrono vari servizi di sostegno personale e orientamento,consulenze etiche,legali, ginecologiche e anche psichiatriche

La grande sfidadei Consultori

DI MIRKO GIUSTINI

ati poco più di trent’anni fasu volontà dellaConferenza episcopale

italiana, i consultori familiaridifendono la pietra su cui sipoggia lo Stato: la famiglia.L’obiettivo è sempre stato quellodi fornire un’assistenza tesa arestituire l’unitarietà

Ndell’individuo. E ciò è possibileaffrontando le diverse sfere dellapersona umana: da quellabiofisica a quella psicologica, daquella familiare a quellarelazionale. Negli anni si èassistito a una vera e propriaproliferazione di strutture, siapubbliche che private. Ad oggi laConfederazione nazionale deiconsultori familiari di ispirazionecristiana ne conta 177 strutture. Lavera sfida è la visibilità sulterritorio, in modo che l’offertapossa raggiungere tutti i cittadiniche ne hanno. Il consultoriodiocesano di Latina, ad esempio,nell’ultimo triennio ha svolto 286assistenze e consulenzeindividuali, 32 interventi digruppo, che hanno interessato220 tra persone e nuclei familiari.Istituito nel 2003 e gestitodall’associazione Onlus “CrescereInsieme”, il consultorio è dedicatoalla vita di coppia e alla diffusionedella procreazione responsabile. Ivolontari sono impegnati nelcontenimento dei conflitti, la

prevenzione delle separazioni el’erogazione di corsi per educatorie insegnanti. Il consultorio di Rietiinvece offre servizi di consulenzeindividuali, familiari e di coppiain periodi di crisi o per eventiinattesi. Prevede anche uno spazioadolescenti, dedicato ai giovani trai 13 e i 18 anni che vivonoparticolari disagi. Il sostegno èesteso alle loro famiglie e agliadulti che li accompagnano. Nonsolo. L’attenzione è volta anche adanziani, donne e malati terminali:per loro è previstol’accompagnamento contro lasolitudine, causata da distacchi,separazioni o lutti. Maggiori tuteleper il percorso della gravidanza, inparticolare se c’è un rischio per lasalute del feto. Sono previsteattività di couselling individuali,laboratori esperienziali econsulenze etiche, legali,ginecologiche e psichiatriche.L’assistenza sociale si concretizzaanche nell’orientamento all’affidoe all’adozione. Per studenti,genitori e insegnanti sono stati

istituiti corsi di formazione nellescuole e a sostegno dellagenitorialità. Nel viterbese molteenergie vengono incentrate nellapastorale familiare. Convinti delvalore fondamentale dell’amoreconiugale, le diocesi del territorioinvestono molto negli itinerari dipreparazione al sacramento delmatrimonio grazie al sostegnoofferto da coppie già formate. Epoi mediazione familiare,sostegno psicologico, segretariatosociale, orientamento epreparazione per l’affidamento el’adozione. I servizi erogati, atitolo gratuito, sono destinati atutti, credenti e non credenti,cristiani o appartenenti ad altrereligioni, senza alcunadiscriminazione. Altre strutturesono ad Aprilia, Carpinetoromano, Fiuggi, Formia, Frascati,Frosinone e Roma. In tutte vienegarantita la piena riservatezza, inquanto tutte le informazioni sonocoperte da segreto professionale.Per cercare quello più vicino bastaandare sul sito www.cfc–italia.it.

isposta generosa all’appellodella delegazione regionale

Caritas per le comunità terremotate:da tutto il Lazio, e non solo, ci si èdati da fare per rinfoltire i magazzinidella Caritas di Rieti di generialimentari e di prima necessità. Sefra i reatini si è organizzata unacolletta alimentare straordinariapresso i cinque punti vendita delTigre – coi volontari Caritas epersone di vari gruppi ecclesialiunitesi a dare una mano nelraccogliere prodotti donati congenerosità dai clienti – tutte lediocesi laziali hanno provveduto arilanciare l’appello e alle varieCaritas diocesane le raccolte hannosubito abbondato. E altra roba ègiunta anche da diverse diocesi dialtre regioni. Per ora, comunicanodalla segreteria regionale Caritas,può bastare, dunque stop alleraccolte. Ce ne sarà in abbondanzaper coprire per un bel po’ lenecessità che i volontari si trovano afronteggiare nei territori colpiti, inaiuto a persone e famiglie che per ipasti preferiscono organizzarsi neipropri container anziché accederealla mensa comune della Protezionecivile. O gente che la propria casettamagari non l’ha perduta e però sitrova al momento in condizioniprecarie e la spesa non riesceproprio a farla. Gli aiuti partono dal“quartier generale” della Caritasubicato presso la tensostrutturamontata ad Amatrice, doveaccedono direttamente le personeche domandano aiuto e da dovepartono, in giro per le numerosefrazioni dell’Amatriciano e

dell’Accumolese, i volontari che sialternano, grazie ai gemellaggi chela diocesi del Lazio, della Basilicata edella Lombardia ha stretto conquella reatina, inviando via viaoperatori coordinati dai rispettivicoordinatori regionali che fanno laspola quasi ogni giorno da Rieti,dove sono alloggiati al centro dispiritualità delle suore cabriniane: icontainer che erano stati sistemati,infatti, ci si è trovati a lasciarli apersone che finora nelle case nondichiarate inagibili erano rimasti mache, dopo la scossa del 18 gennaio,hanno anche loro capitolato.Il susseguirsi dello sciame sismico,infatti, ha abbattuto il morale anchedei più coraggiosi. E il crollo dellaparete sinistra della chiesaparrocchiale di S. Agostino haulteriormente prostrato, a livellopsicologico, la comunitàamatriciana, dove, oltre aglioperatori di Protezione civile eorganismi laici presenti, sonosacerdoti e religiosi – insieme aicitati volontari Caritas – a offrireconforto. Una presenza preziosa,quella di chi si occupa dianimazione pastorale: ad Amatrice,presso la Sala della comunità, si èallestito il modulo abitativo per ilparroco assieme agli altri padri esuore della Famiglia religiosa di DonMinozzi, mentre nelle frazioni sono ifrancescani (i Minori dislocati aSanta Giusta e i Cappuccini aSant’Angelo) a portare avantil’essenziale opera di vicinanzaspirituale alla gente che ne haquanto mai bisogno.

Nazareno Boncompagni

R

e incontrassi quei negrieri chemi hanno rapita e anche quel-

li che mi hanno torturata, mi ingi-nocchierei a baciare loro le mani, per-ché, se non fosse accaduto ciò, nonsarei ora cristiana e religiosa». Cade nel giorno della memoria litur-gica di Santa Giuseppina Bakhita,schiava sudanese liberata e divenutareligiosa canossiana, la Giornata mon-

diale di preghiera contro la tratta dipersone (Gmpt), che verrà celebratal’8 febbraio e che quest’anno avrà co-me filo conduttore il tema “Sonobambini! Non schiavi”. Un appunta-mento per sensibilizzare sul fenome-no che negli ultimi 30 anni ha coin-volto circa 30 milioni di bambini. Ogni due minuti, un bambino è vitti-ma dello sfruttamento sessuale. Nel

mondo più di 200 milioni di minorilavorano; in 73 milioni hanno menodi 10 anni. Di questi, ogni anno nemuoiono 22mila in incidenti sul la-voro (dati Onu). A Roma sono previ-sti diversi eventi (www.preghieracon-trotratta.org), che si concluderannocon l’udienza del mercoledì col Papa,a cui prenderà parte il comitato pro-motore Talitha Kum (Uisg–Usg).

S«Contro la tratta nel nome di santa Bakhita

I poveri e i detenuti nel cuore della diocesi di Sorafferta ricca quella che la diocesi diSora–Cassino–Aquino–Pontecorvo ha presentato in

risposta al bando del Servizio civile.Bistrò solidale è volto al contrasto deldisagio adulto. Una categoria cheraccoglie italiani e stranieri in difficoltàeconomica, abitativa, familiare elavorativa. Ma anche persone affette dadipendenze, senza fissa dimora, senzatetto e stranieri irregolari. Tra i servizierogati dalla Caritas c’è la mensa che,con una capienza di 60 posti, ospita ognigiorno tra le 40 e le 45 persone. Lastruttura è aperta tutti i giorni dalle 10alle 12:30. Gli operatori intendonoincrementare l’orario di apertura,raddoppiare il numero dei pasti,coinvolgere maggiormente le realtàparrocchiali e aumentare il numero deivolontari per amplificare i servizi. Verrà

realizzato un dossier statistico perinquadrare meglio il fenomeno. InCammino avrà come base il centro diascolto locale, in cui verranno offertipercorsi in risposta ai bisogni particolaridei singoli utenti. Tutti i fruitoriverranno ascoltati, orientati eaccompagnati nella ricerca di unasoluzione ai loro problemi. Il centro diascolto collabora con i servizi sociali delcomune di Cassino, le associazioni divolontariato, il Banco alimentare,l’Unitalsi, il Centro d’igiene mentale, ilRecupero di tossico dipendenti, lafondazione Exodus e le cooperativededicate all’accoglienza dei migranti. Ilprogetto è volto al superamentodell’intervento assistenziale e verso lasomministrazione di indicazioni chetendano a ristabilire la fiducianell’individuo. Il progetto si pone come

obiettivi l’apertura per due pomeriggi asettimana senza diminuire le ore dellamattina; servizi a domicilio per chi èimpossibilitato a raggiungere il centro; ilpotenziamento di OspoWeb, il portaledell’Osservatorio delle povertà, attraversocorsi di formazione mirati a unaggiornamento sistematico dei dati.LiberaMente è invece dedicato aidetenuti in misure alternative alla pena eagli ex detenuti, bisognosi entrambi diassistenza morale e materiale. Verrannocoinvolte le loro famiglie, spesso vittimedella precarietà. Base del progetto sarà laCasa circondariale “San Domenico” divia Sferracavalli, a Cassino. La strutturaospita 320 detenuti su una capienzamassima di 200 unità. Tra gli utenti sonogli ospiti stranieri, lontani dalle lorofamiglie, che si rivolgono di più alcentro di ascolto della struttura.

Attraverso le loro testimonianze si èscoperto che la maggior parte dei reaticommessi riguarda il furto, la rapina o lospaccio di stupefacenti. La maggioranzamostra una preoccupazione per il futuro,sapendo che oltre le mura del carcere liaspetta la disoccupazione, frutto delpregiudizio e del sospetto. In particolarechi è immigrato nel nostro paese tende aspostarsi verso le grandi città, ma finisceper ricadere nell’illegalità. Al termine delprogetto si dovrebbero osservare unpotenziamento dell’orario di apertura,attività di sensibilizzazione al di fuoridel carcere, un maggior numero dioperatori, il coinvolgimento delle Caritasparrocchiali, l’attivazione di un servizionavetta per i familiari dei detenuti. Abeneficiare indirettamente dell’iniziativasaranno anche la struttura penitenziariae le comunità. (Mi.Giu.)

O

Nella XXV Giornata mondialedel malato l’invito del Pontefice a rispettare la dignità di chi soffree a instaurare relazioni piene

Da tutta laregione ci si èdati da fare per rifornire i magazziniCaritas di Rieti

mercoledì prossimo

Dal «Bistrò solidale» alla mensa,e fino alle diverse iniziative in ambitopenitenziario, è capillare l’impegnodella comunità nel servizio civile

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 5 febbraio 2017

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Page 3: Dal messaggio inviato per la 39ª Giornata nazionale per ... · solco di Santa Teresa di Calcutta” – per la 39ª Giornata nazionale per ... la vita: Madre Teresa e Padre Pio

Oggi vendita delle primule per il centro Vita NuovaDI SIMONE CIAMPANELLA

onne e uomini per la vita». È il ti-tolo della 39ª giornata per la vitache si celebra oggi. Lo slogan di que-

st’anno racconta bene l’esperienza di Porto–Santa Rufina nell’accogliere i piccoli che ven-gono al mondo. Perché in diocesi l’attenzionealla difesa dei più fragili ha un nome noto atutti: Centro Vita Nuova. Ed è per questa realtàche in tutte le parrocchie da questa mattina so-no raccolti i fondi attraverso la vendita delle pri-mule. Il centro di Cesano da oltre venticinqueanni cerca di sostenere i «fiori» che ancora de-vono vedere la luce. E lo fa mettendosi accan-to con discrezione a pazienza a situazioni digravidanze indesiderate. I volontari del centronon giudicano, non condannano, non allon-tanano. Ma ascoltano, cercano di capire e simettono accanto. E allora le cose cambianovolto e le persone vedono nuove possibilità.Grazie allo sforzo di tanti che donano il loro

tempo gratuitamente, professionisti e non, piùdi 1300 bambini hanno continuato a vivere.Certo negli anni i neonati sono diventati ra-gazzi, ma ancora ruotano attorno alla casa. IlCentro ha imparato a crescere con loro gui-dandoli nell’adolescenza e nella gioventù.E non solo questo. La struttura non ha mai per-so il contatto con la società e negli anni ha sem-pre cercato di offrire soluzione alle difficoltà delterritorio. È storia recente quella di due fami-glie, quella di Sara e quella di Mohamed, chehanno trovato ospitalità all’interno della strut-tura. La mamma di Sara è stata assistita du-rante la sua gravidanza presso il Centro, poi a4 anni alla bambina è stata diagnosticata un’en-cefalite tubercolare. «Dallo scorso agosto – di-cono i volontari – abbiamo scelto di ospitar-la con i genitori, togliendola da una situazio-ne abitativa inadeguata a causa di condizionieconomiche precarie, e così offrire un contestodi serenità e armonia». La mamma di Mohamed è arrivata al Centro

per ricevere assistenza ginecologica per una gra-vidanza insorta in condizioni di grande preca-rietà. Era giunta in Italia per raggiungere il ma-rito rifugiato politico dalla Guinea Conakry dacirca dieci anni. Dopo la nascita del piccolo ledifficoltà economiche sono aumentate. Inoltreè emerso il problema del desiderato e non sem-plice ricongiungimento delle due figlie mag-giori di 15 e 10 anni. Il loro sogno è di ritro-varsi finalmente uniti per poter intraprendereuna vita dignitosa in un paese libero dopo lagrande sofferenza della separazione. Il Centroha deciso di ospitarli con l’obiettivo di soste-nerli e accompagnarli nel progetto di trasferi-mento delle figlie, aiutandoli ad uscire dall’i-solamento e a ritrovare serenità e fiducia. «La forza trainante del nostro impegno – spie-gano i volontari – negli anni è stata la fiducianella Provvidenza, e la solidarietà umana de-rivante dalla consapevolezza del valore di ogniessere umano nella sua singolare preziosità.(www.centrovitanuova.it)

D«Dal 1990 nati 1300 bambini

Dal 16 luglio 1990, annodella sua fondazione, ilCentro Vita Nuova diCesano ha assistito 1900donne in condizioni didisagio, con la nascita di1300 bambini. La mediaannuale di affluenza èstata di 169 famiglie a cuiè stata fornita assistenzamedica, con un totale di500 visite ginecologiche,200 visite pediatriche esostegno quotidianocomprendente 400 pacchiviveri e 300 pacchivestiario. Il 14 maggio2001 la struttura è statariconosciuta comeassociazione diocesana.Il cartello fatto dai ragazzi del centro per l’Anno Santo

Quando si fa sul serioLadispoli. I diplomi alla scuola di teologiaReali: «È urgente una formazione autentica»DI ROBERTO LEONI

en ventiquattro,nell’edizione di quest’anno,sono stati gli studenti della

Scuola di Teologia di Ladispoli“Cardinale Eugenio Tisserant” chehanno ricevuto dalle mani delvescovo Reali l’attestato di studiteologici. È il riconoscimentoformale di un cammino triennalefatto di frequenza alle lezioni,attenzione in aula e appunti,studio personale, verifica conesame. Un cammino serio diimpegno: tutti i venerdìpomeriggio, da ottobre a giugno,per tre anni. A sentirla cosìpotrebbe anche spaventare, certo.Ma la “Scuola Tisserant”cammina da oltretrent’anni. Il fatto è chequando nellaformazione ci si credesul serio, si cerca dipuntare al massimo. Ilbello è che i risultatinon mancano.Chiariamo subito chenon si tratta di altaformazione accademica,né ricerca di teorie allamoda, né, tantomeno, di culturafine a se stessa. Quil’insegnamento ha come basenecessaria il testo del Catechismo.La cultura, cioèl’approfondimento, mira ad unacrescita morale e spirituale dellostudente. L’obiettivo è quello direstituire alle parrocchie laiciformati e più consapevoli.La giornata della consegna degliattestati, lo scorso 27 gennaio, haespresso tutti questi valoriinsieme. Nelle testimonianze deiventiquattro diplomati laconsapevolezza non di esserearrivati, ma, al contrario, dicominciare ora il vero cammino,quello dell’approfondimentopersonale e soprattuto dellatestimonianza della vita, di ciòche si è scoperto e appreso.Nell’attesa dell’arrivo del vescovoalcuni studenti hanno reso delle

Btestimonianze davverosincere e toccanti,ringraziando i docentidella scuola e gli altricompagni per tuttoquello che hannoricevuto.Ciascuno ha il propriopunto di partenzapersonale: chi è arrivatotra i banchi di scuolaperché consigliato dalparroco, chi dopo averletto un articolo suinternet o sul giornale,chi, infine, perché èstato contattato e“contagiato” da un altrostudente. “A Scuola si

arriva così, hanno detto,e poi pian piano ci silascia incantare dal unmondo del tuttoinsospettato”. In effetti èvero: pochi cristiani,anche tra quelli chefrequentano laparrocchia, riescono adimmaginare quantopossa essere bello,importante e fecondoapprofondire la propriafede. Approfondirequella fede senza la quale èimpossibile piacere a Dio, quelCredo che ripetiamo a Messasenza purtroppo riuscire amisurarne completamente laricchezza. Ma senza questofondamento, oggi, (soprattuttooggi, tempo post–moderno epost–cristiano, di incontro conesperienze religiose diverse e

rampanti), è quasi impossibilerestare cristiani. Formazione,infatti, e non a caso, è la parolad’ordine da qualche tempo. E aLadispoli ci si crede in questaparola. Ci si investe tempo erisorse. Nell’attesa che la rispostada parte del territorio e delleparrocchie continui a crescere. Èesattamente quanto ha auspicato

monsignor Reali nel suointervento a conclusione dellagiornata, dopo aver ringraziatodocenti e studenti del loroimpegno: “grazie alla Scuola, indiocesi c’è da oltre trent’anni unarisposta all’urgente bisogno dilaici ben formati e collaboratorigenerosi nelle comunitàparrocchiali”.

Ventiquattro studentidella scuola «Tisserant»hanno concluso il trienniodedicato ad approfondirei contenuti del cattolicesimoPassione e preparazioneal servizio delle parrocchie

DI ALESSANDRO PIELICH

n semplicità così come visse la san-ta, e nella celebrazione eucaristicache tanto amò come umile e ob-

bediente serva del Signore, la comu-nità di Santa Severa ha fatto memo-ria di Ssant’Angela Merici domenicascorsa. La santa di Desenzano del Gar-da è stata ricordata nella chiesa di cuiè compatrona, e si sono rinnovati ver-so lei sentimenti di ammirazione edi devozione poiché questa donna,tanto si adoperò per gli altri in un “cli-ma sociale” non certo favorevole qualera il tardo Medioevo e l’inizio del Ri-nascimento, in un’Italia suddivisa eframmentata.Terziaria Francescana, Angela è vera-mente da considerare a pieno titolouna donna di Dio per la sua voca-zione religiosa sin dalla tenera età,per la sua obbedienza al Crocifisso,per la sua verginale castità, per il de-siderio di far crescere nella carità e incultura religiosa e civile le giovani deltempo e per aver saputo aprire alle

religiose le porte del mondo, oltre laclausura. Il tutto, solo e sempre, nelsegno dell’amore verso Dio. Fondò,dandole vita e regola propria, la Com-pagnia delle dimesse di Sant’Orsolaconosciute come “Suore Orsoline”,dedite all’educazione dei giovani e al-l’insegnamento.Con l’animazione del coro dei bam-bini, la Messa ha visto don Stefano Fu-magalli tratteggiare un profilo d’altolivello di “Sùr Anzòla” (come venivachiamata in dialetto) e insieme al-l’assemblea recitare la bella preghie-ra: «Con te trepidiamo per i fratelli,che come ciechi non conoscono onon si curano di conoscere l’amore diCristo Crocifisso e per i quali eri di-sposta a versare il tuo sangue!”. Do-po la liturgia, un folto gruppo di fe-deli si è intrattenuto in una sincera egioiosa agape fraterna, sempre nel se-gno di quella genuinità che ha con-traddistinto la vita terrena di AngelaMerici, le cui spoglie mortali, incor-rotte, riposano nella chiesa baroccadi sant’Afra in Brescia.

I

Angela Merici, quella santache ha promosso la donna

uce sui rifugiati che sono qui da noi». È questo il titolo dell’incontroche la parrocchia di S. Lucia in Ponte Storto organizza in occasione del-

la Giornata mondiale contro la tratta di persone. La comunità organizza unmomento di riflessione per ragionare insieme sull’importante fenomeno checoinvolge la società e di cui spesso si sente parlare in maniera confusa e im-precisa. Tra l’altro la comunità di Castelnuovo di Porto è coinvolta in modoparticolare nella questione perché nel suo territorio ha sede uno dei piùgrandi Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) d’Italia.Il colloquio si tiene venerdì prossimo alle ore 18.30 nei locali della parroc-chia in via di Monte Maj, 3 a Castelnuovo di Porto. Intervengono don Ema-nuele Giannone, direttore della Caritas di Porto–Santa Rufina e il personaledella cooperativa “Auxilium” che gestisce il Cara. Sono previste anche testi-monianze di rifugiati. L’iniziativa è da non perdere, perché, come si leggenella locandina, «Abbiamo bisogno di sapere dalla fonte senza paura cosasta succedendo»

Marino Lidi

L««Facciamo luce sui rifugiati»

DI FULVIO LUCIDI

abato prossimo con la festa dellaMadonna di Lourdes ricorre la25ª giornata del malato, che ha

come titolo Stupore per quanto Diocompie: «Grandi cose ha fatto per mel’Onnipotente...». A Porto–Santa Rufinal’evento si svolge come di consuetonella parrocchia della Beata VergineMaria Immacolata a La Giustiniana(Via Cassia, 1286 Roma). Nella primaparte si ascolterà la testimonianza didon Gerard McCarthy, più conosciutocome “don Jerry”. Il sacerdote dellaFraternità di San Carlo Borromeodopo l’esperienza di un tumoremaligno ha scoperto di essere affetto

dal morbo di Parkinson. Questi suoi“incontri” con la malattia sono stateoccasioni per avvicinarsi al misterodella sofferenza e cercarne il sensonell’ottica della vita cristiana. È questol’invito che papa Francesco indica nelmessaggio per la giornata diquest’anno: la Madonna «ci ricordache gli infermi, i sofferenti, nonportano in sé solamente il desiderio diguarire, ma anche quello di viverecristianamente la propria vita,arrivando a donarla come autenticidiscepoli missionari di Cristo».Il programma prosegue alle 11 con larecita del Rosario e le confessioni. Alleore 11.40 segue la Messa presiedutadel vescovo Reali. La mattina si

conclude con il pranzo.Ma la Giornata del malato è ancheoccasione di divertimento. Peralcune persone questo evento è unadelle poche occasioni per uscire dacasa. Per questo l’ufficio per lapastorale sanitaria organizza semprenel pomeriggio un momento diintrattenimento: quest’anno ci saràun concerto della banda dellaGuardia di Finanza. L’incontro siconclude alle ore 16.30 con lapreghiera conclusiva e i saluti.L’ufficio per la pastorale sanitariachiede di comunicare quanto prima lapartecipazione al pranzo (AngelaZecchini 3491738590, DiaconoMichele Sardella 3393772522).

S

Alla Giustiniana assieme ai malatintra nel vivo il VolEst (Vo-lontariato Estivo). Il percor-

so di formazione dell’ufficiomissionario, che quest’anno hacome slogan “Apriamo il librodella missione e incendiamo ilmondo”. Si tratta di riscoprire imissionari della fede attraver-so luoghi simbolo di Roma.Sabato prossimo dalle ore 15 al-le 19 al carcere Mamertino (Cli-vo Argentario 1, Roma) i “viag-giatori–volontari” ragioneran-no sulla conversione e l’opera-to di San Paolo. L’esperienza diPaolo invita a non rinchiuder-si in schemi di vita abituali, con-

solidati dalle nostre case caldee accoglienti, bensì a guardarea viso aperto uomini e proble-mi del nostro tempo, a viaggia-re per imparare ad accoglierechi s’incammina verso la spe-ranza di una vita migliore.La partecipazione agli incontriè condizione necessaria per tut-te le persone intenzionate a vi-vere le esperienze di missioneproposte dalla diocesi.Gli altri incontri sono: il 25 feb-braio, l’11 marzo, il 25 marzo el’1 aprile.www.volest.wordpress.com

Anna Moccia

E

Durante l’edizione 2016

Sabato inizia il VolEstcon l’apostolo Paolo

Il vescovo Reali consegna il diploma a una studentessa

Santa Marinella

Castelnuovo di Porto

OGGI39ª Giornata per la vita, vendite delleprimule nelle parrocchie (vedi sotto)

7 FEBBRAIORiunione mensile dei vicari foranei edegli uffici di curia (Curia vescovile, ore9.30 – 12)

11 FEBBRAIOBeata Vergine Maria di Lourdes – 25ªGiornata del malato (vedi sotto)

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 5 febbraio 2017

L’agenda

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