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SPORTELLO ASSISTENZA FAMILIAREdalla sperimentazione al “servizio”:
una nuova dimensione
Ritratto di famiglia … con badante.
Cristina Cortesi, referente tecnico progetto Equal
La famiglia ha il compito principale di tutelare e promuovere l’autonomia, ma in questo compito che la famiglia deve essere aiutata e sostenuta.
E’ necessario preparare la famiglia ad avere un approccio gerontologico corretto con il vecchio, in modo da fornirle conoscenze e strumenti per aiutare i suoi membri ad invecchiare bene.
FAMIGLIA “ANZIANA” > 4A e 3 A GENERAZIONE
Aspettativa del grande anziano si configura come un
binomio unidirezionale:
diritto del genitore, dovere del figlio.
L’autonomia è un diritto che interessa e coinvolge tutti i membri della famiglia ed è costantemente reciproca.
L’anziano non può considerarsi separato dalla famiglia,
ma nemmeno la famiglia può considerarsi alle dipendenze
dell’anziano.
DOMANDA DI CARINGRUOLO SANDWICH DI NONNA-MADRE-FIGLIA
Valorizzare la “risorsa anziana donna” nella famiglia senza isolarla e segregarla nel privato assistenziale familiare la figura femminile è compressa tra i bisogni dei più giovani e dei più vecchi il tempo “liberato” dalla procreazione viene richiesto a “far da genitori ai propri genitori”.
Le storie delle badanti e delle famiglie sono estremamente differenti ma hanno il minimo comune denominatoredella cura, a volte reciproca in particolare quando la
badante ha bisogno di vitto e alloggio, quando lontana dal proprio paese e dai propri cari, simula una vita familiare
e un nido d’appartenenza nella casa dell’anziano il quale, a sua volta, ha bisogno di qualcuno che gli dia cure
simili a quelle che riceverebbe da un parente.
I confini relazionali sono molto sottili e la dimensione contrattuale e la mancanza di un ruolo professionale riconosciuto sono la fragilità maggiore sulla quale si
regge questo rapporto.
Tutto ha inizio con …C’era una volta un’anziano che viene
dimesso dall’ospedale …
C’era una volta un medico che afferma “Sua madre deve essere seguita notte e giorno”…
C’era una volta una famiglia in affanno, in ansia che sceglie la soluzione “badante”… Come? Dove? Perché?
Obiettivo dello sportello: cercare di realizzare una trama - contratto, servizio, luogo d’incontro - che tuteli le due storie e l’incrocio tra di esse affinché si auspichi un lieto fine. Le storie instaurate nel lavoro di cura si arricchiscono o appesantiscono delle storie di vita dei protagonisti che spesso hanno vite travagliate e famiglie spezzate - come nel caso delle badanti – o di anziani in grave decadimento, a volte soli da molti anni o con famiglie impossibilitate ad aiutarli direttamente o con le quali non hanno più rapporti.
Lo sportello è un collettore di storie.Difficile schermarsi, ma necessario. Difficile essere obiettivi, ma la professionalità lo richiede.
Proprio nell’ottica di “qualificare il lavoro di cura” e non di trovare un lavoro alle persone nell’ordine dei loro stretti bisogni, ma nell’ottica di una reale attitudine al lavoro di cura, competenze verificate e un accompagnamento che cerchi di garantire assistente familiare e famiglia.
Lo sportello: catalizzatore di storie … di fragilità.
Lo sportello: crocevia di nuove storie di lavoro e di cura.
Famiglia/anziano……storia:decadimento e urgenzasolitudinemalattiacasa di riposo o badante?Problemi economici: nuove povertàDomiciliarità: qualità della vitaIsolamento Relazione con la famiglia d’origineAvere un estraneo e straniero in casa e nella vita
quotidianaScontro/incontro tra culture: le peruviane che imparano
il dialetto milaneseLa famiglia: datori di lavoro e mediatrice con
anziano/badanteL’anziano: datore di lavoro e “ostaggio” della badanteLegami affettivi: collusione, manipolazione e ricatto …
Badante …….storia:lasciare la famiglia per entrare in un’altra che non sarà
mai la tuala nostalgia e il vissuto dello stranierola casa quale “tetto sulla testa” ma non quale spazio
proprioil bisogno di tutela e cura di sé e nel contempo il lavoro
di tutelare e curare l’altroinserimento o integrazioneil problema della linguail progetto migratorioil lavoro di cura: ambizione o ripiego (anche per le
italiane)nonni e famiglie: relazionarsi e trovare la collocazione
(tra negoziazione e manipolazione)istinto materno/filiale e lavoro di cura dell’estraneo:
contraddizioni e problemidonna straniera in rapporto a donna italiana …
Il pubblico entra in un questione privata…la RIVOLUZIONE DEI RUOLI.
L’innovazione e al contempo la fragilità è rappresentata dalla veste della famiglia, che assume un ruolo di: ORGANIZZATORE
SELETTORE DEL PERSONALEGESTORE
EROGATOREFRUITORE
FINANZIATORE del servizio di cura domiciliare
Spesso EROGATORE esso stesso nel caso di CARE GIVER FAMILIARE.
Nodo critico fondamentale è rappresentato dal “doppio ruolo” che la famiglia, a volte l’anziano solo, devono ricoprire:datore di lavoro e cliente.
Funzione “protesica” della badante:
sollievo al caregivermonitoraggio/controllosupporto all’anzianosupplenza alla famigliaassistenza globaleassistenza “totale”
Elementi oggettivi che conducono alla scelta della badante:Casa di proprietàPensione + riconoscimento invalidità/accompagnamentoSupporto alla famiglia Economicità
Elementi soggettivi:Insondabili dinamiche familiari … che poi si riverseranno nel rapporto con la badante.
IL CONTRATTO ….ELEMENTO DI QUALIFICA E DI TUTELA
LA DIALETTICA DISTORTA TRA GRATITUDINE E COLLUSIONE > IL LEGAME “FAMILIARE”
E IL “TRADIMENTO” DELLA REALTà DEI RUOLI
LA “MORTE” DEL CONTRATTO
IL CONTRATTO ….ELEMENTO DI CONTRASTO RISPETTO AL PIANO DI CURA
Ricerca di un sostegno economico e al contempo la richiesta di andare oltre alla monetizzazione >consulenza e sostegno per aiutare la famiglia nel suo ruolo di “manager della cura”, nell’impegno a cercare soluzioni di qualità e organizzare, mirare il lavoro di cura.
Lo sportello “magico” La negoziazione delle aspettative e le reazioni alla sperimentazione
Ricerca “fai da te” oricerca “guidata”?
La famiglia si è posta inizialmente, per la ricerca di personale, in una logica di rapporto più simile a quello che si instaura con una società interinale, sommando anche l’aspettativa che lo sportello possa essere un contenitore e gestore delle loro ansie, nonché risolutore definitivo delle stesse.
La famiglia apre la sua porta … allo sportello
ricercando un luogo:
di riconoscimento della propria identitàriservatezza e ascolto attivodedicato all’ascolto e al dialogo sulla curadell’ informazione miratadi conoscenza dei servizidi ricerca del personaledi tutela e supportodelle decisioni e delle emozioni.
UNO SPAZIO DOVE AFFIDARE UN TASSELLO DEL PROCESSO DI CURA SENZA DELEGARLO > EMPOWERMENT
La famiglia non chiede di essere presa in carico, ma piuttosto di essere informata, sostenuta e accompagnata nel proprio progetto assistenziale.
CHIEDE DI ESERCITARE LA LIBERA SCELTA ACQUISENDO/AVENDO POTERE SULLA REALTA’..
RISCHIO > SOVRACCARICO FUNZIONALE DELLA FAMIGLIA
TOTALIZZAZIONEMITO DEL SACRIFICIOSTRESS ECONOMICOBURN OUT CARE GIVERISOLAMENTO SOCIO-CULTURALECARENZA DI IDENTITà E DI APPARTENENZA SOCIALE DELL’ANZIANO E DELLA BADANTE.
Ipotesi/piano di cura …VALUTAZIONEOBIETTIVIPOTERERESPONSABILITA’COLLABORAZIONERICONOSCIMENTO DEI RUOLIEVALUATION
Un progetto condiviso per realizzare la cura nella tutela delle parti.
Passaggio del testimone ….DONNE/UOMINI CHE CURANO
Familiari o professionali
PROIEZIONE DEL LEGAME FIGLI/GENITORI o NIPOTI/NONNI
…in questa logica si inserisce la ricerca della badante da parte della famiglia, resta il setting (il domicilio) e si ricrea il gioco delle parti.
Lo sportello spezza la logica e propone: badante non si nasce, si diventa.
Lavoro di cura qualificato.