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“Dallo Screening precoce all’inclusione scolastica:
buone prassi per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento”
Sabato 6 ottobre 2018
Università degli Studi di Trieste, Piazzale Europa, 1
Aula Magna Edificio H3 TRIESTE
“Dallo Screening precoce all’inclusione scolastica:
buone prassi per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento”
Loredana CZERWINSKY DOMENIS
DSA nella vita quotidiana degli insegnanti :
azioni e riflessioni
“Dallo Screening precoce all’inclusione scolastica:
buone prassi per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento”
Loredana CZERWINSKY DOMENIS
DSA nella vita quotidiana degli insegnanti :
azioni e riflessioni
il nostro obiettivo
predisporre un percorso
di aggiornamento e autoformazione
che cercasse di rispondere
ad alcuni problemi concreti degli insegnanti sul territorio
contatti informali con gli insegnanti
la dislessia
riconoscerla presto
per gestirla meglio
la dislessia
riconoscerla presto
per gestirla meglio
una delle problematiche
che caratterizzano frequentemente la vita scolastica è la sensazione di una
incidenza sempre maggiore di
bambini che presentano
disturbi specifici di apprendimento - DSA
prime segnalazioni degli insegnanti
in particolare la dislessia
individuarla presto
affrontarla nel modo migliore
trovare una risposta operativa
a perplessità e dubbi degli insegnanti
nell’individuazione precoce di un bambino con DSA
nella compilazione
della scheda di segnalazione
definizione di un obiettivo specifico
nella predisposizione di attività di
potenziamento didattico
finalizzate a distinguere tra difficoltà e disturbo
la dislessia
riconoscerla presto
per gestirla meglio
per realizzare
questo progetto
abbiamo
iniziato a costruire
una rete in città
Il Centro Pedagogico ha organizzato questo corso
facendo riferimento agli obiettivi della
delibera n. 933/14 della Regione FVG
che segnalano la necessità di
“promuovere, sostenere e sviluppare iniziative volte a garantire
l’individuazione precoce degli alunni
che presentano difficoltà significative di lettura, scrittura e calcolo
l’attivazione di percorsi didattici mirati al recupero di tali difficoltà
la segnalazione dei soggetti resistenti all’intervento didattico (…)
la dislessia
riconoscerla presto
per gestirla meglio
Il corso intendeva mettere in sintonia
‘i saperi dei ricercatori’
con
‘i saperi degli insegnanti’ ai fini di un progetto di formazione
adeguato alle situazioni e ai problemi reali
la peculiarità del progetto
C. Desinan
la dislessia
riconoscerla presto
per gestirla meglio
frequenza al corso
9 incontri
8 incontri
7 incontri
Valmaura - 1
Roli - 3
Bergamas - 1
Marco Polo - 5
Commerciale - 3
San Giovanni - 5
Dante - 3
Sacro Cuore - 3
Morpurgo - 1
i partecipanti
30 insegnanti di 12 I.C.
Altipiano - 3
Duino/Aurisina - 1
Svevo - 1
43 %
20 %
37 %
diagnosi
famiglia
istituto
classe
professionisti
competenti
insegnanti
insegnanti con esperienze di DSA in classe
il nostro progetto
prima fase – di approfondimento conoscitivo
cinque incontri con esperti
seconda fase – laboratoriale esperienza personale autogestita e gruppi autonomi
tre incontri di confronto con gli esperti
terza fase – prima ricaduta in ambito scolastico
la dislessia
riconoscerla presto
per gestirla meglio
il nostro progetto
prima fase – approfondimento conoscitivo
cinque incontri con esperti
terza fase – prima ricaduta in ambito scolastico
seconda fase – laboratoriale esperienza personale autogestita e gruppi autonomi
tre incontri di confronto con gli esperti
Czerwinsky
Bortolotti
Lonciari
la struttura
il laboratorio
gli incontri con gli esperti
equipe al
completo
presupposti generali condivisi
idea di scuola
una scuola di tutti per tutti non significa semplicemente che nessun bambino può essere bocciato
ma che ogni bambino deve avere la possibilità di correre con gli altri, di vivere e imparare con gli altri,
ma coi suoi tempi e coi suoi ritmi
idea di motivazione allo studio
ogni alunno deve ‘star bene’ in classe
no alle consuete informazioni …
qualche approccio inusuale … un po’ provocatorio
come mi rapporto coi genitori …
quando (sospetto che) il bambino è dislessico …
ti prepari per andare al mare
prendi l’aereo
atterri in montagna
sei disorientato
non ti senti preparato
alla fine
scopri
tanti aspetti belli e positivi
anche in montagna
la dislessia : conoscerla … e pensare oltre …
sostituisci le infradito …
il genitore
deve essere aiutato
a scoprire
che suo figlio è
ricco di tante risorse
‘unico’
esattamente
come tutti gli altri
alla fine
la dislessia : conoscerla … e pensare oltre …
se mio figlio è …
ricco di tante risorse …
allora …. ce la può fare …
genitore restio
perché potrebbe scoprire
di essere lui stesso dislessico
la dislessia (discalculia, disortografia, disgrafia)
è una caratteristica personale
dall’informazione alla filosofia di vita
non è una malattia
da cui si può . . . “guarire”
i DSA hanno
un’origine neurobiologica
che si deve imparare a “gestire”
ho la dislessia
sono
dislessico !
cambio di prospettiva
la dislessia : conoscerla … e pensare oltre …
bambini e ragazzi dislessici
mostrano difficoltà di
automatizzazione nella lettura
ma che cosa significa ?
•per capire e condividere
il disagio di un ciecocieco
partecipa ad una cena al buio
per capire e condividere
il disagio di una persona con
disabilitdisabilitàà motoriemotorie
prova a a girare in città con una carrozzina
esperienze condivise
•per capire e condividere
il disagio del bambino mancinomancino
prova a usare il suo temperamatite o le sue forbici
per capire e condividere
il disagio del bambino daltonicodaltonico
indossa un paio di occhiali con lenti verdie prova a trovare e raccogliere le fragole in un pratotrovare e raccogliere le fragole in un prato
come realizzare esperienze condivise per far capire le difficoltà nella lettura
esempio proposto da AID
https://www.youtube.com/watch?v=rzF7vjwIeNs
https://www.youtube.com/watch?v=V6dDEU5Q7sw&sns=em
video che cercano di illustrarevideo che cercano di illustrare
che cosa significache cosa significa
essere dislessiciessere dislessici
La casa dei fantasmi
La casa si trovava in fondo alla strada, oramai cadeva a pezzi e il
giardino sul quale sorgeva era incolto e pieno di erbacce, tanto
alte da non poterci camminare sopra. Quando la vidi la prima volta, era una giornata uggiosa, e una
leggera nebbiolina ne avvolgeva il tetto, conferendole un aspetto
ancora più sinistro e triste.
leggiamo senza difficoltà questo testo
esperienze condivise
difficoltà di automatizzazione nella lettura
ed ora proviamo con un artificio a condividere e capire
il disagio del bambino dislessico
esperienze condivise
difficoltà di automatizzazione nella lettura
il bambino o il ragazzo dislessico
è in grado di leggere (scrivere e fare i calcoli)
solo impegnando
gran parte delle proprie
risorse attentive e cognitive perché per la lettura non è un automatismo
e ogni volta che legge
non può farlo in maniera automatica
collaborazione con la famiglia
condivisione
compartecipazione
comprensione
costruire uno spazio di intervento
specifico per la famiglia
che affianca l’insegnante
con un ruolo proprio
didattica
individualizzata
e personalizzata
se il dislessico
non diventerà mai
un bravo lettore …
non rinunciamo mai
a farne
un buon ascoltatore
un buon pensatore
il punto di forza del nostro progetto
prima fase – di approfondimento conoscitivo
cinque incontri con esperti
seconda fase – laboratoriale
gruppi autonomi
esperienza personale autogestita
tre incontri di confronto con gli esperti
terza fase – prima ricaduta in ambito scolastico
lo strumento su cui abbiamo lavorato
Segnalare un caso di DSA
al Sistema Sanitario Regionale
Non un passaggio obbligato
ma
un momento di crescita conoscitiva
… i gruppi … Arcobaleno
Com-Da
Cuore
Dafne
Sostegno
Elfe
Roli
finalità del laboratorio
una occasione
di confronto e di riflessione
secondo laboratorio autogestito
gli aspetti più problematici individuati nel bambino
e segnalati nella prima parte della scheda (uso della cheklist)
vengono ora ripresi
proponendo al bambino un intervento breve costituito da proposte didattiche coordinate
con funzione di sondaggio esplorativo
questo intervento esplorativo è finalizzato a verificare
se il bambino con proposte didattiche mirate
migliora (difficoltà) persiste (disturbo)
individuare gli aspetti problematici che si intende affrontate col bambino
individuare
le proposte didattiche
le modalità di realizzazione
annotare il comportamento del bambino
effettuare
valutazione delle prestazioni del bambino
osservazioni critiche sull’intervento
strumenti
ed elaborazioni
durante
il secondo
laboratorio autogestito
predisposizione di un vademecum
con brevi consigli ai colleghi per la segnalazione al SSR
di un bambino con difficoltà (DSA)
di seconda classe di scuola primaria
compilazione della scheda
il nostro progetto
prima fase – di appr
ofondimento co
noscitivo
cinque incontr
i con esperti
seconda fase
– laboratoriale
esperienza pe
rsonale autoge
stita e gruppi
auto nomi
tre incontri d
i confronto co
n gli esperti
terza fase – prima ricad
uta in ambito sc
olastico
la ricaduta
pratico – operativa conclusione dei laboratori
la peculiarità
del progetto
il corso intendeva mettere in sintonia
‘i saperi dei ricercatori’
con
‘i saperi degli insegnanti’
ai fini di un progetto di formazione
adeguato alle situazioni e ai problemi reali
mettere in sintonia
‘i saperi dei ricercatori’
con
‘i saperi degli insegnanti’
obiettivo
ricaduta pratico - operativa
il tempo ridotto non ha permesso
la sistemazione organica delle proposte operative
ma sono scaturite riflessioni interessanti
riflessioni delle insegnanti
rientra nelle loro competenze
predisporre e proporre
proposte didattiche calibrate
sulle problematicità riscontrate
le risposte del bambino permettono
una prima distinzione tra
difficoltà e disturbo
questo sondaggio esplorativo
è il primo momento di un
intervento didattico personalizzato
Quando i bambini entrano a scuola
le insegnanti
per intuito e soprattutto per esperienza
notano dei segnali di difficoltà
Possono essere comportamenti inadeguati
non solo difficoltà di linguaggio o cognitive
Nei casi di difficoltà persistenti
l’intuizione e l’esperienza degli insegnanti non bastano
vanno supportate da strumenti che consentano di avere ben presenti
le reali difficoltà
quale percorso intraprendere
come dare coesione e continuità agli interventi
1 I BAMBINI A RISCHIO … LI RICONOSCIAMO
FOCALIZZARE L’OSSERVAZIONE
permette
di focalizzare alcune aree di attenzione
nel continuum comportamentale del bambino
di avere degli indicatori precisi e costanti
che mi permettono di delineare il profilo diverso
di ogni bambino a rischio
2 USARE UNO STRUMENTO DI OSSERVAZIONE
alcune precauzionialcune precauzioni
osservate comportamenti/ atteggiamenti/ relazioni osservate comportamenti/ atteggiamenti/ relazioni
evidenziando sia evidenziando sia problemiproblemi che che potenzialitpotenzialitàà
raccolta di informazioni diffuseraccolta di informazioni diffuseosservabili nei diversi momenti del contesto scolastico
descrizione avalutativadescrizione avalutativanella compilazione della scheda di segnalazione
non usare giudizi di valore (male, inadeguato, scarso)
ma descrivere oggettivamente cosa riesce a fare (e come)
e cosa non riesce a fare
esempio : Legge male
Lettura non adeguata
Lettura molto lenta
Legge correttamente, ma impegna più del doppio dei tempo dei compagni
2OSSERVARE NON OSSERVARE NON ÈÈ FACILEFACILE
Dopo aver individuato le aree di criticità
intervenire con azioni didattiche mirate ancora con funzione osservativa
Definizione dei tempi d’intervento (circa 2/3 mesi)
Individuazione dei contenuti didattici ed indicazioni operative
Predisposizione di prove di verifica
mirate al raggiungimento degli obiettivi prefissati
Strutturazione ed organizzazione delle modalità e della
frequenza dell’intervento (nel gruppo classe, nel piccolo gruppo e individuale)
Condivisione con la famiglia del percorso in via di attuazione
3 DALL’OSSERVAZIONE ….
ALL’INTERVENTO personalizzato di monitoraggio
Pianificazione dell’intervento personalizzato
convincimento acquisito
si realizza il MONITORAGGIO al fine di rilevare
i miglioramenti o il persistere delle difficoltà
è importante costruire un team docente
con cui elaborare gli strumenti di osservazione e monitoraggio
con cui confrontarsi su valutazioni e procedure scambio di informazioni, osservazioni, spunti di riflessione e strategie organizzative e didattiche
in cui sono coinvolti e collaborano
insegnanti della scuola dell’infanzia
insegnanti ed educatori che interagiscono col bambino
colleghi che hanno affrontato precedentemente
situazioni analoghe, per attingere dalla loro preziosa esperienza
colleghi referenti (BES) dell’Istituto
figure professionali esterne
CONDIVISIONE COSTANTE CON IL TEAM DOCENTE
considerazione ricorrente
ContinuitContinuitàà scuola infanzia / primariascuola infanzia / primaria
Parlare del percorsopercorso del bambino
non solo degli obiettivi obiettivi non raggiunti
Lasciare Lasciare ‘‘traccia scrittatraccia scritta’’ ……
del percorso intrapreso con l’alunno e con la classe,
per permettere agli insegnanti che subentrano
di comprendere l’evoluzione avvenuta
(mediante raccolta di materiali prodotti, osservazioni registrate, ecc…)
e proseguire gli interventi
una esigenza fortemente sentita
poter operare in compresenza temporale con un collega
in modo da poter gestire
piccoli gruppi di osservazione con sistematicità di intervento
avere spazi e tempi per potersi confrontare (dubbi, ipotesi, )
per predisporre materiali e attività
per commentare risultati e difficoltà
VALUTAZIONE CONCLUSIVA ….
sull’esito del monitoraggio personalizzato
Difficoltà o disturbo?
difficoltà : qualche miglioramento
disturbo : perseveranza negli errori ed
“impermeabilità” all’intervento didattico ……
questa fase iniziale di didattica mirata
permette di distinguere tra bambini con
disturbo di apprendimento
che è
innato
resistente all’intervento
resistente all’automatizzazione
difficoltà di apprendimento che è
non innato
modificabile
automatizzabile
4
VALUTAZIONE CONCLUSIVA ….
sull’esito del monitoraggio personalizzato
Difficoltà o disturbo?
difficoltà : qualche miglioramento
disturbo : perseveranza negli errori ed
“impermeabilità” all’intervento didattico ……
Condivisione all’interno del team dei risultati conseguiti
Condivisione con la famiglia
Decisione condivisa
della segnalazione da inviare al SSN
4
COMPLETAMENTO E STESURA DEFINITIVA ….
della scheda di segnalazione da inviare al SSN
specificare
le attività di potenziamento proposte,
i tempi di esecuzione e l’esito dell’intervento;
le prestazioni migliori (orali o scritte)
evidenziare
la tipologia, la perseveranza e la frequenza dell’errore
la progettualità
delle linee di intervento attuate nel sondaggio didattico
funzionale alla discriminazione tra difficoltà e disturbo
è il primo passo del piano didattico personalizzato
Colloquio individuale per instaurare un rapporto di fiducia
e collaborazione con i genitori
Raccolta di informazioni ed anamnesi del vissuto del bambino
Condivisione delle prime osservazioni effettuate
Condivisione della necessità di intraprendere un percorso
personalizzato da avviare a scuola e a casa
Riflessione ed analisi conclusiva con la famiglia dell’intero
percorso
Presa di coscienza della necessità di un accertamento
diagnostico
Informazioni sull’iter da seguire
Firma congiunta dei documenti prodotti
5 COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA
CONDIVISIONE DELLA SCHEDA DI SEGNALAZIONE
L'insegnante che rileva una criticità in uno studente
deve affrontarla in modo positivo e propositivo
riconoscendola come
potenziale elemento di crescita e ricchezza
per tutte le parti coinvolte, sia insegnanti che alunni
il piano di osservazione e di potenziamento
va utilizzato come
strumento di riflessione
sul proprio intervento didattico
6 CONSIGLI FINALI dei colleghi ai colleghi
acquisiamo consapevolezza
della validità del percorso
che facciamo assieme
È opportuno creare
un clima adeguato e favorevole all'apprendimento
variando le modalità d’azione
in funzione dello studente
evitando di concentrarsi soltanto sul programma
da concludere entro termini ufficiali
che non sempre sono rispondenti ai bisogni
effettivi dei bambini.
6 CONSIGLI FINALI dei colleghi ai colleghi
una scuola di tutti per tutti
È opportuno
usare una didattica speciale
(peer education, tutoring, cooperative learning, role playing, etc.)
che coinvolga tutto il gruppo
sfruttare le varie opportunità
man mano che si propongono nel corso della vita di classe
rendere flessibile l'azione educativa
plasmandola sui bisogni degli allievi
6 DIDATTICA SPECIALE / RISORSA PER TUTTI
ogni alunno deve ‘star bene’ in classe
obiettivo del mio intervento didattico
non è quello di far raggiungere
al bambino dislessico gli stessi parametri di lettura degli altri bambini
cerco di fargli acquisire
strategie di compensazione
che gli permettono di apprendere
indipendentemente da una ‘buona’ lettura
all’inizio della scuola la decodifica lenta provoca fatica e stanchezza
la comprensione difficoltosa provoca caduta di interesse e demotivazione
quando la lettura diventa strumento per apprendere contenuti
le difficoltà connesse alla lettura trasformano l’esperienza scolastica in un percorso ad ostacoli
ostacola
una completa autosufficienza nell'apprendimento
se devo segnalare un bambino di terza, quarta, quinta
che cosa cambia nella compilazione della scheda nell’intervento didattico di sondaggio …
se ho un bambino ‘segnalato’
come affronto il potenziamento didattico … l’uso intelligente
di strategie di studio e di strumenti compensantivi per un apprendimento autonomo
i metodi dispensativi come farli accettare dalla classe e come evitare percorsi immotivatamente facilitanti
ampliamento
possibile