14
RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA

De Cillia Francesco

Embed Size (px)

DESCRIPTION

The technical report - International competition for ideas “Youth Area at the Border” for the redevelopment of the former Civil Hospital - Gorizia Urban Project

Citation preview

Page 1: De Cillia Francesco

RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA

Page 2: De Cillia Francesco

INDICE

Introduzione ............................................................................................................................................. p.1

1. L’area e il rapporto con il territorio: il nuovo sistema dei

collegamenti, la mobilità e la sosta .......................................................................................................... p.2

2. Il sistema edilizio: il recupero e la valorizzazione delle

strutture esistenti, le funzioni e l’organizzazione degli spazi .................................................................. p.3

3. Le relazioni urbane e il rapporto con la città. I nuovi spazi

urbani. ...................................................................................................................................................... p.5

4. La natura e gli aspetti ambientali e paesaggistici. Gli spazi

scoperti, il tema del parco attrezzato e l’attività sportiva. ...................................................................... p.6

5. Il sistema flessibile e i possibili sviluppi futuri.

Ipotesi ...................................................................................................................................................... p.8

Allegato A

Valutazione preliminare dei costi dell’intervento.................................................................................... p.9

Allegato B

English text ............................................................................................................................................ p.10

Allegato C

Riduzione fotografica tavole n. 01,02,03

Introduzione

Dal 1954, con la restituzione di Trieste all’Italia, la città di Gorizia è quella che, più di tutte le città

italiane, esprime il concetto di confine urbano, di agglomerato “appoggiato” a quella che fu per quasi

sessant’anni una linea fatale, un segno severo e pesante, un limite fisico e mentale.

L’apertura delle frontiere con l’ingresso della repubblica Slovena nell’Unione Europea ha cambiato la

storia di Gorizia e Nuova Gorizia, avviando gli sviluppi per una convivenza facile e vellutata, per un

futuro diverso da quello prefigurato in passato. Laddove prima una barra si sollevava a intermittenza e il

passaggio portava con sé un senso pesante di immissione controllata, ora il transito avviene solo con un

leggero rallentamento, quasi con un recondito timore, residuo come una scoria di memoria e di

abitudine, della vecchia frontiera.

Il rapporto fra le popolazioni è cambiato inevitabilmente, il sistema delle relazioni internazionali si è

infittito; le due città se ne sono accorte e se ne accorgono quotidianamente, finiscono per interrogarsi

sulla propria identità, se sono ancora due o se si può ormai parlare di un unico agglomerato bilingue.

La categoria giovanile è sicuramente la più predisposta ad un futuro integrato e indistinto, non solo

perché ne è la prima destinataria in futuro, ma perché non ha vissuto pienamente, per ovvie ragioni

anagrafiche, l’esperienza storica del limite.

L’area dell’ex ospedale è collocata lungo il confine, ne è delimitata mediante un vecchio muro

invalicabile, sormontato un tempo da filo spinato o cocci di vetro, quasi come una caserma o uno spazio

militare strategico. La posizione è carica di significato, il luogo del soccorso, della carità indistinta,

dell’unità nella sofferenza assume sulla linea di confine una valenza ulteriore, quasi fosse un elemento

precursore dell’apertura e dell’accoglienza. Il recupero di quest’area dai forti significati simbolici

comporta un confronto inevitabile fra passato e futuro: i segni della memoria collettiva si rivolgono da

un alto al significato del confine e del rapporto evolutivo con il territorio sloveno, dall’altro al vecchio

ospedale e al suo imprescindibile ruolo sociale per la città di Gorizia e per la sua comunità, ora trasferito

altrove.

Il futuro prevede per quest’area urbana un rilancio mediante la realizzazione di spazi attrezzati e naturali

per giovani di diversa nazionalità, che si rispecchiano nelle abitudini, nei consumi, nelle tendenze e negli

stili di vita. Uno spazio globale interprete della realtà in evoluzione che va assecondata. Ma lungi dal

voler tracciare una linea sul passato rigettandolo completamente e decretandone un’erronea condanna,

l’intenzione dei progettisti è quella di disegnare il futuro e le sue funzioni nel solco del passato,

recuperandone i segni, le strutture ove possibile, le geometrie e i rapporti consolidati con la città.

L’errore più grande, secondo i Progettisti, sarebbe la costruzione totalmente ex-novo di una futuristica

cittadella dei giovani, calata dall’alto con pregevoli edifici moderni e ammiccanti su un suolo liberato

Page 3: De Cillia Francesco

2

troppo facilmente e approssimativamente dei segni attuali; questi segni devono esercitare ancora un

ruolo, sono in grado di riconvertirsi e rinnovare la propria funzione, sono ancora degni di far parte della

città. Questa asserzione la facciamo nella convinzione che le nuove strutture, sebbene destinate

prevalentemente a un pubblico giovane e con gli occhi rivolti velocemente al futuro, apparterranno alla

città intera, senza distinzione di età, dove qualcuno negli anni a venire potrà raccontare cosa c’era prima

senza ricorrere a invenzioni e immaginazioni, ma intravedendolo davanti a sé.

Rispetto alla città di Gorizia, il luogo in esame appare emarginato e periferico, con il tessuto urbano

circostante sfrangiato e senza connotazioni precise: l’area e il suo perimetro denunciano con la loro

attuale morfologia la loro natura di spazi limite, addossati a una linea di frontiera che oggi, pur

rivestendo ancora un significato geografico-politico di distinzione, appare più che altro lo struggente

reperto di un epoca superata.

Appare quindi opportuno guardare oggi all’area con la consapevolezza di un cambiamento (già avvenuto

per certi versi, ma in ulteriore evoluzione in previsione futura) che modifica di fatto il suo peso

geografico: da spazio di frontiera e quindi spazio-limite, terminale e scarsamente attrattivo, a spazio

interno baricentrico a una realtà internazionale, dove è concepibile una sola città bilingue su due sponde

in luogo di due città opposte e ravvicinate, ma sordamente rivolte ai rispettivi territori di appartenenza.

Il significato di una tale operazione concettuale può trovare nell’organizzazione degli spazi, della

viabilità di collegamento e di penetrazione e nelle opportunità di investimento economico i canali

realizzativi per concretarsi e assumere il ruolo di cerniera vitale, mettendo in gioco il proprio ruolo

potenziale di polo attrezzato multifunzionale capace di influenzare e irradiare una regione molto più

ampia ed estesa, dotando infine la nuova città di Gorizia (intesa nella sua nuova accezione extra-

frontaliera comprensiva di Nuova Gorizia) di nuovi servizi strategici per uno sviluppo controllato e

razionale in entrambi i territori, italiano e sloveno.

1. L’area e il rapporto con il territorio: il nuovo sistema dei collegamenti, la mobilità e la

sosta.

Per assecondare l’area nel suo ruolo futuro di parco attrezzato fungente da cerniera territoriale, è

necessario liberarla del suo carattere chiuso e terminale, dotandola di maggiore permeabilità sul piano

della mobilità veicolare e ciclo-pedonale e istituendo un regime di transito e attraversamento capace di

stimolare e ricondurre la presenza umana all’interno.

Da un analisi del territorio e del sistema delle infrastrutture circostanti si sono intuite le possibili

strategie tese al potenziamento dell’accessibilità delineando, nella fattispecie, un duplice ordine

gerarchico a definire i flussi di penetrazione: da un alto la macro-viabilità, o sistema di grande flusso,

situato a sud, con la conferma dell’asse di via Vittorio Veneto, e a ovest, in connessione alla grande

viabilità slovena attraverso la direttrice dell’attuale Piazza della Casa Rossa; dall’altro la micro-viabilità,

comprendente il tessuto capillare dei percorsi pedonali o carrabili di livello inferiore, a partire

dall’abitato di Sempeter e dalla sponda orientale per concludersi nel sistema distributivo interno a

collegamento delle strutture.

Il sistema di grande flusso rimane sostanzialmente periferico all’area, sviluppandosi lungo il confine

occidentale e tracciando nel parco una “cuspide” di penetrazione innescata dalle due nuove rotatorie in

corrispondenza degli incroci nevralgici. La prima rotatoria distribuisce il flusso di traffico proveniente a

sud da viale Terza Armata e raccoglie il traffico in uscita dall’area del parco e da via Vittorio Veneto; la

seconda, più a nord in corrispondenza dell’attuale strada di accesso al parcheggio asfaltato e all’obitorio,

funge da cerniera nei confronti del traffico proveniente dalla Slovenia e dall’area della Casa Rossa e

controlla l’ingresso al parco. Una terza e ultima rotatoria riconnette la nuova viabilità esterna alla piazza

della Casa Rossa, che si prevede di convertire a parco attrezzato.

La menzionata “cuspide” penetra il bosco alle spalle dell’ex sanatorio, fornisce accesso al sistema dei

nuovi parcheggi, si riconnette al nodo rappresentato dalla prima rotatoria. Nel tratto corrispondente

all’attraversamento degli spazi verdi, il tracciato viene sormontato da un dolce pendio che stabilisce la

continuità del parco e dei suoi percorsi di visita pedonali: l’area del parco beneficerebbe in tal modo di

un nuovo impianto di penetrazione viabilistica senza esserne tuttavia suddivisa apertamente e

conservando in buona parte la propria integrità. L’edificio del mortuario, tuttora funzionante, rimane

accessibile mantenendo la propria indipendenza nel percorso di accesso.

Il sistema definito della microviabilità, comprendente le vie di accesso minori e i percorsi pedonali e

ciclabili, alcuni utilizzabili anche da mezzi di soccorso o muniti di autorizzazione, ha una distribuzione

capillare che risale al cuore del parco a partire dai tracciati esistenti a sud e a est, fino a servire spazi di

sosta dislocati a fianco delle funzioni principali: questa categoria di percorsi non prevede grandi flussi di

traffico meccanico, limitati al personale autorizzato e allo svolgersi di eventi specifici; sarà invece la

sede privilegiata per gli spostamenti pedonali e ciclabili di attraversamento e permetterà di raggiungere

le aree più interne, maggiormente connotate da aspetti naturalistici.

Esternamente all’area di progetto lo studio del territorio, dei suoi elementi fisici e delle infrastrutture

esistenti ha confermato la grande opportunità per il luogo di liberarsi dal suo attuale torpore e dal suo

coatto isolamento, per allacciarsi ad un sistema sociale e strutturale più ampio e fungere da polo di

attrazione gravitazionale.

Già si è accennato al possibile asse di collegamento alla grande viabilità slovena attraverso la

ridefinizione morfologica e funzionale del grande spazio corrispondente alla piazza della Casa Rossa:

quest’ultima viene utilizzata come luogo di mercato settimanale. Dispone di ampi parcheggi a supporto

Page 4: De Cillia Francesco

3

di questa funzione, tuttavia la collocazione urbanistica, defilata dal centro e in un contesto non

pienamente qualificato, la pone in una condizione emarginata. Viene quindi avanzata la proposta di

trasferire il mercato altrove, suggerendo in alternativa l’utilizzo della nuova piazza antistante l’ingresso

dell’ex padiglione ospedaliero, come verrebbe a definirsi nell’ipotesi di progetto e come illustrato nei

capitoli successivi. L’attuale spianata della casa Rossa verrebbe trasformata in aree verdi attrezzabili,

intimamente collegate al colle dell’ex seminario da un percorso ciclo-pedonale di attraversamento.

L’arteria di collegamento corrispondente a via Kugy viene deviata esternamente, fino a raggiungere una

nuova rotatoria: da qui si può procedere in un senso verso sud in direzione dell’area dell’ex ospedale.

Il grande edificio dell’ex seminario potrebbe essere collegato direttamente all’area di progetto più a sud,

per mezzo di una nuova tratta ciclo-pedonale che salirebbe dalla prevista rotatoria di via Blaserna,

compiendo in tal modo un percorso circolare che ricongiunge alla Casa Rossa sul lato opposto lungo via

Alviano.

Il sistema dei parcheggi, oggetto di una collocazione mirata, si prefigge di dotare l’intera area di progetto

degli spazi di sosta necessari, senza tuttavia investire con strutture invasive e di forte impatto ambientale

le aree verdi.

Connesso alla viabilità di penetrazione (la già citata “cuspide”), in posizione funzionale al

raggiungimento in tempo breve di tutti i settori del parco, il grande parcheggio per 400 posti auto trova

collocazione sui due livelli sfalsati, il primo completamente interrato inferiormente alla piazza

triangolare antistante il padiglione storico dell’ex Sanatorio, il secondo a raso prospiciente il padiglione

dell’ex ospedale rinnovato a nuova struttura multifunzionale: esso offrirà la sosta sia ai mezzi degli

impiegati presso le strutture, sia a quelli dei visitatori occasionali, sarà dotato di doppio accesso, idoneo

numero di stalli per disabili, alberature ombreggianti all’esterno e dispositivi per la sosta a pagamento

feriale. Altre aree parcheggio, di dimensione minore e idonee a periodi di sosta più limitati e occasionali,

saranno dislocate a raso lungo la viabilità di accesso. Una seconda area parcheggio si collocherà più a

est, tra gli impianti sportivi e il grande fabbricato multifunzionale dell’ex ospedale, descritto al capitolo

successivo. Questo parcheggio sarà accessibile mediante un percorso anulare da via Vittorio Veneto.

Come già accennato, è previsto il potenziamento della rete ciclabile, con il congiungimento della pista

italiana a quella slovena mediante l’attraversamento del parco. Il tracciato troverà nella fase

dell’attraversamento alcuni punti nodali, veri e propri punti di scambio, nei quali sarà possibile sostare,

posizionare le biciclette per procedere con l’escursione a piedi o anche cambiare tragitto immettendosi

lungo le direttrici ciclopedonali che distribuiscono ai vari settori e alle diverse attività.

Un secondo collegamento ciclabile ripercorre la linea di confine rimanendo esterno all’area dell’ex

ospedale sul sedime del torrente Vertoibizza, di cui si prevede la canalizzazione interrata.

2. Il sistema edilizio: il recupero e la valorizzazione delle strutture esistenti, le funzioni e

l’organizzazione degli spazi.

L’intento del gruppo di progettisti è stato quello di valutare attentamente il ruolo potenziale di ciascuna

struttura edilizia esistente, a volte indipendentemente dal livello di pregio e dallo stato di conservazione:

ogni edificio è infatti, come già accennato, un condensatore di memoria collettiva e incamera un proprio

valore “metafisico” di carattere storico-sociale non trascurabile. Il programma funzionale del concorso

può trovare una conciliazione con le strutture esistenti? Possono queste strutture fornire un servizio

concreto e attuale riconvertendosi a nuove destinazioni compatibili con un parco giovani? Questi gli

interrogativi che i Progettisti si sono rivolti, nella convinzione che il nuovo orientamento funzionale

dell’area, da ospedale a polo multifunzionale per utenza prevalentemente giovanile, possa agevolmente

trovare una strategia di riutilizzo nelle vecchie strutture, icone storicizzate e componenti ormai acquisite

della città. Il valore del riuso e della strenua ricerca dello stesso ha prevalso sull’alternativa del nuovo,

del cambiamento in chiave futuristica e spettacolare, della rimozione facile e semplicistica dei vecchi

segni antropici.

Se da un lato la salvaguardia del padiglione ex sanatorio e del padiglione ex psichiatrico, i due fabbricati

con maggiore valenza architettonica, appare scontata e indiscutibile al di là della funzione prevista, la

reale sfida per un nuovo ruolo da protagonista viene raccolta dal granda edificio a croce di Lorena, il

vero “Ospedale” Goriziano. Questo fabbricato, ultimato nel 1957, dalle dimensioni ciclopiche e dallo

schema planimetrico originalissimo, ispirato agli schemi tipologici neoclassici del Durand,

apparentemente non reca in se elementi di pregio significativi tali da imporne la conservazione. Quello

che invece appare determinante è il ruolo storico e simbolico svolto da questo edificio, caricato di

enorme valenza sociale e collettiva: proprio all’orizzonte di una svolta funzionale di tutta l’area

interessata, con la verificata adattabilità alle nuove destinazioni d’uso e alle strette relazioni fra esse,

ecco che il fabbricato sembra offrire una soluzione tipologica ideale per la concentrazione delle attività

interconnesse e per il raggiungimento di una condensazione sociale auspicata e possibile, quasi come un

transatlantico terrestre o un utopistico falansterio contemporaneo, incaricato di svolgere un

importantissimo ruolo urbano.

I progettisti hanno individuato nella grande croce di Lorena il fulcro funzionale per una concentrazione

razionale e ordinata delle funzioni richieste dal bando. Attorno al grande asse centrale, che viene

riscoperto e valorizzato nel ruolo di una galleria urbana di collegamento con gli spazi interni del parco, si

Page 5: De Cillia Francesco

4

distribuiscono gli accessi e gli spazi destinati ai giovani: il fabbricato rimane protagonista della scena,

modificato solo parzialmente nell’altezza e nel trattamento delle facciate e subendo lo svuotamento dei

divisori interni per adeguarsi alle nuove funzioni. Nel porsi come cerniera tra lo spazio urbano di via

Vittorio Veneto e l’area verde del parco interno, l’ex ospedale, privato della sua originaria funzione, si

rinnova e si rivolge al futuro con un ruolo ancor più suggestivo e nevralgico, di fatto costituendo in se

stesso un pezzo di città.

La galleria diventa gesto urbano e insieme elemento organizzatore delle attività che ad essa si allacciano:

sui bracci della croce vengono dislocati gli spazi funzionali alla vita associativa ed educativa delle nuove

generazioni, mentre le due corti esterne vengono entrambe occupate: a ovest una struttura leggera sarà

sospesa su un’area di incontro e socializzazione,attrezzabile per concerti e manifestazioni, a est i nuovi

volumi chiusi della sala della musica e del teatro stabile di posa convertiranno in simbolici fronti interni

gli originari prospetti esterni della corte. La chiusura del nuovo volume sarà cieca e neutrale, lasciando

sporgere le vecchie esedre di testa come retaggio indissoluto del fabbricato originario. I sistemi di risalita

garantiranno il collegamento verticale indipendente ai singoli settori, con la possibilità, dove previsto, di

realizzare ponti di collegamento sospesi fra funzioni compatibili situate in bracci opposti. Nella

fattispecie, è previsto il collegamento ai piani primo e secondo fra le aule e gli spazi destinati alla scuola

di musica, situata a est e collegata a sua volta internamente alla grande sala, e i laboratori di design e

grafica, posti nei piani superiori a ovest; inferiormente ad essi, è prevista la collocazione di spazi di

ristoro connessi a punti vendita di libri e musica. Questi spazi, gestibili con apertura anche notturna,

saranno messi in comunicazione con la corte coperta antistante, mediante la conversione delle esistenti

finestre in porte di collegamento. Sull’altro braccio occidentale, ai livelli primo e secondo, troveranno

sede uffici e laboratori per la ricerca scientifica, mentre al piano terreno, sempre con apertura diretta

sulla corte coperta, verranno insediate funzioni aggregative quali internetpoint e punto info giovani.

Sul lato orientale della galleria, come già espresso, sarà possibile accedere al piano terreno agli spazi

chiusi della sala della musica e del teatro di posa. La sala sarà utilizzabile all’occorrenza anche per

spettacoli serali a pagamento, mentre un corridoio di collegamento ne consente l’unione flessibile

all’attigua scuola di musica, dotata di aule di prova, uffici specifici e servizi.

Il teatro di posa si spartisce con la sala della musica l’invaso dell’originaria corte orientale definita dalla

croce di Lorena: esso è separato dalla prima da un lungo corridoio fungente da filtro acustico, percorso

di sicurezza e di eventuale interconnessione. Attorno al grande vano delle riprese sono dislocati gli spazi

di servizio e accessori, mentre al primo livello troveranno sede la direzione e gli altri uffici. Al vertice

dell’ultimo braccio della croce vi è l’ingresso specifico per i dipendenti dell’ azienda ospedaliera

impiegati nel settore della medicina sportiva, con i dispositivi di salita al secondo livello dove sono

collocati gli ambulatori e gli uffici relativi.

Tutti i settori della croce sono dotati di servizi, ridisegnati negli spazi già sede di impianti nel vecchio

ospedale.

L’edificio complessivamente si presenterà su tre livelli nei bracci trasversali, mentre la galleria si

segnalerà per avere un livello ulteriore, sormontato da una copertura vetrata, quest’ultima attrezzata con

pannelli fotovoltaici opportunamente orientati. La facciata monumentale su via Vittorio Veneto sarà

modificata con l’abbassamento di un livello rispetto alla condizione attuale e con la realizzazione di una

grande testata vetrata per esprimere alla città la nuova funzione e segnalarne l’invito all’accesso.

L’edificio dell’ex sanatorio verrà adibito a ostello, come suggerito dallo stesso bando e con il pieno

favore dei progettisti: l’impianto planimetrico con corridoi di distribuzione alle varie stanze ben si presta

a questa funzione. In aggiunta, la stessa posizione del fabbricato, lievemente defilata e a più stretto

contatto con la città storica, indirizza verso questa scelta funzionale. Il fabbricato in esame vede

comunque trasformarsi il proprio ruolo urbano per effetto della piazza triangolare antistante, che appare

disegnata e misurata sulla sua facciata principale. Il fabbricato verrà attentamente conservato, essendo

iscritto fra quelli oggetto di tutela, con l’introduzione misurata dei soli elementi di adeguamento tecnico

e normativo previsti, nel pieno rispetto delle caratteristiche architettoniche esistenti.

L’altro fabbricato di pregio inserito nell’area di progetto è l’elegante padiglione dell’ex ospedale

psichiatrico, edificio di proporzioni minori ma di notevole interesse artistico, collocato oltre via Vittorio

Veneto di fronte al grande edificio a croce di Lorena. La posizione di questa costruzione risalente al

primo dopoguerra, di per sé appartata e immersa nel verde, ha suggerito di collocarvi l’asilo: in effetti

questa funzione non pare avere molte relazioni con le restanti attività, e godrebbe del vantaggio di essere

direttamente accessibile in posizione arretrata rispetto al filo stradale, in una condizione ottimale per il

trasporto e il ricevimento dei bambini. Gli spazi esterni potrebbero essere sfruttati per le ore all’aperto e

per il contatto guidato degli ospiti con la natura.

Il fabbricato, oggetto di vincolo e tutela, non subirà esternamente modificazioni alle facciate e agli

elementi architettonici originari.

Altro edificio conservato è la struttura simmetrica su due assi del padiglione dei servizi (cucina,

magazzini). Questo fabbricato appare in discrete condizioni di conservazione e tipologicamente

convertibile in struttura per attività sportive al coperto. Potrebbe ospitare quindi quattro palestre distinte,

corrispondenti ai moduli con copertura voltata, per i giochi della pallacanestro, pallavolo e calcio a

cinque, per la ginnastica e attività specifiche similari, quali “pilates”, ginnastica yoga e altre discipline

educative. Verranno ricavati opportuni servizi con la dotazione di docce, un ambulatorio di primo

Page 6: De Cillia Francesco

5

soccorso, la stanzetta arbitri e direttori di gara, il tutto per adeguare la struttura e attrezzarla ad ospitare

anche attività sportive di tipo agonistico.

Esternamente l’edificio verrà rinnovato con la semplice applicazione di pannellature di rivestimento

schermanti fino all’altezza della copertura.

Una nota a margine spetta alla struttura, ancora funzionante fino a tempi recenti, del mortuario, situato

all’estremo confine nord dell’area di progetto. L’edificio ospitava al suo interno sale per l’anatomia, per

l’istologia patologica e per il servizio mortuario con annessa cappella funeraria.

La ristrutturazione che verrà apportata all’edificio per la “creazione di spazi capaci di dare dignità ad un

momento importante come la morte”, comprenderà la demolizione del corpo secondario a due livelli.

Davanti all’edificio-monumento verrà collocato uno specchio di acqua poco profondo, al fine di

riportare alla memoria l’antica presenza del torrente Vertoibizza e per accrescere il suo prospetto

monumentale. Le piccole finestre si specchieranno nell’acqua venendo così enfatizzate.

L’entrata allo spazio di riflessione avverrà tramite una passerella sospesa sullo specchio d’acqua, essa

sarà completamente di vetro per trasmettere l’incertezza, la sospensione, l’esitazione donando nello

stesso tempo il fascino di poter vedere l’acqua vitale sotto i propri piedi (l’acqua sarà infatti vissuta da

pesci, fiori e piante acquatiche).

La passerella introdurrà al corpo quadrato principale che verrà “ripulito” dai muri divisori interni

(eccetto i pilastri portanti) al fine di creare un grande spazio adibito all’accoglienza, al raccoglimento ed

alla preghiera.

I muri rimarranno bianchi sia dentro che fuori, per trasmettere una scarna essenzialità, mentre la luce

penetrerà dalle piccole finestre quadrate e si proietterà sul pavimento di marmo bianco (scelto

appositamente per la sua eleganza e monumentalità), tracciando su di esso nette geometrie.

Al centro del vasto ambiente quadrato, un giardino interno, circondato da vetrate, permetterà di percepire

il fluire del tempo e il ripetersi delle stagioni, trasmettendo così il senso di immortalità e di rinascita.

Il secondo volume, che sostituirà l’attuale edificio a due piani, avrà destinazioni d’uso prettamente

funzionali: lo spazio per il riconoscimento delle salme, quello per la preparazione e vestizione di esse, le

stanze per le camere ardenti, il parcheggio interno, gli spazi accessori ed i servizi.

La decisione di demolire questa parte di edificio e di sostituirla con una nuova è stata presa per motivi

funzionali, di risparmio energetico ed inoltre dal punto di vista architettonico, per mettere in risalto il

corpo quadrato principale e creare un’omogeneità di volumi.

Il mortuario sarà dotato di un parcheggio con un numero adeguato di posti auto e di una strada privata ad

uso esclusivo dei mezzi funebri.

Sono previsti in demolizione, per incompatibilità con il progetto o per assenza di specifici caratteri di

pregio, i restanti edifici esitenti: la chiesa, il padiglione ex infettivi, gli uffici a fianco del padiglione dei

servizi e l’ex inceneritore.

Viste prospettiche del mortuario

3. Le relazioni urbane e il rapporto con la città. I nuovi spazi urbani.

L’area in esame è situata in una posizione periferica, lontano dal centro storico e dai luoghi connotati di

specifica valenza urbana; si può affermare che alcuni fabbricati, come l’ex sanatorio e l’ex padiglione

Page 7: De Cillia Francesco

6

psichiatrico che si erge oltre via Vittorio Veneto costituiscano nella loro unicità e singolarità ciascuno un

evento monumentale: entrambi, però, sono debolmente supportati in questo ruolo dallo spazio

immediatamente circostante, che anziché costituire una pregevole cornice urbana appare un luogo

semplicemente funzionale al transito e alla sosta.

L’ex sanatorio, funzionalmente convertibile in ostello per giovani, è accessibile frontalmente da una

doppia scalinata di impianto rinascimentale e prospetta su uno spazio adibito a parcheggio e a transito;

l’ex ospedale psichiatrico è invece preceduto da un piazzale asfaltato con un’aiuola centrale e spazi di

sosta tutto attorno.

Il progetto mira alla valorizzazione dei due fabbricati, intervenendo sul loro intorno e coinvolgendoli in

una geometria generale capace di esaltarne percettivamente le qualità intrinseche. La facciata

monumentale dell’ex sanatorio diventa l’elemento misuratore sul quale tracciare la vasta piazza

triangolare di ingresso all’area attrezzata: viene definito un luogo nuovo, potenzialmente esistente nella

realtà ma attualmente invisibile, escogitato osservando la posizione dei fabbricati esistenti, la loro

dimensione e l’orientamento calibrato. La piazza triangolare diventa luogo urbano, funge da porta di

accesso al parco attrezzato o viceversa di fuoriuscita dallo stesso verso il centro storico della città;

l’edificio storico, come naturale conseguenza, assume una nuova valenza, vede accrescere il proprio

ruolo di quinta monumentale, viene catturato al parco e saldato alla città all’interno della quale diventa

protagonista.

La piazza, che accoglie sotto di sé il parcheggio interrato, si offre per ulteriori funzioni, quali

manifestazioni pubbliche, eventi e ricorrenze; diventa spazio urbano per attività quotidiane di

ricreazione, svago e socializzazione. La pavimentazione sarà a corsi paralleli e variabili di pietra locale

del tipo di aurisina.

Vista prospettica della piazza triangolare di fronte al’ex Sanatorio.

E’ prevista la dotazione di panche ombreggiate lungo il perimetro, affiancate da spazi a verde e

illuminate da lampioni disposti lungo i percorsi preferenziali. Dalla piazza è possibile accedere per vie

brevi al grande fabbricato multifunzionale a croce di Lorena; da questo, attraverso la lunga galleria

centrale, si sbocca nel secondo grande invaso urbano, di fronte al padiglione ex psichiatrico. In questo

caso lo spazio aperto, esteso dall’attuale ingresso al padiglione ospedaliero fino al padiglione

psichiatrico antistante, si presenta nel modello della piazza attraversata trasversalmente dalla viabilità

esistente di via Vittorio Veneto. Verranno realizzati leggeri dossi fungenti da dissuasori di velocità in

corrispondenza degli attraversamenti pedonali: nel tratto centrale del tratto viabilistico la pavimentazione

stradale, attualmente in asfalto, diverrà in materiale lapideo analogo alle aree restanti dell’invaso,

collegando concettualmente e fisicamente le due porzioni opposte dello spazio in un sistema urbano

unitario e dalla pavimentazione omogenea. Il carattere urbano acquisito da questo luogo lo rende

potenzialmente idoneo, come anzidetto, ad ospitare sui due lati il mercato settimanale, potendo usufruire

parzialmente delle nuove aree parcheggio nelle vicinanze.

Vista prospettica degli ambiti urbani

4. La natura e gli aspetti ambientali e paesaggistici. Gli spazi scoperti, il tema del parco

attrezzato e l’attività sportiva.

L’intento dei progettisti è teso alla ricerca di un ordine organizzativo degli spazi esterni, attraverso una

razionalizzazione del sistema dei percorsi e delle relazioni e con la conservazione, laddove ritenuto

possibile e significativo, degli elementi naturalistici esistenti.

La posizione e il ruolo degli eventi architettonici prioritari, definiti dai fabbricati esistenti e dagli spazi di

relazione esterni ad essi (le “piazze” urbane, i sistemi principali di collegamento pedonale) hanno

Page 8: De Cillia Francesco

7

costituito l’impulso preliminare alla organizzazione geometrica dell’area, definendo uno schema

gerarchico che, partendo da essi, si proietta dinamicamente nel cuore dell’area verde.

Due assi principali, l’uno individuato dalla galleria coperta del grande edificio centrale, l’altro scaturito

dalla piazza triangolare sull’allineamento dell’edificio dell’ex sanatorio, convergono nel centro del parco

per effetto di un’ideale attrazione magnetica, dando origine a un terzo evento polarizzante e sancendo in

quel preciso istante il passaggio dalla sfera operosa e attiva a quella ludica e contemplativa. Il terreno

degrada dolcemente intorno a una struttura per il ristoro, lo svago e il tempo libero, idonea ad ospitare

esposizioni temporanee ed eventi culturali. Essa emerge dal piano interrato come una segreta

preesistenza liberata dal terreno che la ricopriva, lasciando sporgere oltre il piano di campagna solamente

il riflesso dell’acqua dell’invaso di copertura e alcuni piccoli e singolari volumi che proteggono le

strutture di risalita. L’impatto esterno è lievissimo. Da questo luogo di transizione e di irradiazione si

dipartono una serie di percorsi che si spingono verso il limite del parco: è questo il luogo della natura,

dove i ritmi rallentano, le voci sfumano lontano, ci si può riposare e rigenerare.

Viste prospettiche del padiglione vetrato interrato

Page 9: De Cillia Francesco

8

Prima di accedere al parco naturalistico, una serie di percorsi trasversali si sovrappone alla coppia degli

assi prioritari e convergenti sopradescritti: è questa una fascia intermedia che funge da vero e proprio

filtro fra l’area anteriore, ospitante le diverse attività, e quella interna votata alla conservazione della

natura e dei suoi elementi originari (la terra e l’acqua). Attraverso i percorsi trasversali è possibile

muoversi orizzontalmente nel parco attrezzato, accedere alle strutture sportive collocate nell’estremità

orientale, riconnettersi al sistema dei parcheggi oppure procedere oltre la linea un tempo fatidica del

confine, e introdursi nell’abitato sloveno di Sempeter. A questo sistema di collegamento trasversale è

affidato il compito di violare l’attuale impermeabilità dell’area e favorirne l’attraversamento capillare.

I materiali utilizzati per i tracciati pedonali saranno il più possibile compatibili con il contesto naturale,

permettendo al contempo il transito eccezionale a mezzi di soccorso e autorizzati: i progettisti

suggeriscono la possibilità di ricorrere a un tipo di pavimentazione in graniglia compattata su fondo

consolidato, sufficientemente robusta per il transito veicolare e nel contempo dotata di caratteristiche

drenanti.

L’area sportiva scoperta si svilupperà esternamente al fabbricato dei magazzini, convertito in palestra per

attività al coperto, e ad esso debitamente collegata: sono previsti campi, eventualmente recintabili, per il

calcio a cinque, la pallacanestro e la pallavolo. Le strutte sportive beneficeranno di un’area parcheggio

esclusiva in adiacenza, raggiungibile da via Vittorio Veneto. Compatibilmente con i nuovi tracciati di

progetto e con gli spazi attrezzati previsti, si è perseguita la massima salvaguardia possibile delle specie

arboree esistenti, soprattutto per quanto concerne gli individui secolari ad alto fusto.

Una nota finale riguarda l’area terminale del parco, dai tratti prevalentemente spontanei e campestri e

dalla quale, attraverso brecce e interruzioni realizzate localmente nel muro di confine, è possibile

proseguire l’itinerario naturale in territorio sloveno.

5. Il sistema flessibile e i possibili sviluppi futuri. Ipotesi

Quanto descritto sino ad ora rappresenta la sintesi della proposta progettuale avanzata dal gruppo

concorrente, come si è venuta a delineare a seguito delle riflessioni, delle considerazioni, della disanima

del programma fornito dall’ente appaltante. Ma un’operazione come quella descritta appare di portata

considerevole, richiede tempi molto estesi, deve in sostanza presentare le caratteristiche di flessibilità ed

elasticità necessarie per potersi adattare in futuro a eventuali sviluppi e modifiche programmatiche,

anche e soprattutto in previsione di una possibile realizzazione per lotti successivi.

L’impianto progettuale avanzato dalla presente proposta appare indiscutibilmente misurato e minimale,

recuperando di fatto le strutture esistenti, senza aggiungerne realmente di nuove, realizzando

prevalentemente a terra le operazioni in aggiunta e i gesti che si possono definire innovativi: se si

escludessero infatti i nuovi percorsi, la nuova viabilità di penetrazione (comunque calibrata nel suo

impatto fisico-spaziale) e la definizione degli spazi urbani delle nuove piazze, si potrebbe dire che, a

livello edilizio, le strutture sono esattamente le stesse di quelle originarie, ad esclusione dei padiglioni

secondari e dall’edificio ecclesiastico, demoliti per incompatibilità organizzativa e funzionale.

Questo è sufficiente a dare l’idea della semplificazione che il progetto intende apportare all’area intera, e

allo stesso modo è facile intuire la conseguente disponibilità dell’area a subire trasformazioni edilizie in

futuro. Lungo l’asse della grande galleria, nella zona scoperta interna, sarà eventualmente possibile

insediare nuove strutture di servizio alle attività previste. Un’altra area libera e disponibile a successive

lottizzazioni è quella dell’attuale parcheggio asfaltato, accanto al nucleo dell’obitorio, che il progetto in

prima istanza prevede sistemata a verde.

Esternamente all’area di progetto e rientrante nell’area di studio, il vasto settore a est di via Blaserna,

delimitato dalla viabilità secondaria conducente all’obitorio, potrebbe svilupparsi come un nuovo

quartiere residenziale a ridosso del parco, organizzato su una maglia viabilistica di penetrazione e

distribuzione facente capo a via Blaserna. Questo intervento realizzerebbe l’opportuno completamento di

un’area oggi adibita a orti e campi coltivati, priva di un reale carattere urbano: un’ipotetica edificazione

con innalzamento della densità edilizia farebbe da contrappunto all’area scoperta del parco,

enfatizzandone l’identità urbana.

Page 10: De Cillia Francesco

9

ALLEGATO A

Valutazione economica dei costi dell’intervento.

Preparazione area di cantiere con demolizione del edifici n° 3,5,6,9 e ,12,

rimozione delle infrastrutture non oggetto di intervento, scavi in sezione ampia,

riporto di materiale presso l’area di intervento. ....................................................................... € 300.000,00

Opere edilizie Edificio 1 Polifunzionale, galleria commerciale, centro teatrale e

piazza vetrata coperta ( demolizioni interne, opere cementizie di adeguamento

strutturali, opere di carpenteria metallica, opere da serramentista e vetro,

pavimentazioni interne, tinteggiaure, rivestimenti, copertura in vetro e installazione di

pannelli solari)..................................................................................................................... € 10.500.000,00

Opere edilizie Edificio 2 casa dello studente-ostello della gioventù ( demolizioni

interne, ripartizione interna degli spazi, opere cementizie di adeguamento strutturali,

opere di carpenteria metallica, opere da serramentista e vetro, pavimentazioni interne,

tinteggiaure, rivestimenti, ecc.ecc.) ..................................................................................... € 1.800.000,00

Opere edilizie Edificio 7 Palestre ( demolizioni di partizioni interne, opere

cementizie di adeguamento strutturali, opere di carpenteria metallica, opere da

serramentista, pavimentazioni interne, tinteggiaure, rivestimenti esterni di facciata,

impiantistica sportiva interna, ecc.) ......................................................................................... € 900.000,00

Opere edilizie Edificio 8 Mortuorio ( demolizione parte esterna a nord, scavo e

rinterri, opere cementizie di adeguamento strutturali, opere da serramentista e vetro,

pavimentazioni interne, tinteggiaure, rivestimenti, impiantistica edile) € 800.000,00

Opere edilizie Edificio 11 Asilo ( demolizioni di partizioni interne, opere cementizie

di adeguamento strutturali, creazioni di spazi di partizione interna, opere da

serramentista, pavimentazioni interne, tinteggiaure, rivestimenti, impiantistica edile) € 900.000,00

Spazio centrale piazza sull’acqua con locali accessori interrati €1.100.000,00

Parcheggio interrato (scavo in sezione ampia, diaframmi, opere cementizie,

impermeabilizzazioni, struttura prefabbricata, opere di carpenteria, ed impiantistica) € 3.400.000,00

Opere stradali (pavimentazioni spazi esterni, creazione percorsi ciclabili,

collegamenti pedonali sottofondi, ripristini pavimentazioni ed asfaltature in genere) € 1.500.000,00

Opere idrauliche, fognarie, collegamenti canali esistenti ed interramenti € 700.000,00

Impianto di illuminazione € 300.000,00

Arredo urbano (panchine, cestini porta rifiuti, spazi gioco, percorsi vita , attrezzature

sportive esterne (creazioni di campi di gioco).) € 300.000,00

Verde e piantumazioni in genere, sistemazione del parco esistente.€ 200.000,00

TOTALE INTERVENTI € 22.700.000,00

Page 11: De Cillia Francesco

10

ALLEGATO B

English text

The town role of Gorizia changed definitely after the born of European Community and the inclusion of

Slovenia

The area of the “ex-Hospital”, so close to the line of the frontier, can play an important meaning as

intenational pole for different activities, turned expecially to young people coming from different

countries.

In order to realize that the project must give connection from this place to all the countryside. It increases

the permeability of the area and develops the road system, as well as providing new parking points set in

strategic places. From a roundabout along via Blaserna a new one-way street gets inside the park and

gives access to a big car park on two levels, ground and underground. Another wide parking place is set

on the estern side, closed to the border-line.

The project preserves many of the existing buildings and reorganizes them to receive the new functions

and services. The big and cross-shaped building of the ex hospital becames the new multi-functional

building including the theatre, the house of music, the laboratories, different public places, shops and

other activities. The central gallery is a sort of inside-outside covered walk wich links the urban contest

to the internal part of the park.

The excellent historical building of the ex santorium becames the new youth hotel, thanks to its planning

shape and urban position.

In front of it the project defines a new triangular square for urban life, different social events and other

activities. Under this square there is the underground car park already named.

Another wide urban square is created just outside the gallery of the central building, and at the opposte

site of the gallery-entrance the old psychiatric pavilion becames the new nursery school.

At the other side of the gallery a walking way leads straight to the central point of the park. In this place

the ground level subsides all around a squared glass pavilion with a flat roof containing an artificial

water-pond. Afterwards, the visitors can proceed towards the mortuary building on the west side,

otherwise they can walk along the eastern path towards the border-line and the slovenian territory. The

mortuary building will be restored in the form of a funeral monument, with a closed garden in the middle

symbolizing the course of life and death.

At the eastern side of the park, close to the frontier, the department building, once containing different

services for the hospital, is turned into a sport hall, fit for regular competitions and daily available to

people coming straightly from Slovenia.

The new park area is accessible from all around by car, by bus (the bus stop is placed next to the

triangular square and just in front of the ex sanatorium pavilion), by foot and by cycle. One cycle lane

remains outside the area and runs along the northern border line till the mortuary-point, and than forward

till the seminary hill. A second cycle lane completes the circular trip coming down from the hill and

getting inside the area from the west side. It climbs the slight slope upon the car-tunnel and reaches the

middle part of the park.

Page 12: De Cillia Francesco
Page 13: De Cillia Francesco
Page 14: De Cillia Francesco