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BIMESTRALE DI NOTIZIE, NOVITÀ, AGGIORNAMENTI, TERAPIE IN DERMOCOSMETOLOGIA BIMESTRALE DI NOTIZIE, NOVITÀ, AGGIORNAMENTI, TERAPIE IN DERMOCOSMETOLOGIA Spediz. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20.b - legge 662/96 - Filiale di Milano • Una copia: 0,40 www.dermocosmonews.it SOMMARIO Pag. Valutazione delle eventuali differenze tra la cute di soggetti che utilizzano abitualmente fondotinta e soggetti che non ne fanno un utilizzo abituale 1 Responsabili della Sperimentazione: Adele Sparavigna, Michele Setaro Il fondotinta e la cute femminile 3 di Riccarda Serri I siliconi nei fondotinta 4 di Loredana Antoniazzi, Riccarda Serri Ipotesi conclusiva allo Studio sui fondotinta eseguito da Adele Sparavigna 5 di Riccarda Serri ISPLAD 2° Congresso Internazionale di Dermatologia Plastica 7 di Stefano Veraldi, Rossana Schianchi Ancora l’urea? 9 di Stefano Veraldi 10 Rubrica aperta ai nostri sponsor 11 Notizie dalla Letteratura Internazionale e dai Congressi Direttore Responsabile: Riccarda Serri Comitato Scientifico e di Redazione: Mauro Barbareschi (MI), Enzo Berardesca (RM), Leonardo Celleno (RM), Gabriella Fabbrocini (NA), Marcella Guarrera (GE), Matilde Iorizzo (BO), Franco Kokelj (TS), Giorgio Landi (CE), Giuseppe Micali (CT), Giuseppe Monfrecola (NA), Paolo Piazza (RM), Marcella Ribuffo (RM), Corinna Rigoni (MI), Fabio Rinaldi (MI), Luigi Rusciani (RM), Adele Sparavigna (Monza - MI), Aurora Tedeschi (CT), Antonella Tosti (BO), Antonello Tulli (CH), Stefano Veraldi (MI) Segreteria di Redazione: Giuseppe Provveduto [email protected] Redazione e Pubblicità: Via B. Verro, 12 20141 Milano Tel. 02 895 40 427 Fax 02 895 18 954 [email protected] Editore: ARTCOM S.r.l. Via B. Verro, 12 20141 Milano Tel. 02 895 40 427 Fax 02 895 18 954 Stampa: Arti Grafiche Stefano Pinelli S.r.l. Via R. Farnetti, 8 20129 Milano Iscrizione al ROC n° 9838 Iscrizione Tribunale di Milano n° 87 del 15/02/2003 ABBONAMENTI ANNUALI 100 (Italia) 150 (Estero) Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008 VALUTAZIONE DELLE EVENTUALI DIF- FERENZE TRA LA CUTE DI SOGGETTI CHE UTILIZZANO ABITUALMENTE FONDOTINTA E SOGGETTI CHE NON NE FANNO UN UTILIZZO ABITUALE Responsabili della Sperimentazione: Adele Sparavigna*, Michele Setaro° * Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia, Responsabile Ricerche Cliniche ° Ingegnere Elettronico, Biomedico, Responsabile Tecnologia e Statistica ABSTRACT Make-up is a daily habit for most of women in our society. In particular, the use of foundation among women has been increasing in the last decades. The formulations available on the market provide per- formances as concealing, giving a smooth, bright and silky appearance to the skin, no transfer tech- nology, etc. These performances are mainly due to the use of silicones. Perhaps, frome a dermatologi- cal point of view, some criticism on such an inten- sive use of silicones on facial skin should be made. SEDE DELLO STUDIO D ermIng S.r.l, Istituto di Ricerche Cliniche e Bioingegneria, Viale Cesare Battisti, 38 - 20052 Monza. SCOPO DELLO STUDIO Scopo dello studio è stato quello di valutare le eventuali differenze tra la cute di soggetti che utilizzano abitual-

dermocosmo1-2008

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BIMESTRALE DI NOTIZIE, NOVITÀ, AGGIORNAMENTI, TERAPIE IN DERMOCOSMETOLOGIABIMESTRALE DI NOTIZIE, NOVITÀ, AGGIORNAMENTI, TERAPIE IN DERMOCOSMETOLOGIA

Spediz. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20.b - legge 662/96 - Filiale di Milano • Una copia: € 0,40 www.dermocosmonews.it

� SOMMARIO Pag.

Valutazione delle eventuali differenzetra la cute di soggetti che utilizzano abitualmente fondotinta e soggetti che non ne fanno un utilizzo abituale 1Responsabili della Sperimentazione:Adele Sparavigna, Michele Setaro

Il fondotinta e la cute femminile 3di Riccarda Serri

I siliconi nei fondotinta 4di Loredana Antoniazzi, Riccarda Serri

Ipotesi conclusiva allo Studiosui fondotinta eseguito da Adele Sparavigna 5di Riccarda Serri

ISPLAD 2° Congresso Internazionaledi Dermatologia Plastica 7di Stefano Veraldi, Rossana Schianchi

Ancora l’urea? 9di Stefano Veraldi

10

Rubrica aperta ai nostri sponsor

11

Notizie dalla Letteratura Internazionalee dai Congressi

Direttore Responsabile:Riccarda Serri

Comitato Scientificoe di Redazione:Mauro Barbareschi (MI),Enzo Berardesca (RM),Leonardo Celleno (RM),Gabriella Fabbrocini (NA),Marcella Guarrera (GE),Matilde Iorizzo (BO),Franco Kokelj (TS),Giorgio Landi (CE),Giuseppe Micali (CT),Giuseppe Monfrecola (NA),Paolo Piazza (RM),Marcella Ribuffo (RM),Corinna Rigoni (MI),Fabio Rinaldi (MI),Luigi Rusciani (RM),Adele Sparavigna (Monza - MI),Aurora Tedeschi (CT),Antonella Tosti (BO),Antonello Tulli (CH),Stefano Veraldi (MI)

Segreteria di Redazione:Giuseppe [email protected]

Redazione e Pubblicità:Via B. Verro, 1220141 MilanoTel. 02 895 40 427Fax 02 895 18 [email protected]

Editore: ARTCOM S.r.l.Via B. Verro, 1220141 MilanoTel. 02 895 40 427Fax 02 895 18 954

Stampa: Arti GraficheStefano Pinelli S.r.l.Via R. Farnetti, 820129 Milano

Iscrizione al ROCn° 9838

Iscrizione Tribunaledi Milano n° 87del 15/02/2003

ABBONAMENTIANNUALI

€ 100 (Italia)

€ 150 (Estero)

Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008

VALUTAZIONE DELLE EVENTUALI DIF-FERENZE TRA LA CUTE DI SOGGETTICHE UTILIZZANO ABITUALMENTEFONDOTINTA E SOGGETTI CHE NONNE FANNO UN UTILIZZO ABITUALEResponsabili della Sperimentazione: Adele Sparavigna*, Michele Setaro°

* Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia, Responsabile Ricerche Cliniche° Ingegnere Elettronico, Biomedico, Responsabile Tecnologia e Statistica

ABSTRACTMake-up is a daily habit for most of women in oursociety. In particular, the use of foundation amongwomen has been increasing in the last decades. Theformulations available on the market provide per-formances as concealing, giving a smooth, bright

and silky appearance to the skin, no transfer tech-nology, etc. These performances are mainly due tothe use of silicones. Perhaps, frome a dermatologi-cal point of view, some criticism on such an inten-sive use of silicones on facial skin should be made.

SEDE DELLO STUDIO

DermIng S.r.l, Istituto di RicercheCliniche e Bioingegneria, Viale

Cesare Battisti, 38 - 20052 Monza.

SCOPO DELLO STUDIO

Scopo dello studio è stato quello divalutare le eventuali differenze tra lacute di soggetti che utilizzano abitual-

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documentazione fotografica) relati-vi ai Sebutape effettuati a livellodella guancia (maggior quantità disebo nel gruppo che usa fondotin-ta = pelle più grassa).Anche la documentazione fotogra-fica relativa alle immagini ottenu-te con il Fotofinder ad un ingran-dimento 20X e con il Siascope haevidenziato differenze tra i 2 grup-pi a confronto relativamente anumero e distribuzione dei poridella pelle (Fotofinder immaginiottenute a livello del mento), non-ché a presenza di capillari (Sia-scope immagini ottenute a livellodel mento).Al contrario le immagini relativealla biopsia follicolare e agli scoreclinici dei D-squame non hannodimostrato differenze clinicamenteevidenti tra gruppo 1 e gruppo 2(vedi documentazione fotografica).

CONCLUSIONI

Le misurazioni di idratazione,sebo e pH effettuate a livello

della guancia, i Sebutape e leriprese effettuate a livello delmento con Siascope e Fotofinder,nonché i calchi cutanei effettuatisia a livello della guancia che alivello del mento hanno eviden-ziato differenze clinicamente

interessanti tra la pelle di donneche utilizzano abitualmente fon-dotinta e quelle che non ne fannouso.

3Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 20082 Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008

mente fondotinta e soggetti cheinvece non ne fanno un utilizzoabituale.

MATERIALI

- F o t o F i n d e r D e r m o s c o p e

(TEACHSCREEN s.r.l)- SiascopeTM.- DermIng Tester mod. STC 20- Skincheck pH Meter (Hanna

Instruments)- Hydrapen (Callegari S.p.A.)- D-squame (CU-DERM CORP.

U.S.A.)- SebutapeTM (Difa Cooper S.p.A)- Vetrini portaoggetti (Menzel-

Glaser)- Cianoacrilato (Henkel S.p.A.)- Silicone (liquid Optosil - Hera-

eus Kulzer - GERMANY))- Catalizzatore (Universal Activa-

tor - OPTOSIL® - XANTOPREN®

- GERMANY)

METODO

Sono stati arruolati nello studio 6soggetti di sesso femminile di cui3 che utilizzano abitualmente fon-dotinta (Gruppo 1) e 3 che non nefanno uso (Gruppo 2). Le volonta-rie sono state scelte in modo taleche ad un soggetto appartenente alprimo gruppo ne corrispondesseuno di età il più possibile analoganel secondo (vedi “tabella genera-le dei volontari”). Allo scopo di valutare eventualidifferenze tra la cute di soggettiche utilizzano fondotinta e soggettiche non ne fanno uso è stato effet-tuato quanto segue:

- misurazione di pH, sebo ed idra-tazione a livello della guancia;

- repliche cutanee a livello dellaguancia e del mento;

- D-squame, sebutape e biopsiafollicolare a livello della guancia;

- ripresa con Fotofinder e Siasco-pe a livello della guancia e delmento.

RISULTATI

I soggetti che usano abitualmentefondotinta presentano valori medidi sebo, idratazione e pH tenden-zialmente differenti rispetto aquanto ottenuto per i soggetti chenon lo utilizzano.In particolare, i risultati ottenuti(Tab. 1, 2, 3) indicherebbero per isoggetti del gruppo 1 la presenza diuna pelle più grassa, più idratata econ un livello di pH più elevato. I suddetti risultati sono confermatidagli score visivi (vedi tabelle e

Soggetti che utilizzano abitualmente fondotinta (mento)

Vol 1 Vol 4 Vol 6

Soggetti che non utilizzano fondotinta (mento)

Vol 5 Vol 3 Vol 2

Tabella generale dei volontari

Iniziali Età

1 SO 56 SI 12 MG 62 NO 23 PP 45 NO 24 RL 45 SI 15 CM 50 NO 26 PM 59 SI 1

Vol n° Utilizzo continuativo di fondotinta

Gruppoassegnato

Misurazione strumentale Sebo - Idratazione - pH

sebo pH sebo pH1 218 46 6,74 2 238 15 6,674 222 38 6,16 3 238 22 6,746 240 11 6,15 5 239 36 5,21

media 226,7 31,7 6,35 media 238,3 24,3 6,21

Vol n° idrat. Vol n° idrat.

Valutazione clinica (score visivo) Sebutape - D-Squame

D-squame D-squame1 2 1 2 2 34 3 4 3 1 46 1 4 5 0 4

media 2,0 3,0 media 1,0 3,7

Vol n° Sebutape Vol n° Sebutape

Tab. 1, 2, 3

Soggetti che utilizzano abitualmente fondotinta (guancia)

Vol 1 Vol 4 Vol 6

Soggetti che non utilizzano fondotinta (guancia)

Vol 5 Vol 3 Vol 2

IL FONDOTINTA E LA CUTE FEMMINILERiccarda Serri

Specialista in Dermatologia - Università di Milano

Tempo fa facevo qualche consi-derazione con Adele Sparavi-

gna, dermatologa che da anni,come la sottoscritta – sebbene conmodalità differenti – si occupa didermocosmetologia. Sorridevo af-fermando che le donne di oggi sonoparticolarmente disturbate da unnuovo “nemico”: il poro dilatato.Ed è vero: uno dei disturbi esteti-ci più frequentemente riportati èla presenza di pori dilatati (volga-rizzazione di ostii follicolari al-largati), molto spesso associata aquelle che vengono definite daimedia “impurita”: comedoni a-perti e chiusi, microcisti (milia-like), cute asfittica, ovvero cutepoco luminosa, untuosa in super-ficie ma che come sensazionesoggettiva viene vissuta come

secca e disidratata (complaint:“la pelle è lucida ma mi tira”) espesso anche impercettibili des-quamazioni e rossore nelle tipi-che sedi della dermatite seborroi-ca (soprattutto ai lati del naso), inassenza di una dermatite sebor-roica conclamata.Nella mia opinione, si tratta di unacute male curata, con routine co-smetica e prodotti cosmetici ina-datti per quel tipo di pelle.Le pazienti che si rivolgono al der-matologo per queste problemati-che vengono, nella maggior partedei casi, poco considerate, e laproposta più logica pare una seriedi peeling esfolianti agli alfaidros-siacidi o al salicilico o ad altresostanze cheratolitiche o abrasive.In effetti oggi c’è anche un gran

proliferare di esfoliazioni, ad ognilivello.Insomma ipotizzavo, con la dotto-ressa Sparavigna, che forse unqualche ingrediente presente inmaniera massiccia in cosmeticiuniversalmente usati da moltissi-me donne – quali ad esempio ifondotinta – potesse, forse, avereun possibile ruolo nella genesi delporo dilatato. E le ho proposto distudiare gli effetti dei fondotintasulla cute femminile. La Sparavi-gna ha prodotto il lavoro che se-gue. E, assumendomi in pieno laresponsabilità di quello che scri-vo, continuo ad ipotizzare (le ipo-tesi si basano su 25 anni di espe-rienza sul campo, o meglio sullapelle delle donne, e sul bellissimorapporto tra la cute femminile e i

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5Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 20084 Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008

cosmetici e i belletti...).Che tra i responsabili dell’epide-mia del poro dilatato possano es-serci i siliconi, utilizzati in modomassiccio per le loro strabilianticaratteristiche cosmetiche? Solo isiliconi, in effetti, sono ingredientipresenti in quasi tutti i fondotinta,

e la loro presenza è aumentatamoltissimo negli ultimi 20 anni...Che sulla lunga distanza possanocreare qualche piccolo problema? Poiché, come scrivevo, l’ipotesi èdel tutto personale, sarei estrema-mente felice non solo di confronta-re le mie deduzioni cliniche, ma

anche di poter approfondire ulte-riormente gli studi, sia con test cli-nici d’uso (o, meglio, lungo uso),sia con prove strumentali e foto-grafiche.

cioè lo fanno scorrere meglio:ecco perchè i fondotinta siliconi-ci si spalmano così bene);

- aallttoo ggrraaddoo ddii lluubbrriiffiiccaabbiilliittàà e scor-revolezza specie su substrati orga-nici (cioè sulla pelle fanno ilfamoso "effetto rullante" tipico,imitato in natura solo dai fitoste-roli contenuti in alcuni burrivegetali);

- aallttaa iiddrroorreeppeelllleennzzaa (sono unti, equelli che lo sono di più vengo-no usati nelle creme mani bar-riera perchè impediscono che

l'acqua arrivi alla pelle) - iinneerrzziiaa ffiissiioollooggiiccaa (ovvero non

sono assolutamente riconosciutidal nostro organismo, non pene-trano e non danno allergie; ciònonostante, sembra che il silico-ne, specialmente quello volatile,in effetti qualche problemino lodia, ma non sono stati fatti anco-ra studi ufficiali al proposito).

Le caratteristiche positive sonoquindi parecchie, la più strabi-liante delle quali è la gradevolezza

d’uso e di effetto finale del fondo-tinta.Ma si tratta di molecole che aderi-scono per molte ore alla cute. Chespesso contribuiscono a tenere insede altri ingredienti. Che possono(possono) dare qualche fastidiosulla lunga distanza.Non sarebbe ora di studiarne inmodo più approfondito gli efettisul lungo termine?

�I SILICONI NEI FONDOTINTALoredana Antoniazzi, Riccarda Serri

I l silicone è quasi onnipresentenei fondotinta; forse un 5% dei

prodotti sul mercato non lo contiene.Ad un fondotinta si chiede di man-tenere un aspetto opaco dellapelle, di stendersi benissimo instrato sottile e di non asciugarsiimmediatamente mentre si stastendendo, pena il formarsi dimacchie di colore non uniformi;deve inoltre rimanere stabile neltempo e mantenere in sospensionei pigmenti, che sono sempre inpolvere, e che è difficile incorpo-rare in un preparato perché tendo-no a non bagnarsi, da un lato, edall’altro tendono col tempo a pre-cipitare sul fondo del vasetto se ilfondotinta è fluido.Tutti questi problemi vengonorisolti alla dai vari tipi di siliconein commercio. I ssiilliiccoonnii eemmoolllliieennttii più usati (nor-malmente si trovano ai primi postidell’Inci di quasi tutti i fondotinta)sono quelli ciclici (la loro strutturanon è a catena ma ad anello) ehanno la caratteristica di evapora-re molto velocemente. Si trovano inInci come ccyyccllooppeennttaassiillooxxaannee,, ccyy--cclloohheexxaassiillooxxaannee, cyclomethicone.Hanno un ottimo effetto rullante esetoso, si spargono in film sottilis-simo senza ungere, dopo mezz’orasono completamente evaporati, la-sciando il resto della formulazionesulla pelle (pigmenti e altro) e per-mettono di ottenere un risultatoopaco, non unto, no transfer.L’effetto finale sulla pelle è com-

pletamente opaco, non sono oliiche danno un aspetto lucido comequelli comunemente conosciuti.Un silicone più pesante ed untuo-so – che non evapora – è il ddiimmee--tthhiiccoonnee; difficile trovarlo ai primiposti dell’Inci, di solito sta inmezzo, proprio per questa suauntuosità intermedia, che in alcu-ne formulazioni magari destinate acuti più secche è funzionale nelrendere meno asciutta la presenzadi siliconi ciclici; quando è pre-sente da solo in piccola quantitàagisce come “antischiuma” erende il prodotto più scorrevole,senza tuttavia avere parte impor-tante nella formula, serve per nonrendere il prodotto un “pastone”difficile da spalmare. Suo parenteè il cceettyyll ddiimmeetthhiiccoonnee o lo sstteeaarryyllddiimmeetthhiiccoonnee.Naturalmente, per creare emulsio-ni stabili e leggere come texture,anche gli emulsionanti usati sa-ranno siliconici: i vvaarrii PPEEGG//PPPPGG1100//11 ddiimmeetthhiiccoonnee,, cceettyyll PPEEGG//PPPPGG1100//11 ddiimmeetthhiiccoonnee,, ddiimmeetthhiiccoonnee ccoo--ppoollyyooll servono proprio a questo edaggiungono con la loro presenza uneffetto ancora più vellutato neiprimi due casi, più emolliente-untuoso nel terzo.Per ddiissppeerrddeerree in maniera efficacele polveri nel prodotto, aumentan-done la bagnabilità, esiste il ddiimmee--tthhiiccoonnee//vviinnyyll ddiimmeetthhiiccoonnee ccrrooss--ssppoollyymmeerr, normalmente situato po-co più in basso della metà del-l’Inci, presente nel 20% dei pro-

dotti: si tratta di una materia primain miscela con olii siliconici (infat-ti non si trova mai da solo comeunico silicone della formula).

PPhheennyyll ddiimmeetthhiiccoonnee,, ddiipphheennyyll ddii--mmeetthhiiccoonnee,, pphheennyyll ttrriimmeetthhiiccoonneesono siliconi che hanno una mag-giore compatibilità con altri lipidinaturali presenti in formulazione,e sono solubili in alcool; vengonousati spesso quando ci sono ffiillttrriissoollaarrii in formula perché migliora-no la reologia del prodotto e au-mentano pure l’SPF.Fornscono una base idrorepellenteche migliora la dispersione e laspalmabilità sulla pelle delle pol-veri che costituiscono i filtri solarifisici. Danno un aspetto lucidoquindi non sono compatibili con leformulazioni matt.

II ssiilliiccoonnii hhaannnnoo::

- pprroopprriieettàà uunniiffoorrmmii in un ampiointervallo di temperatura (quindinon si addensano col freddo enon diventano più liquidi colcaldo, non solo, non sono degra-dati col calore come la maggiorparte degli olii vegetali);

- bbaassssaa tteennssiioonnee ssuuppeerrffiicciiaallee(qundi abbattono lo schiuma, espesso sono usati in minimaquantità nelle creme per questaloro proprietà, proprio per evita-re le scie bianche mentre si spal-ma; aumentano la bagnabilitàdel prodotto in cui sono inseriti,

IPOTESI CONCLUSIVA ALLO STUDIO SUI FONDO-TINTA ESEGUITO DA ADELE SPARAVIGNARiccarda Serri

Lo studio eseguito dalla dotto-ressa Sparavigna apre un ven-

taglio di ipotesi e prospettivemolto interessanti, ed andrebbeapprofondito valutando, con parti-colare attenzione, anche il tipo difondotinta utilizzato, oltre che iltipo di cute su cui viene applicato.

È suggestivo il fatto che si sia potu-ta osservare una differenza tra chi fauso di fondotinta e chi non ne fa uso.

Ma è estremamente interessantepotere valutare il dato riportato inmaniera così magistrale dallaSparavigna attraverso le foto: ipori sono indubitabilmente piùdilatati.

Secondo me, lo zampino dell’“over-dose” di siliconi ha un ruolo, ma lamia è solo una ipotesi: per quantointeressante, è solo una spe-culazione personale, per adesso.

Come detto, sarebbe auspicabi-le che questo lavoro desse il viaa nuovi e più approfonditi studinon solo sulla tollerabilità cuta-nea e sulle perfomances cosme-tico-estetiche dei fondotinta,ma anche sui loro effetti amedio e lungo termine sullacute.

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Nanosilicio®:Silicio ultracolloidale, le cui particelle sono talmente piccole da essere facilmenteassorbite a livello cutaneo.Le sue azioni sono:favorire il ripristino della barriera cutanea, incrementare e/o ripristinare l’idratazionecutanea, ridurre prurito ed arrossamento.

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7Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 20086 Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008

Dal 6 all’ 8 Marzo 2008 si svol-gerà a Milano il 2° Congresso

Internazionale di DermatologiaPlastica”.

Il Congresso sarà articolato inrelazioni di aggiornamento suargomenti di interesse collettivo esu tematiche specifiche, con sim-posi e sessioni ultraspecialistiche,tavole rotonde e corsi precongres-suali di aggiornamento, a valenzaeminentemente pratica.Specialisti italiani e i più autore-voli Esperti internazionali pre-senteranno le loro più recentiesperienze, acquisite tramite lepiù moderne tecniche di ricerca estudio.

Si parlerà dei nuovi progressi indermocosmetologia, delle piùnuove tecnologie nel campo dei

laser, luce pulsata, radiofrequen-za, led, ecc.., di nuovi peeling efiller; si farà il punto sulla tossinabotulinica, sui farmaci lipoliticiiniettabili. Ma si parlerà anche didermo-oncologia, di effetti collate-rali da terapie estetiche, di mana-gement e problematiche legalilegate alle terapie a scopo estetico.

La sede congressuale, Fiera Mi-lano Congressi, moderna e funzio-nale, permetterà un confortevolee moderno svolgimento dei lavorie potrà assicurare un’ampia areaespositiva per prendere visionedelle più nuove strumentazioni etecnologie dermocosmetologiche.

Trovandoci al centro della cittàgli accompagnatori potranno usu-fruire delle interessanti opportu-nità che una città cosmopolita

come Milano può offrire (musei,mostre, monumenti, shopping,ecc...).

Sarà un evento molto importante eda non perdere sia per chi vorràentrare nel mondo della Derma-tologia Plastica sia per chi vorràaggiornarsi e confrontarsi.

Per avere informazioni più detta-gliate sul Congresso ci si può col-legare al sito:

www.congresso.isplad.org.

Il PresidenteISPLAD

Prof. Antonino Di Pietro

“DAL CONGRESSO ISPLAD 2008” - Abstract di alcune Lectures significative

BIORISTRUTTURAZIONECON ACIDO POLILATTICO(Riccarda Serri)

L’acido polilattico (PLLA, Poly-L-Lactic Acid), ricostituito con ac-qua sterile iniettabile da un mini-mo di un’ora a un massimo diqualche giorno prima dell’utilizzo,va iniettato in sede di derma pro-fondo-ipoderma con tecniche dif-ferenziate rispetto ai classici fil-lers riassorbibili.Con il PLLA occorre infatti tratta-re l’intero distretto da correggere,e non la singola ruga, per ottenerela correzione sia dell’atrofia ipo-dermica senile e iatrogena, siadell’invecchiamento gravitario,della ptosi, della perdita dei volu-mi (correzione, modellamento edeffetto tensore per neocollageno-genesi dei contorni del volto, dellaregione zigomatica, e, della regio-ne periorale e mentoniera).Il ringiovanimento da PLLA po-trebbe essere definito da “fibrosicontrollata”: il PLLA è definitoanche un “Dermal StimulatoryDevice”.Si discuterà del miglioramento edell’ampliamento delle tecniche diimpianto, suggerite da 7 anni diesperienza con tale biopolimeroriassorbibile e biodegradabile.E si parlerà della prevenzione egestione di eventuali effetti secon-dari indesiderati come noduli pre-coci e tardivi (a partire dalla cor-retta selezione dei pazienti, finoalla gestione di noduli tardivi).Si discuterà dell’abbinamento diPLLA e di acido ialuronico, a se-conda dei distretti del volto da trat-tare e del tipo di rugosità presenti.

“SMETTERE TI FA BELLA”RISULTATI DI UNA CAMPA-GNA DI SENSIBILIZZAZIO-NE DI MASSA CONTRO ILTABAGISMO A MILANO(Adele Sparavigna, Riccarda Serri)

Il volto dei fumatori porta segniinequivocabili, racchiusi nelladefinizione di smoker’s face, conia-to nel 1985 dal medico ingleseDouglas Model, che ha pubblicato

sul British Medical Journal un arti-colo in cui i risultati di una ricercaevidenziavano una serie di pecu-liarità nel volto dei fumatori dilunga data, quali colorito grigia-stro, rughe profonde, tono rilassato.Tali effetti negativi sono comunque“rimediabili” e reversibili allasospensione del fumo. Il tema è dielevato impatto sociale, al puntoche è stato possibile organizzare,in collaborazione con il Comune diMilano, Assessorato alla Salute eCommissione Pari Opportunità, laLILT (Lega Italiana per la Lotta aiTumori) sezione di Milano edall’Associazione Manager Italia,una campagna di sensibilizzazionedi massa rivolta alle donne sull’op-portunità di migliorare le condizio-ni della loro pelle semplicementesmettendo di fumare. Una campa-gna, quindi, pensata “in positivo”cioè sottolineando i benefici dismettere di fumare piuttosto chebasata sul comprensibile allarmi-smo suscitato dal tema degli esitidevastanti del fumo sulla salute.Allarmismo che, tra l’altro, nonconduce ai risultati sperati in ter-mini di lotta all’abitudine al fumo.La campagna è stata avviata attra-verso tre giornate di visite derma-tologiche gratuite offerte dall’As-sociazione Donne DermatologheItalia, al pubblico delle donnepresso un’unità mobile attrezzata atale scopo in Piazza Duomo aMilano. Durante l’evento, sonostate individuate circa 60 fumatri-ci che manifestavano la loro inten-zione di abbandonare il vizio delfumo. Queste donne hanno seguitoun percorso di valutazione derma-tologica ma anche di sostegno psi-cologico e dietologico durato novemesi, per aiutarle a smettere senzaingrassare, e contemporaneamentemonitorare i benefici sulla pelle.Oggi, a esperimento terminato,sono disponibili i primi dati, sup-portati da documentazione fotogra-fica. Davvero notevoli: senza alcuntrattamento antiage ma “solo” spe-gnendo l’ultima cicca, le rughemarcate tra naso e bocca, i cosid-detti solchi nasogenieni, sonodiminuiti nel 54% dei casi, nel

65% dei casi anche le linee intor-no agli occhi si sono visibilmenteridotte e si è potuto osservare unaumento generale di tono ed elasti-cità cutanea nel 57% e dell’idrata-zione nel 62% dei casi. Ma il datopiù eclatante riguarda la luminosi-tà cutanea, aumentata in manieravisibile nell’85% dei casi.Vengono altresì esposti i dati rela-tivi all’andamento dell’età biologi-ca della pelle durante i nove mesidi sospensione del fumo, calcoloreso possibile dall’utilizzo di valu-tazioni strumentali non invasivequali torsiometria, spettrofotome-tria, profilometria delle rughe emisurazione della regolarità delmicrorilievo di superficie cutanea.

DERMOCOSMETOLOGIADELLA PELLE SCURA(Stefano Veraldi)

Qualche anno fa è stato aperto,presso il nostro Istituto, un ambula-torio per la diagnosi e la terapiadelle malattie infettive, parassitariee tropicali della cute. Questa ini-ziativa ci ha permesso, tra le tanteopportunità, di visitare numerosipazienti con pelle scura. La pelle chiara e quella scura pre-sentano una diversa anatomia.Nell’epidermide della pelle scurasi riscontrano un film idro-lipidicodi superficie più ricco in acidi gras-si, uno strato corneo più compatto espesso e melanosomi presentianche nei cheratinociti dello stratocorneo; i melanosomi, inoltre, sonodispersi e di maggiori dimensioni.Al contrario, non esistono differen-ze tra pelle chiara e pelle scura perquanto riguarda il numero, la dis-tribuzione e la morfologia dei mela-nociti. Il derma e il sottocute nonpresentano differenze significativerispetto alla pelle chiara. Le ghian-dole sebacee e sudoripare sono,nella pelle scura, più diffuse, piùnumerose, di maggiori dimensioni eipersecernenti. I peli sono menodiffusi e presentano un fusto incur-vato e spiraliforme, con una sezionedi taglio appiattita ed ellittica. Leunghie non presentano differenzerispetto alla pelle chiara.

ISPLAD2° Congresso

Internazionale di Dermatologia

Plastica

Milano 6-8 Marzo 2008

Fiera Milano Congressi(MIC)PR

OG

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ARE

ORGANI DIRETTIVI

� COMITATO SCIENTIFICO Ayala Fabio, Baspeyras Martine, Borroni Giovanni, Cappugi Pietro,Celleno Leonardo, Cervadoro Gregorio, Dahan Serge, Fabbri Paolo,Gall Jvon, Giannotti Benvenuto, Guarrera Marcella, Landi Giorgio,Leigheb Giorgio, Micali Giuseppe, Mulas Patrizio, Pace Joe, ParodiAurora, Pigatto Paolo, Puddu Pietro, Rebora Alfredo, Steiner Denise,Tosti Antonella, Vena Gino Antonio.

� COMITATO ORGANIZZATIVO Agnusdei Concetto Paolo, Agolzer Antonina, Antonaccio Francesco,Barba Annalisa, Basso Matteo, Borda Giuseppe, Brambilla Lucia, BrunoFrancesco, Bucci Maria, Buttafarro Franco, Carmagnola Anna Luisa,Carrieri Giuseppe, De Pità Ornella, Di Lella Emanuela, Di PietroAntonino, Ferranti Giulio, Ferrari Angelo, Fileccia Piera, FumoGiuseppe, Galluccio Antonia, Izzo Giuseppe, Lanzaro Florindo,Lopreiato Raffaele, Lorenzi Sandra, Luppino Ivano, Malasoma Alda,Marciani Daniela, Massimino Daniela, Mattutini Gino, MazzarellaFrancesco, Mercuri Santo Raffaele, Perosino Elisabetta, Porcu Guido,Ricciuti Federico, Romagnoli Marina, Romani Andrea, ScarcellaGiuseppe, Serri Riccarda, Spano Gianpaolo.

� SEGRETERIA SCIENTIFICA:ISPLAD (International-Italian Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology)Via Plinio, 1 - 20129 MilanoTel. + 39 02 20404227Fax + 39 02 29526964e-mail: [email protected]: www.isplad.org

� SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:

Via Lucilio, 60 - 00136 RomaTel. +39 06 35530.1 - 227 Fax +39 06 35530.268e-mail: [email protected] website: www.gruppotriumph.it

La Segreteria scientifica e la Segreteria organizzativa si riservano il diritto diapportare al programma tutte le variazioni che dovessero essere necessarieper ragioni tecniche e/o scientifiche. ORG

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ISPLAD 2° CONGRESSO INTERNAZIONALE DIDERMATOLOGIA PLASTICAMilano 6-8 Marzo 2008 – Fiera Milano Congressi (MIC)

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9Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 20088 Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008

Considerata nel complesso, la pellescura si differenzia da quella chia-ra fondamentalmente per il colore,dovuto alla particolare anatomiadei melanosomi.Questa diversa anatomia presup-pone una diversa fisiologia, checondiziona una diversa incidenzae/o presentazione clinica dellemalattie con espressività cutanea.Si pensi, nel primo caso, alla rosa-cea (meno frequente su pellescura) e alla vitiligine (più fre-quente su pelle scura); nel secon-do, all’eritema: tutti i dermatologisanno che su pelle chiara l’eritemaappare come un arrossamento, dicolore variabile dal rosa al rossoacceso, che scompare alla digito-pressione, ma non tutti i dermato-logi sanno che su pelle scura l’eri-tema appare di colore grigiastro.La diversa presentazione clinicadelle malattie su pelle scura ne-cessita di una sorta di revisionecritica, da parte del dermatologo,della metodologia di lettura dellemalattie cutanee. Il dermatologo sitrova nuovamente a dover affronta-re il problema della morfologiadelle lesioni sulla pelle che già datempo era abituato a considerarecome acquisite e definite. Si avràquindi un ritorno alla clinica pura,intesa come osservazione e classi-ficazione di quadri dermatologicinoti, ma con presentazioni clinichenuove o atipiche: a questo fenome-no è stato dato il nome di sindromedi Salgari 2. Inoltre, è da ricordareche le malattie che si osservano supelle scura si osservano anche supelle chiara: non esistono quindimalattie cutanee specifiche dellapelle scura.Un altro aspetto interessante emer-so negli ultimi anni è quello legato,per usare un termine impegnativo,all’integrazione. Molto sem-plicemente, individui con pellescura che nel recente passato sirecavano dal dermatologo per unamalattia, oggi lo consultano spessoper problematiche cosmetologiche.Il passaggio da una domanda“medica” a una domanda “cosme-tologica” non è altro che una spiadell’integrazione di una cultura inun’altra. Nella nostra esperienza, le più fre-quenti richieste da parte di sogget-ti con pelle scura riguardano la

diagnosi e la terapia dell’acne, del-le follicoliti, delle alterazioni dellapigmentazione (dalla vitiligine almelasma), delle alterazioni dellacicatrizzazione (cicatrici ipertrofi-che e cheloidi) e delle alopecie(spesso causate da traumatismichimici, termici e meccanici).Il dermatologo italiano si devequindi adeguare, in tempi brevi,con una nuova cultura a una nuovarealtà sociale.

FOSFATIDILCOLINA EDADIPOCITA(Delia Colombo)

La fosfatidilcolina è un fosfolipideche è il maggiore costituente dellamembrana cellulare. La fosfatidil-colina è anche conosciuta come1,2-diacil-:ussn:ue-glycero-3-fosfocoline, PtdCho e lecitina. Iltermine lecitina ha differenti signi-ficati quando viene usato in chimi-ca e biochimica piuttosto che com-mercialmente. Chimicamente lalecitina è la fosfatidilcolina. Com-mercialmente si riferisce ad unamistura naturale di lipidi neutri epolari. Fosfatidilcolina, che è unlipide polare, è presente nella leci-tina commerciale in concentrazionedal 20% al 90%. Molti dei prodotticommerciali di lecitina contengonocirca il 20% di fosfatidilcolina.La fosfatidilcolina è importante perla composizione della membranacellulare e per ripararle. È anchela maggiore forma di trasportodella colina. La colina è il precur-sore del neurotrasmettitore dell’a-cetilcolina. La fosfatidilcolina èimplicata nell’ export delle very-low-density lipoprotein.Il ruolo della fosfatidilcolina nelmantenere l’integrità delle mem-brane cellulari è vitale per tutti iprocessi biologici di base.Questi processi sono: il flusso diinformazioni all’interno delle cel-lule dal DNA e RNA alle proteine;la formazione di energia cellulare ela comunicazione intracellulare osegnale di trasduzione. La fosfati-dilcolina, in particolare quellaricca di acidi grassi poliinsaturi,ha un effetto marcato di fluidifica-zione sulle membrane cellulari.Una diminuzione nella fluidifica-zione delle membrane cellulari e larottura delle stesse, così come il

fallimento dei processi di ripara-zione, è associata con molte malat-tie che includono le patologie epa-tiche, le neurologiche, vari tipi ditumori e la morte cellulare.La fosfatidilcolina viene da oltre50 anni utilizzata in medicinacome farmaco per una lunga seriedi patologie, non ultime anche perle sue proprietà anti colesterolo eanti trigliceridi. L’azione si esplicaattraverso la emulsificazione natu-rale dei grassi, con la loro elimina-zione per conversione in energia.Per questo motivo è da più di 10anni utilizzata con iniezioni sotto-cutanee come potente lipolitico. Sisuppone che il medicamento pene-tri negli adipociti attraverso il dop-pio strato lipidico, agendo comeagente emulsificante/ tensioattivo.La modificazione dei lipidi, indottadal farmaco, è dovuta alla trasfor-mazione in prodotti idrosolubili.Ciò porta alla loro eliminazioneperché non compatibili con il con-tenuto liposolubile della cellulaadipocitica.Tuttavia, fino ad ora non è comple-tamente chiaro il completo mecca-nismo d’azione della fosfatidilcoli-na sui depositi di grasso..

COSMETOLOGIA MASCHILE(Luigi Mario Rigano)

Il nostro primo impatto con le per-sone è visivo. Un aspetto gradevoleè essenziale per migliorare lacomunicazione sociale. Un cambia-mento comportamentale che hainfluenzato ormai entrambi i sessi,e aumentato l’uso dei cosmetici,anche se gli uomini sono ancora ri-luttanti a usare prodotti per la curadella pelle. Tuttavia, una serie difattori sociali sta conducendoliverso l’adozione di programmi dimantenimento e trattamento co-smetico. Ad esempio, il fare ginna-stica regolarmente nelle palestre ecentri benessere. Oppure, l’esigen-za di accurate attenzioni per lapelle che invecchia, in una popola-zione in cui un terzo ha più di 60anni, non più epoca di riposo socia-le e sentimentale. Infine, la compe-tizione professionale con le giovanigenerazioni, che impone inoltreoccasioni di confronto basate anchesull’apparenza. Tutto ciò ha portatoanche gli uomini a ricorrere in

modo programmato all’uso di cremee lozioni. L’industria cosmetica si èprontamente adeguata a questonuovo mercato (aveva cercato dialimentarlo già da molti anni) conprodotti specifici e strumenti di co-municazione adeguati. Nuove for-mule in contenitori specialmentedisegnati per attrarre gli uomini,senza attentare al concetto di ma-scolinità. Gli uomini sono più inte-ressati alle soluzioni (offerte dalprodotto cosmetico nel suo com-plesso) dei problemi cutanei che alparticolare ingrediente attivo, dicui non possiedono, per ora, la cul-tura. Ma sappiamo se la pelle degliuomini è talmente differente darichiedere prodotti specifici di trat-tamento? Gli studi in proposito so-no pochi. In dermatologia, le pa-tologie cutanee sono più o menoegualmente distribuite tra i sessi,

con la sola eccezione dell’allergiaal nickel, più frequente nelle donneche indossano bigiotteria. Tuttavia,la pelle maschile sana possiede dif-ferenze particolari che meritanocosmetici su misura. Innanzitutto,il pH cutaneo, mediamente più aci-do di quello femminile. Seconda-riamente, lo strato corneo, che hamaggiore spessore e la diffusionedegli attivi in profondità è ridotta.Poi, l’influenza ormonale che èquasi costante invece che ciclica,ed ha effetti prolungati sia sullastruttura e vita media dei capelliche sull’attività delle ghiandole se-bacee. Ancora, l’elevato numero dighiandole pilifere, che agisce da“imbuto” alla penetrazione di in-gredienti in certe zone. Infine, larasatura regolare, che causa un fre-quente rinnovamento della pelle delviso e può facilitare le irritazioni.

Tutte queste caratteristiche ri-chiedono strategie formulativespecifiche e bilanciate, che devo-no sempre considerare il ruolosociale degli uomini e la loro per-cezione del mondo dei cosmetici.Nel campo dei veicoli cosmeticinuove materie prime sono apparsee destinate soprattutto al tratta-mento maschile: oli emollienti abuona massaggiabilità e distribu-zione, non untuosi, trasparenti eincolori, come i polideceni idroge-nati o l’olio di schiuma dei prati,stanno sostituendo ormai gli oliminerali e vegetali tradizionali.Intanto, dopo avere criticato tantoi prodotti anti-cellulite, il mondomaschile si fa affascinare semprepiù da quelli per scolpire gliaddominali, dalle lozioni faccialiscrub e da generose dosi di auto-abbronzanti.

Il successo di una linea di prodot-ti “italiani” a base di urea ci ha

spinti a ristudiare questa molecola.L’urea (carbamide o diamide del-l’acido carbonico o amide dell’aci-do carbamico) è stato il primocomposto organico sintetizzato inlaboratorio (precisamente da Wöh-ler, nel 1828). La sintesi dell’urea si ottiene perreazione tra anidride carbonica eammoniaca. L’urea si presenta sotto forma dicristalli prismatici, singoli o ag-gregati, semi-trasparenti o bian-chi, inodori e stabili all’aria.L’urea è solubile in acqua e inalcol a 90°, mentre è insolubile inetere e in cloroformio. Inoltre, èdecomposta dagli alcali. La degradazione dell’urea è in-fluenzata dal pH e dalla temperatu-ra: in ambiente neutro o basico e adalte temperature, l’urea si decompo-ne liberando idrossido di ammonio. Questa sostanza può es-sere responsabile di una dermatiteirritativa, caratterizzata da eritema,

xerosi/ desquamazione, prurito ebruciore, che si può talvolta osser-vare quando l’urea è applicata adalte concentrazioni e in occlusiva.L’instabilità dell’urea può essereridotta aggiungendo acido lattico:per ottenere una stabilizzazioneottimale, è necessario miscelarel’urea all’acido lattico secondo iseguenti rapporti:

- parti 1 di urea e 0.25 di acidolattico, oppure

- parti 1 di urea e 0.5 di acido lat-tico.

L’assorbimento dell’urea dopoapplicazione topica dipende dallaconcentrazione e dall’area su cui èapplicata la sostanza: maggiore èla concentrazione, maggiore è l’as-sorbimento; inoltre, l’assorbimentoè maggiore alle grandi pieghe.Tuttavia, nel complesso, l’assorbi-mento è modesto, essendo compre-so tra lo 0.1 e l’1%. L’urea è completamente eliminatacon le urine.

L’urea si può utilizzare a concen-trazioni comprese tra il 3 e il 50%;tuttavia, le concentrazioni inferiorial 10% sono poco utilizzate perchèscarsamente efficaci. L’urea èquindi attiva a concentrazionicomprese tra il 10 e il 50%.Al 10-15% l’urea è un idratante,perchè trattiene acqua nell’epider-mide, soprattutto nello strato corneo.A concentrazioni superiori al 15%,l’urea è un cheratolitico. Questaazione si esplica mediante la lisidella sostanza cementante e, soprat-tutto, mediante la denaturazione ela solubilizzazione delle proteine, inparticolare le cheratine: ciò si veri-ficherebbe per rottura dei pontiidrogeno. L’azione cheratolitica èstata sfruttata per il trattamento dimalattie caratterizzate da xerosi,desquamazione e ipercheratosi,come la psoriasi volgare, le ittiosi(ereditarie e non), le cheratodermiepalmo-plantari (ereditarie e non), lapityriasis rubra pilaris, la dermatiteatopica, la cheratosi pilare, gli ecze-mi cronici, le neurodermatiti e la

ANCORA L’UREA?Stefano Veraldi

Istituto di Scienze Dermatologiche, Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, Milano

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B I O - P E R F O R M A N C EINTENSIVE SKIN CORREC-TIVE PROGRAM

La funzione barriera è assicurataquando l’epidermide possiede unadifferenza di potenziale di - 11 mV.Un ruolo essenziale è svolto dallaconcentrazione degli ioni calcio emagnesio presenti sotto il corneo edal loro rapporto 2:1. Gli ioni calciocontrollano l’estrusione dei lipididai corpi lamellari, quelli magne-

sio, come Shiseido ha scoperto, nefacilitano lo spostamento e l’alli-neamento ordinato tra le cellule.“La carica della cute” dipende daicheratinociti metabolicamente att-ivi dello strato granuloso: quandoinvecchiano non sono più in gradoattivare la “pompa ionica” e l’ effi-cienza della funzione barriera siriduce. Ne deriva un incrementodelle microflosi cutanee che ridu-cono ulteriormente il metabolismodei cheratinociti. Per interrompere

questo circolo vizioso della cute chesta invecchiando, Shiseido ha realiz-zato Bio-Recharger MC, un com-plesso a base di sali di Calcio e Ma-gnesio. Fornendo gli ioni Calcio eMagnesio nella proporzione otti-male 2:1, normalizza subito la dif-ferenza di potenziale e la funzionebarriera. L’acido Bio-IaluronicoSuper e l’Estratto di Foglie diCiliegio aumentano l’idratazionecontribuendo così ad un ripristinoottimale della fisiologia cutanea.

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xerosi senile. L’azione cheratoliticaè massima alla concentrazione del40-50%. A queste concentrazionil’urea può anche essere utilizzata inocclusiva, associata alla vaselinae/o a un antimicotico, per l’avulsio-ne delle lamine ungueali. L’urea, a una concentrazione ugualeo superiore al 10%, è anche un bat-teriostatico nei confronti dei batteriGram-positivi, soprattutto Staphylo-coccus sp. All’azione batteriostaticasarebbe legato il noto effetto deodo-rante dell’urea. L’azione fungistati-ca si estrinseca soprattutto nei con-fronti dei dermatofiti, mentre è scar-sa o nulla nei confronti dei lieviti edelle muffe.Infine, l’urea è spesso utilizzatacome veicolo per favorire l’assorbi-mento di vari farmaci, tra cui, so-prattutto, i corticosteroidi e gli an-timicotici, ma anche, per esempio,l’acido salicilico.

L’azione antipruriginosa e anesteticaè indiretta, essendo legata all’effettoemolliente: è noto che il prurito e ilbruciore diminuiscono riducendo laxerosi e la desquamazione.L’urea è responsabile di effetti colla-terali locali rarissimi, lievi e trans-itori. La dermatite allergica da con-tatto è eccezionale. Eccezionali sonoanche le dermatiti fotoallergiche efototossiche da contatto, a confermadel fatto che i prodotti che contengo-no urea possono essere utilizzati consicurezza anche d’estate. Come rife-rito precedentemente, l’idrossido diammonio, metabolita dell’urea, puòraramente causare una dermatiteirritativa da contatto caratterizzatada eritema, xerosi/desquamazione,prurito e bruciore. Ciò si verificaquando l’urea è applicata ad alteconcentrazioni e in occlusiva. Que-sta dermatite regredisce spontanea-mente in alcuni giorni.

Non sono stati fino a oggi descritticasi di effetti collaterali sistemicicausati dall’urea dopo applicazio-ne topica. A conferma di questo, èstato dimostrato che la sommini-strazione di 15 mg/die per os diurea non ha causato effetti collate-rali (“l’urea si può mangiare!”,diceva il Professor Caputo). Infine, non sono mai state descrittealterazioni di laboratorio causatedall’urea dopo applicazione topica.

�BBiibblliiooggrraaffiiaa

- Leigheb G: Terapia galenica in dermatolo-gia. Roma, 1987.

- Cervadoro G, Cervadoro E, Semeraro RM:Azione cheratolitica di una crema cosmeti-ca emolliente. G Ital Dermatol Venereol2003; 138: 507-11.

I contributi editoriali dei Lettori vanno inviati a:[email protected]

Notizie dalla LetteraturaInternazionalee dai Congressi

È NATO UN SEVERITY IN-DEX ANCHE PER LA DER-MATOMIOSITE

Gli autori ci propongono in que-sto articolo un sistema per assi-stere il clinico che diagnosticauna dermatomiosite, in modo chepossa stabilire il grado di severi-tà della malattia nel modo piùoggettivo possibile. Nello stabili-re e nel validare questo indice diseverità sono state considerate lecaratteristiche cliniche dellamalattia (ulcerazione, poichilo-derma, prurito) e la qualità divita del paziente affetto da der-matomiosite. Oltre ad assistere ilmedico nella diagnosi questoindice può anche essere utilizza-to nei trials clinici.

- (C.L. Carroll, W. Lang, B. Sni-vely, S.R. Feldman, J. Callen,J.L. Jorizzo. Development and va-lidation of the DermatomyositisSkin Severity Index. Br J Derma-tol 2008; 158: 345-350).Matilde Iorizzo - Bologna/Milano

I RISCHI DELLA COSMESIUNGUEALE

Ancora una volta un articolo suirischi della cosmesi ungueale. Questa pratica è sempre più dif-fusa nonostante ripetute volte siastato sottolineato quanto possaessere dannosa per le unghie.Anche un semplice manicure,quando troppo aggressivo, puòdanneggiare le unghie e i tessutiperiungueali. Pochi si ricordano,infatti, che le cuticole non vannomai tagliate, ma solo spinte pros-simamente, e che non bisognaabusare dello smalto perché ilsolvente usato per toglierlo dis-idrata la lamina ungueale. I danniche possono derivare vanno dasemplici infezioni a distrofie per-manenti della lamina ungueale.Quando entrano in campo le un-

ghie finte, le unghie scolpite e ledecorazioni ungueali gli allergeniche possono provocare dermatiteda contatto, sia locale che adistanza, sono numerosi.La resina toluen-sulfonamidica,gli acrilati e i cianoacrilati sono gliallergeni più comuni, ma spesso siincontrano anche formaldeide eidrossido di potassio.Il personale dei saloni di cosmesiungueale è ovviamente il più espo-sto alle allergie dato che alcuniallergeni possono causare anchedermatiti trasmesse per via aerea.Recentemente sono state inoltrestabilite regole molto strette neiconfronti del personale sanitarioche assolutamente non deve sfog-giare unghie lunghe, finte e deco-rate in quanto veicolo di germi.

- (W.R. Heymann. Nail cosmetics:Potential hazards. J Am Acad Der-matol 2007; 57: 1069-1070).Matilde Iorizzo - Bologna/Milano

VITAMINA D, SOLE, BENES-SERE E MORTALITÀ.LA TERAPIA CON VITAMINA DRIDUCE LA MORTALITÀ

Key words: vit. D, mortalità,malattie croniche

La relazione tra carenza di vitami-na D (vit. D) e rachitismo è un datoacquisito accanto al quale si staconsolidando un ruolo non tradi-zionale della vit. D rispetto adiverse patologie croniche come lemalattie cardiovascolari, il diabetee le neoplasie che da sole sosten-gono, nei paesi ad alto reddito, il60-70% della mortalità totale insoggetti di età �50 anni(1).In diverse popolazioni i livelli divit. D, preormone che viene nor-malmente prodotto nella pellequando i raggi UVB attivano laconversione del 7-deidrocoleste-rolo, sembrano inadeguati per ilmantenimento di uno stato di

salute ottimale. Studi ecologici edosservazionali hanno evidenziatoche il tasso di mortalità per malat-tie croniche è tanto più grandequanto è maggiore la distanza dal-l’equatore delle popolazioni stu-diate e che la sopravvivenza deisoggetti con malattie cardiovasco-lari o neoplastiche (polmone,mammella, colon ecc) risulta piùelevata quando la diagnosi è for-mulata nei mesi estivi rispetto adaltri periodi stagionali(2, 3).Queste evidenze rendono ipotizza-bile un nesso di causalità tra levariazioni della sintesi di vit. D ela mortalità per patologia cronica.Dati biologici hanno confermato lapresenza dei recettori della vit. Din vari organi. La 1�,25 idrossivi-tamina D3 (calcitriolo) è in grado,attraverso l’attivazione recettoria-le, di indurre la differenziazione,inibire la proliferazione cellulare el’angiogenesi, che rappresentanomeccanismi peculiari della cance-rogenesi, ma altrettanto coinvoltinelle malattie cardiovascolari.Una metanalisi condotta dai ri-cercatori dell’International Agen-cy for Research on Cancer(IARC) di Lione e dell’IstitutoEuropeo Oncologico (IEO) diMilano e pubblicata sugli Ar-chives of Internal Medicine haidentificato 18 studi randomizza-ti, controllati, indipendenti chehanno valutato l’impatto dellasupplementazione con vit. D sul-la mortalità per ogni causa di57.311 soggetti. I gruppi di pa-zienti studiati erano complessi-vamente sani, anche se molti deitrial studiavano soggetti ad altorischio di fratture. La compliancevariava dal 47,7 al 95%. I dosag-gi di vit. D differivano da 300 a2000 UI/die, con una dose mediacorretta di 528 UI/die. In 9 trial èstata misurata la concentrazioneserica di calcitriolo che nel grup-po di intervento variava da 1,4 a5,2 volte rispetto ai controlli.Sono state identificate 4777 morti

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Page 7: dermocosmo1-2008

Volume 6 • Numero 1 • Gennaio-Febbraio 2008

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La missione SkinCeuticals è migliorare l’aspetto della pellee combattere le cause principali dell’invecchiamento cutaneo.Trattamenti ad alta concentrazione di attivi in forma purae assorbimento percutaneo ottimale, formulati per prevenire e correggerei segni dell’invecchiamento naturale e ambientale (UV, inquinamento, fumo).

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Raddoppia le difese antiossidanti naturali della pelle

Corregge i segni visibili dell’invecchiamento

I contributi editoriali dei Lettori vanno inviati a:[email protected]

durante un follow up medio corret-to per la grandezza dei trial di 5,7anni. Gli individui randomizzatiper la supplemetazione con vit. Dpresentavano una riduzione dimortalità del 7% significativa perogni causa (RR = 0,97 IC95%0,77-0,99) che, nei gruppi di inter-vento, non subiva variazioni perl’associazione di terapia con calcio.Nonostante tutte queste differen-ze non è stata rilevata eterogenei-tà tra gli studi (p = 0,52) o bias dipubblicazione (p = 0,77).I motivi per cui la vit. D puòridurre la mortalità per tutte lecause non sono chiari. Diversitrials hanno studiato soggettianziani fragili ad alto rischio dicadute e fratture non traumatiche.In questi casi la vit. D aumenta lastabilità posturale e riduce l’inci-denza di fratture del 22% permet-tendo di evitare una caduta per15 soggetti trattati. Questo effettoperò non può essere messo in rela-zione con la mortalità ridotta del7%, poichè il trial Women’sHealth Iniziative(4) da solo rappre-senta più della metà dei parteci-panti presi in considerazione nella

metanalisi e include donne giova-ni con bassa probabilità di morireper una caduta. Gli effetti pleio-tropici extra-scheletrici del calci-triolo, mediati attraverso l’attiva-zione dei recettori della vit. D eimplicati nel ridurre l’aggressivitàdei processi neoplastici e l’espan-sione delle lesioni ateromasiche,potrebbero essere anche coinvoltinella riduzione di mortalità indot-ta dalle statine attraverso unaumento dei livelli di vit. D e distimolazione di recettori analoghi.Questi e altri aspetti dello studiohanno permesso agli autori diaffermare che:- la terapia con dosi convenzio-

nali di vit.D è associata ad unariduzione di mortalità;

- la relazione tra lo status inizia-le di vit. D, le dosi terapeutichee la mortalità totale sono ogget-to di ulteriori studi;

- è necessario confermare questidati con un trial di popolazionerandomizzato controllato insoggetti � 50 anni della duratadi almeno 6 anni che abbiacome end point primario lamortalità totale.

Quindi, in un corpo di evidenzeche associano numerosi ed etero-genei problemi di salute con lacarenza di vit. D, questa metanali-si fornisce al medico uno stimoloulteriore per identificare, preveni-re e trattare questa condizione.

- Autier P, Gandini S Vitamin DSupplementation and Total MortalityArch Intern Med. 2007; 167: 1730-7.Riccarda Serri - Milano

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4. Jackson RD et al. for the Women’s HealthInitiative Investigators Calcium plus Vi-tamin D Supplementation and the Risk ofFractures N Engl J Med 2006; 354: 83.

DCN n. 1 - 2008 14-02-2008 11:01 Pagina 12