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Università di Siena Università di Siena DIABETE

Diabete e ipoglicemie - TIM e Telecom in un unico portale | TIM Mattei 2/Diabete e ipoglicemie.pdf · frutta, verdura, legumi, caratterizzati da un basso indice glicemico. Università

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DIABETE

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Definizione: sindrome metabolica caratterizzata da iperglicemia cronica• difetto secrezione insulina• ridotta sensibilità dei tx all’insulina• entrambe

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Classificazione del diabete:• diabete indotto da farmaci o sostanza chimiche (pentamidina, ac. Nicotinico, glucocorticoidi, ormoni tiroidei, diazossido, agonisti ß-adrenergici, tiazidici, interferoni-α

• infezioni: rosolia, citomegalovirus ecc

Diabete gestazionale: esordio durante la gravidanza

Diabete tipo 1: da distruzione delle cellule ß pancreas

• Immunimediato

• idiopatico

Diabete tipo 2:

• insulino-resistenza

• deficit secrezione insulina

• miste

Altri tipi specifici:

• malattie del pancreas esocrino: pancreatite, neoplasia, fibrosi cistica, emocromatosi

• endocrinopatie: acromegalia, S. Cushing, glucagonoma, feocromocitoma, ipertiroidismo, somatostatinoma, aldosteronoma

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Valori glicemici diagnostici (glicemia mg/dl) secondo ADA 1999

140-200Ridotta tolleranza al glucosioglicemia 2 ore dopo OGTT

≥ 110 e ≤ 126Glicemia alterala a digiunoa digiuno

≥ 126

≥ 200

Diabete mellitoa digiuno

2 ore dopo OGTT

Plasma venoso

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TERAPIA NUTRIZIONALE

Le raccomandazioni dietetiche per i due tipi di diabete sono molto

simili e non si discostano da quelle per la popolazione in generale

che voglia mantenere sane abitudini alimentari e prevenire le

malattie cardiovascolari

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Apporto energetico totale:

Spesso i pz con Diabete tipo 1 si presentano alla diagnosi

sottopeso per cui la dieta deve fornire calorie sufficienti per

ripristinare la massa muscolare, le riserve di grasso e mantenerle

nel tempo.

Nei soggetti normopeso (BMI 18,5-24,9) non è necessario

apportare particolari modifiche all’introito energetico quotidiano.

Nei bambini e adolescenti l’apporto energetico deve essere tale da

garantire un regolare accrescimento staturo-ponderale.

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Carboidrati:

Fino al 1970 la dieta del diabetico doveva essere ipoglicemica per

meglio controllare la glicemia, tuttavia ad un basso introito di

carboidrati corrispondeva un aumento di lipidi e proteine con tutte

le controindicazioni che predisponevano la popolazione ad un

aumentato rischio cardiovascolare.

Attualmente, pertanto, si consiglia un ingestione di carboidrati

pari al 50-55% delle calorie totali, fino ad arrivare ad un 60% se

tale dieta è costituita da alimenti ricchi di fibra: cerali integrali,

frutta, verdura, legumi, caratterizzati da un basso indice glicemico.

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L’indice glicemicodi un alimento rappresenta la velocità con cui

aumenta la glicemia (e cioè la concentrazione di glucosio nel

sangue) in seguito all’assunzione di quell’alimento.

Fattori come la preparazione, i trattamenti subiti, la presenza di

fibre, l’associazione con altri cibi, possono influenzare l’indice

glicemico di un alimento. Ad es. i chicchi di frumento integri hanno

un indice glicemico minore rispetto all’equivalente raffinato.

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Nel caso di pz con Diabete tipo 1 dobbiamo sempre considerare la

terapia insulinica e le eventuali correzioni da fare in base

all’aumento o alla diminuzione dell’assunzione di cibi ricchi di

carboidrati e dei livelli di attività fisica.

Infatti, la quantità totale di carboidrati determina la risposta

glicemica postprandiale e il dosaggio di insulina preprandiale.

Quindi, per evitare fluttuazioni glicemiche nell’arco della giornata

il pz deve essere incoraggiato a seguire una alimentazione

equilibrata e frazionata, rispettando gli orari dei pasti e degli

spuntini.

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Il dietista deve essere a conoscenza dello schema insulinico seguito

dal pz, delle sue abitudini alimentari e dello stile di vita al fine di

educare il pz a dosare l’insulina in base alla quantità di carboidrati

introdotti, evitando fluttuazioni glicemiche sia verso l’iperglicemia

che l’ipoglicemia.

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Attraverso il Diario Alimentare il dietista istruisce il pz su:

• contenuto dei carboidrati degli alimenti:

leggendo le tabelle di composizione degli alimenti

le etichette

• peso della razione alimentare mediante:

pesata

misure casalinghe

pesi di riferimento

• individuazione della giusta quantità di insulina preprandialesecondo un rapporto insulina/carboidrati calcolato su base individuale. Es: 1 U di insulina rapida copre circa 10-15 gr di carboidrati

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Oltre al diario alimentare, un altro metodo per rendere la dieta piùvaria è l’utilizzo di Liste di Scambio che permettono la sostituzione di cibi appartenenti allo stesso gruppo alimentare.Ciascun gruppo è stabilito in base al contenuto di nutrienti:

Gruppo dei carboidrati, diviso in 5:1. Lista degli amidi2. Lista della frutta3. Lista del latte4. Lista della verdura5. Lista di altri carboidrati

Gruppo della carne:1. Carne molto magra2. Carne magra3. Carne a medio contenuto di grassi4. Carne ad alto contenuto di grassi

Gruppo dei grassi:1. Grassi momoinsaturi2. Grassi polinsaturi3. Grassi saturi

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Una volta stabilito il quantitativo calorico e dei nutrienti della dieta,Viene compilata una lista di scambio che permette la pianificazione della sua alimentazione.Le liste di scambio possono essere utilizzate sia da pz con Diabete di tipo 1 che di tipo 2.

25 gLatte in polvere

125 gYogurt naturale

200 gLatte parz. scremato

200 gLatte intero

Latte e derivati: contenuto in zuccheri equivalenti a 10 g

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120 gPatate

80Patate fritte

30 gFette biscottate, grissini, crackers

35 gPasta cruda, farina, polenta, corn flakes, riso

50 gPane bianco o integrale

Lista cereali e derivati. Equivalenti a 25 g di zucchero per grammi alimento

Lista della frutta: equivalenti a 10 g di zucchero

prugnemirtilli

Pere melograno

moremandarino

uvamelalamponepompelmo

fichikiwiclementinalimone

cachiciliegie Arancia, nespolafragole

bananaananasAlbicocca, pescaanguria

G 80G 100G 130G 160

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Lipidi: 25-30% delle calorie totali giornaliere

I pz diabetici sono predisposti alle patologie cardiovascolari

grassi monoinsaturi Ac. Oleico (olio extravergine di oliva)

Effetto ipocolesterolemizzante

Buona fonte di energia per i pz che devono seguire dieta a basso contenuto di carboidrati o sono affetti da ipertrigliceridemia.Tuttavia in grandi quantità aumentano il contenuto calorico della dieta e possono date aumento di peso.

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Gli acidi grassi polinsaturidevono essere pari al 10% del fabbisogno calorico.

ac. grassi polinsaturi omega 3 pesce

Precursori delle prostaglandine con azione vasodilatatrice

Fluidità del sangue perché regolano l’aggregazione pistrinica

Utili nel ridurre l’ipertrigliceridemia

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La quota di acidigrassi polinsaturi omega 6, invece deve essere

inferiore al 10% del fabbisogno calorico in quanto un apporto

superiore può i livelli plasmatici di HDL e rendere le LDL

più suscettibili ad ossidazione aumentandone il potere

aterogeno.

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Gli acidi grassi saturi non devono superare il 10% delle calorie

totali, quota che deve essere ridotta al 7% in caso di

ipercolesterolemia (LDL > 100 mg/dl).

Si deve evitare l’assunzione dei grassi con conformazione trans che

si prducono durante il processo di idrogenazione di ac. grassi

polinsaturi contenuti nei prodotti industriali come biscotti, dolci,

cioccolata e margarina.

Hanno effetti negativi sul profilo lipidico, aumentando l’LDL e

riducendo l’HDL.

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Il colesterolo alimentare non deve superare i 300 mg/die e

scendere a 200 mg/diein caso di ipercolesterolemia.

Normalmente riducendo il contenuto di grassi saturi nella dieta

come i grassi animali, le uova, i formaggi, le frattaglie, gli

insaccati e i prodotti da forno si ottiene anche una diminuzione del

colesterolo.

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Proteine: L’apporto proteico dovrebbe essere tra il 12-15% delle calorie totali, circa 0,8-1 g/kg/die di peso.Alcuni studi hanno dimostrato che una dieta ad elevato contenutoproteico può contribuire alla patogenesi della nefropatia diabetica, mentre una alimentazione a basso contenuto proteico può rallentarne la progressione.L’ American Diabetes Associationconsiglia di non superare un apporto pari al 20% dell’energia totale.

30% delle proteine deve essere di origine animale Restante di origine vegetale

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In caso di nefropatia diabetica la quota proteica non dovrebbe superare 0,7-0,9 g/kg/diea cui si devono aggiungere i grammi di proteine perse se c’è proteinuria.

Nei casi più gravi si può scendere a 0,6 g/kg

La restrizione proteica porterà ad un incremento dell’apporto di grassi e carboidrati nella dieta, per cui si consiglia di assumere alimenti ricchi di proteine ad alto valore biologico e utilizzare come fonte calorica gli alimenti aproteici.

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Fibra:

La quantità di fibra dovrebbe essere pari a 30-35 g/die. Un

quantitativo maggiore potrebbe interferire con l’assorbimento di

alcuni minerali come calcio, ferro, zinco, e rendere poco palatabile

la dieta e causare gonfiore e flatulenza.

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La fibra si divide in insolubile e solubile.

Fibra insolubile: cellulosaemicellulosalignina crusca

Aumento massa fecaleMiglioramento transito intestinale

Combatte stipsi

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Fibra solubile: fruttaverduralegumi

Rallentamento svuotamento gastricoModula assorbimento intestinale:

CarboidratiGrassi

Utile nei pz diabetici

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La fibra deve essere assunta con la dieta, non serve prenderla sottoforma di capsule o prodotti galenici, ma è sufficiente

la quota di:LegumiVerdure

Cereali integrali

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Sodio: L’apporto di sodio non dovrebbe superare i 3000 mg/diecome per la popolazione in generale.Nei pz che presentano ipertensione lieve o moderata, èconsigliabile non superare i 2400 mg/die, mentre deve scendere sotto i 2000 mg/diein caso di nefropatia, ipertensione, edemi.

Attenzione: cibi in scatola o in salamoiadadisalumiformaggiketchupmaionesepatatine fritteprodotti da forno in genere

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Alcool:Valgono le stesse raccomandazioni per la popolazione generale:• 15 g perle donne• 30 g per gli uominiPreferibilmente sottoforma di vino rossoper le sue proprietàantiossidanti.

L’alcool ha effetto ipoglicemizzante per cui deve essere assunto da pz con un buon compenso glicometabolico e soprattutto ai pasti.Un consumo elevato può causare ipertrigliceridemia.

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TERAPIA DIETETICA NEL DIABETE TIPO 2

Circa l’80% dei pz con Diabete tipo 2 sono in sovrappeso od obesi per cui la dieta deve mirare a ridurre il peso corporeo attraverso l’incremento del dispendio energetico e la diminuzione dell’apporto calorico.

Una riduzione anche del 5-10% del peso iniziale è in grado di migliorare i livelli di glicemia, la sensibilità periferica all’insulina e a prevenire le complicanza associate all’obesita(pat. Cardiovascolare, dislipidemia, ipertensione).

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La dieta deve essere bilanciata, moderatamente ipocalorica,

non dovrà comunque contenere meno di 1200 Kcalal giorno

per le donne e 1200-1600 Kcalper gli uomini.

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Diario alimentare:

1. permette l’auto-osservazione del proprio comportamento alimentare valutando

2. qualità e quantità del cibo consumato,

3. le circostanze ambientali ed emotive in cui avviene il pasto,

4. i segnali di fame e sazietà che precedono o seguono il consumo di cibo.

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Consigli da dare al pz per ridurre l’introito calorico:

1. Sostituire cibi ricchi di grassi ad alta densità calorica con la frutta e la verdura che danno senso di sazietà

2. Imparare a diminuire le porzioni3. Mangiare più lentamente4. Evitare di leggere o guardare la TV durante i pasti5. Frazionare i pasti in 3 pasti principali e 2 spuntini,

possibilmente rispettando gli orari per migliorare la percezione della sensazione della fame e sazietà e ridurre le oscillazioni glicemiche

6. Fondamentale è riuscire a mantenere la perdita di peso a lungo termine

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< 2 bicchieri di vino per l’uomo e < 1½ per la donna solo se in buon compenso metabolico dato che l’alccol èipoglicemizzante

Alcool

< 3 g/dieSodio

30-35 g/dieFibra

55-60% calorie tot per Diabete tipo 1

50-55% calorie totali per Diabete tipo 2

Carboidrati

300 mg/die, con elevati livelli di colesterolemia <200 mg/die

Colesterolo

<30% delle calorie totali SATURI: <10% delle calorie totali, <7% con alti valori di LDL

POLINSATURI: fino al 10% delle calorie totali

MONOINSATURI: 10-15% delle calorie totali

Lipidi

10-20% delle calorie totali. In caso di nefropatia non scendere al di sotto di 0,6 g/kg di peso/die

Proteine

Sufficiente per raggiungere e/o mantenere un peso ragionevole negli adulti, una crescita sana nel bambino e adolescente, un introito adeguato alle necessità della gestante e della nutrice

Fabbisogno enegetico

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Attività fisica: l’attività fisica è importante dato che la sedentarietà è un fattore di rischio per il diabete.

Dobbiamo incoraggiare il pz a svolgere almeno 30-60 minuti di attività fisica moderata almeno 3-4 volte a settimana.

Sono sufficienti 30 minuti di camminata.

L’attività fisica:

1. Migliora il controllo glicemico

2. Sensibilità all’insulina

3. Riduce i fattori di rischio cardiovascolare

4. Mantenere più a lungo la perdita di peso

5. Maggior senso di benessere

6. Aumenta l’autostima e la fiducia in se stessi

Cambiamento stile di vita

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IPOGLICEMIE

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Definizione: condizione caratterizzata da una concentrazione

plasmatica di glucosio inferiore ai valori minimi fisiologici stimati

a 65 mg/dl e da segni e sintomi tipici suggestivi di un supporto

energetico insufficiente per le necessità energetiche

dell’organismo.

Tuttavia la soglia ipoglicemica non è un valore laboratoristico

definito ma è determinato dal livello di glicemia in corrispondenza

del quale compaiono i primi segni di glicopenia a carico del SNC

che è strettamente dipendente dai valori glicemici.

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Eziologia: la causa più frequente di ipoglicemia è il trattamento

insulinico, legata in genere ad una discrepanza tra dose di insulina

somministata, quantità di carboidrati ingeriti ed attività fisica

praticata.

Ma esistono numerose condizioni caratterizzate da ipoglicemia:

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Insufficienza renale cronica

farmaci (propanololo, salicilati)

alcool

Reattive o post-prandiali

Galattosemia

intolleranza ereditaria al fruttosio

ipersensibilità alla leucina

secondaria a gastrectomia (dumping syndrom

esordio diabete mellito tipo 2

funzionale

Spontanee o a digiuno

Con elevata insulinemia

eccesso di insulina esogena

eccesso di sulfaniluree

insulinoma

Con normale insulinemia e aumentata utilizzazione di glucosio

tumori extrapancreatici

deficit sistemico di carnicina

Con normale insulinemia e ridotta produzione di glucosio

ipopituitarismo

insufficienza surrenalica

deficit di glucagone

deficit di catecolamine

deficit enzimatici del metabolismo del glucosio

Da carenza di substrati (malnutrizione grave)

epatopatie acquisite

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FISIOPATOLOGIA

In condizioni normalila glicemia viene mantenuta entro il range di normalità attraverso un sistema integrato neuro-ormonale.

Dopo l’assunzione di cibo:• la glicemia in proporzione alla quantità di carboidrati e alla velocità di assorbimento

A sua volta dipende da numerose variabili: presenza di altri alimenti (fibre)velocità di transito gastro-intestinale

FASE ASSORBITIVA e FASE POST-ASSORBITIVA

Fase assorbitiva:

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Nella fase assorbitiva:l’innalzamento della glicemia e la secrezione di ormoni gastrointestinali

Secrezione di insulina •Utilizzo di glucosio da parte dei txperiferici e •blocco dei processi catabolici

In particolare a livello epatico viene:• stimolata la glicogenosintesi• inibita la gluconeogenesi

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Fase post-ssorbitiva: circa 6-12 ore dopo il pasto

Glicemia ed insulinemia tendono a ridursi

Per mantenere lo stato di euglicemia interviene:1. Prima la glicogenolisi2. Successivamente, esaurite le corte epatiche di glicogeno, la

gluconeogenesi

Estrae glucosio da substrati: lattato, piruvato, AA provenienti soprattutto dal tx muscolare, glicerolo dal tx adiposo

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Se il digiuno si protrae oltre le 24 ore:

Produzione di NEFA da lipolisi

Costituiscono in questa condizione:1. il maggior substrato energetico per i tx non strettamente

dipendenti dal glucosio2. Fonte di produzione a livello epatico di corpi chetonici, unici

substrati energetici utilizzabili dal cervello durante il digiuno prolungato

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Inoltre nella fase di digiuno interviene la secrezione di ormonicontroregolatori:

1. glucagone2. catecolamine3. cortisolo4. GH

Ripristino della glicemia per:1. aumentata produzione epatica di glucosio2. Ridotta utilizzazione da parte dei tx periferici

che utilizzano preferenzialmente NEFA

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Il più importante meccanismo di difesa dell’ipoglicemiaèl’inibizione insulinica determinato inizialmente:1. Glucagone che è il principale ormone iperglicemizzante

• stimolo glicogenolisi• stimolo gluconeogenesi

2. adrenalina • stimolo lipolisi• aumento insulino-resistenza

In un secondo tempointervengono:3. Cortisolo4. GH

• mobilizzazione substrati• attivazione gluconeogenesi in modo sinergico con gli altri ormoni della controregolazione

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Trattamento dietetico delle ipoglicemie

Piccoli pasti frequenti ricchi in:

carboidrati complessifibra

poveri in:zuccheri semplici

Al fine di mantenere costante la glicemia per periodi più lunghi e prevenire le crisi ipoglicemiche

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La distribuzione calorica raccomandataè:

• carboidrati complessi50-55%delle calorie totali

• carboidrati semplici 10%delle calorie totali: latte (lattosio)frutta (fruttosio)

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1. In caso di eccesso di insulina esogena o di sulfanilureeai primi

sintomi è necessario prendere subito zuccheri a rapido

assorbimento al fine di riportare i valori glicemici nella

normalità.

Vengono consigliati:

• 3-4 zollette di zucchero

• 1 cucchiaio da tavola di zucchero

• 5-6 caramelle

• 1 bicchiere di succo di frutta

• 2/3 di lattina di coca cola

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2. In caso di sintomi lievi sono sufficienti zuccheri a più lento assorbimento:

• Pane• Frutta• biscotti

3. In caso di ipoglicemia da attività fisica: è importante istruire i pz affetti da diabete tipo 1 a prevenire le crisi ipoglicemiche

dosando l’insulina in relazione al tipo di attivitàfisica che intendono svolgere o

aumentando il consumo di carboidrati complessi prima e dopo l’attività

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4. Crisi ipoglicemiche nella pz in gravidanza affetta da diabete tipo 1: il feto ha continuamente bisogno di glucosio che prende dal sangue materno con conseguenti crisi ipoglicemiche se l’alimentazione non è adeguata, per cui si consiglia:

• Rispettare gli orari dei pasti• Frazionare il contenuto dei carboidrati per ciascun

pasto• Fare regolarmente gli spuntini con alimenti a base di

carboidrati come la frutta o lo yogurt che ristabiliscono la glicemia senza tuttavia eccedere