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Italian Diabetes Monitor Monitoring prevention, cure, political, social and economic facts on diabetes care 2 nd Year - Dicember 2015 - N° 4 Diabetes Web Observatory Authors: Alfonso Bellia Lucio Corsaro Daniela D'Onofrio Simona Frontoni Daniele Lodi Rizzini Mario Pappagallo Ketty Vaccaro Francesca Venturi

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ItalianDiabetes MonitorMonitoring prevention, cure, political, social and economic facts on diabetes care

2nd Year - Dicember 2015 - N° 4

Diabetes

WebObservatory

Authors:

Alfonso BelliaLucio Corsaro Daniela D'OnofrioSimona FrontoniDaniele Lodi RizziniMario PappagalloKetty VaccaroFrancesca Venturi

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Diabetes Monitor is published quarterly and is freely available online at www.Ibdo.itThis publication is also available in English and Italian

Editors in chief:Renato LauroGiuseppe Novelli

Co-Editors:Walter Ricciardi

Managing editors:Francesco Dotta,[email protected]

Simona Frontoni,[email protected]

Advisory group:Tonino Aceti, Angelo Avogaro, Emanuela Baio, Alfonso Bellia, Massimo Boemi, Graziella Bruno,Marco Cappa, Salvatore Caputo, Paolo Cavallo Perin, Marco Comaschi, Agostino Consoli, Lucio Corsaro, Domenico Cucinotta, Pierpaolo De Feo, Alberto De Micheli, Chiara De Waure, Paolo Di Bartolo, Vincenzo Falco, Bernardino Fantini, Vito Gaudiano, Carlo Giorda, FrancescoGiorgino, Ranieri Guerra, Davide Lauro, Sergio Leotta, Renato Lorini, Giulio Marchesini,Domenico Mannino, Lorenzo Mantovani, Attilio Martorano, Gerardo Medea, Roberto Messina,Antonio Nicolucci, Giuseppe Paolisso, Nicola Pinelli, Claudio Pisanelli, Paola Pisanti, Chiara Rossi, Paolo Sbraccia, Federico Spandonaro, Tiziana Spinosa, Stefano Tumini, Ketty Vaccaro,Umberto Valentini, Maurizio Vanelli

Layout and printing:SP Servizi pubblicitari srl - Gruppo CreativaVia Alberese, 9 - 00149 Romatel. +39 066571140Fax +39 06233216117

All correspondence and advertising:IBDO FOUNDATIONVia R. Venuti, 73 - 00162 RomaDir. +39 0697605623Fax +39 [email protected]

© ITALIAN BAROMETER DIABETES OBSERVATORY FOUNDATION, DIABETES MONITORAll rights reserved.No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means without the written priorpermission of the ITALIAN BAROMETER DIABETES OBSERVATORY FOUNDATION (IBDO FOUNDATION). Requests toreproduce or translate IBDO FOUNDATION publications should be addressed to the President of IBDO FOUNDATION,C/O FASI Via R. Venuti, 73 - 00162 Roma Dir. +39 0697605623 Fax +39 0697605650Email: [email protected]; [email protected] content in this magazine is for information purposes only. IBDO FOUNDATION makes no representations or warranties about the accuracy and reliability of any content in the magazine. Any opinions expressed are those of their authors, and do not necessarily represent the views of IBDO FOUNDATION.IBDO FOUNDATION shall not be liable for any loss or damage in connection with your use of this magazine. Throughthis magazine, you may link to third-party websites, which are not under IBDO FOUNDATION control.The inclusion of such links does not imply a recommendation or an endorsement by IBDO FOUNDATION of anymaterial, information, products and services advertised on third-party websites, and IBDO FOUNDATION disclaimsany liability with regard to your access of such linked websites and use of any products or services advertised there.While some information in Diabetes Monitor is about medical issues, it is not medical advice and should not beconstrued as such.

Diabetes MonitorItalian

Monitoring prevention, cure, political, social and economic facts on diabetes care

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Authors:

Alfonso BelliaLucio CorsaroMediPragmaDaniela D'OnofrioSimona FrontoniUniversità di Roma “Tor Vergata” Dipartimento di Medicina dei Sistemi e IBDO FoundationDaniele Lodi RizziniMario PappagalloKetty VaccaroFondazione CENSIS e IBDO FoundationFrancesca VenturiMediPragma

Diabetes

WebObservatory

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Ogni giorno siamo bombardati daannunci mediatici di risultati della

ricerca e “scoperte” scientifiche checi dicono cosa fare e cosa non fare;cosa mangiare e cosa non mangiare;quali medicine prendere e cosa nonfare dal punto di vista terapeutico;ciò che potrebbe o non potrebbe es-sere la causa di importanti patologie.Alcune di queste comunicazioni aduna attenta verifica, basata sull’evi-dence, risultano essere però fuorviantie possono condizionare il giusto rap-porto che deve esistere tra medico epaziente. L’evoluzione della comunicazione at-traverso le piattaforme web ha accen-tuato questo fenomeno e spesso ci sitrova a dover affrontare “falsi miti”,difficili da contrastare da parte di Isti-tuzioni e medici, operatori sanitari,società scientifiche, ricercatori e esperti. I dati relativi alle ricerche su web e sa-lute confermano che è in atto unavera rivoluzione culturale e sociosani-taria che va governata. Con l’avventodelle nuove tecnologie sembra potersifinalmente realizzare la tanto auspicatacentralità del paziente all’interno delsistema. Da una parte i cittadini sonosempre più informati proprio graziealla rete che utilizzano per ottenereinformazioni sulla propria salute, lepatologie, i farmaci, le terapie e i per-corsi di cura; dall’altra, attraverso isocial network, hanno l’opportunitàdi far sentire la propria voce, condivi-dere esperienze, interagire in un’arenainformale e diretta con i principalistakeholder del sistema socio sanitario.Cambia il rapporto medico-pazienteche tende a strutturarsi come una re-lazione basata su informazione, con-sapevolezza e condivisione; cambia ilrapporto tra cittadini e pubblica am-ministrazione con lo sviluppo di nuove

modalità di interazione e partecipa-zione, basate su trasparenza ed effi-cienza; cambia la comunicazione del-l’industria farmaceutica che attraversoi canali “social” ha l’opportunità diascoltare il paziente, acquisire nuoveinformazioni, attivare campagne didisease awareness.Una vera rivoluzione culturale e co-municazionale che pone in tutti noialcuni interrogativi che meritano ri-sposte certe.Oggi nel nostro Paese la maggiorparte delle persone ha dimestichezzacon il web e gli strumenti digitali dicomunicazione, come viene confer-mato da Audiweb, organismo “superpartes” partecipato dalle associazionidi categoria che rappresentano glioperatori del mercato: Fedoweb (50%),associazione degli editori online, UPAUtenti Pubblicità Associati (25%), cherappresenta le aziende nazionali emultinazionali che investono in pub-blicità e Assap Servizi s.r.l., l’aziendaservizi di AssoCom (25%), associazionedelle agenzie e centri media operantiin Italia, che rileva e distribuisce i datidi audience di internet in Italia, of-frendo al mercato dati obiettivi, dicarattere quantitativo e qualitativo,sulla fruizione del mezzo. I dati dell’Audiweb Database di ottobre2015 ci dicono che l’audience totaledi internet nel mese di ottobre risultapari a 29.5 milioni di utenti unici, il53,4% degli italiani dai 2 anni in su.Nel giorno medio erano online datutti i device rilevati (PC, smartphonee tablet) 22.3 milioni di utenti, collegatiin media per quasi 2 ore per persona.Più in dettaglio, in base ai dati sui de-vice da cui si accede a internet, risul-tano 18.2 milioni gli utenti unici onlineda device mobili (smartphone e tablet),il 41,2% degli italiani tra i 18 e i 74

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Premessa

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anni, e 12.6 milioni da PC, il 22,8%degli italiani dai 2 anni in su.Per quanto riguarda il profilo dei na-vigatori nel giorno medio, risultanoonline il 41% degli uomini (11.3 milionidi uomini dai 2 anni in su), il 40%delle donne (11.1 milioni) e il 66,3%dei giovani tra i 18 e i 24 anni (2.8milioni), 3 giovani su 5.È online il 57,6% dei principali re-sponsabili d’acquisto (10.8 milioni diitaliani tra i 35 e i 54 anni) e, sebbeneper il segmento 55-74 anni l’accessoa internet nel giorno medio sia ancoralimitato al 24,8%, si registra un incre-mento del 32% in un anno degli utentidi questa fascia online da mobile.Dai dati sulla provenienza geografica,risultano online nel giorno medio il39,4% degli abitanti dell’area NordOvest (4.5 milioni), il 38,8% del NordEst (2.9 milioni), il 35,6% del Centro(2.4 milioni) e il 33% dell’area Sud eIsole (5.8 milioni).Gli italiani online dedicano alla navi-gazione circa 45 ore e 53 minuti com-plessivi nel mese, quasi due interigiorni per persona.Tra i raggruppamenti di siti più visitatinel mese, si confermano le sotto-ca-tegorie di siti e applicazioni di ricerca“Search” (il 92% degli utenti online,27 milioni), i portali generalisti “GeneralInterest Portals & Communities” (il90,2%, 26.6 milioni di utenti unici), isocial network “Member Communities”(l’87,4%, 25.8 milioni di utenti unici)e, per i siti di intrattenimento e infor-mazione, le sotto-categorie “Videos /Movies” (l’81,3%, 23.9 milioni di uten-ti) e “Current Event e Global News” (il68,8%, 20.3 milioni di utenti che visi-tano siti di news).Rilevanti anche i valori delle sotto-ca-tegorie di siti dedicati alle attività piùpratiche e quotidiane, quali: gli acquistionline, con 21.7 milioni di italianionline che visitano siti di e-commerce,(sotto-categoria “Mass Merchandiser”),la gestione della posta elettronica,con 22.4 milioni di utenti (sotto-cate-goria “Email”), la consultazione distrumenti utili per la ricerca e l’appro-fondimento con 17.8 milioni di utenti(sotto-categoria “Research Tools”) odi mappe e informazioni utili per viag-

giare, con 17.8 milioni di utenti (sot-to-categoria “Maps/Travel Info).Questi dati ci devono fare rifletteresoprattutto se la tipologia dell’infor-mazione cercata sul web riguarda in-formazioni sensibili sulla salute e sullamedicina, tendenza che viene eviden-ziato come attività primaria dall’heal-thnauta.Cosa dobbiamo fare di fronte a questonuovo metodo di comunicazione me-diatica? Come possiamo giudicare ciòche è importante e ciò che non è im-portante? Come possiamo avere cer-tezza di ciò è vero e ciò che è falso?Come possiamo utilizzare al megliole piattaforme digitali nell’ambito del-l’informazione medico-sanitaria? I bloggenerano spesso “falsi miti”? Comefare a giudicare l’attendibilità medi-co-scientifica di quanto pubblica unsito web? Oggi emerge la necessità di regola-mentare e verificare l’attendibilità diquanto viene “prodotto” dalla rete incampo di informazione sanitaria esulla salute, informazioni che pernatura delle piattaforme digitali sonodestinate a resistere nel tempo e chepotenzialmente possono diventare verie propri “virus” che influenzano labuna medicina.Oggi vi è una nuova figura sanitariache riscuote grandissimo successo, ilDott. Google.Lo puoi consultare a tutte le ore, ha ilpiù grande numero di clienti di qua-lunque altro medico o comunità scien-tifica, non ha una parcella da pagaree apparentemente è discreto e ingrado di dare risposte.Questa facilità di dare risposta agliinterrogativ i dei pazienti in campomedico-sanitario assume maggioredelicatezza in un momento di grandefragilità sociale che riguarda la sanitàitaliana come ci confermano i datiISTAT 2015 che indicano che 9,5%degli italiani rinuncia alle cure permotivi economici o liste d’attesa troppolunghe e i dati CENSIS 2015 che evi-denziano come nel 41,7% dei nucleifamiliari, almeno una persona in unanno, ha dovuto fare a meno di unaprestazione sanitaria.Allora Dott. Google può diventare in

molti casi l’apparente risposta a questafragilità di sistema.L’acquisizione in rete di informazionisul proprio stato di salute o sullapropria patologia attesta da partedegli utenti internet una tendenzadiffusa a fruire in autonomia di infor-mazioni che possono essere gestite inprima persona o condivise, in fase divisita, con il proprio medico curante opeggio ancora una scorciatoia alle dif-ficoltà burocratiche ed economicheche ogni singolo paziente deve af-frontare.Da non sottovalutare inoltre l’impor-tanza e il contributo dei social networkalla diffusione di informazioni.Il social network si configura comeluogo virtuale in cui esprimersi libera-mente, cercare sostegno e scambiarsiinformazioni tra pari, dove trovareamicizia e conforto alle tesi che unavolta erano proprie della comunica-zione del “passaparola”. La creazione di un web medicine ob-servatory può contribuire con una me-todologia appropriata quanto menoa segnalare cosa avviene in rete e for-nire alle Istituzioni utili strumenti peragire prontamente nell’interesse diuna medicina basata sull’evidence.È auspicabile che l’utenza dispongadi informazioni quanto più corrette eall’avanguardia su tutto ciò che ri-guarda in generale la salute e in par-ticolare, per gli obiettivi del progetto,le cure mediche.Internet si configura orami come unodei «luoghi privilegiati» per fare unacorretta informazione sia a livello diprevenzione della patologia (al fine dievitare comportamenti a rischio e/oidentificare correttamente eventualisintomi), sia a livello di trattamento ecura delle varie patologie. «L’os-servazione dei contenuti» reperibilisulla rete è un’esigenza ormai avvertitaanche dall’utenza che reagisce fortu-natamente con indignazione di frontealla diffusione di informazioni non ap-propriate e che di per sé sono indicedi una malasanità.

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DOTT. GOOGLEE SOCIAL NETWORK,

UN LEGAME INDISSOLUBILE

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Oggi come abbiamo visto le per-sone comunicano in modo di-

verso dal passato, stiamo velocementepassando dal web 2.0, ultima frontieredell’interazione tra singoli, al web 3.0in cui gli individui all’interno dei gruppiinteragiscono e si influenzano vicen-devolmente. Le persone vogliono con-dividere parte della loro esistenza esviluppano un senso di appartenenzaal gruppo, alla community sia virtualeche reale. Domani entreremo nelmondo del Web 4.0 cioè Internetdelle Cose (IoT), quell’insieme di pro-cessi che stabilisce relazioni e inter-connessioni sempre più strette tra leinfrastrutture digitali e gli oggetti (ele persone) che usiamo quotidiana-mente se dotati di un identificativo1.Accanto ai medici, finora unici deci-sori delle scelte terapeutiche per ipropri pazienti, oggi si affacciano altri“influencers on line” non semprenoti.

Le persone ricercano informazioni inInternet su qualsiasi aspetto attinentealla propria esistenza. La ricerca di in-formazioni sulla propria condizione disalute e sui trattamenti disponibili èmolto più frequente di quanto vienecomunicato ai propri medici curanti.Non sempre chi legge ha gli stru-menti critici per una decodifica essen-ziale. Può capitare in alcuni casi che ilsoggetto non si trovi nello statod’animo giusto e tenda a dare ascoltoalle spiegazioni più preoccupanti deipropri sintomi, passando dalla letturadelle informazioni, all’autodiagnosi eperfino all’autoterapia. Oppure co-struisca certezze infondate, magari

diffondendole on line attraverso i so-cial media, senza richiedere pareri piùesperti; aspetto ancora più rischiosoper il popolo di internet. Come dimostra un’indagine di GuidoZuccon della Queensland UniversityTechnology Information SystemsSchool di Brisbane, in Australia: imaggiori motori di ricerca online for-niscono informazioni che possonoportare all’autodiagnosi, all’autotera-pia fino a quella che viene definita la“cybercondria”: “Se non ottieni unachiara diagnosi dopo la prima ricerca,probabilmente avrai la tendenza acontinuare a cercare” ha spiegatoZuccon. “La colpa è in parte del-l’utente stesso e in parte del modo incui operano questi motori di ricerca.Ad esempio, le pagine sul tumore alcervello sono più popolari di quellesull’influenza, perciò l’utente è spintoverso questo tipo di risultati.”. A que-sto proposito riportiamo l’operazionecompiuta da una piattaforma onlinebelga di informazioni mediche Ge-zondheid en Wetenschap gestitadal Flemish Governement in collabo-razione con il CEBAM (Belgian Centerfor Evidence-Based Medicine). Attra-verso un divertente quanto efficacefilmato presente in rete, dal titolo“Don’t google it, check a realiablesource. Gezondheid en Wetenschapti risolve il problema!”, la piattaformaha avuto l’idea di sponsorizzare sestessa utilizzando uno dei problemipiù diffusi oggi: il fai da te on line intema di salute. La campagna di co-municazione, con l’intento di comu-nicare la serietà dei propri contenutimedici, mette in risalto una criticità

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1https://www.linkedin.com/pulse/web-sentiment-e-patient-support-programmes-psp-lucio-corsaro?trk=mp-author-card.

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rito a pieno titolo nei percorsi com-piuti dagli utenti nella spasmodica ri-cerca di risposte ai propri quesitiinerenti il tema salute, “un medicovirtuale” dalle innumerevoli specializ-zazioni al quale si rivolgono prima an-cora di recarsi dal proprio medicocurante. Una delle possibili cause disuccesso del Dott. Google è stata lacrisi economica e la diminuzione di ri-sorse disponibili anche per la cure sa-nitarie.

Con l’avvento di Internet e dei socialnetwork le persone hanno la possibi-lità di accedere autonomamente adinformazioni e confrontarsi con per-sone che vivono la loro stessa condi-zione, sociale, emotiva e di salute.Questa situazione sta radicalmente ri-voluzionando la relazione medico-pa-ziente. Siamo a tutti gli effettinell’epoca del “Dott. Google”. Gra-tuito, sempre disponibile (anchesenza appuntamento) e soprattuttocost-effective. Dott. Google si è inse-

In passato la relazione medico-pa-ziente era molto semplice…una per-

sona si presentava dal proprio dottorecon un problema e il medico, dall’altodella sua conoscenza, risolveva il pro-blema del paziente. Era un relazioneunica in cui il medico solista rivestivaun ruolo indiscusso ed il paziente si

per l’utente: il rischio di imbattersi ininformazioni errate su qualsiasi pato-logia e le sue possibili conseguenze(esasperate nel filmato proposto inrete).

Il legame tra ricerca sul web (siti, on-line news, newspapers, magazine) esua amplificazione sui social networkè sempre più dilagante. Quando si parla di Internet si devefare riferimento al potente aspettosocial del mezzo, vera agorà del-l’epoca moderna. Sebbene in gene-rale la fiducia degli italiani nei socialnetwork come fonte di informazionesia un dato ancora relativamentepoco significativo, gli utenti condivi-dono molte informazioni sui social.Non tutto su internet è oggi conside-rato affidabile e gli utenti stanno im-parando ad essere sempre piùconsapevoli di questo fenomeno2.

I social media sono piattaforme virtualiche permettono di condividere con-tenuti generati direttamente dai loroutenti: è questa la vera differenzacon i media tradizionali, la possibilitàdi produrre contenuti di vario tipo dachiunque abbia una connessione in-ternet. Altro requisito tipico di unarete sociale è la possibilità di metterein relazione e comunicazione interat-tiva gli utenti dello stesso social3.Dagli studi ed analisi che abbiamoeffettuato le iniziative comunicazionaliweb o online che riscuotono maggiorsuccesso sono proprio quelle che rien-trano nell’ambito del web 3.0, quellein cui l’individuo si riconosce in ungruppo all’interno del quale trova in-formazioni, consigli utili, supporto/ad-vocacy, si confronta, si identifica congli altri attori della community, perchécondividono la stessa esperienza. Sisente partecipe della co-creazione deicontenuti dello sviluppo della com-munity4.

affidava pienamente, ciecamente alledecisioni del medico. Era una rela-zione, quasi romantica, che potrebbeessere definita come un rapporto 1-a-1. Negli ultimi decenni però, l’attivitàdel medico è profondamente cam-biata e in effetti sono cambiati gliobiettivi stessi dell’assistenza sanitaria:un team interdisciplinare di medici epersonale sanitario sostiene ed erogaservizi e cure al paziente. La relazionemedico-paziente si è trasformata da1-a-1 ad una relazione da molti-a-1,dove “molti” si riferisce agli operatorisanitari e “uno” si riferisce al pa-ziente5.

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2Edelman News, Febbraio 2015.3Fonte: A. Ceron, L. Curini, S.M. Iacus, Social Media e Sentiment Analysis. L’evoluzione dei fenomeni sociali attraverso la Rete, Sxi – Springer per l’Inno-vazione 2014, p.10.4 https://www.linkedin.com/pulse/web-sentiment-e-patient-support-programmes-psp-lucio-corsaro?trk=mp-author-card5Nelson EC, Batalden PB, Godfrey MM, Lazar JS. Value by Design: Developing Clinical Microsystems to Achieve Organizational Excellence. San Franci-sco: Jossey-Bass, 2011.

PERSONA«paziente»

MEDICO«provider di salute»

INFORMAZIONE

microsistema

Dott. Google: La Relazione Medico-Paziente e Il Delivery di Salute

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6A. Ceron, L. Curini, S.M. Iacus, Social Media e Sentiment Analysis. L’evoluzione dei fenomeni sociali attraverso la Rete, Sxi – Springer per l’Innovazione2014, p.107Ceron, L. Curini, S.M. Iacus, Social Media e Sentiment Analysis. L’evoluzione dei fenomeni sociali attraverso la Rete, Sxi – Springer per l’Innovazione2014, p.108 Kumar N, Pandey A, Venkatraman A, Garg N. Are video sharing web sites a useful source of information on hypertension? J Am Soc Hypertens2014;8(7):481–90/ Ovaskainen H. Internet pharmacies: advantages and risks.WHO Drug Information. Vol 15. Geneva (CH): World Health Organization;2001./ Fallis D, Fricke M. Indicators of accuracy of consumer health information on the Internet: a study of indicators relating to information formanaging fever in children in the home. J Am Med Inform Assoc 2002;9(1):73–9.

Nella diffusione di informazioni, i so-cial media funzionano per lo più daamplificatori delle informazioni dif-fuse dai news-media “più tradizio-nali” che hanno ancora un potentialreach (capacità di raggiungerel’utenza) superiore agli stessi social.

Spesso quindi i social media agisconorilanciando on-line informazioniesterne a loro. In altre situazioni, in-vece, agiscono anticipando e diffon-dendo le informazioni prima ancoradei canali tradizionali, non solo online, ma anche televisione e stampa,divenendo veri artefici della notizia.Ceron, Curini e Iacus nel loro volumesul Social Media e Sentiment Analy-sis, ricordano un episodio che effica-cemente illustra la capacità digenerare e diffondere contenuti daparte dei social network, sottolinean-done le enormi potenzialità, primadegli altri mezzi mediatici:

“Un ulteriore esempio della potenzia-lità di quella che abbiamo chiamato

“diffusione endogena”, che trova neisocial media i veri artefici della noti-zia, rinvia al tweet pubblicato intornoalle ore 15:00 del 4 marzo 2013 dalgiornalista Gad Lerner. In quel tweetveniva annunciata, a mercati ancoraaperti, la cessione dell’emittente tele-visiva La7 all’imprenditore UrbanoCairo, con due ore di anticipo rispettoal comunicato ufficiale della società equando i dirigenti coinvolti nell’ope-razione non avevano ancora lasciatola sede in cui era stato convocato ilConsiglio di Amministrazione incari-cato di discutere la cessione” 6

I social media rappresentano il cosid-detto eWOM (eletronic word ofmouth)7, in sostanza la versione evo-luta e moderna dell’antico passapa-rola, ovviamente con tutte leimplicazioni sociali e culturali che co-nosciamo, amplificate e potenziatevisto l’impatto su un’utenza dienormi proporzioni. I social mediasono immediati, facilmente accessi-

bili, in grado di raggiungere un nu-mero significativo di persone, sonocontenitori dove produrre e rilanciareopinioni, tutte caratteristiche che ren-dono queste piattaforme, per lorostessa natura, luoghi privilegiati per lanascita di potenziali influencer (o es-sere loro stessi influencer) che pos-sono avere un ruolo non secondarionelle scelte riguardanti vari ambitidella vita di un individuo-utente,anche quello della salute. Dalla primacomparsa dei social network si sonocostituiti gruppi nei quali le persone“condividevano” la loro patologia ene discutevano. Gli influencer pos-sono essere nell’ambito della salute,nel migliore dei casi, medici, ricerca-tori, fondazioni o giornalisti maanche pazienti e parenti che ricercanoinformazioni su una determinata pa-tologia per poi condividerle attraversoblog e social media, ma non è poicosì scontato imbattersi negli influen-cer giusti: questa probabilmente è lavera sfida che deve affrontare l’heal-thnauta che si avvicina ai social

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pertura globale in 187 lingue, otte-nere l’accesso a dati di elevata qualitàper un listening più accurato dei so-cial media, la possibilità di entrare nelflusso delle conversazioni social dioltre 10 network. Consente inoltre difiltrare i risultati con più di 50 para-metri, analizzare i dati sia in real-timeche passati, ottenere una qualitàdella ricerca molto elevata dei risultatigrazie all’utilizzo di query complesse.Il monitoraggio è stato compiuto at-traverso l’individuazione di alcune pa-role chiave legate alla parola Diabeteidentificate dal Board del MedicineWeb Observatory.

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tutto il territorio nazionale. L’interocampione è stato reclutato attraversoun invito via email nel quale si chie-deva di compilare un questionariosemi-strutturato su una piattaformaon line La rilevazione ha avuto lo scopo ulte-riore di confrontare i dati con analogasurvey condotta nel 2014 da Medi-Pragma per conto di IBDO Founda-tion.

Per la raccolta ed analisi dei dati delweb sentiment è stato utilizzato unospecifico tool di social media monito-ring. Le peculiarità di questo toolsono quelle di poter sfruttare la co-

KEY WORDS

DIABETE AND/OR: ricerca scientifica, rimedi naturali, obesità, disturbi ali-mentari, diagnosi, terapia, ipoglicemia, paura, insulina, diabetologo, tipo1,tipo2, controllo metabolico, controllo fondo oculare, medico medicina ge-nerale, medico di base, guarigione, depressione, piede diabetico, consulto,cause, stress, scuola, microinfusore, discriminazione, patente, novità, strisce,cibi specifici diabete, viaggi, lavoro, rapporto coppia, rimedi alternativi, gli-cemia, glicemia alta, sessualità, diabete mellito, abbassare glicemia, valoriglicemici normali, sintomi, diabete giovanile, diabete bambini, algofobia,glicemia bambini, sbalzi glicemici, glicemia mattino, sport, attività fisica, pre-venzione, rischio.

Gli indicatori standard presi a riferi-mento per la valutazione del diabetesweb report sono: mention, potentialreach, engagement e sentiment. IlSentiment è un indice che esprimequalitativamente un giudizio sui con-cetti correlati alla keyword. Vengonoanalizzati semanticamente i docu-menti (es, post, tweet, etc…) presentinelle fonti, per riconoscere qualiesprimono un giudizio positivo equali un giudizio negativo. Successi-vamente è calcolato l’indice in base alnumero dei giudizi complessivi. Il pe-riodo preso in esame è quello com-preso tra il 16 Ottobre e l’11novembre 2015. L’ecosistema media-tico è quello italiano.

RISULTATI

RILEVAZIONE CAMPIONARIA: In baseai dati raccolti, i medici dichiaranoche durante la visita capita che il17,4% delle persone con diabete ri-portino le informazioni cercate e ot-tenute tramite internet. Sono per lopiù persone “mature” di età com-presa tra i 35-60 anni (47,5% deicasi) o “giovani” tra i 18-34 anni(21% dei casi) che hanno sviluppatoil diabete da poco tempo, secondol’opinione del medico.

L’opinione del medico su questa ten-denza è generalmente positiva, anchese valuta sempre indispensabile il sup-porto di un professionista. A differenzadei dati rilevati lo scorso anno, au-

media. Anche se in passato sono staticondotti diversi studi 8 ad oggi non èpossibile verificare l’esattezza di tuttele informazioni pubblicate su internete sui social network.

OBIETTIVI

Il Diabetes Web Report è una delleanalisi, nella fattispecie dedicata aldiabete, condotte del Medicine WebObservatory, osservatorio sull’impattodelle informazioni sanitarie nato dallacollaborazione tra il Dipartimento diMedicina dei Sistemi dell’Universitàdi Roma Tor Vergata, IBDO Founda-tion e Medi-PragmaIl Medicine Web Observatory vuoleanalizzare e studiare i comportamentidegli utenti in rete nel momento incui ricercano informazioni sulle variepatologie o quando gli stessi intera-giscono tra loro scambiandosi parerisu aspetti particolari della stessa pa-tologia. Il percorso di monitoraggio consistein due diverse fasi: la prima, una rile-vazione campionaria su medici e per-sone con diabete e la seconda; laseconda, un’analisi volta a compren-dere il social web sentiment relativoal diabete.

METODOLOGIA

Nella rilevazione campionaria, con-dotta con la tecnica CAWI, (computerassisted web interwiev) tra il mese disettembre e quello di novembre2015, sono stati coinvolti 810 medici(MMG 68.6%, Diabetologi 5.9%,Endocrinologi 4.2%, altre specializza-zioni 21,2%) e 505 persone con dia-bete (inclusi i familiari per un 13%) su

Executive Summary Diabetes Web Report

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mentano i medici che ritengono la ri-cerca autonoma di informazioni causadi confusione, un 26.4% contro un8.7% del 2014. La differenza tra chiritiene utile l’utilizzo di internet perricercare informazioni sul diabete pur-ché supportato dal parere del medicoe chi lo ritiene addirittura dannosodiminuisce. Questo è un dato moltointeressante. Diminuisce la fiducia nelmezzo o aumenta la preoccupazioneche il mezzo possa inficiare il rapportofiduciario tra medico e paziente? Pro-babilmente sono due aspetti di unostesso problema. Aumentano le in-formazioni presenti in rete, i socialnetwork le rilanciano raggiungendoun’utenza ancora più numerosa conconseguente aumento di richieste diinformazioni al medico che si trovaquindi a fornire spiegazioni, ridefinirela verità scientifica, ribadire ogni voltail suo ruolo. Non è da escludere inoltreuna generale diminuzione di fiducianella produzione di contenuti atten-dibili nei confronti dei social network.

L’acquisizione di informazione, secon-do l’opinione dei medici, riguarda so-prattutto temi legati all’alimentazionee allo stile di vita.

La stessa domanda è stata rivolta an-che alle persone con diabete che inrealtà evidenziano un forte interessenei confronti dei prodotti per il diabeteche si attesta quest’anno al primoposto tra gli argomenti più ricercatiin rete, seguite dall’alimentazione estile di vita e poi dalle attività dell’as-sociazionismo che invece lo scorsoanno risultavano le più consultate. Leinformazioni sui prodotti per la curae sulle possibili opzioni terapeutiche,vengono ricercate dalla persona condiabete molto più spesso di quantonon vengano riferite al proprio medicocurante.

Tra gli argomenti ricercati, che tota-lizzano percentuali più basse, troviamoanche trapianti e cure definitive.

Dalla ricerca effettuata, il profilo dellapersona con diabete che utilizza larete per raccogliere informazioni sullapatologia è prevalentemente donna

(nel 61% dei casi), con un’età che vadai 31 ai 60 anni, con un titolo distudio superiore, per lo più lavoratricedipendente, con diabete da più di 10anni nel 21% dei casi e da più di 20anni nel 31.9%.

La principale attività svolta su Internetè quella di navigazione sui siti web edi partecipazione a Social Network,soprattutto da parte delle fasce piùgiovani. La navigazione sui siti webspecialistici sul diabete è un’altra at-tività preferita ma da un’utenza piùmatura.

L’interesse per le informazioni scritteda altre persone con diabete aumenta,contraendosi invece il peso dato allefonti più accreditate, quelle medicheche rispetto allo scorso anno registrauna diminuzione del quasi 10%. Que-sto aspetto si sposa con l’assidua par-tecipazione ai social network di questotarget e con l’aumento di interazioneall’interno della community di riferi-mento.

Internet si configura quindi per lepersone con diabete al secondo postonella classifica delle fonti consultate.Il Dott. Google entra a pieno titolonei processi di acquisizione di infor-mazioni sulla propria patologia daparte delle persone con diabete, purrimanendo primario il ruolo dello spe-cialista che sembrerebbe ancora piùimportante e centrale se si confrontanoi dati del 2014 con quelli del 2015.Resta da valutare quali siano nellospecifico gli influencer, intesi comepersone che hanno la possibilità, non-ché la capacità per vicinanza con iltarget di riferimento, di influenzareun ampio pubblico.

WEB SENTIMENT ANALYSIS: l’analisievidenzia il ruolo centrale nella diffu-sione delle informazioni da parteNewspaper, Magazine, Online News,le cui notizie vengono prontamenterilanciate dagli aggregatori di News,discusse sui blog, ritwittate, postatesu Facebook con l’aggiunta di com-

menti, considerazioni ed opinioni.

I social media legati al diabete, costi-tuiscono una formidabile cassa di ri-sonanza e amplificazione sia delle in-formazioni sulla patologia, sia deleWOM (eletronic word of mouth) adessa correlata: con i vantaggi legatialla divulgazione e svantaggi legatispesso ai contenuti che dovrebberoessere monitorati.

Dall’analisi emerge un profilo inter-nauta diversificato rispetto ai differentisocial media, con una prevalenza fem-minile per quanto riguarda Facebooke maschile per i Newspaper. La mag-gioranza dei post sono originati dal-l’area di Roma e a seguire nelle regionidel Nord, questo potrebbe essere ri-condotto al fatto che le principalisedi di Magazine, Newspaper e OnlineNews risiedono proprio a Roma e Mi-lano.

Altro dato osservato, base di partenzadell’analisi semantica effettuata sultema Diabete attraverso i social media,è stato il numero totale dei post pub-blicati e il loro andamento. Un’utilefotografia per comprendere quali sonostati i picchi, in quali giorni si sonoverificati e in coincidenza di quali no-tizie o eventi.

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CONCLUSIONIIn sintesi:

✓ Nell’ambito della salute, come di-mostrano le statistiche di GoogleTrend, il diabete è la patologia cheregistra il maggior numero di con-sultazioni su Google.

✓ Internet si trova al secondo postonella classifica delle fonti di acqui-sizione di informazione dopo ilDiabetologo e prima del MMG,con un possibile impatto sui com-portamenti di gestione e controllodella patologia stessa.

✓ Gli argomenti ricercati in rete ri-guardano nella metà dei casi infor-mazioni sui prodotti e cura deldiabete

✓ La principale attività svolta su In-ternet è quella di navigazione sumotori di ricerca (es. google) e dipartecipazione a Social Network.

✓ L’interesse per i contenuti scrittidalle altre persone con diabete au-menta rispetto a quello per le in-formazioni riportate nei siti “piùtradizionali”; questo dato testimo-nia una forte appartenenza allacommunity di riferimento.

14

Se si effettua una correlazione tra ilpotential reach (capacità di raggiun-gere un’utenza ampia e diversificata)e l’engagement (il grado di coinvolgi-mento dell’utenza) è evidente che lenews online e i newspaper hanno ilpotential reach più alto anche ri-spetto ai blogs che invece presen-tano, di contro, un livello diengagement notevolmente più ele-vato. Questo significa che le testate

hanno la possibilità di raggiungere unpubblico vastissimo, ma sono poi iblogs e Twitter, almeno nell’ambitodel periodo analizzato, a fare la veradifferenza. Sono loro a raggiungereun’utenza vera, effettiva, numerica-mente importante. Fanno circolare lenews delle testate e gli attribuisconoanche un “valore emotivo”. Insiemealla notizia circola il commento, il pa-rere e l’opinione.

Il sentiment attribuito alle key wordslegate alla parola diabete è general-mente neutro; anche se spesso leconnotazioni negative sono maggioridi quelle positive.I temi affrontati e discussi sui socialmedia sono legati strettamente alla

Totale post pubblicati per social media

realtà, alla cronaca, ai fatti di tutti igiorni e fondamentalmente alle newspubblicate.

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15

Mentions Menzioni, segnalazione da un utente attivo di una determinata parola o argomento

Sentiment Sentimento, pensiero espresso dagli utenti su un tema trattato. Tale pensiero può es-sere: positivo, negativo o neutro a seconda dell’associazione di parole rilevate tramiteanalisi testuale

Potential reach Portata potenziale ovvero numero di persone a cui un argomento, un parere o una in-formazione è in grado di giungere

Engagement Ingaggio ossia indicatore del grado di coinvolgimento di un bacino di utenti x,y,z

Source Types Tipi di sorgente ovvero da dove proviene la nostra notizia (blogs, online news, new-spaper, facebook , twitter, instagram, forums, others)

Influencers Influenzatori ossia da chi e non su quale social media la notizia viene pubblicata

Performance Analisi degli utenti passivi raggiunti

Hastag Dall’inglese hash (cancelletto) e tag (etichetta). E’ un collegamento ipertestuale suglihastag a tutti i messaggi che citano lo stesso hastag, che può quindi essere utilizzatoper aggregare, organizzare e trovare tweet o messaggi rilevanti

Gruppi E’ un insieme di utenti facebook che condivide un interesse comune (l’equivalente delleliste su twitter)

Follower Chi segue i messaggi (tweet) di un altro utente. Ognuno può avere i propri follower eseguire a sua volta altri (following)

Post o Tweet Un messaggio di 140 caratteri al massimo per twitter e circa 500 per facebook, è unsistema di messaggistica sociale in real time e di microblogging

Emoji Gli emoji sono simboli pittografici, simili ad emoticon, divenuti popolari in Giapponea fine degli anni 1990. Il nome deriva da 絵� e (immagine), 文� mo (scrittura) e 字 ji (ca-rattere). Gli emoji vengono utilizzati sia negli SMS che nelle e-mail e nei social network.

PRINCIPALI TERMINI RELATIVI AI SOCIAL MEDIA

✓ Un ruolo centrale viene svolto dachi lancia le informazioni, ovverodalle testate online (Newspaper,Magazine, Online News) le cui no-tizie vengono prontamente di-scusse sui blog, ritwittate, postatesu Facebook.

✓ Il numero di gruppi e communityin ambito diabetologico sonomolto inferiori rispetto alla mole diinformazioni che vengono veico-late tramite i social media.

✓ I temi affrontati e discussi sui socialmedia, prescindono dalla patolo-gia in sé o dai problemi ad essocorrelati ma sono spesso legatistrettamente alla realtà, alla cro-

naca, ai fatti di tutti i giorni al vis-suto della persona che deve con-vivere con il diabete.

✓ Le informazioni veicolate sui socialnetwork ed il sentiment ad essecorrelate prescindono dalla veritàoggettiva della notizia/informa-zione, ma sono più correlate alla“verità comune” che in quantotale viene considerata un fatto at-tendibile.

✓ Nella realtà dei social network os-servati, si rileva che non esistono“verità di fatto”, oggettive ma ve-rità assunte come tali in base ai va-lori e credenze dei gruppi di socialnetwork a cui si appartiene.

✓ Internet è una fonte di consulta-zione imprescindibile, come testi-moniano le persone con diabete ei medici intervistati, che lo siaanche di informazione corretta èda monitorare o comunque da af-frontare con apposite attività didebunking quando necessarie.

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16

A) Infografica: risultati indagine campionaria

IL 17,4% DELLE PERSONE CON IL DIABETE UTILIZZA INTERNET PER CERCARE INFORMAZIONI SULLA PATOLOGIA

16% MOLTO UTILE PER

MIGLIORARE LO STILE DI VITA

58% PUÒ ESSERE UTILE SE

GUIDATO DA UN PROFESSIONISTA

PRINCIPALI INFORMAZIONI CERCATE SU INTERNET E RIPORTATE

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COSA NE PENSA IL MEDICO DELL’USO DI INTERNET PER CERCARE INFORMAZIONI SUL DIABETE

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