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13/07/2019
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Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione
Università degli Studi di Bari “A. Moro”
Percorso di formazione per il conseguimento della
specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità
Scuola infanzia e primaria
a.a. 2018/2019
Pedagogia e didattica speciale nella disabilità intellettiva
e nei disturbi generalizzati
dello sviluppo
La programmazione inclusiva
Valeria Rossini
DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA
La didattica individualizzata consiste nelle attività di
recupero individuale che può svolgere l’alunno per
potenziare determinate abilità o per acquisire
specifiche competenze, anche nell’ambito delle
strategie compensative e del metodo di studio; tali
attività individualizzate possono essere realizzate nelle
fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse
dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del
lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente.
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DIDATTICA PERSONALIZZATA
La didattica personalizzata [...] calibra l’offerta
didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed
unicità a livello personale dei bisogni educativi che
caratterizzano gli alunni della classe, considerando le
differenze individuali soprattutto sotto il profilo
qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei
punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo
consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento.
GLI STRUMENTI LEGISLATIVI
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PRIMO PRINCIPIO-BASE
Accomodamento ragionevole:
Indica le modifiche e gli adattamenti necessari ed
appropriati che non impongano un carico
sproporzionato o eccessivo, ove ve ne sia necessità
in casi particolari, per assicurare alle persone con
disabilità il godimento e l’esercizio, su base di
eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e
libertà fondamentali.
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con
disabilità, 2006.
SECONDO PRINCIPIO-BASE
Universal design-design for all:
Progettazione di prodotti, strutture,
programmi e servizi utilizzabili da tutte le
persone, nella misura più estesa possibile,
senza il bisogno di adattamenti o di
progettazioni specializzate. La “progettazione
universale” non esclude dispositivi di
sostegno per particolari gruppi di persone
con disabilità ove siano necessari.
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LA PROGRAMMAZIONE DEL
CURRICOLO
Ideazione e
organizzazione di percorsi
coerenti e sistematici di
insegnamento-
apprendimento relativi, a
seconda del livello di
scuola, a campi di
esperienza, discipline o
aree disciplinari.
1. Adattare la programmazione
della classe ai bisogni degli alunni
2. Progettare fin dall’inizio curricoli didattici attenti alle
differenze individuali
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QUATTRO COORDINATE DELLA
DIDATTICA (SPECIALE) DI QUALITÀ
NORD
riconoscimento delle differenze
e conoscenza dei bisogni educativi speciali
OVEST EST
collaborazione tra progettualità individualizzata
compagni di classe aperta alla vita adulta
SUD
efficacia relazionale e cognitiva
PREREQUISITO 1:
LAVORARE SUI POTENZIALI DI
APPRENDIMENTO
LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE:
La ZSP consiste nella differenza tra il livello di un bambino nel risolvere un compito da solo – che definisce il livello di sviluppo effettivo – e il livello di sviluppo potenziale, determinato attraverso le abilità che esibisce quando affronta un compito con il sostegno di un adulto o in collaborazione con coetanei più capaci.
Camaioni, 1993
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PREREQUISITO 2:
COSTRUIRE UNA RELAZIONE POSITIVA TRA
DOCENTE E ALUNNO
Congruenza: nel rapporto con i miei
alunni riesco a essere autentico e trasparente?
Accettazione positiva incondizionata:
accetto i miei alunni per come sono e non
per come vorrei che fossero?
Comprensione empatica: mi sforzo di
comprendere i sentimenti e i vissuti dei miei
alunni e di comunicare loro questa
comprensione?
relazione educativa
ricettività:
fare posto
all’altro
responsività:
saper rispondere all'altro
PREREQUISITO 3:
CREARE UN CLASSE INCLUSIVA
1) l’alunno con disabilità deve rimanere in classe per il maggior tempo possibile;
2) l’alunno con disabilità deve fare il più possibile le stesse cose che fanno i suoi compagni;
3) l’alunno con disabilità deve il più possibile essere posto nelle stesse condizioni formative degli altri studenti;
4) i migliori insegnanti di sostegno dell’alunno con disabilità sono i suoi compagni;
5) gli spazi di un’aula inclusiva devono essere ampi.
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I DISTURBI DELLO SPETTRO
AUTISTICO (DSM-V)
A. Deficit persistente della comunicazione sociale e nell’interazione sociale:
1. Deficit della reciprocità socio-emotiva;
2. Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali per l’interazione sociale;
3. Deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni.
B. Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi:
1. Movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati o ripetitivi;
2. Insistenza nella sameness (immodificabilità), aderenza alla routine priva di flessibilità o rituali di
comportamento verbale o non verbale;
3. Interessi molto limitati, fissi che sono anomali per intensità o profondità;
4. Iper- o iporeattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali
dell’ambiente.
C. I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo (ma possono non manifestarsi
pienamente prima che le esigenze sociali eccedano le capacità limitate, o possono essere mascherati da
strategie apprese in età successiva).
D. I sintomi causano compromissione clinicamente significativa del funzionamento in ambito sociale,
lavorativo o in altre aree importanti.
E. Queste alterazioni non sono meglio spiegate da disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo
intellettivo) o da ritardo globale dello sviluppo.
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LA DISABILITÀ INTELLETTIVA
Le disabilità intellettive possono essere definite come gravi alterazioni permanenti
dello sviluppo che si manifestano come sindromi globali, legate al deficit di
sviluppo delle funzioni astrattive della conoscenza, sociali e dell’adattamento, che
originano prima dei 18 anni di età.
La disabilità intellettiva comporta un deficit nelle abilità mentali generali, che
influenzano il funzionamento adattivo in tre aree o domini. Questi domini
determinano in che modo un individuo affronta le azioni della vita quotidiana:
• il dominio intellettivo include abilità nell’area del linguaggio, lettura, scrittura, calcolo, ragionamento, cognizione e memoria;
• il dominio sociale è riferito all’empatia, giudizio sociale, capacità di comunicazione interpersonale, all’abilità di stringere e mantenere amicizie e ad
abilità simili;
• il dominio pratico è focalizzato sulla gestione autonoma in aree come la cura personale, le responsabilità lavorative, la gestione del denaro, il tempo libero, la
gestione e l’organizzazione di compiti scolastici e lavorativi.
CLASSIFICAZIONI
Ritardo mentale lieve (85%): QI da 50-55 a 70
–> età mentale 9-12 anni;
Ritardo mentale medio (10%): QI da 35-40 a 50-55
–> età mentale 6-9 anni;
Ritardo mentale grave (3-4%): QI da 20-25 a 35-40
–> età mentale 3-6 anni;
Ritardo mentale gravissimo o profondo (1-2%): QI < 20
–> età mentale sotto i 3 anni.
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LE FASI DELLA PROGRAMMAZIONE
1. Costruire un clima di classe
positivo;
2. Conoscere il profilo di
funzionamento dell’alunno;
3. Identificare gli obiettivi;
4. Adattare gli obiettivi;
5. Scegliere le attività;
6. Organizzare lo spazio;
7. Strutturare il tempo.
8. Valutare l’intervento.
1. COSTRUIRE UN CLIMA DI CLASSE
POSITIVO
a. I MESSAGGI-IO
• La classe è rumorosa: cosa fare?
1. Se parlate ad alta voce (descrizione)
2. io non riesco a sentire niente (effetto)
3. e mi dispiace
(reazione emotiva)
perché non posso avviare l’attività.
3 Reazione emotiva a questo
effetto
1 Descrizione del comportamento
2 Effetto tangibile
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b. IL RISPETTO DELLE REGOLE
• Esprimere le regole in modo
positivo (meno divieti e più
permessi).
• Esprimere le regole con dolcezza
e fermezza (senza attribuzioni
negative).
• Essere sintetici, pertinenti,
concreti.
• Richiamare la regola al momento
giusto.
ASTRATTO/
GENERICO
RISPETTAMI
COMPORTATI BENE
SII ORDINATO
CONCRETO/ SPECIFICO
presta attenzione a ciò che ti dico
resta seduto e in silenzio
metti a posto il materiale
2. CONOSCERE IL PROFILO DI
FUNZIONAMENTO
0 - NESSUNA difficoltà 1 - difficoltà LIEVE
2 - difficoltà MEDIA
3 - difficoltà GRAVE
4 – difficoltà COMPLETA
Descrive l’intrinseca
abilità di un individuo
nell’eseguire un compito o
un’azione.
Descrive ciò che un
individuo fa nel suo
ambiente attuale, nel
contesto sociale
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3. IDENTIFICARE GLI OBIETTIVI
OBIETTIVO
semplice
misurabile
sintetico
preciso
raggiungi
bile
funzionale
4. ADATTARE GLI OBIETTIVI
1. sostituzione: l'obiettivo non si semplifica, ma si cura soltanto l'accessibilità della richiesta per consentirne la comprensione e facilitarne di conseguenza la risposta;
2. facilitazione: l'obiettivo viene ricontestualizzato (proposto da altre persone, in un ambiente concreto legato al contesto di richiesta, con tecnologie più motivanti e
interattive, con modalità relazionali più motivanti), semplificato nei tempi e negli
spazi, arricchito con altri tipi di stimoli;
3. semplificazione: l'obiettivo viene semplificato nella comprensione, nell'elaborazione e/o nella risposta;
4. scomposizione nei nuclei fondanti: l'obiettivo, magari complesso, viene ricondotto al significato essenziale per essere compreso o tradotto in un obiettivo
più accessibile in un processo di avvicinamento ai nuclei fondanti di ogni disciplina
relativi ai processi cognitivi tipici del sapere piuttosto che ai prodotti (nozioni);
5. partecipazione alla cultura del compito: l'obiettivo diventa trovare occasioni per far partecipare l'alunno a dei momenti significativi di elaborazione e di utilizzo delle
competenze curricolari.
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ESEMPIO
5. SCEGLIERE LE ATTIVITÀ
- Proporre giochi e giocattoli preferiti;
- Favorire le azioni concrete sugli oggetti;
- Prediligere modalità prevedibili e ripetitive;
- Valorizzare le «isole di abilità» del bambino;
- Utilizzare l’apprendimento senza errori.
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INTERVENTI SPECIFICI PER
GLI ALUNNI CON DISABILITÀ
Strategie per facilitare
apprendimenti significativi:
- Strategie comportamentali (prompting, fading, shaping,
chaining, rinforzamento)
- Video modeling
- Insegnamento strutturato (TEACCH, Visual learning)
Strategie per facilitare la
comunicazione e per gestire i
comportamenti-problema:
- Verbal Behavior Teaching
- Comunicazione aumentativa e
alternativa (CAA)
- Strategie comportamentali
(Estinzione, Rinforzamento
differenziale, Token economy)
6. ORGANIZZARE LO
SPAZIO
cattedra
A
A
A
Schemi visivi
Angolo per attività in
piccolo gruppo
Banco con computer
per attività individuale
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7. STRUTTURARE IL TEMPO
Usare gli schemi visivi per chiarire la sequenza delle attività previste