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DIREZIONE SVILUPPO ECONOMICO E PROGRAMMAZIONE REPORT Studio di fattibilità del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione

DIREZIONE SVILUPPO ECONOMICO E PROGRAMMAZIONE di... · Studio di fattibilità del Polo di Sesto all’interno del sistema Il presente report è stato realizzato dal Consorzio Universitario

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DIREZIONE SVILUPPO ECONOMICO E PROGRAMMAZIONE

REPORT

Studio di fattibilità del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione

Provincia di Firenze

Studio di fattibilità del Polo di Sesto all’interno del sistema

Il presente report è stato realizzato dal Consorzio Universitario in Ingegneria per la Qualità e l’Innovazione (in breve QUINN) per conto della Provincia di Firenze, quale deliverable finale dell’intervento di redazione di un rapporto su modelli di servizio e di governance del Polo di Sesto Fiorentino all’interno del sistema fiorentino di incubazione. Il presente lavoro è di proprietà esclusiva della Provincia di Firenze. Le modalità di riproduzione dovranno però essere concordate con QUINN e dovranno essere in osservanza del diritto di autore.

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Indice

INTRODUZIONE REPORT .....................................................................................................1

1. Gli obiettivi del progetto ..............................................................................................1

2. L’evoluzione delle attività di incubazione .................................................................1

PARTE PRIMA - Piano di offerta dei servizi ......................................................................5

1. Introduzione....................................................................................................................5

2. Presentazione dei centri contattati e intervistati per lo studio di fattibilità...........5

3. Descrizione delle caratteristiche del servizio offerto dagli incubatori .................21

3.1 Tipologia di servizi erogati in sede italiana e internazionale ...........................21

3.2 Analisi pricing dei servizi erogati ..........................................................................28

3.3 Competenze richieste per l'erogazione dei servizi ...........................................35

3.4. Risultati attesi e/o prodotti consegnati ai destinatari......................................37

PARTE SECONDA - Modello di offerta dei servizi del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione..................................................................................41

1. Introduzione..................................................................................................................41

2. Modello business..........................................................................................................42

3. Analisi Costi-Ricavi.......................................................................................................44

3.1. Presentazione di dettaglio dei costi...................................................................44

3.2. Presentazione di dettaglio dei ricavi .................................................................46

3.3. Sintesi dei dati .......................................................................................................49

3.4. Possibili ottimizzazioni derivanti dall’integrazione fra le realtà di Sesto fiorentino e Brozzi .........................................................................................................52

PARTE TERZA - Sinergie da realizzare.............................................................................53

1. Introduzione..................................................................................................................53

2. Analisi del contesto socio economico di riferimento.............................................54

2.1. Criticità socio economiche.................................................................................58

2.2. Sfide socio-economiche per le potenzialità del territorio...............................60

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3. Il processo di generazione delle partnership ..........................................................62

4. Il ruolo dei soggetti nell'architettura e nell'operatività dell'incubatore...............67

4.1 Il ruolo degli attori coinvolti nella gestione dell’incubatore ............................67

4.2 La rete degli incubatori fiorentini.........................................................................68

4.3 Possibili sinergie con la costituenda struttura di Prato......................................70

PARTE QUARTA – Modello di governance ...................................................................71

1. Introduzione..................................................................................................................71

2. Soluzione istituzionale..................................................................................................71

Riferimenti .........................................................................................................................74

Appendice I – Bozza di bando di utilizzo dei servizi di incubazione per la creazione di nuove imprese innovative ......................................................................80

Appendice II – Bozza di bando per l’individuazione di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione .....................................................................88

INDICE ALLEGATI ............................................................................................................106

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INTRODUZIONE REPORT

1. Gli obiettivi del progetto Il seguente rapporto contiene indicazioni operative inerenti il nuovo Polo di Sesto Fiorentino, all’interno del sistema fiorentino di incubazione. In particolare analizza, attraverso l’approfondimento di esperienze italiane ed europee realizzato mediante lo studio di fonti documentali e interviste dirette, i seguenti temi:

• Piano di offerta dei servizi, • Modello di offerta dei servizi, • Sinergie da realizzare, anche in termini di integrazione con strutture

esistenti, • Modello di governance.

2. L’evoluzione delle attività di incubazione L'attività di incubazione rappresenta un processo dinamico di creazione e sviluppo d’impresa. Negli anni si sono sviluppati metodi di incubazione che hanno caratterizzano le diverse fasi di sviluppo delle attività di incubazione stessa, identificando di fatto tre generazioni di supporto alla nascita di imprese (Pim de Bokx, 2005).

Tre generazioni di incubatori dalle strutture più sviluppate alle meno sviluppate mostrano quattro caratteristiche principali lungo le quali si articolano le attività e caratterizzano i centri di incubazione: il prodotto offerto, i clienti, la capacità di business della struttura , il grado di maturità e il valore della struttura stessa.

Incubatori di prima generazione Questa prima generazione è caratterizzata dall’offerta di spazi di lavoro flessibili e servizi in comune. I clienti sono costituiti da piccole imprese e il business è fondamentalmente collegato alla locazione dell’immobile. Questa prima generazione ha raggiunto un grado di maturità elevato in particolare nei paesi dell’Europa occidentale e negli USA. In termini di valore creato questo si concentra nel valore immobiliare della struttura e del relativo sfruttamento commerciale.

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Incubatori di seconda generazione

Questa seconda generazione capitalizza le caratteristiche della prima generazione completandola con l’offerta di servizi di incubazione. I clienti principali sono costituiti da imprese start-up e spin-off, mentre il business è finalizzato a supportare lo sviluppo del settore economico a livello locale e regionale. Questa generazione di incubatori sta raggiungendo il livello di maturità iniziale nei paesi dell’Europa occidentale e negli USA e al valore immobiliare aggiunge il valore economico-sociale raggiunto nell'ambito della comunità di riferimento.

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Incubatori di terza generazione

Questa generazione di modello di incubazione è caratterizzata dalla specializzazione dei servizi offerti di supporto all’accesso al mercato ed ai clienti, di supporto alla cooperazione nell’ambito di cluster e network e nell’acquisizione di uno stile di gestione imprenditoriale. I clienti sono imprese start-up e spin-off derivanti da centri di ricerca e imprese mature. Questa generazione di incubatori è quindi focalizzata a supportare la nascita e lo sviluppo di imprese tecnologiche e innovative, generando quindi valore in termini di valore immobiliare, valore derivante dal suo sfruttamento, valore economico-sociale raggiunto nell'ambito della comunità e valore delle imprese supportate.

Tre generazioni di incubazione (Pim de Bokx, 2005)

Da un'analisi svolta su diverse fonti si evincono alcuni dati e caratteristiche relative alla prestazione di incubatori europei. L'analisi di benchmarking condotta su un campione di incubatori presenti in Europa evidenzia valori che permettono una sintesi delle esperienze presenti nel continente nell'ambito della incubazione di impresa. La seguente tabella mostra i valori medi di alcuni indici di prestazione di incubatori europei.

Performance Statistics Valori medi Intervallo

Costi operativi medi € 480,000 p.a € 50,000 - € 1.8 ml

% ricavi da sussidi pubblici 37% 0% - 100%

Spazio di incubazione 3.000 mq 90 – 41.000 mq

N. di imprese ospitate 27 imprese 1 - 120 imprese

Tasso di occupazione 85% 9% - 100%

Durata della permanenza 35 mesi 6 mesi - No max

Tasso di sopravvivenza imprese

85% 65% - 100%

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Media dipendenti per imprese

6,2 per impresa 1 - 120 per impresa

Costo lordo del lavoro € 4,400 € 124 - € 29,600

Fonte: G. Serazzi, Gli incubatori universitari, Politecnicorivista 9_18. (CSES, analysis of DG Enterprise, Benchmarking Incubators, 2002)

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PARTE PRIMA - Piano di offerta dei servizi

1. Introduzione In questa prima parte del rapporto si presenta una panoramica dei centri contattati ed intervistati per la realizzazione del presente studio di fattibilità, sui quali si è approfondita in particolare l’analisi della struttura dei servizi erogati. L’analisi è stata svolta sulla base dell’ampia esperienza di QUINN nel supporto a soggetti intermediari impegnati nel processo di creazione d’impresa (interviste dirette) e attraverso una ricerca di tipo desk sul profilo di offerta di incubatori in Italia e all’estero.

A fronte della suddetta analisi si è proceduto, quindi, all’esame in dettaglio dei servizi che potranno essere offerti dal Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione, con particolare riferimento ai destinatari (tipologia di destinatari, modalità di rapporto con l’Incubatore, apertura dei servizi a soggetti esterni), alla natura del servizio, alla durata della prestazione, al tipo di competenze richieste per l’erogazione del servizio ed ai risultati attesi e/o prodotti consegnati ai destinatari.

2. Presentazione dei centri contattati e intervistati

per lo studio di fattibilità Si presenta con il capitolo una mappatura di incubatori italiani ed esteri. In particolare, l’indagine illustra una panoramica generale e specifica, incubatore per incubatore, i servizi di incubazione offerti in Italia e all’estero riferita ad un campione di incubatori. L’indagine è completata con la presentazione di alcuni centri di ricerca e parchi tecnologici che ospitano incubatori, altri che usufruiscono di incubatori ed hanno con loro collaborazioni o pongono in essere con loro azioni congiunte e alcuni parchi tecnologici che svolgono attività di supporto alle neoimprese. Nella scelta delle strutture da analizzare abbiamo cercato di coprire in modo esaustivo l'intero territorio italiano. Alcuni incubatori sono attualmente ancora in fase di avvio e pur essendosi resi disponibili per l'indagine non hanno potuto fornire dati utili all'analisi. L’indagine così condotta, con l’inclusione dei centri in ultimo menzionati, permette una mappatura più completa e precisa dei servizi offerti dalle varie realtà di incubazione. I centri analizzati sono raggruppati per appartenenza geografica.

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A. TOSCANA

Incubatore di Pontedera– Polo Sant’Anna Valdera- Scuola Superiore Sant’Anna

La struttura è progettata per fornire assistenza alla nascita di nuove imprese high-tech e al Pont-Tech è stato individuato dal Comune di Pontedera come gestore del CERFITT (Centro di Ricerca e Formazione sull’Innovazione ed il Trasferimento Tecnologico), ospitando una struttura a sostegno della nuova imprenditorialità attraverso una triplice connotazione: Incubatore, Polo Tecnologico, Ufficio Virtuale. La prossimità fisica e gli stretti rapporti tra Pont-Tech e il Polo Sant’Anna Valdera permettono la realizzazione di una rete di consulenze e di servizi. Incubatore di Firenze

Con lo scopo di favore la nascita di nuove imprese, l’Incubatore di Firenze (Brozzi) fornisce servizi, consulenze, formazione e infrastrutture tecnologiche e multimediali, accompagnando gli imprenditori dall’idea imprenditoriale alla creazione di impresa e sul mercato. I locali dell’Incubatore sono stati finanziati mediante i fondi della Legge Bersani per le aree a degrado urbano. Hanno contribuito all’avvio della struttura, il Comune di Firenze, Unione Europea, Regione Toscana, Provincia di Firenze, CCIAA di Firenze. La gestione è svolta dal Comune di Firenze e si avvale di collaborazioni qualificate. Bioincubatore di Toscana Life Sciences Park Siena

Il nuovo Science Park rappresenta la più importante progetto della Fondazione TLS. La mission principale è quella di offrire servizi e opportunità di finanziamento per lo sviluppo di nuove imprese biotech focalizzate su prodotti farmaceutici, biotecnologie, diagnostici innovativi e tecnologie biomediche. Oltre a mettere a servizio laboratori attrezzati ed uffici, il TLS Science Park opera in stretta collaborazione e sinergia con i laboratori di ricerca di Novartis Vaccines, Siena Sienabiotech e nel campus sono fortemente incoraggiate e perseguite collaborazioni internazionali con centri di eccellenza nel settore delle scienze della vita presenti in tutto il mondo. Incubatore di Imprese Polo Tecnologico di Navacchio

Il Polo Tecnologico è nato con lo scopo di creare i presupposti per la crescita di competitività sul mercato delle piccole e medie imprese attraverso l’integrazione tra le esigenze innovative delle stesse e l’offerta di conoscenze tecnologiche provenienti dai centri di eccellenza e dal sistema della ricerca.

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Incubatore Massa

L’incubatore di Massa (MS) è attivo dal 1994 per sostenere lo start-up di microimprese high-tech con particolare attenzione all’ICT e allo sviluppo di tecnologie e nuovi prodotti.

B. LOMBARDIA

Acceleratore di impresa Politecnico di Milano (Milano Bovisa)

L’Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano è un incubatore universitario creato per supportare lo sviluppo dell’imprenditoria innovativa e per offrire alle start-up le infrastrutture e i servizi necessari alla loro crescita. Nel 2000 il Politecnico di Milano ha creato l’Acceleratore, con il supporto del Comune, della Camera di Commercio, della Regione e della Provincia di Milano. Science Park San Raffaele Milano

Science Park Raf SpA, nata nell’ottobre 1992, è una società controllata dalla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor che funge da interfaccia tra la Fondazione, la business community del settore delle scienze della vita (gruppi farmaceutici, società biotech, industrie cosmetiche e alimentari), le merchant banks e i venture capitalist. L'obiettivo della società è quella di valorizzare il know-how, la proprietà intellettuale, le risorse umane e le infrastrutture del parco scientifico della Fondazione. Kilometro rosso Lombardia

Kilometro Rosso è un Parco Scientifico Tecnologico che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori e attività di produzione hi-tech. Il Parco offre servizi tecnici, logistici, informatici e telematici, di promozione, formazione, supporto e consulenza necessari ad incentivare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica, con lo scopo di creare un efficace sistema di relazioni tra i propri partners e il territorio. Il Parco è interamente finanziato da imprenditori privati e nel 2007 è stato sottoscritto l’accordo di partenariato con l’Università degli Studi di Bergamo. In previsione sarà inoltre realizzato un incubatore di imprese spin-off della ricerca accademica in sinergia con il Parco. Servitec Lombardia

Servitec è stato fondato nel 1996 su iniziativa di enti pubblici, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali e alcune imprese locali, con l’obiettivo di favorire la promozione delle PMI, e la diffusione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. L’attività principale di Servitec è la gestione del Point, Polo Tecnologico della Provincia di Bergamo, un sistema di organizzazioni industriali, scientifico-tecnologiche, universitarie e di servizi alle imprese che

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opera con obiettivi e strategie complementari a beneficio dello sviluppo culturale e socio-economico del territorio. Parco tecnologico padano

Il Parco Tecnologico Padano (PTP) svolge un ruolo centrale all’interno del Polo di Eccellenza per le Biotecnologie Agro-Alimentari promosso a Lodi dalla Regione Lombardia con il sostegno degli Enti Territoriali e dell’Università degli Studi di Milano. Esso è circondato da una forte presenza universitaria, centri di ricerca privati, un incubatore di impresa e un business park. Il Polo si candida a diventare un motore di sviluppo per il territorio ed il cluster agrobiotecnologico del Sud-Europa. Il Parco Tecnologico Padano dispone di un Centro ricerche e studi agroalimentari CERSA , al cui interno operano 6 sezioni con lo scopo di svolgere ricerche genomiche innovative per ottenere colture e animali più sani. Accanto ad esso è presente una sezione dedicata alla cooperazione internazionale che mira a facilitare la condivisione dei risultati delle ricerche sia con i paesi tecnologicamente avanzati, sia con quelli in via di sviluppo. Il CERSA svolge inoltre una intensa attività didattica e di divulgazione scientifica. Incubatore di Bergamo

L'Incubatore si è rivolto a imprese genericamente operanti nell’ambito dei servizi e non si è mai connotato come “Incubatore tematico”.Gli obiettivi specifici dell’Incubatore sono: accrescere la professionalità degli operatori e sviluppare competenze imprenditoriali e manageriali; promuovere le già consolidate potenzialità turistiche del territorio e scoprirne e valorizzarne di nuove;creare legami tra i diversi operatori turistici e tra questi e gli operatori dei settori agricolo, artigiano e industriale, per la valorizzazione dei luoghi e delle produzioni tipiche,promuovere l’integrazione tra le differenti tipologie di turismo, anche al fine della sua destagionalizzazione; sfruttare le risorse offerte dall’innovazione tecnologica in chiave di sviluppo turistico. C. REGIONE EMILIA ROMAGNA

Incubatore Università di Bologna

AlmaCube è l’incubatore dell’ Università di Bologna è nato dalla collaborazione della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna e della Fondaziona Alma Mater per favorire l’imprenditorialità di origine accademica. I fondatori hanno fornito le risorse di base per l’avvio e per lo svolgimento delle attività. Parma Tecninnova

Il parco è un consorzio tra Camera di commercio di Parma, Comune e Provincia di Parma, SOPRIP spa, Unione parmense degli industriali, Università di Parma ed

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ha istituito una società per servizi alle spin off denominata Parma Tecninnova spa.

D. PIEMONTE

Bioindustry Park Canavese

Bioindustry Park Canavese è un parco scientifico ad orientamento bioindustriale e biotecnologico. Sorge vicino ad Ivrea, in provincia di Torino, ed è operativo dal 1998. Esso sviluppa ricerche nel campo delle scienze della vita, collegando la ricerca universitaria al mondo delle imprese, con l’obiettivo di favorire la nascita e la crescita di aziende innovative. Offre opportunità di insediamento, laboratori di ricerca e servizi di consulenza specialistica, quali check-up aziendali, analisi di fattibilità e trasferimento tecnologico. Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, I3P

I3P nasce 1999 e viene inaugurato nel 2001 per promuovere e sostenere la creazione di nuove imprese hi-tech, in particolare facendo leva sul potenziale innovativo sviluppato nei centri di ricerca del territorio. L’incubatore infatti: seleziona idee imprenditoriali con un elevato potenziale di crescita, offre assistenza gratuita a chi intende intraprendere un’iniziativa imprenditoriale ad alto contenuto di conoscenza e sostiene le imprese nei primi difficili anni dello start-up. Propone inoltre a chi intende investire in business innovativi opportunità, aiutando gli investitori nel processo decisionale, offre a manager e professionisti la possibilità di conoscere e collaborare con imprese che hanno elevate prospettive di crescita. Virtual Reality & Multimedia Park S.p.A. Torino

Il VR&MM Park è un Parco Tecnologico nato per volontà degli enti pubblici torinesi e piemontesi e con un contributo dell’Unione Europea. Il Parco sorge nell’area degli ex studi cinematografici Fert e rappresenta la sfida piemontese più grande nei settori dell’audiovisivo e del multimediale. La struttura è dotata di tecnologie all’avanguardia per la produzione e post produzione di prodotti audiovisivi e la ricerca e la prototipazione nel multimedia ed ha come obiettivi la promozione e lo sviluppo dei contenuti tecnologici, culturali ed economici della multimedialità con particolare riferimento all’utilizzo di applicazioni di realtà virtuale. Una particolare attenzione è rivolta alla crescita di attività produttive e imprenditoriali. La sinergia e la collaborazione con altri centri di ricerca, istituzioni, Università e imprese è uno dei punti di forza del Parco, che diventa così catalizzatore delle varie realtà mettendo a disposizione le sue strutture e le tecnologie all’avanguardia con l’obiettivo di organizzare e creare un vero e proprio distretto tecnologico in Piemonte.

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Environment Park Piemonte

Environment Park sorge nel 1996 per iniziativa della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, del Comune di Torino e dell’Unione Europea. Il Parco si inserisce nella strategia di supporto all’innovazione che caratterizza il territorio piemontese, ponendosi come soggetto di raccordo tra il mondo della ricerca e il sistema industriale. Nel suo complesso, Environment Park dispone di circa 30.000 mq ripartiti tra laboratori, uffici, centri di servizio in un contesto edilizio caratterizzato da soluzioni a basso impatto ambientale.

E. TRENTINO ALTO ADIGE

Trentino sviluppo BIC incubatori di impresa

BIC (Business Innovation Centre) sono incubatori di impresa dove le aziende in fase di start up possono trovare spazi produttivi e servizi e i centri di ricerca trovano laboratori attrezzati. Sono presenti in tutta Europa e coordinati dal network europeo EBN European Business and Innovation Centre Network di cui Trentino Sviluppo è full member. I BIC sono uno strumento di sostegno alla nuova imprenditorialità e nell'area del Trentino sono 6, gestiti da Trentino Sviluppo e sono dislocati a Rovereto - primo BIC realizzato in provincia e oggi anche polo tecnologico – Trento (polo tecnologico), Pergine, Borgo Valsugana, Pieve di Bono e Mezzolombardo. I BIC sono strutture modulari attrezzate, all'interno delle quali si può usufruire di servizi a supporto dello start-up d'impresa e di laboratori e centri di ricerca che facilitano la nascita di sinergie e di accordi per il trasferimento tecnologico.

F. FRIULI VENEZIA GIULIA

Incubatore Area science park Trieste

Innovation Factory scrl è l’incubatore di AREA Science Park, di Trieste, esso accoglie futuri imprenditori interessati a realizzare un proprio progetto d’impresa e opera insieme a loro ai percorsi necessari per trasformare un’idea innovativa in un business di successo. Incubatore di Gorizia

L’incubatore di Gorizia è stato realizzato nell’ambito del Programma Comunitario Perifra. E’ situato all’interno dell’Autoporto di Gorizia e si articola in un edificio incubatore di 4.800 mq complessivi, di cui 3.120 mq destinati all’insediamento di nuove iniziative produttive e/o di servizio all’industria.

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Friuli innovazione

Nasce nel 1999 su iniziativa dell’Università di Udine, dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Udine, del Centro Ricerche Fiat, di Agemont, dell’Unione degli Industriali di Pordenone e della Fondazione CRUP. In seguito, ha ottenuto il supporto di altri partner presenti nel territorio, che hanno condiviso e sviluppato una strategia e obiettivi comuni in materia di innovazione e trasferimento tecnologico. Nel 2004, la Regione Friuli Venezia Giulia, ha affidato alla struttura l’avvio e la gestione del Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine, uno spazio dove poter trasformare idee in progetti e ricerca in prodotti.

Incubatore Spilimbergo

Incubatore Spilimbergo è una struttura gestita da Sviluppo Italia che mette a disposizione circa 1200 mq di spazi per PMI.

G. VENETO

VEGA PST di Venezia

VEGA è un Parco Scientifico e Tecnologico che ospita attualmente circa 200 aziende e nel quale sono operativi 2000 addetti. Esso opera da oltre dieci anni con la missione di riqualificare una parte della zona industriale di Porto Marghera, trasformandola in una nuova concezione di sviluppo industriale e di servizi.

PST Galileo- Incubatore Start Cube

Il Parco Scientifico e Tecnologico Galileo è una Società Consortile partecipata dalle Camere di Commercio di Padova, Treviso, Vicenza e Belluno, dall’Università di Padova, dal Comune e dalla Provincia di Padova, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e da Veneto Innovazione. L'obiettivo del PST Galileo è sostenere la capacità competitiva delle imprese attraverso la realizzazione di attività e servizi di trasferimento tecnologico,diffusione dell’innovazione e dei risultati della ricerca applicata. Le attività del PST Galileo si articolano nelle aree dell’innovazione e della ricerca, della qualità e certificazione, del design industriale e nuovi materiali, e della creazione di nuova impresa e sono svolte in stretta collaborazione con l’Università di Padova, con i Centri di Ricerca e con le Associazioni di Categoria presenti sul territorio.

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STAR Parco scientifico di Verona

Operativo dal 2001, il Parco Scientifico di Verona ha lo scopo di favorire lo sviluppo della ricerca e la diffusione dell’innovazione nel territorio, teso a facilitare la nascita di imprenditoria innovativa e dando avvio ad una collaborazione tra l’industria e la ricerca. Il Parco è un centro servizi, che agisce da anello di collegamento tra il mondo della ricerca, le imprese e le fonti di finanziamento, ed opera per migliorare il dialogo tra domanda e offerta di innovazione. Incubatore di Città della Scienza

Il BIC di Città della Scienza è una struttura che offre al territorio regionale un sistema di servizi atto a favorire l’innovazione, il miglioramento del tessuto imprenditoriale e l’efficacia delle azioni delle pubbliche amministrazioni. Esso opera per promuove la creazione e lo sviluppo di nuove imprese e gestisce un incubatore d’impresa, che eroga servizi di pre-incubazione, incubazione e post-incubazione d’impresa, oltre a laboratori e aule di formazione.

H. UMBRIA

SviluppoUmbria (Foligno)

Il Bic Umbria è una società composta da Sviluppo Italia (azionista di maggioranza) e la Provincia ed il Comune di Terni, il Comune di Foligno, Gepafin, Sviluppumbria, C.C.I.A.A. di Terni, banche, ass. di categoria, ecc.). Il Bic Umbria, con i suoi incubatori di imprese di Terni e di Foligno, offre servizi alle piccole e medie imprese. A Spoleto il Bic ha realizzato una struttura più piccola (Pre-incubatore) nella quale verrà valutata la praticabilità tecnica ed economica di nuove idee imprenditoriali.

I. SARDEGNA

Sardegna ricerche parco tecnologico Pula

Il Parco scientifico e tecnologico della Sardegna è un sistema di infrastrutture e servizi per l’industrializzazione della ricerca, l’innovazione e per lo sviluppo. Il Parco ha due sedi e più di 60 imprese e centri localizzati e si presenta come uno dei maggiori parchi scientifici italiani. E' specializzato in tre aree: - Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni - Biotecnologie: dalla biomedicina alle biotecnologie agroindustriali, sino ad arrivare alla bioinformatica - Energie rinnovabili. Il Parco promuove lo sviluppo economico regionale, facendo leva sull’innovazione tecnologica e la conoscenza e si rivolge a imprese, centri di ricerca ed enti che intendono insediare attività di ricerca e produzioni

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sperimentali nei propri settori di specializzazione. In particolare, è aperto a imprenditori e ricercatori che desiderano creare nuove imprese o realizzare progetti innovativi a partire dai risultati della ricerca e per tale obiettivo mette a disposizione spazi multifunzionali,servizi di accoglienza, logistici e di base, servizi per lo sviluppo tecnologico e laboratori attrezzati.

J. LAZIO

Parco scientifico romano

Il progetto Parco Scientifico dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” realizza, con l’Incubatore Spin Over, attività nel settore del trasferimento tecnologico e fornisce all’Ateneo un nuovo strumento di lavoro per integrare la cultura scientifica e quella imprenditoriale con il fine di generare occasioni di crescita basate sulla produzione di nuova conoscenza. L’iniziativa è finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico, e si rivolge ai ricercatori che vogliano concretizzare le loro ricerche adottando e seguendo un percorso imprenditoriale. L’Incubatore Spin Over eroga un supporto alla nascita e alla crescita di imprese che provengono dal mondo della ricerca per sviluppare prodotti innovativi e si presenta come un laboratorio dove finanza innovativa e sviluppo tecnologico, ricerca pubblica e imprenditorialità, trovano un luogo in cui misurarsi, confrontarsi e sviluppare nuove iniziative. Tecnopolo tiburtino

Parco tecnologico tiburtino sorge a Roma, su un’area di oltre 65 ettari ed offre servizi alle imprese attraverso un centro di ricerca e trasferimento tecnologico, l' incubazione ed l'assistenza allo start-up, venture capital, formazione, servizi per l’e-commerce i quali si aggiungono ai servizi tradizionali (centro commerciale, albergo e centro congressi, ristorazione, centro sportivo, ecc.) creando in tal modo un ambiente favorevole allo sviluppo dell’attività imprenditoriale rivolta a soggetti che adottano tecnologie innovative. Incubatore Colleferro Lazio

L’Incubatore di Colleferro, è stato avviato in collaborazione con il Comune e fa parte della rete di strutture che BIC Lazio ha creato sul territorio regionale per favorire lo sviluppo dei sistemi economici locali e lo sviluppo di impresa. Incubatore Civitavecchia

L’Incubatore di Civitavecchia, avviato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è come l'incubatore di Colleferro parte della rete di strutture che BIC Lazio ha creato sul territorio regionale per favorire lo sviluppo dei sistemi economici locali.

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Incubatori BIC Lazio (Roma centro)

BIC Lazio è una società per azioni che fa parte della rete delle agenzie regionali di sviluppo del Lazio e ha l’obiettivo di stimolare e promuovere la nascita di nuove imprese, intervenendo anche all’interno dei processi di ammodernamento e diversificazione delle imprese esistenti; diffondere sul territorio la cultura d’impresa anche attraverso la creazione e la gestione di appositi centri dotati di servizi comuni, in cui ospitare nuove imprese e iniziative svolgendo in tal modo la funzione di incubatore; favorire lo sviluppo e il consolidamento delle neoimprese nella fase di decollo, per migliorarne il tasso di successo; mettere a disposizione della Regione e degli enti pubblici locali il know how manageriale e tecnico maturato da BIC Lazio attraverso la propria attività, per favorire le capacità di progettazione con particolare riferimento alla partecipazione a programmi e progetti dell’UE, nel campo dello sviluppo locale e della promozione dell’offerta imprenditoriale. BIC Lazio è presente sul territorio regionale con una rete di Incubatori (Bracciano, Civitavecchia, Colleferro, Ferentino, Rieti, Roma Centro, Tecnopolo Tiburtino con Itech, è in via di realizzazione l’Incubatore di Viterbo) con cui: sviluppa partenariati con gli attori economici locali; definisce e attua progetti che facciano emergere e valorizzino le “vocazioni” e le opportunità del territorio; offre formazione finalizzata al miglioramento delle competenze degli imprenditori locali; assiste le imprese in fase di start up.

K. SICILIA

Incubatore di Catania

Sviluppo Italia Sicilia ha realizzato nella zona industriale della città l’incubatore di Catania una struttura attrezzata e destinata ad ospitare iniziative imprenditoriali di piccole e medie dimensioni ed a favorirne lo sviluppo attraverso servizi di assistenza,supporto logistico e strumenti finanziari dedicati. Incubatore di Messina

L’incubatore di Messina, in fase di realizzazione, è all’interno del polo universitario scientifico, in località Papardo. L’edificio è concesso in uso dall’Università degli Studi di Messina a Sviluppo Italia. L’incubatore si prepara ad accogliere imprese specializzate in produzioni hi-tech e spin-off da ricerca provenienti principalmente dall’ateneo di Messina. L’incubatore è finanziato con i fondi resi disponibili dalla legge 208/98 per interventi di promozione di occupazione e d’impresa nelle aree depresse.

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Incubatore Università di Palermo

L’incubatore è una struttura consortile (Università di Palermo, Sviluppo Italia Sicilia, Associazione Sintesi, Easy Integrazione di Sistemi) che tende a promuovere e favorire: l’elaborazione ed esecuzione di innovazione e di trasferimento tecnologico, programmi di ricerca; la formazione di esperti anche mediante corsi di specializzazione; l’attuazione di iniziative di aggiornamento tecnico e scientifico; la collaborazione tecnica e scientifica con Enti pubblici o privati, con società e terzi; ed altre attività rivolte a potenziare lo sviluppo scientifico, tecnologico, culturale ed imprenditoriale. Incubatore di Termini Imerese

L’incubatore di Termini Imerese, in fase di realizzazione, occupa un immobile riconvertito messo a disposizione dal Consorzio ASI di Palermo. L’area presenta una forte vocazione industriale e caratterizzata dalla specializzazione nel settore automotive, con la presenza di grandi stabilimenti industriali e di un vasto indotto che deve affrontare un processo di riconversione verso nuovi modelli di sviluppo. Obiettivo dell’incubatore è sostenere la nascita di nuove imprese nel settore manifatturiero, assicurando ai neo imprenditori un sistema integrato di servizi, quali il supporto nell’elaborazione del business plan, nella ricerca di finanziamenti e l’affiancamento allo start-up.

L. ABRUZZO

Incubatore di Avezzano Abruzzo

L’incubatore di Avezzano è stato avviato nel 2003 ed è ubicato nella zona industriale a pochi km da Avezzano. Offre una soluzione insediativa per le imprese innovative operanti nel settore agro-alimentare ed anche per quelle di servizi legate al mondo della ricerca e dell'innovazione. Incubatore di Mosciano Abruzzo

L’incubatore di Mosciano S. Angelo è stato costruito nel 1996 ed è situato in una zona industriale caratterizzata dalla presenza di piccole e medie imprese operanti nel settore manifatturiero-produttivo. Incubatore di Sulmona Abruzzo

L’incubatore di Sulmona, avviato nel 2002, è localizzato nel Nucleo Industriale di Sulmona a 5 km dall’uscita di Sulmona dell’autostrada A/25 Pescara-Roma,e a 3 km dalla città.

M. BASILICATA

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Incubatore di Matera Basilicata

L’incubatore di Matera è in corso di realizzazione nel cuore della città, ed è realizzato da Sviluppo Italia in edifici concessi dal Comune di Matera, con l’utilizzo dei fondi resi disponibili dalla legge 208/98 per interventi di promozione di occupazione e d’impresa nelle aree depresse. Il complesso si estenderà su un’area complessiva di 719 mq di cui 656 destinati alle imprese e 63 ai servizi comuni e consentirà di ospitare 12 aziende. Incubatore di Val d’Agri Basilicata

L’incubatore, in corso di ultimazione, è localizzato nel territorio della Val d’Agri ee si presenta come spazio per ospitare imprese fortemente innovative offrendo laboratori industriali e hi-tech. I lavori, finanziati dalla legge 208/98 per interventi di promozione di occupazione e d’impresa nelle aree depresse, sono realizzati da Sviluppo Italia in un capannone industriale concesso dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza, all’interno dell’Area Industriale Alta Val d’Agri. Il complesso si estenderà su un’area complessiva di 3.079 mq di cui 2.268 destinati alle imprese e 395 ai servizi comuni e consentirà di ospitare 15 aziende.

N. CALABRIA

L’incubatore di Settingiano Calabria

L’Incubatore è ubicato nella zona industriale del Comune di Settingiano (CZ) in località Campo, a circa 6 km dal Centro di Catanzaro, a 3 km dal nuovo Ateneo e a circa 20 km dall’aeroporto e dalla stazione ferroviaria di Lamezia Terme. Incubatore Montalto Uffugo Calabria

L’incubatore di Montalto Uffugo è in via di realizzazione nell’area industriale di Cosenza, in un’area intensamente industrializzata con specializzazione nel settore metalmeccanico. È localizzato in prossimità dell’Università della Calabria e dei maggiori centri di ricerca della regione Calabria. In questo contesto è stata già definita un’intesa con l’ateneo per favorire l’insediamento presso l’incubatore delle iniziative supportate dai Piani Innovativi Aziendali e dai fondi per l’ICT. I lavori per la realizzazione dell’incubatore sono finanziati con i fondi della legge 67/88 per la creazione di centri per lo sviluppo dell’imprenditorialità. Il complesso si estenderà su un’area complessiva di 7.300 mq di cui 3000 destinati alle imprese e 4.300 ai servizi comuni e consentirà di ospitare 19 aziende.

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O. CAMPANIA

Incubatore Marcianise Campania

Sviluppo Italia Campania ha realizzato a Marcianise (CE), un incubatore di imprese appositamente attrezzato per accogliere ed avviare nuove iniziative imprenditoriali.

P. LIGURIA

Incubatore Savona Liguria

L’incubatore di Savona è stato realizzato nella zona portuale grazie al recupero funzionale dell’ex palazzina direzionale “Ex Omsav” ed è uno strumento finalizzato a valorizzare la naturale vocazione per le economie del mare (navale, portuale e cantieristico) della provincia di Savona. Incubatore La Spezia Liguria

L’incubatore è stato realizzato nel novembre 2001 con il supporto della Regione Liguria grazie ai fondi Obiettivo 2 - 96/99 e la Legge 236/93 a valere sul Programma di Sviluppo per l’area di crisi di La Spezia gestita dalla società di sviluppo locale Spedia S.p.A. La struttura è localizzata nella zona industriale della città e si caratterizza per la presenza di imprese di piccole e medie dimensioni operanti nei settori della meccanica, della logistica dei trasporti e dei servizi. L’incubatore si estende su un’area di 1000 mq ed al suo interno opera il Centro Sperimentale Nuova Impresa con l’obiettivo di assistere gli aspiranti imprenditori nella fase di studio e di sperimentazione della propria idea imprenditoriale. L’incubatore di Genova Liguria

L’incubatore di Genova si trova all’interno di un “Parco industriale” nella zona di deindustrializzazione di Genova Campi ed è finalizzato al sostegno sul territorio per la realizzazione di nuova attività imprenditoriale. Dalla sua nascita nel 1990 ha già creato 147 aziende, 60 delle quali attualmente presenti nella struttura operanti nei settori della meccanica, elettronica e servizi alla produzione.

Q. MOLISE

Incubatore Campochiaro Molise

L’incubatore di Campochiaro è situato nell’agglomerato industriale di Campobasso Boiano e si articola in 38 moduli di dimensioni variabili da 40 a 450 mq. La struttura è destinata ad accogliere imprese ad alta tecnologia e manifatturiere e si estende su una superficie di 30.000 mq, di cui 8.370 coperti.

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PIN- Polo Innovativo CCIAA ILO – Università degli Studi del Molise (Molise

Innovazione)

Parco Scientifico e Tecnologico del Molise inizia opera dal 1999 sotto forma di società consortile a r.l. La compagine sociale è attualmente composta da 28 Aziende, due Camere di Commercio, tre Istituti di Credito, un Centro di Ricerca Biomedico e l’Università degli Studi del Molise come socio scientifico di diritto. L’obbiettivo del Polo è quello di realizzare un Centro di Ricerca applicata che si ponga come interfaccia tra la Ricerca e l’Impresa. Moliseinnovazione vuole essere un punto di riferimento per il mondo produttivo, nei settori agroalimentare, ambientale e della certificazione della qualità, per l’individuazione e la gestione degli strumenti, per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico.

R. PUGLIA

Creazione d’Impresa (Tecnopolis) Bari

Tecnopolis CSATA ha promosso il Parco Scientifico e Tecnologico denominato Tecnopolis Novus Ortus che ha sede a Valenzano in provincia di Bari e dal 1 agosto 2008 Tecnopolis è una Società in-house della Regione Puglia con la missione di progettare e gestire programmi ICT per l’amministrazione regionale. Incubatore Casarano Puglia

L’incubatore di Casarano (LE) è operativo dal 1996 e si sviluppa su una superficie di circa 37.000 mq. di cui 30.000 destinati a verde, parcheggi ed altri spazi funzionali. Incubatore Taranto Puglia

L’incubatore di Taranto, costruito nel 1992, si sviluppa su una superficie complessiva di circa 60.000 mq ed è attualmente l’incubatore più grande della rete EBN (European BIC’s Network). Incubatore Cerignola Puglia

L’incubatore di Cerignola è in costruzione all’interno della zona Interporto destinata al riordino del traffico delle merci di un vasto territorio interprovinciale caratterizzato dalla presenza di imprese che operano nel settore agroalimentare. La presenza dell’incubatore faciliterà le cooperazioni tra le imprese dell’area e il sistema della ricerca in campo biotecnologico al fine di agevolare il trasferimento dei risultati della ricerca stessa e la sperimentazione di applicazioni industriali. L’incubatore è finanziato dalla legge 208/98 per interventi di promozione di occupazione e d’impresa nelle aree depresse. Il complesso si estenderà su un’area complessiva di 2.405 mq di cui 2.205 destinati alle imprese e 200 agli spazi comuni e consentirà di ospitare 15 aziende.

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Incubatore Modugno Puglia

L’incubatore di Modugno è in fase di realizzazione e sarà strutturato nell’area industriale più importante della regione, quella di Bari-Modugno. La vicinanza con l’università, importanti centri di ricerca e parchi scientifici e tecnologici caratterizza la struttura di Modugno come “incubatore tecnologico” dotato di spazi hi-tech destinati a ospitare imprese del terziario avanzato, in particolare nel settore dell’informatica e delle telecomunicazioni. L’incubatore è finanziato dalla legge 208/98 per interventi di promozione di occupazione e d’impresa nelle aree depresse. Il complesso si estenderà su un’area complessiva di 4.940 mq di cui 4.503 destinati alle imprese e 437 ai servizi comuni e consentirà di ospitare 40 aziende. S. EUROPA E USA

Technopolis Ventures Ltd (Finlandia)

Technopolis Ventures aiuta a trasformare le idee imprenditoriali ad alto potenziale di successo in start-up con la creazione dei servizi che sostengono gli imprenditori a valutare la fattibilità della loro idea imprenditoriale, con servizi di assistenza per la creazione di “business plan” e che li aiutano nel corso degli ostacoli di avviamento di una nuova società. Begbroke Science Park Università di Oxford (UK)

Begbroke Centro per l’Innovazione offerte alle imprese ad alta tecnologia, start-up e spin-out aziende un unico ambiente professionale in cui espandersi e crescere. Begbroke Science Park è strettamente integrato con l’Università di Oxford della scienza e della tecnologia dei servizi ed agisce per la conoscenza e il trasferimento di tecnologia tra ricercatori e imprenditori.

Il Framlingham Technology Centre (UK)

E' un centro di competenza per lo sviluppo imprenditoriale articolato come un unico centro d’affari che offre tecnologia ed una fiorente rete di persone. Il centro è un posto per la progressiva delocalizzazione delle imprese che desiderano la qualità, la creazione di un ufficio o un ufficio ‘virtuale’ ed un indirizzo commerciale. Neo tech Incubator (USA)

NeoTech l’Incubatore è stato creato per instaurare un ambiente in cui le piccole imprese, start-up e gli imprenditori possano crescere, prosperare e creare posti di

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lavoro in Provincia di Howard. L’Incubatore NeoTech aperto il 24 maggio 2000 è ora nel suo sesto anno di funzionamento ed ospita 20 società. Mediterraneé technopole Montpellier (Francia)

BIC (Business and Innovation Center) a Montpellier agglomerazione sostiene i progetti con un elevato potenziale di sviluppo ed opera con imprenditori che hanno scelto di creare un business innovativo nel territorio dell’ agglomerato di Montpellier .

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3. Descrizione delle caratteristiche del servizio

offerto dagli incubatori

3.1 Tipologia di servizi erogati in sede italiana e

internazionale In questa sezione abbiamo preso in esame vari centri di incubazione presenti in Italia e all'estero, con lo scopo di individuare i servizi erogati da strutture di incubazione e strutture, come i parchi scientifici e tecnologici, che ospitano incubatori o operano in raccordo con loro attività di incubazione e supporto alle imprese. Emergono varie tipologie di incubazione come sopra accennato nella struttura data alla sede ospitante le neoimprese. Da un'analisi svolta sul campo attraverso interviste ed una indagine bibliografica sono stati rintracciati i principali servizi erogati da molti incubatori e una descrizione della struttura di incubazione stessa. In particolare si è cercato di evidenziare le diverse tipologie di incubatori, soprattutto le diversità tra quelli ospitati presso parchi scientifici e tecnologici e parchi e quelli invece non ospitati in tali strutture. I dati relativi all'indagine sono esposti in forma numerica nella tabella riassuntiva delle realtà di incubazione esaminate, mentre per ogni singola voce di specifica delle attività e servizi svolti e della conformazione della struttura sono state predisposte delle schede descrittive. Per ogni incubatore, infatti, sono stati evidenziati in sede di analisi la tipologia della struttura riferita all'incubatore, il soggetto gestore dell'incubatore, le dimensioni dell'incubatore come spazi destinati alle imprese, il settore di attività e la disposizione della struttura nel suo complesso. Sono inoltre stati rintracciati in sede di indagine i servizi erogati dagli incubatori e i servizi erogati dai parchi. Tra queste due tipologie di servizi sono state infine riportate, seguendo le indicazioni degli intervistati, le interdipendenze e i servizi per come venivano erogati anche attraverso le strutture dei parchi alle neoimprese. I servizi offerti sono riassumibili nelle macrocategorie riportate nella tabella dei servizi degli incubatori riassuntiva e variano da incubatore ad incubatore secondo delle specificità. Nella tabella di dettaglio sono riportati i servizi offerti da ogni singolo incubatore preso in esame. Dalla tabella dei servizi degli incubatori in dettaglio di evince una panoramica precisa delle particolarità offerte da ogni incubatore servizio per servizio. Inoltre abbiamo ricercato per ogni singolo incubatore la struttura di appartenenza, il soggetto gestore, la volumetria e la sua destinazione ed il settore di competenza, in modo da avere

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una panoramica più precisa e meno anonima dello scenario di incubazione oggetto di indagine. La tabella a seguire mostra nel dettaglio la tipologia dei servizi offerti dagli incubatori oggetto di indagine ognuno dei quali è esposto e descritto nello specifico nella tabella servizi incubatori di dettaglio riportata in allegato. Nella tabella si espongono incubatori italiani ed esteri e si evidenzia la ricorrenza dei servizi offerti dagli incubatori toscani e la percentuale della ricorrenza del servizio offerto.

Servizi

Incubatore

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nale

Incubatore di Pontedera 1 1 1 1 0 1 1 1 0

Incubatore di Firenze 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Bioincubatore di Toscana Life Sciences Park Siena

0 0 0 1 0 1 1 0 0

Incubatore di Navacchio 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Incubatore Massa 0 0 0 1 0 0 1 0 0

Acceleratore di Milano 1 1 1 1 1 1 1 0 0

Science Park San Raffaele Milano 0 0 0 np 0 0 0 0 0

Kilometro rosso Lombardia 1 0 0 1 0 1 1 1 1

Servitec Lombardia 0 1 0 1 0 1 1 1 0

Parco tecnologico padano 0 1 0 1 0 1 0 1 1

Incubatore di Bergamo 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Incubatore AlmaCube Bologna 1 np 1 1 0 1 1 1 np

Parma Tecninnova 0 0 1 0 0 1 1 0 0

np: valore non pervenuto in sede di indagine

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Servizi

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Bioindustry Park Canavese 1 1 1 1 0 1 1 1 0

Incubatore di Torino 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Virtual Reality & Multimedia Park S.p.A. Torino

0 0 0 0 0 1 0 1 0

Environment Park Piemonte 0 0 1 1 0 0 0 0 0

Trentino sviluppo BIC 1 1 0 1 1 1 1 1 np

Incubatore Area Science Park Trieste 1 0 1 np 0 1 1 1 1

Incubatore Spilimbergo 1 0 1 1 0 1 1 1 1

Incubatore di Gorizia 1 0 1 1 0 1 1 1 1

Friuli innovazione 0 0 1 1 0 1 1 1 0

VEGA PST di Venezia 0 0 0 0 0 0 0 0 0

PST Galileo 1 1 1 1 np 1 1 np Np

STAR Parco scientifico di Verona np np np np np 1 np np Np

Incubatore di Città della Scienza 1 0 1 1 0 1 0 1 0

SviluppoUmbria 0 0 0 1 0 0 0 0 0

Sardegna ricerche parco tecnologico Pula 1 0 0 1 0 1 0 0 0

Parco scientifico romano 0 0 0 0 0 1 1 1 1

Tecnopolo tiburtino 1 1 1 1 0 1 0 1 0

Incubatore Colleferro 1 1 1 1 0 1 1 1 0

Incubatore Civitavecchia 1 1 1 1 0 1 1 1 0

Incubatore BIC Lazio Roma centro 1 1 1 1 0 1 1 1 0

Incubatore Catania 0 0 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Messina 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Incubatore Università di Palermo 1 1 1 1 0 1 1 1 0

Incubatore Termini Imerese 0 0 0 0 0 0 0 0 0

np: valore non pervenuto in sede di indagine

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Servizi

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nale

Incubatore Avezzano 1 1 1 1 1 1 1 0 1

Incubatore Mosciano 1 1 1 1 1 1 1 0 1

Incubatore Sulmona 1 1 1 1 1 1 1 0 1

Incubatore Matera 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Incubatore Val d’Agri 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Incubatore Settingiano 0 0 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Montaldo Uffugo 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Incubatore Marcianise 0 0 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Savona 0 1 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore La Spezia 0 1 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Genova 0 0 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Campochiaro 0 0 1 1 1 0 1 0 0

PIN- Polo Innovativo CCIAA ILO – Università degli Studi del Molise (Molise Innovazione)

np np np np np 1 np np np

Incubatore Casarano 0 0 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Taranto 0 0 1 1 1 0 1 0 0

Incubatore Cerignola 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Creazione d’Impresa (Tecnopolis) Bari 1 1 1 1 0 1 1 0 1

Incubatore Modugno 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Technopolis Ventures ltd Fillandia 1 1 1 np np 1 1 1 1

np: valore non pervenuto in sede di indagine

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Servizi

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Acc

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logi

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Par

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tern

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nale

Framlingham Technology centre (UK) 1 np np np np 1 0 1 0

Begbroke Science Park Università (UK) 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Neo tech incubatore (USA) 1 np np 1 np 1 1 1 0

Mediterraneé technopole Montpellier (Francia)

1 1 1 1 1 1 1 1 1

np: valore non pervenuto in sede di indagine

ANALISI COMPLESSIVA

Ricorrenza del servizio (numero) 30 25 37 43 21 39 41 29 18

Percentuale 50% 42% 62% 72% 35% 55% 68% 48% 30%

Ricorrenza servizio incubatori toscani (n) 3 3 3 5 2 4 5 3 2

Percentuale servizi incubatori toscani 60% 60% 60% 100% 40% 80% 100% 60 % 40 %

In seconda analisi sono stati ricercati i servizi che ricorrono e dovrebbero essere presenti negli incubatori e riportato questa ricorrenza in uno schema riassuntivo che completa l'analisi svolta in precedenza, raggruppando tali servizi per macro-aree.

% ricorrenza dei macro-servizi fra gli incubatori analizzati

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Nella seguente tabella si riporta il dettaglio dei servizi presenti in ciascuna macro-area. Preincubazione Incubazione Post incubazione Servizi trasversali

dalla preincubazione

alla post incubazione

• Scouting di idee innovative

• Team di costruzione

• Project management

• Produzione, sviluppo e ingegnerizzazione

• Due diligence iniziale

• Servizi logistici • Consulenza lavoro • Consulenza legale • Consigli brevettuali • Protezione della

proprietà intellettuale • Gestione della

contabilità e finanza • Consultivo finanziario • Stesura del business plan • Piano di sviluppo

strategico e di business • Sviluppo del modello di

business • Vendite e marketing,

assistenza al marketing • Ricerche di mercato • Strategie di ingresso al

mercato • Mentori di business

• Partnership • Collegamento con

soggetti esterni • Collegamenti con

partner strategici • Internazionalizzazio

ne

• Servizi amministrativi e condivisi

• Finanziamenti • Attrazione di

investimenti esterni • Introduzioni a

investitori • Strumenti di

finanza dedicata • Formazione

imprenditoriale • Collegamenti con

istituzioni di formazione

La panoramica dei servizi erogati dalle strutture di incubazione evidenzia una uniformità di metodo nel supportare le varie fasi di crescita delle neoimprese.

Spesso legate e mutuate da metodologie sviluppate in altri contesti europei dove le realtà di incubazione sono molto più sviluppate, le metodologie adottate prevedono sempre una conoscenza delle imprese molto ravvicinata. Si riscontrano, infatti, attività di tutoraggio e di mappatura delle esigenze delle imprese che vengono realizzate con servizi strutturati di volta in volta sulle esigenze delle imprese stesse. Questo non configura una metodologia frammentata e strutturata sulla base di singole esigenze ma un metodo che presuppone un rapporto diretto e molto stretto con le imprese ed elasticità nei servizi. Le imprese vengono seguite personalmente da esperti e da consulenti che forniscono, nell'ambito del servizio, consulenze e risposte ad esigenze dissimili per la diversità delle imprese e della loro realtà imprenditoriale.

Non si analizza singolarmente ogni servizio che è dettagliato nelle schede presentate in allegato, ma ci si limita a fornire dati statistici e bibliografici al fine dell'individuazione di tipologie di servizi raggruppabili anche in categorie rappresentanti le specifiche fasi di crescita dell'impresa.

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Esistono servizi dedicati alla pre-incubazione e servizi dedicati all'incubazione ed alla post incubazione. Non tutti gli incubatori operano questa distinzione e catalogazione dei servizi anche se erogano servizi spesso raggruppabili in queste categorie generali o in categorie simili: formazione, accompagnamento dal business plan all'impresa, assistenza al business plan, accompagnamento alla crescita, promozione, reperimento di finanziamenti, creazioni di partnership, internazionalizzazione. Nel presente lavoro abbiamo individuato tali categorie generali esponendole nella colonna delle specifiche e rintracciato in sede di indagine la descrizione contenutistica delle categorie di servizi. Con questa indagine si fornisce una panoramica delle tipologie di servizi offerti da molteplici realtà di incubazione per le quali è utile tener presenti le caratterizzazioni socioeconomiche regionali diverse e le politiche di supporto avviate da Camere di Commercio, Regioni e Ministeri centrali. E' in questo scenario, infatti, che vanno inquadrati gli incubatori e non in un deserto di attività mai avviate, ma, anche se con modalità differenti e meno strutturate ed a volte embrionali, presenti in vari contesti regionali italiani.

La mappatura svolta evidenzia un alta percentuale di servizi logistici forniti dagli incubatori oggetto di indagine si riscontra infatti un 72% in incubatori di tutta Italia ed esteri di presenza del servizio. Con una percentuale che supera il 50% sono presenti presso gli incubatori anche servizi di reperimento di finanziamenti, servizi di accompagnamento dal business plan all’impresa e di accompagnamento. Si riscontra, inoltre, un percentuale del 68% relativa alla ricorrenza dei servizi dedicati al reperimento di finanziamenti, una percentuale del 62% relativa alla ricorrenza dei servizi di accompagnamento al business plan ed una percentuale del 55% relativa ai servizi di accompagnamento. Seguono poi in termini percentuali i servizi di formazione con una percentuale del 50% di ricorrenza. I servizi dedicati alla stesura del business plan e quelli di promozione, partnership ed internazionalizzazione sono ricorrenti con percentuali sotto il 50%. Essi si presentano, infatti, con una percentuale del 48% per la ricorrenza dei servizi partnership, del 42% per la ricorrenza dei servizi di stesura del business plan, del 35% per la ricorrenza dei servizi di promozione e con una percentuale del 30% di ricorrenza i servizi di internazionalizzazione.

Focalizzando l’attenzione sugli incubatori presenti in Toscana ed in particolare sugli incubatori di Firenze, Pontedera, Navacchio, Massa e Siena, dall’analisi emerge nuovamente un’alta percentuale questa volta del 100% di ricorrenza dei servizi logistici alla quale si affianca sempre con una percentuale del 100% la ricorrenza dei servizi di reperimento di finanziamenti. Come dalla analisi svolta in scala generale si evince anche nel contesto toscano un’alta ricorrenza di servizi dedicati alla logistica ed al reperimento di finanziamenti mentre seguono in termini percentuali gli altri servizi. Si discosta il dato relativo al servizio di accompagnamento che in sede toscana si presenta con una percentuale più

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alta rispetto agli altri servizi, dopo quelli logistici e di reperimento dei finanziamenti, dell'80%. Sempre nel contesto toscano sono poi ricorrenti con una percentuale del 60% i servizi di formazione, accompagnamento dal business plan all’impresa, di aiuto alla stesura del business plan e di partnership. Con una percentuale ancora sotto il 50%, i servizi di promozione e di internazionalizzazione. L’internazionalizzazione rimane infatti anche questa volta con i servizi di promozione l’ultimo servizio a ricorrere anche in Toscana con percentuali del 40% entrambi.

Si può concludere che gli incubatori ad oggi, anche se con ricorrenze diverse in termini percentuali, si sono dotati di un discreto numero di servizi che aiutano le neoimprese a formarsi e non sono semplici luoghi di affitto di locali di incubazione.

3.2 Analisi pricing dei servizi erogati Il presente paragrafo riporta in prima analisi una mappatura dei prezzi dei servizi offerti da alcuni incubatori italiani presi in esame ed ha come obiettivo la raccolta di dati utili a fornire indicazioni sui prezzi dei servizi erogati dagli incubatori. Sono stati, inoltre, aggiunti all’indagine alcuni centri di ricerca e parchi tecnologici che ospitano incubatori, altri che usufruiscono di incubatori ed hanno con loro collaborazioni ed azioni congiunte e alcuni parchi tecnologici che svolgono attività di supporto alle neoimprese. L’indagine è stata svolta mediante interviste telefoniche e consultazione di documenti inviati dai centri presi in esame. Le interviste telefoniche si sono articolate sulla base di questionari e schede di servizi preparate in precedenza, i primi strutturati in domande finalizzate a raccogliere dati sui prezzi dei servizi erogati dagli incubatori. Considerando che lo scopo delle interviste era quello di raccogliere dati e di ottenere informazioni confrontabili che richiedevano da parte dell’intervistato un margine non eccessivamente ampio di risposta, una prima esigenza era quella di poter usufruire di uno strumento non flessibile di indagine che ci permettesse di sollecitare risposte il più possibile specifiche e confrontabili. Sono state, quindi, articolate le interviste sulla base di questionari a domande chiuse. Si è ritenuto che il basso grado di flessibilità propria dell’intervista con domande chiuse, portasse all’acquisizione di un numero maggiore di informazioni confrontabili e permettesse di ricavare dati riconducibili o semplificabili in un determinato numero di categorie. Attraverso l’intervista telefonica seguita ad una indagine documentale e ad una effettuata via e-mail, si è ritenuto più agevole verificare ed approfondire quanto ricavato da una ricerca di tipo documentale.

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Per evitare il rischio di incontrare difficoltà (omissione o bassa percentuale di risposte, distorsione dei dati forniti dall’intervistato) o addirittura rifiuto di cooperazione abbiamo cercato di ridurre gli svantaggi insiti nell’intervista: oltre alle possibili difficoltà di reperimento dell’intervistato, occorreva soprattutto che questo dedicasse tempo alla nostra intervista e che, in caso fosse necessario potesse consultare dati e documenti ai fini di una corretta formulazione delle risposte. Abbiamo, pertanto, operato attraverso un primo contatto e nei contatti presi preliminarmente all’intervista è stato comunicato l’oggetto su cui vertevano le domande.

Nel vasto e variegato scenario di strutture di incubazione sono stati raccolti i dati, secondo le modalità sopra descritte, di vari incubatori presi in esame anche per il lavoro relativo alla mappatura dei servizi. Di questi incubatori la presente analisi presenta in particolare una mappatura dei prezzi dei servizi forniti dalle strutture di incubazione. Una volta raccolti i dati sono state redatte delle schede per la mappatura delle varie realtà prese in esame. Tali schede sono composte da voci riguardanti il soggetto e la struttura presa in esame, il servizio ed i servizi erogati ed i relativi prezzi dei servizi erogati dalle strutture. Per ogni soggetto è stata redatta una scheda che riportiamo come allegato nel presente lavoro. Le tabelle seguenti mostrano la presenza ed i prezzi dei servizi offerti dagli incubatori oggetto di indagine ognuno dei quali è esposto e descritto nello specifico nella tabella servizi incubatori di dettaglio organizzata per schede riportata in allegato. I campi della tabella lasciati vuoti indicano la non presenza del servizio, i servizi gratuiti sono indicati con “0” e i servizi il cui prezzo è concordato con le imprese con “C”.

Prezzi dei servizi

Incubatore

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Acc

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ent

o da

l bp

all’i

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ici

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ione

Acc

ompa

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ent

o

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fin

anzi

amen

ti

Par

tner

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Sup

port

o in

tern

azio

nale

Provincia di Firenze

Studio di fattibilità del Polo di Sesto all’interno del sistema

30

Incubatore di Pontedera A

copertura dei costi

A copertura dei costi

A copertura dei costi

20 €/mq/mese. tipologie di uffici Verde (22mq) €

440,00 Azzurra (24mq) € 480,00 Grigia (26mq) € 520,00, Gialla (30mq) €

600,00, Arancione (44mq) € 880,00 al mese.

A copertura dei costi

A copertura dei costi

A copertura dei costi

Incubatore di Firenze I 300-450 euro al mese comprendono tutti i servizi

10-12 €/ mq/mese. Spazi < 30 mq dai 300 € al mese il primo anno ai 350 euro al mese il secondo anno. Spazi > 30 mq dai 400 € al mese il primo anno ai 450 € al mese per il secondo anno. Comprendenti di tutti gli altri servizi escluso le utenze:luce, acqua, gas.

I 300-450 euro al mese comprendono tutti i servizi

Bioincubatore di Toscana Life Sciences Park Siena

Incubatore di Navacchio

I 350-900 euro al mese comprendono tutti i servizi. Le imprese non incubate

usufruiscono di alcuni servizi del Polo a tariffe agevolate: dai 50 ai 90 euro per i corsi di formazione. Per le imprese non incubate

non esiste un tariffario standard i servizi sono erogati a condizioni di favore dietro

convenzione. Le tariffe verso le imprese non incubate sono ai prezzi di mercato o vicino

ai prezzi di mercato

350-450-580-750-920 euro/mese per il primo anno

450-550-680-850-1040 euro/mese per il secondo anno, 550-650-780-950-

1160 euro/mese per il terzo anno. 11,5-15,2 €/mq- 14,5-

23,9€/mq,14,5-23,9€/mq/mese

I 350-900 euro al mese comprendono tutti i servizi. Le imprese non incubate usufruiscono di alcuni servizi del Polo a tariffe agevolate: dai 50 ai 90 euro per i corsi di formazione. Per le

imprese non incubate non esiste un tariffario standard i servizi sono erogati a condizioni di favore dietro convenzione. Le

tariffe verso le imprese non incubate sono ai prezzi di mercato o vicino ai prezzi di mercato

Incubatore Massa 4,50-12 euro/mq/mese 0

Acceleratore di Milano np np np

8,3 euro/mq/mese per i primi 6 mesi del primo

anno, 16,6 euro/mq/mese per gli altri sei mesi. 22,2

euro/mq/mese per il secondo anno

np np np np Np

Science Park San Raffaele Milano C C C np C C C C C

Kilometro rosso Lombardia L'incubatore è in fase di riassestamento. Gli intervistati non hanno fornito dati utili all'indagine.

Servitec Lombardia Negli ultimi 3 anni non ci sono state richieste di incubazione, i servizi sono attivi ma a tariffe ormai datate. Il tariffario non è ancora stato aggiornato e per il momento i prezzi sono contrattati con eventuali imprese che desiderano incubarsi. Essendo le imprese già incubate

ormai avviate, per il momento non hanno ancora aggiornato il tariffario dei servizi.

Parco tecnologico padano C

200-240 euro/mq/anno per spazi dai 20mq in poi. Dai 16,6 €/mq

ai 20€/mq/mese.

C C C

Incubatore di Bergamo 1200 euro/anno comprendente tutti i servizi

Incubatore AlmaCube Bologna 0 0 250-300

euro/mese. Moduli dai 20 ai 40 mq. 7,5-12,5 €/mq/mese

0 0

Parma Tecninnova C C C C

Bioindustry Park Canavese 0

Gratuito per il primo anno, per i

successivi: 50-100 euro/ora

Gratuito per il primo anno,

per i successivi:

50-100 euro/ora

100-210 euro/anno per laboratori. Il parco offre inoltre una dotazione in

attrezzature equivalente a 20.000 euro e una

equivalente a 80.000 euro, quest’ultima da restituire a

tasso zero.

Gratuito per il primo anno,

per i successivi: 50-100 euro/ora

0 0

Incubatore di Torino Il pagamento per i servizi a valore aggiunto viene sostituito da una commissione sul fatturato dell’impresa al 4° e 5° anno

Virtual Reality & Multimedia Park S.p.A. Torino

C C 0

Environment Park Piemonte np

16 euro/mese al mq. Servizi logistici non di base : il prezzo varia dai 50 euro ai 1200 euro al giorno.

Trentino sviluppo BIC

0 Si avvale

di finanziamenti

provinciali e UE

0 Si avvale di

finanziamenti provinciali e UE

3-15 euro/mese al mq

0 Si avvale di finanziame

nti provinciali e

UE

0 Si avvale di

finanziamenti provinciali e

UE

0 Si avvale di

finanziamenti provinciali e

UE

0 Si avvale di finanziame

nti provinciali e

UE

np

Incubatore Area Science Park Trieste 0 0 17 euro/mese al mq

200-300 euro/consulen

za 0 0 0

Incubatore Spilimbergo A

copertura dei costi

Si avvale di finanziamenti

pubblici (regionali e

UE) ed eroga servizi

gratuiti. O :500-1000

euro/giorno

60 euro/mese, corrispettivo mensile unico calcolato

forfettariamente tenendo conto anche della concessione della

disponibilità di spazi attrezzati. In media 4,8

euro/mq/mese

Si avvale di finanziamenti

pubblici (regionali e

UE) ed eroga servizi gratuiti. O :500-1000 euro/giorno

Si avvale di finanziamenti

pubblici (regionali e

UE) ed eroga servizi gratuiti. O :500-1000 euro/giorno

0 0

Provincia di Firenze

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Prezzi dei servizi

Incubatore

For

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im

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Acc

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da

l bp

all’i

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Acc

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Rep

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anzi

amen

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ship

Sup

port

o in

tern

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nale

Incubatore di Gorizia A copertura dei costi

Si avvale di finanziamenti

pubblici (regionali e UE) ed eroga

servizi gratuiti. O :500-1000

euro/giorno

70 euro/mese corrispettivo mensile unico calcolato

forfettariamente tenendo conto anche della concessione della disponibilità di spazi attrezzati.

In media 6,7 euro/mq/mese

Si avvale di finanziamenti pubblici

(regionali e UE) ed eroga servizi gratuiti. O :500-1000 euro/giorno

Si avvale di finanziamenti

pubblici (regionali e

UE) ed eroga servizi gratuiti. O :500-1000 euro/giorno

0 0

Friuli innovazione I servizi sono offerti gratuitamente essendo l’incubatore inserito in un progetto finanziato dal Ministero.

VEGA PST di Venezia L’incubatore è in fase di realizzazione, gli intervistati non sono stati in grado di fornire dati utili all’indagine.

PST Galileo

50-200 Euro.

consulenti del cui

prezzo ne paga la

metà Start Cube: dai 150 ai 250

euro

0 0 12-18 euro/mese al mq

Forniti a tariffe agevolate da specialisti esterni

convenzionati con Start Cube. I prezzi variano a

seconda della realtà della impresa tenendo presenti i tariffari degli ordini dai 2500 euro ai

5000 euro. Il corrispettivo per il

servizio di incubazione virtuale è di euro 100,00

+ IVA al mese e la durata del contratto è

stabilita dal Direttore di Start Cube.

0

STAR Parco scientifico di Verona Non svolge una vera e propria attività di incubazione strutturata, le tariffe dei servizi sono concordate con i clienti.

Incubatore di Città della Scienza Non attivo 0 9-11 euro/mese al mq 1000 euro/anno 0

SviluppoUmbria (Foligno)

Convenzioni con associazioni di categoria e professionisti, i prezzi

vengono concordati di volta in volta, non esiste un tariffario strutturato. Ricorso a

finanziamenti regionali

3-4 euro/mese al mq Convenzioni con associazioni di categoria e professionisti, i

prezzi vengono concordati di volta in volta, non esiste un tariffario strutturato. Ricorso a finanziamenti regionali

Sardegna ricerche parco tecnologico Pula C 6,20-7 euro/mese al mq C

Parco scientifico romano

Primo anno: 190€/mese (18mq=10,6€/mq) 240€/mese(22mq=10,9€/mq) 390€/mese(25mq=15,6€/mq) 460€/mese(30mq=15,3€/mq)

Secondo anno: 250€/mese (18mq=13,9€/mq) 320€/mese(22mq=14,5€/mq) 470€mese (25mq=18,8€/mq) 560 €/mese (30mq=18,7€/mq)

60 euro/ora

0 0 0 0

Tecnopolo tiburtino C C C 8,75-12,5- 16,25 euro/mese al mq C C

Incubatore Colleferro Compreso nel canone di locazione

50-90 euro/mese moduli da 142mq=4,1 euro/mq/mese

primo anno, 7,5 euro/mq/mese terzo anno, moduli da 76mq = 4,1euro/mq/mese primo anno, 7,5 euro/mq/mese terzo anno.

Per le imprese insediate è compresa nel canone di incubazione. Per le altre è gratuita.

Incubatore Civitavecchia Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

Incubatore BIC Lazio Roma centro Bando non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

Incubatore Catania 6 euro/mq/mese

Incubatore Messina Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

Incubatore Università di Palermo I beneficiari cofinanziano le attività di supporto per una quota corrispondente al 30%: delle tariffe relative all’accesso all’infrastruttura logistica e telematica, dei costi di affiancamento manageriale. L’ammontare potrà essere in tutto o in parte coperto da contributi di sponsor pubblici o privati intervenuti a sostegno del Centro che saranno ripartiti in quota uguale tra le iniziative ammesse all’incubatore ove non siano state espressamente previste altre modalità nell’accordo di sponsorizzazione.

Incubatore Termini Imerese Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

• np: valore non pervenuto in sede di indagine

• C: tariffe concordate con le imprese

• 0: Servizi gratuiti

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Prezzi dei servizi

Incubatore

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anzi

amen

ti

Par

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ship

Sup

port

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tern

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Incubatore Avezzano C C C 7,4

euro/mq/mese

0 C 0 C

Incubatore Mosciano C C C 4,67-5,85 euro/mese

al mq 0 C C C

Incubatore Sulmona C C C 4,67-5,85 euro/mese

al mq 0 C C C

Incubatore Matera Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

Incubatore Val d’Agri Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

Incubatore Settingiano La struttura è in fase di liquidazione e gli

intervistati non sono stati in grado di fornire dati utili all’indagine.

3,9 euro/mq/me

se

La struttura è in fase di liquidazione e gli intervistati non sono stati in grado di fornire dati utili all’indagine.

Incubatore Montaldo Uffugo Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario.

Incubatore Marcianise

L’incubatore attualmente è in

fase di passaggio della

proprietà alla ragione

Campania e non ha altri servizi

attivi. I dati relativi ai prezzi dei servizi non

sono stati pertanto forniti dall’intervistato.

8,50-9,50 euro/mese

al mq

L’incubatore attualmente è

in fase di passaggio

della proprietà alla ragione Campania e non ha altri

servizi attivi. I dati relativi ai

prezzi dei servizi non sono stati

pertanto forniti dall’intervistato

.

L’incubatore attualmente è in

fase di passaggio della

proprietà alla ragione

Campania e non ha altri

servizi attivi. I dati relativi ai

prezzi dei servizi non sono

stati pertanto forniti

dall’intervistato.

Incubatore Savona 0 7,50-9

euro/mese al mq

0 0

Incubatore La Spezia 0 7,50-9

euro/mese al mq

0 0

Incubatore Genova 0 7,50-9

euro/mese al mq

0 0

Incubatore Campochiaro 280-300 euro/giorno

4 euro/mese

al mq 0 280-300

euro/giorno

PIN- Polo Innovativo CCIAA ILO – Università degli Studi del Molise (Molise Innovazione)

Prezzo del servizio concordato con i soggetti interessati. Non esiste un tariffario.

Incubatore Casarano Non attivo 3,11

euro/mese al mq

0 Non attivo

Incubatore Taranto Non attivo 5,11

euro/mese al mq

0 Non attivo

Creazione d’Impresa (Tecnopolis) Bari L’incubatore non è attualmente operativo, riprenderà le attività a maggio

2009. Gli intervistati non sono stati in grado di fornire dati utili all’indagine. C

L’incubatore non è attualmente operativo, riprenderà le attività a maggio 2009. Gli

intervistati non sono stati in grado di fornire dati utili all’indagine.

Incubatore Cerignola Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario

Incubatore Modugno Non ancora operativo, gli intervistati non hanno fornito un tariffario

• np: valore non pervenuto in sede di indagine

• C: tariffe concordate con le imprese

• 0: Servizi gratuiti

I dati ricavati indicano una similitudine tra incubatori caratterizzata da una presenza di interventi pubblici nel finanziamento dei progetti che hanno dato

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origine alle attività di incubazione. In molti casi, infatti, si è riscontrato un finanziamento pubblico iniziale di avvio delle attività e in molti altri casi interventi pubblici a supporto dei servizi e delle consulenze erogate. Questo ha determinato il riscontro di servizi erogati gratuitamente, in quanto inseriti in progetti regionali e alle volte dell'Unione Europea e la conseguente messa a regime di attività anche di consulenza supportate pubblicamente da un punto di vista finanziario.

Ciò si inserisce in una programmazione politico-finanziaria ed economica delle Regioni finalizzata a supportare l'avvio di strutture di incubazione e in varie occasioni nell' apporto ministeriale anche finanziario a tali attività. In alcuni casi i finanziamenti pubblici di avvio delle strutture di incubazione sono stati sostituiti nel tempo da azioni di riorganizzazione economico-finanziaria delle strutture di incubazione le quali si mantengono autonomamente fornendo servizi a pagamento.

I tariffari variano a seconda della regione geografica e del territorio di riferimento nel quale operano gli incubatori ma con differenze di poco conto. Si nota dai dati ricavati una uniformità di base nel tenere i prezzi bassi rispetto ai canoni di affitto rintracciabili nel contesto locale, per i servizi logistici e gli affitti degli spazi, mentre i dati divergono anche di molto in riferimento ai prezzi degli altri servizi. Questi ultimi sono erogati con agevolazioni per le imprese, in altri casi vengono forniti ai prezzi di mercato o leggermente al di sotto di tali prezzi ed in altri casi ancora i servizi sono erogati a tariffe concordate con le imprese e ad esse vantaggiose.

I prezzi variano anche in base alla tipologia del servizio offerto ed allo stadio evolutivo delle imprese. In varie circostanze si è riscontrato una contrattazione delle tariffe alle quali dovevano essere erogati i servizi ed altri dati evidenziano incubatori, caratterizzati dalla presenza di imprese capaci di maggiori fatturati, in cui i servizi erano erogati anche sulla base di tariffari che presentavano prezzi significativamente alti rispetto alla media dei valori pervenuti nel complesso dell'indagine.

In questo contesto si può dire che le strutture di incubazione variano il loro operato a seconda della realtà territoriale nella quale sono inserite e in base alla tipologia ed evoluzione delle imprese che hanno come soggetti incubati. Si cerca, infatti, in molti se non nella maggior parte dei contesti, di rapportarsi in maniera non meccanica applicando tariffe standard alle imprese incubate cominciando dalla presa in esame delle esigenze e capacità delle neoimprese fino all'accompagnamento sul mercato.

In questa dinamica l'impresa può aver bisogno di capitali e non essere in grado di far fronte ad eccessive spese nei servizi e nelle consulenze. Anche questa

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realtà di crescita non sempre esponenziale e lineare di una impresa e la conseguente incapacità di far fronte a spese eccessive, anche se minime o basse nello scenario della consulenza alle imprese, è da tenere nella giusta considerazione valutando con uno sguardo di positività anche le metodologie adottate da varie strutture di incubazione, le quali comprendono oltre ai servizi a tariffario fisso anche la possibilità di contrattare con le imprese agevolazioni, inserimenti in progetti di finanziamento regionali e in generale pubblici ai fini di supportare spese per i servizi o poter operare riduzioni di prezzo rispetto alle tariffe di mercato. Sono così agevolate le imprese in fase di costituzione e le imprese già costituite in molte fasi del percorso di crescita.

Quello che è poi da tener presente è la presa di coscienza del mercato da parte delle neoimprese e la necessità di servizi anche dopo la fase di incubazione. Non sono ancora molto significativi i dati riguardati la post incubazione e l'internazionalizzazione d'impresa, fasi che presuppongono nella maggior parte dei casi una crescita nel percorso di incubazione delle imprese stesse. Questi dati forniscono, tuttavia, un parametro di valutazione delle realtà operanti per quanto riguarda la fase di crescita delle imprese. In queste fasi l'impresa dovrebbe essere in grado di supportare servizi con prezzi maggiori di quelli erogati nelle fasi di pre-incubazione e di accompagnamento iniziale fino alla costituzione ed all'avvio d'impresa. Alcuni incubatori erogano in questo contesto servizi con tariffe maggiori rispetto a quelli erogati nelle fasi di avvio dell'impresa.

Sono state, infine, riscontrate tipologie diverse di tariffe anche nell'incubazione atte a far raggiungere anche un grado di consapevolezza più alto e concreto alle imprese della natura di “aiuto” che hanno i servizi i quali sono spesso, come abbiamo visto, gratuiti o a prezzi molto agevolati. Ci riferiamo alle diverse tipologie di tariffe relative ai servizi erogati nel primo anno e negli anni successivi dell'incubazione dove si riscontra un aumento del prezzo dei servizi dal primo anno agli anni successivi. Questo aumento di tariffazione nel corso degli anni dell'incubazione, supportata da una conoscenza delle imprese incubate e della loro capacità di crescita, da parte degli addetti all'incubatore, è utile per far maturare i neoimprenditori nella consapevolezza di dover nel tempo imparare a stare in vita con un fatturato capace di supportare spese anche per servizi che non rimangono solo ed esclusivamente legati alla fase di avvio dell'impresa. Si è riscontrato in sede di intervista una mappatura costante, operata da varie strutture di incubazione, della crescita delle neoimprese, compresa la capacità di quest'ultime di supportare sforzi di costituzione e la necessità, come si diceva, di supporto finanziario spesso individuato in finanziamenti pubblici. Doverosa è, tuttavia, una azione di accompagnamento alle imprese ad una autosufficienza idonea a supportare oltre che la vita e le attività dell'impresa anche una crescita

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consapevole dei propri limiti e delle proprie esigenze che si presentano e che nel tempo potrebbero presentarsi, alle quali si rende necessario sopperire con l'ausilio di servizi a prezzi di mercato.

3.3 Competenze richieste per l'erogazione dei servizi Le competenze utili alla strutturazione e gestione di un incubatore sono spesso evidenziate dalle necessità che di volta in volta si presentano davanti ad un vario ed ampio scenario di richiesta effettuate dalle neoimprese e dalle imprese incubate. Nonostante ciò è possibile tracciare alcune caratteristiche e skill del personale addetto alla gestione ed erogazione di servizi di incubazione.

Serve prima di tutto indicare che, la natura varia degli interventi finalizzati alla nascita ed allo sviluppo di impresa, richiederebbe un'analisi puntuale e dettagliata di competenze spesso da costruire anche sul campo e che non ci sono pertanto chiavi di soluzione alla dinamicità che devono e dovrebbero avere le professionalità coinvolte nella gestione di un incubatore. Con queste premesse si può in prima analisi identificare una metodologia di lavoro e successivamente individuare alcune specifiche competenze richieste allo staff di un incubatore.

Per quanto riguarda la metodologia di lavoro possiamo dire che la natura trasversale delle richieste e delle necessità delle imprese richiede un atteggiamento di lavoro predisposto alla consulenza e all'assistenza costante agli imprenditori, inoltre, non sono da sottovalutare le diversità delle situazioni tra imprenditori e strutture di riferimento come i parchi e gli incubatori puri e semplici.

In linea generale lo staff di supporto dovrebbe essere multidisciplinare coinvolgendo persone di diversa professionalità e di diversa estrazione di studio universitario o specialistico. In altri termini se si deve operare a trecentosessanta gradi su di una neoimpresa non è possibile esimersi dalla necessità di avere esperti nei vari settori di consulenza utili alla nascita e sviluppo dell'impresa stessa. Serve però un coordinamento tra le varie professionalità, un lavoro di team nel quale le competenze si integrano trasversalmente per il supporto all''impresa.

Sinteticamente si possono quindi delineare le tipologie di figure professionali richieste in un incubatore, tenendo presente che molte competenze vanno acquisite (si pensi per esempio alle competenze create per il personale dei poli di trasferimento tecnologico) attraverso corsi di formazione ed esperienze di studio anche all'estero per il personale da strutturare nell'incubatore. Le competenze, come già accennato, devono essere diverse e possono variare da

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incubatore a incubatore soprattutto per quanto riguarda gli aspetti tecnici delle esigenze dei neoimprenditori. In altre parole la tematicità di un incubatore richiede spesso competenze specifiche in un determinato settore per un dialogo proficuo con le imprese incubate. Si delineano, pertanto, delle prime figure di esperti in trasferimento tecnologico e nell'aiuto all'imprenditorialità di tecnici e specialisti nel settore di riferimento delle attività e capaci di operare con competenze anche specifiche e tecniche nel settore di riferimento dell'incubatore.

Esiste poi una varietà di servizi erogati per i quali non sempre si può sopperire con figure professionali specialistiche, questo per garantire una sistematicità nelle offerte di tutoraggio e consulenza. Esistono due tipologie di figure professionali: quelle strettamente consulenziali, esperti in materia, e quelle di supporto alle imprese presenti sempre nell'incubatore.

Tra gli operatori servono professionalità varie, come si è esposto in precedenza, orientate al trasferimento tecnologico, all'imprenditorialità ed all'assistenza d'impresa. Questo vale per ogni tipologia di settore professionale coinvolto nelle attività dell'incubatore.

L'esperienza, che da sempre ricopre un aspetto importante delle analisi svolte in tutti i contesti di reperimento di informazioni e dati di funzionalità ed efficacia di una attività, conduce a sistematizzare le figure professionali in tipologie di attività svolte dall'incubatore.

Esistono i tutor, ognuno dei quali è responsabile di una o più imprese, i quali lavorano in cooperazione e trasversalmente. Queste figure hanno competenze ed estrazioni formative diverse e la diversità è dovuta dalla necessità di dinamicità, secondo la quale i servizi devono essere erogati e tarati di volta in volta per ogni singola impresa. I tutor devono avere alcune mansioni o estrazioni formative; nell'esperienza di varie realtà di incubazione si riscontrano le seguenti competenze: economiche, politiche, gestionali, sociologiche, tecniche (ingegneristiche soprattutto) e giuridiche.

Accanto ai tutor è indispensabile la presenza di un insieme di altre figure professionali più di gestione della struttura. Anche queste figure devono essere raccordate con il resto del personale e gestire l'incubatore come un'entità comune e non come una struttura caratterizzata da settori e comparti separati gli uni dagli altri in maniera poco efficiente per gli utenti. Si necessita, quindi, di figure professionali addette alla gestione direttiva della struttura – direttore dell'incubatore, responsabile – con competenze plurisettoriali ed interdisciplinari, manageriali e vicine alla conoscenza e operatività della dimensione pubblica e

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privata delle realtà di sviluppo socio-economico e politico rintracciabili a livello di amministratori locali, nazionali ed operanti in sede internazionale.

Come seconda figura si pensa allo staff amministrativo più o meno esteso numericamente a seconda delle esigenze di gestione delle attività. Per questa figura professionale valgono le indicazioni prima fornite in merito alle competenze generiche e la capacità di raccordo con le altre persone operanti nell'incubatore.

Si rintracciano poi in molte strutture di incubazione personale addetto alla gestione degli affari generali, personale per il settore della comunicazione interna ed esterna della struttura, personale per le relazioni internazionali e nelle strutture incorporate, nei parchi si trova anche personale di raccordo tra attività del parco e incubatore. Queste ultime mansioni possono essere ricoperte anche dal personale addetto alla comunicazione interna. Sono inoltre spesso scorporate dai servizi ed organizzate in modo più strutturato le mansioni di formazione.

La seguente tabella sintetizza e schematizza una ipotetica organizzazione del personale della struttura di incubazione secondo specifiche mansioni.

Personale

Direzione

Amministrazione

Gestione affari generali

Gestione comunicazione interna ed esterna

Gestione Relazioni internazionali

Formazione

Tutoraggio

3.4. Risultati attesi e/o prodotti consegnati ai destinatari Dalle attività di incubazione si ottiene una vasta gamma di risultati non sempre riconducibili a semplici e schematiche categorie. Tuttavia è possibile ricostruire dalle offerte erogate dalle strutture di incubazione, in particolare le offerte di servizi, alcune ipotesi di risultato che ci si aspetta da un incubatore. A seguire si illustrano le varie fasi di servizio e si descrivono i prodotti consegnati ai destinatari dei servizi di pre-incubazione, incubazione e post incubazione. Abbiamo diviso in tre fasi l'analisi, in quanto, dalle informazioni raccolte e dalla

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presa in considerazione della crescita anche delle azioni di incubazione, come mostrano le fasi generazionali di un incubatore, sono da diversificare e considerare in un'ottica di crescita e miglioramento i risultati e la qualità dei prodotti forniti ai neoimprenditori. Prima fase

I – Pre-incubazione

Le ipotesi di base e i relativi risultati attesi sono i seguenti, per i quali in una prima fase ci si attende un risultato corrispondente ad una percentuale di successo del 50%:

• attività di scouting di idee innovative • erogazione di consulenze per la costruzione di team di costruzione

d'impresa • erogazione di servizi di project management • assistenza alla produzione, sviluppo e ingegnerizzazione • consulenze di due diligence iniziale

II - Incubazione

Le ipotesi di base e i relativi risultati attesi sono i seguenti, per i quali in una prima fase ci si attende un risultato corrispondente ad una percentuale di successo del 50%. Offerta dei seguenti servizi e richiesta almeno parziale di essi da parte dei neoimprenditori:

• messa a disposizione di spazi e servizi logistici • consulenza in materia di lavoro • consulenza in materia legale • consulenza in materia brevettuali • consulenza in materia di protezione della proprietà intellettuale • consulenza in materia di gestione della contabilità e finanza • consulenza in materia di consultivo finanziario • consulenza in materia stesura del business plan • consulenza in materia piano di sviluppo strategico e di business • consulenza in materia sviluppo del modello di business • consulenza in materia vendite e marketing, assistenza al marketing • consulenza in materia ricerche di mercato • consulenza in materia strategie di ingresso al mercato • consulenza fornita da mentori di business

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III – Post incubazione

Le ipotesi di base e i relativi risultati attesi sono i seguenti, per i quali in una prima fase ci si attende un risultato corrispondente ad una percentuale di successo del 20%. In questa prima fase si prevede una presenza minore in termini percentuali della richiesta di servizi di post incubazione dovuta alla non ancora raggiunta maturità delle imprese. Offerta dei seguenti servizi e richiesta almeno parziale di essi da parte dei neoimprenditori:

• PARTNERSHIP o Collegamento con soggetti esterni o Collegamenti con partner strategici

• INTERNAZIONALIZZAZIONE IV - Servizi trasversali

Le ipotesi di base e i relativi risultati attesi sono i seguenti, per i quali in una prima fase ci si attende un risultato corrispondente ad una percentuale di successo del 50%. Offerta dei seguenti servizi e richiesta almeno parziale di essi da parte dei neoimprenditori.

• SERVIZI AMMINISTRATIVI E CONDIVISI • FINANZIAMENTI

o Attrazione di investimenti esterni o Introduzioni a investitori o Strumenti di finanza dedicata

• FORMAZIONE o Formazione imprenditoriale o Collegamenti con istituzioni di formazione

Seconda fase

In analogia possiamo prevedere per una seconda fase un incremento del 20% del risultato corrispondente ad una percentuale di successo del 70%, facendo riferimento ai servizi sopra delineati, alla richiesta, che si presume esistente, di servizi da parte dei neoimprenditori e da un andamento costante di miglioramento della struttura di incubazione durante le fasi generazionali di attività ed non in ultimo la buona riuscita dell'erogazione dei servizi che dovrebbe portare ad una crescita e decollo delle neoimprese fino all'uscita dalla fase di incubazione. In questa seconda fase si prevede un aumento della richiesta ed erogazione di servizi di post incubazione ipotizzabile in termini percentuali nella misura del 50% dovuta alla quasi raggiunta maturità delle imprese. Per gli altri servizi si ipotizza, invece, come accennato un risultato del 70%.

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Terza fase

Nella terza fase le percentuali dovrebbero aumentare sia per quanto riguarda la capacità di erogare servizi sempre più appropriati alle esigenze dei clienti, sia per quanto concerne la richiesta di servizi da parte dei neoimprenditori. Considerando un andamento crescente in qualità dei servizi erogati ed un crescente tasso di gradimento e soddisfazione da parte dei clienti in merito all'offerta ed al servizio fornito dalla struttura di incubazione, i dati espressi in termini percentuali del risultato che ci si attende dall'esito della attuazione delle attività dovrebbero aumentare. Si ipotizza un incremento del 30% con valori di risultato che passano dal 70% al 100% di successo riscontrato nell'erogazione delle attività. Ragionando sempre in un'ottica positiva di miglioramento della struttura e di aumento della soddisfazione dei clienti, si prevede anche un aumento della richiesta ed erogazione di servizi di post incubazione ipotizzabile in termini percentuali nella misura del 60%-70%. Questo risultato è determinante nel percorso di incubazione in quanto caratterizza e manifesta anche la riuscita delle attività di pre-incubazione ed incubazione. Se, infatti, si riscontra un aumento delle richieste di servizi di post incubazione e si valuta la reale maturazione delle imprese che richiedono tali servizi, in altri termini le imprese sono cresciute fino a raggiungere un buon grado di maturità e auto-sopravvivenza, è constatabile in termini concreti la riuscita delle attività e dei servizi erogati e dei prodotti consegnati ai destinatari con risultati di ottimizzazione della struttura. In questo quadro è utile la creazione di una serie di strumenti di valutazione che permettano di mappare costantemente le attività, i servizi erogati ed i risultati raggiunti. Esistono vari strumenti utilizzabili per queste valutazioni di monitoraggio dell'andamento dell'incubatore. Alcuni strumenti possono essere i seguenti:

• il questionario; • l'intervista strutturata; • l'osservazione; • l'uso di documenti;

per passare poi ad un'analisi dei dati raccolti per ottenere una costante mappatura dell'andamento delle attività erogate, del gradimento e dei risultati ottenuti.

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PARTE SECONDA - Modello di offerta dei servizi

del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino

di incubazione

1. Introduzione Nella presente parte del documento si forniscono alcuni dati preliminari finalizzati alla stima dell’impegno economico da sostenere nei primi anni di vita della nuova struttura di Sesto Fiorentino (primi tre), in modo da predisporre le opportune decisioni strategiche e finanziarie. Le ipotesi formulate sulle possibili fonti di finanziamento sono in fase di riscontro e andranno a corredare la stima di fabbisogno della fase iniziale. La ipotesi di base dello studio è che si converga verso un modello integrato di incubazione della realtà metropolitana fiorentina, che sarà strutturato intorno a tre poli fisici:

- Brozzi - Sesto Fiorentino - Pianvallico.

Le previsioni di costo si basano sulla ipotesi che vi siano costi di diversa natura: - costi specifici di gestione della struttura fisica (manutenzioni, assicurazioni,

guardiania, servizi di accoglienza e logistica) - costi comuni tra le strutture fisiche (servizi di pre-incubazione, incubazione,

post-incubazione e servizi a valore aggiunto). I primi restano in carico ai soggetti gestori (Fondazione per la Ricerca per quanto riguarda il Polo di Sesto Fiorentino; Comune di Firenze per quanto riguarda l’Incubatore di Brozzi). I secondi al contrario sono basati sulla ricerca di sinergie, e quindi restano in carico ai soggetti sottoscrittori dell’Accordo di programma per quanto riguarda i finanziamenti, e ad un soggetto gestore per quanto riguarda la attuazione. Per ragioni dimensionali e pratiche, si suggerisce che tali costi vengano posti in capo alla Fondazione. Se questa ipotesi venisse verificata, il Comune di Firenze potrebbe dividere in due parti il proprio impegno finanziario: - per una parte, a copertura dei costi specifici della gestione della struttura fisica di Brozzi -per un’altra parte, a copertura parziale dei costi del sistema metropolitano di incubazione derivanti dai servizi. Nella analisi che segue quindi si potranno distinguere:

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- costi relativi alla sola struttura fisica di Sesto Fiorentino - costi condivisi con il sistema metropolitano (essenzialmente, la direzione e i

servizi rivolti alle imprese). È di supporto a questa scelta l’ipotesi che i servizi vengano svolti da consulenti esterni specializzati, operanti con modalità flessibili, che potranno erogare sulle varie sedi in modo congiunto. Non è inclusa nel presente studio una ipotesi specifica di integrazione del Polo di Pianvallico, che verrà effettuata appena i dati saranno disponibili. L’analisi prende in considerazione i costi di esercizio, fornendo stime principalmente sui costi di gestione della struttura, non approfondendo quindi la categoria dei costi di personale. Per quanto attiene ai ricavi si forniscono alcune ipotesi sulle modalità di copertura dei suddetti costi, ipotizzando, inoltre, lo sviluppo nel triennio della capacità di copertura. La presente analisi potrà essere ulteriormente affinata a seguito dell’analisi di dettaglio delle specifiche strutturali e funzionali dei locali e delle apparecchiature del Polo di Sesto. Questa parte del documento si conclude con l’analisi delle possibili integrazione (e relative ottimizzazioni economiche) derivanti da una gestione congiunta degli incubatori di Sesto Fiorentino e Brozzi, arrivando a prefigurare la costituzione di un’organizzazione multi-sito per la gestione dell’incubazione territoriale.

2. Modello business L’analisi delle esperienze realizzate in Italia e a livello internazionale identifica due macro aree di business che nell’evoluzione dei modelli di incubazione si sono andate arricchendo di modalità e servizi di supporto all’impresa:

• la gestione dell’immobile; • la gestione dei servizi a supporto delle imprese.

Il mantenimento separato, almeno in termini di analisi, di queste due attività è motivato dalla loro natura diversa, che richiama quindi a competenze specifiche. Da una parte abbiamo competenze tipiche del soggetto gestore di strutture immobiliari, con competenze di locazione, gestione dei rapporti con i locatari e con i fornitori, gestione della manutenzione sia in termini ordinari sia straordinari.

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Dall’altra parte abbiamo competenze di tipo prettamente consulenziale, quindi di supporto ai diversi bisogni delle imprese in tutte le loro fasi di nascita e sviluppo. Rientrano in questa categoria tutta la tipologia di servizi a supporto dello start-up così come al consolidamento della gestione imprenditoriale. Nel dettaglio per il Polo di Sesto s’ipotizza la progressiva attivabilità delle seguenti tipologia di servizi, gestibile in maniera integrata con le altre realtà di incubazione del territorio:

• analisi di fattibilità di progetti imprenditoriali; • supporto per la predisposizione di business plan; • accompagnamento e assistenza per lo sviluppo ed il potenziamento

dell’iniziativa imprenditoriale; • consulenza ed assistenza nella predisposizione delle domande di

finanziamento e di contributi agli Enti preposti; • consulenza ed assistenza all’internazionalizzazione; • assistenza e consulenza in materia di marketing; • consulenza ed assistenza tecnologica; • consulenza ed assistenza in materia di controllo di gestione; • consulenza finanziaria; • consulenza legale in campo amministrativo, commerciale e tributario; • service amministrativo; • assistenza e consulenza nella ricerca di personale specializzato e/o

qualificato; • assistenza nella predisposizione della contrattualistica, nella gestione

dei contenziosi e in materia societaria; • check-up aziendale; • ricerche di mercato.

Entrambe le suddette macrocategorie sono fondamentali sia per la completezza del servizio di incubazione sia per garantire solidità reddituale alla struttura. Le esperienze di altri contesti dimostrano infatti che la componente “redditi da locazione”, per la natura stessa dell’incubatore che ha una finalità no profit, non possono coprire tutti i costi di struttura. Devono quindi essere affiancati da altre fonti di copertura dei costi che possono essere i descritti servizi di supporto, a cui le imprese dell’incubatore ma anche del territorio in cui questo insiste, possono accedere in caso di necessità, e contributi a fondo perduto dei soggetti pubblici e privati sostenitori. Il ricorso a finanziamenti comunitari, erogabili nell’ambito di specifici progetti, possono essere una ulteriore fonte, la cui potenziale continuità nel tempo è da gestire con attenzione.

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3. Analisi Costi-Ricavi

3.1. Presentazione di dettaglio dei costi Come indicato in introduzione nel presente capitolo l’analisi dei costi è focalizzata sulla gestione della struttura, rimandando la quantificazione di dettaglio dei costi del personale, peraltro ipotizzati, ad un successivo approfondimento. In questa fase s’identificano quindi i diversi ruoli ipotizzati per la gestione dell’infrastruttura (personale interno) e si ipotizza un costo di massima: 1. Costi del personale diretto

Il numero di personale direttamente impiegato è ridotto (2) e part time, prevedendo per altri ruoli (2) l’appalto esterno del servizio e il supporto di altro personale già inquadrato nella struttura di riferimento per la gestione (Fondazione per la ricerca), in particolare per il ruolo di Direzione dell’incubatore. Come approfondito in seguito s’ipotizza la possibilità che lo staff di gestione possa, per parte dei suoi ruoli, condividere il proprio impegno nella gestione di Sesto Fiorentino e di Brozzi rendendo così operativa l’integrazione gestionale delle due strutture d’incubazione secondo un approccio multi-sito. � Personale di direzione operativa

Ha un ruolo di carattere organizzativo della struttura e consulenziale rispetto alle imprese ospitate, quindi si presuppone un’esperienza pluriennale nella gestione delle organizzazioni private.

� Segreteria Supporta operativamente la direzione dell’incubatore e la direzione operativa. Fornisce servizi amministrativi e di segretariato alle imprese ospitate. Gestisce la comunicazione esterna.

Come anticipato i seguenti servizi:

• Portineria e vigilanza (part time) • Assistenza tecnica (parte continuativa e parte a richiesta)

saranno appaltati a ditte esterne debitamente selezionate. Per quanto attiene ai costi di gestione si procede, in primo luogo, alla determinazione delle voci di costo, raggruppandole per classi, per poi descrivere

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le singole voci in linea generale, considerando che i valori riportati nel preventivo sono frutto dell’analisi dei conti economici di altri incubatori rapportati alla dimensione del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione: 2. Consulenze e prestazioni di terzi (direzionali, organizzative, tecniche,

amministrative) Rientrano in questa classe i costi di consulenza necessari per erogare i servizi di supporto alle imprese dell’incubatore. Per il dettaglio sulla natura dei servizi offerti si rimanda al dettaglio inserito nei ricavi. L’attivazione di queste consulenze potrà avvenire sia attraverso convenzioni con centri di ricerca, università e altri soggetti pubblici e privati riconosciuti quali centri di competenza nell’area di interesse. Si potrà inoltre attivare la collaborazione anche con consulenti individuali secondo procedure di evidenza pubblica finalizzate a creare un albo dei consulenti adottando criteri di qualifica debitamente definiti. Il costo nel triennio è stato differenziato in relazione alla progressiva saturazione dei locali affittabili secondo la seguente ipotesi: 75% primo anno, 90% secondo anno, 100% terzo anno.

3. Consumi e manutenzione Questa classe è costituita da voci di diversa natura, comunque caratterizzate dalla funzione di essere di supporto, direttamente o meno, all’attività operativa delle imprese incubate. Nel dettaglio s’identificano le seguenti voci: 3.1. Utenze varie (riscaldamento, condizionamento, luce, acqua, telefono,

internet, rifiuti) 3.2. Manutenzione ordinaria e pulizie 3.3. Manutenzione straordinaria 3.4. Assicurazioni 3.5. Acquisti vari Il costo nel triennio delle voci 3.1 e 3.5 è stato differenziato in relazione alla progressiva saturazione dei locali affittabili secondo la seguente ipotesi: 75% primo anno, 90% secondo anno, 100% terzo anno.

4. Promozione e altri costi Contiene quanto necessario a dare visibilità alle attività dell’incubatore sia in fase di identificazione delle potenziali imprese da ospitare sia per creare

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opportunità di sviluppo alle imprese ospitate e per dare continuità al naturale turnover previsto. Nel dettaglio si identificano le seguenti voci di costo: 4.1. Uscite pubblicitarie 4.2. Stampa materiale informativo 4.3. Altro

Per quanto attiene agli ammortamenti si è ipotizzata un proiezione triennale partendo dai dati di altre esperienze d’incubazione.

3.2. Presentazione di dettaglio dei ricavi La voce dei ricavi ovvero del montante di ritorni economico-finanziari che l’incubatore potrà generare a copertura, parziale o complessiva, dei costi della struttura è strutturabile, a sua volta, così come per i costi, per classi: 5. Ricavi da servizi messi a disposizione dall’incubatore

5.1. Affitto dei locali L’affitto dei locali viene calcolato su base mensile, partendo dal costo per metro quadro, data la diffusione di questa modalità di definizione del pricing e per la tipologia di dati tecnici a disposizione. La possibile progressiva integrazione con Brozzi, che adotta una logica di pricing ad unità affittata, dovrà passare anche da una omogeneizzazione della suddetta modalità di pricing, anche conseguente ad una gestione congiunta del bando. Il costo di affitto compre tutta la tipologia di spese di funzionamento del locale assegnato e delle parti comuni dell’edificio. S’ipotizza un costo di affitto crescente nel tempo, collegato quindi al consolidamento della struttura dell’impresa ospitata. Dimensione

complessiva spazi affittabili (in MQ)

Tariffa affitto mensile al MQ

Anno I

Tariffa affitto mensile al MQ

Anno II

Tariffa affitto mensile al MQ Anno III

945 12 € 13 € 14 €

Nel calcolo riportato nella tabella al paragrafo 3.3 si ipotizza la capacità dell’ente gestore di affittare una percentuale dei locali a disposizione delle imprese a partire dal primo anno di attività che andrà a salire nel periodo successivo. L’ipotesi è ottimistica ma parte dall’assunto che solo una corretta ed efficace attività preliminare di attivazione dell’incubatore, accompagnata da una capacità di attrazione elevata, può assicurare la sostenibilità economica nel tempo del progetto.

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Dimensione

complessiva spazi affittabili (in MQ)

% superficie affittata Anno I

% superficie affittata Anno II

% superficie affittata Anno III

945 75% 90% 100%

5.2. Servizi a valore aggiunto erogati a favore delle imprese incubate dal

personale interno o da consulenti esterni Rientrano in questa categoria quanto introdotto al capitolo 2 ovvero:

• analisi di fattibilità di progetti imprenditoriali; • supporto per la predisposizione di business plan; • accompagnamento e assistenza per lo sviluppo ed il potenziamento

dell’iniziativa imprenditoriale; • consulenza ed assistenza nella predisposizione delle domande di

finanziamento e di contributi agli Enti preposti; • consulenza ed assistenza all’internazionalizzazione; • assistenza e consulenza in materia di marketing; • consulenza ed assistenza tecnologica; • consulenza ed assistenza in materia di controllo di gestione; • consulenza finanziaria; • consulenza legale in campo amministrativo, commerciale e tributario; • service amministrativo; • assistenza e consulenza nella ricerca di personale specializzato e/o

qualificato; • assistenza nella predisposizione della contrattualistica, nella gestione

dei contenziosi e in materia societaria; • check-up aziendale; • ricerche di mercato.

Questi servizi saranno erogati direttamente dal personale dell’incubatore e/o da consulenti esterni il cui pagamento si presuppone a carico dell’incubatore stesso, ma interamente coperto da finanziamenti di bandi pubblici. I suddetti ricavi nel triennio sono stati differenziati in relazione alla progressiva saturazione dei locali affittabili secondo la seguente ipotesi: 75% primo anno, 90% secondo anno, 100% terzo anno.

6. Ricavi da attività generate dall’incubatore e dai soggetti ospitati 6.1. Finanziamenti pubblici a progetti realizzati dall’incubatore a favore delle

imprese ospitate.

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Nell’ambito della presente voce di ricavi rientra la quota parte di finanziamenti pubblici (es. FSE) che potranno supportare le attività realizzate dalla società che gestisce l’incubatore in partnership o coinvolgendo le imprese ospitate. Nel dettaglio si ipotizza che la partecipazione a bandi dell’incubatore, sottoforma di ATI, permetterà la copertura (quindi portandoli anche ricavo) dei seguenti costi:

• costi per servizi a valore aggiunto erogati dal personale interno; • consulenze e prestazioni di terzi (direzionali, organizzative, tecniche,

amministrative); • quota parte dei costi di gestione amministrativa e di segreteria,

nonché dei costi generali di funzionamento (quantificati nel 9% del valore complessivo del finanziamento).

7. Contributi a fondo perduto

Nella presente elaborazione non sono stati stimati eventuali contributi a fondo perduto ottenibili per la gestione dell’incubatore sottoforma di sovvenzioni (pubbliche) e sponsorizzazioni (private). Tali eventuali contributi potranno essere funzionali al mantenimento dell’equilibrio finanziario del progetto per i primi due anni di attivazione, che, dalle tabelle riportate a seguire, risultano essere i più critici.

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3.3. Sintesi dei dati Le seguenti tabelle ipotizzano un conto economico di esercizio dell’incubatore con una prospettiva temporale di 3 anni. A. scenario ottimistico

Le ipotesi di base sono le seguenti:

(a) riempimento degli spazi ad inizio periodo, nelle proporzioni ipotizzate (75% primo anno, 90% secondo anno, 100% terzo anno);

(b) consumi e manutenzioni contenute su livelli minimi; (c) ammortamenti e costi di assistenza tecnica caricati a conto economico; (d) contributi da FSE a parziale copertura.

Importi in Euro 2010 2011 2012

Ricavi € 161.123 € 206.928 € 245.010

Locazioni € 102.060 € 132.678 € 158.760

Servizi a valore aggiunto erogati dal personale interno € 8.438 € 13.500 € 18.750

Servizi a valore aggiunto erogati da consulenti esterni € 50.625 € 60.750 € 67.500

Costi di esercizio € 127.125 € 144.550 € 159.500

Consulenze e prestazioni di terzi (direzionali, organizzative, tecniche, amministrative)

€ 50.625 € 60.750 € 67.500

Consumi e manutenzione € 56.500 € 63.800 € 72.000

Promozione e altri costi € 20.000 € 20.000 € 20.000

VALORE AGGIUNTO € 33.998 € 62.378 € 85.510

Costi del personale € 100.000 € 100.000 € 100.000

Direzione (part time) € 40.000 € 40.000 € 40.000

Segreteria (part time) € 20.000 € 20.000 € 20.000

Portineria e vigilanza (part time) € 20.000 € 20.000 € 20.000

Assistenza tecnica (a richiesta) € 20.000 € 20.000 € 20.000

MOL -€ 66.003 -€ 37.622 -€ 14.490

Ammortamenti € 20.000 € 20.000 € 20.000

RISULTATO OPERATIVO (ante imposte) -€ 86.003 -€ 57.622 -€ 34.490

Co-finanziamento da progetti FSE dei costi generali generati € 8.000 € 6.000 € 4.000

Risultato al netto co-finanziamenti (ante imposte) -€ 78.003 -€ 51.622 -€ 30.490

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B. Scenario intermedio Nello scenario intermedio si ipotizzano:

(a) riempimento graduale degli spazi entro il periodo annuale: per ogni nuova entrata si assumono ricavi per un periodo medio di 8 mesi, mentre le imprese incubate nei periodi precedenti pagano affitti per 12 mesi;

(b) consumi e manutenzioni sono collocate su livelli più elevati; (c) le spese di promozione sono gradualmente decrescenti; (d) le spese di segreteria e portineria sono leggermente crescenti, a fronte di

un maggiore utilizzo degli spazi; (e) ammortamenti e costi di assistenza tecnica caricati a conto economico.

Importi in Euro 2010 2011 2012

Ricavi € 127.013 € 198.423 € 236.505

Locazioni € 68.040 € 124.173 € 150.255

Servizi a valore aggiunto erogati dal personale interno € 8.348 € 13.500 € 18.750

Servizi a valore aggiunto erogati da consulenti esterni € 50.625 € 60.750 € 67.500

Costi di esercizio € 142.625 € 150.750 € 159.500

Consulenze e prestazioni di terzi (direzionali, organizzative, tecniche, amministrative)

€ 50.625 € 60.750 € 67.500

Consumi e manutenzione € 72.000 € 80.000 € 82.000

Promozione e altri costi € 20.000 € 10.000 € 10.000

VALORE AGGIUNTO -€ 15.612 € 47.673 € 77.005

Costi del personale € 100.000 € 110.000 € 110.000

Direzione (part time) € 40.000 € 40.000 € 40.000

Segreteria (part time) € 20.000 € 25.000 € 25.000

Portineria e vigilanza (part time) € 20.000 € 25.000 € 25.000

Assistenza tecnica (a richiesta) € 20.000 € 20.000 € 20.000

MOL -€ 115.612 -€ 62.327 -€ 32.995

Ammortamenti € 20.000 € 20.000 € 20.000

RISULTATO OPERATIVO (ante imposte) -€ 135.612 -€ 82.327 -€ 52.995

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C. Scenario pessimistico

Nello scenario pessimistico si assumono le seguenti ipotesi: (a) i ricavi di locazione sono soggetti ad un abbattimento uniforme del 15%,

per far fronte alla ipotesi di non riempimento degli spazi e/o di insolvenza o liquidazione di una parte delle imprese incubate;

(b) consumi e manutenzioni sono nettamente più elevati; (c) il contratto per direzione è più oneroso; (d) le spese di promozione sono gradualmente decrescenti; (e) le spese di segreteria e portineria sono leggermente crescenti, a fronte di

un maggiore utilizzo degli spazi; (f) ammortamenti e costi di assistenza tecnica caricati a conto economico.

Importi in Euro 2010 2011 2012

Ricavi € 116.807 € 179.797 € 213.967

Locazioni € 57.834 € 105.547 € 127.717

Servizi a valore aggiunto erogati dal personale interno € 8.348 € 13.500 € 18.750

Servizi a valore aggiunto erogati da consulenti esterni € 50.625 € 60.750 € 67.500

Costi di esercizio € 160.625 € 165.750 € 177.500

Consulenze e prestazioni di terzi (direzionali, organizzative, tecniche, amministrative)

€ 50.625 € 60.750 € 67.500

Consumi e manutenzione € 90.000 € 95.000 € 100.000

Promozione e altri costi € 20.000 € 10.000 € 10.000

VALORE AGGIUNTO -€ 43.818 € 14.047 € 36.467

Costi del personale € 110.000 € 120.000 € 120.000

Direzione (part time) € 50.000 € 50.000 € 50.000

Segreteria (part time) € 20.000 € 25.000 € 25.000

Portineria e vigilanza (part time) € 20.000 € 25.000 € 25.000

Assistenza tecnica (a richiesta) € 20.000 € 20.000 € 20.000

MOL -€ 153.818 -€ 105.953 -€ 83.533

Ammortamenti € 20.000 € 20.000 € 20.000

RISULTATO OPERATIVO (ante imposte) -€ 173.818 -€ 125.953 -€ 103.533

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3.4. Possibili ottimizzazioni derivanti dall’integrazione fra

le realtà di Sesto Fiorentino e Brozzi

La gestione integrata delle strutture di Sesto Fiorentino e di Brozzi, secondo un approccio di sviluppo progressivo di un’unica organizzazione di gestione dell’incubazione territoriale, può portare a significative ottimizzazioni dei costi. Vediamo nel dettaglio tali possibili ottimizzazioni. Di fatto questa configurazione, pur mantenendo una distinzione della proprietà degli immobili, si presenta come una organizzazione centralizzata ma multi-sito, in capo alla Fondazione per la ricerca, avente elementi in comune sia dal punto di vista dei processi che delle risorse:

• la direzione operativa (così come la direzione scientifica e gli organi di indirizzo) sarebbe in comune nelle due strutture. Questa soluzione comporterebbe un risparmio dei costi del personale rispetto ad una gestione separata;

• la gestione dei consulenti per l’erogazione dei servizi di consulenza alle imprese, così come l’appalto dei servizi di supporto, potrebbero essere gestiti centralmente per entrambe le strutture con risparmi in termini di gestione amministrativa e risparmi derivanti da un’unica gestione della quota parte dei servizi on demand;

• l’attività di promozione, pur assicurando eventuali possibili differenziazioni di target fra le due strutture (definibile in base ad una specifica strategia d’integrazione fra le due strutture), potrebbe essere gestita con pianificazioni congiunte e assicurando risparmi di almeno il 25% di quanto indicato in precedenza.

• Altri possibili risparmi possono derivare dalla progettazione e gestione congiunta di attività di formazione e supporto ai neo-imprenditori.

Per le altre risorse dello staff, dato il loro impegno diretto con le imprese e il necessario presidio della struttura, non si prevedono risparmi. A fronte di un’ottimizzazione economica si sottolinea il vantaggio conseguente alla valorizzazione delle risorse professionali presenti nelle strutture già attive nel territorio che ridurrebbero i tempi di entrata in esercizio a regime della strutture di Sesto Fiorentino e favorirebbero uno scambio di know-how.

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PARTE TERZA - Sinergie da realizzare

1. Introduzione Il Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione è il risultato di una partnership strategica tra vari soggetti: - Università di Firenze - Regione Toscana - Provincia di Firenze - Camera di Commercio di Firenze - Comune di Firenze - Comune di Sesto Fiorentino. Da parte sua, l’Università di Firenze ha ufficialmente investito la Fondazione per la Ricerca di un ruolo di snodo nella gestione dell’Incubatore, dovendo svolgere, nelle parole del Magnifico Rettore alla inaugurazione, una attività di “coordinamento nella gestione”. Ciascuno di questi soggetti ha interessi diversi nella gestione e nel successo dell’Incubatore e apporta competenze e risorse differenziate. L’esperienza internazionale mostra che occorre raggiungere un bilanciamento tra esigenze di partenariato e di coinvolgimento istituzionale ed esigenze di managerialità e di orientamento ai risultati. Sulla base di questi elementi il presente rapporto fornisce indicazioni sul ruolo che ciascun soggetto dovrebbe giocare nell’architettura e nella operatività dell’Incubatore. Occorre notare che l’Accordo di programma che ha dato origine alla struttura dell’Incubatore di Sesto deve essere, per sua natura, rinegoziato tra le parti, avendo come obiettivo globale la progettazione e la gestione del sistema metropolitano di incubazione, includendo in esso anche le strutture di Brozzi e di Pianvallico. In particolare con la struttura di Brozzi, come già anticipato, si può configurare una progressiva integrazione gestionale, secondo una logica tipica delle organizzazioni multi sito, favorendo così la realizzazione di strategie unitarie di supporto all’imprenditorialità del territorio.

In questa prospettiva saranno ricercate opportune sinergie con la costituenda struttura di Prato, a cura del CREAF, in ragione delle molteplici collaborazioni esistenti con l’Università di Firenze.

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Il presente progetto sarà di supporto alla fase di rinegoziazione e aggiornamento strategico e operativo dell’accordo tra le parti.

2. Analisi del contesto socio economico di

riferimento Il comune di Sesto Fiorentino si inserisce in un'area caratterizzata dalla presenza di numerose e importanti attività industriali come il tessile e l'abbigliamento, la pelletteria, la meccanica e la chimica farmaceutica che nel loro complesso, secondo i dati IRPET, contribuiscono per un 24% del valore aggiunto del SEL. Come per gran parte del resto della Toscana il settore terziario rappresenta il principale motore di attivazione economica. Il settore dei servizi produce, sempre secondo dati IRPET, il 76% del valore aggiunto dell'area.

Il comune di Sesto Fiorentino si estende su una superficie di 49,03 kmq con una popolazione che ammonta a circa 47.000 abitanti ed una densità abitativa di circa 960 ab/kmq. La produzione della porcellana e della ceramica a Sesto Fiorentino caratterizza il distretto da molti anni. Intorno al 1960 si assiste ad un processo di diversificazione produttiva che conduce ad un ridimensionamento di quello che, solo fino al decennio precedente, era considerato il settore trainante dell'intera economia di Sesto.

Il decennio degli anni '70 è invece contraddistinto da una sostanziale stazionarietà del settore, anche se l'assetto economico complessivo assume una struttura diversa da quella del decennio precedente. Questo si riscontra da un'analisi svolta dal Comune di Sesto Fiorentino. Da uno sviluppo delle imprese, continua lo studio “si riscontra un loro ridimensionamento soprattutto delle

imprese di maggior dimensione e alla crescita del numero delle aziende di

piccolissime e piccole dimensioni. Il Comune di Sesto Fiorentino è parte della

Provincia di Firenze dove si concentra l'eccellenza della produzione "made in

italy" che viene esportata in tutto il mondo. Pelletteria e abbigliamento,

farmaceutica, artigianato artistico, costituiscono l'asse portante dell'industria

fiorentina, il quale si presenta come il terzo polo industriale italiano per numero di

imprese presenti sul territorio. L’economia è caratterizzata da una intensa rete di

piccole e medie imprese, integrate con aziende di dimensioni più grandi.

L’economia di Sesto Fiorentino si configura attualmente è caratterizzata da una

molteplicità di attività, come mostra il grafico seguente.”

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Il sistema produttivo di Sesto Fiorentino (Stefano Bini, Marzo 2007)

Nell'economia di Sesto Fiorentino le imprese manifatturiere e commerciali costituiscono parti molto rilevanti dello scenario economico del comune, tuttavia si riscontra anche un forte peso del terziario e assai presente è il settore delle imprese di servizi. Si rileva poi un discreto numero di imprese edili ed un limitato numero di aziende agricole. La presenza inoltre di insediamenti universitari e di ricerca, Poli Scientifici e Tecnologici offre opportunità di sviluppo socio-economico per l'intero contesto locale.

Nelle prossimità di Sesto Fiorentino sorgono vari centri di ricerca tra i quali possiamo indicare: l'ENEA, il Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e la tecnologia dei materiali, il CNR, l'ISFAR srl Firenze Istituto pedagogia, l'INFN Firenze, il Centro interuniversitario di aerodinamica delle costruzioni ed ingegneria del vento, l'Incubatore di Firenze, il Polo scientifico e tecnologico Firenze, il Centro servizi EFD srl Ricerche tendenze moda, Descanso-Centro internazionale di ricerca formazione documentazione, l'Istituto nazionale di statistica, l'Istituto ricerca e formazione, l'Istituto superiore formazione aggiornamento e ricerca srl, Prato Ricerche, la Next Technology tecnotessile società nazionale di ricerca, l'IRIS - Istituto ricerche interventi sociali, l'INFM ed il CNR - Istituto biologia, biotecnologia agraria. La presenza di questi centri di ricerca congiuntamente alla riorganizzazione delle partnership di collaborazione finalizzata allo sviluppo dell'area di Sesto Fiorentino che vede partecipare l'incubatore, la Regione, la Provincia il Comune e altri soggetti operanti nel territorio, costituiscono le nuove sfide della zona.

Una prima cooperazione potrebbe realizzarsi tra incubatori sotto forma di rete e partership, con l'organizzazione di tavoli di incontro, lavoro comune, confronto e collaborazione. Si pensa all'incubatore di Firenze, all'incubatore del Mugello e a CREAF. Attività del genere vengono sostenute e attuate anche a livello nazionale sia su iniziativa ministeriale sia su iniziativa delle stesse strutture di

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incubazione. Tale cooperazione dovrebbe estendersi poi a rete alle altre realtà e soggetti operanti nel territorio.

Si parla da anni in Europa di approccio bottom-up e di coinvolgimento in partnership territoriali dei soggetti operanti in un determinato territorio, questo al fine di uno sviluppo duraturo e partecipato dalle varie realtà presenti in un’area ed esportabile, nel senso di esperienze proponibili in contesti diversi. Molti passi avanti sono stati fatti in questo senso anche se in Italia varie iniziative non sono ancora mature per porre in essere uno sviluppo capace di reggersi autonomamente da finanziamenti pubblici italiani ed europei. In altri casi si assiste ad una dinamica maggiore nei distretti e nei centri produttivi che fa ben pensare per un ulteriore rilancio della economia di quella zona e di settori riorganizzati e rinnovati con nuove ed avanzate tecnologie e ricerca. Si prospettano quindi cambiamenti in tanti settori tradizionali di produzione e maggiore cooperazione sistemica a livello prima locale poi italiano ed infine europeo. L’innovazione passa per canali diversi anche se simili e congiunti allo sviluppo locale di un’area, essa prende l’avvio in sede internazionale e si avvalora con ricerche, studi ed eccellenze scientifiche di livello globale. Queste esigenze di innovazione presenti anche in Italia sono sopperibili con una studiata programmazione di ricerca di partner ed esperienze estere e con la costruzione di reti e centri di raccordo anche divulgativo e di cooperazione che spesso sono incoraggiati dalla cooperazione in campo di ricerca ed in tanti altri settori anche a livello europeo da anni con programmi quadro e finanziamenti che agevolano la cooperazione e sopperiscono alle mancanze di un sistema Europa che da anni ancora stenta a partire in molte realtà dell’Unione.

Lo sviluppo locale, nonostante lo scambio di esperienze e di buone prassi, passa però dalla specificità di tempo e di luogo e da sistemi sociali complessi nelle loro parti e nella interazione tra di esse. Occorre pertanto una notevole conoscenza del territorio per fare sviluppo e una dinamicità di impostazione che spesso mancano in molti contesti economici.

Si aprono in questo quadro molti scenari di interazione tra vari settori che spesso mancano di sistematicità ed organizzazione in un contesto che va cambiato per modo di fare sviluppo e coordinato secondo dinamiche semplici ed elastiche, facili da mettere in opera e flessibili ai cambiamenti di scenario. Per questo servono interazioni e coordinamento tra soggetti del territorio ma anche tra operatori di settori diversi da quelli tradizionalmente legati. Si parla in questo caso di intrasettorialità che spesso viene spronata e incoraggiata anche in ambito europeo per le dinamiche di settore ormai obsolete e che necessitano innovazioni di processo e di prodotto.

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Non è questa la sede per approfondire tali argomenti anche se si rileva la necessità di fare sistema anche tra realtà dissimili ed appartenenti a distretti e realtà socio economiche differenti. Come evidenzia il Programma regionale di Sviluppo 2006-2010 della ragione Toscana: nella regione la globalizzazione ha modificato con forza lo scenario politico e sociale ed economico mettendo in crisi posizioni che apparivano consolidate in varie parti del continente e nel resto del mondo. Sul piano economico, le tensioni derivanti dalla globalizzazione si riflettono sui sistemi produttivi e sui livelli occupazionali dei vari settori e si riscontra una effettiva debolezza delle politiche industriali a livello europeo e nazionale che vanno affrontate in complessi processi di adattamento ai nuovi equilibri internazionali.

I tratti caratteristici dell'economia sestese evidenziano, come riportato in varie sedi di analisi, un intenso dinamismo imprenditoriale che caratterizza quest’area, la persistenza di un clima sociale improntato alla coesione e l’integrazione in virtù di tradizione socio-politiche comuni, la presenza di istituzioni di governo locali che storicamente godono di un ampio consenso e il progetto in atto fra i Comuni dell’area per la realizzazione di un maggiore coordinamento tra le loro iniziative e le loro politiche territoriali attraverso l’istituzione della cosiddetta “Città della Piana (Bini, 2007). Tali punti di positività dovrebbero essere sfruttati per la creazione di sinergie sul territorio che a loro volta potrebbero entrare in contatto con sistemi più strutturati come quello pisano e fiorentino di incubazione, la ricerca universitaria presente in Toscana, il sistema imprenditoriale, sostenuto anche dalle camere di commercio, la pubblica amministrazione e le associazioni operanti sul territorio.

Infine, per quanto riguarda i distretti, anche per questa realtà si configurano e necessitano cambiamenti essendo essi in una fase che rischia oggi di trovarsi in

difficoltà se non si adegua alle nuove forme di produzione transnazionale. Occorre, infatti, che i distretti in quanto sistemi collettivi di azione agiscano essi stessi attori dell'economia nazionale ed internazionale e che anticipino le imprese in questa nuova dimensione del loro agire. Da ciò dipende, in gran parte, la possibilità dei modelli di successo italiani di sopravvivere alle nuove regole della concorrenza internazionale.

In questa circostanza si fa ancora più urgente la necessità di sviluppare sinergie all'interno delle varie realtà locali e di coordinare questi sforzi di sinergie in un sistema ragionato di soggetti operanti congiuntamente a livello regionale, nazionale e poi europeo ed internazionale.

Sesto Fiorentino si colloca in questo contesto nel quale molte sfide sono state già affrontate, altre sono in fase di sistemazione e molte altre si aprono con i nuovi

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scenari di trasferimento tecnologico e messa in rete delle realtà e dei soggetti operanti nel territorio sestese. Siamo infatti in una fase di ripresa dell'economia di cooperazione fatta sempre più necessaria dalla crescente frammentazione negativa di molti distretti che si sono proiettati verso una settorializzazione troppo spinta e infruttuosa davanti alle sfide internazionali.

2.1. Criticità socio economiche La sfida internazionale, di fronte alle problematiche economiche di Sesto Fiorentino legate alla concorrenza di produttori esteri e alle esportazioni, è spesso presentata come la difficoltà principale del distretto. Si pone il problema della intersettorializzazione del distretto stesso e delle realtà produttive locali. Il contesto europeo ed internazionale apre, infatti, sfide alla riorganizzazione dei distretti in un’ottica di dinamismo e innovazione operata nei settori della ricerca e della qualità nel qual contesto si aprono prospettive di rilancio dell’economia basata sulla conoscenza di nuove tecnologie e infrastrutture. E' necessario, in questo contesto, incoraggiare il raccordo tra il mondo della ricerca, i settori produttivi e le realtà rivolte alla costituzione di nuova imprenditorialità basata sulle competenze altamente specializzate ed innovative. Esse spesso sono rintracciabili nelle sedi universitarie e di ricerca operanti nel territorio non solo locale ma anche toscano, italiano, estero ed europeo. Tali strategie devono essere integrate e coordinate con le realtà esistenti e le attività messe in atto in altri distretti non solo toscani ma anche nazionali in un’ottica di sinergia, scambio e cooperazione a livello di sistema Italia. Strettamente legata a queste problematiche si aggiunge la necessità d’innovazione e trasferimento tecnologico con la creazione di partnership territoriali a vari livelli, finalizzate allo sviluppo ed all’animazione socio-economica del territorio, al suo rilancio ed ad uno sfruttamento di sistema ragionato e condiviso che coinvolga le diverse realtà ed i vari soggetti operanti in sede locale, regionale, nazionale e internazionale.

Nel secolo appena avviato i processi innovativi sociali ed economici giocano e giocheranno anche in futuro un ruolo assai più rilevante che in passato. Lo scenario che si presenta è quello di una società globalizzata della conoscenza in cui il principale strumento di sviluppo è la capacità di fare sistema attraverso l’innovazione. In questo scenario fanno la differenza quei paesi capaci di fare sistemi-paese nei quali l’innovazione gioca un ruolo fondamentale. In questi paesi il successo passa dal saper coordinare conoscenze, investimenti e innovazione senza disancorarsi dal territorio ma coinvolgendo in modo coerente ed organizzato le varie realtà in esso operanti.

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Toscana e Italia Toscana e NUTS 1

Fonte: Bonaccorso e Caldera (2007)

Le tendenze in atto e le proiezioni di medio periodo evidenziano la necessità di adottare processi selettivi di sviluppo per i sistemi produttivi locali e per le imprese. Molti settori portanti del sistema economico e sociale della Toscana stanno attualmente attraversando una trasformazione rischiosa e difficile, con conseguenze rilevanti in termini di tenuta dell’occupazione, mantenimento delle specializzazioni produttive, delocalizzazione dei processi produttivi, internazionalizzazione del sistema e terziarizzazione delle fasi di filiera.

Si rintraccia sempre nel programma regionale di sviluppo della Regione Toscana 2006-2010, la necessità di un coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, delle forze sociali e produttive, delle fondazioni, del sistema del credito, dei privati a collaborare. Si impone un modello di sistema e di partnership sempre più proficuo, da sole, infatti,le politiche della Regione Toscana non bastano a restituire slancio allo sviluppo regionale, anche se possono essere di stimolo per attivare energie, risorse e opportunità di cui è ricco il sistema sociale toscano. In questo contesto la Regione si opererà a spronare la comunità regionale a partecipare responsabilmente a una nuova fase di sviluppo. Per raggiungere questo risultato è necessario che logiche, modalità e obiettivi della concertazione siano volti a mettere a confronto capacità di visione, a costruire e integrare le migliori politiche per lo sviluppo, a perseguire obiettivi condivisi. In questo senso la Regione Toscana punta e punterà a far emergere le risorse e i punti di eccellenza diffusi nel territorio e ad innovare il modello di sviluppo. Un obiettivo sarà costituire una nuova fase nella governance regionale nella quale si rafforzi il livello di cooperazione fra gli enti locali. Saranno, inoltre, operati investimenti sulle risorse umane, culturali, civili della regione, con un aumento di sensibilità ed impegno di politica, governo, ed innovazione.

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(*) svolgono anche la funzione di internazionalizzazione attiva. Le soglie indicano l'assenza di

collaborazione tra livelli di governo diversi, tra soggetti diversi

Governance Italia per l'attrazione degli investimenti esteri (Fonte. Elaborazione Esoc-lab (LSE))

Queste sono alcune delle sfide e priorità programmatiche della Regione alle quali si accompagnano le seguenti sfide del futuro: dell’internazionalizzazione (fare sistema), dell’innovazione (investire in ricerca e alta formazione), del territorio (le infrastrutture, la logistica, l’accessibilità) e la sfida della governance (efficienza e semplificazione).

2.2. Sfide socio-economiche per le potenzialità del

territorio

La vicinanza tra ricerca e mondo produttivo è una strategia vincente per superare la crisi e rilanciare il tessuto economico toscano. Questa strategia si estende a tutta l’Europa e in gran parte del mondo industrializzato in sede internazionale. Per questo nella Regione Toscana si necessita di investimenti importanti in nuovi modelli evoluti di distretto basati sul parternariato e su nuove realtà come gli incubatori di impresa finalizzati a rendere produttivo e proficuo il lavoro di governance e di investimento dei soggetti coinvolti nella riorganizzazione dei distretti e delle imprese così come delle filiere produttive presenti in Toscana.

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Nella attuale fase dello sviluppo regionale della Toscana assume un ruolo centrale l’innovazione nei suoi molteplici aspetti. La scommessa delle politiche di sviluppo regionali e locali è in fatti quella di riuscire a innestare un dinamico processo innovativo ed un progressivo passaggio ad uno sviluppo basato sulla qualità di prodotto e di processo. E' inoltre correlato a tutto questo insieme di problematiche la necessità di inserire nel contesto toscano e locale una maggior dinamicità multisettoriale e trasversale che investa le varie realtà produttive e tenga conto delle emergenti urgenze che presenta un mercato globale. In questo contesto si riscontra l'esigenza di collaborazione e coordinamento con varie realtà presenti nello scenario europeo ed internazionale siano esse produttive o di ricerca. Questo dinamismo dovrebbe essere integrato da innovativi processi di sviluppo come si diceva trasversali e mulrisettoriali, dalla valorizzazione delle risorse umane e delle reti esistenti tra sistemi produttivi locali ed imprese leader operanti nei settori non solo di riferimento per l'area d'interesse. Parallelamente le politiche di sviluppo dovrebbero essere orientate a progetti innovativi, integrate fra loro rispetto ai settori, agli attori, al territorio, in un’ottica di sistema e partership territoriale, la quale può poi estendersi a livello nazionale ed europeo con contatti e cooperazione anche in sede internazionale. In questo contesto sono necessari sforzi di cooperazione e di dinamismo dei soggetti presenti sul territorio e una selezione delle politiche con una loro concentrazione su limitati obiettivi strategici volti a immettere innovazione nel sistema produttivo locale e regionale. E' indispensabile come spesso viene anche prospettato e sostenuto finanziariamente dall'Unione Europea creare una forte sinergia tra operatori pubblici e privati, enti statali e locali, banche e investitori, attori e soggetti di categoria ed altri soggetti del territorio, nazionali ed internazionali e strutturare in forme elastiche ma non disorganizzate un sistema di partnership operativa e gestionale, capace di gestire con la sua capacità innovativa la dinamica innovativa in tutte le sue diversità.

La qualificazione dello sviluppo regionale passa necessariamente per la strada dell’innovazione e del crescente coordinamento funzionale ed operativo con le aree più dinamiche di recente industrializzazione. In questo contesto si insediano nuove imprese ad alto contenuto tecnologico ed innovativo e la necessità di strutture idonee a supportare la loro nascita e crescita. A questi come ad altri processi di innovazione viene attribuito un ruolo chiave per la crescita economica del territorio toscano ma anche nazionale, insieme alle crescenti azioni di animazione del territorio, investimento in ricerca, dinamismo e sviluppo dell'imprenditorialità.

La realtà dinamica che si intende realizzare con questo nuovo modello di sviluppo prevede la sinergia tra nuove e vecchie realtà produttive e la cooperazione di sistema con i centri anche di studio e di settore operanti nel

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territorio non solo locale ma anche toscano, nazionale, europeo ed internazionale. Si possono così superare le barriere della settorialità e della specificità senza però proiettarsi in una sfera di generalità improduttiva. In quest’ottica nascono con la sinergia nuove filiere produttive fatte da soggetti appartenenti a diverse realtà di filiere già esistenti e cooperazione in ambito di innovazione e trasferimento tecnologico che danno valore aggiunto e innovazione stessa alla produttività dell’area.

L’incubatore come nuova realtà operante nel settore della creazione di impresa dovrebbe essere concepito con riguardo a queste dinamiche di settore economico-sociale fin qui sintetizzate ed essere strutturato come realtà aperta alla cooperazione tra vari soggetti del territorio operanti in diversi settori dalla finanza alla ricerca. E’ con queste prospettive che si affronta la vera innovazione nel settore della imprenditorialità di nuova generazione e si formulano prospettive di lungo periodo per una proficua interazione tra attori locali e neo imprenditori. Con queste speranze di rilancio del tessuto imprenditoriale locale si vuole intraprendere la strada della innovazione di prodotto e di processo e la via dell’innovazione di settori ormai resi obsoleti, della riqualificazione produttiva dei processi e della qualità di prodotto. Si prospettano quindi interazioni tra imprenditori e neoimprenditori, tra filiere e tra realtà diverse operanti in settori affini e non affini ma che intendono essere partecipi dello sviluppo comune del territorio.

3. Il processo di generazione delle partnership

La partnership territoriale, così come è concepita dalla politica di sviluppo europea e da quella recepita ed attuata in molti ambiti dall'Italia corrisponde ad un insieme di partner pubblici e privati che elaborano congiuntamente una strategia e misure innovative per lo sviluppo di un determinato territorio.

Nella filosofia europea e da anni italiana, attraverso la partnership si è cercato di avvicinare al territorio i momenti decisionali facendoli nascere dalla stessa capacità degli operatori locali di organizzare e gestire lo sviluppo all'interno di un'area.

Questo significa ed ha significato in Toscana rovesciare l'impostazione finora data al modo di fare “politica” ed “economia” su scala locale ed avviare un processo di decentramento amministrativo capace di dar vita ad un sistema partecipato ed integrato di formulazione delle strategie e di gestione delle risorse pubbliche.

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Questo processo che investe strutture e competenze, individua nelle partnership le sedi attraverso le quali realizzare interdipendenze intersettoriali ed intrasettoriali capaci di programmare un sistema di sviluppo.

L'aver usato il termine “sistema” non è casuale; infatti, la sfida più impegnativa che ci si è posti in Europa, attraverso la creazione di partnership locali in svariati programmi e politiche, è quella di realizzare uno sviluppo non solo e non tanto assimilabile alla sola componente produttiva quanto, soprattutto, ai fenomeni che fanno riferimento agli aspetti sociali, culturali, relazionali e politico-istituzionali di un territorio.

In quest'ottica l'attività di una partnership si caratterizza per la capacità di porre in essere azioni che siano in grado di: coinvolgere e responsabilizzare gruppi sociali, diffondere informazioni, animare il territorio, ottimizzare la programmazione e la gestione delle varie risorse presenti a livello locale, migliorare la qualità della vita, delle tecniche di produttività, coordinare e razionalizzare le potenzialità di un'area, ovvero, di dar vita ad un sistema di sviluppo duraturo ed integrato.

Se in taluni territori europei la prassi della partnership è stata introdotta dalla programmazione comunitaria, rappresentando un'innovazione in sé, in altri invece essa esisteva ben prima dell'attuazione delle politiche e delle iniziative comunitarie. In Francia esistevano da tempo concezioni di sviluppo sotto forma di partnership, in Austria ed in Svezia tale concezione di sviluppo è stata incoraggiata anche al di fuori delle politiche dell'Unione Europea ed integrata nelle pratiche e nelle politiche di sviluppo.

Da un punto di vista strutturale la partnership può assumere diversa fisionomia a seconda del contesto culturale, sociale ed economico in cui è chiamata ad operare, della natura giuridica, del numero dei partner e degli obiettivi che essa intende raggiungere.

Ciò nonostante dietro le diversità delle partnership locali esistenti in Europa in vari contesti di sviluppo è possibile rilevare tre impostazioni:

• partnership locali create su iniziativa di persone,

• partnership locali create su iniziativa di imprese,

• partnership locali create su iniziativa di poteri pubblici.

Per quanto concerne la composizione delle partnership le analogie sono invece dettate dalla co-presenza di soggetti pubblici e privati. Tale commistione dovrebbe facilitare, almeno per la fase di avviamento delle partnership, l'acquisizione di legittimità, di consenso e di rappresentatività della partnership all'interno del territorio. L'interazione tra pubblico e privato pone infatti la partnership come ente sintetico di una realtà territoriale.

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A tal proposito in Toscana si riscontra una diversa gradazione della sinteticità rappresentativa di varie partnership operanti in diversi settori, in altri casi invece le partnership sono composte soltanto da un ristretto numero di operatori intorno al quale si articolano poi altre forme di collaborazione. Lo schema che segue esemplifica una potenziale composizione di partnership locale.

I partner potenziali della partnership locale

Da un punto di vista istituzionale in Italia queste forme di cooperazione attuano per molti aspetti le finalità del decentramento amministrativo e la filosofia di sviluppo bottom-up.

All'interno ed attraverso una partnership funzionante si può realizzare una partecipazione più immediata delle realtà locali alla vita pubblica del proprio territorio nel rispetto delle esigenze e delle diverse identità che lo contraddistinguono.

L'impostazione data dalle politiche dell'Unione Europea configura, in molti territori dell'unione, le partnership come soggetti privati che gestiscono fondi pubblici, perseguendo un obiettivo di natura pubblica: quello di promuovere lo sviluppo dell'area nell'interesse dell'intera collettività.

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In Toscana la tipologia suggerita a titolo indicativo delle partnership è la società consortile a responsabilità limitata e sono soci di queste strutture gli enti pubblici ed i soggetti privati operanti nei vari territori.

La partnership si inserisce quindi in un territorio come soggetto giuridico nuovo permettendo di uscire dagli schemi tradizionali di rappresentatività. L'originalità di questa situazione è di fatto data non tanto dalla natura giuridica della partnership quanto dalla posizione che questa ricopre in un contesto già di per sé amministrato. Dotata di un proprio potere di programmazione e di risorse finanziarie all'interno di competenze di pertinenza di enti pubblici, la partnership introduce infatti nuovi elementi nelle consuetudini decisionali ed operative di un'area andando a modificare parzialmente le modalità procedurali ed i ruoli dei soggetti locali.

Nel contesto istituzionale toscano, per non vanificare il controllo pubblico sulla programmazione, ed allo stesso tempo non espropriare gli enti pubblici del loro diritto/dovere di amministrazione del territorio, l'attività della partnership si realizza spesso attraverso un complesso iter procedurale che, sebbene non realizzi un diretto rapporto tra partnership e UE come spesso è stato voluto dalla Commissione europea, ha però permesso di non snaturare la logica sottesa alla creazione delle partnership. Inoltre i comuni e gli altri soggetti pubblico-amministrativi soci e membri delle partnership concertano, in posizione paritaria rispetto agli altri soci, l'elaborazione di programmi di azione locale tramite convenzioni stipulate con le partnership e adempiono le funzioni di ente cassiere della partnership stessa. L'individuazione in presenza di finanziamenti degli enti pubblici come cassieri delle partnership ha permesso in molti casi in Toscana di risolvere il problema delle fideiussioni che si era reso necessario per la gestione anche di contributi comunitari.

In alcuni casi l'iter scelto in Toscana attribuisce alla regione e per delega alle province ed ai Comuni, il compito di esprimere solo un parere di conformità sulle azioni assunte dalle partnership.

Le fasi di questi iter prevedono in particolare istruttorie da parte delle province sulla conformità delle programmazioni e dei progetti della partnership alla programmazione provinciale e in alcuni casi di parnership giuridicamente più strutturate; i programmi di sviluppo sono soggetti a pubblicazione sul bollettino ufficiale della regione e sono sorte commissioni da compromessi tra province e regione, composte da funzionari di entrambe le amministrazioni, che esplicano un controllo/collaudo d'opera dei programmi di sviluppo e delle decisioni inerenti e la verifica della rendicontazione annuale relativa alle spese ammissibili delle partnership costituite.

In conclusione, la partnership nella base della concezione europea ed ora anche italiana è quindi un nuovo modo di concepire lo sviluppo, mediante

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un'impostazione plurisettoriale, frutto di negoziati e di concertazioni tra vari operatori interessati ed un nuovo soggetto nel quadro anche istituzionale del territorio, che secondo il suo grado di rappresentatività può più o meno esercitare una forte influenza a livello locale estendendosi anche oltre il suo originario ambito di competenza.

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4. Il ruolo dei soggetti nell'architettura e

nell'operatività dell'incubatore

4.1 Il ruolo degli attori coinvolti nella gestione

dell’incubatore La rete di soggetti che sono coinvolti nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione è composta dai seguenti attori:

• l’Università di Firenze, è il titolare della proprietà dell’infrastruttura che ospita oltre all’incubatore, un laboratorio, e due centri dedicati ad attività di eccellenza dell’università. E’ deputato a mettere in contatto l’ente gestore dell’incubatore con i propri ricercatori e laboratori al fine di promuovere lo scouting di iniziative imprenditoriali di carattere innovativo.

• Gli enti locali (Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino e di Firenze, CCIAA di Firenze) hanno partecipato al finanziamento della progettazione e parteciperanno al finanziamento della gestione dell’incubatore, al fine di valorizzare questa struttura quale volano di promozione di idee imprenditoriali innovative e a valenza tecnologica, anche in una logica sistemica di integrazione con le realtà esistenti di incubazione.

• La Fondazione per la Ricerca assicurerà la gestione operativa dell’incubatore e sarà titolare dei contratti stipulati con i soggetti ospitati presso la struttura. Metterà a disposizione il proprio staff per supportare il personale dedicato alle attività previste dal programma annuale di attività dell’incubatore e assicurerà l’integrabilità gestionale della struttura con le altre strutture esistenti.

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Il ruolo degli attori di governo dell’incubatore

4.2 La rete degli incubatori fiorentini La partecipazione a tutti e tre i progetti di attori in comune sia sul lato del supporto tecnico che da quello del contributo economico degli stessi, così come la necessaria logica di sistema che non può trovare limiti in confini di natura prettamente amministrativa, portano alla progettazione e la gestione di un vero e proprio sistema metropolitano di incubazione, includendo in esso le strutture di Brozzi, di Pianvallico e di Sesto Fiorentino. In particolare per le strutture di Sesto Fiorentino e di Brozzi, la vicinanza territoriale suggerisce la ricerca di una progressiva integrazione secondo logiche gestionali già anticipate che prefigurano un livello di condivisione di risorse e processi elevato. Si ipotizza quindi di giungere progressivamente ad un’unica gestione da parte della Fondazione per la ricerca secondo un approccio all’incubazione multi-sito.

Per motivazioni analoghe a quelle che portano all’idea di sistema metropolitano di incubazione si può concepire un sistema di relazioni che vede collegamenti stretti fra questo contesto e realtà analoghe nell’area vasta toscana così come nell’area senese e aretina, e, in una visione più vasta, con sistemi analoghi su scala nazionale ed europea. Si richiama così il concetto dei sistemi aperti che risultano idonei a supportare lo sviluppo d’idee imprenditoriali basate necessariamente su una logica di networking.

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SISTEMA PRATESE

RETE FIORENTINA

CREAF

SISTEMA NAZIONALE DI INCUBAZIONE

SISTEMA TOSCANO D’INCUBAZIONE

Incubatore di Sesto Fiorentino

Incubatore di Brozzi

Incubatore di Pianvallico

La rete fiorentina di incubazione e il network di relazioni

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4.3 Possibili sinergie con la costituenda struttura di Prato Il core business del nascente incubatore di Sesto Fiorentino (anche nella visione d’integrazione con la struttura di Brozzi), sarà offrire ambienti e servizi idonei per l’incubazioni di imprese nell’ambito dei settori avanzati della società della conoscenza.

La necessità di ottimizzare l’uso delle risorse suggerisce l’attivazione di collaborazioni con strutture che permettano di creare sinergie negli aspetti della gestione del processo di incubazione che possono essere erogati da soggetti diversi rispetto all’ente di gestione dell’immobile. In questa ottica si identifica come strategica la collaborazione con il costituendo Centro per la ricerca e l’alta formazione – CREAF di Prato, promosso dalla Provincia e dai comuni del territorio pratese, con la collaborazione della Camera di Commercio e delle associazioni imprenditoriali e sindacali. In particolare CREAF offrirà una serie di servizi integrabili nell’offerta del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione quali:

• servizi di scouting di idee innovative che identificano idee imprenditoriali nuove e supportano la creazione di impresa nonché di business matching;

• networking con la ricerca, creare collegamenti con centri di competenza tecnico-scientifico (pratesi o no purché serva alle imprese del territorio);

• laboratorio di creazione di nuove idee; • sviluppo manageriale.

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PARTE QUARTA – Modello di governance

1. Introduzione Alla luce del percorso logico “Servizi da realizzare → Modello di offerta → Sinergie tra le risorse e competenze” si ipotizza una soluzione istituzionale e organizzativa che garantisca il bilanciamento tra le esigenze sopra indicate. Il modello di governance si ispira alle migliori esperienze esistenti.

2. Soluzione istituzionale Per la gestione dell’incubatore e quindi per la gestione del rapporto contrattuale con i soggetti ospitati presso di esso si ipotizza una struttura organizzata nei seguenti ruoli operativi, già delineati al capitolo 3 della Parte Seconda compatibile con una progressiva integrazione fra strutture secondo un modello gestionale multi-sito:

� Comitato di gestione

E’ un organo di rappresentanza di tutti i soggetti finanziatori e promotori del sistema d’incubazione territoriale, con compiti di indirizzo, supervisione e controllo. Si riunisce almeno due volte all’anno e delibera a maggioranza qualificata in base ad uno specifico regolamento di funzionamento che contempla anche l’identificazione di strategie differenziate di targeting delle strutture gestite.

� Direzione scientifica dell’incubatore (del sistema d’incubazione in una logica d’integrazione di strutture) E’ alle dirette dipendenze della Fondazione per la ricerca. Propone, in collaborazione con la direzione operativa, le strategie di gestione e sviluppo dell’incubatore, da sottoporre al Comitato di Gestione. Sovraintende alla gestione dei rapporti con i rappresentanti degli altri incubatori fiorentini, così come con gli altri network con cui potranno essere attivate collaborazioni.

� Direzione operativa Ha un ruolo di carattere organizzativo della struttura e consulenziale rispetto alle imprese ospitate, quindi si presuppone un’esperienza pluriennale nella gestione delle organizzazioni private. Gestisce i rapporti

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con i membri del comitato di gestione nonché con i rappresentanti delle aziende ospitate. A fianco di questo compito associa quello di coordinamento dell’attività di consulenza alle imprese ospitate presso l’incubatore.

� Segreteria Supporta operativamente la direzione dell’incubatore e la direzione operativa. Fornisce servizi amministrativi e di segretariato alle imprese ospitate. Gestisce la comunicazione esterna.

A supporto dell’impresa si prevede inoltre il coinvolgimento di esperti esterni, a contratto di consulenza, con ruolo di tutor tecnico di supporto o di consulente specialistico. La materia di competenza varierà in funzione delle reali esigenze dell’impresa ospitata. Si prevedono inoltre i seguenti ruoli appaltabili a ditte esterne:

� Portineria e vigilanza (part time) � Assistenza tecnica (nelle due modalità continuativa e a richiesta a

seconda dell’oggetto dell’assistenza) per la gestione della manutenzione ordinaria della struttura

� Servizio di supporto per allestimento eventi. Le seguenti due figure sintetizzano l’organigramma dell’organizzazione che gestirà la struttura in una prima fase in una logica di gestione separata (per la fase di start-up) per poi indirizzarsi ad una progressiva integrazione con altre strutture (seconda figura).

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Il sistema di gestione dell’incubatore

Suddetta struttura acquisisce quindi una conformazione più articolata nel caso della possibile integrazione fra le strutture d’incubazione di Sesto Fiorentino e Brozzi. Nel dettaglio i servizi trasversali si collocano in posizione di staff mentre s’identificano servizi ad hoc di presidio delle due strutture.

Comitato di GestioneDirettore scientifico

Direttore operativo

Portineria Segreteria Portineria Segreteria

Assistenza tecnica

Organizzazioni eventi

Consulenti Vigilanza

Tutor d’impresa

SITO 1 SITO 2

Il sistema di gestione del sistema d’incubazione territoriale

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Riferimenti Sitografia www.i3p.it www.almacube.com www.oxin.co.uk/centre/begbroke www.consorzioarca.it www.polotecnologico.it www.sssup.it www.trentinosviluppo.it www.aiunet.it www.technopolis.fi/ventures/index_en.html www.hceda.org/thecenter/neotech.html www.incubatorefirenze.it www.area.trieste.it www.biclazio.it www.itech.biclazio.it www.bioindustrypark.ue www.vrmmp.it www.envipark.com www.spr.it www.friulinnovazione.it www.kilometrorosso.com www.tecnoparco.org www.venetoinnovazione.it www.sviluppoitalia.it www.servitec.it www.parcoverona.it www.parcoscientifico.ue www.galileopark.it www.vegapark.ve.it www.sardegnaricerche.it www.toscanalifesciences.org www.pstmol.it www.tno.it www.cittadellascienza.it www.umbriainnovazione.it www.pstparma.it www.centuria-rit.com www.pst.kr.it www.tecnopolo.it www.thematicnetwork.com/Toolbox/TN_ToolBoxUserHome.aspx

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Appendice I – Bozza di bando di utilizzo dei

servizi di incubazione per la creazione di nuove

imprese innovative 1] BANDO “INCUBATORE DI SESTO FIORENTINO” INVITO A PRESENTARE DOMANDE DI UTILIZZO DEI SERVIZI DI INCUBAZIONE PER LA CREAZIONE DI NUOVE IMPRESE INNOVATIVE 1. DESCRIZIONE E OBIETTIVO 1.1. L’incubatore di impresa di Sesto Fiorentino, fornisce supporto alle piccole imprese, da costituire e costituite, nella fase di start-up a partire dal momento del concepimento dell’idea imprenditoriale. L'incubatore offre servizi a condizioni agevolate alle imprese incubate. A titolo di esempio, gli ospiti dell'incubatore possono usufruire di:

• Servizi di preincubazione: o Scouting di idee innovative o Team di costruzione o Project management o Produzione, sviluppo e ingegnerizzazione o Due diligence iniziale

• Servizi di incubazione:

o Servizi logistici o Consulenza lavoro o Consulenza legale o Consigli brevettuali o Protezione della proprietà intellettuale o Gestione della contabilità e finanza o Consultivo finanziario o Stesura del business plan o Piano di sviluppo strategico e di business o Sviluppo del modello di business o Vendite e marketing, assistenza al marketing

1 La progressiva integrazione gestionale con la struttura di Brozzi passerà anche dalla

gestione degli ingressi nelle due strutture attraverso un unico bando. In questo senso il presente testo deve essere visto come un benchmark per possibili miglioramenti e

integrazioni dello strumento già utilizzato.

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o Ricerche di mercato o Strategie di ingresso al mercato o Mentori di business

• Servizi di post incubazione:

o Collegamento con soggetti esterni o Collegamenti con partner strategici o Internazionalizzazione

• Servizi trasversali dalla preincubazione alla post incubazione:

o Servizi amministrativi e condivisi o Attrazione di investimenti esterni o Introduzioni a investitori o Strumenti di finanza dedicata o Formazione imprenditoriale

1.2. Gli ospiti dell'incubatore pagano una quota mensile come riportato nella sottostante tabella. Il contratto di incubazione ha validità di un anno, rinnovabile fino ad un massimo di 3 anni.

Tariffa affitto mensile al MQ Anno I

Tariffa affitto mensile al MQ

Anno II

Tariffa affitto mensile al MQ Anno III

12 € 13 € 14 € 1.3. Obiettivo del presente bando è attrarre e selezionare nuove imprese innovative che intendano insediarsi presso l'incubatore. 2. CONDIZIONI DI AMMISSIBILITA’ 2.1. Possono presentare domanda a valere sul presente bando:

• persone fisiche che intendano costituire una nuova impresa; • imprese già esistenti, purché attive da non oltre 1 anno alla data di

presentazione della domanda. 3. DOMANDA DI AMMISSIONE 3.1. I soggetti interessati dovranno presentare la domanda di ammissione come da Modello A allegato. La domanda, corredata dalla documentazione di cui al successivo punto 4, può essere presentata a mano o inviata per posta in modo che pervenga entro il ................, a: Ente ........ via................ città .................

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3.2. La domanda dovrà essere firmata dal presentatore (per le persone fisiche) ed in caso di start-up o spin-off non ancora costituita, la domanda deve essere sottoscritta da tutti i futuri soci o da loro rappresentanti; o dal legale rappresentante della società (per le imprese già esistenti). 3.3. Inoltre i file della domanda e degli allegati dovranno essere inviati per posta elettronica, sempre entro il ................, all’indirizzo: ................................ 3.4. Il Direttore operativo dell’incubatore verifica, almeno una volta l’anno, la disponibilità di spazi dell’incubatore destinati ad ospitare start-up e spin-off. Se tale verifica dà esito positivo, provvede a predisporre apposito bando di gara, che sarà pubblicato sul sito web dell' incubatore. 3.5. Ogni società richiedente entra nel procedimento di ammissione all’atto della domanda di ammissione. Il procedimento si conclude con l’attribuzione (o senza l’attribuzione) dello status di società accreditata e del relativo voto. 4. DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLA DOMANDA 4.1. Le domande dovranno essere corredate dalla seguente documentazione:

• Domande presentate da persone fisiche: o Modello B compilato o Curriculum vitae (max 1 pagina) del presentatore e delle persone

che avranno un ruolo attivo nell’impresa. • Domande presentate da imprese già costituite:

o Modello B compilato o Curriculum vitae (max 1 pagina) degli amministratori e degli altri

eventuali collaboratori che ricoprono ruoli-chiave nell’impresa o Visura camerale recente.

5.CRITERI DI SELEZIONE 5.1. Il Direttore operativo dell’incubatore nomina una Commissione Tecnica per la selezione delle domande composta da almeno 3 membri. 5.2. La commissione convoca il richiedente e valuta in contraddittorio la domanda. Successivamente la Commissione esprime un proprio giudizio collegiale al quale associa un voto da 0 a 100. Per voti inferiori a 60, la domanda si considera respinta. Per voti uguali o superiori a 60, la domanda si considera accolta e la società richiedente acquisisce lo status di società accreditata. Le società accreditate saranno ospitate nell’incubatore sulla base della disponibilità di spazi e della graduatoria. L’ospitalità sarà disciplinata secondo quanto riportato nel Regolamento di Funzionamento dell’incubatore.

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5.3. La Commissione Tecnica esprime il proprio parere entro un termine prefissato di ..........giorni. 5.4. La selezione avverrà ad insindacabile giudizio della Commissione Tecnica del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione, che valuterà le domande sulla base dei seguenti criteri:

• Grado di innovazione dell’idea imprenditoriale • Attrattività del mercato di riferimento • Competenze del management team.

Prima della selezione, i presentatori delle domande potranno essere sentiti telefonicamente o incontrati di persona per chiarire eventuali aspetti dubbi delle domande. 5.5. La Commissione Tecnica redigerà una graduatoria delle domande, senza distinzione tra quelle presentate da persone fisiche e quelle presentate da imprese, dato che l’ammissione all'incubatore è consentita anche a persone fisiche, purché costituiscano l’impresa entro un anno. 5.6. A partire dal mese di ..................., il Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione offrirà l’ammissione ai presentatori delle domande secondo l’ordine di graduatoria. 5.7. Le offerte di ammissione proseguiranno fino alla saturazione degli spazi disponibili. Le domande non accolte saranno tenute in considerazione per successive ammissioni, qualora si liberino altri spazi. Data ............. Per maggiori informazioni: Referente............... Tel. ............. e-mail: .............. Allegati:

• Modello A – Domanda di ammissione • Modello B – Descrizione dell’idea imprenditoriale

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BANDO INCUBATORE DI SESTO FIORENTINO Modello A - domanda di ammissione Nota per la compilazione La domanda è composta da 4 parti:

• Persone fisiche - compilare la Parte A, allegare i documenti descritti nella Parte C 1 e 2, firmare.

• Imprese - compilare la Parte B, allegare i documenti descritti nella Parte C 1, 3 e 4, firmare.

Consegnare a mano o inviare via posta con raccomandata con ricevuta di ritorno a: Incubatore di Sesto Fiorentino Via ........................... città ............................... inoltre spedire via e-mail a: .................................. in modo che pervenga entro e non oltre il ........................ ( farà fede la data di ricevimento) Parte A – Persone fisiche che non hanno ancora costituito un’impresa Nome della costituenda impresa: __________________________________________________ Referente per i contatti futuri con l'incubatore:

Nome: ___________________________________________ Cognome: ____________________________________________ Indirizzo: ____________________________________________ CAP e città: ____________________________________________ Telefono: ____________________________________________ Cellulare: ____________________________________________ E-mail: ____________________________________________ Parte B – Dati dell’impresa già costituita

Ragione Sociale: ____________________________________________ Data di costituzione: ____________________________________________ Indirizzo della sede legale: __________________________________________ CAP e città: ____________________________________________ Telefono: ____________________________________________ Fax: ____________________________________________ E-mail: ____________________________________________

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Partita I.V.A.: ____________________________________________ Legale rappresentante: ____________________________________________ Carica: ____________________________________________ Cellulare: ____________________________________________

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Parte C – Documenti da allegare

• Per tutti: Modello B compilato in tutti i campi • Solo per le persone fisiche: curriculum vitae delle persone che opereranno

all’interno dell’Incubatore se la domanda sarà accettata e degli altri eventuali collaboratori apportatori di competenze-chiave per l’avvio dell’impresa (max. 1 pag. per C.V.)

• Solo per le imprese: curriculum vitae degli amministratori e degli altri eventuali collaboratori che ricoprono ruoli-chiave nell’impresa (max. 1 pag. per C.V.)

• Solo per le imprese: visura camerale recente Parte D – Trattamento dei dati personali

Finalità del trattamento dei dati personali Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs 196/03 “Testo unico sulla Privacy”, si informa che i dati personali da Voi forniti o acquisiti direttamente dall'incubatore nell’espletamento della propria attività formeranno oggetto di trattamento. La finalità del trattamento dei dati personali è legata ad esigenze di tipo istruttorio ed operativo connesse al perseguimento degli scopi istituzionali dell'incubatore e non implicano alcuna valutazione sul merito dell’iniziativa prospettata. Conseguenze dell’eventuale mancato conferimento dei dati e del mancato consenso al trattamento Il conferimento dei dati personali è del tutto facoltativo e non obbligatorio, t uttavia il diniego da parte Vostra a fornire i dati per il trattamento comporterà l’impossibilità per l'incubatoredi valutare qualsiasi ipotesi di collaborazione. Dichiarazione di consenso In relazione all’informativa trasmessa do il consenso previsto dal D.Lgs 196/03 al trattamento dei dati personali da parte del Polo di Sesto all’interno del sistema fiorentino di incubazione nel perseguimento delle sue finalità istituzionali, connesse e strumentali, nonché alla comunicazione e alla diffusione dei dati stessi. Firma del presentatore ___________________________________________________ Firma ___________________________________________________ Firma ___________________________________________________ Firma ___________________________________________________ Firma ___________________________________________________ Data ____________________

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BANDO INCUBATORE DI SESTO FIORENTINO Modello B - Descrizione dell’idea imprenditoriale Completare il documento rispondendo alle domande ed eventualmente aggiungendo altre informazioni ritenute interessanti. La lunghezza massima del documento è di 3 pagine. Nome dell’impresa (costituenda o costituita) L’ idea d’impresa: (è un prodotto o un servizio, funzionamento) L’innovazione: Perché la vostra idea è innovativa? Il mercato di riferimento: chi comprerà il vostro prodotto/servizio (segmenti di clientela, ma anche nomi di clienti, se li conoscete)? Perché i clienti dovrebbero comprarlo? Che vantaggi ne avrebbero? La realizzabilità: il vostro gruppo è in grado di costruire il prodotto o di erogare il servizio? Avete le competenze necessarie? Avete già provato a realizzarlo?

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Appendice II – Bozza di bando per

l’individuazione di fornitori di consulenza

specialistica di servizi di preincubazione

BANDO FORNITORI DI SERVIZI DI PREINCUBAZIONE Bando per l’individuazione di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione per la creazione del “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione” nell’ambito della Provincia di Firenze.

1. PREMESSA

La Provincia di Firenze (di seguito denominata “Provincia”), invita a presentare domanda per la formazione di una “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”(di seguito denominata Lista). Il presente bando disciplina le procedure per la selezione di esperti aventi competenze professionali specialistiche per lo svolgimento di attività di servizi e consulenze per la preincubazione d’impresa.

2. INSERIMENTO NELLA LISTA L’inserimento nella Lista non da luogo a graduatorie pubbliche o private, ad attribuzione di punteggi o altre classificazioni di merito. L’inserimento nella Lista non comporta alcun diritto da parte del fornitore ad ottenere incarichi professionali o collaborazioni presso la Provincia. La Provincia, sulla base dei fabbisogni connessi alle sue attività, verifica preliminarmente la disponibilità di risorse professionali interne alla Provincia medesima. In caso di esito negativo, consulta la Lista di fornitori per individuare candidati che possiedano i requisiti di specializzazione, competenza ed esperienza richiesti. L’iscrizione alla “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”non costituisce validazione alcuna delle competenze dichiarate né costituisce di per sé titolo sufficiente per l’affidamento di incarichi di attività, essendo questi ultimi rimessi alla libera scelta del Beneficiario. L’iscrizione alla Lista ha validità sino al …………………...

3. OBIETTIVI

Il presente bando ha l’obiettivo di individuare erogatori di servizi (di seguito denominati “Fornitori”) per la formazione “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione” La Lista sarà utilizzata dai soggetti

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beneficiari di voucher (di seguito denominati “Beneficiari”)per la scelta dei Fornitori di servizi di consulenza specialistica. Il bando per la concessione dei voucher, che verrà pubblicato successivamente alla divulgazione della suindicata Lista, ha l’obiettivo di promuovere la nascita e la crescita di imprese innovative mediante il sostegno al processo di definizione di nuove idee imprenditoriali e all’avvio di aziende start-up.

4. DOTAZIONE FINANZIARIA

La dotazione finanziaria è pari ad € ……………… (……………/00euro).

5. SOGGETTI PARTECIPANTI La formazione della Lista avviene tramite l’individuazione di soggetti, sia pubblici che privati, organizzati in una qualunque forma tra quelle ammesse dalla legge, aventi residenza e sede legale e operativa nel territorio della Regione Toscana.. I soggetti partecipanti devono dimostrare di possedere comprovata e qualificata competenza ed esperienza nell’attività di consulenza e di servizi avanzati afferenti ad una o più tipologie descritte nel successivo punto 6. L'iscrizione alla Lista può essere richiesta da società in possesso dei requisiti di ordine generale e tecnico di seguito esposti. 5.1 I requisiti di ordine generale per le persone giuridiche sono:

a) iscrizione al Registro delle Imprese presso le competenti Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato ovvero presso i registri professionali dello Stato di provenienza con indicazione della specifica attività di impresa;

b) insussistenza dello stato di fallimento, di liquidazione, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o di qualsiasi altra situazione equivalente secondo la legislazione dello Stato in cui sono stabiliti, o a carico dei quali è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni, oppure versano in stato di sospensione dell'attività commerciale;

c) assenza di procedimenti in corso per l'applicazione di una delle misure di prevenzione di cui all'art. 3 della legge n. 1423 del 27 dicembre 1956 o di una delle cause ostative previste dall'art. 19 della legge n. 575 del 31 maggio 1965;

d) essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;

e) essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;

f) assenza nell'esercizio della propria attività professionale, di errore grave, accertato con qualsiasi mezzo di prova addotto dall'amministrazione aggiudicatrice;

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g) non essersi resi gravemente colpevoli di false dichiarazioni nel fornire informazioni relative ai requisiti di ordine generale, alla capacità economico-finanziaria ed alla capacità tecnica.

Ai fini dell'Iscrizione alla Lista per le persone giuridiche vengono definiti diversi livelli di professionalità, cui corrispondono altrettanti livelli di compenso, soggetti a revisione periodica da parte della Provincia di Firenze:

1) Consulente di 1° livello. 2) Consulente di 2° livello. 3) Consulente di 3° livello.

5.2 I requisiti di ordine tecnico per le persone giuridiche sono: 1) Per Consulenti di 1° Livello: Persone giuridiche che utilizzano professionalità con almeno dieci anni di esperienza in una o più tipologie descritte nel successivo punto 6. 2) Per Consulenti di 2° Livello: Persone giuridiche che utilizzano professionalità con almeno cinque anni di esperienza in una o più tipologie descritte nel successivo punto 6. 3) Per Consulenti di 3° Livello: Persone giuridiche che utilizzano professionalità con almeno tre anni di esperienza in una o più tipologie descritte nel successivo punto 6. Le persone giuridiche che presentano domanda nell’ambito del presente bando devono autocertificare di aver avuto almeno tre clienti per ciascuna delle tipologie descritte nel successivo punto 6 per la quale si propone la propria candidatura. Tutti i requisiti devono essere posseduti alla data di iscrizione alla Lista. La Provincia si riserva la facoltà di verificare in qualsiasi momento il possesso dei requisiti dichiarati dai candidati.

6. TIPOLOGIE DI CONSULENZA RICHIESTA AI FORNITORI DA INSERIRE NEL CATALOGO

L’attività di consulenza e la fornitura di servizi avanzati che i Fornitori accreditati potranno erogare ai Beneficiari di cui al punto 3, riguarda le seguenti tipologie: Servizi di preincubazione 1. Scouting di idee innovative : attività di consulenza per la identificazione e lo screening di idee di impresa ad alto potenziale. L’obiettivo di identificare e valorizzare idee provenienti dal mondo della ricerca universitaria e non potenzialmente suscettibili di nuove applicazioni tecnologiche. In particolare:

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a) Identificazione di alcune idee imprenditoriali presenti nel territorio caratterizzate da innovatività ed alto potenziale di crescita. In questa fase è di particolare interesse il coinvolgimento del mondo universitario e della ricerca quale bacino di innovazione e di tecnologie avanzate: essenziale è la collaborazione con i Dipartimenti dell’Università, e con enti di ricerca per condividere delle azioni concrete di ricerca e sviluppo di nuove idee di business da avviare alle fasi successive. b) eventuali percorsi formativi e di accompagnamento destinati ai

proponenti delle idee imprenditoriali selezionate con l’obiettivo di fornire le basi per la redazione del Business plan finalizzato all’avvio di una nuova impresa.

c) attività finalizzata a guidare il potenziale neoimprenditore nell’approfondimento delle opportunità di business offerte dalla propria idea di impresa: percorsi individuali di orientamento nella raccolta di dati/informazioni e nella definizione delle scelte strategiche, al termine dei quale verranno selezionate le idee con la maggiore potenzialità di mercato e dunque, con le maggiori possibilità di avviare partnership industriali o di intercettare l’interesse degli investitori istituzionali.

2. Analisi preliminare delle idee: analisi della maturità del progetto imprenditoriale in base a due tipologie di parametri:

a) tecnici, per esaminare il contenuto innovativo e la fattibilità dell’idea b) di business per valutarne il potenziale di crescita e l'attrattività commerciale.

3. Stesura del piano di business: attività di consulenza per la stesura del piano di business (business plan). L’attività deve sviluppare i punti necessari alla stesura del business plan e in particolare :

a) analisi del contesto generale in cui si inserisce l’attività imprenditoriale b) definizione della filiera produttiva e individuazione soggetti di interesse c) analisi della concorrenza d) analisi del mercato e) definizione del piano di marketing f) definizione della struttura operativa dell’impresa g) scelta della forma giuridica e determinazione delle cariche sociali h) pianificazione economico-finanziaria.

4. Formazione imprenditoriale iniziale: attività di progettazione ed erogazione di attività di formazione (corsi, master, seminari) per neoimprenditori, erogate da strutture accreditate. La formazione deve almeno avere come obiettivi e contenuti:

a) stimolare la predisposizione degli aspiranti imprenditori ad entrare nel ruolo; b) aiutare il team ad acquisire una maggiore familiarità con la cultura di impresa; c) fornire le conoscenze necessarie sulla Pianificazione d’impresa, quali:

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c.1) definizione dei benefici del prodotto/servizio in relazione alle necessità del mercato; c.2) valutazione del mercato potenziale e della competitività del settore c.3) pianificazione operativa ed economico-finanziaria dell’impresa.

5. Team di costruzione: attività di consulenze per la creazione del team imprenditoriale. In particolare attività riguardanti:

a) team building e team managing: come costruire, motivare e gestire efficacemente i gruppi; b) affinare le abilità di costituzione di team efficaci ed analizzare le modalità mediante le quali gestire e motivare il gruppo di lavoro; c) la cultura di gruppo d) la comunicazione e la leadership a favore dell'integrazione del gruppo e) la gestione delle dinamiche di gruppo: i ruoli tipici dei membri del gruppo, la gestione dei collaboratori e il coordinamento delle attività organizzative f) il ciclo di vita del gruppo: le caratteristiche di ogni fase g) il gruppo come qualità emergente dalle qualità individuali h) le motivazioni del gruppo i) la classificazione e la mappatura delle competenze j) il proprio ruolo: compiti, profili, relazioni k) l’analisi dei risultati l) il processo di selezione del personale m) i sistemi di incentivazione del personale

6. Costituzione dell’impresa: attività di consulenza e di affiancamento al futuro imprenditore per la costituzione dell’impresa. In particolare:

a) pianificazione strategica: creazione della struttura organizzativa (forma giuridica, responsabilità patrimoniale, convenienza fiscale, prospettive economiche e finanziarie dell'attività aziendale, fabbisogno finanziario, pianificazione); b) pianificazione finanziaria (finanza personale, esigenze finanziarie, cassa e capitale circolante, determinazione del fabbisogno finanziario, piano finanziario, previsioni di vendita, previsioni di costo, budget economico, budget del flusso di cassa); c) controllo di gestione (business plan e budget)

7. Project management: attività di consulenze per la realizzazione degli scopi/obiettivi di un progetto imprenditoriale. In particolare:

a) progetto dei processi operativi di una azienda; b) applicazione di conoscenze, attitudini, tecniche e strumenti alle attività di un progetto al fine di conseguirne gli obiettivi; c) il costo, il tempo e lo scopo (nel senso anche della qualità); d) ottimizzare l'allocazione delle risorse e integrare gli input necessari a raggiungere gli obiettivi definiti.

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8. Produzione, sviluppo e ingegnerizzazione: attività di consulenze alla produzione, allo sviluppo ed alla ingegnerizzazione del prodotto dell’impresa. 9. Consulenza brevettuale: attività di consulenza tecnica e legale alla brevettazione. In particolare:

a) licenze e brevetti; b) stime brevettuali; c) loghi; d) industrial design; e) protezione europea; f) consulenza tecnica; g) consulenza legale per la proprieta' industriale; h) consulenza tecnica e legale per copyright; i) protezione marchi,; j) protezione oggetti di design; k) consulenze e servizi pubblicitari; l) protezione di nuovi modelli; m) protezione internazionale; n) consulenza tecnica per brevetti e marchi; o) protezione brevetti; p) protezione marchi dei servizi

10. Finanziamenti: attività di consulenza al reperimento di finanziamenti pubblici e privati, in particolare nei seguenti settori:

a) costituzione d’impresa b) operazioni commerciali o acquisto di materiali, macchine, consulenze, infrastrutture; c) consulenza aziendale; d) consulenza per il reperimento dei finanziamenti pubblici per la stabilizzazione o l’assunzione del personale anche a tempo determinato; e) selezione del personale e loro inserimento all’interno dell’azienda; f) consulenza per la gestione della formazione finanziata del personale a qualunque livello;

11. Due diligence iniziale: attività di consulenza investigativa per analizzare il valore e le condizioni di una impresa o di un ramo di essa. In particolare:

a) analisi di tutte le informazioni relative all’impresa con particolare riferimento a.1) alla struttura societaria e organizzativa, al business e al mercato; a.2) ai fattori critici di successo, alle strategie commerciali; a.3) alle procedure gestionali e amministrative; a.4) ai dati economico-finanziari; a.5) agli aspetti fiscali e legali; a.6) ai rischi potenziali.

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7. MODALITA’ DI INDIVIDUAZIONE DEI FORNITORI La scelta del Fornitore o dei Fornitori presso cui acquistare la consulenza specialistica sarà effettuata da parte dei Beneficiari esclusivamente tra quelli presenti all’interno della Lista. I Beneficiari prenderanno contatti con il fornitore scelto al fine di verificare la disponibilità ad erogare il servizio, i tempi di realizzazione ed i costi da sostenere. (in particolare per la definizione dei costi si rinvia a documento sulla regolamentazione dei costi). Al manifestarsi dell’esigenza di una collaborazione altamente specialistica per la quale non sia stato trovata adeguata professionalità al proprio interno, la Provincia ricerca nell’ambito della Lista e richiede la consulenza. Nella richiesta saranno precisati di volta in volta:

a) l’oggetto dell’incarico; b) i requisiti richiesti per lo svolgimento della prestazione, indicando i relativi

criteri di ricerca; c) la durata dell’incarico; d) il luogo dello svolgimento dell’incarico; e) il compenso per la prestazione.

Qualora a seguito della sopracitata ricerca non emergano figure professionali adeguate alle esigenze, la Provincia può effettuare un ulteriore pubblico avviso.

8. AFFIDAMENTO DEGLI INCARICHI L’affidamento degli incarichi, mediante stipula di contratto ai sensi delle normative vigenti ed il relativo compenso sarà determinato in funzione delle esigenze manifestate dalla Provincia, in relazione agli anni di esperienza ed in relazione alle specifiche attività da espletare e alla relativa durata. All’atto di affidamento dell’incarico, la Provincia si riserva la facoltà di vincolare l’incarico stesso alla verifica e risoluzione di eventuali incompatibilità connesse ad altri incarichi o rapporti professionali.

9. MODALITA’ DI PAGAMENTO DELLA CONSULENZA

Il pagamento della consulenza per l’importo di spesa ammissibile, secondo quanto prescritto dal contratto stipulato tra la Provincia e il Beneficiario, sarà corrisposto al Fornitore da parte del Beneficiario stesso a fronte della completa ed effettiva prestazione dell’attività di consulenza per un importo pari al voucher ed al cofinanziamento a carico del Beneficiario se previsto. Il pagamento è comunque condizionato alla presentazione dei seguenti documenti: - relazione finale del fornitore relativa alla consulenza prestata corredata da timesheet; - consegna degli output della consulenza al Beneficiario; - delibera da parte del Nucleo di Valutazione di procedere al pagamento; - documento fiscale.

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10. TERMINI E MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE La domanda di partecipazione per l’inserimento nella Lista, redatta utilizzando il modello A allegato al presente bando, deve contenere le seguenti informazioni: 1. dati identificativi del soggetto proponente (nominativo, denominazione o ragione sociale, sede legale,codice fiscale/partita IVA); 2. descrizione delle consulenze prestate per ciascuna tipologia, di cui al punto 6 del presente bando; 3. presa visione e accettazione del bando per l’individuazione di fornitori di consulenza specialistica per la creazione della “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”; 4. autorizzazione ai sensi del D.L. 196/2003 al trattamento dei dati personali; 5. dichiarazione per il legale rappresentante del Fornitore:

a. avere il godimento dei diritti civili e politici; b. non essere stato interdetto dai pubblici uffici con sentenza passata in

giudicato c. non avere carichi pendenti e non aver riportato condanne penali d. di non riportare dichiarazioni mendaci, pena l’esclusione e. assenza nell'esercizio della propria attività professionale, di errore grave,

accertato con qualsiasi mezzo di prova addotto dall'amministrazione aggiudicatrice;

f. non essersi resi gravemente colpevoli di false dichiarazioni nel fornire informazioni relative ai requisiti di ordine generale, alla capacità economico-finanziaria ed alla capacità tecnica.

6. dichiarazione per le persone giuridiche: a. iscrizione al Registro delle Imprese presso le competenti Camere di

Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato ovvero presso i registri professionali dello Stato di provenienza con indicazione della specifica attività di impresa;

b. insussistenza dello stato di fallimento, di liquidazione, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o di qualsiasi altra situazione equivalente secondo la legislazione dello Stato in cui sono stabiliti, o a carico dei quali è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni, oppure versano in stato di sospensione dell'attività commerciale;

c. assenza di procedimenti in corso per l'applicazione di una delle misure di prevenzione di cui all'art. 3 della legge n. 1423 del 27 dicembre 1956 o di una delle cause ostative previste dall'art. 19 della legge n. 575 del 31 maggio 1965;

d. essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;

e. essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;

f. assenza nell'esercizio della propria attività professionale, di errore grave, accertato con qualsiasi mezzo di prova addotto dall'amministrazione aggiudicatrice;

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g. non essersi resi gravemente colpevoli di false dichiarazioni nel fornire informazioni relative ai requisiti di ordine generale, alla capacità economico-finanziaria ed alla capacità tecnica.

7. di rendere le precedenti dichiarazioni ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445 e di essere consapevole delle responsabilità penali cui può andare incontro in caso di dichiarazione mendace o di esibizione di atto falso o contenente dati non rispondenti a verità, ai sensi dell’articolo 76 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445. A corredo delle informazioni fornite, il soggetto proponente dovrà, inoltre, allegare:

- il company profile/curriculum vitae da cui si evinca un’esperienza nella specifica tipologia di consulenza di cui al punto 6;

- eventuale altra documentazione atta a dimostrare il possesso della professionalità e dell’esperienza richieste;

- curriculum vitae del personale coinvolto nell’erogazione della consulenza che dimostri gli anni di esperienza dichiarati per l’inserimento dell’organizzazione nei diversi livelli previsti dal bando.

La domanda di partecipazione alla “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione” dovrà essere spedita a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnata a mano al seguente indirizzo: ……………………………………………………………….. La domanda dovrà pervenire entro e non oltre il ……………………… (fa fede il timbro postale).

11. ISTRUTTORIA DELLE DOMANDE

Le domande pervenute saranno esaminate da un apposito Nucleo di Valutazione che verificherà la sussistenza delle seguenti condizioni di accoglibilità:

- esame della completezza della documentazione presentata; - esperienza almeno biennale nella specifica tipologia di consulenza di cui

al punto 6; Nel caso di domanda carente il Nucleo di Valutazione potrà richiedere al partecipante di integrare la domanda. Accertata l’accoglibilità formale, il Nucleo di Valutazione procederà alla valutazione della competenza ed esperienza maturata nei settori d’interesse e dei requisiti richiesti dal presente bando.

12. CATALOGO PROVVISORIO E DEFINITIVO Conclusa entro 30 giorni la procedura istruttoria, il Nucleo di Valutazione predisporrà il “Lista provvisoria di fornitori di consulenza specialistica di servizi di

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preincubazione” e l’elenco dei soggetti non ammessi che saranno pubblicati sul sito web della Provincia: www.provincia.firenze.it Entro 15 giorni, gli interessati potranno inviare al Nucleo di Valutazione le eventuali opposizioni, valutate le quali, lo stesso deciderà entro 8 giorni e provvederà alla pubblicazione, con le stesse modalità, della “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”. Tale pubblicazione varrà quale notifica dell’inclusione dei partecipanti alla Lista.

13. OBBLIGHI DEI FORNITORI I fornitori, in aggiunta a quanto specificato nei precedenti articoli, sono tenuti a: a) assicurare la puntuale e precisa realizzazione delle attività di consulenza,

nel rispetto dei termini ed in conformità a quanto previsto nel presente bando;

b) produrre rendiconti periodici sull’attività di consulenza svolta secondo le modalità ed i termini stabiliti dal Nucleo di Valutazione;

c) partecipare alle riunioni di monitoraggio in itinere e finale organizzate dalla Provincia;

d) assicurare la riservatezza di tutte le informazioni, i documenti, gli atti ed i dati di cui vengano a conoscenza durante l’espletamento della consulenza;

e) conservare tutta la documentazione relativa alla consulenza fornita e metterla a disposizione del Nucleo di Valutazione su semplice richiesta di quest’ultimo;

f) valutare in modo oggettivo e senza preclusione alcuna le richieste di assistenza formulate dai Beneficiari.

Infine, il Nucleo di Valutazione si avvale della facoltà di valutare i Fornitori sulla base di un’attività di “customer satisfaction” svolta da parte dei Beneficiari.

14. RINUNCIA I Fornitori, qualora intendano rinunciare al loro inserimento nella Lista, dovranno darne immediata comunicazione al Nucleo di Valutazione, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. La rinuncia determina l’immediata cancellazione del Fornitore dalla Lista, ma essa non produce alcun effetto in relazione alle attività in corso di svolgimento alla data di comunicazione della rinuncia le quali devono essere portate regolarmente a conclusione.

15. REVOCHE L'inserimento nella “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”. sarà evocato, con atto del Nucleo di Valutazione, in caso di:

- mancato rispetto degli obblighi di cui al punto 13; - non veridicità riscontrata nelle dichiarazioni o informazioni rese; - mancato rispetto delle condizioni previste dal contratto di consulenza;

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- ripetuta presenza di prestazioni ritenute non soddisfacenti da parte del Beneficiario emerse in seguito all’attività di monitoraggio e di customer satisfaction;

La revoca determina l’immediata cancellazione del Fornitore dalla Lista.

16. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Responsabile del procedimento è …………………. Il procedimento verrà svolto, secondo il presente bando, dal Nucleo di Valutazione presieduto da ………………………..

17. NUCLEO DI VALUTAZIONE Nucleo di Valutazione è presieduto da ……….. e composto da ………………………..

18. INFORMATIVA AI SENSI DELL'ART. 13 DELLA LEGGE N. 196/2003 Ai sensi di quanto previsto dall’art. 13) della legge 196/2003 la Provincia informa che i dati personali dei soggetti partecipanti di cui verrà in possesso attraverso il presente bando verranno utilizzati solo ed esclusivamente nell’ambito di quei trattamenti, automatizzati o cartacei, strettamente necessari all’espletamento delle attività necessarie all’attuazione dell’attività oggetto del presente bando. Il trattamento di detti dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e nel rispetto delle norme di sicurezza.

19. PUBBLICITA’ DELLA PROCEDURA Copia integrale del presente bando e del Modello A allegato è disponibile sul sito web della Provincia al seguente indirizzo: www.provincia.firenze.it Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a ……………………………… Data _____________

Firma ______________________________________

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Allegato

DOMANDA DI PARTECIPAZIONE

BANDO FORNITORI DI SERVIZI DI PREINCUBAZIONE Bando per l’individuazione di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione per la creazione del “Catalogo di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione” nell’ambito della Provincia di Firenze. Modello A

Spett.le

Provincia di Firenze Palazzo Medici Riccardi

Via Cavour n.1, 50129 Firenze

_l_ sottoscritt__ Nome Cognome

nat__a_Prov. il In qualità di: Eventuale denominazione/ragione sociale: Sede dell’attività: Via/Piazza_________________________________ nr. Comune ___________________ Prov. ___________________ CAP ___________________ Tel. ___________________ Cell. ___________________ Fax ___________________

E-mail

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Partita IVA Codice Fiscale Numero di dipendenti Numero di collaboratori

(1 )Specificare se in qualità di legale rappresentante, libero professionista, etc.

CHIEDE di essere inserito nella “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”

A TAL FINE DICHIARA a) di aver maturato esperienza nell’erogazione di servizi di consulenza specialistica afferenti alle seguenti tipologie di servizi, per i quali si chiede l’inclusione nella Lista:

□ Scouting di idee innovative : attività di consulenza per la identificazione e lo screening di idee di impresa ad alto potenziale.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Analisi preliminare delle idee: analisi della maturità del progetto imprenditoriale

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Team di costruzione: attività di consulenze per la creazione del team imprenditoriale.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Costituzione dell’impresa: attività di consulenza e di affiancamento al futuro imprenditore per la costituzione dell’impresa.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

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□ Stesura del piano di business: attività di consulenza per la stesura del piano di business (business plan).

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Project management: attività di consulenze per la realizzazione degli scopi/obiettivi di un progetto imprenditoriale, (progetto dei processi operativi di una azienda).

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Produzione, sviluppo e ingegnerizzazione: attività di consulenze alla produzione, allo sviluppo ed alla ingegnerizzazione del prodotto dell’impresa.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Due diligence iniziale: attività di consulenza investigativa per analizzare il valore e le condizioni di una impresa o di un ramo di essa. Consiste nell’analisi di tutte le informazioni relative all’impresa con particolare riferimento alla struttura societaria e organizzativa, al business e al mercato, ai fattori critici di successo, alle strategie commerciali, alle procedure gestionali e amministrative, ai dati economico-finanziari, agli aspetti fiscali e legali, ai rischi potenziali, ecc.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Formazione imprenditoriale iniziale: attività di progettazione ed erogazione di attività di formazione (corsi, master, seminari) per neoimprenditori, erogate da strutture accreditate.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Consulenza brevettuale: attività di consulenza tecnica e legale alla brevettazione. In particolare:

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

□ Finanziamenti: attività di consulenza al reperimento di finanziamenti pubblici e privati.

Numero anni di esperienza (dal – al): Riportare nominativo di almeno 3 clienti e oggetto consulenza:

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b) di aver eseguito le seguenti attività per l’erogazione di consulenza specialistica in: (con riferimento a quanto indicato al punto a) Indicare di seguito le commesse che si ritengono più significative per ciascuna tipologia di consulenza riproponendo,eventualmente, il format della Scheda).

SCHEDA N.__ TIPOLOGIA DI CONSULENZA COMMITTENTE N.1 Nominativo/denominazione sociale Sede legale Settore di attività del committente Periodo di svolgimento della consulenza (dal – al) ATTIVITÀ SVOLTA Specificare il servizio di consulenza, gli obiettivi, i risultati conseguiti e i tempi di erogazione della consulenza con indicazione della data di avvio e di conclusione (max ½ pag.). COMMITTENTE N.2 Nominativo/denominazione sociale Sede legale Settore di attività del committente Periodo di svolgimento della consulenza (dal – al) ATTIVITÀ SVOLTA Specificare il servizio di consulenza, gli obiettivi, i risultati conseguiti e i tempi di erogazione della consulenza con indicazione della data di avvio e di conclusione (max ½ pag.). COMMITTENTE N.3 Nominativo/denominazione sociale Sede legale Settore di attività del committente Periodo di svolgimento della consulenza (dal – al) ATTIVITÀ SVOLTA Specificare il servizio di consulenza, gli obiettivi, i risultati conseguiti e i tempi di erogazione della consulenza con indicazione della data di avvio e di

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conclusione (max ½ pag.). c) di aver preso visione e di accettare il bando per l’individuazione di fornitori di consulenza specialistica per la creazione della “Lista di fornitori di consulenza specialistica di servizi di preincubazione”. d) di autorizzare ai sensi del D.L. 196/2003 al trattamento dei dati personali, consapevole che la Provincia si impegna ad utilizzare i dati di cui alla presente domanda di partecipazione e di ogni altro dato fornito o prodotto esclusivamente solo ed esclusivamente nell’ambito di quei trattamenti, automatizzati o cartacei, strettamente necessari all’espletamento delle attività necessarie all’attuazione dell’attività oggetto del Bando; e) dichiara inoltre di (dichiarazione per il legale rappresentante del Fornitore):

□ avere il godimento dei diritti civili e politici;

□ non essere stato interdetto dai pubblici uffici con sentenza passata in giudicato;

□ non avere carichi pendenti e non aver riportato condanne penali;

□ di non riportare dichiarazioni mendaci, pena l’esclusione;

□ assenza nell'esercizio della propria attività professionale, di errore grave, accertato con qualsiasi mezzo di prova addotto dall'amministrazione aggiudicatrice;

□ non essersi resi gravemente colpevoli di false dichiarazioni nel fornire informazioni relative ai requisiti di ordine generale, alla capacità economico-finanziaria ed alla capacità tecnica.

f) dichiara inoltre:

□ iscrizione al Registro delle Imprese presso le competenti Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato ovvero presso i registri professionali dello Stato di provenienza con indicazione della specifica attività di impresa;

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Estremi dell’iscrizione:

□ insussistenza dello stato di fallimento, di liquidazione, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o di qualsiasi altra situazione equivalente secondo la legislazione dello Stato in cui sono stabiliti, o a carico dei quali è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni, oppure versano in stato di sospensione dell'attività commerciale;

□ assenza di procedimenti in corso per l'applicazione di una delle misure di prevenzione di cui all'art. 3 della legge n. 1423 del 27 dicembre 1956 o di una delle cause ostative previste dall'art. 19 della legge n. 575 del 31 maggio 1965;

□ essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;

□ essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;

□ di non riportare dichiarazioni mendaci, pena l’esclusione;

□ assenza nell'esercizio della propria attività professionale, di errore grave, accertato con qualsiasi mezzo di prova addotto dall'amministrazione aggiudicatrice;

□ non essersi resi gravemente colpevoli di false dichiarazioni nel fornire informazioni relative ai requisiti di ordine generale, alla capacità economico-finanziaria ed alla capacità tecnica.

g) di rendere le precedenti dichiarazioni ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445 e di essere consapevole delle responsabilità penali cui può andare incontro in caso di dichiarazione mendace o di esibizione di atto falso o contenente dati non rispondenti a verità, ai sensi dell’articolo 76 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445. ALLEGA

□ fotocopia di un valido documento di identità;

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□ iscrizione al Registro delle Imprese presso le competenti Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato ovvero presso i registri professionali dello Stato di provenienza con indicazione della specifica attività di impresa;

□ company profile/curriculum vitae;

□ curriculum vitae del personale coinvolto nell’erogazione della consulenza che dimostri gli anni di esperienza dichiarati per l’inserimento dell’organizzazione nei diversi livelli previsti dal bando;

□ eventuali allegati (altra documentazione atta a dimostrare il possesso dei requisiti prescritti).

Data _____________

Firma ______________________________________

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INDICE ALLEGATI

Allegato 1 – Mappatura dei servizi degli incubatori italiani ed esteri

Allegato 2 – Mappatura dei prezzi dei servizi degli incubatori

Allegato 3 – Sintesi dei bandi di finanziamento della Regione Toscana e individuazione di possibili fonti di finanziamento per le attività dell’incubatore