Upload
lamque
View
224
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
28/05/14
1
Discomunicazione:
la Menzogna
Cos’è la comunicazione?
La comunicazione, in qualità di atto comunicativo, può essere definita come: ‘uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, capace di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali appartenenti ad una cultura di riferimento’.
L’intenzione Intenzione globale: intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario. In questo senso l’intenzione globale dell’individuo costituisce un confine e un incrocio fra: il suo mondo interno (ciò che egli intende dire e mostrare all’interlocutore); il mondo esterno (la realtà di cui si parla e che viene manifestata); il messaggio prodotto (ciò che viene detto attraverso l’impiego di un dato sistema di segnalazione e che è rivolto a un determinato destinatario).
Gradualità dell’intenzione L’intenzione globale di comunicare qualcosa a qualcun altro non rappresenta un meccanismo dicotomico del tipo «on-off», ma è caratterizzata da una graduazione articolata al proprio interno. L’intenzione comunicativa non è un’entità discreta (a blocchi), ma è una variabile continua, in grado di generare un processo asintotico di sfumature. Questa gradualità intenzionale consente ai partecipanti di mettere regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni (comunicazione focalizzata). (Forza, gerarchia, pars pro toto…)
Gradualità dell’intenzione
Questa gradualità delle intenzioni comunicative rende particolarmente complesso l’atto comunicativo poiché: • necessita di una precisa regia cognitiva ed emotiva; • è soggetta a sfumature, incertezze e ambiguità.
• riguarda una gamma indefinita di situazioni umane (contesti politici, ambienti industriali, scolastici, giudiziari, ospedalieri ecc.).
• concerne un numero esteso di forme comunicative (ironica, seduttiva, ecc.).
L’opacità intenzionale
Pluralità e gradualità intenzionale implicano opacità intenzionale: l’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un gesto, è limitata, parziale e sfumata. Si può parlare anche di copertura o velatura intenzionale: L’intenzione comunicativa dell’attore è diversa dall’intenzione espressiva. È necessario un lavoro inferenziale da parte del destinatario che ha la possibilità di scegliere un certo percorso di senso anziché un altro.
28/05/14
2
Una definizione di discomunicazione
Una comunicazione in cui aspetti impliciti e indiretti prevalgono su quelli espliciti e diretti (è maggiore l’opacità intenzionale). È un dire per non dire: c’è uno scarto rilevante fra il detto e il non detto, l’intenzione comunicativa del parlante è diversa da quella espressiva. Il partner ha la responsabilità di disambiguare e scegliere un certo percorso di senso piuttosto che un altro. Quali sono i vantaggi della discomunicazione? • Aumentano i gradi di libertà dei partecipanti;
• È un’opportunità e una competenza in termini di efficacia comunicativa (comunicazione intrigante).
Discomunicazione: come?
Ironia Seduzione
Menzogna
Cosa sappiamo dell’ironia?
• Cosa vuol dire fare dell’ironia?
• C’è un solo tipo di ironia?
• Perché usiamo l’ironia?
La comunicazione ironica
Nella prospettiva tradizionale: Ironia è figura retorica basata sull’antifrasi (esprimere un enunciato per fare intendere l’opposto del suo significato letterale). In psicologia della comunicazione: L’ironia è l’inversione semantica fra il significato letterale (manifesto) di un enunciato e il suo significato implicito (latente).
Comunicazione ironica = comunicazione obliqua Mostra ciò che nasconde; nasconde ciò che dice
Dire per non dire
La ‘famiglia’ delle ironie
• Ironia sarcastica (blame by praise): disprezzare il partner attraverso parole di elogio.
• Ironia bonaria (praise by blame): elogiare il partner facendo ricorso a frasi di critica.
• Ironia socratica: modo di comunicare elegante per mettere in discussione mode e dogmi senza sbilanciarsi né compromettersi.
• Ironia scherzosa (o giocosa): si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare eventualmente una situazione tesa.
Funzioni psicologiche dell’ironia
• Rispetto delle convenzioni (aggirare la censura in modo culturalmente corretto): strategia indiretta ed efficace per “cogliere nel segno” in modo implicito, senza trasgredire le norme e gli standard previsti dal sistema cultura di appartenenza (humour inglese).
• Confine di riservatezza (proteggere lo spazio personale): strategia utile per proteggere la propria riservatezza (privacy), evitando i rischi dell’esposizione di sé sia in contesti di intimità sia in determinati ambiti pubblici.
• Ambiguità relazionale (rinegoziare i significati): paradosso: per essere meglio intesi occorre essere “fraintesi”.
28/05/14
3
Script ironico
Successione di azioni e di mosse finalizzate a conseguire un certo esito. Quattro fasi distinte: • Premessa : bagaglio di conoscenze reciproche
interpersonali condivise dagli interlocutori; orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare lo scambio ironico successivo.
• Evento focale: elemento induttore e antecedente della comunicazione ironica.
• Commento ironico: manifestazione di una determinata intenzione comunicativa da parte dell’autore.
Script ironico
• Effetto ironico: prodotto dal modo in cui il commento ironico è interpretato da parte del destinatario. Tre possibili contromosse:
• Fra in tend imento (mancata a t t r ibuz ione d i
un’intenzione differente dal significato letterale all’enunciato; il commento ironico non viene colto);
• Disconoscimento (il partner comprende il senso ironico, ma decide di fermarsi al significato letterale);
• Touché (la comunicazione ironica arriva a bersaglio colpendo l’ironizzato).
Cosa sappiamo della seduzione?
• Cosa vuol dire sedurre?
• Come si seduce?
• Con quale scopo seduciamo?
La comunicazione seduttiva
La vicinanza e la distanza fisica e psicologica fra gli individui sono oggetto di un complesso sistema di regolazione che non risulta mai né definitivo né stabile, ma che è suscettibile di continue variazioni e oscillazioni. La seduzione è una sequenza strategica e intenzionale di mosse il cui scopo è quello di attrarre (anche sul piano sessuale) un’altra persona. L’esito sperato è quello di una notevole riduzione della distanza psicologica fra due individui, al fine di creare una relazione.
La danza del corteggiamento
“Dall’essere qualunque all’essere qualcuno”, è un reciproco gioco di seduzione che prevede: • Individuare e selezionare un partner attraente e
interessante;
• Stabilire il contatto con il potenziale partner attraverso opportune strategie di esibizione, al fine di farsi notare, di catturare la sua attenzione e di farsi scegliere a sua volta;
• Stabilire un reciproco avvicinamento per instaurare una relazione di intimità attraverso la riduzione progressiva del grado di incertezza;
• Decidere di mantenere il legame in una cornice di relativa stabilità.
Cosa sappiamo della menzogna?
• Che cos’è?
• Esiste un solo tipo di menzogna?
• Che ruolo hanno mentitori e destinatari?
28/05/14
4
La comunicazione menzognera
La menzogna è un atto comunicativo, consapevole e deliberato di ingannare un altro che non è consapevole e che non desidera essere ingannato. Tre proprietà essenziali: • Falsità del contenuto espresso;
• Consapevolezza di tale falsità;
• Intenzione di ingannare il destinatario.
La ‘famiglia’ degli inganni
• Omissione (il parlante omette di fornire al partner alcune
informazioni essenziali per gli scopi di quest’ultimo);
• Occultamento (il parlante nasconde alcune informazioni divergenti o secondarie per fargli assumere false credenze);
• Falsificazione (il parlante deliberatamente invia al partner informazioni che sa essere false):
• Mascheramento (il parlante cela informazioni importanti e pertinenti, fornendo al partner altre informazioni false).
Ma i fenomeni ingannevoli costituiscono un continuum dai confini sfumati, in cui uno sfuma nell’altro sulla base di una certa ‘somiglianza di famiglia’.
La ‘famiglia’ degli inganni
• Menzogne preparate: menzogne studiate nei dettagli,
con l’elaborazione di risposte accettabili a fronte di un’eventuale indagine da parte del destinatario. Si tratta di menzogne ad alto contenuto come alta è la posta in gioco (la faccia, l’onore, la dignità e la relazione).
• Menzogne impreparate: le diciamo quando siamo colti
sul fatto, le improvvisiamo al momento. Spesso sono menzogne convenzionali e quotidiane. Sono menzogne a basso contenuto e a basso rischio (es. menzogne di cortesia).
La ‘famiglia’ degli inganni
• Menzogne cooperative (altruistiche): dette per
proteggere o aumentare le risorse psicologiche del destinatario, per tutelare i suoi interessi e la sua immagine personale, per evitargli una situazione di imbarazzo e per incrementare le sue emozioni positive.
• Menzogne non cooperative (egoistiche): messe in atto
per proteggere in modo egoistico gli interessi del mentitore, a scapito e danno del destinatario. Es. evitare rimproveri e punizioni, critiche imbarazzanti, disprezzo e disapprovazione o vitare di perdere la faccia e la dignità. Oppure ottenere un vantaggio per sé e il proprio gruppo a danno di altri.
Menzogna come ‘gioco a due’
Mentitore: abile vs ingenuo (attenzione, non sono categorie dicotomiche!) • Il mentitore abile: è in grado di far apparire il falso come
verosimile, poche differenze comunicative tra verità e menzogna, buon livello di controllo delle proprie competenze cognitive, emotive e sociali. Nel corso della menzogna mantiene un’efficace regia della situazione e un valido controllo nei confronti dell’interlocutore.
• Il mentitore ingenuo: manifesta comportamenti incongrui e produce una serie di indizi di trapelamento (leakage) per un eccesso o per mancanza di controllo. In entrambi i casi, finisce per tradirsi e per insospettire l’interlocutore.
Menzogna come ‘gioco a due’
Destinatario: acquiescente vs sospettoso (attenzione, non sono categorie dicotomiche!) • Il destinatario sospettoso: in base a qualche indizio può
insospettirsi e incominciare a porre delle domande indagatrici per accertare ciò che dice l’interlocutore e per smascherare il suo inganno. Pone domande sempre più precise, verificando la corrispondenza dei fatti, facendo inferenze, giungendo talvolta fino a un vero e proprio interrogatorio.
• Il destinatario acquiescente: accetta per veritiero ciò che dice il mentitore, guidato dall’inclinazione per la verità (truth bias), da un elevato livello di credulità o anche dal desiderio di evitare conflitti o separazioni.
28/05/14
5
Riconoscere la menzogna
• Come mentiamo?
• Quali strategie utilizziamo?
• Siamo in grado di riconoscere una menzogna?
• Cosa osserviamo in una persona per capire se mente?
• Su quali indizi ci concentriamo?
Riconoscere la menzogna: CV
• Ambiguità e prolissità: elevato numero di modificatori con valenza dubitativa (circa, quasi, forse, ecc.), livellatori (tutti, nessuno ecc.) e predicati epistemici (penso, suppongo, credo ecc.), frasi lunghe e contorte, alta variazione nella scelta delle parole e grande impiego di informazioni secondarie irrilevanti. Per contro, scarsi riferimenti contestuali di natura percettiva e spazio-temporale.
• Assertività ed evitamento ellittico: forme elusive e reticenti per esprimersi. Frasi brevi, di natura nominale e sintatticamente incomplete (soggetto e predicato impliciti); pause piene e vuote frequenti e lunghe; tempi di latenza per le risposte lunghi.
• Impersonalizzazione: limitato numero di autoriferimenti, ricorso frequente a terze persone, elevato uso di forme impersonali (si dice, noi).
Riconoscere la menzogna: CNV
• Prossemica Intima Personale Sociale Pubblica
• Aptica
• Voce Riflessi (es. starnuto, tosse…) Extralinguistico (anatomia) Paralinguistico
Tono (es. acuto o grave) Intensità (volume, enfasi) Tempo (velocità e pause)
• Volto Espressioni facciali Sorriso Sguardo
Direzione Durata Contatto/evitamento Fissazione
• Gesti Facciamo un esercizio!
Esercitazione: I Gesti
Dividiamoci in 8 gruppi e immaginiamo di essere protagonisti in una di queste situazioni: 1. Racconto autobiografico: vacanza 2. Racconto informativo: iscrizione all’università 3. Racconto informativo: illustrazione di un percorso 4. Fiaba a un bambino 5. Comizio politico 6. Promoter in un supermercato 7. Esposizione di una tesi 8. Colloquio di lavoro Quali gesti produrremmo? Disegniamoli e descriviamoli!
20 minuti!!!
Riconoscere la menzogna: I Gesti
• Gesti Iconici/Illustratori (anche metaforici) Motori
Ritmici Autocontatti
Deittici Simbolici Pantomima
Come li misuriamo? Estensione spaziale (quanto spazio?) Estensione temporale (durata) Fluidità (continuità) Forza (accelerazione) Animazione globale Ripetizione
Impegno cognitivo nella menzogna
• Inventare una storia e monitorarne la fabbricazione così che sia plausibile e credibile;
• Ricordarsi ciò che hanno detto e a chi lo hanno detto; • Monitorare e controllare il comportamento allo scopo di
apparire onesti all'interlocutore; • Monitorare attentamente le reazioni dell'interlocutore per
valutare se egli stia credendo o no alla loro menzogna; • Adattare il proprio comportamento e l’eventuale ‘strategia’
alle reazioni dell’interlocutore;
• Sopprimere la verità mentre fabbricano la menzogna.
28/05/14
6
Possiamo usare il carico cognitivo?
Se ai mentitori servono più risorse cognitive che agli interlocutori sinceri, essi avranno meno risorse cognitive a disposizione. Cosa succede se aggiungiamo ulteriore carico? • I mentitori potrebbero gestire peggio il nuovo compito
assegnato;
• I mentitori avrebbero ancora meno risorse per attivare tutti i meccanismi di monitoraggio e controllo che gli permettono di essere efficaci;
Per noi diventa più facile trovare indizi di smascheramento!
Altre variabili in gioco
• Stato emotivo • Arousal • Motivazione
Stretta interconnessione, nessuno di questi fattori può essere preso in considerazione separatamente!
• Tipo di menzogna • Situazione • Livello di rischio • Mentitore • Destinatario
Indizi di smascheramento: CNV
• Blinking • Evitamento dello sguardo
• Sorriso • Movimenti del corpo
• Gesti • Illustratori • Autocontatti
• Estremità (dita, piedi…)
• Postura • Cambi di postura
• Procedure sperimentali
• Ricerche su campo
• Pattern di comportamento vs indizi singoli
• Nuove tecnologie
• Codifica • Analisi
Come possiamo migliorare?