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DOCUMENTI PER SERVIRE ALLA STORIA DI AFRAGOLA

Nell'Archivio della Chiesa Parrocchiale di S. Maria d'Ajello ad Afragola, insieme con polverosi registri di battesimi, di defunti e di matrimoni, dei quali il più antico, ma anche sgualcito e roso dai tarli, risale al 1566, si trova un manoscritto ricco di notizie riguardanti Afragola e in particolare la Chiesa di S. Maria. Il manoscritto è rilegato in cartapecora; la rilegatura o guardia del manoscritto si chiude a mo' di borsa; ancora visibile il piccolo foro posto al centro della parte terminale della borsa, a forma di triangolo isoscele; evidentemente a questo foro veniva agganciata una fustella di cuoio che partiva dall'altra parte della guardia; infatti è ancor individuabile una macchia color marrone che fa supporre dell'esistenza di questa fustella. Sul dorso troviamo borchiette di cuoio fissate con attaccature fatte di liste di cuoio incrociate a forma di due x; sulla borchia centrale le liste discendenti sono staccate; una fustella di cuoio, che fa parte integrante della borchia centrale, giunge fino al centro del piatto a cui evidentemente era legata (ancora visibile al centro il piccolo foro in cui veniva inserita la linguetta posta nella parte terminale della fustella di cuoio). Il manoscritto è cartaceo, della seconda metà del XIX secolo, come si può rilevare da molti indizi interni. E' anonimo. Fino a questo momento, sebbene siano state fatte accurate ricerche, non si può stabilire con certezza se attribuirlo ad un prete che operava nella parrocchia o ad un parroco pro tempore. La cura, che il redattore del manoscritto ha posto nel trascrivere con puntigliosità le congrue di cui godeva la Parrocchia di S. Maria, ci deve far supporre che il compilatore del documento sia stato un parroco che si preoccupava di documentare o di lasciare al suo successore una prova giuridica e documentaria insieme dei benefici di cui la chiesa era fruitrice, e ciò specialmente nel caso in cui privati o enti avessero voluto adire le vie legali per mettere in forse gli stessi benefici di cui godeva la chiesa. Il manoscritto consta di 51 carte. La prima è scritta solo sul recto mentre il verso è bianco. Dalla seconda carta possiamo notare una numerazione in alto a destra scritta a penna che arriva fino alla carta 17r. Sono bianche le carte 4v fino a 9v; sono ancora bianche le carte 20v a 24v, 26r a 32v. I fogli di carta fino a 32v sono rigati mentre da 33r sono senza righe. Il manoscritto in questione si può dividere in due parti: la prima contiene l'enumerazione circostanziata di tutte le congrue che la Chiesa Parrocchiale di S. Maria godeva nella seconda metà del XIX secolo; la seconda parte che ha per titolo «Parte ecclesiastica del Comune» è una specie di cronistoria di notizie concernenti l'attività pastorale della chiesa. Oltre a questo ci sono anche trascrizioni di lapidi che ancora oggi esistono nella chiesa stessa e la descrizione dell'attività di congregazioni laiche che affiancavano il lavoro che la chiesa stessa svolgeva. Ora non è il caso di pubblicare tutto il manoscritto, ma mi limiterò a trascrivere soltanto un passo molto significativo. Il testo di questo passo è il seguente: «In Afragola vi sono tre parrocchie, delle quali la più popolata e quella che si crede anche la più antica è S. Maria d'Ajello, giacché è vecchia tradizione che questa chiesa fosse succeduta a quella di S. Martino, quando il paese per la prima volta fu edificato vicino alla contrada denominata la Regina, siccome dicemmo, e che il suolo denominato d'Ajello, ove fu fabbricata, si apparteneva alla Cappella del Presepe nella medesima, e che noi comunemente diciamo S. Giuseppe, e che tale Cappella esisteva prima che si innalzasse la chiesa; questa opinione acquista tutta la certezza per una iscrizione che trovasi nello introspetto della medesima, e precisamente nel muro piano superiore alla

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sua porta minore. La edificazione dunque di questa parrocchiale chiesa, secondo quanto troviamo scritto in alcune memorie, si vuole avvenuta nel 1198 regnante lo Imperatore e Re Enrico VII (sic) Svevo, marito dell'imperatrice, e Regina Costanza, ultimo rampollo della Famiglia Normanna». L'estensore del documento fa riferimento ad alcune memorie, di cui purtroppo non abbiamo notizie, perché molto probabilmente il compilatore del manoscritto si è affidato più a racconti orali che a documenti di un certo valore storico. Inoltre della iscrizione «che trovasi nello introspetto della medesima» chiesa non si ha più traccia, per quante ricerche si siano fatte. Il documento può essere utilizzato dallo storico per ricostruire la topografia di Afragola nel secolo scorso. Infatti leggiamo questo passo molto significativo: «La Parrocchia si pose nel possesso delle due moggia di territorio site Viocciola di Setola confinanti ad oriente con i beni del sig. Falchetto di Napoli ad occidente con i beni di Gennaro Giacco, a mezzogiorno co' beni dei figli del fu sig. Tommaso Amabile, a settentrione coi beni del sig. Vincenzo Majello»; e si legga ancora questo passo: «E tale capitale è ipotecato sulle case di Pasquale Mosca luogo d. "pagliaia"» ed ancora: «poi si mise in possesso (scilicet la chiesa di S. Maria) dei 2 bassi e delle 2 camere site nel cortile di Federico de Maso, strada S. Maria che al presente sono state date in fitto anche con l'altro casamento sito nella stessa Piazza S. Maria» «Michele Cimino, ed Anna Coppola sua moglie devono pagare annui carlini 18 fruttato di ducati venticinque ipotecati su un basso due case, che possiede nel vicolo di S. Veneranda lasciati da Stefano Balsamo», «si possiede dalla Parrocchia una casa nel luogo detto S. Giovanni, che ora sta in fitto ducati 6 e fu demolita dal Municipio per lo ampliamento della pubblica piazza dando lire 281 secondo l'apprezzo, e furono impiegate sul Gran Libro» «Il fu Filippo Pelella ha lasciato al parroco pro tempore un basso con una piccola cantina, che sporge al largo di S. Leonardo addetto ad uso di speziaria collo stiglio, scatole, e bilancie» e le citazioni potrebbero ancora continuare. Il manoscritto, poi, potrebbe servire per rifare la storia dei Notariato operante a Napoli e ad Afragola. Infine, se il documento viene utilizzato insieme con altri manoscritti di altri archivi parrocchiali delle nostre zone molto probabilmente si ricostruirebbe la storia della spiritualità popolare, della devozione e del culto che erano molto sentiti nel secolo scorso nelle nostre terre. In un secondo momento il documento in questione sarà pubblicato per intero con un commento e con delucidazioni.

LUIGI PICCIRILLI (*) Il documento è stato utilizzato da G. Capasso nella sua «Storia di Afragola».

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PER UN EMINENTE STUDIOSO INGLESE Il chiar/mo Professor A. Bullock dell'Università di Leeds - che per primo ha fatto conoscere l'Istituto di Studi Atellani in tutte le Università inglesi - conduce delle ricerche su Vittoria Colonna per un lavoro di prossima pubblicazione in Italia. Egli cerca notizie sul sig. Luigi Addizza, che nel 1892 era Ufficiale Postale a S. Arpino (o Arpino di Napoli o di Frosinone?) e che fu in contatto epistolare con Domenico Tordi, uno dei primi biografi della Poetessa italiana. Chiunque avesse notizie riguardanti L. Addizza è pregato di darne sollecita e cortese comunicazione all'Istituto.