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INCAPACEMENTE

DESIDERO

GxG SABATO 24 NOVEMBRE - PADOVA

TRA LE TRAME DELLA MIA VITA:

QUALE SCELTA MI CAPITA DI FARE PIÙ SPESSO?

1- Devo andare alla riunione in oratorio, ma davvero non ho voglia:

· Mando un sms, inventando una scusa: devo studiare, ho allenamento, mia mamma non mi lascia ecc.) … così almeno non mi fanno la solita “predica”, so che è bene andarci, ma non ne ho davvero voglia

· Telefono al responsabile, ne parlo con lui, poi deciderò oppure gli chiedo di incontrarci nei prossimi giorni, vorrei che sapesse che è un periodo un po’ così.

· Non vado e poi dico che ho avuto un imprevisto

· Altro (scrivo cosa qui sotto): ________________________________________________________________

2- Nel week end c’è un impegno in oratorio, ma c’è anche il pranzo per il compleanno dei nonni, il don/suora vogliono assolutamente che ci sia, ma i miei genitori non ne vogliono proprio sapere che manchi al raduno di famiglia:

a. Vado in oratorio, non ho proprio voglia di passare la domenica a tavola con parenti a parlare di niente, tanto mamma e papà si arrabbiano sempre e comunque

b. Vado al pranzo, per il quieto vivere, così non mi rompono le scatole, poi comunque messaggerò con gli altri del gruppo che mi terranno aggiornata

c. Affronto mamma e papà e spiego perché è importante che io vada in oratorio oppure spiego al don perché è bene che io vada al pranzo di famiglia senza scuse e senza cercare comodità

d. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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3- Non riesco a capire, io e Marco siamo sempre stati amici, da un po’ di tempo però sono confusa. Giulia dice che forse sono innamorata, io non lo so davvero, intanto devo trovare un modo per continuare questa “amicizia”:

a. Chatto con lui all’infinito e un po’ faccio la gelosa un po’ l’amica… intanto cerco di capirmi

b. Parlo e riparlo di lui con tutte le mie amiche, ascoltando i consigli un po’ di tutte

c. Inizio a interrogarmi sinceramente dei miei sentimenti, di cosa spero per me e per lui, perché a volte sono gelosa di lui e mi confronto

d. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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4- Fabio mi corteggia da tempo, non è un brutto ragazzo, ma non posso dire di esserne innamorata… però è gentile, un ragazzo per bene e tutte le sue attenzioni mi fanno piacere, mi fa sentire importante, bella, desiderata:

a. Ho paura che se lo rifiuto non mi calcoli più, quindi magari per un po’ possiamo provare a stare insieme

b. Parlo con lui, ho il coraggio di essere sincera, non gli nascondo i miei dubbi

c. Non è possibile che io gli piaccia, anche se mi fa piacere magari mi sto illudendo, quindi lo lascio proprio perdere, non ho bisogno di lui

d. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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5- Aborto, eutanasia, unioni omosessuali, a scuola non si parla d’altro a volte mi dicono che sono di Chiesa e che la Chiesa è indietro anni luce su questi temi:

a. Non mi schiero, non so nemmeno io cosa pensare, alcune cose mi sembrano giuste altre no, vado un po’ a buon senso

b. Cerco di far valere la mia opinione che mi sono costruita in questi anni, informandomi e conoscendo, non parlando per partito preso

c. Mi arrabbio, ce l’hanno con la Chiesa per via di luoghi comuni, non serve perdere tempo con chi non conosce il dialogo e la tolleranza

d. Altro (scrivo cosa qui sotto): _____________________________________________________________

6 - La mia compagna di classe Francesca si è messa nei guai, è sempre stata un po’ più ribelle, ma ora la situazione sta un po’ degenerando:

e. Meglio non immischiarsi con certa gente; staremo a vedere che succede. Anche le altre si sono accorte, ma i suoi genitori non le dicono niente?! Assurdo…

f. Potrei provare a parlarle, quando è sola non è così male come sembra, a me spiace, sembra forte ma non lo è

g. La prof. di mate è una tipa sensibile, potrei provare a parlarne con lei, magari ha qualche idea migliore delle mie

h. Altro (scrivo cosa qui sotto): _____________________________________________________________

7- Quante verifiche questa settimana, davvero sarebbe impossibile studiare tutto e alla mia età dovrei anche avere una vita sociale:

a. La prof. di storia tanto è una stordita, mi faccio solo qualche bigliettino; mate invece la studio bene; inglese copio da Katrin, lei è madrelingua, non le costa nulla farmi copiare

b. Per tutta la settimana studio e basta, no oratorio, no amiche, no allenamento e che nessuno mi rompa e che a casa sia tutto pronto (cena, vestiti stirati e mamma che mi porta in auto dove mi serve..), in fondo sono i miei che vogliono che vada bene a scuola

c. Provo ad organizzare bene il tempo, rinuncio ad un allenamento, ma anche chiedo a mamma se per favore questa settimana mi accompagna lei così guadagno un po’ di tempo. La sera niente tv e magari mercoledì pomeriggio studio con Alessandra che è molto più brava di me

d. Altro (scrivo cosa qui sotto): ___________________________________________________________

8- Mi sento davvero sola, con le amiche non va… le pensavo diverse, in realtà non mi capiscono:

a. Sto a casa il più possibile, musica, pc, cellulare…

b. Marta e Giulia non le voglio perdere, sono preziose, forse anche io ho fatto l’antipatica, “capricciosa”, potrei invitarle qui, fare una torta e stare con loro, chiacchierare

c. Chiusa una porta si apre un portone… è il tempo di fare nuove amicizie, magari migliori di loro

d. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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9- Mamma mi ha chiesto di andare a fare la spesa per nonna:

a. Ma che ci vada lei, non ha nulla da fare, non esiste che vado

b. Che noiaaaaaa, che seccatura, proprio oggi che avevo un altro impegno… va bene, mi lamento una vita ma poi ci vado, magari nonna mi dà pure la mancia

c. Ma perché me lo chiede? Sa che proprio è una cosa che non ho voglia di fare, chiederò a Silvia se viene con me, lei è sempre tanto disponibile

d. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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10- La mia squadra di basket sta perdendo tutte le partite, poi so che l’allenatore se la prenderà con me perché gioco nel ruolo principale, ma che colpa ne ho io se le altre sono incapaci o non ce la mettono tutta:

e. A fine partita, in spogliatoio, faccio capire tutto il mio disappunto per avere delle compagne così, capisco il mister, a parte qualcuna le altre sono davvero pessime, credono di essere ad una sfilata di moda

f. L’allenatore ha poco da arrabbiarsi, se continua così cambio pure io squadra, in fondo è anche colpa sua

g. Sono certa di aver dato il massimo, non voglio che la sua negatività mi condizioni

h. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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11- Il don/la suora dell’oratorio hanno proposto ad alcuni di noi un’esperienza formativa che ci spinge ad uscire dalle mura di questo posto che per noi è ormai una seconda casa. Io e i miei amici siamo indecisi sul da farsi:

a. Io sono per il no: facciamo già tanto qua in oratorio, perché andare altrove? Meglio coltivare il proprio giardino, dato che ha ancora un po’ di cose da sistemare. Dopotutto anche i momenti formativi che ci propongono in oratorio sono sempre belli e ci fanno riflettere

b. Sono molto indecisa, soprattutto mi blocca la paura di ritrovarmi da sola a fare quest’esperienza. Senza amici no… so che se il don/la suora mi propone qualcosa non lo fa a caso, ma è troppo per me mettermi in gioco da sola

c. Accetto subito e provo a convincere i miei amici a venire con me: mi fido del don/della suora quando fa proposte del genere e poi, anche se a quest’età è difficile uscire dalle proprie certezze e sicurezze, fa del bene aprire cuore e mente ad esperienze che ti possono dare ali nuove per capire la tua strada

d. Altro (scrivo cosa qui sotto): ___________________________________________________________

12- La solita storia. Quando esco con i miei amici si finisce sempre con lo scadere: parolacce, prese in giro, qualche bicchiere di troppo. So che dovrei essere coerente con il mio essere cristiana e che in oratorio mi propongono un respiro diverso, ma io mi sento così divisa: quando sono con questi amici è difficile non assecondarli:

a. Ci esco lo stesso e continuo a tenere il piede in due staffe. Ci penserò più avanti, non devo mica prendere posizione subito!

b. Ne parlo con il don/la suora/qualche prof./adulto/animatore di cui mi fido: sento il desiderio di ciò che è bene, ma non so come viverlo e non ci riesco. Forse lui/lei mi può aiutare a capire e gestire questa divisione che avverto dentro

c. Proverò a parlare con questi amici e, se non capiranno le mie ragioni, smetterò di uscire con loro. Non voglio avere amici così.

d. Altro (scrivo cosa qui sotto): ___________________________________________________________

13- Quest’anno in oratorio tutto sta cambiando… tra noi amici intendo… tanti stanno prendendo strade diverse. Qualcuno ha scelto di allontanarsi, altri ci stanno pensando. I motivi sono sempre gli stessi: studio, sport, desiderio di provare qualcos’altro… Ci stiamo disgregando e non so che posizione prendere:

a. Faccio anch’io la scelta, come tanti altri, di concentrarmi di più sullo studio e/o sullo sport che pratico, in fondo sono grande ormai e non è più tempo di essere animatrice

b. Ne parlo con il don/la suora/il mio animatore: magari qualche consiglio utile me lo può dare

c. Ne parlo con i miei amici più cari, non voglio perderli e vorrei decidere insieme a loro se continuare anch’io con l’oratorio o se lasciar perdere e concentrarmi su altro.

d. Altro (scrivo cosa qui sotto):

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INCAPACEMENTE DESIDERO

“C'è in me il desiderio del bene,

ma non la capacità di attuarlo”

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 21, 28-32)

In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli».

Per aprire il cuore e la mente…

Un uomo aveva due figli! Ed è come dire: Un uomo aveva due cuori. Ognuno di noi ha in sé un cuore diviso; un cuore che dice “sì” e uno che dice “no”; un cuore che dice e poi si contraddice. L'obiettivo santo dell'uomo è avere un cuore unificato.

È normale avvertire questa divisione in noi: non sei strana se la vivi.

Nel momento in cui ti rendi conto di questa divisione che avverti dentro, lì ti viene chiesto di prendere posizione e la scelta che farai, anche se piccola e apparentemente insignificante, plasma il tuo cuore nel bene o nel male.

In tutti noi c’è un desiderio di bene che forse non sempre riusciamo a concretizzare perché ci sentiamo incapaci, perché è troppo controcorrente, perché ci smaschera, perché è scomodo.

Chiudersi nel “tanto tutti lo fanno” o nel “che male c’è” è chiudere le porte alla grazia, all’amore di Dio che chiede “che bene c’è in questo?”. Sono piccoli sì di coraggio che vanno allenati (un sì richiama poi un altro sì; ogni no chiama altri no).

In questo allenamento non siamo da soli: se c’è in noi un desiderio di bene, vuol dire che il Signore ce l’ha messo dentro e ci darà la forza per attuarlo. Perché allora non chiedergliela nella preghiera personale e anche quando siamo in situazione?

La vigna, che è la mia vita e quella degli altri, non è un male nel momento in cui cerco di vivere con cuore integro. In ogni posto dove sono (in oratorio, al bar con gli amici, a casa, a scuola…) il Signore mi manda e mi dà la forza per scegliere il bene, anche se a volte sentiamo forte la fatica di questa scelta. È normale sentirla.

La vigna, però, è molto più che fatica e sudore: è il luogo dove è racchiusa una profezia di gioia per tutta la casa. E il Signore è custode di una gioia condivisa.

Una breve sosta…

Mi è mai stato fatto notare che in alcuni ambiti della mia vita sono diversa rispetto a come sono in altri posti (es. la mamma: “In oratorio aiuti tutti, pulisci e fai qualsiasi cosa ti venga chiesta, ma qua a casa non apparecchi nemmeno la tavola”)? Non sempre siamo consapevoli della diversità di come ci poniamo…

… per il deserto…

- Riprendo le scelte che ho fatto nel percorso del pomeriggio e rileggo il vangelo…

- In quali ambiti della mia vita riesco ad assecondare il desiderio di bene che mi abita? Perché? (Ad es. Perché in oratorio assecondo questo desiderio di bene e sono a disposizione, mentre a casa no?)

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- C’è un ambito in particolare in cui non mi sento libera di vivere il mio desiderio di bene? (ad es. Mi adeguo al pensiero o alle scelte di alcuni amici anche se so che non sono scelte giuste) Cosa mi blocca (ad es. la paura del giudizio, il timore di rimanere sola…)?

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Veglia serale, Basilica di sant’Antonio

DUNQUE, TU SEI RE?

L: «Abbiamo bisogno di cibo continuo. Per questo cominciamo la giornata alle quattro e mezzo del mattino. Abbiamo la Messa, la comunione, la meditazione … Poi, la sera, in tutte le nostre case, abbiamo un’ora di adorazione tutte le sere. Viene esposto il Santissimo Sacramento, e tutte le suore comunitariamente (facciamo tutto comunitariamente), fanno un’ora di adorazione. È questa una grande sorpresa per me: siamo, infatti tutte e ciascuna molto occupate; abbiamo tante cose da fare per la nostra gente. Eppure quest’ora di adorazione non è un’ora sottratta al lavoro per i poveri. Facciamo tutte le nostre ore di servizio pieno per i poveri. Quest’ora di adorazione trascorsa davanti a Gesù non toglie nulla al nostro servizio. Ci ha avvicinate le une alle altre, ha intensificato il nostro amore verso i poveri, ha reso la presenza di Cristo più viva, più reale, qualcosa che veramente ci unisce.» (Madre Teresa di Calcutta)

TU SEI RE

Tu sei ReTu sei ReSei Re Gesù! (2v)

Noi eleviamo i nostri cuoriNoi eleviamo le nostre maniRivolte verso il Tuo trono Lodando Te! (2v) Tu sei Re…

L. Non sono degna, Signore,

che tu entri nella mia casa.

Vedi bene che c'è del disordine.

Non è pronta ad accoglierti.

Avrei voluto per te un ambiente più ospitale

e prepararti qualcosa di gustoso, per trattenerti.

Sono impreparata e perciò ti confesso:

non son degna che tu entri!

Mi piacerebbe tanto che, come facesti una volta

con Zaccheo, tu dicessi anche a me:

«oggi devo fermarmi a casa tua».

Non ardisco sperarlo, non oso domandarlo.

Vedi, Signore: la porta è aperta,

ma la casa non è pronta!

Rimaniamo, ad ogni modo,

a parlare un po' sull'uscio.

È bello ugualmente. Ho delle cose da dirti.

Ho, soprattutto, bisogno di ascoltare

tante cose da te.

Quante vorrei udirne dalla tua bocca!

Ne ha bisogno il mio cuore.

Parla, allora, Signore. Ti ascolto.

La tua Parola è vita per me. Vita eterna. Amen.

(Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

Dal Vangelo secondo Giovanni: (Gv 18,33-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Parola del Signore.

Preghiamo insieme il salmoIl Signore regna, si riveste di maestà:si riveste il Signore, si cinge di forza.È stabile il mondo, non potrà vacillare.Stabile è il tuo trono da sempre,dall’eternità tu sei. Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!La santità si addice alla tua casaper la durata dei giorni, Signore.

G: Ma che tipo di Re sei tu, Gesù? Quali sono i tuoi simboli regali, che potere eserciti sul mondo?

MANGIATOIA

G: Già nel venire al mondo Tu decidi da che parte schierarti: nessun proclama regale se non a dei pastori, emarginati dalla società, nessuna corte che ti attende, se non un asino e un bue, nessuna stoffa pregiata per fasciarti se non un po’ di paglia rubata agli animali…è la scelta della parte degli scartati, di chi non ha spazio per venire al mondo, di chi è rifiutato perché scomodo.

L. Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro.

dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”;

dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”.

Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”.

Dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima, lì egli vuole irrompere nella nostra vita, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia. (D. Bonhoeffer)

P. Lo grida a viva voce, Francesco, in una lettera a tutto l’Ordine: «Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nelle mani del sacerdote, è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e stupenda degnazione! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga Colui che tutto a voi si offre».

G: Quali sono quelle parti del tuo cuore e della tua vita che a volte pensi “perdute”, continuamente vacillanti e deboli; quelle parti a cui ti accosti con uno sguardo disperato e che vorresti scartare?

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G: Qui Gesù vuole nascere, qui vuole essere deposto e vuole dirti che non ti chiede di cambiare e “migliorare” per poterlo accogliere, ma ti invita ad accoglierlo per lasciarti cambiare….

Ascoltiamo Re dei re

Hai sollevato il nostri volti dalla polvere,le nostre colpe hai portato su di te.Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi per amore.

Figlio dell'Altissimo poveri tra i poverivieni a dimorare tra noi,Dio dell'impossibile Re di tuttii secolivieni nella tua maestà.Re dei Re i popoli ti acclamanoi celi ti proclamano Re dei reLuce degli uomini regna col tuo amore tra noi...

ci hai riscattati dalla stretta delle tenebreperchè potessimo glorificare te hai riversato in noi la vita del tuo Spiritoper amore

Figlio dell'Altissimo poveri tra i poverivieni a dimorare tra noi,Dio dell'impossibile Re di tutti i secolivieni nella tua maestà.Re dei Re i popoli ti acclamanoi celi ti proclamano Re dei reLuce degli uomini regna col tuo amore tra noi

tua è la Gloria per sempretua è la Gloria per sempreGloria GloriaGloria GloriaFiglio dell'Altissimo…

CATINO E GREMBIULE

G: Nel momento più drammatico della Tua vita, di buio e profonda solitudine, quando Tu sai con chiarezza che stai per essere abbandonato e tradito dagli amici che ami…in quel momento in cui avresti avuto tutti i diritti di arrabbiarti, rinfacciare, chiedere conto…Tu ti inginocchi e ti metti a lavare i piedi. Gesto spiazzante e che sbaraglia ogni nostra pretesa. “Come ho fatto io, fate anche voi…”

Maria Belletti- una pia congiura

P. Siamo appena al terzo giorno di aprile ed entra postulante Maria Belletti, un’educanda per cui la comunità ha tanto temuto e pregato. Ha appena sedici anni e mezzo. Entrò come educanda il 3 dello scorso novembre, malvolentieri, perché aveva il cuore già ripieno di tutt’altre speranze. Orfana e fatta quasi ricca per una eredità di congiunti, si diede al lusso ed ai divertimenti, e vi fu subito chi ne guadagnò il cuore con affezioni terrene. Ma il Signore, che aveva posato il suo sguardo paterno sull’orfanella, dispose provvidenzialmente che i suoi, preoccupati, la conducessero al collegio di Mornese per migliorare la sua educazione e toglierla dai pericoli.

Per le sue abitudini mondane si comprese ben presto che la sua formazione avrebbe richiesto molto lavoro perché il cuore, sebbene non guasto, era chiuso alla preghiera e contrario a una vita ordinata e virtuosa. La vita collegiale le pesava; in laboratorio perdeva il tempo e, all’avvicinarsi della suora, nascondeva prestamente il gingillo che aveva tra mano per prendere il lavoro che teneva sempre in grembo. Lo studio non le era accetto; in chiesa stava poco volentieri e con aria distratta. Il cibo non era di suo gusto; ma si rifaceva poi con la frutta che un tale, fattosi passare per cugino, le mandava di continuo in grosse ceste ben fornite e che rappresentavano un buon aiuto per tutte.

Le si usavano dei riguardi perché il tutore lo voleva e compensava con una buona retta mensile; ma vi fu un momento in cui sembrò persino necessario rimandarla ai parenti, perché il suo esempio non danneggiasse le altre.

Suor Enrichetta che, ora più che mai, ha il pensiero della educazione fra le ragazze, prese a seguirla con particolare vigilanza giorno e notte, e ne guadagnò l’affetto, mentre le superiore ordinarono preghiere speciali a san Giuseppe, per ottenere luce al riguardo. Il direttore aggiunse la sua parola: «San Francesco di Sales dice che, quando c’é il fuoco in casa, si butta ogni cosa dalla finestra: vediamo di accendere in quel cuore il fuoco dell’amor di Dio; e avremo vinto la causa».

La Belletti non seppe niente della pia congiura e continuava nelle sue leggerezze; ma una notte fu udita piangere nel sonno e, svegliata, prese a gridare così forte da spaventare compagne e suore: voleva il confessore, e subito.

Quali sono quei ragazzi o quelle persone che in questo momento ti stanno mettendo alla prova nella pazienza, nella capacità di ricominciare, nel perdono. (gesto del catino)

Affida questa persona al cuore di Gesù come una pia congiura tra te e Lui…e magari qualche amico che puoi coinvolgere nella preghiera…

Servire e regnare

Guardiamo a te che sei maestro e signore

chinato a terra stai ci mostri che l'amore

è cingersi il grembiule sapersi inginocchiare

ci insegni che amare è servire.

Fa’ che impariamo, Signore da te

che più grande chi più sa servire

chi si abbassa è chi si sa piegare

perché grande è soltanto l'amore.

E ti vediamo poi maestro e signore

che lavi i piedi a noi che siamo tue creature

e cinto del grembiule che manto tuo regale

ci insegni che servire è regnare. Rit

CROCE

G: Ecco il trono da cui regni; hai dato tutto e continui a darlo fino alla fine. Su quella croce tutto di Te, Signore, viene consegnato, il cuore, il corpo, la vita.

P. Io non sono degno.

Oggi ho ascoltato la canzone Io non sono degno, e mi sono commosso.

Mi sono commosso, mi ha comunicato in una canzone cos'è la vita.

Io non faccio altro che distrarmi, non fare i miei doveri, sputare sulla vita non gustandola, bestemmiare la vita facendomi complessi, perdendo tempo; non lo dico con piacere ma con forte dolore: io non valgo nulla.

Ma il motivo per cui la mia vita ha senso è perché ci sei TU, l'ho capito.

Noi non ti meritiamo, non meritiamo una goccia di sangue di te. E invece, Tu ci sei e mi ridesti ogni attimo, senza che io me ne accorga, Tu mi dai la bellezza, le persone, le risposte, Tu mi abbracci e ti dico grazie; un grazie inconsapevole, inconsapevole del tuo infinito amore, del valore che mi dai e dei modi in cui ti manifesti.

La bellezza della vita è che a noi, al nostro nulla, Tu ti contrapponi e ci costituisci: io sono Tu che mi fai (Padre Aldo). Per questo la vita ha senso solo per tendere al Tuo amore, che non finirà mai.

La commozione è consapevolezza del nostro nulla e in contemporanea della Tua risposta, perché senza risposta sarebbe solo Dolore.

Tu ci abbracci. (Marco Gallo, Anche i sassi si sarebbero messi a saltellare)

G: Da quella croce compi l’ultimo gesto estremo che dice tutto l’amore e la delicatezza verso di noi. Perché sapevi che la vita di ogni uomo senza amore inaridisce; e ci hai lasciato l’affetto più grande, il bene più intenso, Tua Madre.

Segno: Bigliettino a metà

Padre Nostro

Il Signore è il mio pastor, nulla mi manca, nulla mi manca…(più volte)

GxG DOMENICA 25 NOVEMBRE

PER UNA SCELTA DIVERGENTE

DISCERNIMENTO: ARTE E DONO

Spesso ci ritroviamo a dover prendere decisioni e orientare le nostre azioni in situazioni incerte, specie quando dentro noi avvertiamo delle spinte interiori che tra loro sono in contrasto. Il nostro cuore si percepisce diviso e in cerca di un’unità, di un’integrità, che spesso non sappiamo dove andare a pescare.

Anche se sappiamo che lo Spirito Santo sempre parla e agisce attraverso gli avvenimenti della nostra vita, ci accorgiamo che gli eventi in se stessi sono muti o ambigui, perché li possiamo interpretare in modo diverso. Come dare loro la luce giusta? Come leggere i segni esterni o interni che Dio ci dà (cioè la sua azione su di noi e nella storia attorno a noi)? Come scegliere?

Da un po’ di tempo il Papa ha fatto rispolverare alla Chiesa, e dunque a ciascuna di noi, un metodo: il discernimento.

Ne esistono di vari tipi:

- discernimento dei segni dei tempi: punta a riconoscere la presenza e l’azione dello Spirito nella storia;

- discernimento morale: distingue ciò che è bene da ciò che è male;

- discernimento spirituale: si propone di riconoscere la tentazione per respingerla e procedere invece sulla via della pienezza di vita;

- discernimento vocazionale: processo con cui la persona arriva a compiere, in dialogo con il Signore e in ascolto della voce dello Spirito, le scelte fondamentali, a partire da quella sullo stato di vita (= come capire e rispondere alla chiamata che il Signore da sempre ha pensato per noi e con la quale ci vuole felici - matrimonio, ministero ordinato, vita consacrata- ? E: qual è il campo in cui si possono mettere a frutto i propri talenti: la vita professionale, il volontariato, il servizio agli ultimi, l’impegno in politica?)

I tre verbi per descrivere il discernimento:

1- Riconoscere: nominare e riconoscerne il gusto

Gli avvenimenti della nostra vita, le persone che incontriamo, le parole che ascoltiamo o che leggiamo producono sempre degli effetti dentro di noi. Ci suscitano infatti desideri, sentimenti, emozioni (es.: tristezza, oscurità, pienezza, paura, gioia, pace, senso di vuoto, tenerezza, rabbia, speranza, tiepidezza, ecc.).

In genere, ci sentiamo attirati o spinti verso varie direzioni, senza però che nessuna ci appaia come quella chiaramente da prendere.

Riconoscere richiede di far affiorare questa ricchezza emotiva e nominare queste passioni senza giudicarle, ma accogliendole così come si presentano.

Richiede anche di cogliere il “gusto” che lasciano, cioè la consonanza (=corrispondenza) o dissonanza fra ciò che sperimento e ciò che c’è di più profondo in noi.

In questa fase la Parola di Dio riveste una grande importanza perchè:

- meditarla ci dà la possibilità di immedesimarci nelle vicende che essa narra.

Così facendo emergono in noi emozioni, sentimenti, desideri;

- meditarla accende e mette in moto le nostre passioni e tutte le nostre esperienze che sono in diretto contatto con la parte più profonda della nostra anima;

La fase del riconoscere mette al centro la capacità di ascolto e l’affettività della nostra persona. Per questo è importante non evitarla per paura della fatica del silenzio. Si tratta di un passaggio fondamentale nel percorso di maturazione personale, in particolare per te che, proprio perché sei giovane, sperimenti con maggiore intensità la forza dei desideri al punto da rischiare di rimanerne spaventata, rinunciando magari ai grandi passi a cui ti senti spinta.

Interpretare: aderenza alla realtà, dialogo con il Signore, aiuto di una guida

Tante volte ci si ferma a raccontare un’esperienza, sottolineando che “mi ha colpito molto”. Più difficile è cogliere l’origine e il senso dei desideri e delle emozioni che proviamo e valutare se ci stanno orientando in una direzione costruttiva o se invece ci stanno portando a ripiegarci su noi stesse.

Non basta riconoscere ciò che si è provato: occorre “interpretarlo”, cioè comprendere a che cosa lo Spirito Santo ci sta chiamando attraverso ciò che suscita dentro noi.

Questa fase di interpretazione è molto delicata; richiede pazienza, vigilanza e anche un certo apprendimento. Bisogna essere capaci di rendersi conto degli effetti dei condizionamenti sociali e psicologici. Richiede di mettere in campo anche le proprie facoltà intellettuali, senza tuttavia cadere nel rischio di costruire teorie astratte su ciò che sarebbe bene o bello fare. Nell’interpretare non si può neppure tralasciare di confrontarsi con la realtà e di prendere in considerazione le possibilità che realisticamente si hanno a disposizione.

Per interpretare i desideri e i moti interiori è necessario confrontarsi onestamente, alla luce della Parola di Dio, anche con le esigenze morali della vita cristiana, sempre cercando di calarle nella situazione concreta che si sta vivendo. Questo sforzo spinge chi lo compie a non accontentarsi della logica del minimo indispensabile, per cercare invece il modo di valorizzare al meglio i propri doni e le proprie possibilità.

Questo lavoro di interpretazione si svolge in un dialogo interiore con il Signore, con l’attivazione di tutte le capacità della persona; l’aiuto di una persona esperta nell’ascolto dello Spirito è un sostegno prezioso che la Chiesa offre e di cui è poco accorto non avvalersi.

Scegliere: passare all’azione, uscire dalla paura di sbagliare

Una volta riconosciuto e interpretato il mondo dei desideri e delle passioni, l’atto di decidere diventa esercizio di autentica libertà umana e di responsabilità personale.

La scelta non può restare imprigionata in una interiorità che rischia di rimanere virtuale o irrealizzabile, ma è chiamata a tradursi in azione, a prendere carne, a dare inizio a un percorso, accettando il rischio di confrontarsi con quella realtà che aveva messo in moto desideri ed emozioni. Altri ne nasceranno in questa fase: riconoscerli e interpretarli permetterà di confermare la bontà della decisione presa o consiglierà di rivederla. Per questo è importante “uscire”, anche dalla paura di sbagliare che può diventare paralizzante.

I TESTIMONI: VALERIA E ALBERTO

VALE

ALBERTO MICHELOTTI

(1958-1981)

Alberto nasce a Genova il 14 agosto 1958 da Silvio e Albertina.

SPACCA GLI SPECCHI

Nell’adolescenza egli si impegna nella parrocchia di San Bartolomeo di Staglieno, sia frequentando l’Azione Cattolica Ragazzi, sia insegnando catechismo. Qui il rapporto col suo parroco, d. Mario Terrile, si fa significativo. Alberto così racconta in una registrazione:

“E' la prima persona che mi fa discorsi molto chiari: "Alberto, davanti a te ci sono tanti specchi, continui a guardarci dentro e perdi del tempo: spaccali". Questa persona mi parla di Dio. Ma la vita non cambia. Domenica sera, torno a casa dopo essere stato con gli stessi amici di sempre; non è successo niente di diverso, che giornata stupida! Una frase dell'Apocalisse mi batte nella testa: "...Perché non sei né caldo né freddo ho cominciato a vomitarti".

A PUGNI CON IL QUIETO VIVERENell’agosto 1977 un gruppetto della parrocchia partecipa ad un meeting del Movimento dei Focolari; lì Alberto entra in contatto in particolare col gruppo giovanile, i Gen. “E' in questo periodo che conosco il movimento Gen. Da loro sento parlare di Dio Amore. Un Dio che parla a me, ad Alberto, mi chiama alla sua rivoluzione che fa a pugni col mio quieto vivere. Da solo? No, è impossibile; con altri, con i Gen, posso farcela”.Con i Gen inizia l’operazione “Morire per la propria gente”:

“Un giorno entro in un vecchio locale vicino al porto di Genova, la Stella Maris, ritrovo di marinai di colore, sbandati perché col contratto d’imbarco scaduto: non hanno nulla da mangiare, da vestire. Lì da alcuni mesi i GEN stanno aiutando un sacerdote solo in questa situazione disperata di promozione umana. Appena entro, l'odore di quelle stanze è per me una fucilata. Il primo istinto è quello di scappare; non posso credere che così vicino, nella mia città, possano esistere situazioni come questa. Un ragazzo del Ghana mi domanda qualcosa; non conosco la lingua. Insieme agli altri ragazzi gen ci mettiamo a cercare un paio di pantaloni che gli vadano bene. A sera torno a casa: forse è la prima volta che sono felice. Ora so da dove arriva questa gioia”.

GIOVANE PER I GIOVANIAlberto con la sua personalità ed i suoi esempi sa trasmettere a tutti gioia ed entusiasmo per una vita permeata dall’ideale di Dio-Amore.

“Per caso conosco Giorgio: è un ragazzo di vent'anni; è all'ospedale per una grave forma di leucemia. Decido di andare a fargli visita. Tutte le sere passate con lui sono fatte di cose semplici: magari un giorno si parla di sport e fumetti e il giorno dopo non so cosa dire; la febbre sale e la "flebo" sembra interminabile. Però ogni volta che esco dall'ospedale, la stessa sensazione: sono stanco ma sono certo che la giornata non è stata sprecata. Dopo alcune settimane Giorgio muore: ecco, la sua esistenza in poco tempo finisce: penso che anch'io non posso più perdere tempo.

Adriano l'ho conosciuto all'uscita di una chiesa che chiedeva l'elemosina. E' una di quelle persone che molte volte facevo finta di non conoscere. Ma questa volta non me la sento di dire che ho fretta. "Non ho soldi, cerco da mesi un lavoro" sono le prime cose che mi dice. Gli metto in mano quello che ho; ma il problema non può essere risolto così. Comincia a parlarmi, mi investe di preoccupazioni, di porte in faccia, di delusioni, di dolore. Lo ascolto: "Adriano, non ho la soluzione in tasca" - gli rispondo - " ma possiamo cercare insieme il lavoro". Un giorno siamo insieme da un direttore. "Forse sì, qualcosa, fra due mesi", una risposta uguale a tante altre: quanti uffici, telefonate, speranze, dubbi, "facciate"! Adriano un giorno mi dice che forse l'avrebbe fatta finita se non mi avesse conosciuto: per lui la nostra amicizia è diventata la cosa più importante.

PICCOLI MATTONI DI AMICIZIAQuando si iscrive alla facoltà di ingegneria dove frequenta le lezioni, agli esami passa da un successo all’altro. Tutto ciò senza però inorgoglirsi dimostrando una sincera umiltà, perché egli attribuisce a Dio il fatto di aver ricevuto il talento di una intelligenza eccezionale, per cui si sente in dovere di condividerlo con gli altri, aiutandoli concretamente negli studi e riuscendo a trasmettere l’influsso positivo della sua umanità.

“Frequento ingegneria: un ambiente dove fortissima è la selezione. Ognuno pensa per sé ed i rapporti che si costruiscono sono fatti solo di argomenti di studio. Forse le amicizie più belle sono con gli studenti stranieri (i meno inseriti in quell'ambiente). Tra pochi giorni è Natale; ultime ore di lezione. Un'idea: corro a prendere dei bigliettini d'auguri. Poi li nascondo in mezzo ai quaderni di tutti i compagni di corso. Durante la lezione uno per volta si girano, mi sorridono. Uno di loro: "Alberto, è il regalo più bello, perché non me lo sarei mai aspettato!".Una sera, tornando a casa in autobus, mi sentivo stanco, ma una frase di San Giovanni ha illuminato quel momento: "Siamo passati dalla morte alla vita perché abbiamo amato i fratelli". Ho avvertito in fondo al cuore che solo se credevo a questa logica potevo mettere anch'io il mio mattone per la costruzione del Mondo Unito".

QUALCUNO ENTRA LENTAMENTE E’ ancora Alberto a confidare: “Lentamente la mia vita sta cambiando: c'è "Qualcuno" che entra sempre più nella mia giornata, è Gesù. Certi giorni corro per tutta la città, in qualche chiesa c'è l'ultima messa della giornata: lì posso incontrarmi con "Lui" nell'Eucarestia; per riuscirci esco prima dall'università, salto da un autobus all'altro; ad un tratto penso: "Alberto, un mese fa queste cose non le avresti fatte per nessuno, nemmeno per la tua ragazza".Ecco, questi suoi esempi andranno a costituire quella che viene definita “l’eredità silenziosa di Alberto”.

Ciao Bruno,allora sei o non sei un eroe, un grande alpino sprezzante della fatica oppure un fantaccino che marcia nel fango una volta la settimana e poi si chiude in caserma? I muli puzzano o no? Al mattino la doccia calda c’è o non c’è? Il menù a tavola è sempre ricco e vario oppure presenta una schifezza costante di minestrine vomitevoli? [...]Sono sicuro che hai incontrato e incontri grosse difficoltà; cioè non solo di ambientamento, ma anche di vita cristiana da testimoniare, penso che lì, da soli sia un po’ come una bolgia; sono convinto che Gesù ti vuole tanto bene, ti ama tanto che vuol vedere se davanti ad una vera difficoltà, alla lontananza, a tanti fattori che possono sembrare negativi, sai veramente vivere o caschi per terra e scivoli giù. Mi sembra di poterti dire con tutto il cuore che questo momento è per te un dono di Dio perché ne uscirai veramente con le ossa fatte (o ti cascheranno le braghe). Vedi, mi sembra che lì non ci sia un ambiente peggiore di altri nel quale non si possa amare, ma lì c’è veramente bisogno del tuo amore che trasformi lentamente i tuoi rapporti con gli altri; non ti aspettare nulla dagli altri; ama tutti, ama per primo, diventa servizio, tu trovi la gioia e anche l’amicizia sincera degli altri. Sai che vado all’università con Gil, che è molto pesante nei confronti degli altri; l’ho amato così com’è, ma nella verità, rimanendo fermo quando magari tirava giù qualcuna delle sue bestemmie, ma subito amandolo nell’esercizio che mi chiedeva, nelle spiegazioni in mille piccolissime cose; lui continua, non l’ho certo convertito, ma in compenso stiamo diventati amici, mi cerca sempre per studiare, mi accompagna all’autobus e anch’io sto scoprendo in lui doni bellissimi. Questo proprio per donarti quello che sento, che mi sembra una realtà bellissima la carità lì a militare perché veramente Dio ti vuole seme di senapa che da più piccolo di tutti poi dà ombra e frutti a tutto il bosco; veramente Bruno te lo dico con tutto il cuore: ama tutti, ama per primo, insomma ritorna subito nel raggio (di Dio). […]        Alberto

Da una lettera ad Antonio Topi

Gesù mi ha chiamato alla Sua maniera, cioè senza riserve. […] E’ bello quando ti accorgi di dover cambiare pagina su tante cose: soprattutto in casa, a scuola, con gli amici non sei tu Alberto ma è Gesù; cioè o doni del divino oppure è meglio che lasci tutto.Forse la cosa più bella che Gesù mi ha donato è soprattutto la certezza che non sarò più solo. […] Mi ha detto che tutta questa è una vita da vivere insieme con Gesù in mezzo che abbatte ogni difficoltà; mi ha detto che quando mi sentirò solo, avrò sbagliato, tradito mille volte il mio sì, c’è Lui nel fallimento, nel dolore, nell’abbandono, nel distacco, nel peccato, nella crisi. Sono entrato nel Suo cuore e insieme facciamo la stessa strada. E’ una cosa meravigliosa.

Per un esercizio pratico:

So- Stare…

- Riprendo il brano di vangelo, lo leggo con calma, mi immagino la scena, i volti, gli sguardi, le parole… provo ad immedesimarmi nei personaggi…

quali parole di questo brano risuonano di più nel mio cuore?

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- Riprendo le testimonianze di oggi…

quali parole risuonano di più nel mio cuore?

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Un esercizio pratico…

- Prego lo Spirito Santo

Vieni Spirito Santo,

sprigiona la tua luce in me.

Vieni Spirito Santo,

illumina la mia sete di felicità.

Vieni Spirito Santo,

sii luce nel mio donarmi agli altri.

Vieni Spirito Santo.

- scelgo una delle situazioni bivio di ieri, quella che più si avvicina alla mia esperienza, e provo a mettere in pratica il metodo del discernimento.

Situazione scelta: ……………………………..

Riconoscere: Quali desideri, sentimenti, emozioni (es.: tristezza, oscurità, pienezza, paura, gioia, pace, senso di vuoto, tenerezza, rabbia, speranza, tiepidezza, ecc.) suscita in me questa situazione? Provo a chiamarli per nome: …………………………………………………………………………………….

Ciascuno di essi che gusto mi lascia? Questi desideri, sentimenti, emozioni sono cioè in sintonia con quanto più nel profondo desidero oppure no?

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Interpretare: Provo a stare ancora qualche minuto in silenzio. Poi rileggo la Parola di Dio di ieri: illumina queste emozioni? Cosa mi sembra che dica alla mia vita?

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C’è qualche cosa o qualcuno che mi condiziona in questo mio sentire (es. le parole di qualche amico, le letture che faccio, i video che vedo, i siti che navigo)?

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Come posso evitare il rischio di puntare al minimo indispensabile?

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Come posso valorizzare al massimo i miei talenti?

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Prendo in considerazione le possibilità che realisticamente ho a disposizione. Quali sono?

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Entro in dialogo con il Signore e gli affido ciò che sento, ciò che vivo, ciò che intuisco…

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Scegliere: compio una scelta, mi prendo un impegno concreto, reale, possibile.

Ho paura di sbagliare? È normale, ma se non mi butto compio uno sbaglio ancora più grande perché paralizzo il cuore…

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Con chi posso confrontarmi su quanto emerso in questo esercizio pratico (don, suora, animatore più grande…)?

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Loderò il mio Signore

Loderò il mio Signore,tutto ciò che sono viene dalla sua bontà;custodisce la mia vita e conduce il mio camminosulla strada disegnata dal suo amor.

Pregherò il mio Signore,Lui solo conosce i segreti del mio cuor;è mia luce e mia salvezza, la mia unica speranza,il rifugio saldo dell’anima mia.

Canterò al mio Signoreper le meraviglie che ci parlano di Lui;la grandezza del creato, dono del suo immenso amore,senza fine col mio canto annuncerò.

Cercherò il mio Signorein tutti i fratelli che ogni giorno incontrerò,e, scoprendo vivo in loro il riflesso del suo volto,potrò amarli come Lui ha amato me.