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Donna- Lavoro- Gravidanza 1 FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA FATTORI FISICI Rumore Il rumore, comunemente definito come suono non desiderato, è l’inquinante più diffuso negli ambienti di lavoro. (considerando le aree di lavoro a prevalenza femminile è presente soprattutto nell’industria tessile, nelle operazioni di montaggio e confezionamento meccanizzate, nella metalmeccanica leggera, in agricoltura, nell’ambiente scolastico, soprattutto asili-nido e scuole materne, in molti uffici open-space, chi lavora su strada (vigili, guidatrici di mezzi pubblici…) o settori commerciali rumorosi. Gli effetti dell’esposizione a rumore elevato, maggiore di 80 dBA, durante la gravidanza, sono stati oggetto di numerosi studi sperimentali ed epidemiologici, i risultati dei quali non sono sempre univoci. La maggior parte delle indagini epidemiologiche mette in evidenza una riduzione di crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita, mentre più incerti sono i risultati di studi sull’aumento dell’abortività e sulla mortalità fetale nelle donne esposte a rumore elevato. Non sono ancora chiari i meccanismi d’azione del rumore sull’andamento della gravidanza e sul feto, si ipotizza una vasocostrizione articolare che potrebbe essere responsabile di una diminuzione del flusso placentare. In attesa di ulteriori conoscenze sull’argomento si ritiene prudente un allontanamento dal lavoro per livelli di esposizione pari o superiori ad 80 dBA. Radiazioni ionizzanti L’esposizione a radiazioni ionizzanti riguarda quasi esclusivamente l’ambito sanitario e interessa in particolare il personale medico e paramedico di radiodiagnostica e radioterapia. Sono ben noti gli effetti nocivi provocati dall’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti, sia che provengono da una sorgente esterna (irradiazione) sia che raggiungono il feto dall’interno (radiocontaminazione). Tra i tanti effetti dannosi si evidenzia una sterilità, facilità all’aborto, aumento delle malformazioni e tumori nei fgli. Radiazioni non ionizzanti Al momento attuale non esistono sufficienti risultati sugli effetti provocati sulla gravidanza da sorgenti più intense di campi elettromagnetici a bassa frequenza, sia di tipo occupazionale che legati alla residenza della donna (elettrodotti, forni micronda): Vibrazioni Il rischio da vibrazioni è diffuso in rapporto alla meccanizzazione e con l’incremento della rete di ogni tipo di trasporto. Le categorie più esposte includono operaie dell’industria tessile, lavoratrici agricole e le donne che lavorano su mezzi di trasporto. Le vibrazioni trasmesse in tutto il corpo, possono provocare irregolarità dei cicli mestruali con conseguente diminuzione della fertilità, aumento delle minacce di aborto, del numero di aborti, aumento delle complicanze in gravidanza e parti prematuri. Microclima Nell’industria tessile, dell’abbigliamento in particolare la stiratura, nell’industria alimentare e della ristorazione rappresentano i settori dove è più frequente il rischio da microclima sfavorevole. I meccanismi della termoregolazione che vengono attivati in ambiente caldo possono risultare meno efficaci durante la gravidanza, in quanto esiste in questo periodo una vasodilatazione fisiologica ed un aumento della frequenza cardiaca. Oltre a ciò si osserva un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche. L’effetto più importane segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizione ad elevate temperature. FATTORI CHIMICI Molti studi evidenziano una correlazione tra l’esposizione occupazionale a solventi organici di

Donna- Lavoro- Gravidanza · 2007. 8. 2. · Donna- Lavoro- Gravidanza 3 L’esposizione a mercurio nella donna può causare un aumento di disordini mestruali, aborti, nati morti

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FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA

FATTORI FISICI Rumore Il rumore, comunemente definito come suono non desiderato, è l’inquinante più diffuso negli ambienti di lavoro. (considerando le aree di lavoro a prevalenza femminile è presente soprattutto nell’industria tessile, nelle operazioni di montaggio e confezionamento meccanizzate, nella metalmeccanica leggera, in agricoltura, nell’ambiente scolastico, soprattutto asili-nido e scuole materne, in molti uffici open-space, chi lavora su strada (vigili, guidatrici di mezzi pubblici…) o settori commerciali rumorosi. Gli effetti dell’esposizione a rumore elevato, maggiore di 80 dBA, durante la gravidanza, sono stati oggetto di numerosi studi sperimentali ed epidemiologici, i risultati dei quali non sono sempre univoci. La maggior parte delle indagini epidemiologiche mette in evidenza una riduzione di crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita, mentre più incerti sono i risultati di studi sull’aumento dell’abortività e sulla mortalità fetale nelle donne esposte a rumore elevato. Non sono ancora chiari i meccanismi d’azione del rumore sull’andamento della gravidanza e sul feto, si ipotizza una vasocostrizione articolare che potrebbe essere responsabile di una diminuzione del flusso placentare. In attesa di ulteriori conoscenze sull’argomento si ritiene prudente un allontanamento dal lavoro per livelli di esposizione pari o superiori ad 80 dBA. Radiazioni ionizzanti L’esposizione a radiazioni ionizzanti riguarda quasi esclusivamente l’ambito sanitario e interessa in particolare il personale medico e paramedico di radiodiagnostica e radioterapia. Sono ben noti gli effetti nocivi provocati

dall’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti, sia che provengono da una sorgente esterna (irradiazione) sia che raggiungono il feto dall’interno (radiocontaminazione). Tra i tanti effetti dannosi si evidenzia una sterilità, facilità all’aborto, aumento delle malformazioni e tumori nei fgli. Radiazioni non ionizzanti Al momento attuale non esistono sufficienti risultati sugli effetti provocati sulla gravidanza da sorgenti più intense di campi elettromagnetici a bassa frequenza, sia di tipo occupazionale che legati alla residenza della donna (elettrodotti, forni micronda): Vibrazioni Il rischio da vibrazioni è diffuso in rapporto alla meccanizzazione e con l’incremento della rete di ogni tipo di trasporto. Le categorie più esposte includono operaie dell’industria tessile, lavoratrici agricole e le donne che lavorano su mezzi di trasporto. Le vibrazioni trasmesse in tutto il corpo, possono provocare irregolarità dei cicli mestruali con conseguente diminuzione della fertilità, aumento delle minacce di aborto, del numero di aborti, aumento delle complicanze in gravidanza e parti prematuri. Microclima Nell’industria tessile, dell’abbigliamento in particolare la stiratura, nell’industria alimentare e della ristorazione rappresentano i settori dove è più frequente il rischio da microclima sfavorevole. I meccanismi della termoregolazione che vengono attivati in ambiente caldo possono risultare meno efficaci durante la gravidanza, in quanto esiste in questo periodo una vasodilatazione fisiologica ed un aumento della frequenza cardiaca. Oltre a ciò si osserva un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche. L’effetto più importane segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizione ad elevate temperature. FATTORI CHIMICI Molti studi evidenziano una correlazione tra l’esposizione occupazionale a solventi organici di

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lavoratrici in gravidanza, con verificarsi di aborti spontanei, specialmente nei primi tre mesi di gestazione. Il campo di utilizzazione dei solventi è molto ampio, vengono usati come materie prime nella produzione di fibre sintetiche, materie plastiche, gomma. Viene inoltre sfruttato il loro potere sgrassante nelle operazioni di pulitura, decapaggio, sgrossatura, sia nell’industria metallica, sia nelle lavanderie a secco. I solventi sono componenti essenziali di colle e mastici (industrie calzaturiere e tessili), di vernici e lacche, inchiostri e resine ecc. (industria del legno, metalmeccanica, grafica, farmaceutica). Ci sono altre sostanze che potrebbero dare problemi durante la gravidanza anche se su alcune non ci sono ancora dati certi in bibliografia attestante effetti nocivi sulla gravidanza. Le sostanze sono i seguenti: Formaldeide Glutaraldeide Detergenti Ossido di etilene In attesa di ulteriori dati il problema va affrontato con atteggiamento preventivo si consiglia quindi l’allontanamento fino dall’inizio della gravidanza. Il Centro di documentazione e formazione dell’ASL rimane a disposizione per una costante è aggiornata ricerca in questo campo. GAS ANESTETICI Preparati attualmente usati per l’induzione e il mantenimento dell’anestesia generale. Il personale sanitario presente in sala operatoria è quello più esposto in quanto anche se non dovrebbe capitare i gas si possono disperdere nell’ambiente. Alcuni studi hanno evidenziato un aumento di aborti “spontanei” e di neonati con basso peso alla nascita nelle lavoratrici esposte a gas anestetici durante la gravidanza. Vi sono inoltre evidenze di un possibile rischio di ipertensione nelle donne gravide, con rischio sia per la madre che per la gravidanza.

Farmaci antiblastici Sono utilizzati in ambito sanitario e il personale che manipola tali sostanze può essere esposto per fatti accidentali legati all’assorbimento di microdosi nelle attività di ricostruzione e preparazione dei farmaci, sommistrazione, contaminazione per la rottura accidentale di flaconi. Questi farmaci sono considerati mutageni e teratogeni per la specie umana, pertanto il loro assorbimento accidentale durante le operazioni già sopra descritte , può comportare un serio pericolo per la gravidanza. Possono determinare aborto “spontaneo” e malformazioni. Si ricorda inoltre che l’esposizione delle donne in età fertile può portare a menopausa precoce con conseguente infertilità. METALLI Piombo L’impiego più frequente di questo metallo si ha nei seguenti settori lavorativi: ceramica metalmeccanica grafica fotoceramica elettronica plastica lavorazione del vetro e del cristallo produzione accumulatori lavorazione del petrolio distribuzione di benzina. Il piombo è tra gli agenti tossici meglio documentati. Può agire già prima del concepimento sia sulla donna che sull’uomo, durante la gravidanza, sia sulla madre che sul prodotto di concepimento e dopo la nascita, sul neonato attraverso il latte materno. Mercurio L’impiego più frequente del mercurio si ha nei seguenti comparti: produzione di apparecchiature elettriche produzione e manutenzione di strumentazione sanitarie.

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L’esposizione a mercurio nella donna può causare un aumento di disordini mestruali, aborti, nati morti e malformazioni congenite, basso peso alla nascita, paralisi celebrali, convulsioni nei neonati. A tutt’oggi non esistono dati certi sulla tossicità riproduttiva umana del cromo, nichel e cadmio. FATTORI BIOLOGICI Le malattie infettive contratte in gravidanza possono avere notevoli ripercussioni sull’andamento della stessa, gli effetti di una malattia possono essere: • un aggravamento della malattia infettiva; • repercussioni sfavorevoli sull’andamento

della gravidanza (aborto, morte intrauterina del feto, del feto, parto Si dovranno considerare le condizioni generali di salute della donna in esame ed il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente.pretermine);

• embriopatie, fetopatie o nanopatie infettive causate ad esempio da alcuni virus (rosolia, morbillo, parotite, citamegalovirus, herpes virus, influenza, epatiti, ADIS) e dal toxoplasma.

Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. FATTORI ORGANIZZATIVI Posture e movimentazione manuale dei carichi Questi fattori di rischio sono presenti in quasi tutti i comparti lavorativi. In particolare possono essere soggette a movimentazione manuale di carichi e postura in piedi prolungata per più di metà del tempo lavorativo: le infermiere, le addette all’assistenza, le educatrici degli asili nido, le addette al comparto alberghiero, le addette alle mense, le addette a lavori di magazzino. Sono sottoposte a posture obbligate particolarmente affaticanti

le addette alle catene di montaggio, le addette al controllo e confezionamento a catena, le addette alle macchine da cucire, le lavoratrici nell’industria orafa, nelle ceramiche artistiche, nell’industria tessile, le addette del montaggio nell’industria metalmeccanica. Cos’è la postura di lavoro? Per postura di lavoro si intende il complesso e la sequenza degli atteggiamenti che il corpo assume per lo svolgimento di un determinato compito lavorativo. Le posizioni fisse obbligate, sia sedute che erette, per lunghi periodi, possono determinare un’accentuazione di patologie già frequenti in questo periodo. Alcuni studi, sebbene non completamente confermati, hanno evidenziato una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato, causati dal rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi. FATICA VISIVA Il sovraccarico visivo o affaticamento visivo può essere determinato da un impegno continuativo e prolungato in operazioni che richiedono una visione ravvicinata o anche da condizioni scorrette di illuminazione. La presenza di difetti visivi non corretti, mal corretti o difficilmente correggibili può essere, in alcuni casi, causa di per sé di affaticamento visivo; in altri casi può concorrere, insieme ai fattori connessi al tipo e all’ambiente di lavoro, all’insorgenza di fatica visiva. Come agisce? L’eccessiva e prolungata contrazione dei muscoli impegnati nell’accomodare e nel convergere durante la visione da vicino può indurre affaticamento visivo. Condizioni scorrette di illuminazione, ostacolando la buona visione, costringono l’occhio ad un maggiore impegno e ne determinano, di conseguenza, un precoce affaticamento. La fatica visiva si manifesta con bruciore, senso di fastidio (sensazione di corpo estraneo), prurito agli occhi, arrossamento della congiuntiva, dolore ai bulbi oculari o in regione frontale, mal di testa.

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Si tratta di disturbi transitori che per lo più scompaiono dopo un adeguato periodo di riposo, ma spesso comportano un abuso di anti dolorifici. I settori più a rischio sono: uffici in relazione all’uso del VDT; laboratori in relazione all’utilizzo di microscopi ottci, lenti di ingrandimento; elettronica in relazione all’utilizzo di microscopi ottici, alle operazioni di montaggio e controllo di piccoli pezzi; grafico in relazione alla correzione di bozze; meccanico in relazione al montaggio e al controllo di piccoli pezzi; farmaceutico in relazione alle operazioni di sperlatura (consiste nel controllare visivamente che non siano presenti impurezze in fiale e flaconi); orafo in particolare nelle fasi di montaggio e di controllo; tessile soprattutto nelle operazioni di controllo pezzi; alimentare nelle operazioni di controllo confezionamento. STRESS Negli ambienti di lavoro, il termine può essere applicato ad una serie di condizioni ambientali obiettive e ad altre legate all’organizzazione del lavoro e alle relazioni umane, quindi più soggettive. Dai dati finora disponibili, risulta che lo stress è una delle condizioni ambientali da prendere in considerazione nella valutazione del rischio lavorativo. Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici. LAVORO NOTTURNO Prevalentemente il lavoro notturno interessa le donne del comparto sanitario, le addette alle pulizie, le lavoratrici occupate in comparti a ciclo continuo. Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore). TOSSICI DA ABUSO PERSONALE Quali sono?

Alcool, fumo di sigarette e droghe (cocaina, eroina, psicofarmaci). Bisogna ricordare che possono causare dei problemi durante la gravidanza e al nascituro.

Dipinto da Katerina Peviani

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AGRICOLTURA

Le donne in agricoltura sono circa 700.000, occupate soprattutto nei lavori di ortofrutticoltura e in coltivazione in serra; meno frequentemente che non per il sesso maschile nelle attività di allevamento e nell'utilizzo di macchine. ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI

LAVORAZIONI 1. Preparazione del terreno o potatura delle

piante. 2. Lavorazioni successive alla semina e

precedenti il raccolto. 3. Coltivazioni in serra. 4. Raccolta e trasformazione dei prodotti 5. Preparazione dei mangimi. 6. Alimentazione e igiene degli animali. 7. Mungitura. 8. Raccolta e smaltimento rifiuti.

PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO I due grandi cambiamenti che hanno mutato il volto dell'agricoltura sono stati la chimizzazione (sono in uso circa 300 principi attivi tra fungicidi, insetticidi, diserbanti, concimi, disinfettanti, mangimi medicati) e la meccanizzazione di molte operazioni prima effettuate soprattutto manualmente. Se tali mutamenti hanno portato con sé una forte riduzione della fatica fisica e dell'impiego di manodopera, hanno anche comportato uno sconvolgimento nella gerarchia dei rischi. Nel settore agricolo i rischi principali sono oggi, accanto a quello infortunistico, da meccanizzazione, quello da pesticidi, con tutta la problematica di attualità legata alle possibili patologie cancerogene e degenerative, alle patologie respiratorie da miceti (funghi) legate, direttamente o indirettamente, allevamento. Accanto a questi troviamo i rischi da rumore e vibrazioni legati all'uso delle macchine e infine il rischio di contrarre zoonosi (infezioni degli animali in grado di contagiare l'uomo) e micosi, soprattutto cutanee, nelle attività di allevamento. Va inoltre ricordato che il carico di

lavoro della donna occupata nel settore agri-zootecnico, legato al ritmo stagionale delle colture e a quello giornaliero degli allevamenti, anche quando si tratta di allevamenti di modeste dimensioni, va sommato a quello domestico, fino a raggiungere le 12/16 ore quotidiane. FATTORI DI RISCHIO PRESENTI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO E/O DERIVANTI DALLE LAVORAZIONI Fattori presenti negli ambienti di vita e di lavoro, che possono diventare nocivi quando vi siano eccessi o carenze: temperatura, umidità, rumore, esposizione ai raggi solari, precipitazioni atmosferiche. Ad esempio nelle stalle sono da considerare anche la cubatura, dimensioni e numero di aperture, ventilazione, illuminazione e il rapporto cubatura/animale. Fattori che hanno origine nelle lavorazioni agricole e zootecniche: polveri, liquidi e gas. Polveri: animali (forfore, lana, sete, crini), vegetali (cereali, farine, tabacco, lino, fieno, canapa, mangimi, ecc.), minerali (silice, argilla, calcio, ecc.) e di origine artificiale (fertilizzanti e antiparassitari). Liquidi: pesticidi, fertilizzanti, liquidi biologici. Gas: possono essere prodotti antiparassitari (fumiganti), derivare dal letame, ecc. Rientrano in questo gruppo, come fattori biologici, gli agenti eziologici delle zoonosi, ad esempio: - tra le malattie batteriche: carbonchio, brucellosi, leptospirosi, tubercolosi, - tra le parassitosi: echinicoccosi e la toxoplasmosi, - tra le micosi o malattie da funghi: istoplasmosi, coccidiomicosi e sporotricosi. Fattori che hanno origine dall'attività muscolare che può comportare sforzi fisici dovuti, ad esempio, a sollevamenti o spostamenti di pesi e al mantenimento prolungato e/o alla ripetizione di particolari posizioni di lavoro (carico di lavoro eccessivo). Il fattore di rischio legato alla movimentazione manuale dei carichi . Fattori stancanti diversi dall'attività muscolare, come per esempio l'effettuazione dei turni, responsabilità, ritmi, orari di lavoro (in tempo di lavoro e in ore di inizio e di fine lavoro), assenza di pause e di giorni di ferie (organizzazione del lavoro in generale).

LA SALUTE RIPRODUTTIVA Si tratta di un aspetto complessivamente poco indagato; si riportano qui alcuni elementi tratti dalla

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letteratura dell'ultimo decennio. In un'indagine dell'80/82 nell'USL di Cremona è risultata più elevata la percentuale di parti pre-termine tra le donne in ambiente rurale, così come era più alto il numero di ricoveri per tumore maligno del seno e dell'utero. Già dal 1980 in letteratura erano citati sia danni per l'embrione che per gli organi sessuali in correlazione con: - antiparassitari ed erbicidi (aborti spontanei, parti prematuri, malformazioni, nati mortalità, aberrazioni cromosomiche, fertilità); - vibrazioni (parti prematuri, nati mortalità, morte del feto, disturbi mestruali); - posizioni di lavoro incongrue (aborti, parti prematuri, disturbi mestruali, nati sottopeso); - rumore (alterazione della fertilità); fatica e movimentazione pesi (parti prematuri, nati sottopeso). Recenti indagini (Donna, 1989, Crosignani , 1990) hanno valutato i casi di tumore legati all'esposizione ad erbicidi (atrazina, ecc.), evidenziando un Rischio Relativo pari a 2,7 per il carcinoma ovarico nelle esposte a triazine. Alcune ricerche indicano, tra le donne addette all'agricoltura un lieve aumento di incidenza di leucemie e tumori del sistema linfopoietico, ma anche di malattie cardiocircolatorie. Infine una ricerca condotta in U.S.A. sul rischio da uso domestico di insetticidi spray ha segnalato un aumento del rischio relativo di tumore cerebrale nei bambini. Una rassegna E.P.A. (Environmental Protection Agency, U.S.A.), sul problema della teratogenesi, conclude per un aumento del rischio relativo a seguito di esposizione ad alcuni pesticidi.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di

rischio Riferimenti Legislativi

Preparazione del terreno o potatura delle piante. Lavorazioni successive alla semina e precedenti il raccolto. Coltivazioni in serra. Raccolta e trasformazione dei prodotti

Microclima Rumore Movimentazione manuale dei carichi Vibrazioni Concimi chimici-Fitofarmaci-Diserbanti-Prodotti per la maturazione artificiale della frutta Postura incongrua e fatica fisica

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.f D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.c D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.g DPR 1026/76 art. 5 lett. I D.Lgs. 645/96 all. I comma 3 lett.d DPR 1026/76 art. 5 lett. B DPR 1026/76 art. 5 lett. G

ALLEVAMENTO DI ANIMALI Lavorazione Fattori di

rischio Riferimenti Legislativi

Preparazione dei mangimi. Alimentazione e igiene degli animali. Mungitura. Raccolta e smaltimento rifiuti.

Microclima Antiparassitari-Derattizzanti Rischio biologico (zoonosi) Postura incongrua e fatica fisica Ritmi e orari di lavoro

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. B D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 comma 2 e All. II DPR 1026/76 art. 5 lett. G L. 903/77 art. 5

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CONFEZIONAMENTO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE In molti settori produttivi (tessile, farmaceutico, abbigliamento, alimentare, metalmeccanico, grafico, ecc.) le attività di confezionamento e di controllo della qualità dei prodotti vengono svolte per lo più da personale femminile impiegato nelle operazioni più ripetitive e di minor contenuto professionale. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Al di là della specificità del lavoro nei vari settori produttivi, dei materiali trattati e degli utensili impiegati, l'elemento che caratterizza le attività di assemblaggio e di confezionamento è la costante ripetizione di poche e semplici operazioni. Tali operazioni vengono per lo più svolte in linee di montaggio o produzione con ritmi prefissati, sovente incentivati dal cottimo. Le operazioni di controllo di qualità consistono nella ricerca dei difetti nei vari manufatti; anche in questo caso il lavoro comporta ritmi prefissati e spesso assai veloci. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Fattori di stress a prescindere dai diversi comparti produttivi, le addette ai reparti di confezionamento subiscono un affaticamento dovuto al restare collegate ai ritmi di scorrimento del prodotto sui nastri con elevati livelli di attenzione e monotonia che impediscono di avere, da un lato, un rapporto sociale con gli altri addetti e, dall'altro, un tempo marcato dalle esigenze umane. E' il contenuto stesso del lavoro ad esporre maggiormente questi lavoratori a fenomeni di stress, caratterizzati da frustrazione per l'impoverimento della prestazione professionale, priva di sbocchi di carriera e generalmente estranea a innovazioni qualitative nella mansione. Condizioni di cottimo contribuiscono all'aumento della tensione favorendo l'assunzione di carichi di lavoro pesanti. L'ambiente rumoroso produce isolamento e difficoltà nella comunicazione.

• Posture incongrue-movimentazione di

carichi-ripetitività dei gesti. I lavori di confezionamento e di controllo comportano generalmente posture fisse sia in piedi che sedute e frequentemente incongrue per i

seguenti motivi: il lavoro si svolge generalmente a braccia sollevate e capo flesso, il che comporta la precoce insorgenza di patologie al rachide cervicale e dorsale, gli arredi utilizzati risultano estremamente "arrangiati", raramente progettati a misura umana: banchi di lavoro di altezza errata, assenza di spazio per le gambe, sedili non ergonomici, non regolabili, non dotati di schienale anatomico, etc. Tutti questi aspetti condizionano posizioni dannose per la colonna vertebrale anche in sede lombosacrale (posizione fissa e schiena curva e/o in tensione). Non a caso le patologie più frequenti sono quelle a carico dell'apparato muscolo-scheletrico. Si tratta di un lavoro faticoso soprattutto se in gravidanza. La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Il rischio dipende dallo sforzo, vale a dire dal peso del carico, dal modo in cui esso viene sollevato e dalla frequenza con cui avviene il sollevamento durante l’orario di lavoro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a

• rali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un taglio cesareo che può determinare una limitazione temporanea delle capacità di sollevamento e di movimentazione. Spesso in questi settori vengono usati piccoli strumenti vibranti (cacciaviti, avvita-dadi) che comportano non solo un ulteriore affaticamento delle braccia tenute semisollevate per molto tempo (dolenzia), ma anche dei disturbi neurocircolatori (torpore, formicolii, alterazione delle sensibilità delle dita) sino a vere e proprie patologie dei tendini e delle articolazioni (tendiniti, epicondiliti, etc) dovute ai movimenti ripetitivi che provocano piccoli traumi continui. In molti casi il confezionamento comporta movimentazione manuale dei carichi che va valutata e migliorata in applicazione del Decreto 626. Le donne in gravidanza non devono essere sottoposte a sforzi fisici e a sollevamento manuale di pesi.

• Fatica visiva. L'incongrua illuminazione e lo

scorrimento veloce degli oggetti (soprattutto nel controllo di prodotti farmaceutici, della produzione ceramica e

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vetraria, ecc.) contribuisce alla comparsa di disturbi visivi.

• Microclima. In particolare

nell'industria tessile, di abbigliamento, alimentare. L’effetto più importante segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per l’esposizione ad elevate temperature.

• Rumore. Gli studi sul rapporto tra

rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Assemblaggio Confezionamento

Postura obbligata Rumore Postura in piedi Stress Movimentazione manuale dei carichi Microclima

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. f

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INDUSTRIA FARMACEUTICA ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. PREPARAZIONE DEL FORMULATO 2. CONFEZIONAMENTO 3. SPERLATURA 4. LABORATORIO CHIMICO-FISICO 5. STABULARISTI CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Nella produzione di un farmaco si distinguono due momenti principali: la sintesi del principio attivo ed il confezionamento del prodotto finito intendendo con questo termine la preparazione del formulato ed il suo confezionamento. Le industrie di sintesi sono tipiche industrie chimiche, ad occupazione soprattutto maschile; mentre nei confezionamenti l'occupazione è tipicamente femminile. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI a) Preparazione del formulato Viene effettuata seguendo una ricetta e si tratta di solito di pesature e miscelazioni dei prodotti in polvere ed in fase liquida. In questi reparti lavorano di solito uomini. b) Confezionamento. Possiamo distinguere:

- confezionamento della forma farmaceutica che presenta caratteristiche diverse secondo che si tratti di compresse, capsule, fiale, flaconi, etc...;. Può essere effettuato in camere "sterili" caratterizzate da elevato ricambio d'aria purificata, presenza di agenti sterilizzanti, quali le radiazioni ultraviolette; le persone che vi lavorano devono indossare abiti molto coprenti;

- confezionamento - imballaggio del prodotto finito. Di solito entrambi i confezionamenti vengono effettuati su un'unica linea automatizzata; agli addetti compete di controllare la linea, intervenire in caso di inceppamenti, effettuare i vari carichi e scarichi.

c) Sperlatura Consiste nel controllare visivamente che non siano presenti impurità in fiale e flaconi. Le lavoratrici, sedute, osservano passare davanti ad uno schermo luminoso fiale o flaconi. A volte utilizzano una lente di ingrandimento. d) Laboratorio chimico-fisico La mansione è sostanzialmente di controllo qualità della materia prima e del prodotto finito. E spesso svolta da donne con grado di istruzione medio, non espone di solito a rischio elevato di esposizione a parte delle materie prime e dei solventi normalmente utilizzati in un laboratorio. Rimane il rischio della microesposizione cumulativa. e) Stabularisti In alcuni casi nelle aziende farmaceutiche vengono attrezzati stabulari per la sperimentazione di prodotti allo studio. Possiamo distinguere gli addetti ai laboratori e gli addetti alle pulizie. I rischi principali sono di tipo infettivo e allergologico; maggiormente esposti sono gli addetti alle pulizie. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Sostanze chimiche. L'esposizione presenta la seguente caratteristica: quantità molto limitate di prodotto finito, cioè il farmaco. Il farmaco, come tutte le sostanze chimiche, può comportare dei rischi per la salute. Fino ad oggi dei farmaci si è studiato più l'effetto su donne che li hanno assunti in gravidanza che non su lavoratrici dell'industria produttrice. Ma è assolutamente giusto applicare i risultati di questi studi (che troviamo obbligatoriamente nei foglietti illustrativi nelle confezioni farmaceutiche) alle lavoratrici, tenendo ovviamente in considerazione le diverse modalità di assunzione, le dosi, etc... Attenzione quindi ai farmaci antitumorali, agli antibiotici, agli ormoni, agli anticoagulanti, antiepilettici, ma anche a vitamine ad alte dosi (es. vitamina A). Gli effetti principali dei farmaci, possibili anche a basse dosi, sono: - allergie (dermatiti, asma, oculoriniti) nel caso di esposizione ad esempio ad antibiotici, enzimi o ad acari, peli e forfore di animali degli stabulari; - effetto farmacologico (specifico per ogni farmaco trattato e quindi potenzialmente infinito) vedi ad esempio assorbimento di ormoni, antiblastici, trinitrina, digitale, antiaritmici, antibiotici.

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Molti farmaci poi, come noto, possono interferire sul decorso della gravidanza e lo sviluppo del feto. Nelle camere sterili e degli stabulari vi può essere contatto con le sostanze utilizzate per la sterilizzazione e la pulizia (formaldeide, detergenti) e con rischi di tipo biologico da contatto con animali. Nei laboratori di analisi vengono usate molte sostanze nocive e alcune delle quali cancerogene (benzidine, formaldeide..) anche se a piccolissime dosi e da personale altamente esperto. Occorre però sapere sempre con precisione cosa si sta usando e farlo con le massime precauzioni (ad esempio sempre sotto cappa di aspirazione a flusso laminare), usando tutti i dispositivi di protezione personale prescritti. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ribadito l'opportunità di svolgere ricerche più approfondite sul fenomeno degli aborti spontanei tra le lavoratrici occupate nei laboratori chimici del settore farmaceutico.

• Impegno visivo. Un notevole impegno visivo

è presente alla sperlatura dove gli operatori devono osservare attentamente e per tempi prolungati le fiale ed i flaconi che passano davanti al visore illuminato.

• Posture incongrue e impegno fisico. La

postura è di solito fissa, in piedi per le addette alle linee di confezionamento e seduta per le addette alla sperlatura. Al confezionamento finale può essere richiesto anche lo spostamento di pesi. A tutte le addette che operano in condizioni di lavoro fisse vanno garantiti sedili ergonomici. Si ricorda che la posizione prolungata in piedi potrebbe essere causa di aborto spontaneo.

• Fattori di stress. Situazioni di stress sono

riconoscibili: nelle camere sterili, per la costrizione dell'ambiente e dell'abbigliamento alle stesse linee automatiche di confezionamento per lo scarso contenuto della mansione, a fronte di una certa attenzione. Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici.

• Rumore. Posizioni rumorose sono

soprattutto alle linee di lavaggio e

confezionamento dei flaconi di vetro. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

• Microclima. Disagio termico è riferito dalle

lavoratrici addette al confezionamento delle fiale. Disagio creano anche i camici che vengono indossati nelle camere sterili. L’effetto più importante segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per l’esposizione ad elevate temperature.

• Radiazioni non ionizzanti. Raggi ultravioletti

vengono utilizzati per la sterilizzazione delle camere sterili.

• Rischio biologico. Il Decreto legislativo 626

obbliga alla valutazione del rischio biologico presente per le addette agli stabulari e alla preparazione di vaccini o di prodotti a base di materiale biologico.

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Confezionamento e imballaggio

prodotti in vetro Rischio chimico

Postura incongrua e fatica fisica

Microclima

Rumore

Alcol isopropilico

L. 1204/71 art. 3 comma III

DPR 1026/76 art. 5 lett. G

D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. f

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c

DPR 1026/76 art. 5 lett. B DPR 303/56 art. 33 voce 40 tabella allegata

Sperlatura

Postura incongrua e fatica fisica

DPR 1026/76 art. 5 lett. G

Laboratorio chimico-fisico Sostanze chimiche

Postura incongrua e fatica fisica

L. 1204/71 art. 3 comma III

DPR 1026/76 art. 5 lett. G

Stabulatori Rischio infettivo D.Lgs. 645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L

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ABBIGLIAMENTO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro è tipicamente femminile. ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. TAGLIO 2. CUCITURA 3. STIRATURA 4. SMACCHIATURA 5. CONFEZIONAMENTO 6. LAVORI IN MAGAZZINO PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO • Posture in piedi che si verifica durante le

seguenti lavorazioni: al taglio, alla stiratura, al confezionamento e durante i lavori in magazzino. Queste lavorazioni che richiedono alla lavoratrice una presenza continua “in piedi”, possono comportare un aumentato rischio di lombalgie e disturbi venosi alle gambe.

• Postura obbligata il rischio è presente

soprattutto per le lavoratrici addette alle macchine da cucire. Il lavoro si svolge in posizione seduta, spesso prolungata in posti di lavoro quasi sempre arredati casualmente e pertanto non ergonomici. Le addette alle macchine da cucire oltre a dover tenere una certa postura obbligata, devono eseguire continuamente movimenti che impegnano l’apparato muscolo scheletrico. La posizione seduta mantenuta a lungo può costituire un problema per la corretta circolazione del sangue, facilitando la congestione venosa (aumento patologico di sangue in un tessuto o in organo) a livello del bacino, provocando infiammazioni e infezioni vaginali.

• Rumore la posizione più rumorosa è soprattutto

quella dell’addetta alla macchina di cucitura capi di abbigliamento. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. Un gran numero di indagini evidenzia una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore durante la gravidanza Comunque, nonostante l’incertezza ancora

presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizioni a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

• Microclima i rischi connessi ad una confortevole

situazione microclimatica in questo settore sono legati prevalentemente alle operazioni di stiratura dei capi di abbigliamento, che comportano una certa emissione di calore caldo e umido. L’effetto più importante segnalato risulta essere un amento degli aborti spontanei per l’esposizione ad elevate temperature.

• Solventi clorurati nelle operazioni di

smacchiatura. • Movimentazione manuale dei carichi le addette

al magazzino in questo settore sono le più esposte a sforzi fisici. Il più frequente è rappresentato dallo spostamento di pesi nelle operazioni di confezionamento e di magazzinaggio. Nel considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior arco a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati, hanno evidenziato una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato.

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Taglio Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. G

Cucitura Postura obbligata

Utilizzo di macchine mossa o comandata a pedale con ritmo frequente e notevole sforzo

Rumore

DPR 1026/76 art. 5 lett. G

DPR 1026/76 art. 5 lett. H

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c

Stiratura Postura in piedi

Microclima

DPR 1026/76 art. 5 lett. G

D.Lgs. 645/96 all. I comma I lett. f

Smacchiatura Solventi clorurati DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Confezionamento Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. G

Lavori in magazzino Postura in piedi

Movimentazione manuale dei carichi

DPR 1026/76 art. 5 lett. G

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g

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METALMECCANICA ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. CONFEZIONAMENTO 2. MONTAGGIO Per valutare questo settore fare riferimento anche ad altre schede: CONFEZIONAMENTO, MONTAGGIO, etc. In questo comparto complesso vi sono però fattori di rischio abbastanza tipici che vogliamo brevemente esaminare: PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Il rumore. E’ sicuramente un fattore di rischio tipico nel settore metalmeccanico, l'esposizione delle lavoratrici in gravidanza a rumore può comportare una riduzione della crescita del feto con conseguente minore peso alla nascita del neonato. E' ancora in discussione se il rumore possa influire sulla capacità uditiva del neonato (tenendo presente che le cellule acustiche sono formate negli ultimi 4 mesi di gravidanza).

• L'esposizione a metalli tossici. Aspetto

sottovalutato nel settore metalmeccanico è l'esposizione a metalli nocivi ad esempio nelle fasi di saldatura. Occorre sapere sempre la composizione degli acciai che si saldano e ricordarsi che alcuni di loro (cromo, nichel, cadmio) sono cancerogeni e mutageni. Altri come il piombo possono recare gravi danni al feto: dall'aborto alla nascita prematura, alla alterazione dello sviluppo del bambino. I metalli: cromo, nichel e cadmio sono considerati metalli cancerogeni e quindi l'esposizione ad essi va valutata con particolare attenzione sia ai sensi del capitolo sugli agenti cancerogeni che troviamo nel Decreto 626 sia come fattore di rischio specifico per la gravidanza ai sensi del Decreto 645 del 1996.

• L'esposizione a solventi e pigmenti nelle fasi di

verniciatura. L'esposizione a solventi può comportare disturbi alla fertilità e nascite sottopeso. Altri studi hanno evidenziato un aumento di malformazioni al sistema nervoso centrale in figli di donne addette alla verniciatura.

MONTAGGIO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Queste operazioni sono tipiche nel settore della meccanica, elettromeccanica, elettronica e sono prevalentemente affidate alle donne. Sono caratterizzate da alta ripetitività e bassa qualificazione, pur richiedendo un certo grado di attenzione. Vengono effettuate sia presso le grandi - medie aziende che, soprattutto, presso piccole aziende artigiane, caratterizzate da limitate possibilità di controllo.

DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI a) Montaggio Può presentare caratteristiche molto diverse: - montaggio di componenti su circuiti stampati: può essere effettuato con o senza l'uso di strumenti ottici ingrandenti; spesso l'inserimento dei componenti è guidato da un fascio luminoso; a volte è automatizzato; - montaggio/cablaggio di componenti elettromeccanici, motori elettrici, relais, interruttori: viene effettuato manualmente e con l'ausilio di piccole macchine operatrici, ed i pezzi sono di dimensioni maggiori rispetto al tipo precedente; - assemblaggio del prodotto finito, per esempio piccoli elettrodomestici. I primi due tipi comportano l'effettuazione di microsaldature che possono essere effettuate manualmente, in modo semiautomatico (pozzetto), automatico (saldatrice a onda). b) Controllo visivo Il controllo visivo è un altro compito tipicamente femminile; può essere complementare al montaggio o venire effettuato come operazione a sé stante. Di solito è previsto l'uso di strumenti ottici ingrandenti quali lente d'ingrandimento, microscopio, visore. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Impegno visivo. L'impegno visivo é richiesto sia al montaggio, soprattutto quando si tratta di piccoli componenti, che al controllo. Inoltre, come già detto, spesso è mediato dall'uso di strumenti ottici ingrandenti.

• Posture incongrue ed impegno fisico. Nei

lavori di montaggio la postura è in genere fissa, frequentemente seduta. Occorre sempre garantire alle lavoratrici un sedile ergonomico. Nei montaggi di componenti e piccole parti viene molto sollecitato il tratto cervicale della colonna vertebrale e gli arti superiori, quando si richiede l'uso di strumenti quali avvitatori, etc... Queste operazioni ripetitive comportano un sovraffaticamento e un'usura delle articolazioni e dei tendini con tendiniti, epicondiliti.. Nel corso dell'assemblaggio e controllo finale può essere richiesta la movimentazione manuale di pesi; attualmente si va diffondendo l'uso di "bracci meccanici” ausiliari. Nel considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della

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distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior carico a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati, hanno evidenziato una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato. Il Decreto 626 del 1994 obbliga la valutazione dei rischi per la movimentazione manuale di carichi ed un piano di soluzioni, oltre che una sorveglianza sanitaria specifica.

• Sostanze chimiche. Le principali operazioni che

comportano l'utilizzo di sostanze chimiche sono la microsaldatura e la pulizia delle piastre saldate. Durante la microsaldatura vi può essere emissione di fumi di sostanze irritanti e/o sensibilizzanti, principalmente la colofonia. Tutte queste postazioni di lavoro vanno presidiate con impianti di aspirazione localizzata ed efficiente, a braccio snodabile.

• Rumore. Nell'industria elettronica non è

certamente un rischio caratteristico, mentre nell'elettromeccanica il rumore può essere generato da piccole macchine operatrici o può derivare dalla presenza nello stesso capannone di tavoli di montaggio e macchine utensili classiche. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Lavorazione dei metalli con macchine

Rumore Vibrazioni Oli minerali

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.a DPR 1026/76 art. 5 lett. I DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Saldatura Fumi di saldatura con possibilità di esposizione a metalli: piombo cromo nichel cadmio mercurio

DPR 1026/76 art. 5 lett. B D.Lgs. 645/96 all. II comma I lett. c

Sgrassatura Solventi Detergenti

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

Decapaggio Acidi forti (cloridico solforico, nitrico, ecc)

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

Verniciatura Solventi Pigmenti Resine

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

Operazioni varie

Rischi generali: Postura Movimentazione manuale dei carichi

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g

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LEGNO

ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI DOVE VENGONO IMPEGNATE LE DONNE 1. RIFINITURA DEI MOBILI 2. VERNICIATURA 3. LUCIDATURA Si tratta di un settore più tipicamente maschile, ma le donne vengono impiegate in alcune lavorazioni di rifinitura dei mobili, soprattutto nelle operazioni di verniciatura e lucidatura. Il settore legno è un settore ad elevata rumorosità. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque,nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA). Nelle operazioni di verniciatura e rifinitura vi sono soprattutto rischi di esposizione a solventi delle vernici, che possono passare la barriera emato-placentare e quindi influire sul feto. Si parla di aumento di aborti spontanei e di malformazioni congenite (labbro leporino, malfomazioni dell'apparato cardiocircolatorio e del sistema nervoso centrale), diminuzione del peso alla nascita. Nel settore legno si osservano anche rischi da movimentazione di pesi, rischi che vanno valutati e risolti, ma che possono comportare un aumento di aborti spontanei e di nati pre-termine.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di

rischio Riferimenti Legislativi

Lavorazione legno con macchina

Rumore Polveri di legno

D.Lgs. 645/96 all. II comma 1 lett. c DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

Lucidatura -Carteggiatura

Polveri di legno, di vernici, ecc

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

Incollaggio Formaldeide Microonde

DPR 1026/76 art. 5 lett. B D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. e

Verniciatura Solventi Pigmenti Resine

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

Operazioni varie

Rischi generali: Postura Movimentazione manuale dei carichi

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g

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PELLETTERIE E CALZATURE ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. TAGLIO PELLI 2. ORLATURA-GIUNTURA (sgranatura,

cucitura, incollaggio) 3. MONTAGGIO-ASSEMBLAGGIO(messa in

forma incollaggio, ribattitura) 4. FISSAGGIO-RIFINITURA (coloritura

ritocco, applicazione solette, stiratura pulizia)

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE La lavorazione delle pelli e delle calzature è una tipica attività produttiva italiana dove viene impiegato in buona parte personale femminile. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Il ciclo lavorativo delle pelli e delle calzature prevede delle operazioni molto definite e parcellizzate, con un elevato grado di monotonia e ripetitività. Si tratta essenzialmente delle operazioni di taglio delle pelli e degli accessori (ad esempio nel caso della scarpa: tomaia e fodera), dell'assemblaggio con inchiodatura, ribattitura, cuciture, incollaggio e finissaggio con uso di appretti. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• I collanti. I collanti possono essere distinti in lattici e mastici. Questi ultimi, di più frequente impiego, contengono solventi quali: idrocarburi aromatici ed alifatici e loro derivati alogenati, chetoni ed alcoli. Alcuni studi evidenziano una associazione tra esposizione a solventi nei primi tre mesi di gravidanza e aborto spontaneo e delle malformazioni al sistema nervoso centrale e al cuore.

• Le posture ed i movimenti ripetitivi.

Nelle pelletterie frequentemente le lavoratrici sono costrette a posture fisse innaturali ed in spazi angusti, azionando in continuazione pedali e leve

con le gambe. Spesso vi sono delle vibrazioni concomitanti: tutti questi fattori possono comportare deficit di circolazione del bacino e quindi in gravidanza dei disturbi circolatori alla placenta, con un aumentato rischio di nascite sottopeso o anticipate. A tutte le lavoratrici che operano in posizioni fisse vanno garantite dei sedili ergonomici: sicuri, pratici, adattabili, confortevoli e solidi. Non vanno dimenticati in questi settori i movimenti ripetitivi degli arti superiori con o senza attrezzature manuali che possono causare delle patologie dei tendini e delle articolazioni: tenosinoviti, epicondiliti sindromi del tunnel carpale, formicolii alle mani.

• Rumore. In questo settore vi sono delle

fonti di rumore soprattutto nei confezionamenti (es. ribattitura con chiodi, uso di rivettatrici). Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti

Legislativi

Taglio pelli Postura Polvere di pelle e cuoio Rumore

DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. C D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c

Orlatura-Giuntura (scarnitura, spaccatura, cucitura, incollaggio)

Postura Polvere di pelle e cuoio Rumore Solventi

DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. C D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Montaggio- Assemblaggio (messa in forma, incollaggio ribattitura)

Postura Rumore Solventi

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.c DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Fissaggio-Rifinitura (coloritura, ritocco, applicazione solette, stiratura pulizia)

Postura Solventi/Tinture

DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. B

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PLASTICHE I CICLI PRODUTTIVI Sotto il termine “lavorazione delle materie plastiche” si nasconde in realtà una miriade di diverse tecniche produttive, tra cui le più importanti sono:

STAMPAGGIO PER INIEZIONE:

L’oggetto si ottiene spingendo e stampando plastica fusa in una pressa orizzontale.

ESTRUSIONE: La plastica fusa viene fatta “filare” attraverso fori di diversa forma e spessore.

IMPREGNAZIONE: Diversi tipi di supporto vengono impregnati per immersione o spruzzatura di resine.

SPALMATURA: La resina viene spalmata sul supporto.

TERMOFORMATURA: Il semilavorato in resina viene formato a caldo.

STAMPAGGIO A PRESSIONE:

La plastica ( di un tipo che tende a indurire col calore) viene stampata in presse verticali.

CALANDRATURA: La plastica viene fatta passare attraverso grandi cilindri, che la trasforma in una lamina o un foglio, che verrà poi variamente lavorato e raccolto in rotoli.

CARATTERIZZAZIONE DI QUESTO SETTORE Sotto il termine di lavorazione delle materie plastiche vengono raccolte molte lavorazioni diversificate, tutte in grande espansione per l'aumento degli oggetti di plastica pura o riciclata nella vita quotidiana. Si parla di stampaggio per iniezione, estrusione, impregnazione, spalmatura. Si tratta di un settore considerato non pesante, ad elevata parcellizzazione e ripetitività delle mansioni, dove viene impiegata molta manodopera femminile. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Il caricamento delle materie prime: granuli, sfridi, coloranti in master avviene spesso automaticamente con tramogge e altro. Il personale, soprattutto quello femminile, viene impiegato nello scarico dei pezzi e nei lavori di finitura. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• L'esposizione a sostanze chimiche L'industria della plastica in genere è

considerata a rischio per quanto riguarda l'insorgenza di malformazioni nei nati da genitori occupati in questo settore, che ha anche una maggiore incidenza di aborti tra le lavoratrici. Questo è da attribuirsi soprattutto alla varietà di sostanze presenti nell'aria di questi reparti. Il settore della plastica non è mai stato studiato a sufficienza. Le sostanze più pericolose sono: i monomeri alcuni dei quali cancerogeni e mutageni, ad esempio:

-il cloruro di vinile dal PVC; riconosciuto cancerogeno per l’uomo, può indurre aborti spontanei o malformazioni congenite. Fortunatamente si incontra sempre più raramente. -la formaldeide (nelle resine ureiche e formaldeidiche); oltre che essere riconosciuta come probabile cancerogeno per l’uomo, determina disordini mestruali (che a loro volta possono essere causa di infertilità). -lo stirene, toluene e xilene (nel polistirolo, ABS..). Particolarmente indiziato è lo stirene, valutato come possibile cancerogeno per l’uomo e mutageno. Lo stirene ridurebbe inoltre la fertilità degli esposti e determinerebbe un minor peso alla nascita nei figli di madri esposte. - il benzene, riconosciuto come cancerogeno per l’uomo, oltre che forte mutageno, avrebbe capacità di indurre turbe mestruali, aborti spontanei e parti prematuri. I solventi ed i plastificanti, ad esempio: -gli ftalati, usati come plastificanti (soprattutto nella calandratura) possono causare disordini mestruali. Poiché molte lavorazioni avvengono a caldo, può avvenire che dalle sostanze utilizzate si sviluppino fumi che contengono sostanze diverse, dovute alla trasformazione che le sostanze subiscono a causa del calore (fenomeno della DEGRADAZIONE TERMICA); tale trasformazione può in alcuni casi determinare un aumento della nocività.

• La postura. Nelle plastiche frequentemente le lavoratrici sono costrette a posture fisse sempre in piedi o sedute nei confezionamenti; spesso vi sono delle vibrazioni concomitanti per un elevato uso di strumenti e attrezzature ad aria compressa: tutti questi fattori possono comportare deficit di circolazione del bacino e quindi in gravidanza dei disturbi circolatori alla placenta, con un aumentato rischio di nascite sottopeso o anticipate. Non vanno dimenticati anche in questo comparto i movimenti ripetitivi degli arti superiori con o senza attrezzature manuali

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che possono causare delle patologie dei tendini e delle articolazioni: tenosinoviti, epicondiliti, sindromi del tunnel carpale, formicolii alle mani.

• Il rumore. Non elevatissimo (se i mulini

granulatori sono insonorizzati o esterni ai reparti di lavoro) ma diffuso per la presenza di numerose macchine. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

• Il microclima caldo. E’ caratteristico di questi settore dove gli impianti (ad esempio di stampaggio a caldo), se non coibentati, disperdono calore. L’effetto più importante, evidenziato però a livello sperimentale, risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizioni a elevate temperature.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio

Riferimenti Legislativi

Preparazione materie (macinazione) mescola, aggiunta di additivi

Rumore Postura Additivi contenenti piombo

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. II lett. c

Iniezione, estrusione

Postura Rumore

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c

Stampa Postura Solventi Inchiostri

DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. B

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TESSILE

ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. FILATURA –TORCHIATURA 2. ROCCATURA 3. TESSITURA 4. CONTROLLO SMACCHIATURA Questo comparto produttivo è caratterizzato da una presenza femminile "storicamente" piuttosto elevata sia nelle fasi di tessitura che in quelle di tintura, finitura e confezionamento. TESSITURA LE PRINCIPALI MANSIONI 1) Addetta alla preparazione filati. 2) Addetta ai telai. 3) Addetta alla visita pezze e confezioni tessuti. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Rumore. Molto esposte sono le addette ai telai e talvolta le addette alla preparazione per la contiguità delle aree di lavorazione. Il rumore prodotto dai telai raggiunge un'intensità compresa tra 87 dBA (telai a crochet) e 102 dBA (telai a navetta); i più frequenti comunque sono i telai a pinze che producono una rumorosità intorno ai 92-95 dBA. In questo comparto non è facile risolvere il problema rumore, anche se vi sono delle soluzioni: telai insonorizzati, supporti antivibranti, trattamenti fonoassorbenti, etc. Questo livello comporta sia rischi per l'apparato uditivo che effetti extrauditivi. Occorre assolutamente dotarsi dei mezzi di protezione personale per l'udito. Gli effetti della esposizione a rumore durante la gravidanza sono stati studiati sia con ricerche condotte su animali che con indagini epidemiologiche su donne esposte. Anche se con qualche contraddizione la maggior parte delle indagini, comunque, mette in evidenza una riduzione della crescita del feto, un aumento degli aborti " spontanei" e quindi un minore peso alla nascita. Questi effetti potrebbero essere dovuti alla vasocostrizione delle piccole arterie della placenta che "nutre" il feto.

• Posture. Il lavoro ai telai e all'ordimento non

consente all'addetta di sedersi, ma la costringe alla stazione eretta prolungata; la posizione obbligata favorisce la ritenzione di liquidi a livello degli arti inferiori, fattore predisponente per lo sviluppo di patologie a carico del sistema venoso. Vi è un rischio da movimentazione dei carichi, le addette devono essere dotate di sollevatori meccanici. Affaticamento e posture incongrue favoriscono un aumento degli aborti "spontanei", prematurità e basso peso alla nascita.

• Stress. E’ legato prevalentemente all'organizzazione del lavoro su turni, anche notturni, alla monotonia e ripetitività delle operazioni eseguite in un ambiente disagevole. Dai dati finora disponibili, risulta che lo strss è una delle condizioni ambientali da prendere in considerazione nella valutazione del rischio lavorativo. Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici.

• Impegno visivo. Si ritrova soprattutto nella fase

di ordimento e di visita pezze.

• Sostanze chimiche. L'esposizione può interessare sia l'apparato respiratorio che quello cutaneo, ed è legata alla presenza di sostanze apprettanti o coloranti sul filato, di nichel in elementi del telaio continuamente manipolati dalle addette, di polveri di fibre tessili disperse nell'aria. Per le addette alla visita pezze può esserci un'esposizione a vapori di solventi clorurati utilizzati per smacchiare.

.

TINTO STAMPERIA La presenza femminile è cospicua solo nelle stamperie e nella preparazione della "tintura e purga a stella" della seta. PRINCIPALI MANSIONI FEMMINILI 1) Addetta alla cucina colori. 2) Stampatrice e aiuto-stampatrice. 3) Campionatura. 4) Visita pezze. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Sostanze chimiche. Si ritrovano coloranti, ausiliari, solventi, detergenti. Si può verificare un assorbimento di tali sostanze per via inalatoria, digerente e per contatto cutaneo. L'esposizione maggiore si verifica in cucina colori. E' possibile la presenza di sostanze ritenute cancerogene (coloranti derivati da particolari ammine aromatiche, tiourea). Per questo aspetto il Decreto Legislativo 626 del 1994 impone una seria analisi del rischio cancerogeno, con il cambiamento delle sostanze ove possibile e comunque cicli chiusi, elevatissimi livelli di sicurezza e informazione. Alcune ammine aromatiche usate nei coloranti delle tintostamperie sono cancerogene e teratogene (danno malformazioni al feto). La legislazione di tutela inizia con la circolare 77/92 sino al Decreto 626 del 1994 che considera come cancerogene le sostanze etichettate con la frase di rischio R45 e R49; oltre a queste due voci vi è la R40 (“possibilità di effetti irreversibili”) alla quale appartengono le sostanze da considerarsi con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull’uomo e per le quali tuttavia le informazioni disponibili non sono sufficienti per una valutazione soddisfacente. La R40 può trovarsi combinata con la R20 (per inalazione), la R21 (a

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contatto con la pelle), la R22 (per ingestione) in modo tale da chiarire meglio in quale modo la sostanza è o può essere nociva. Conviene inoltre tenere in considerazione le frasi di rischio relative alle sostanze che possono provocare riduzione della fertilità (R60 e R62), possibili danni al feto (R61 e R63) o ai bambini allattati al seno (R64). Occorre sapere cosa si usa e sul piano operativo. Per i lavori con sostanze pericolose contenenti agenti chimici che possono causare un danno genetico ereditario, i datori di lavoro devono valutare i rischi per la salute dei lavoratori derivanti da tali attività e, se del caso, prevenire o controllare tali rischi. La prevenzione dell’esposizione deve costituire la più alta priorità. Se non è possibile prevenire il rischio, l’esposizione può essere controllata mediante una combinazione di controlli tecnici unitamente a una buona pianificazione e gestione dell’attività e all’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI). I DPI dovrebbero essere usati a fini di controllo soltanto se tutti gli altri metodi non si sono rilevati sufficienti. Essi possono essere anche usati quale protezione secondaria in combinazione con altri metodi. Se possibile si dovrebbe procedere alla sostituzione degli agenti nocivi.

• Microclima. I parametri microclimatici rilevati in

alcune aziende nel periodo estivo nei reparti di stampa hanno evidenziato valori molto elevati, confermando una situazione di grave disagio, lamentata dagli addetti. L’effetto più importante segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per l’esposizione ad elevate temperature.

• Posture. Durante le operazioni di stampa le addette sono costrette a parecchi piegamenti del tronco e a muoversi continuamente per tutto il reparto. Nella preparazione della "stella" per la purga o tintura della seta, la sistemazione del tessuto comporta una continua elevazione delle braccia dell'addetta che lamenta un marcato affaticamento, anche da movimentazione dei rotoli di tessuto.

FOTOINCISIONI DI QUADRI PER STAMPA TESSUTI

La presenza femminile è significativa nella preparazione lucidi e nel ritocco dei quadri. PRINCIPALI MANSIONI FEMMINILI 1) Lucidista. 2) Mascheratrice. 3) Ritoccatrice. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

• Sostanze chimiche. La principale esposizione è quella ai solventi contenuti nei prodotti vernicianti e riguarda le ritoccatrici; e possibile anche per le stesse una sensibilizzazione agli isocianati.

• Impegno visivo. Molto elevato per tutte le

mansioni citate, anche perché le operazioni vengono effettuate in forte contrasto di luce.

• Stress. Elevato per la grande attenzione

richiesta per tutto l'orario di lavoro. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio

Riferimenti Legislativi

Filatura Torciatura Rumore Microclima Vibrazioni Polveri

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f DPR 1026/76 art. 5 lett. f D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. a DPR 1026/76 art. 5 lett. C

Roccatura Rumore

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c

Tessitura Microclima Rumore Vibrazioni

D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c DPR 1026/76 art. 5 lett. I D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. a

Controllo smacchiatura

Solventi clorurati

DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Rischi comuni Postura in piedi

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g

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COMPARTO ALBERGHIERO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA

FEMMINILE Il settore alberghiero è tra i più importanti comparti lavorativi del nostro paese in termini di prodotto interno lordo e numero di addetti. Nel "mercato globale" che tanta crisi porta in tutti i settori produttivi, l'Italia con le sue bellezze naturali ed artistiche potrebbe avere nel turismo una grande ricchezza stabile nel tempo. Ma solamente con l'entrata in vigore delle direttive CEE con il Decreto 626 questo settore è stato studiato dal punto di vista dei rischi professionali. Sino ad oggi relativamente alle malattie professionali denunciate appare "silente", anche se ricerche internazionali indicano nella patologia muscolo-scheletrica (della colonna vertebrale) e nelle dermatiti (da prolungato mantenimento delle mani nell'acqua, da uso di detersivi, disinfettanti e da contatto con superfici nichelate: es. carrelli), le malattie professionali più frequenti. Come tutte le attività di "servizio alla persona" il lavoro in campo turistico e alberghiero è tipicamente femminile. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI L'albergo è una grande casa in cui la donna deve fare praticamente tutto: dal riordino delle camere e degli spazi comuni ai lavori di ufficio, a quelli di pulizia a quello di cucina a quelli di lavanderia. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO DELL'INSERVIENTE DI ALBERGO

• Movimentazione manuale di carichi, sforzi fisici. Riordinare tante camere vuole dire spostare mobili, letti, caricarsi di pesi (valigie, casse di alimenti, stoviglie, biancheria, mobilio), assumere posizioni incongrue per rifare i letti, pulire in ogni angolo, camminare per molti chilometri al giorno, stare sempre in piedi, lavorare in condizioni microclimatiche non sempre favorevoli: le stanze vanno infatti arieggiate comunque. Non a caso le patologie più frequenti sono quelle a carico dell'apparato muscolo-scheletrico. Si tratta di un lavoro faticoso soprattutto se in gravidanza. La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Il rischio dipende dallo sforzo, vale a dire dal peso del carico, dal modo in cui esso viene sollevato e dalla frequenza con cui avviene il sollevamento durante l’orario di lavoro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è

esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito della movimentazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un parto cesareo che può determinare una limitazione temporanea delle capacità di sollevamento e di movimentazione.

• Rischio chimico. Sono legati soprattutto alle

sostanze usate per la pulizia e la disinfezione che possono essere irritanti e potenzialmente sensibilizzanti. Non si conoscono allo stato attuale ricerche su effetti per la salute del nascituro delle sostanze normalmente utilizzate nel lavoro di pulizia.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti

Legislativi

Pulizia locali Servizio camere Guardaroba Cucina

Postura Fatica fisica Movimentazione dei carichi Microclima Lavoro su scale Detergenti

DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. F D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.G D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. E DPR 1026/76 art. 5 lett. C

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COMMERCIO E GRANDE DISTRIBUZIONE

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA

FEMMINILE

In questo settore molte donne sono impiegate soprattutto nelle attività di commessa e di cassiera. Ma anche i servizi ausiliari (scaffaliste e pulizie) sono frequentemente eseguite da personale femminile. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI L'attività delle commesse e delle cassiere comporta il contatto con il pubblico, la continua movimentazione di oggetti di vario peso (da scaffali, da tapis-roulant a banchi di vendita e viceversa), la registrazione degli importi (su tastiere, con lettura ottica, scanner del codice a barre), presa e consegna dello scontrino, incasso e consegna del resto. Operazioni sussidiarie e saltuarie sono quelle della smagnetizzazione (di capi di vestiario), di riordino, di pulizia dell'ambiente di lavoro PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Posture incongrue e movimenti ripetitivi. Se il

lavoro di commessa si svolge quasi sempre in piedi con conseguente aumento di lombalgie e rischi di insufficienza venosa alle gambe, quello di cassiera si svolge in posizione seduta fissa mantenuta per molte ore consecutive in posti di lavoro per lo più inadeguati, spesso assai costrittivi. Le operazioni di trasferimento di oggetti sul banco-cassa e di digitazione su tastiera avvengono con movimenti ripetitivi delle braccia spesso non appoggiate e con una disposizione irrazionale degli oggetti e degli strumenti d'uso, con uno spazio ridotto per l'alloggiamento ed i movimenti delle gambe. Più in generale come si diceva nella grande distribuzione e nel commercio vi sono molte operazioni che comportano una movimentazione ed una spinta manuale di carichi, che alla fine del turno di lavoro può essere complessivamente elevata. Frequenti sono i disturbi della colonna vertebrale, le infiammazioni dei muscoli e dei tendini degli arti superiori per cui tendinite ed epicondiliti sono le conseguenze di questi lavori ripetitivi e senza pause. Le posture coatte fisse possono comportare una facilità alle forme

infiammatorie (cistiti, vaginiti) e ad una insufficienza venosa alle gambe con gonfiori, crampi, formicolii. Anche alle cassiere come per le operatrici ai VDT vanno garantiti sedili ergonomici: sicuri, pratici, adattabili alle misure umane, confortevoli, solidi e adeguati. Per la donna in gravidanza si possono avere nascite sottopeso o premature proprio per l'affaticamento fisico. Si rammenta infine il pericolo determinato dal lavoro in altezza ovvero con l'uso di scale, attività con rischio di caduta alla quale, per legge, non devono essere adibite le lavoratrici in gravidanza. La movimentazione manuale dei carichi deve essere presa in considerazione nella valutazione dei rischi obbligatoria in applicazione del Decreto 626 del 1994; le addette vanno dotate di tutti gli ausili di movimentazione: pallets autosollevanti, rollers e carrelli (a cui va garantita una manutenzione adeguata delle ruote) che devono scorrere su pavimenti senza avvallamenti e buche. La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Il rischio dipende dallo sforzo, vale a dire dal peso del carico, dal modo in cui esso viene sollevato e dalla frequenza con cui avviene il sollevamento durante l’orario di lavoro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito della movimentazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un parto cesareo che può determinare una limitazione temporanea delle capacità di sollevamento e di movimentazione.

● Fattori di stress. Il contatto con un pubblico

non sempre "gentile" è sicuramente il fattore di stress più evidente. Dato che il "cliente ha sempre ragione", le difese sono piuttosto aleatorie e il controllo della lavoratrice -commessa dipende non solo dalla "gerarchia interna", ma soprattutto dal giudizio degli utenti. L'ambiente, piuttosto rumoroso e caotico, rende poi più pesante dal punto di vista psico-fisico il lavoro. Il regime degli orari non riesce a quantificare la variabilità del carico di lavoro, che può avere punte molto elevate in particolari momenti della giornata, della settimana, dell'anno. Frequentemente, a causa di ritmi di lavoro troppo elevati, vi sono difficoltà di effettuare anche le pause" fisiologiche". Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire

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in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici.

● Microclima. I principali problemi possono

derivare da un cattivo condizionamento dei locali (eccessivo freddo in estate e caldo in inverno), dalla vicinanza di posizioni di lavoro fisse (es. cassiere) a porte di ingresso e la presenza di aree a diversa temperatura (presenza di frigoriferi...), zone di cottura. Occorre comunque negli ambienti condizionati garantire che venga effettuata periodicamente la pulizia dei filtri e la verifica della loro efficienza. I meccanismi della termoregolazione che vengono attivati in ambiente caldo possono risultare meno efficaci durante la gravidanza, in quanto esiste in questo periodo una vasodilatazione fisiologica ed un aumento della frequenza cardiaca. Oltre a ciò si osserva un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche. L’effetto più importante segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizione ad elevate temperature.

● CURIOSITA’. I lettori ottici sono strumenti

laser del tipo a gas neutri o atomici. Si tratta di strumenti sicuri per gli addetti alle casse e per gli utenti. Sono strumenti funzionanti a bassa potenza con una emissione massima permessa non superabile in nessuna condizione di impiego. Si escludono danni per l'apparato oculare o la pelle e per la gravidanza.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di

rischio Riferimenti Legislativi

Operazioni varie

Rischi generali: Postura Movimentaz.manuale dei carichi Microclima Stress Lavoro su scale

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g DPR 1026/76 art. 5 lett. E

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MENSE

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA

FEMMINILE

Si tratta di un settore in crescita (per le modifiche dell'organizzazione sociale e del lavoro) e ad elevata occupazione femminile. L'organizzazione delle mense è molto varia e configura situazioni di esposizione a fattori di rischio diversificate; ad esempio non in tutte le situazioni vi è presente una cucina (pensiamo alla distribuzione dei pasti nelle scuole), in altre la distribuzione dei pasti può essere fatta secondo un modello di self-service. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Nei self-service senza cucina (es. scuole) il lavoro implica soprattutto una movimentazione di pesi: contenitori di alimenti, stoviglie, vassoi, oltre che i lavori di riordino e pulizia delle stoviglie e degli ambienti. Nelle cucine vere e proprie, oltre a queste mansioni vi sono tutte le operazioni di preparazione dei cibi: dal lavaggio delle verdure al taglio e la pezzatura di carne, formaggi, alla cottura, alla porzionatura e distribuzione dei pasti. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Le posizioni di lavoro e la fatica fisica.

Si tratta di posizioni fisse o sempre in piedi (preparazione e distribuzione pasti) o sempre sedute (es. cassiere). Si tratta di un lavoro molto faticoso per lo spostamento di pesi: pentole, piatti, derrate alimentari spesso con movimenti di torsione e flessione del tronco. La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Il rischio dipende dallo sforzo, vale a dire dal peso del carico, dal modo in cui esso viene sollevato e dalla frequenza con cui avviene il sollevamento durante l’orario di lavoro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito

della movimentazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un parto cesareo che può determinare una limitazione temporanea della capacità di sollevamento e di movimentazione. Il Decreto 626 che ha recepito la direttiva CEE, obbliga i datori di lavoro delle cucine e mense a valutare il rischio da movimentazione dei carichi, a dotare le addette di ausili di trasporto, a fare informazione e formazione e a effettuare una sorveglianza sanitaria mirata.

● Il microclima nelle mense non è certamente

favorevole: caldo-umido, con sbalzi termici (ad esempio nelle zone di carico e scarico, nelle permanenze in celle frigorifere). Già fisiologicamente in gravidanza vi è una vasodilatazione ed un aumento della frequenza cardiaca, questi sintomi peggiorano in un microclima caldo umido, portando a collassi e ad un aumentato rischio di aborti. Anche i periodi mestruali sono piuttosto difficili in questo contesto microclimatico. Oltre ciò si osserva anche un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche.

● L'uso di detergenti. Non si conoscono allo

stato attuale ricerche su effetti per la salute del nascituro delle sostanze normalmente utilizzate nel lavoro di pulizia; anche se i detergenti in uso possono dare patologie irritanti e allergiche a carico della cute e dell'apparato respiratorio e che, talvolta, possono essere causa di reazioni allergiche anche gravi (crisi di asma). Un cenno particolare va riservato all’ammoniaca: è una sostanza chimica utilizzata in soluzione con acqua ed ha spiccate proprietà detergenti e per questo motivo viene spesso impiegata nei lavori di pulizia domestica e industriale. L’ammoniaca è molto irritante per l’apparato respiratorio per la cute e per gli occhi. Pertanto, anche se non sono segnalati effetti tossici

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generali con eventuale rischio per la gravidanza, si sconsiglia l’uso di ammoniaca durante il periodo di gestazione anche in considerazione del fatto che la sua percezione olfattiva, di per se sgradevole, si ha per concentrazioni molto basse nell’aria ambiente e che la donna gravida ha normalmente una minore tolleranza per gli odori forti.

● CURIOSITA’. Un problema particolare: in

gravidanza spesso la donna ha delle avversioni a odori e a cibi che si manifestano con nausea e vomito: in questo settore è piuttosto difficile combattere questo rischio.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di

rischio Riferimenti Legislativi

Cucina

Postura Fatica fisica Movimentaz. dei carichi Microclima Lavoro su scale Detergenti

DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. F D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. E DPR 1026/76 art. 5 lett. C

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PARRUCCHIERE ED ESTETISTE

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE

Tolte rare eccezioni è un settore a componente quasi esclusivamente femminile. Si tratta per lo più di piccole aziende familiari con apprendisti e lavoranti, ma in grande espansione per l'elevarsi della qualità di vita sociale. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Lavaggio, taglio, messa in piega e trattamento dei capelli, cure estetiche varie: pulizia del viso, depilazione, manicure e pedicure. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Posture incongrue. Si tratta di un lavoro fatto quasi

sempre in piedi e di conseguenza soprattutto per le donne comporta un maggiore rischio di patologie circolatorie agli arti inferiori: edema (gonfiori), vene varicose, senso di pesantezza alla sera. Mutamenti fisiologici durante la gravidanza (maggiore volume sanguigno e aumento delle pulsazioni cardiache, dilatazione generale dei vasi sanguigni e possibile compressione delle vene addominali o pelviche ) favoriscono la congestione periferica durante la postura eretta. La compressione delle vene può ridurre il ritorno venoso dalla pelvi con una conseguente accelerazione compensativa del battito cardiaco materno e il manifestarsi di contrazioni uterine. Se la compensazione è insufficente ne possono derivare vertigini e perdite di conoscenza. Periodi prolungati in piedi ( da ferme e/o camminando) durante la giornata lavorativa determinano per le donne un maggior rischio di parto prematuro. Consigli: cambiare ogni tanto la gamba di appoggio se si sta troppo in piedi; sul lavoro portare sempre scarpe comode e anatomiche (con plantare e tacco di pochi centimetri); dormire con le gambe lievemente alzate ad esempio con un cuscino grande sotto le gambe; non indossare sul lavoro pantaloni troppo stretti; mantenersi in un peso forma.

● Sostanze irritanti. Rispetto al passato i prodotti di

cosmetica sono migliorati molto. Leggi più severe a tutela dei consumatori hanno prodotto una ricerca di prodotti migliori (coloranti, eccipienti, solventi, saponi, profumi) con effetti benefici anche su chi li usa per lavoro.

● Rischio biologico. Durante il lavoro delle estetiste vi

potrebbe essere un contatto con sangue, piccole ferite, germi cutanei per tale ragione è importante usare tutte le precauzioni di tipo igienico: sterilizzare tutti gli strumenti e usare i dispositivi di protezione personale. Anche il personale (se ad es.sieropositivo o con epatite B o C) può trasmettere alla cliente delle infezioni se non usa i mezzi di protezione personale idonei. Molti agenti biologici possono interessare il nascituro in caso di infezione della madre durante la gravidanza. Essi possono giungere al bambino per via

placentare mentre questo è ancora nell’utero oppure durante e dopo il parto, ad esempio nel corso dell’allattamento o a seguito dello stretto contatto fisico tra madre e bambino. Agenti tipo che possono infettare il bambino in uno di questi modi sono il virus dell’epatite B, quello dell’epatite C, l’HIV ( il virus dell’AIDS), l’herpes, la tubercolosi, la sifilide, la varicella e il tifo. Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. Si dovranno considerare anche gli aspetti peculiari della donna in esame quali ad esempio le sue condizioni generali di salute e il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti

Legislativi

Tutte le operazioni

Postura Microclima Biologico (epatie B e C, AIDS)

DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f D.Lgs. 645/96 all. I com. 2

Uso di prodotti vari per shampoo, tinture, permanenti, lacche e decolorazioni

Sostanze allergizzanti Coloranti Ammoniaca Persolfati

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

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IMPRESE DI PULIZIE

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE

Le imprese di pulizie sono ambiti di lavoro tipici del lavoro femminile. Negli ultimi anni si è affermata questo tipo di impresa di servizio alla collettività (Comuni, Ospedali) e al settore privato: nella pulizia di uffici, banche, condomini, etc. Si tratta spesso di un lavoro precario dove lo sfruttamento della manodopera, trattandosi di imprese di piccole dimensioni, è elevato: salari scarsi, orari difficili, carichi di lavoro pesanti, potere contrattuale minimo. E’ anche un settore in cui è presente una quota non trascurabile di “lavoro nero”. E' quindi un settore dove risulta problematica l'applicazione della normativa vigente sia di tutela della maternità che di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI In questo tipo di lavoro le mansioni riguardano il riordino, la raccolta e spesso la differenziazione dei rifiuti (es. nei condomini negli uffici) oltre che le pulizie vere e proprie. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● L'uso di detergenti Non si conoscono allo stato

attuale ricerche su effetti per la salute del nascituro delle sostanze normalmente utilizzate nel lavoro di pulizia; anche se i detergenti in uso possono dare patologie irritanti e allergiche a carico della cute e dell'apparato respiratorio e che, talvolta, possono essere causa di reazioni allergiche anche gravi (crisi di asma).Un cenno particolare va riservato all’ammoniaca: è una sostanza chimica utilizzata in soluzione con acqua ed ha spiccate proprietà detergenti e per questo motivo viene spesso impiegata nei lavori di pulizia domestica e industriale. L’ammoniaca è molto irritante per l’apparato respiratorio per la cute e per gli occhi. Pertanto, anche se non sono segnalati effetti tossici generali con eventuale rischio per la gravidanza, si sconsiglia l’uso di ammoniaca durante il periodo di gestazione anche in considerazione del fatto che la sua percezione olfattiva, di per se sgradevole, si ha per concentrazioni molto basse nell’aria ambiente e che la donna gravida ha normalmente una minore tolleranza per gli odori forti. Le lavoratrici devono esser informate sui rischi e le modalità d'uso delle sostanze impiegate nelle varie pulizie e devono essere dotate dei dispositivi di protezione personale idonei (DPI): guanti, creme barriera, mascherine.

● Posizioni di lavoro incongrue e fatica fisica.

Le posizioni tipiche dei lavori di pulizia: in piedi con la schiena piegata o in ginocchio, se vengono mantenute a lungo possono comportare per la donna in gravidanza un peggioramento delle condizioni circolatorie del bacino e quindi della placenta e della patologia lombosacrale. Si rammenta poi il pericolo determinato dal lavoro in altezza ovvero con uso delle scale, attività con rischio di caduta alle quali, per legge non devono essere adibite le lavoratrici in gravidanza, ma che, proprio per la precarietà dei rapporti di lavoro in questo settore, vengono a volte effettuate. Inoltre nelle imprese di pulizia vi è molta movimentazione di pesi e operazioni di spinta dovute al sollevamento e allo spostamemto di secchi, macchine di pulizia, arredi che, anche se di modesta entità, vengono effettuati con frequenza elevata, determinando patologie della colonna. Per quanto riguarda la fatica fisica occorre premettere che la donna in gravidanza è più suscettibile alla fatica ( fisiologico aumento della frequenza cardiaca, tendenza all’anemia, diminuzione delle riserve energetiche). Inoltre un eccessivo sforzo fisico può essere correlato ad un aumento dell’abortività spontanea e dei nati pretermine. Il Decreto 626 che ha recepito la direttiva CEE, obbliga i datori di lavoro delle imprese di pulizia a valutare il rischio di movimentazione dei carichi, a dotare le addette di ausili di movimentazione, a fare informazione e formazione e ad effettuare una sorveglianza sanitaria mirata.

● Sollecitazioni termiche. In questo settore le

lavoratrici sono esposte per esigenze di lavoro a temperature molto fredde d’inverno e molto calde nel periodo estivo. Durante la gravidanza le donne sopportano meno il calore ed è più facile che svengano o risentano di stress da calore. Il rischio si riduce di norma dopo il parto ma non è certo con quanta rapidità migliori la tolleranza. L’esposizione al calore può avere esiti nocivi sulla gravidanza. L’allattamento può essere pregiudicato a causa della disidratazione da calore. Il lavoro a temperature molto fredde può essere pericoloso per le gestanti e i nascituri. Si dovrebbe mettere a disposizione indumenti caldi. I rischi aumentano comunque nel caso di un’esposizione a improvvisi sbalzi termici.

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI

(integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Operazioni varie

Fatica fisica Movimentazione manuale dei carichi Postura Lavoro su scale Microclima Detergenti Acidi alcali

DPR 1026/76 art. 5 lett. F D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. E D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C

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SANITA' E SERVIZI CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA

FEMMINILE Questo settore si caratterizza per una maggiore presenza femminile tra gli occupati ( sino al 60%). I fattori di rischio occupazionali possono quindi costituire un reale e serio rischio per la gravidanza. Le donne sono particolarmente presenti nelle mansioni di infermiera e ausiliaria e nelle attività di laboratorio. Ma anche i medici donna sono oramai una figura frequente nelle strutture sanitarie. A composizione pressoché totalmente femminile sono le attività di ostetrica, puericultrice e fisioterapista. In questo settore i problemi più rilevanti si trovano all'interno degli ospedali e più in generale dei luoghi di assistenza e cura. Numerosi sono i luoghi di lavoro del settore sanitario da considerare: dall'ospedale alla casa di riposo, dai servizi domiciliari di assistenza all'aiuto del dentista, dal laboratorio all'assistenza socio-sanitaria. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI a)Infermiera. Comporta diversi tipi di attività: assistenza al malato, preparazione e somministrazione di terapie, collaborazione all'esecuzione di trattamenti diagnostici, distribuzione alimenti. Per chi lavora prevalentemente in sala operatoria, con funzioni di supporto alle attività chirurgiche, vanno presi in considerazione, oltre ai rischi generici del lavoro di assistenza che esamineremo oltre, quelli da esposizione ai gas anestetici e alle radiazioni ionizzanti. b)Ausiliaria. Le principali attività riguardano: la pulizia dei reparti, l'assistenza non tipicamente sanitaria del malato, la distribuzione dei pasti e il riassetto della cucina, dei servizi e delle aree comuni di reparto. c)Laboratorista Addetta alla preparazione ed analisi su materiali biologici (sangue, urine, feci, escreato, ecc.) mediante l'utilizzazione di specifiche apparecchiature e di svariati reagenti chimici. In alcuni casi vi è l'uso prolungato di microscopi. Anche se queste operazioni sono oramai altamente automatizzate dobbiamo rilevare che nelle operazioni di laboratorio si possono usare sia microrganismi altamente patogeni (ad esempio nella preparazione di colture microbiologiche o di vaccini...) che sostanze ad elevata tossicità: es. cancerogeni noti anche se in dosi molto ridotte (ad esempio: benzidina, benzene, formaldeide, etc..) PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO Rischio biologico. Gli ambienti sanitari e gli ospedali in particolare, per la presenza di malati o per motivi strutturali, sono luoghi di particolare concentrazione di agenti infettivi. Il rischio biologico è diffuso ma si concentra in particolare nei reparti, nei servizi e in quelle operazioni che comportano maggiore contatto con il malato e coi suoi materiali biologici (pronto soccorso, rianimazione, dialisi, reparti infettivi, laboratori, pneumologia, etc...). La

più frequente malattia infettiva professionale é l'epatite virale (epatiti del gruppo B e C), la più drammatica anche se fortunatamente rarissima é oggi quella dovuta al virus dell'AIDS: entrambe sono per lo più determinate da tagli o punture con strumenti infetti. Fra gli altri rischi importanti vi è quello della rosolia e delle malattie virali in genere (cui è esposto in particolare il personale di assistenza pediatrica) che, se contratte in gravidanza, possono provocare aborti "spontanei" o malformazioni del feto. Molti agenti biologici possono interessare il nascituro in caso di infezione della madre durante la gravidanza. Essi possono giungere al bambino per via placentare mentre questo è ancora nell’utero oppure durante e dopo il parto, ad esempio nel corso dell’allattamento o a seguito dello stretto contatto fisico tra madre e bambino. Agenti tipo che possono infettare il bambino in uno di questi modi sono il virus dell’epatite B, quello dell’epatite C, l’HIV ( il virus dell’AIDS), l’herpes, la tubercolosi, la sifilide, la varicella e il tifo. Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. Si dovranno considerare anche gli aspetti peculiari della donna in esame quali ad esempio le sue condizioni generali di salute e il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente. Per quanto riguarda i rischi biologici la direttiva europea e il Decreto 626 del 1994 obbliga il datore di lavoro ad una valutazione dei rischi, alla informazione e formazione degli addetti, alla loro dotazione di dispositivi di protezione personale idonei (DPI quali: guanti, maschere, facciali, etc), di attrezzature per rendere meno rischiose le operazioni di prelievo, di analisi di laboratorio e ad una sorveglianza sanitaria mirata per gli operatori con un potenziale rischio di infezioni professionali. Ad esempio una modalità per affrontare questo rischio potrebbe essere: che la valutazione deve tenere conto in primo luogo della natura dell’agente biologico, del modo in cui si diffonde infezione, delle probabilità di un contatto e delle misure di controllo disponibili. Queste possono comprendere il contenimento fisico e le misure d’igiene abituali. L’uso dei vaccini disponibili andrebbe raccomandato tenendo conto delle controindicazioni relative alla sommistrazione di alcuni di essi alle donne nelle prime fasi della gravidanza. Se si è a conoscenza di un elevato rischio di esposizione ad un agente estremamente infettivo sarà opportuno che la lavoratrice gestante eviti qualsiasi esposizione. Il datore di lavoro deve assicurare il monitoraggio immunitario per le occupazioni a rischio (varicella, toxplasmosi, parvovirus) e il trasferimento ad altre mansioni o un congedo temporaneo in caso di manifestazioni epidemiche, se si riscontra sieronegatività. ● Movimentazione manuale di carichi e posture

incongrue. Lo spostamento manuale di pazienti ed oggetti e il conseguente impegno fisico sono notevoli e frequenti, in particolare in reparti e servizi in cui vi sono pazienti non autosufficienti quali ad esempio: lunghe degenze, chirurgia, geriatria, ortopedia, rianimazione, etc. Particolarmente gravose sono le operazioni di trasferimento dal letto alla barella o alla carrozzina e viceversa, quelle di assistenza all'igiene personale del malato e quelle di spostamento del paziente nel letto. La movimentazione manuale di

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carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito della manipolazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Và inoltre ricordato che la natura e l’entità dei rischi di lesioni o di patologie risultanti dai movimenti o dalle posture durante o dopo la gravidanza dipendono da diversi fattori, tra cui:

- la natura, la durata e la frequenza dei compiti/ dei movimenti (movimentazioni manuali che comportano rischi di lesioni);

- il ritmo, l’intensità e la varietà del lavoro; - la tipologia dell’orario di lavoro e degli intervalli; - i fattori ergonomici e l’ambiente lavorativo generale

(movimenti e posture disagevoli, soprattutto in spazi limitati);

- l’adeguatezza e l’adattabilità delle attrezzature di lavoro utilizzate . In questo caso, introdurre o adattare le attrezzature di lavoro e i dispositivi di sollevamento, sarebbe consigliabile evitare alle lavoratrici i periodi prolungati di movimentazione di carichi, oppure lunghi periodi in posizione eretta o seduta senza moversi o compiere altri esercizi fisici per riattivare la circolazione. Inoltre vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un taglio cesareo che può determinare una limitazione temporanea della capacità di sollevamento e di movimentazione.

● Fattori di stress. La necessità di una continua

assistenza determina un'organizzazione del lavoro in cui oltre ai turni, al personale viene fatta richiesta di interventi in situazioni di emergenza cui non sempre sono adeguatamente formati. Il contatto quotidiano con situazioni di sofferenza e di morte, la pressione dell'utenza, l'inadeguatezza della struttura e la scarsa definizione dei ruoli sono tutti fattori che concorrono a determinare condizioni di stress. A ciò si aggiunge, come aggravante, la forte carenza di personale determinata anche da una insoddisfacente condizione contrattuale. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono.Può essere necessario adeguare temporaneamente gli orari e le altre condizioni di lavoro, compresi i tempi e la frequenza delle pause nonché modificare la tipologia e la durata dei turni, al fine di evitare rischi.Per quanto riguarda il lavoro notturno, un’attività diurna dovrebbe essere possibile a titolo sostitutivo per le donne gestanti.

● Sostanze chimiche. Sotto questa voce vanno

compresi: i farmaci, i reagenti di laboratorio, i disinfettanti e i detergenti sia per la cura del paziente che per la pulizia degli strumenti e dell'ambiente. Le malattie più frequenti dovute all'uso di tali sostanze

sono le dermatiti irritative, meno frequenti le allergie della pelle e respiratorie. Alcune sostanze contenute nei prodotti utilizzati a scopo detergente e disinfettante possono avere effetti nocivi sulla gravidanza. Molto serio è il problema della esposizione a sostanze cancerogene come la formaldeide, l'ossido di etilene, i farmaci antiblastici (antitumorali) che deprimono le difese immunitarie e sono dotati di azione mutagena. Per quanto riguarda il rischio di esposizione a sostanze potenzialmente cancerogene (e quindi altamente tossiche sia per gli operatori che per il feto se si è in gravidanza) la direttiva europea e il Decreto 626 del 1994 obbligano il datore di lavoro ad una valutazione dei rischi, alla informazione e formazione degli addetti, al cambiamento delle sostanze ove possibile e se non possibile come nel caso dei farmaci alla loro manipolazione in condizioni di sicurezza assoluta (guanti monouso, facciali, maschere, lavorazioni sottocappa a flusso laminare...), oltre che ovviamente a una sorveglianza sanitaria mirata.

● Gas anestetici. Il personale che lavora in sala

operatoria (ma anche l'assistente alla poltrona del dentista) é esposto in modo continuativo a piccole dosi di gas anestetico: propano, alogenati, miscela di protossido di azoto, etc. E' stata riscontrata, ma tuttora non confermata, un'azione lesiva sulla funzione del fegato, dei reni, sul sangue, sul sistema immunitario. Alcuni studi hanno evidenziato un aumento di aborti spontanei e di neonati con basso peso nelle lavoratrici esposte a gas anestetici durante la gravidanza. In via cautelativa è opportuno comunque l'allontanamento, al primo sospetto di gravidanza, delle addette alla sala operatoria. Ovviamente in sala operatoria vanno garantiti per tutti adeguati ricambi d'aria, manutenzione e cambio periodico dei filtri, effettuando un monitoraggio sia dell'ambiente che degli addetti per valutarne l’ esposizione.

● Radiazioni. Il rischio di esposizione a radiazioni

ionizzanti è concentrato soprattutto nei servizi di radiologia e radioterapia, nelle sale operatorie, nei reparti di rianimazione. Il personale di tali reparti è generalmente addestrato e controllato da personale specializzato (fisico e medico autorizzato). Sfugge frequentemente al controllo il personale che esegue esami radiologici di emergenza al letto del paziente in ambienti non protetti. Le radiazioni ionizzanti sono classificate come agenti mutageni, quindi potenzialmente teratogeni sulla specie umana. L’esposizione durante il primo trimestre di gravidanza può provocare aborto, malformazioni e deficit funzionali ( ad es. ritardo mentale).

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti

Legislativi

Reparti di degenza e Pronto Soccorso

Rischio biologico Movimentazione pazienti Chemioterapici Turno notturno

D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g D.Lgs. 645/96 all. I com. 3 lett.d L.903/77 art.5

Sale operatorie Anestetici volatili Radiazioni ionizzanti

DPR 1026/76 art. 5 lett. B D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.d DPR 1026/76 art. 5 lett. D

Radio diagnostica, radio terapia

Radiazioni ionizzanti

D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.d DPR 1026/76 art. 5 lett. D

Laboratorio analisi

Rischio biologico Solventi

D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 lett.L DPR 1026/76 art. 5 lett. L DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Sterilizzazion strumenti

Ossido di etilelene, formaldeide, glutaraldeide

DPR 1026/76 art. 5 lett. B

Addetti pulizia Fatica fisica Disinfettanti, detergenti Postura

DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C DPR 1026/76 art. 5 lett. G

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SCUOLA CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA

FEMMINILE Il settore dell'educazione è fortemente caratterizzato dalla presenza femminile con una concentrazione particolare nella docenza (soprattutto nella scuola materna ed elementare) e nelle mansioni di assistente amministrativo (ex-applicata di segreteria) e di collaboratrice scolastica (ex-ausiliaria, custode, bidella). DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI a)Insegnante. E' evidente che ben diversi sono ruoli e rischi di un'insegnante di scuola elementare rispetto a quella che opera in una scuola media superiore. Se studiare, spiegare, correggere possono essere compiti simili, molto diverse sono le problematiche degli allievi, la fatica fisica e psicologica richiesta. b)Assistenti amministrative. Svolgono attività di ufficio analoghe svolte al di fuori della scuola, ma spesso i ritmi di lavoro sono meno compressi e l'ambiente di lavoro è più favorevole. c)Collaboratrice scolastica. Le principali attività riguardano ancora la pulizia delle aule, dei servizi comuni, degli uffici, la distribuzione di materiali (merende, sussidi, circolari...), la sorveglianza delle classi in caso di momentanea assenza del docente, lo spostamento di suppellettili, la pulizia degli spazi di pertinenza della scuola. Sono incaricate inoltre dell'assistenza degli alunni portatori di handicap per l'accesso e l'uscita dalla scuola, per l'uso dei servizi igienici e nella loro igiene personale oltreché per tutti l'assistenza a piccoli infortuni e incidenti. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Posture incongrue e movimentazione manuale dei

carichi. Risultano esposte a questo rischio soprattutto le maestre di asilo nido, scuola materna ed elementare, specialmente nel primo ciclo. Movimentazione manuale dei carichi. Le operazioni maggiormente a rischio sono quelle che comportano il sollevamento dei bambini necessario per effettuare la quotidiana assistenza (lavoro al fasciatoio, lavoro al lavello, pasti dei bambini, gioco e risposta a esigenze quotidiane di carattere affettivo, ecc.). Nel corso del turno di lavoro giornaliero l'educatrice esegue circa 60-80 movimenti di sollevamento dei bambini il cui peso varia mediamente fra 8 e 17 kg. Grande è quindi il rischio di lombalgie acute e di ernie discali; notevole è anche la presenza di disturbi cronici della colonna dorsolombare. Le collaboratrici scolastiche sono tenute a provvedere allo spostamento di suppellettili e quindi sono sottoposte ai rischi da movimentazione, sollevamento e traino manuale di pesi. La legge 1204 di tutela delle lavoratrici madri stabilisce che non possano essere adibite al sollevamento di pesi le donne in gravidanza sino a 7 mesi dopo il parto.

La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare

lesioni al feto e un parto prematuro. Vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un parto cesareo che può determinare una limitazione temporanea della capacità di sollevamento e di movimentazione. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito della movimentazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Và inoltre ricordato che la natura e l’entità dei rischi di lesioni o di patologie risultanti dai movimenti o dalle posture durante o dopo la gravidanza dipendono da diversi fattori, tra cui: - la natura, la durata e la frequenza dei compiti/ dei

movimenti (movimentazioni manuali che comportano rischi di lesioni);

- il ritmo, l’intensità e la varietà del lavoro; - la tipologia dell’orario di lavoro e degli intervalli; - i fattori ergonomici e l’ambiente lavorativo generale

(movimenti e posture disagevoli, soprattutto in spazi limitati);

- l’adeguatezza e l’adattabilità delle attrezzature di lavoro utilizzate. In questo caso, introdurre o adattare le attrezzature di lavoro e i dispositivi di sollevamento.

● Fattori di stress. La necessità di una continua

attenzione e presenza richiede un notevole impegno per l'insegnante. La vivacità dei bambini, le problematiche dell'adolescenza, l'inadeguatezza delle strutture in termini di sussidi e strumenti didattici, di mezzi moderni, di spazi, la carenza di aggiornamento professionale, la pressione dell'utenza sono tutti fattori che concorrono a determinare condizioni di stress. Incidono in modo determinante anche la rigidità dell'organizzazione del lavoro, lo scarso riconoscimento sociale ed economico, la difficoltà a utilizzare integralmente la professionalità acquisita. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo post natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono.

● Rischio infettivo. L'ambiente di lavoro "scuola",

soprattutto per la presenza di bambini, comporta per le donne che vi lavorano una possibile esposizione ad agenti infettivi delle tipiche malattie infantili (morbillo, rosolia...) alcune delle quali (quelle virali), se contratte in gravidanza, possono provocare aborti o malformazioni del feto.

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI

(integrati nel D.LGS 151/2001) Mansione/lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Asilo Nido Educatrici di infanzia e operatrici di asilo nido Assistenza bambini e supporto bambini con handicap Lavoro di pulizia dei locali per le operatrici Scuola materna ed Elementare Insegnante Educazione con eventuale assistenza dei bambini Supporto bambini con handicap Lavoro svolto in locali come palestre, mense Bidella Pulizie aule, bagni ecc. eventuale supporto servizio mensa, distribuzione pasti e lavori in cucina, assistenza bambini ed eventuale supporto a bambini con handicap Scuola media inferiore

Stress Movimentazione bambiniPostura Rischio infettivo Fatica fisica Postura Stress Eventuale movimentazione alunni con handicap Rumore Rischio infettivo Fatica fisica Postura Eventuale movimentazione alunni con handicap Rumore Rischio infettivo Vedi rischi scuola materna ed elementari (Movimentazione bambini Postura Rischio infettivoFatica fisica Postura Stress Rumore Eventuale movimentazione alunni con handicap)

D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs.645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c D.Lgs.645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c D.Lgs.645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. F

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VIGILANZA URBANA

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA

FEMMINILE Il lavoro di vigile urbano é considerato ancora tipicamente maschile, ma negli ultimi anni molte donne vi si sono inserite soprattutto nelle grandi città; attualmente il 50% dei vigili in assunzione sono donne. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Servizio di viabilità (autopattuglia, servizio su strada, servizio ciclistico e motociclistico, servizio rimozione autoveicoli, vigilanza alle scuole), controllo delle licenze edilizie, dei mercati, presenza a manifestazioni pubbliche, notifiche a domicilio, indagini di vario tipo, lavoro d'ufficio. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Stress. La continua attenzione richiesta

dai vari compiti di vigilanza in un ambiente rumoroso, inquinato, male illuminato, a volte caotico come la strada, richiede un notevole impegno. Il contatto con il pubblico in condizioni difficili (illegalità, multe, alterchi, incidenti, infortuni) non facilita certamente un sereno lavoro. In particolare per il sesso femminile tale situazione può comportare un maggior coinvolgimento nel lavoro, un atteggiamento competitivo nei confronti del sesso maschile per il quale è ipotizzabile, almeno in partenza, una situazione più favorevole per l'affermazione del proprio ruolo sia all'interno del corpo di vigilanza urbana che nei confronti dell'utenza. Le "vigilesse" devono poi sopportare purtroppo a volte stupidi sarcasmi derivanti dall'essere donne. Per queste ragioni vi è una prassi consolidata, anche per accordi contrattuali, di favorire per tutti la turnazione del lavoro operativo sulle strade a quello più protetto del servizio d'ufficio. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia

l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo post-natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono.

● Posture incongrue. Il lavoro di vigilanza urbana richiede una presenza continua "in piedi" in mezzo al traffico. Questo può comportare un aumentato rischio di lombalgie e disturbi venosi alle gambe. Cappotti pesanti e borsello non facilitano sicuramente le condizioni di lavoro e frequenti sono le artrosi cervicali. Per quanto riguarda la fatica fisica occorre premettere che la donna in gravidanza è più suscettibile alla fatica ( fisiologico aumento della frequenza cardiaca, tendenza all’anemia, diminuzione delle riserve energetiche). Inoltre un eccessivo sforzo fisico può essere correlato ad un aumento dell’abortività spontanea e dei nati pretermine.

● Rumore. Il rumore dovuto al traffico

raggiunge spesso punte piuttosto elevate; anche se discontinuo e caotico nella sua manifestazione è un fattore non solo di fastidio, stress, stanchezza, ma anche di vero e proprio rischio per l'apparato uditivo (diminuzione dell'udito). Gli effetti della esposizione a rumore durante la gravidanza sono stati studiati sia con ricerche condotte su animali che con indagini epidemiologiche su donne esposte. Anche se con qualche contraddizione la maggior parte delle indagini, comunque, mette in evidenza una riduzione della crescita del feto, un aumento degli aborti " spontanei" e quindi un minore peso alla nascita. Questi effetti potrebbero essere dovuti alla vasocostrizione delle piccole arterie della placenta che "nutre" il feto.

● Microclima. Soprattutto la stagione

invernale comporta per chi opera in questo settore notevoli disagi, aggravati soprattutto dal dover mantenere una posizione abbastanza fissa e un abbigliamento confortevole ma spesso ingombrante. Il freddo facilita la

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permanenza d'inquinanti e batteri nell'apparato respiratorio, facilitando tutte le forme infiammatorie e influenzali. La peculiarità dell'ambiente di lavoro impedisce specifiche e sostanziali misure di bonifica. Il lavoro a temperature molto fredde può essere pericoloso per le gestanti e i nascituri. Si dovrebbe mettere a disposizione indumenti caldi. I rischi aumentano comunque nel caso di un’esposizione a improvvisi sbalzi termici. Durante la gravidanza le donne sopportano meno il calore ed è più facile che svengano o risentano di stress da calore. Il rischio si riduce di norma dopo il parto ma non è certo con quanta rapidità migliori la tolleranza. L’esposizione al calore può avere esiti nocivi sulla gravidanza. L’allattamento può essere pregiudicato a causa della disidratazione da calore.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio

Riferimenti Legislativi

Operazioni varie

Stress Microclima Posture incongrue Rumore

D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.c

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LAVORO DI UFFICIO

CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE

In questo settore è particolarmente significativa la presenza delle donne, impiegate per lo più in attività di tipo esecutivo ma fortunatamente in molti luoghi di lavoro non è più così. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Il lavoro d'ufficio consiste nel recupero, utilizzazione, archiviazione e trasmissione di dati e informazioni mediante diversi strumenti. La mansione è definita per lo più dal tipo di informazione da trattare, dallo strumento utilizzato e dalla presenza o meno di un contatto col pubblico. Fra le mansioni tipiche delle donne vi sono quelle di segretaria, addetta a dattilo o videoscrittura, data-entry, centralinista, addetta allo sportello (banche - poste - servizi sociali...). PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Posture incongrue e movimenti ripetitivi. Il

lavoro si svolge in posizione seduta, spesso prolungata in posti di lavoro per lo più arredati casualmente e pertanto non ergonomici. Le operazioni di digitazione su tastiera avvengono con movimenti ripetitivi e rapidi delle dita e con le braccia sovente non appoggiate. Disturbi cronici alla colonna vertebrale, infiammazioni di muscoli e tendini sono le conseguenze dannose di lavori ripetitivi e con pause ridotte. La posizione seduta fissa, mantenuta a lungo facilita la congestione venosa a livello del bacino e quindi infiammazioni e infezioni vaginali.

● Fattori di stress. Sono presenti e variano

ampiamente in funzione delle caratteristiche del lavoro. Il lavoro a tempo pieno di "data entry” o di videoscrittura risultano stressanti perché monotoni e ripetitivi; la centralinista o l'addetta allo sportello trovano occasione di stress nel contatto col pubblico. In genere, è nelle costrizioni organizzative derivanti da compiti sempre più standardizzati, prescrittivi e poco flessibili che possono rilevarsi situazioni riconducibili a rischio di fatica mentale. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos-natale a

causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono.

● Microclima. Per quanto riguarda il microclima

negli uffici, occorre considerare che la presenza sempre più frequente di impianti di climatizzazione o condizionamento riduce grandemente la possibilità che la donna gravida sia esposta a temperature troppo alte o troppo basse e che quindi subisca effetti negativi sui propri meccanismi di termoregolazione con conseguenti rischi per la gravidanza.

● Rumore. Negli uffici le maggiori fonti di rumore

sono costituite dalle macchine da scrivere, dalle stampanti e da altri strumenti di lavoro (fotocopiatrici, stampanti, centri CED non insonorizzati, telefoni, ecc.). I livelli di rumore si mantengono per lo più al di sotto dei valori considerati rischiosi per la funzione uditiva, tuttavia superano sovente i livelli di 55 - 65 dBA consigliati per garantire le attività mentali tipiche del lavoro di ufficio. Gli effetti della esposizione a rumore durante la gravidanza sono stati studiati sia con ricerche condotte su animali che con indagini epidemiologiche su donne esposte. Anche se con qualche contraddizione la maggior parte delle indagini, comunque, mette in evidenza una riduzione della crescita del feto, un aumento degli aborti " spontanei" e quindi un minore peso alla nascita. Questi effetti potrebbero essere dovuti alla vasocostrizione delle piccole arterie della placenta che "nutre" il feto.

● Uso del VDT. Per questi addetti i principali

problemi sono quelli relativi alle posture di lavoro, alla cattiva illuminazione (riflessi, abbagliamenti, leggibilità dei caratteri, sfarfallamento, contrasto eccessivo ecc.) in presenza di forte impegno visivo, ai fattori di stress legati in particolare alla parcellizzazione e alla monotonia e ripetitività del contenuto del lavoro. Per altro verso va sdrammatizzata la questione relativa alle radiazioni ed ai loro effetti, specie in termini di aborti ed alterazioni fetali: tutte le indagini più attendibili condotte a proposito hanno non solo escluso tali effetti ma hanno anche dimostrato che in prossimità dei VDT non si modifica la radioattività naturale di fondo. I livelli di radiazione elettromagnetica che possono essere generati dai videoterminali si situano ben al di sotto dei limiti fissati nelle raccomandazioni internazionali per ridurre i rischi per la salute umana determinati da tali

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emissioni e anche i Comitati di protezione radiologica non ritengono che tali livelli costituiscano un rischio significatativo per la salute. Quindi anche alla luce delle prove scientifiche non è necessario che le donne gestanti cessino di lavorare ai videoterminali. La legge Comunitaria del 2000 introduce delle notevoli modifiche al Titolo VII decreto legislativo 626/94, relativo alla tutela della salute e sicurezza nel lavoro a videoterminale. Le novità principali sono due e riguardano la definizione di lavoratore a videoterminale e la periodicità delle visite mediche: con la nuova definizione il lavoratore a VDT è colui che utilizza una attrezzatura munita di videoterminali in modo sistematico e abituale “ per venti ore settimanali”. La seconda novità riguarda le visite di periodo controllo oftalmologico, che diventano obbligatorie per tutti almeno ogni cinque anni, mentre saranno biennali per i lavoratori sopra i 50 anni o giudicati idonei con prescrizioni. Tutti i posti di lavoro devono essere conformi a determinate prescrizioni minime, stabilite dall’allegato VII del decreto legislativo n° 626/94, che tratta di : attrezzature (schermo, tastiera, piano di lavoro, sedie di lavoro), ambiente (spazio, illuminazione, riflessi e abbagliamenti, rumore, colore, radiazioni, umidità) interfaccia elaboratore –uomo (software). L’informazione ai lavoratori è obbligatoria e deve essere effettuata come previsto da apposite “linee guida”, emesse dal Ministero del Lavoro, con D. M. 2 ottobre 2000 (G. U. n° 244 del 18 ottobre 2000).

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio

Riferimenti Legislativi

Operazioni varie

Stress Microclima

D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f

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ALTRE INFORMAZIONI IMPORTANTI

INDIRIZZI UTILI ENTI SEDE ORARIO PER IL

PUBBLICO CDF

Tel. 0298058453 Melegnano Pzza Matteotti, 12

Su appuntamento

UOPSAL Tel. 0298115362

Melegnano via Maestri, 2

Su appuntamento

ISPETTORATO DEL LAVORO

Milano Via Mauro Macchi, 9

Tutti i gg. (escluso il sabato) dalle 900 alle 12.30

IL SEGUENTE DIAGRAMMA DI FLUSSO ILLUSTRA LE PROCEDURE OPERATIVE,

PROPOSTE ALLE LAVORATRICI NEI CASI DI GRAVIDANZA PATOLOGICA O NEI CASI DI GRAVIDANZA NORMALE CON UN LAVORO A

RISCHIO Leggenda: D.L. (datore di lavoro) M.C. (medico competente)

U.O.P.S.A.L (unità operativa prevenzione salute ambienti di lavoro)

LAVORATRICE Presenta al D.L. il certificato di

gravidanza

Gravidanza patologica

Ginecologo

Ispettorato del Lavoro

GRAVIDANZA FISIOLOGICA (NORMALE) E LAVORO A

RISCHIO

D.L mette in atto le procedure

previste

Il M. C. esprime un giudizio di

idoneità

Possibilità di spostamento

Impossibilità di spostamento

Nuova mansione non a rischio

Possibile verifica ed informazioni

U.O. P.S.A.L

Richiesta di astensione anticipata

ISPETTORATO DEL LAVORO

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DIZIONARIETTO

ABERRAZIONI CROMOSOMICHE: anomalia irregolarità di uno sviluppo normale dei cromosomi.

ABORTO: con questo termine si intende un'interruzione della gravidanza prima che il feto sia vitale, cioè capace di una vita extra-uterina indipendente. Dal punto di vista legale si intende l'espulsione del feto entro 180° giorno di gestazione. Questo evento non è cosi' raro come si può pensare, poiché ammontano a circa un quarto di tutti i concepiti. Frequentemente si tratta di un evento misconosciuto, poiché molto precoce, legato a cause cromosomiche. Tra le numerose cause che lo possono determinare, oltre a quelle più note ( età, malattie febbrili, varie condizioni ginecologiche, fumo di sigaretta, alcool, ecc…) vanno sicuramente annoverati alcuni fattori di rischio lavorativo (ossido di etilene, policlorobifenili, gas anestetici, radiazioni ionizzanti, ecc…). AGENTE TERATOGENO: che provoca malformazioni. Solo nel 5% delle malformazioni è stato evidenziato l'agente teratogeno. Tra gli agenti teratogeni in ambiente lavorativo vanno ricordate le radiazioni ionoizzanti, il piombo, alcuni solventi organici, pesticidi, ecc… Da ricordare la pericolosità di alcune infezioni contratte durante il periodo della gravidanza: rosolia, toxoplasmosi, ecc… AGENTE CANCEROGENO: in grado di provocare l'insorgenza di tumori. Molti agenti cancerogeni sono anche teratogeni. Poiché alcuni agenti cancerogeni possono, attraverso la placenta, esplicare i loro effetti sul feto, una particolare attenzione dovrà essere posta all'esposizione delle donne fertili a questi agenti. AGENTE MUTAGENO: che provoca alterazioni del patrimonio genetico. Le mutazioni più gravi possono determinare aborto mentre le più lievi si evidenziano come malformazioni. Alcuni agenti mutageni inducono tumori e vengono pertanto definiti anche "cancerogeni". Tra gli agenti mutageni più noto in uso lavorativo, ricordiamo il benzene, le radiazioni ionizzanti, farmaci antineoplastici ecc.. ASTENIA: senso di debolezza, mancanza di forze. EMBRIONE: E' il prodotto di concepimento nelle prime otto settimane di gravidanza; successivamente e sino al termine della gravidanza viene detto feto. L'esposizione ambientale, anche lavorativa, ad alcuni agenti nocivi può determinare in questo periodo dello sviluppo intrauterino, sia la morte del prodotto del concepimento che gravi lesioni a carico di quegli organi che si stanno sviluppando in quel momento. Data la particolare vulnerabilità del nascituro in questi primi mesi della gravidanza è importante che la donna consapevole di essere in situazione di rischio lavorativo, segnali immediatamente il proprio stato di gravidanza al datore di lavoro.

EMBRIOPATIE: malattia embrionaria. EPICONDILITI: dolore ai muscoli e ai tendini inseriti all'epicondilo (protuberanza ossea adiacente a un condilo, che costituisce il punto d'inserimento di legamenti o tendini) dell'omero. ETICHETTATURA SOSTANZE CHIMICHE: Le sostanze e i prodotti chimici per poter circolare liberamente sul mercato europeo devono essere classificate in base alla loro tossicità secondo criteri stabiliti in sede di Comunità Europea (CEE) ora denominata Unione Europea (UE). La classificazione comporta che il prodotto o la sostanza vengano etichettati con due simboli ( es. T+= molto tossico, X= nocivo ecc) accompagnati da frasi R (di rischio) e da frasi S (consigli di prudenza). E' importante quindi, per tutti i lavoratori che manipolano sostanze chimiche, leggere attentamente le informazioni contenute nell'etichetta del prodotto. Per i problemi connessi con la riproduzione ricordiamo che esistono diverse frasi R specifiche: R33 = Può causare effetti cumulativi (anche durante la fase intra_uterina e/o la lattazione) R39 = Pericolo di effetti irreversibili molto gravi R40 = Possibilità di effetti irreversibili R45 = Può provocare cancro (tumore) R46 = Può provocare alterazioni genetiche ereditarie R47 = Può provocare malformazioni congenite R61 = Può danneggiare i bambini non ancora nati R62 = Possibile rischio di ridotta fertilità R63 = Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati R64 = Può essere nocivo per i bambini allattati al seno FETO: prodotto del concepimento dal secondo mese di vita intrauterina al parto. FETOPATIE: disturbi, affezioni del prodotto di concepimento. GESTAZIONE: gravidanza. INFERTILITA': con questo termine si intende la difficoltà al concepimento. In genere nello studio di questo fenomeno si considera infertile la coppia che non ha registrato gravidanze dopo aver praticato rapporti sessuali liberi per almeno un anno. Sebbene la maggior parte delle cause di infertilità sono sconosciute, l'origine professionale di alcune di esse è stata dimostrata. L'infertilità può essere dovuta sia all'uomo che alla donna. Per l'uomo fra i fattori di rischio lavorativo identificati troviamo le radiazioni ionizzanti, le microonde, il piombo, il solfuro di carbonio. Sono sospettati anche il calore, alcuni metalli come il mercurio, magnese, arsenico, cadmio e sostanze come l'epicloridrina. Nelle donne sono state evidenziate soprattutto alterazioni del ciclo mestruale, con conseguente infertilità. Fondati sospetti si hanno per lo stirene, etilenglicole, formaldeide, rumore, sforzi fisici eccessi e esposizione a gas anestetici. MALFORMAZIONI : E' un'alterazione della normale conformazione di un tessuto, organo o parte del corpo.

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Poiché la malformazione si evidenzia alla nascita o nei primissimi anni di vita viene anche definita come "difetto congenito". Le malformazioni possono essere di tipo morfologico (labbro leporino, malformazione cardiaca, renale, focomelia ecc…). Si stima che alla nascita circa 4 o 5 neonati su 100 siano affetti da qualche difetto congenito. Nel 60-70% delle malformazioni la causa non è conosciuta. METABOLISMO BASALE: consumo minimo di energie da parte dell'organismo in assoluto riposo. MICROESPOSIZIONE CUMULATIVA: esposizioni di piccole dosi di sostanze che portano ad accumuli nell’organismo. MORTILITA' INFANTILE: mortalità che colpisce i nati vivi fra la nascita e il primo compleanno. NEONATOPATIE INFETTIVE: disturbi, affezioni del bambino appena nato, di tipo infettivo. PARALISI CEREBRALI: totale arresto, impossibilità delle normali funzioni del cervello. PREMATURITA’: la nascita prima del completamento della gestazione. Secondo la definizione dell’OMS, si considera: pretermine un neonato con età gestazionale inferiore a 259 giorni o a 37 settimane. A termine un neonato con età gestazionale tra 259 e 294 giorni, oppure tra 37 e 42 settimane. Postermine un neonato con età gestazionale oltre i 294 giorni, oppure le 42 settimane. Anche se importante dal punto di vista clinico, questa variabile è poco utilizzata in studi epidemiologici per via della sua limitata validità. Infatti la definizione età gestazionale richiede la conoscenza della data della fecondazione, o come approssimazione, la data dell’inizio dell’ultima mestruazione. Queste date non sono sempre accuratamente riportate dalle gestanti, né possono essere sempre correttamente stimate dal medico, nemmeno in popolazioni ben istruite e adeguatamente seguite dai servizi sanitari. SISTEMA LINFOPOETICO: sistema di formazione dei linfociti. PUERPERIO: periodo che segue il parto e il secondamento, fino al ritorno della donna nelle condizioni normali, della durata approssimativa di 60 giorni. TENOSINOVITI: infiammazione di una guaina tendinea. VASOCOSTRIZIONE ARTICOLARE: riduzione di calibro dei vasi sanguigni.

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LAVANDERIE LAVAGGIO A

SECCO (pulisecco) CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro è tipicamente femminile. ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI

1. LAVAGGIO A SECCO 2. SMACCHIATURA 3. STIRATURA

• Postura in piedi obbligata. Si verifica durante quasi tutto il ciclo di lavoro. Il lavoro richiede una presenza continua "in piedi". Questo può comportare un aumentato rischio di lombalgie e disturbi venosi alle gambe. La compressione venosa può ridurre il ritorno di sangue venoso dalla zona pelvica che porta ad un aumento per compensazione nel ritmo cardiaco materno ed a contrazioni dell’utero. Se la compensazione è insufficiente, ciò può condurre a debolezza e capogiri. La relazione tra attività in posizione eretta e aumentato rischio di aborto o parto prematuro sono conosciute. Confronti tra donne lavoratrici in posizione eretta e quelle sedute ha rivelato un rischio maggiore di parti prematuri per le prime. Le attività erette sono associate inoltre ad un più alto rischio di basso peso alla nascita.

• Movimentazione manuale dei carichi. Nel

considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior arco a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati,

hanno evidenziato che sollevare e trasportare grossi pesi durante la gravidanza comporta una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato.

• Microclima. I rischi connessi ad una

confortevole situazione microclimatica in questo settore sono legati prevalentemente alle operazioni di stiratura dei capi di abbigliamento, che comportano una certa emissione di calore caldo e umido. L’effetto più importante segnalato risulta essere un amento degli aborti spontanei per l’esposizione ad elevate temperature.

• Solventi clorurati (percloroetilene, trielina,

fluorocloidrocarburi, ammoniaca). Le fasi di presmacchiatura e smacchiatura prevedono l’uso di alcuni prodotti contenenti solventi e sostanze diverse. Il contatto con questi prodotti può provocare irritazione alle mani, sensibilizzazione, congiuntiviti. L’inalazione può provocare fenomeni irritativi alle vie aerre, respiratoire e spesso anche effetti tossici generali. L’uso di guanti e la presenza di cappe aspiratrici sopra il tavolo di smacchiatura potrà eliminare l’insorgenza di effetti spiacevoli Il percloroetilene viene anche chiamato tetracloroetilene. E’ un liquido incolore, di odore pungente, metallico, insolubile nell’acqua. L’assorbimento di questa sostanza avviene pricipalmente per via respiratoria, in piccola parte attraverso la cute. Durante il lavaggio a secco particolare attenzione deve essere posta nel rispetto delle fasi di centrifugazione, asciugatura e deodorizzazione. Una diminuzione dei tempi previsti, per esempio nei periodi in cui il carico di lavoro risulta aumentato, fa aumentare considerevolmente la possibilità di immissione di vapori di solvente nell’ambiente da parte degli indumenti impregnati. I solventi clorurati possono causare un danno genetico ereditario. L’effettivo rischio per la salute costituito da tali sostanze può essere determinato esclusivamente a seguito di una valutazione del rischio di una particolare sostanza sul posto di lavoro. Ciò significa che, sebbene le sostanze elencate abbiano la potenzialità per porre in pericolo la salute o la sicurezza, può non esservi nessun rischio nella pratica, ad esempio se l’esposizione rimane al di sotto del livello di nocività.

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Lavaggio a secco Smacchiatura Stiratura

Percloroetilene Trielina FluorocloroidrocarburiAmmoniaca Microclima Posture incongrue Movimentazione manuale dei carichi

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett. g

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LAVANDERIE INDUSTRIALI CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro è tipicamente femminile. IL CICLO DI LAVORAZIONE Sotto questo termine vengono descritti i vari passaggi che vengono eseguiti per il lavaggio della biancheria sporca.

ACCETTAZZIONE INDUMENTI, CERNITA ED ETICHETTATURA DEI CAPI EVENTUALE PRESMACCHIATURA (PERCLOROETILENE, ACIDO ACETICO, AMMONIACA ) CARICO INDUMENTI IN LAVATRICE CICLO AUTOMATICO DI LAVAGGIO A CIRCUITO CHIUSO:

• Prelalavaggio (esposizione a percloroetilene)

• Oppure prelavaggio con detersivi biologici

• Lavaggio • Centrifugazione (in lavatrice) • Asciugatura • Deodorizzazione con ammorbidenti

nell’ultimo lavaggio SARICO INDUMENTI LAVATI OCCASIONALE SMACCHIATURA STIRATURA:

• Manuale con ferro da stiro • Automatica con mangano • Automatica a vapore su manichini •

STOCCAGGIO CONSEGNA BIANCHERIA PULITA

PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO • Posture in piedi e obbligata. Si verifica

durante quasi tutto il ciclo di lavoro. Il lavoro richiede una presenza continua "in piedi". Questo può comportare un aumentato rischio di lombalgie e disturbi venosi alle gambe. La compressione venosa può ridurre il ritorno di sangue venoso dalla zona pelvica che porta ad un aumento per compensazione nel ritmo cardiaco materno ed a contrazioni dell’utero. Se la compensazione è insufficiente, ciò può

condurre a debolezza e capogiri. La relazione tra attività in posizione eretta e aumentato rischio di aborto o parto prematuro sono conosciute. Confronti tra donne lavoratrici in posizione eretta e quelle sedute ha rivelato un rischio maggiore di parti prematuri per le prime. Le attività erette sono associate inoltre ad un più alto rischio di basso peso alla nascita.

• Movimentazione manuale dei carichi. Nel

considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior arco a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati, hanno evidenziato che sollevare e trasportare grossi pesi durante la gravidanza comporta una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato.

• Solventi clorurati (percloroetilene, trielina,

fluorocloidrocarburi, ammoniaca). Le fasi di presmacchiatura e smacchiatura prevedono l’uso di alcuni prodotti contenenti solventi e sostanze diverse. Il contatto con questi prodotti può provocare irritazione alle mani, sensibilizzazione, congiuntiviti. L’inalazione può provocare fenomeni irritativi alle vie aerre, respiratoire e spesso anche effetti tossici generali. L’uso di guanti e la presenza di cappe aspiratrici sopra il tavolo di smacchiatura potrà eliminare l’insorgenza di effetti spiacevoli. Il percloroetilene viene anche chiamato tetracloroetilene. E’ un liquido incolore, di odore pungente, metallico, insolubile nell’acqua. L’assorbimento di questa sostanza avviene pricipalmente per via respiratoria, in piccola parte attraverso la cute. Durante il lavaggio a secco particolare attenzione deve essere posta nel rispetto delle fasi di centrifugazione, asciugatura e deodorizzazione. Una diminuzione

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dei tempi previsti, per esempio nei periodi in cui il carico di lavoro risulta aumentato, fa aumentare considerevolmente la possibilità di immissione di vapori di solvente nell’ambiente da parte degli indumenti impregnati. Nel lavaggio ad acqua si possono avere delle forme irritative della cute e delle prime vie aeree respiratorie dovute a detergenti. I solventi colrurati possono causare un danno genetico ereditario. L’effettivo rischio per la salute costituito da tali sostanze può essere determinato esclusivamente a seguito di una valutazione del rischio di una particolare sostanza sul posto di lavoro. Ciò significa che, sebbene le sostanze elencate abbiano la potenzialità per porre in pericolo la salute o la sicurezza, può non esservi nessun rischio nella pratica, ad esempio se l’esposizione rimane al di sotto del livello di nocività.

● Rischio biologico. Per la manipolazione del

vestiario sporco di materiale infetto (feci, sangue ecc.) portatori di agenti biologici. Esistono delle procedure di norme di buona tecnica che se ben eseguite evitano di entrare in contatto con la biancheria sporca. La biancheria proveniente da luoghi potenzialmente infetti (ospedali, case di cura ecc) deve essere contraddistinta dal resto della biancheria da lavare. I sacchi contenenti la biancheria sporca in nessun caso devono essere aperti, in quanto si aprono automaticamente durante il lavaggio. Il personale deve essere informato circa l’uso dell’equipaggiamento protettivo personale: indumenti di lavoro/tute e guanti. Le mani dovrebbero essere lavate frequentemente con sapone e acqua. Molti agenti biologici possono interessare il nascituro in caso di infezione della madre durante la gravidanza. Essi possono giungere al bambino per via placentare mentre questo è ancora nell’utero oppure durante e dopo il parto, ad esempio nel corso dell’allattamento o a seguito dello stretto contatto fisico tra madre e bambino. Agenti tipo che possono infettare il bambino in uno di questi modi sono il virus dell’epatite B, quello dell’epatite C, l’HIV ( il virus dell’AIDS), l’herpes, la tubercolosi, la sifilide, la varicella e il tifo. Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. Si dovranno considerare anche gli aspetti peculiari della donna in esame quali ad esempio le sue condizioni generali di salute e il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente.

• Microclima. I rischi connessi ad una

confortevole situazione microclimatica in questo settore sono legati prevalentemente alle operazioni di stiratura dei capi di abbigliamento, che comportano una certa emissione di calore caldo e umido. L’effetto più importante segnalato risulta essere un amento degli aborti spontanei per l’esposizione ad elevate temperature.

• Stress. Non tutte le donne ne risentono allo

stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. Può essere necessario adeguare temporaneamente gli orari e le altre condizioni di lavoro, compresi i tempi e la frequenza delle pause nonché modificare la tipologia e la durata dei turni, al fine di evitare rischi.

• Rumore. Gli studi sul rapporto tra rumore

elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

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TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio

Lavaggio a secco e in acqua Smacchiatura Stiratura

Percloroetilene Trielina Fluorocloroidrocarburi Ammoniaca Rischio biologico Microclima Posture incongrue Movimentazione manuale dei carichi Stress Rumore

DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 lett.L DPR1026/76 art.5lett. L D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. G D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c

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NETTEZZA URBANA CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro di addetti alla nettezza urbana é considerato ancora tipicamente maschile, ma negli ultimi anni molte donne vi si sono inserite soprattutto nelle grandi città. IL CICLO DI LAVORAZIONE Sotto questo termine vengono descritte le varie operazioni che vengono effettuate in un turno di lavoro, che si possono così sintetizzare:

RIMOZIONE Viene effettuata con le seguenti modalità: 1. raccolta sacchi indifferenziata 2. raccolta carta e cartone 3. raccolta umido 4. raccolta plastica 5. raccolta vetro Stazionamento dell’addetto su pedana del mezzo in movimento Conducente camion raccolta rifiuti 1. guida del mezzo ADDETTI PULIZIA STRADE Viene effettuata con le seguenti modalità: 1. manualmente, con utilizzo di apecar 2. meccanicamente, con utilizzo di

spazzatrice

PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO • Posture in piedi e obbligata. Si verifica

durante tutta l’attività di lavoro. Il lavoro richiede una presenza continua "in piedi". Questo può comportare un aumentato rischio di lombalgie e disturbi venosi alle gambe. La compressione venosa può ridurre il ritorno di sangue venoso dalla zona pelvica che porta ad un aumento per compensazione nel ritmo cardiaco materno ed a contrazioni dell’utero. Se la compensazione è insufficiente, ciò può condurre a debolezza e capogiri. La relazione tra attività in posizione eretta e aumentato rischio di aborto o parto prematuro sono conosciute. Confronti tra donne lavoratrici in posizione eretta e quelle sedute ha rivelato un rischio maggiore di parti prematuri per le prime. Le attività erette sono associate inoltre ad un più alto rischio di basso peso alla nascita.

• Movimentazione manuale dei carichi. Nel considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior arco a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati, hanno evidenziato che sollevare e trasportare grossi pesi durante la gravidanza comporta una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato.

● Rischio biologico. Per il contatto accidentale di

rifiuti infetti (feci, sangue ecc.) portatori di agenti biologici. Il personale deve essere informato circa l’uso dell’equipaggiamento protettivo personale: indumenti di lavoro/tute e guanti. Le mani dovrebbero essere lavate frequentemente con sapone e acqua. Molti agenti biologici possono interessare il nascituro in caso di infezione della madre durante la gravidanza. Essi possono giungere al bambino per via placentare mentre questo è ancora nell’utero oppure durante e dopo il parto, ad esempio nel corso dell’allattamento o a seguito dello stretto contatto fisico tra madre e bambino. Agenti tipo che possono infettare il bambino in uno di questi modi sono il virus dell’epatite B, quello dell’epatite C, l’HIV ( il virus dell’AIDS), l’herpes, la tubercolosi, la sifilide, la varicella e il tifo. Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. Si dovranno considerare anche gli aspetti peculiari della donna in esame quali ad esempio le sue condizioni generali di salute e il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente.

● Microclima. Soprattutto la stagione invernale

comporta per chi opera in questo settore notevoli disagi, aggravati soprattutto dal dover mantenere una posizione abbastanza fissa e un abbigliamento confortevole ma spesso

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ingombrante. Il freddo facilita la permanenza d'inquinanti e batteri nell'apparato respiratorio, facilitando tutte le forme infiammatorie e influenzali. La peculiarità dell'ambiente di lavoro impedisce specifiche e sostanziali misure di bonifica. Il lavoro a temperature molto fredde può essere pericoloso per le gestanti e i nascituri. Si dovrebbe mettere a disposizione indumenti caldi. I rischi aumentano comunque nel caso di un’esposizione a improvvisi sbalzi termici. Durante la gravidanza le donne sopportano meno il calore ed è più facile che svengano o risentano di stress da calore. Il rischio si riduce di norma dopo il parto ma non è certo con quanta rapidità migliori la tolleranza. L’esposizione al calore può avere esiti nocivi sulla gravidanza. L’allattamento può essere pregiudicato a causa della disidratazione da calore.

• Stress. Non tutte le donne ne risentono allo stesso

modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. Può essere necessario adeguare temporaneamente gli orari e le altre condizioni di lavoro, compresi i tempi e la frequenza delle pause nonché modificare la tipologia e la durata dei turni, al fine di evitare rischi.

• Rumore. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e

gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA).

• Vibrazioni Il rischio da vibrazioni in questo settore è

legato alle donne che lavorano su mezzi di trasporto. Le vibrazioni trasmesse in tutto il corpo, possono provocare irregolarità dei cicli mestruali con conseguente diminuzione della fertilità, aumento delle minacce di aborto, del numero di aborti, aumento delle complicanze in gravidanza e parti prematuri.

• Lavoro notturno Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore). L.903/77 art.5 integrato all’articolo 53 del D.Lgs 151/2001 vieta di adibire le donne al lavoro dalle 24 alle ore 6 dall’inizio della gravidanza al settimo mese dopo il parto e in altri casi specifici.

TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001)

Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi

Operazioni varie

Postura Movin.Manuale carichi Rischio biologico Microclima Stress Rumore Vibrazioni Lavoro notturno

DPR 1026/76 art. 5 lett. GD.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 lett.L DPR1026/76 art.5lett. L D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.c DPR 1026/76 art. 5 lett. ID.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. A L.903/77 art.5