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DONNE di SCIENZA Marina De Felici

DONNE di SCIENZA · 2020. 3. 9. · L’analisi infinitesimale occupa molto i matematici all’inizio del XVIII secolo Newton pubblica nel 1687 “Philosopiae naturalis principia

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DONNE di SCIENZA

Marina De Felici

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Il pensiero scientifico ridisegna in continuazione il mondo, non essendo basato su certezze acquisite, ma sulla radicale consapevolezza dei limiti e della incertezza del sapere. Questa consapevolezza permette al pensiero scientifico di rimettere costantemente in dubbio sé stesso e quindi di rappresentare, in ogni momento, la forma più affidabile di sapere.

Cos'è la Scienza

Riassumiamo le conclusioni dell’analisi storico epistemologica dI Rovelli sull’origine e sviluppo del pensiero scientifico in occidente:

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La prima letteratura scientifica è comparsa circa 4000 anni fa. Anche se reperti archeologici come iscrizioni su

pietre ed ossa testimoniano che quest’attività sia cominciata addirittura precedentemente,

Il primo nome di un essere umano impegnato in un’attività tecnico/scientifica appartiene a una donna

En Hedu’Anna (2354 a.c.).

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En Hedu’Anna (2354 a.c.)

En-hedu-Ana means "The High Priestess [named] Ornament of the Sky"

En Hedu’Anna era una sacerdotessa astronoma vissuta intorno al 2354 a.C.. Temples were then not merely places of worship, albeit rendering obeisance to the divinities was their main focus.

The Babylonian priests and priestesses "directed every essential activity of life, including trade, farming and crafts." They also functioned as "a network of observatories to monitor the movement of the stars." The temples were learning centers where mathematical studies were pursued, and where historical, scientific, and literary works were recorded and stored. Sargon's daughter was not the first priestess to employ the temple observatories to record the movements of heavenly bodies. She is, however, the first whose signature has filtered down through four millennia “

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Enheduana's disk in the University of Pennsylvania Museum

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Aretè

Maria l’Ebrea

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IPAZIA

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IPAZIA (in greco antico: Yπατία, in latino: Hypatia) nacque intorno al 370 d.C. ad Alessandria d’Egitto e venne avviata dal padre Teone allo studio della matematica, della geometria e dell’astronomia. Egli stesso nell’intestazione del III libro del Commento al Sistema matematico di Tolomeo scrive: “Commento di Teone di Alessandria al III libro del sistema matematico di Tolomeo. Edizione controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia”.

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La principale attività di Ipazia fu la divulgazione del sapere matematico, geometrico e astronomico. Oltre che a questi ambiti del sapere scientifico si dedicò, a quanto pare diversamente dal padre, anche alla filosofia vera e propria, in particolare a quella di Platone, Plotino e Aristotele.

Filosofa e scienziata, Ipazia riuscì a ottenere un forte peso politico e culturale in un’epoca in cui le donne non avevano la possibilità di distinguersi nella scienza e nella vita civile.

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IPAZIA

I suoi scritti sono andati perduti o sono stati incorporati in pubblicazioni di altri autori:

• Commento in tredici volumi all'Aritmetica di Diofanto (Il sec.), cui si devono lo studio delle equazioni indeterminate - le diofantee - e importanti elaborazioni delle equazioni quadratiche. Nel suo commento, Ipazia sviluppò soluzioni alternative a vecchi problemi e ne formulò di nuovi che vennero inglobati in seguito nell'opera di Diofanto.

• Commento in otto volumi a Le coniche di Apollonio di Pergamo (111 sec. a.C.), un'analisi matematica delle sezioni del cono, figure che furono dimenticate fino al XVI secolo quando vennero usate per illustrare i cicli secondari e le orbite ellittiche dei pianeti.

• Commento, insieme al padre Teone, all'Almagesto di Tolomeo, un’opera in tredici libri che raccoglieva tutte le conoscenze astronomiche e matematiche dell'epoca.

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Ipazia

Ipazia succedette al padre nell’insegnamento presso la Biblioteca di Alessandria d’Egitto già dal 393.

Nota era pure la sua bellezza tanto che uno dei suoi allievi si innamorò di lei, ma Ipazia non si sposò mai e all'età di 31 anni assunse la direzione della Scuola neoplatonica di Alessandria.

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Ildegarda di Bingen

Nasce nell'estate del 1098, un anno prima che i crociati conquistassero Gerusalemme,nell’Assia-Renana, ultima di dieci fratelli. All'età di otto anni viene messa nel convento di Disibodenberg dai genitori, i nobili Ildeberto e Matilda di Vendersheim, a causa della sua salute cagionevole.

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ldegarda è un multitalento, scrive, compone musica, si occupa di scienze, di medicina e fitoterapia in particolare.

Sempre più numerose sono le giovani che bussano alla sua porta per essere accolte in monastero. Ildegarda decide di fondare un nuovo convento sulla collina di Rupertsberg, vicino alla città di Bingen, alla confluenza di due fiumi. Dopo una fase travagliata, con rapporti difficili con la comunità monastica maschile, il nuovo convento si consolida.

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Compone una notevole quantità di opere musicali, raccolti sotto il titolo di Symphonia harmoniae celestium revelationum, diviso in due parti: i Carmina (Canti) e l’Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata)

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Studiosa di scienze e di medicina

Diede un notevole contributo alle scienze naturali, scrivendo due trattati enciclopedici che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo e che vanno sotto il titolo di Physica (Storia naturale o Libro delle medicine semplici) e Causae et curae (Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte).

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Ildegarda attinge al mondo vegetale, descrivendo anche la forma delle piante, le caratteristiche del rimedio, gli effetti prodotti, la diversa efficacia e i diversi utilizzi, personalizzando la cura a secondo che se a riceverlo era un uomo o una donna.

I suoi rimedi sono basati, secondo l'uso del tempo, sulla dottrina dei temperamenti, sul caldo e sul freddo, sull'umido e il secco e sul loro bilanciamento, in eccesso o in difetto per riequilibrare gli umori causa del disturbo.

Molti ancora oggi vengono usati nella fitoterapia contemporanea; ad esempio, per la cefalea e il mal di stomaco Ildegarda suggerisce la mentuccia, dove la fìtoterapia moderna adopera la menta; contro la nausea suggerisce il cumino, ancora oggi usato; per la tosse e il raffreddore trova efficace il tanaceto e, in caso di epistassi, l'aneto e l'achillea millefoglie, erbe similmente adoperate ai giorni nostri.

Ildegarda scrive anche di cristalloterapia; consapevole che pure nelle pietre risiede la viriditas, e attribuisce alle diverse pietre i loro poteri curativi. Dedica alle pietre un'opera specifica (il De Lapidarum) e suggerisce diversi modi per utilizzarne i benefici effetti, indossandole o preparandole variamente

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Emilie du Chatelet

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Emilie è la figlia di LouisNicolas Le Tonnelier, barone di Breteuil, un alto funzionario di Louis XIV. Nasce a Parigi il 17 dicembre 1706

Emilie du Chatelete la gravitazione dei corpi

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Il salotto dei suoi genitori è frequentato dai migliori intellettuali del tempo:

Rousseau — Bernard le Bouyer de Fontenelle ( Entretien sur la pluralità des mondes)

In questo contesto riceve un’eccellente educazione e si appassiona alla filosofia, all’astronomia e alla matematica.

Apprende anche con molta facilità il latino, il greco e il tedesco.

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Il 12 giugno 1725, diciannovenne, sposa il marchese Florent Claude du Châtelet all'epoca trentenne. Il matrimonio rispondeva più a criteri di censo che a motivi sentimentali. I due ebbero tre figli ma il marchese, impegnato nella carriera militare, incontrava la moglie di rado. Emilie si distrae non soltanto con la matematica e il legame matrimoniale non impedisce a entrambi di vivere una vita sentimentale molto libera. Emilie ebbe diverse relazioni importanti, con il marchese di Guébriant e con il duca di Richelieu.

Ma il rapporto sentimentale più duraturo della sua vita fu quello con Voltaire; il sodalizio culturale e sentimentale tra i due iniziò nel 1733: lui era già, a 39 anni, all'apice del successo, lei, a 28 anni, conduceva la vita dorata di una rappresentante dell’aristocrazia.

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Emilie

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Nel maggio del 1734 essendo Voltaire caduto in disgrazia presso il re la coppia si stabilì nel castello di Cirey, a Cirey-sur-Blaise nell'Alta Marna, di proprietà del marito della marchesa, senza nascondere la loro relazione.

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nasce la Geometria Analitica o Cartesiana

Newton alla fine del XVII secolo sviluppa il calcolo differenziale basato sulla geometria analitica di Cartesio

Leibniz inventa il calcolo integrale che è un’estensione di quello differenziale

si chiamerà analisi infinitesimale, che utilizza il concetto di infinito, l’insieme dei due

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Voltaire riconosce la superiorità intellettuale di Emilie soprattutto per le sue conoscenze matematiche e la incoraggia a penetrare negli arcani della scienza dei numeri.

Di cosa si occupava la matematica di quei tempi?

dal tempo dei Greci: aritmetica e geometria

dall’aritmetica derivava l’Algebra

Cartesio nel 1637 mette in evidenza il rapporto tra numeri e figure geometriche: lega Algebra e Geometria

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L’analisi infinitesimale occupa molto i matematici all’inizio del XVIII secolo

Newton pubblica nel 1687 “Philosopiae naturalis principia mathematica” nel quale applica tutte le risorse matematiche dell’epoca per descrivere la natura, in particolare il movimento dei pianeti intorno al sole. Elabora la sua teoria della gravitazione universale.

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Sostenuta e incoraggiata da Voltaire ad approfondire sempre più la tematica scientifica. Emilie du Chatelet pubblica nel 1737 gli Elementi della filosofia di Newton. L'opera reca nella prefazione il nome di Voltaire come coautore.

Nel 1740 diede alle stampe Istituzioni di fisica, un'esposizione in un volume di 450 pagine delle teorie del filosofo Leibniz.

Nel 1744 la marchesa da alle stampe un volume (140 pagine): dissertazione sulla natura e propagazione del fuoco

Negli anni successivi portò avanti il progetto della pubblicazione dell'opera di Newton Principia matematica, tradotta in francese dal latino piuttosto ostico dell'autore, e con l'aggiunta di una sezione dedicata agli sviluppi che le teorie newtoniane avevano visto ad opera degli scienziati francesi. L'opera uscì postuma nel 1759, e la pubblicazione fu seguita da Voltaire che la considerò un debito d'affetto nei confronti della donna che forse gli era stata intellettualmente più affine.

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“Type a quote here.”

–Johnny Appleseed

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La marchesa di Chatelet può essere considerata la prima matematica dei nostri tempi. Non si era accontentata di qualche divertimento aritmetico o geometrico ma sapeva utilizzare la matematica più avanzata del suo tempo e con quella aveva verificato e commentato tutti i calcoli di Newton circa le orbite dei pianeti. E’ grazie a lei che sono state conosciute le opere di Newton in Francia. E’ lei che lo ha tradotto accelerando la penetrazione delle sue idee innovatrici in Europa, nell’ambito della comunità scientifica internazionale.

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Voltaire, perhaps the

most renowned intellectual of

the Enlightenment

movement, wrote that du

Châtelet had "a soul for which

mine was made.

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LAURA BASSILaura Bassi nasce il 29 ottobre del 1711 a Bologna, all’epoca territorio dello Stato Pontificio, da Giuseppe, facoltoso avvocato di Scandiano, e da Maria Rosa Cesari.

Mostra fin dai primi anni di vita un grande desiderio di imparare. Studia privatamente sotto la guida del medico di famiglia, Gaetano Tacconi, lettore di medicina nell'Università e membro dell'Accademia delle scienze.

Ottiene eccellenti risultati tanto che Tacconi la ritiene, a soli vent’anni, “tale da poter fare una gradita e gloriosa sorpresa al pubblico”.

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Laura Bassi è stata la prima a introdurre la Fisica di newton in Italia

E’ stata la prima donna autorizzata (quando aveva 21 anni) ad insegnare all’Università di Bologna l’Anatomia

Nel 1733 abbandona l’insegnamento dell’anatomia per consacrarsi a quello della Fisica

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Nel 1738 sposa Giuseppe Verrati suo collega che insegna Medicina a Bologna.

La coppia avrà sei figli, ma questo non impedirà a Laura di continuare ad insegnare e studiare in profondità le idee di Newton

Nel 1746 pubblica “De aeris compressione”

Nel 1757 pubblica De problemate quodam meccanico

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Laura bassi fu tra le prime persone dell’ambiente scientifici italiano che capirono l’importanza della sperimentazione per il progresso della fisica.

In quest’ottica si interessò ai lavori in corso in quell’epoca sull’elettricità. Tra i suoi allievi c’era Alessandro Volta che diventerà celebre per l’invenzione della pila.

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Tra i suoi biografi c’è chi ha notato che il suo incarico di professore all’università di Bologna era stato voluto dal cardinale Lambertini, futuro papa Benedetto XIV. Forse, Laura Bassi, donna pia, madre di sei figli, e aperta alla scienza più moderna, era il personaggio giusto da mettere in scena dalla Chiesa, per far dimenticare l’affaire Galileo, che aveva compromesso fortemente il prestigio del clero nell’ambiente intellettuale europeo.

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Ma questo non toglierebbe nulla all’ingegno di questa donna. Semmai dimostrerebbe soltanto l’astuzia del cardinale…..

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Maria AgnesiTerza dei ventuno figli, di Pietro Agnesi Mariani e Anna Fortunata Brivio, nasce a Milano 16 maggio 1718, in una facoltosa famiglia arricchitasi con l'industria della seta. Maria mostra presto di possedere una straordinaria intelligenza e una particolare propensione per le lingue straniere: apprende facilmente il latino, il greco, il francese, lo spagnolo il tedesco e l’ebraico.

Allo stesso tempo impara a operare con numeri, figure geometriche e equazioni.

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La casa degli Agnesi era nel frattempo diventata uno dei salotti più in vista di Milano, frequentato dagli intellettuali d'Italia e di mezza Europa.

Proprio costoro introdussero Maria agli Elementi di Euclide, alla logica e alla metafisica, alla fisica generale in particolare quella sperimentale. Diventò poi abitudine di Maria Gaetana esporre nel salotto di casa, per desiderio del padre, i propri progressi con varie tesi filosofiche.

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Nel 1703 un matematico italiano Guido Girardi aveva inventato la curva versiera e Maria Agnesi scopre la sua equazione: x2 y+y=1

la curva si chiama curva di Agnesi o “strega” di Agnesi

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Nel 1738, quando ha appena 20 anni, pubblica il lavoro “Propositiones philosophicae”contenente 191 tesi, tratte dalle pubbliche discussioni, riguardanti questioni di logica, botanica, cosmologia, ontologia, meccanica, pneumatologia (la scienza degli spiriti).

Nel 1748, pubblica, sempre a Milano, un’opera in due volumi: “Institutioni analitiche ad uso della gioventù italiana”

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L'opera godette di larga fama e fu tradotta in francese (1775) e in inglese (1801). Le giunsero plausi da tutta Europa: i dotti dell'Accademia Reale di Francia lodarono il libro come un'opera avanzatissima,

Nel 1750 sostituì il padre nell'insegnamento della matematica all'Università di Bologna. Nel 1752, alla morte del padre Benedetto XIV le offrì di ricoprire ufficialmente la cattedra, ma l'Agnesi rifiutò, ritirandosi completamente dalla vita pubblica per dedicarsi a opere di carità, come la cura dei poveri e dei malati.

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Pur senza titoli accademici, era diventata una teologa e il cardinale Pozzobonelli, per decidere sull'ortodossia di uno scritto su politica e religione, si rivolse a lei.

Chi si rivolgeva all'Agnesi per ottenere pareri scientifici fu, al contrario, cortesemente scoraggiato: l'Accademia di Torino, ad esempio, le chiese di esaminare i lavori di Lagrange intorno al calcolo delle variazioni e lei si sottrasse, adducendo "le sue serie occupazioni".