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Famiglia Relazioni C ustodire i frutti dell’amore significa essere consapevoli che “abbiamo un tesoro in vasi di creta”. Non possiamo confidare che “ciò che c’è” sia dato per sem- pre. Fa parte della cura il guardare oltre ed es- sere gelosi di ciò che si ha. In estate gli alberi sono pieni di frutti, ma il contadino sa che possono arrivare tempeste o parassiti ad at- taccarli. Per questo protegge il suo campo e i suoi alberi, il suo tesoro. E agisce “prima”. Per le relazioni avviene qualcosa di simile. A volte, nella coppia, in nome della libertà e del rispetto per l’altro, ognuno fa ciò che per lui è giu- sto. È vero che c’è una dimensione individuale nella relazione di coppia, ma non deve trasformarsi in in- dividualismo. «Io faccio quello che mi interessa e mi piace e lui/lei è libero/a di fare lo stesso». Se questo diventa una modalità, si rischia di iniziare un viaggio “in solitaria”. Non si tratta di limitare la libertà ma, come ho già ricordato altre volte, di con- siderare che nella relazione, oltre all’io e al tu, c’è il “noi”. Se la tua carriera diventa talmente ingom- brante che non c’è più tempo per fare cose insieme, allora c’è una priorità da ritrovare. Se i figli sono talmente presenti che mi dimentico di essere anche persona e moglie, occorre rimettere ordine. La re- lazione va protetta: molte tempeste possono arrivare e parassiti attaccarla, se non abbiamo chiaro che re- di Sabrina Dalla pedagogista e consulente familiare almente si può perdere la strada dell’essere insieme. Quando alcune situazioni diventano frequenti, è im- portante fermarsi e verificare insieme cosa sta ac- cadendo: come mai c’è bisogno di vivere esperien- ze parallele? Stiamo proteggendo il nostro tesoro, cioè la nostra relazione? Le tempeste non arrivano all’improvviso: sono preannunciate da cielo nero, qualche tuono, qualcosa di diverso che ci mette in allarme. Quando sentiamo che qualcosa non torna, corriamo ai ripari! LA PAZIENZA DI ACCOGLIERE L’altra parola è accogliere. Sì, perché abbiamo detto che l’estate è la stagione dove si manifestano i frutti. Allora è anche il momento di accorgersi e accogliere gli aspetti, i frutti che l’altro può dare, senza aspettarsi che possa dare qualcosa che non gli è proprio: un albero di pesco non può dare delle me- le. Solo se accolgo e gusto il frutto che l’altro è ora, posso decidere se per me va bene o se c’è qualcosa che si può pensare di modificare, ma nella stagione appropriata. Spesso noi vogliamo fare diventare l’altro come piace a noi, perché pensiamo che il no- stro modo sia migliore, senza provare prima ad “ac- cogliere”, senza darci il tempo di pazientare... La pazienza è un atteggiamento attivo, non di rassegnazione. È l’impegno di guardare e vedere ciò che l’altro è. Ma per fare questo occorre avere fatto il passo di guardare e vedere ciò che io sono. Usare quindi pazienza con se stessi, con i piccoli passi che possiamo fare, che a volte sono diver- si da quelli che dovremmo fare. Pos- siamo cioè essere accoglienti anche con la nostra imperfezione e il nostro limite! Possiamo diventare capaci di prenderci il tempo di comprendere ciò che c’è in noi e nella nostra relazione. Questo è il tempo dell’estate, ma arri- verà anche l’autunno che può essere una nuova trasformazione. Le cure dell’estate Sono fondamentalmente due le parole da associare alle cure nell’estate della relazione di coppia: proteggere e accogliere. 8 MISSIONE MARIA - GIUGNO 2017

due le parole da associare dell’estate relazione di coppia Mese.pdf · persona e moglie, occorre rimettere ordine. La re-lazione va protetta: molte tempeste possono arrivare e parassiti

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Famiglia Relazioni

Custodire i frutti dell’amore significaessere consapevoli che “abbiamo untesoro in vasi di creta”. Non possiamo

confidare che “ciò che c’è” sia dato per sem-pre. Fa parte della cura il guardare oltre ed es-sere gelosi di ciò che si ha. In estate gli alberisono pieni di frutti, ma il contadino sa chepossono arrivare tempeste o parassiti ad at-taccarli. Per questo protegge il suo campo e i

suoi alberi, il suo tesoro. E agisce “prima”. Per lerelazioni avviene qualcosa di simile. A volte, nella coppia, in nome della libertà e del

rispetto per l’altro, ognuno fa ciò che per lui è giu-sto. È vero che c’è una dimensione individuale nellarelazione di coppia, ma non deve trasformarsi in in-dividualismo. «Io faccio quello che mi interessa emi piace e lui/lei è libero/a di fare lo stesso». Sequesto diventa una modalità, si rischia di iniziareun viaggio “in solitaria”. Non si tratta di limitare lalibertà ma, come ho già ricordato altre volte, di con-siderare che nella relazione, oltre all’io e al tu, c’èil “noi”. Se la tua carriera diventa talmente ingom-brante che non c’è più tempo per fare cose insieme,allora c’è una priorità da ritrovare. Se i figli sonotalmente presenti che mi dimentico di essere anchepersona e moglie, occorre rimettere ordine. La re-lazione va protetta: molte tempeste possono arrivaree parassiti attaccarla, se non abbiamo chiaro che re-

di Sabrina Dallapedagogista e

consulente familiare

almente si può perdere la strada dell’essere insieme.Quando alcune situazioni diventano frequenti, è im-portante fermarsi e verificare insieme cosa sta ac-cadendo: come mai c’è bisogno di vivere esperien-ze parallele? Stiamo proteggendo il nostro tesoro,cioè la nostra relazione? Le tempeste non arrivanoall’improvviso: sono preannunciate da cielo nero,qualche tuono, qualcosa di diverso che ci mette inallarme. Quando sentiamo che qualcosa non torna,corriamo ai ripari!

LA PAZIENZA DI ACCOGLIEREL’altra parola è accogliere. Sì, perché abbiamo

detto che l’estate è la stagione dove si manifestanoi frutti. Allora è anche il momento di accorgersi eaccogliere gli aspetti, i frutti che l’altro può dare,senza aspettarsi che possa dare qualcosa che non gliè proprio: un albero di pesco non può dare delle me-le. Solo se accolgo e gusto il frutto che l’altro è ora,posso decidere se per me va bene o se c’è qualcosache si può pensare di modificare, ma nella stagioneappropriata. Spesso noi vogliamo fare diventarel’altro come piace a noi, perché pensiamo che il no-stro modo sia migliore, senza provare prima ad “ac-cogliere”, senza darci il tempo di pazientare... La pazienza è un atteggiamento attivo, non di

rassegnazione. È l’impegno di guardare e vedereciò che l’altro è. Ma per fare questo occorre avere

fatto il passo di guardare e vedere ciòche io sono. Usare quindi pazienzacon se stessi, con i piccoli passi chepossiamo fare, che a volte sono diver-si da quelli che dovremmo fare. Pos-siamo cioè essere accoglienti anchecon la nostra imperfezione e il nostrolimite! Possiamo diventare capaci diprenderci il tempo di comprendere ciòche c’è in noi e nella nostra relazione.Questo è il tempo dell’estate, ma arri-verà anche l’autunno che può essereuna nuova trasformazione.

Le curedell’estate

Sono fondamentalmentedue le parole da associarealle cure nell’estate della

relazione di coppia:proteggere eaccogliere.

8 MISS IONE MAR IA - G IUGNO 2017

MM 5-2017_MM 09/05/17 15:48 Pagina 8