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ITINERARIO 2 . EPICA ANTICA
DUELLO TRA PARIDE E MENELAO Iliade, canto III, vv. 444-‐535 Traduzione Guido Vitali I due eserciti, dei Greci e dei Troiani, sono schierati l’uno contro l’altro, pronti a combattere. Paride provoca a duello i più valorosi dei Greci, ma appena vede Menelao che vuole attaccarlo, fugge per timore, come davanti ad un serpente. Ettore però lo richiama a dimostrare il suo coraggio e Paride si offre per un duello risolutivo con Menelao: il vincitore avrà anche vinto la guerra ed otterrà in premio la mano di Elena e molte ricchezze. Ettore propone ai Greci il duello, Menelao accetta. I due popoli stipulano quindi una tregua in attesa dell’esito del duello. Allor Ettore prima e il divo Ulisse
445 misurarono i limiti del campo; poi presero e agitarono le sorti in un elmo di bronzo, a chi toccasse di scagliar primo la ferrata lancia. E le turbe inalzavano preghiere
450 e tendevan le braccia agl'Immortali; e dicevano molti, Achivi e Teucri: o Giove gran Padre, augusto re dell'Ida, fa' che colui che tanta guerra accese morto discenda nelle case d'Ade,
455 e che quindi tra noi si rinnovelli una promessa d'amistá sicura! » Ettore, il grande-‐agitator-‐dell'-‐elmo, guardando indietro scosse allor le sorti; fuori balzó di Páride la sorte.
460 Sedeano intorno in ordine i guerrieri, tutti accanto alle loro armi dipinte e accanto ai loro rapidi cavalli. Vestiva intanto le sue splendide armi il déiforme Páride, lo sposo
465 d'Elena ben-‐chiomata. Ed alle gambe egli dapprima si aggiustó leggiadri schinieri, chiusi con argentee fibbie; indossó quindi e intorno al petto strinse del fratello Licáone l'usbergo.
470 Indi al collo infiló la bronzea spada dalle-‐borchie-‐d'-‐argento, e il grande e saldo scudo imbracció; poi si calcó sul capo l'elmo perfetto, ove il cimiero equino terribile sul vertice ondeggiava;
475 e brandí poi la poderosa lancia ben adatta al suo pugno. E in simil modo l'armi vestiva il prode Menelao. Or come dunque, nelle opposte schiere,
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essi furono armati, in mezzo al campo 480 vennero, fra i Troiani e fra gli Achei,
biechi guatando; e di stupor percossi furono i bronzo-‐loricati Achei e i Teucri domatori di cavalli. Entrambi allor nel misurato spazio,
485 squassando 1'aste e di furor frementi, l'un contro l'altro stettero di fronte. Scaglió primo la lunga asta Alessandro e percosse all'Atríde il tondo scudo, ma non lo ruppe; su la salda piastra
490 gli si spuntó la cúspide. Con l'asta insorse allor 1'Atríde Menelao, ed a Giove inalzó questa preghiera: «Giove signore, dámmi tu vendetta su Páride, su quegli che mi offese;
495 próstralo, Giove, sotto la mia mano; onde orrore abbia ognuno, anche in futuro d'oltraggiar chi l'accolse ospite e amico. » Cosí disse; e scaglió la lunga lancia, e al troiano percosse il tondo scudo.
500 Attraverso lo splendido metallo l'asta passó, ruppe l'adorno usbergo, la túnica su 1'ínguine discisse; s'inclinó quello, ed evitó la Parca. L'Atríde allora sguainó la spada
505 dalle-‐borchie-‐d'-‐argento, ed alto insorse, e lo colpí sul vertice dell'elmo; ma l'arma, all'urto, in pezzi gli si ruppe e gli cadde di mano. E allor 1'Atríde guardó il cielo e gemette: « O Giove Padre,
510 nessun fra i Numi é piú di te crudele! Ben io sperai di prendere vendetta dell'oltraggio di Páride! Tra mano mi si rompe la spada, e la mia lancia mi uscí vana dal pugno e non l'uccise»
515 Disse, e balzó, lo prese per l'equina chioma dell'elmo, e vóltosi all'indietro lo trascinó tra i ben-‐calzati Achei; e quegli si sentía la molle gola soffocata dal cíngolo trapunto
520 che sotto il mento gli allacciava l'elmo. E con grande sua gloria egli l'avrebbe pur trascinato; ma in buon punto accorta Afrodite ne fu, figlia di Giove; ella spezzó quel cingolo di forte
525 cuoio bovino, sí che l'elmo solo vuoto seguí la poderosa mano! E allora Menelao lo rotéó e lo scaglió tra i ben-‐calzati Achei; lo raccolsero pronti i suoi compagni.
530 Poi si riavventó, pur anelando a prostrare con l'asta il suo nemico.
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Ma lo sottrasse rapida Afrodite, Diva qual era; in una spessa nebbia ella avvolse il guerriero e lo depose
535 nel profumato tálamo fragrante. NOTE Divo: divino Campo: viene delimitato il luogo in cui si svolgerà il duello. Agitarono le sorti: Tirarono a sorte, le sorti erano tevolette di legno o dischetti di terracotta, su cui erano tracciati segni particolari. Turbe: La moltitudine dei soldati. Immortali: gli dei. Achivi e Teucri: Greci e Troiani. Augusto: titolo dato al re, significa potente. Ade: è l’aldilà per i Greci. Rinnovelli: rinnovi. Amistà: amicizia, Greci e troiani avevano fatto il patto di non combattere ma di lasciare decidere la sorte della guerra al duello. Guardando indietro: nel sorteggio non si doveva guardare per favorire uno piuttosto che un altro e bisognava quindi girarsi. Deiforme: la bellezza di Paride lo faceva assomigliare a un dio nell’aspetto ( forma) Schinieri: parte dell’armatura che si allaccia intorno alle gambe. Usbergo: la corazza. Licaone: è il fratello di Paride che gli porge la sua corazza poiché paride ne era privo essendo un arciere. Bronzea: di bronzo Borchie: le placche d’argento che ornavano l’impugnatura Cimiero equino: è una sporgenza che si trova nella parte superiore dell’elmo a forma di cono o ricurva in avanti. Da essa pendevano crini di cavallo. Poderosa. Potente Prode: valoroso Biechi: minacciosi. Guatando: guardando Bronzo loricati: vestiti con la lorica cioè la corazza di bronzo. Squassando: scuotendo con violenza Alessandro: Paride veniva chiamato anche così. Cuspide: punta Asta: lancia Prostralo: sottomettilo. Discisse: squarciò. Evitò la Parca: evitò di morire. Le Parche erano tre divinità, esse tessevano una tela che simboleggiava la vita di ogni uomo. Quando una di loro tagliava il filo della tela che stava tessendo significava che la vita di quell’uomo era finita ed egli moriva. Altro insorse: si dà la spinta con tutto il corpo perché il colpo sia più forte. Vertice: punta. Cingolo: è il cinturino di cuoio che chiude l’elmo sotto la gola. In buon punto: al momento giusto. Poderosa: forte, potente. Riavventò: si scagliò di nuovo. Anelando: desiderando. Talamo: è la stanza nuziale di Paride. Fragrante: profumato.
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IMPARIAMO INSIEME 1. Prova a spiegare quali sono le regole del duello secondo i Greci, come vengono evidenziate
nel brano letto.
2. Che tipo è secondo te Paride? Scegli tra questi aggettivi: � coraggioso � ben vestito � di bella presenza � valoroso � debole � vigoroso � abile nel duello � reattivo � aggressivo � lento � desideroso di combattere
3. Omero si sofferma sulla descrizione delle armi di Paride, ma non ne mette in luce la potenza
e la forza, bensì la bellezza e l’eleganza, come si addice ad un principe poco abituato alla lotta. Prova a sottolineare nel testo gli aggettivi e le espressioni che esprimono questo.
4. Come si comporta invece Menelao? Prova a descriverlo con le tue parole.
5. Gli dei sono anche in questo caso partecipi delle vicende umane. Chi interviene a salvare
Paride?
6. Menelao si rivolge due volte a Giove. Le due preghiere sono però differenti tra loro. Prova a rileggere il testo e riassumi il contenuto, spiegando qual è secondo te la differenza tra le due.