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CAMPUS INTERNAZIONALE DI MUSICA Fondazione FONDAZIONE ROFFREDO CAETANI duemila15

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CAMPUSINTERNAZIONALE

DI MUSICAFondazione

FONDAZIONEROFFREDO

CAETANI

duemila15

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CAMPUSINTERNAZIONALE

DI MUSICAFondazione

FONDAZIONEROFFREDO

CAETANI

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I SALUTI DEL PRESIDENTE DEL CAMPUSQuesta 51a edizione del Festival Pontino è carica di significati anche per le scelte che il Campus ha dovuto affrontare in un momento contraddistinto da profonda incertezza. Ma nelle circostanze più difficili esso ha la fortuna di trovare al proprio interno ragioni forti, confortato dal sostegno straordinario dei soci, dalla disponibilità della Fondazione “Roffredo Caetani”, dei Conservatori “Respighi” di Latina e “Verdi” di Milano, dall’amicizia di artisti, docenti e consulenti. A tutti va il mio pensiero grato.Grazie a questo idem sentire abbiamo potuto proseguire gli Incontri di Musica Contemporanea che saranno avviati dall’Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Milano con uno sguardo alla musica italiana del Novecento; poi l’attenzione tornerà, come già nelle ultime edizioni, sulla giovane musica europea con esecuzioni affidate all’Ensemble Tema, per chiudere con un omaggio al presidente onorario del Festival, Luis de Pablo, di cui il duo Moretti-Ravelli presenterà la prima esecuzione assoluta di Amable Sombra, per due pianoforti. Dal 4 luglio il Pontino proseguirà nelle tradizionali cornici di Sermoneta, Fossanova e Fondi, a cui si aggiunge quest’anno la corte comunale di Sabaudia, città di cui salutiamo l’ingresso nella platea del Festival.In programma belle pagine di musica con gli Archi dell’Accademia di Santa Cecilia, diretti da Luigi Piovano, l’Alessandro Carbonare Trio, Elissò Virsaladze, Mariana Sirbu con Bruno Giuranna e le pianiste Linda Di Carlo e Clara Dutto, la Camerata du Léman con Roberto Prosseda e Fabrizio von Arx, in qualità di solisti. Con affetto mi soffermo a sottolineare la loro presenza insieme a quella di altri interpreti ex allievi di lungo corso di Sermoneta, come il Duo Gazzana, Piero Cardarelli, Luisa Prayer e - tra i compositori eseguiti - Federico Gardella e Clara Iannotta: il Festival sarà dunque animato da un cospicuo drappello di musicisti che amano il Festival, hanno condiviso segmenti della sua storia e si sentiranno certamente a casa. Ma è un piacere anche la presenza dei più giovani Emanuel Rimoldi e Vitaly Pisarenko, che suoneranno rispettivamente a Fondi e Sabaudia sotto l’egida del Keyboard Trust di Londra, con il quale collaboriamo già da alcuni anni; così come quella della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che allieterà Sermoneta con una bella giornata di

musica e il suono di tanti giovani a cui si aggiungeranno, per tutto il mese di luglio e oltre, i “Giovani artisti dal mondo” che parteciperanno all’edizione 2015 dei Corsi di Sermoneta. Giovani artisti che hanno molto da esprimere, come testimonia il testo “Il senso e il suono”, di Martina Santarone (allieva del corso di viola di Bruno Giuranna) che abbiamo voluto pubblicare nelle pagine di questo catalogo. Sono certo infine che sarà apprezzata anche la piccola incursione nel jazz, con i concerti del Roberto Gatto Perfectrio e i Melodies in Jazz. L’attenzione che il Campus rivolge al territorio quest’anno si esprimerà anche attraverso il ricordo di Aldo Manuzio - editore e poliedrico intellettuale rinascimentale nato a Bassiano - nel V centenario della scomparsa, con una serie di momenti che intendono far incontrare le due arti della scrittura e della musica: una breve presenza scenica di registi e attori che ringrazio per aver accolto il mio invito amichevole, i quali con un “tocco” personale apriranno alcune delle nostre serate a Sermoneta. Tra questi vi sono Clara Galante, Selene Gandini, Melania Giglio, Giorgio Maulucci, Daniele Salvo. Quest’ultimo, il 25 luglio renderà un suo particolare omaggio a Pier Paolo Pasolini, di cui cadono quarant’anni dalla scomparsa. Il mio sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato alla formazione di questo programma, agli Enti e alle Istituzioni che mi auguro non faranno mancare il loro sostegno, non ancora certo nel momento in cui scrivo. Sono perciò maggiormente grato agli sponsors e ai sostenitori senza i quali non avremmo potuto completare questo programma; al Presidente dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia, Michele dall’Ongaro; a Riccardo Cerocchi, Tilde Lucchetti, Giovanni Brignola, Gianfranco Pitton, che hanno aderito, generosamente alla richiesta di contribuire a un fondo per borse di studio per i Corsi di Sermoneta. Ringrazio infine Enrico Benaglia per l’immagine suggestiva e bella riportata in copertina: il suo titolo Armonia evoca non solo quanto ritroviamo in musica ma anche quanto ricerchiamo altrove: la nostra vita è ricerca di armonia. A nome mio e del Comitato Esecutivo un grazie ancora una volta a tutti coloro che a diverso titolo consentono a questa bella storia di scrivere una nuova pagina.Buon ascolto Il Presidente

Luigi Ferdinando Giannini

È completamente coperta di note la figurina di carta che accorda il suo violino d’oro. Forse Benaglia l’ha ritagliata dal foglio di uno spartito.Ha appena finito di suonare e sta per iniziare un nuovo pezzo. La giovane musicista ha un’aria intenta e concentrata, il gesto è veloce e teso.Ha l’archetto infilato sotto il braccio, le labbra serrate. Eppure mentre vive il suo piccolo spasimo di perfezionismo, quello che accade intorno è pura meraviglia.Un riverbero azzurro, una nebbia pulsante di note l’avvolge come una scia.L’aria riecheggia ancora di ineffabile armonia. Tutto si trasfigura in una galassia di emozioni, quando il cuore vola nell’onda della musica.

enricobenaglia.net

Alida Maria Sessa

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IL SENSO E IL SUONO

Impercettibile alla vista e al tatto, il suono rimanda ad una dimensione immateriale, ineffabile. Dante lo percepisce nell’armonia delle sfere celesti del Paradiso, trovando in esso lo stimolo della conoscenza:

“La novità del suono e ‘l grande lumedi lor cagion m’accesero un disiomai non sentito di cotanto acume.”Paradiso, I, vv. 82-84

Quale migliore orizzonte se non la profondità nel capire, nel trascendere l’apparenza. Così il liutaio come il compositore, il maestro come l’allievo, il filologo come l’interprete continuamente ricercano quella perfezione che permette di raggiungere la propria idea del vero, il proprio ideale. Levigare, scolpire il suono per dare vita a una goccia che cade con perfetta determinazione. Attende fremente l’attimo in cui abbandonarsi alla sua stessa forza centrifuga e partire verso il cuore della Terra che la richiama a sé. Così la mano non si lancia ciecamente verso il tasto, ma raccoglie le dita cariche di energia, per lasciarle andare solo quando l’attimo è maturato. Poiché chi genera suoni si astrae dalla frenesia del tempo, lo domina. Interminabili i secondi che precedono l’esecuzione, i silenzi, i respiri. Cosa significa fraseggiare se non plasmare il tempo, dargli una forma? Ma è proprio nel momento dell’interpretazione che nasce la dialettica intrinseca nella musica: razionalità ed emozione. La ricerca dell’equilibrio perfetto che permette lo slancio appassionato all’interno dei confini dello stile, l’abbandono ai sensi necessariamente dominati dalla sfera razionale, quella fedeltà espressiva che poco ha a che vedere con l’esasperazione del virtuosismo o con l’estro del momento. All’interno di questa concezione propria del pensiero e della maturità artistica, lo strumento in sé non è il fine, bensì un mezzo espressivo. Mezzo attraverso il quale il musicista si dedica all’intenso studio delle sfumature e

delle peculiarità del suono come cristallo. La cui origine è nel termine greco krýstallos: ghiaccio. Il paradosso per eccellenza poiché in grado di essere incredibilmente solido e compatto, ma nello stesso tempo, se sciolto, fluido come l’acqua: percepibile ma inafferrabile. Così la limpidezza e la trasparenza di un suono pulito rispecchiano il cristallo e la regolarità del suo reticolo. Nella ricerca verso questa purezza del suono è l’unicità dell’interpretazione che sa bilanciare essenzialità e completezza. La memoria del Maestro Arturo Benedetti Michelangeli torna viva nell’indirizzarci, secondo le sue parole, al “lavoro, lavoro, lavoro. E pazienza, umiltà, sacrificio. L’interprete è soltanto un lettore della musica. Ma deve saper leggere bene, perché nella musica c’è già scritto tutto”.

Martina Santarone*

*Studentessa del Liceo Farnesina di Roma, con il testo “Il senso e il suono” ha vinto lo scorso mese di maggio il concorso nazionale indetto dal MIUR dedicato alla memoria di Arturo Benedetti Michelangeli.

ALDO PIO MANUZIO DI BASSIANOE LA CULTURA DIFFUSA DALLA STAMPA

L’anno 2015 è un anno speciale per l’area pontino-lepina. Ricorre, difatti, il 500° anniversario della morte di Aldo Pio Manuzio, detto il Vecchio per distinguerlo dal Giovane, che era il nipote. A Manuzio il Campus Internazionale di Musica ha deciso di dedicare un ricordo speciale, raccordandosi con la iniziativa assunta dalla Fondazione Roffredo Caetani, della quale il Campus condivide tutte le maggiori iniziative culturali e con la quale elabora spesso iniziative congiunte.Per questo anno speciale, la prevalenza dell’interesse verso la figura di Aldo Manuzio è decisa, quando si pensi al fatto che, dopo la invenzione dei caratteri a stampa mobili introdotta da Johannes Gutenberg di Magonza (Germania), Manuzio sfruttò genialmente questo nuovo mezzo di diffusione della cultura, in un duplice modo: riducendo l’ampiezza del folio sul quale stampare a torchio, piegandolo 16 volte (il sedicesimo) e rendendolo maneggevole, anzi “tascabile”; e, soprattutto, attraverso la maggiore diffusione garantita dal nuovo formato, stampando e così salvando centinaia di manoscritti classici altrimenti soggetti a perdita, da Aristotele ai classici latini ed ebraici.Manuzio, inoltre, ha lasciato la sua impronta anche nello stile di scrittura, facendo realizzare i caratteri che dal suo nome si chiamano aldini. Di Manuzio si è disputato a lungo se fosse romano, parmigiano, di Carpi o veneziano. Manuzio è Uomo Lepino, nato a Bassiano.E un libro di metà Settecento lo afferma con dovizia di testimonianze. Èdito proprio a Venezia nel 1759, il libro di Domenico Maria Manni, bibliotecario della Biblioteca Strozzi di Firenze, è una autorevole conferma di quella sua provenienza, nonché del racconto della Vita di Aldo Pio Manuzio Insigne Restauratore delle Lettere Greche e Latine in Venezia, come recita il titolo. L’importanza di questo libro ha avuto una indiretta conferma, in modo del tutto autonomo, grazie ad un ampio servizio giornalistico che il New York Times ha dedicato a Manuzio nella edizione di Venerdì 27

febbraio 2015, quando su una intera pagina a lui dedicata, ha pubblicato la foto del bel frontespizio del libro del quale la Fondazione Roffredo Caetani ha curato la ristampa anastatica, e che ora il Campus di Musica propone anche nel ricordo colto e complessivo agli amanti della musica.Musica che in modo evidente si è avvalsa delle nuove tecniche introdotte da Manuzio, per vedere diffusi spartiti un tempo riservati a poche persone.

Pier Giacomo SottorivaPresidente della Fondazione Roffredo Caetani

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I N C O N T R I I N T E R N A Z I O N A L I D I M U S I C A C O N T E M P O R A N E A

INCONTRIINTERNAZIONALIDI MUSICACONTEMPORANEA

INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA

> 30 giugno Sermoneta, Scuderie Castello CaetaniMUSICA ITALIANA DA DALLAPICCOLA AD OGGIEnsemble del Laboratorio di Musica Contemporaneadel Conservatorio G. Verdi di MilanoSara Caneva, direttore - Mauro Bonifacio, coordinatore

> 1 luglio Sermoneta, Scuderie Castello CaetaniLA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 1Ensemble Tema

> 2 luglio Sermoneta, Scuderie Castello CaetaniLA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 2Ensemble Tema

> 3 luglio Sermoneta, Castello CaetaniOMAGGIO A LUIS DE PABLOPER I SUOI 85 ANNIDuo pianistico: Antonella Moretti e Mauro Ravelli

CONCERTI DEL CICLO TRADIZIONALE

> 4 luglio Sermoneta, Castello CaetaniArchi dell’Accademia S. Cecilia - Luigi Piovano, direttore

> 5 luglio Fossanova, InfermeriaAlessandro Carbonare Trio

> 6 luglio Sermoneta, Scuderie Castello CaetaniWorkshop Classe di Composizione di Alessandro Solbiati Maria Grazia Bellocchio, pianoforte

> 10 luglio Fondi, Palazzo BaronaleEmanuel Rimoldi, pianoforte

> 11 luglio Sermoneta, Castello CaetaniMelodies in Jazz

> 12 luglio Fossanova, InfermeriaElissò Virsaladze, pianoforte

> 13 luglio Sermoneta, Castello Caetani Giovani artisti dal mondo

> 15 luglio Sermoneta, Castello CaetaniGiovani artisti dal mondo

> 18 luglio Sermoneta, Castello CaetaniRoberto Gatto Perfectrio

> 19 luglio Fossanova, InfermeriaValentina Coladonato, soprano - Luisa Prayer, pianoforte

> 24 luglio Sermoneta, Castello CaetaniGiovani artisti dal mondo

> 25 luglio Sermoneta, Castello Caetani Duo Gazzana: violino e pianoforte

> 26 luglio Fossanova, InfermeriaMariana Sirbu, violino - Bruno Giuranna, violaClara Dutto/Linda Di Carlo, pianoforte

> 27 luglio Sabaudia, Corte ComunaleVitaly Pisarenko, pianoforte

> 29 luglio Sermoneta, Castello CaetaniJuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia - Simone Genuini, direttore

> 1 agosto Sermoneta, Castello Caetani Camerata Du Léman - Roberto Prosseda, pianoforte

> 2 agosto Fossanova, InfermeriaCamerata Du Léman - Fabrizio von Arx, violinoRoberto Prosseda, pianoforte

> 3 agosto Sermoneta, Castello CaetaniGiovani artisti dal mondo

Su RADIOLUNA dal 29 giugno, per tutta la durata del Festival, dal lunedì al sabato, alle ore 11.00 andrà in onda Buongiorno, Festival! rubrica di informazioni e aggiornamenti sul 51° Festival Pontino.

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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15

ENSEMBLE DEL LABORATORIO DI MUSICA CONTEMPORANEA DEL CONSERVATORIO DIMUSICA G. VERDI DI MILANO

Alice Mafessoni ottavinoViola Brambilla flauto, fl. sol, ottavinoStella Chissotti flautoDaniele Arzuffi oboeFabio Busetto clarinettoDaniela Fiorentino clarinetto, cl. bassoRebecca Mellano arpaValentina Valente chitarraPaolo Gorini pianoforte, celestaSalvatore Scucces percussioniGabriele Segantini percussioniAlessio Cavalazzi violinoPietro Molteni violaMatteo Vercelloni violoncello

Sara Caneva direttore

Mauro Bonifacio coordinatore

MUSICA ITALIANA DA DALLAPICCOLA AD OGGILUIGI DALLAPICCOLA (1904-1975)Piccola musica notturna (1961)per complesso da camera - 9’

FRANCO DONATONI (1927-2000) Lumen (1975) per sei strumenti - 6’

FEDERICO GARDELLA (1979)Nebbiæ (2009)per ensemble - 10’

FAUSTO ROMITELLI (1963-2004) Nell’alto dei giorni immobili (1990) per sei esecutori 11’

BRUNO MADERNA (1920-1973) Serenata per un satellite (1969) per ensemble - 10’

MARTEDÌ 30 Giugno ore 20.00

SERMONETASCUDERIE CASTELLO CAETANI

Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it

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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15

Luigi Dallapiccola Piccola musica notturna (1961)per complesso da camera

NOCHE DE VERANOEs una hermosa noche de veranoTienen las altas casasabiertos los balconesdel viejo pueblo a la anchurosa plaza. En el amplio rectángulo desierto, bancos de piedra, evónimos y acacias simiétricos dibujan sus negras sombras en la arena blanca.En el cenit, la luna, y en la torrela esfera del reloj iluminada.Yo en este viejo pueblo paseandosolo, como un fantasma.

Antonio Machado

NOTTE D’ESTATEÈ una bella notte d’estate.Hanno le case altele finestre apertesull’ampia piazza del paese.Nel largo rettangolo desertopanche di pietra, siepi e acaciesimmetriche disegnanole loro nere ombre sull’arena bianca.Nello zenit, la luna, e sulla torrela sfera, l’orologio; illuminata.Io passeggio in questo vecchio paesesolo, come un fantasma.

(traduzione di Carlo Bo)

La poesia di Antonio Machado riportata sul frontespizio della partitura evoca un clima sospeso, enigmatico, desola-to: vengono in mente certe atmosfere oniriche delle Piazze d’Italia di De Chirico. Visioni di spazi architettonici e dire-zionalità orizzontali/verticali (le ombre, la piazza, le case alte, la torre-orologio, la luna) si alternano a contrasti buio/luce (la notte, l’orologio illuminato, la luna, le nere ombre, l’arena bianca). Un panorama notturno vuoto nel quale la figura umana appare, negli ultimi due versi, come presenza

fantasmatica. Nel brano di Dallapiccola – scritto nel 1954 per orchestra e riproposto nel 1961 in una versione per otto strumenti – ruotano lenti motivi di tre suoni legati che si perdono nel nulla, la cui calma linearità è spezzata da brevi, improvvisi, violenti stati di tensione. Le frasi si espandono e sembrano aprirsi nel vuoto (ricorrenti sono gli echi, i silen-zi, i respiri), mentre il tempo appare chiuso in una ripetitivi-tà circolare, spiralica, presentando ciclicità e ritorni variati, riflessi di frammenti specchiati in contrappunto, come in un labirinto. Rimangono costanti sia le riprese della sequenza melodica principale, prevalentemente isocrona, sia gli inse-rimenti delle improvvise e contrastanti parentesi drammati-che. Non sono, queste ultime, punti culminanti conquistati gradualmente ma, al contrario, terribili lacerazioni imposte dall’esterno. O - se vogliamo - create dal soggetto stesso, dall’io narrante della poesia di Machado: croniche ‘fitte’, forse proiezioni spaventose di una coscienza individuale, al-tra faccia o vero volto del senso di solitudine espresso dalla tenue sequenza melodica.

Franco DonatoniLumen (1975) per sei strumentiDedicato alla memoria di Luigi Dallapiccola (scritto quindi nel 1975, anno della morte del grande compositore istria-no), Lumen è una breve composizione dal fascino inaffer-rabile. Riconosciamo la scrittura precisa e contrastata di Donatoni, con quelle estremità chiaroscurali rappresentate dall’ottavino e dal clarinetto basso e incorniciate dalle ner-vose pulsazioni dei due archi. Ma la magia e la sospensione misteriosa del brano vengono disegnate soprattutto dai due timbri risonanti del vibrafono e della celesta, che dapprima ruotano a vuoto, come prigionieri di figure ripetute, seg-menti di un tempo bloccato, ipnotico; ma poi si tendono, poco prima della fine, insieme a tutti gli altri strumenti tra-scinati dall’ottavino, in uno slancio verso la luce: è questo l’unico, brevissimo momento di grande sonorità di un bra-no che si era fin qui mosso in una dinamica tenue, lontana. Ed è anche il momento ove l’omaggio si fa esplicito, con l’utilizzo di un frammento di tre suoni ricorrente e simbo-lico nella musica di Dallapiccola (la libertà e il cielo stellato vagheggiati dal Prigioniero – nell’opera omonima – o la do-lorosa ambiguità della parola “fratello”). Dopo una caduta negli abissi gravi e scuri del clarinetto basso, si ritorna forse

Il concerto di questa sera propone un viaggio attraverso di-verse generazioni di compositori italiani, disegnando una traiettoria complessiva che abbraccia quasi tutto il Nove-cento. Nell’anno di Expo 2015 è parso naturale che il La-boratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Milano, formato da giovani musicisti, potesse riflettere su alcuni aspetti centrali della musica italiana ripercorrendo un importante tratto del cammino compiuto nell’ultimo secolo fino al nostro tempo. Il punto di partenza è rappre-sentato da Luigi Dallapiccola (classe 1904): una scelta sim-bolica, per molte ragioni. La bellezza della sua musica e la purezza del gesto tecnico, anzitutto, che ci appaiono oggi inscindibili dal senso profondo del messaggio in esse custo-dito. L’impegno che ha sempre contraddistinto le sue scelte e le sue idee contro ogni forma di tirannia è infatti riassu-mibile in poche parole-chiave: le principali sono speranza e libertà, parole elevabili a emblema dell’intera, sofferta sto-ria del secolo scorso, il cui valore possiamo orgogliosamente consegnare alle nuove generazioni. All’estremità cronologi-camente più vicina del nostro percorso troviamo Federico Gardella (classe 1979), proveniente dalla scuola di Com-posizione del Conservatorio di Milano, un autore giovane già molto eseguito e stimato a livello internazionale, che possiede un tocco espressivo molto personale, di raffinata eleganza.Insieme all’evoluzione degli stili e delle tecniche, il pro-gramma evidenzia due linee tematiche principali, due direzioni di ricerca nelle quali possiamo leggere segni di continuità, connotativi di un’identità della musica italiana del Novecento: qualcosa che non si perde, ma tende a rie-mergere trasformandosi di generazione in generazione. La prima riguarda la natura del suono, il mondo timbrico che ciascun compositore inventa, qui sospeso in un’opposizione dialettica tra primo piano e sfondo, tra presenza ed evane-scenza (comporre ‘il suono’ anziché ‘con il suono’, scriveva Fausto Romitelli), tra natura e artificio. Elementi, questi, che diventano – in tutti i brani presentati – sintassi e narra-zione. Di conseguenza, il secondo tema proposto si riferisce al lavoro sul tempo che questi materiali musicali innescano nella nostra percezione: un tempo ciclico, spesso incanta-torio, ove le figure appaiono, spariscono e nuovamente riappaiono in un inestricabile, metaforico contrappunto

sospeso tra premonizione e ricordo. Tre delle composizioni in programma appartengono a una linea estetica di ispira-zione notturna: Piccola musica notturna, Lumen e Serena-ta per un satellite sono di fatto ‘musiche della notte’, con le loro specifiche caratteristiche, ormai storicizzate, aperte in una gamma di caratteri che va dal segno meditativo e drammatico di Dallapiccola allo spirito anarchico-giocoso di Maderna, passando attraverso l’astrazione inafferrabile di Donatoni. Sono, questi, tre piccoli grandi capolavori or-mai diventati classici del Novecento. Fausto Romitelli (nato nei primi anni ’60) e Federico Gardella (nato alla fine degli anni ‘70) hanno studiato presso il Conservatorio di Milano. Tra loro c’è però una differenza anagrafica di sedici anni che da sola potrebbe spiegare le personalissime – per molti aspetti opposte – concezioni del suono, le differenti grada-zioni di tensione, di densità o di temperatura emotiva che leggiamo nei loro brani. Volendo semplificare, limitandoci all’essenziale, potremmo sottolineare i tratti di aggressività ‘elettronica’ in Romitelli contrapposti all’apparente sospen-sione contemplativa di Gardella. In entrambi i composi-tori, tuttavia, riconosciamo il desiderio di muoversi lungo il confine che separa (o unisce) suono e rumore, mettendo in gioco una dialettica tra ciò che è armonico e ciò che è inarmonico, valorizzando i momenti di transizione tra l’im-magine pura e il filtro che vi si sovrappone. Esiste allora un aspetto comune, riguardante sia il dato formale sia il contenuto estetico, e si tratta del medesimo filo che lega le loro composizioni ai brani ‘storici’ in programma: ha a che fare con una logica narrativa (o temporale tout-court) fatta di veri e propri oggetti sonori, ripetuti e riconoscibili, che appaiono dal nulla e nel nulla scompaiono. Se a nascondere ‘ciò che c’è dietro’ può essere di volta in volta il buio della notte, il velo di una nebbia reale o metaforica oppure l’urlo distorto di una chitarra elettrica, dovremo essere disposti ad acuire i nostri sensi provando a cercare oltre le convenzioni e le apparenze, nella nostra ‘libertà’ dell’ascolto. Potrebbero allora svelarsi le qualità espressive della natura rituale del suono, qualcosa in grado di (ri)avvicinarci – superando le specificità dei linguaggi, delle tecniche, dei contesti – alla dimensione poetica, indicibile con le parole, nascosta nel suo nascere e nel suo perpetuo scomparire nel mistero del silenzio.

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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15

sicale. La scelta, la distribuzione e la natura degli strumenti sono aperte, possono cioè essere diverse ad ogni esecuzio-ne. La materia musicale è anch’essa aperta. Gli strumen-tisti possono scegliere essi stessi quali frammenti suonare e si possono prevedere rielaborazioni diverse (…) dei dati originali forniti da Maderna, talvolta in forma puramente grafica. È il direttore d’orchestra che deve regolare il flusso di quei frammenti e deve stabilire la densità e la forma dello sviluppo musicale: spetta cioè a lui ‘mettere in orbita’ que-sta piacevole e innocente serenata”.Con queste parole Luciano Berio – che ha condiviso molte importanti esperienze insieme a Maderna ed è stato fra i migliori interpreti della Serenata – descrive lo spirito di un brano felicemente entrato nel repertorio di moltissimi stru-mentisti e significativo di un momento storico ove la musica italiana ed europea si aprivano con grande entusiasmo ad esperienze nuove. La ‘partitura’ di questo brano, quindi, è poco più di una tavolozza di materiali grezzi: tali mate-riali richiedono di essere elaborati e calati in un disegno musicale collettivo che l’autore non definisce, ma delega agli interpreti. Maderna indica solamente che gli strumenti “possono suonare tutti insieme o separati o a gruppi – im-provvisando insomma, ma! – con le note scritte”.La stessa durata del brano è lasciata libera, tra 4 e 12 minu-ti. La versione eseguita in questa occasione si muove lungo tre livelli di controllo sul materiale musicale originale:- un livello macro-compositivo deciso a priori, diviso in cinque sezioni, che mette in luce simmetrie, apparizioni e ritorni di situazioni e di caratteri nel percorso generale della forma;- un livello interpretativo deciso dal direttore, riguardante il timing degli eventi contenuti in ciascuna sezione (regolando il rapporto tra le fasi di continuità e di discontinuità) oltre alla densità e ai colori dell’orchestrazione;- un livello interpretativo deciso dagli strumentisti, princi-palmente legato ai modi di elaborare il materiale originale salvaguardandone la componente improvvisativa, propo-nendo novità o rispondendo al contesto.Come in qualsiasi gioco, quindi, regole e libera creatività coesistono aprendosi a reciproche influenze. L’aspetto gra-fico della partitura è anticonvenzionale, quasi pittorico: un solo foglio, con i suoi pentagrammi incrociati e sghembi che

alludono forse a una serie di possibili traiettorie (o orbite) ciclicamente ripercorribili. Il dedicatario Umberto Mon-talenti (1916-2004), ingegnere e direttore dell’ESOC (Eu-ropean Space Operation Centre), con sede a Darmstadt, aveva progettato e coordinato il lancio, la notte dell’1 Ot-tobre 1969, del satellite europeo ESTRO I per lo studio dei fenomeni connessi alle aurore boreali. Nella stessa data Maderna ‘accompagnava’ metaforicamente il satellite nello spazio attraverso il suo giocoso messaggio di libertà musi-cale, dirigendo la prima esecuzione della Serenata per un satellite.Mauro Bonifacio

a sperare nella luce, in un’enigmatica quanto smaterializ-zata atmosfera finale.

Federico Gardella Nebbiæ (2009) per ensemble “La natura quasi immateriale della nebbia e al tempo stes-so la sua capacità di nascondere il paesaggio, rivelandolo per frammenti, lascia all’immaginazione di chi osserva il compito di ricomporre questi frammenti in una visione unitaria. L’idea iniziale di “Nebbiæ” si sviluppa a partire da due elementi antitetici, un orizzonte di suoni-rumore e una sequenza melodica, pensati attraverso un rapporto di nascondimento/disvelamento reciproco: come avviene nel caso di un paesaggio osservato attraverso la nebbia, la se-quenza melodica emerge inizialmente a tratti dallo sfondo che la nasconde, ma nel suo progressivo ricomporsi si tra-sforma a sua volta in un elemento che nasconde il proprio sfondo. La polarità, rappresentata dal dualismo nebbia-paesaggio, trova il suo correlato compositivo nel rapporto tra contemplazione e vettorialità: se l’orizzonte di suoni-rumore non presenta un’evoluzione interna, ma un con-tinuo ritorno delle figure che lo costituiscono, la sequenza melodica si sviluppa per arcate che, ad ogni riproposizione, modificano progressivamente il proprio percorso fino ad arrivare ad un ultimo frammento melodico ormai comple-tamente trasformato”. Federico Gardella

Fausto RomitelliNell’alto dei giorni immobili (1990) per ensembleL’insofferenza verso gli aspetti più accademici del comporre e la critica verso gli scopi e gli effetti negativi di “un’industria culturale” omologante hanno condotto Fausto Romitelli a prefigurare, come sola via di uscita possibile, il contatto totale del compositore con le forme di comunicazione del proprio tempo. Non la fuga nella torre d’avorio, quindi, ma al contrario un attacco sferrato dall’interno, accettando “la sfida con il mondo o, piuttosto, con il grande show media-tico sponsorizzato che lo sostituisce” (Romitelli). Un atteg-giamento dal quale può scaturire una salvifica reinvenzione del rapporto tra suono e ascolto, forse dello stesso significa-to del comporre. Romitelli ha trovato qui la propria dimen-

sione tecnica ed estetica, accettando – nel bene e nel male, disegnando il proprio vocabolario fino ai limiti estremi di una saturazione sensoriale – il confronto con i media, le tec-nologie, il suono elettronico amplificato, il suono ‘sporco’ del rock progressivo, della musica techno fino al rapporto con l’immagine (ricordiamo il suo ultimo lavoro An Index of Metals, video-opera per soprano, ensemble, elettronica e multiproiezione). È utile, a questo proposito, ricordare la frase di James Ballard citata da Romitelli in un suo ‘manife-sto’ programmatico del 2001 (intitolato significativamente “Il compositore come virus”): “Oggi il paesaggio dei media offre illimitate opportunità a un’immaginazione ribelle. In questa situazione ho l’impressione che dovremmo immer-gerci in questo magma di elementi distruttivi e cominciare a nuotare”. Nell’alto dei giorni immobili è un lavoro per sei strumenti del 1990, frutto dell’iniziale interesse verso la musica spettrale, un interesse che lo porterà, subito dopo gli studi milanesi e al periodo di perfezionamento con Fran-co Donatoni, a concludere la propria fase di apprendistato con l’esperienza francese all’IRCAM. Si tratta di una com-posizione basata sull’esplorazione, la messa in sequenza e la convergenza di spettri armonici orchestrati con estrema energia e, al contempo, grande raffinatezza. Una sorta di lunga progressione, generatrice di un forte impatto percetti-vo, ove già si prefigurano gesti, qui solo strumentali (i glissa-ti degli archi che alludono alle chitarre elettriche, la densità massiva delle sonorità), che lo indirizzeranno in seguito a sviluppare un percorso di fusione tra gli strumenti acustici e le qualità artificiali dell’amplificazione e dell’elaborazio-ne elettronica. Un’utopia, quella di Romitelli, che sentiamo oggi più che mai vicina e coinvolgente. Con essa faremo bene a confrontarci, poiché il suo vivere pericolosamente sul filo di varie forme di ricerca musicale (artigianali, spe-rimentali, alternative e antiaccademiche) passa attraverso l’idea di un pensiero libero, di una creatività potente e ‘sen-za dogmi’ che non teme di proporsi come punto di assoluto riferimento per un futuro possibile della musica.

Bruno MadernaSerenata per un satellite (1969) per ensemble“Scritto nel 1969 e dedicato all’amico Umberto Montalen-ti, Serenata per un satellite è, per certi aspetti, un gioco mu-

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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA duemila15

ENSEMBLE TEMA

Eve Cambreling flautoEvgeni Orkin clarinettoChristoph Heeg saxofonoAlexander Schröder percussioniOlga Zheltikova pianoforteTomas Westbrooke violinoMarie Schmit violoncello

CASA DEL CARDINALE ore 15.30LA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 1tavola rotonda presiede: Alfonso Alberti

SCUDERIE CASTELLO CAETANI ore 20.00HÈCTOR PARRA (1976) Klaviertrio Nr. 1 “Wortschatten” (2004) ** per violino, violoncello e pianoforte - 7’30”

BRUNO MANTOVANI (1974) L’incandescence de la bruine (1997) ** per saxofono soprano e pianoforte - 8’50”

EUNSUN LEE (1976) Dae-Hwa (2006) ** per flauto e violino - 10’

WOLFGANG RIHM (1952) Über die Linie VI (2004) per flauto contralto, violino e violoncello - 15’

WALTER MOBILIO RetroMondo (2015) * per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte - 5’30”

* Prima esecuzione assoluta(Compositore selezionato al Corso di perfezionamento di Alessandro Solbiati, Sermoneta 2014)

** Prima esecuzione italiana

MERCOLEDÌ 1 LuglioSERMONETA

Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it

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WortschattenCon il Trio Wortschatten (2004), ho cercato per la prima volta di approfondire i microspazi timbrici che emergono dall’integrazione di una dizione ritmica densa, molto irregolare e articolata, con determinate tecniche strumentali legate alla produzione di suoni “non abituali”, come i tremoli di armonici o le sonorità stridenti dello “sforzato sul ponticello”. La mia idea era di ottenere che gli impulsi energetici strumentali possano agire sulla percezione ritmico-temporale dell’ascoltatore e lo emozionino mediante una “esperienza forte” di flussi temporali sviluppati dalla musica. Così, nella prima parte di Wortschatten, due strutture di flusso musicale si oppongono persistentemente: una è fluida e continua, l’altra sospesa e statica. Il violino e violoncello agiscono come propulsori del discorso, con brevi frasi nervose dalle dinamiche cangianti nel registro centrale, molto ristretto, mentre il pianoforte si limita a creare spazi armonici di risonanza. Il timido dialogo che gli archi e il pianoforte intrattengono va crescendo in ampiezza e intensità per condurci a un finale di tessiture estreme, dopo aver attraversato due momenti cruciali caratterizzati da un’espansione pianistica massima. I ruoli strumentali si sono invertiti: gli attacchi percussivi nel registro grave del pianoforte strutturano un discorso sempre più instabile e brusco, mentre il violino e il violoncello si estinguono a poco a poco nelle note più acute e più gravi dei loro rispettivi registri, lasciando solo tracce effimere degli impulsi energetici iniziali; come ombre di parole in ritardo di un linguaggio sempre in corso di riscrittura… Hèctor Parra

L’incandescence de la bruineL’ascoltatore di L’incandescence de la bruine di Bruno Mantovani viene colto da una tessitura sonora brillante e fluttuante che richiama gli aggregati armonici glaciali degli spettralisti francesi (o, più da lontano, le tessiture accordali fluttuanti tipiche della musica francese a partire da Debussy). La sostanza musicale è, comunque, piuttosto differente, con un insieme relativamente minimale e statico di note perno, centrate attorno al Fa sopra al Do centrale, che dominano la tessitura in una miriade di ripetizioni di timbro e intensità variabili. Il Fa centrale avanza e retrocede, ma è onnipresente fino a che non diminuisce e svanisce

rapidamente poco dopo la metà della composizione. L’improvviso e notevolmente ritardato effetto di netto contrasto è controbilanciato dalla persistenza delle stesse scintillanti ripetizioni della tessitura che pervadono il resto del pezzo. Verso la fine, torna il Fa centrale, fornendo un’impressione quasi classica di simmetria, nonostante la brevità di questo richiamo all’inizio, più prolungato, della composizione.

Dae-HwaDae-Hwa potrebbe essere tradotto come “dialogo” o “conversazione”. L’impulso a scrivere questo pezzo è derivato dalla mia osservazione delle lingue europee - principalmente l’inglese e il tedesco - in quanto immigrata in Europa dalla Corea. Mentre la maggior parte delle lingue europee mi sembra siano parlate fluidamente, sviluppando frasi con minime variazioni tonali, il coreano tende ad articolarsi in brevi e punteggiate esplosioni nelle quali la voce sale e scende rapidamente in un brevissimo lasso di tempo. Di conseguenza, quando parlo in tedesco, mi sento come se parlassi meno melodiosamente che non nella mia lingua madre. Questo brano è il mio tentativo di rendere musicalmente un animato dialogo tra due giovani donne coreane.Eunsun Lee

Über die Linie VIIl brano eseguito, Über die Linie VI (2004), ha un piccolo organico anomalo (flauto, violino, violoncello); da un lato, deve essere colto all’interno di una serie programmatica recente (Über die Linie), dall’altro rinviato, rispetto al corpus complessivo delle opere dell’autore, alla serie dei Trios. La serie Über die Linie pare non abbia nulla a che fare con il famoso, omonimo confronto tra Ernst Jünger e Martin Heidegger. La linea verrebbe concepita come interna a un pensiero figurale puramente musicale: linea melodica, frontiera dell’eseguibile, soglia di decomposizione strutturale, e così via. Ne deriva che i brani di questa serie si offrirebbero come una semantica dei confini che i diversi assetti musicali possono raggiungere. Tale semantica tensiva (forme sotto tensione) non sfocia tuttavia in alcuna intensificazione, in alcuna bruciante affermazione di un termine categoriale, ma piuttosto in una

coalescenza di termini negativi, in una neutralizzazione discriminativa, in un equilibrio sospensivo che s’apre verso un altrove, un paesaggio di valori puro, non sottoposto a immediata rubricazione sotto etichette, classi, generi, epoche d’afferimento. Di fatto, malgrado non sia esplicito nelle dichiarazioni di poetica recenti di Rihm, la serie Über die Linie rappresenta una terra di nessuno raggiunta per trascendenza rispetto all’agonistica del presente musicale, dove si confrontano stilemi avanguardistici e altri passatisti. Rispetto alle opere di fine anni Novanta, culminate in Etude d’apres Seraphin, non vi è dubbio che si assiste con Über die Linie a un recupero del primo periodo di Rihm, quello che lo aveva visto protagonista della “Nuova semplicità” neoromantica. Più che in Über die Linie I per solo violoncello, è con Musik für Klarinette und Orchester. Über die Linie II (1999) che si può cogliere in Rihm un’improvvisa torsione verso stilemi dodecafonici che hanno il sapore di risalire ben al di qua di Darmstadt (gli anni Cinquanta), e qui è là rispuntano persino le ombre di passaggi tonali melodici. Über die Linie VI (2004) è costruito da tre sezioni ciascuna delle quali tesa da un continuum sonoro levigatissimo e cromatico. La scrittura è molto meno nervosa dei primi brani della serie, e il tentativo di viaggiare sulla linea tra passato e presente musicale è molto più precisa, nitidamente tratteggiata. Viene il sospetto che l’andare oltre la linea di Rihm sia meno un compito di tensione formale e più una posta storica. Musica al “meridiano zero”, Über die Linie di Rihm si vuole in fondo come esemplificazione di una dedizione ai valori musicali sospensiva delle tendenze eversive, così come di quelle conservatrici. In definitiva, è come se improvvisamente Rihm si trovasse di fronte al compito di superare un nichilismo bifrontale, un’esaustione della tradizione così come dell’innovazione. Non c’è dubbio che questa serie di Rihm ha il pregio di reinterrogare l’ansia del nuovo della musica contemporanea, senza in nulla riportare in campo una bieca e irriflessa esigenza di “comunicatività”. Ma c’è da chiedersi se tale strada sia in grado di dischiudere un nuovo paesaggio compositivo o se sia essa stessa “senza salvezza”. Dei brani della serie, Über die Linie VI resta comunque il più convincente, per la sua parca tavolozza, e per gli sforamenti prospettici cui conduce, nel suo continuum inafferrabile. Per quanto Rihm abbia sostenuto che i Trii sono nati accidentalmente

(non sono realizzati in quanto serie programmatica, come i quartetti), non meno rappresentano uno specifico dialogico e forse una forma particolare di espressione (“disegno” e non “quadro”, per usare le parole dello stesso compositore). Pierluigi Basso Fossali

RetroMondoImpulsi fantasma stanno dietro a una frenesia degli archi che conduce verso un confine, superato il quale tutto viene eroso e svuotato. I vari strumenti si uniscono per formare un blocco centrale che procede indisturbato e inesorabile fino all’emergere di un tessuto colorato, in una sorta di sospensione temporale. Questo tessuto scatena un improvviso flusso che trascina con sé tutto l’ensemble in un pulviscolo vivo e frenetico; un semplice soffio spegne con leggerezza questo breve viaggio attraverso la visione di possibili luoghi sonori.Walter Mobilio

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Il colore dell’ombraIl colore dell’ombra, composto in quasi un anno (tra il 2010 e il 2011), è il pezzo scritto per il mio Diploma di Composizione al Conservatorio di Milano ed è stato eseguito nella sua interezza dai solisti dell’Ensemble Multilatérale (2011). Ispirato dal trio per pianoforte di Ravel, il titolo si riferisce all’ombra della nota la, scheletro dei quattro movimenti, e al profumo della (probabilmente) irriconoscibile citazione della Passacaille nel terzo movimento.Clara IannottaDans l’ombre des angesDans l’ombre des anges (1999) è stata scritta in memoria di Gérard Grisey, dopo la morte del compositore. Stavo lavorando allora a un’opera di grandi dimensioni (Encore per 17 esecutori, 2 disklavier e elettronica) e Dans l’ombre des anges si presentò come una sezione supplementare di questo lavoro, una sezione che si sarebbe poi staccata dalla sua matrice d’origine e che avrebbe preso la sua autonomia. La composizione utilizza lo stesso materiale musicale ma in una tinta più scura: la strumentazione è spinta verso il grave e il ritmo della frase musicale è rallentato all’estremo. Jean-Luc HervéDípticoI due movimenti di Díptico sono stati inizialmente pensati per un’esecuzione tra un movimento e l’altro della Messe de Notre Dame di Machaut. Il secondo movimento è stato anche concepito per emergere dall’accordo finale dell’Agnus dei come una sorta di riverbero acustico. Díptico è tuttavia concepito anche per esecuzioni autonome e i due movimenti, quando sono presentati come pezzo da concerto, forniscono una contrapposta miscela di uniformità e contrasto. Il flusso quasi costante di figure sotterranee del primo movimento che si mantengono sulla soglia dell’udibilità, cede il passo nel secondo a una tessitura più concreta, nella quale gli impulsi simultanei nei diversi strumenti si combinano con i toni leggermente oscillanti che emergono dal timbro del vibrafono. «Queste dualità contrastanti fissano i limiti entro i quali la compositrice fa le sue scelte, ma non determinano per se stesse decisioni specifiche; sono regole intenzionalmente definite di un “gioco” compositivo che si presenta in sé comprensibile, ma non prevedibile, all’ascoltatore».Markus BöggemannSerial toroSerial toro è enfaticamente un lavoro per duo. Le parti del saxofono delle percussioni (dominate da un kit di batteria)

sono in chiara relazione tra loro: a volte si imitano, a volte si completano e spesso suonano in sincronia, con le percussioni che fungono da modulatore timbrico per il saxofono o viceversa. L’enfasi è posta sulla chiarezza e la sottigliezza della combinazione, piuttosto che sul colore o sull’effetto. Predominano un’esile tessitura e chiare strutture quasi reminiscenti di Webern, anche se ciò si estende considerevolmente da un lato attraverso l’uso di ripetizioni tendenti al loop, dall’altro attraverso l’impiego di effetti coloristici come i multifonici e lo slap-tongue nel saxofono, così come attraverso l’accendersi del virtuosismo che aumenta man mano che il pezzo progredisce. Questo virtuosismo è accompagnato da un uso crescente di ornamentazioni e momenti di ritmo flessibile che, al termine della composizione, ci trasmettono un senso di emancipazione rispetto all’inizio piuttosto freddo e distaccato. Oscar StasnoyDi lu me fruttu ci nni desi a tuttiIl brano è costruito sopra ad un canto popolare siciliano (Cantu di carritteri) all’interno del quale è contenuta la frase del titolo. Frase (“del mio frutto ne ho dato a tutti”) scelta come simbolo della generosità che rappresenta: il carrettiere, che aveva con sé pane, formaggio e vino, lo ha diviso con tutti, anche se alla bella ragazza di cui si è invaghito ne ha donato più di tutti. La scelta del materiale popolare nella mia musica rappresenta una visione del mondo di pasoliniana influenza: il poeta affermava che il potere consumista ha distrutto le realtà particolari come neanche il fascismo è riuscito a fare in vent’anni. Oggi l’omologazione culturale è il verbo imperante. L’uso di canto popolare, non nuovo nella musica colta sia storica che contemporanea, è qui il simbolo di un inconscio collettivo come stratificazione di un mondo che non esiste più o che resiste ma viene eroso quotidianamente fino alla sua definitiva, futura, estinzione che è ormai questione di tempo. Allo stesso tempo la musica orale è la voce del popolo, quello dimenticato dai libri di storia che ha sempre raccontato la storia delle nazioni, dei condottieri, delle classi dirigenti che del popolo si sono serviti per la loro ricchezza sfruttandoli e mandandoli al macello nelle proprie guerre. Dal punto di vista formale è un brano duro, in cui gli strumenti vengono utilizzati in contrapposizione di elementi forti, con timbri in cui predomina la percussività. La melodia del canto tenta di farsi strada invano, aggredita da un vortice di acciaccature. Solo alla fine riesce ad emergere; ma è un galleggiare sofferto che si sgretola nel silenzio.Francesco Lipari

CASA DEL CARDINALE ore 15.30LA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 2tavola rotonda presiede: Alfonso Alberti

SCUDERIE CASTELLO CAETANI ore 20.00CLARA IANNOTTA (1983) Il colore dell’ombra (2010) per violino, violoncello e pianoforte - 11’

JEAN-LUC HERVé (1960) Dans l’ombre des anges (1999) per flauto basso, clarinetto basso, violoncello e percussione - 5’

ELENA MENDOzA (1973) Díptico (2003/04)** per clarinetto, saxofono, violoncello, pianoforte e percussioni - 12’

OSCAR STRASNOY (1970) Serial toro (2003)** per saxofono contralto e percussione - 9’

FRANCESCO LIPARI Di lu me fruttu ci nni desi a tutti (2015)* per flauto, clarinetto basso, violino, violoncello, pianoforte - 6’30”

* Prima esecuzione assoluta (Compositore selezionato al Corso di perfezionamento di Alessan-dro Solbiati, Sermoneta 2014)

** Prima esecuzione italiana

GIOVEDÌ 2 LuglioSERMONETA

ENSEMBLE TEMA

Eve Cambreling flautoEvgeni Orkin clarinettoChristoph Heeg saxofonoAlexander Schröder percussioniOlga Zheltikova pianoforteTomas Westbrooke violinoMarie Schmit violoncello

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Amable sombraAmable sombra, per due pianoforti, è il mio secondo omaggio a Federico Mompou, compositore che ho sempre ammirato e della cui amicizia ho avuto la fortuna e l’onore di godere. Il titolo si riferisce alla sua presenza - alla sua “ombra” - sempre misteriosa, ma affettuosa, come la sua stessa persona che s’aggira, per quanto nascostamente, in molte pagine dell’opera. La composizione risale al 1989 ed è stata ascoltata una prima volta al Conservatorio di Reims (Francia), nell’interpretazione di due allievi. Tale versione, non pubblica, può essere considerata alla stregua di una semplice lettura. Immediatamente dopo ritirai infatti la partitura per introdurre alcuni cambiamenti che ritenevo indispensabili. Questo spiega perché sia stato necessario attendere tanti anni per la prima ufficiale, che vede ora la luce nella versione definitiva affidata al duo Moretti-Ravelli che la interpreta come l’avevo immaginata. Per questo motivo gliela dedico con amicizia e la mia ammirazione per il loro lavoro eccellente, minuzioso e profondo.Luis de Pablo

La trascrizione, la citazione, la dedica allusiva, la trasfigurazione, l’astrazione: da un brano all’altro, nel programma di questo concerto, affiora una rete sottile di nessi e rimandi squisitamente musicali. Dobbiamo a un Claude Debussy non ancora trentenne e poco conosciuto, ma già redarguito per eccesso di originalità dagli accademici più conservatori, l’adattamento per due pianoforti dei sei Studien für den Pedal-Flügel op. 56 composti in un periodo di amara disillusione e di ansia per il proprio futuro artistico da Robert Schumann. Questi, appena trasferitosi da Lipsia a Dresda, aveva intrapreso con accanimento lo studio del contrappunto e si era procurato un pianoforte con pedaliera al quale destinò alcune raccolte di pezzi, scritti sia per prendere confidenza con tale strumento, sia per cimentarsi con le tecniche e i procedimenti polifonici che andava indagando. Dopo lo Schumann “canonico” trascritto da Debussy, Amable sombra di Luis de Pablo evoca il compositore catalano Federico Mompou e, nel finale, lo cita espressamente, aggiungendo una connotazione delicata e intimistica a un lavoro poderoso, articolato e virtuosistico, volutamente al centro del recital odierno e di un’incisione discografica di prossima pubblicazione, che includerà, dello stesso Maestro, l’integrale delle opere

per due pianoforti. Ancora Claude Debussy: alla fine della propria vita, malato gravemente e in ambasce per il «tragico concerto» della Grande Guerra, tracciò l’ultima, inattesa e felicissima parte della sua parabola creativa con alcuni capolavori di «musica pura», scritti «senza alcun partito preso», in perfetto stato di grazia dopo essersi rimesso a «studiare da capo la musica». Oltre alle Études per pianoforte e a tre delle Sonate per diversi strumenti, vide così la luce En blanc et noir, in tre movimenti caratterizzati da una scrittura fervida e singolare, che procede per sbalzi e sorprese anziché per trasformazioni graduali, e che sventaglia le ampie possibilità timbriche e acustico-spaziali insite nella apparente “monocromia” dei due pianoforti. Le dediche, le citazioni musicali, insieme ad alcune suggestioni pittoriche e poetiche e a riferimenti storici e biografici, solo accennati o magistralmente sublimati, contribuiscono a fare di questa composizione quasi un testamento poetico e profetico. Non è casuale e non si deve solo all’amicizia e alla stima la dedica dell’ultimo movimento di En blanc et noir a Igor Stravinskij: il “padre” della musica moderna avrebbe, più di chiunque altro, compreso e apprezzato la carica innovativa dell’ultimo pianismo di Debussy. Pianista a sua volta e compositore che utilizzava il pianoforte quando scriveva, Stravinskij, mai uguale a se stesso né succube dei propri mezzi o delle aspettative altrui, trasfigurava ogni spunto, ogni stile, ogni tecnica: dal folklore russo alle forme settecentesche, dal teatro di strada a quello d’opera, dal jazz al balletto “classicheggiante”, dalla polifonia sacra alla dodecafonia. Con la “virata neoclassica” inaugurò un nuovo, controverso capitolo creativo, comprendente numerose opere per organici alquanto diversi. La Sonata per due pianoforti fu composta a Hollywood, senza commissione e per puro piacere inventivo. La forme a cui alludono i tre movimenti sono dichiarate e riconoscibili, ma l’impianto sonatistico tradizionale risulta completamente mutato e astratto, rispetto alle origini: è la combinazione continua e impeccabile di durate e intervalli a generare e organizzare la forma stessa, che trae la propria forza propulsiva dal contrappunto, quale gioco inesauribile di imitazioni, intrecci, specchi, inversioni. E qui il cerchio si chiude, saldando la più pura geometria novecentesca allo studio intenso e fecondo che alle regole antiche e severe della polifonia aveva dedicato il romantico Schumann.Antonella Moretti - Mauro Ravelli

OMAGGIO A LUIS DE PABLO PER I SUOI 85 ANNI CONCERTO INAUGURALE DEDICATO AL PRESIDENTE ONORARIO DEL FESTIVAL PONTINO DI MUSICAintroduzione di: Gabriele Bonomo presentazione di: Antonella Moretti e Mauro Ravelli

ROBERT SCHUMANN (1810-1856) Studien für den Pedalflügel (6 Studi in forma di canone) op. 56 (1845) Adattamento per due pianoforti di Claude Debussy (1891)

LUIS DE PABLO (1930) Amable Sombra (1989)* per due pianoforti - 20’

CLAUDE DEBUSSY (1868-1917) En blanc et noir (1915) per due pianoforti Avec emportement - Lent. Sombre - Scherzando

IGOR STRAVINSKIJ (1882-1971) Sonata (1943/44) per due pianoforti Moderato - Tema con variazioni - Variazione 1 - Variazione 2 - Variazione 3 - Variazione 4 - Allegretto

* Prima esecuzione assoluta

DUO PIANISTICO

Antonella MorettiMauro Ravelli

VENERDÌ 3 Luglio ore 21.00

SERMONETACASTELLO CAETANI

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CompositoriLUIGI DALLAPICCOLA Uno dei padri della musica italiana Novecento, Luigi Dallapiccola (Pisino, Istria 1904 - Firenze 1975) completò la propria formazione a Firenze, dove poi si stabilì, dopo aver studiato in parte a Graz e in parte a Trieste. Nel capoluogo toscano ebbe un insegnamento di pianoforte ma, al crescere della sua fama oltre i confini nazionali, fu ben presto invitato a tenere corsi di composizione a Tanglewood, New York, Berkeley e in Michigan. Molto importante è inoltre la sua influenza sui musicisti italiani dell’Avanguardia, che hanno riconosciuto nella sua persona un modello etico di artista e nella sua musica un modello di assoluto rigore formale unito a capacità espressive e comunicative pienamente inserite nel solco della migliore tradizione italiana. Due i principali interessi manifestati da Dallapiccola nell’arco della vita e rintracciabili in pressoché tutta la sua produzione. In primo luogo, per le tradizioni polifonica rinascimentale e madrigalistica italiana; in secondo luogo, per l’atonalità e la dodecafonia viennese, della quale fu il principale apostolo in Italia. Tra i temi delle sue opere è dominante quello della libertà, intesa dal musicista istriano come una faticosa conquista. Il catalogo di Dallapiccola comprende tre opere teatrali - tra le quali è considerato capolavoro Il Prigioniero (1949), che è anche la prima opera interamente dodecafonica della storia della musica italiana - e numerosi lavori sinfonici, da camera e per pianoforte. La parte preponderante resta comunque quella vocale, che comprende pezzi per coro - celeberrimi i Canti di prigionia (1941) - e per voce sola e strumenti. Le sue composizioni sono pubblicate dalle Edizioni Suvini zerboni - SugarMusic, Milano.

FRANCO DONATONI (Verona 1927 - Milano 2000) ha studiato con Desderi, Liviabella e Pizzetti. Dopo aver conosciuto Maderna si è recato a Darmstadt dove si è specializzato. Ha insegnato in diversi Conservatori, a Torino, Milano, Bologna, Roma, e alla Chigiana di Siena, formando una delle più floride scuole compositive, in seno alla quale si sono specializzati intere generazioni di compositori. Autore di un ricco catalogo compositivo, ha scritto anche due enigmatici libri di riflessione sulla propria arte: Questo (1970) e Antecedente X (1980). I primi cimenti artistici del veronese riflettono il suo amore per la musica di Bartók, in particolare per le opere percussive del musicista ungherese. A tale modello unì poi il radicalismo strutturale della scuola di Darmstadt e la serialità post-weberniana connessa a

tale scuola. L’originalità dell’arte di Donatoni deriva tuttavia da una posizione estetica che lo ha presto portato, all’indomani delle prime affermazioni come Puppenspiel I (1961), ad affermare un rapporto del tutto artigianale con la materia, smitizzando completamente la figura dell’artista “creatore”. Di fronte alla materia, il musicista può solo “abbandonarsi”, automatizzando una serie di trasformazioni del medesimo quali gli consentono la diretta conoscenza delle pratiche compositive e la propria sensibilità. Il “comporre” diviene così una sorta di teatro fatto di gesti artigianali per così dire interiorizzati e sublimati in una “tecnica”. Puppenspiel II (1966), Duo pour Bruno (1975), In cauda (1982), Puppenspiel III (1985): questi sono solo alcuni dei lavori più conosciuti e apprezzati del compositore, figura di riferimento tra le più limpide della musica italiana di fine secolo.

FEDERICO GARDELLA è nato a Milano nel 1979. La sua musica è stata presentata nei principali festival e stagioni concertistiche a Tokyo (Tokyo Opera City), Milano (Festival Milano Musica, Rondò/Divertimento Ensemble, Teatro Dal Verme, Sala Verdi del Conservatorio), Royaumont (Voix Nouvelles), Firenze (Maggio Musicale Fiorentino, Festival Play It!), Riga (Festival Arena/Great Guild Concert Hall), Torino (MiTo SettembreMusica, Unione Musicale, Rai NuovaMusica/Auditorium Rai “Arturo Toscanini”), Lodz (Lodz Philharmonic Hall), Bologna (Accademia Filarmonica), New York (Columbia University, IKIF/Mannes College of Music), Parma (Festival Traiettorie), Takefu (Takefu International Music Festival), Venezia (La Biennale di Venezia, Teatro Malibran), Losanna (Société de Musique Contemporaine), Latina (Festival Pontino), Boston (Harvard University, Boston University), Roma (Auditorium Parco della Musica), Bruxelles (Flagey) e Madrid (Auditorio Nacional de Música). È stato premiato in numerosi concorsi internazionali di composizione tra cui il Tansman International Competition of Musical Personalities di Lodz e nel 2009 gli è stato assegnato il Takefu International Composition Award. Nel 2012 gli è stato conferito a Tokyo il Primo Premio al Toru Takemitsu Composition Award e nel 2014 gli è stato assegnato il Premio Speciale “Una Vita nella Musica – Giovani” al Teatro la Fenice di Venezia. Sue composizioni sono state interpretate da orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, la Latvian National Symphony Orchestra, l’Orchestra della Toscana, la Lodz Philharmonic Orchestra, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, la Tokyo Philharmonic Orchestra e l’Orchestra del Teatro La Fenice

di Venezia; di particolare rilievo è inoltre la sua collaborazione con gruppi da camera e ensemble dedicati al repertorio contemporaneo quali il Trio di Parma, il Quatuor Diotima, l’Hilliard Ensemble, i Neue Vocalsolisten Stuttgart, il Vertixe Sonora Ensemble e il Divertimento Ensemble. Federico Gardella ha studiato composizione al Conservatorio di Milano con Sonia Bo e si è perfezionato con Azio Corghi presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e l’Accademia Musicale Chigiana di Siena e con Alessandro Solbiati ai Corsi di Perfezionamento di Sermoneta e al Conservatorio di Milano, dove si è laureato con il massimo dei voti e la lode; particolarmente importanti per la sua formazione sono stati inoltre gli incontri con Brian Ferneyhough e Toshio Hosokawa. La sua musica è pubblicata dalle Edizioni Suvini zerboni-SugarMusic S.p.A. di Milano.

JEAN-LUC HERVÉ nato nel 1960, ha studiato orchestrazione e musica elettroacustica al C.N.R. di Boulogne-Billancourt, continuando gli studi con Emmanuel Nunes e Gérard Grisey al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi, dove ha vinto il Premier Prix di composizione. È stato premiato dal “comitato di lettura Ircam/Eic” del 1996, e nel 1997 ha ottenuto il premio “Goffredo Petrassi” con la composizione per orchestra Ciels. Ha completato la propria formazione sulle nuove tecnologie all’Ircam con una ricerca nell’ambito della composizione assistita dal computer, ed è stato associato come compositeur en recherche per l’anno 2001. È stato ospite della Fondation des Treilles (1997), a Villa Kujoyama a Kyoto (2001) e ha partecipato al programma artistico del DAAD a Berlino (2003). Dal 2001 insegna composizione al Conservatorio di Nanterre; ha insegnato alla sessione di composizione della Fondation Royaumont nel settembre del 2000 e del 2005, oltre ad aver tenuto vari seminari: all’interno del corso di composizione del Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi, nel corso di composizione dell’Ircam (1998-2000), all’Istituto Musicale “A. Peri” di Reggio Emilia, all’Istituto Francese di Bilbao (Spagna). L’incontro con Gérard Grisey è stato determinante nell’orientare la sua attività; la tesi di dottorato in estetica e la ricerca condotta all’Ircam sono stati l’occasione per una riflessione teorica sul proprio lavoro di compositore, mentre la residenza a Villa Kujoyama a Kyoto ha rappresentato un grande choc estetico e una svolta decisiva nella sua attività. Ha ricevuto numerose commissioni, in particolare dallo Stato Francese, da Radio France, dall’Ircam, dall’Ensemble Intercontemporain, dall’Ensemble L’Itinéraire, dalla Fondation Royaumont, dalla Radio della Svizzera Romanda, dalla Konzerthaus di Berlino. I

suoi lavori sono eseguiti in Francia e in altri paesi stranieri, da gruppi musicali quali l’Ensemble Intercontemporain, L’Itinéraire, Court-Circuit, Contrechamps, 2e2m, Sillages, Aleph, Fa, L’Instant Donné, Musique Croisée, Caliopé, Les Pleiades, S.I.C., Icarus Ensemble, United Berlin, Phorminx, KNM Berlin, oltre che dall’Orchestra Nazionale di Francia, l’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, la Berliner Sinfonie Orchester, l’Orchestra Filarmonica di Radio France, l’Orchestra della Toscana, e in occasione di numerosi Festival quali Danse Musique (Auch), Sons d’Hivers (Haÿ-Les-Roses), Musicavoix (Evreux), Présences (Radio France, Parigi), Musica (Strasburgo), Nuove Sincronie (Milano), I.S.C.M. Sofia (Bulgaria), Musica Nova (Sofia, Bulgaria), Nordlyd ’97 (Trondheim, Norvegia), Agora (Ircam, Parigi), Archipel (Ginevra), Ars Musica (Bruxelles), Why Note? (Digione), Biennale di Venezia, UltraSchall (Berlino), Weimarer Frühjahrstage für zeitgenössische Musik (Weimar), Traiettorie (Parma). Le sue composizioni sono pubblicate dalle Edizioni Suvini zerboni - SugarMusic, Milano.

CLARA IANNOTTA nata a Roma nel 1983 studia composizione al Conservatorio di Milano con Alessandro Solbiati, al Conservatoire National Supérieur di Parigi con F. Durieux e all’Università di Harvard con Chaya Czernowin. Ha ricevuto commissioni da importanti istituzioni (WDR, Festival d’Automne, Ensemble Intercontemporain, Neue Vocalsolisten Stuttgart, Ministero della Cultura in Francia, Radio France, L’Auditori Barcelona, etc.) e vinto concorsi e residenze internazionali. Nel 2013 è stata scelta come compositore in residenza del Berliner Küstlerprogramm des DAAD e dal 2014 è anche direttore artistico del festival di musica contemporanea Bludenzer Tage zeitgemäßer Musik, in Austria. Vive e lavora tra Berlino e Boston.

EUNSUN LEE è nata nel 1976 a Seoul e ha studiato composizione con Sueyoun Hong presso la Sook-Myung Women’s University. Dal 2000 al 2007 ha proseguito gli studi di composizione e teoria musicale alla Hochschule für Musik di Dresda sotto la guida di Wilfried Krätzschmar, e dei Prof. Wenzel e Herchet. Dal 2008 al 2010 ha perfezionato gli studi post-diploma con Wolfgang Rihm a Karlsruhe. Ha preso parte a varie masterclass e corsi estivi studiando inoltre con Brian Ferneyhough, Georg Friedrich Haas, Toshio Hosokawa, Helmut Lachenmann, Claus-Steffen Mahnkopf, Isabel Mundry, Gerhard Stäbler, Vladimir Tarnopolski, Manos Tsangaris and Nils Vigeland, e ha seguito con regolarità i Darmstadt Summer Courses for New Music dal

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2000 al 2008. La musica di Eunsun Lee è stata eseguita al Daegu Contemporary Music Festival, al Fesdtival “next_generation” di Karlsruhe, agli International Summer Courses for New Music di Darmstadt e al Summer Seminar for New Music di Vienna. In anni recenti, Eunsun Lee ha ottenuto un significativo successo nell’ambito del teatro musicale sperimentale con l’opera Vorfall in Kwangju rappresentata alla Semper Opera di Dresda, alla quale sono seguite Innenleben (Francoforte, 2010) e Bye-Bye Blondie (Berlino, 2012). Eunsun Lee è stata insignita del primo premio al 41st Seoul Composition Competition, e ha ricevuto il secondo premio al Dresden Chamber Choir’s Inaugural Composition Competition e al 12th Composition Competition of the Summer Seminar for New Music di Vienna, è laureata alla Academy for the Music Theatre of Today in Germania, e ha ricevuto borse di studio dal German Academic Exchange Service, dal Hanna Johannes Arras Trust di Dresda, e dal Free State of Saxony

FRANCESCO LIPARI nato nel 1982, è un compositore e percussionista siciliano. Dopo il diploma in strumenti a percussione, conseguito nel 2005 con il massimo dei voti sotto la guida di Maria Grazia Armaleo, si dedica pienamente allo studio della composizione, verso la quale nutre, da sempre, una passione viscerale. Dopo un primo periodo, caratterizzato da uno stile tradizionale, con richiami al minimal e alla musica etnica, rimane folgorato dalla didattica compositiva di Alessandro Solbiati. Grazie al compositore milanese conosce e analizza le tecniche e il repertorio contemporaneo, con particolare attenzione ai giovani compositori agli inizi della loro carriera. Contemporaneamente si dedica allo studio di perfezionamento dell’armonia, del contrappunto e dell’analisi del repertorio storico con il M° Dario Tindaro Pino. Si avvicina successivamente alla musica elettronica, da autodidatta. Ha preso parte a svariati seminari e masterclass, sia per percussioni che per composizione, tra i quali “Il mondo della percussione” tenutosi a Perugia nell’ambito di Perugia Classico, seguendo i seminari dei più grandi esponenti del mondo della percussione (Mike Mainieri, Mike Quinn, Frederic Macarez, Trilok Gurtu, Saverio Tasca); il masterclass per percussioni al Mozarteum di Salisburgo (Austria) tenuto da Peter Sadlo e Bogdan Bacanu nel 2005; il corso di composizione organizzato dal GAMO di Firenze nel 2009 con Alessandro Solbiati e con lo stesso compositore cinque corsi annuali di composizione e analisi tenuti a Catania dal 2009 al 2013. Nel 2011 ha partecipato all’incontro con il M° Luis de Pablo svoltosi al conservatorio “Cantelli” di Novara. Nel 2009 ha vinto il 2° premio al 12°

Concorso di Composizione “Rosolino Toscano” con il brano Quasar per clarinetto solo.

BRUNO MADERNA nacque a Venezia il 21 aprile 1920. Diplomatosi in composizione al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma sotto la guida di Alessandro Bustini (1940), si perfezionò a Venezia con Gianfrancesco Malipiero (1942/43); per la direzione d’orchestra seguì i corsi di Antonio Guarnieri (Siena, 1941) e Hermann Scherchen (Venezia, 1948). Fra il 1948 e il 1952 insegnò al Conservatorio di Venezia. Nel 1949, con le B.A.C.H. Variationen per due pianoforti, partecipò per la prima volta agli Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstdt, di cui divenne docente a partire dal 1956. Nel 1950 diresse i suoi primi concerti all’estero: a Parigi (25 gennaio) e a Monaco (28 febbraio), invitato da Karl Amadeus Hartmann; ebbe così inizio una faticosa ma incessante carriera che lo vide attivo, oltre che in Italia, in Germania, Svezia, Belgio e Austria. In collaborazione con Luciano Berio fondò nel 1955 lo Studio di Fonologia Musicale presso la Rai di Milano e promosse dal 1956 al 1960 una serie di manifestazioni, gli “Incontri Musicali”, per la diffusione della musica contemporanea. Nel 1957/58 tenne, su invito di Ghedini, un corso libero di tecnica dodecafonica presso il Conservatorio di Milano. Tra il 1960 e il 1962 svolse attività didattica e concertistica alla Summer School of Music del Dartington College di Devon (Gran Bretagna). Dal 1961 al 1966 fu direttore stabile, con Pierre Boulez, dell’Internationales Kranichsteiner Kammerensemble; diresse concerti a Tokyo (1961) e Buenos Aires (1964). Negli anni Sessanta svolse un’intensa attività didattica e concertstica in Olanda e nel 1967 divenne insegnante al Conservatorio di Rotterdam. Tenne corsi di direzione d’orchestra al Mozarteum di Salisburgo (1967, 1968, 1969) e a Darmstadt (1969), tra i suoi allievi figurano Lucas Vis, Yves Prin, Gustav Kuhn. Negli anni Settanta venne spesso invitato negli Stati Uniti a dirigere il Juilliard Ensemble e le Orchestre di Chigago, Boston, Philadelphia, Miami, New York, Cleveland, Washington, Detroit; nel 1971/72 fu direttore del Berkshire Music Center di Tanglewood. Nel 1971 assunse la direzione stabile dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano. Nel 1972 vinse il “Premio Italia” con “l’invenzione radiofonica” Ages. Nell’aprile del 1973, durante le prove della sua opera Satyricon ad Amsterdam, gli venne diagnosticato un cancro ai polmoni, ma continuò ugualmente a comporre e a dirigere fino a pochi giorni prima della sua morte. Si spense a Darmstadt il 13 novembre 1973.

BRUNO MANTOVANI è nato l’8 ottobre 1974. Dopo avere conseguito cinque primi premi al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parig (analisi, estetica, orchestrazione, composizione, storia della musica) e partecipato al Cursus di Informatica musicale dell’Ircam, inizia una carriera internazionale e le sue opere sono presentate al Concertgebouw di Amsterdam, alla Philharmonie di Colonia, al KKL de Lucerna, alla Scala di Milano, al Carnegie Hall et al Lincoln Center di New York, alla Cité de la Musique e alla Salle Pleyel di Paris, al Musikverein di Vienna. Fedele ai suoi interpreti di elezione, collabora con prestigiosi solisti (Jean-Efflam Bavouzet, Alain Billard, Jean-Guihen Queyras, Antoine Tamestit, Tabea zimmermann), direttori d’orchestra (Pierre Boulez, Riccardo Chailly, Sir Andrew Davis, Peter Eötvös, Laurence Equilbey, Gunter Herbig, Emmanuel Krivine, Susanna Mälkki, Jonathan Nott, Pascal Rophé François-Xavier Roth, Ilan Volkov), ensemble (Accentus, intercontemporain, TM+) e orchestre (Symphonique di Bamberg, BBC di Cardiff, Chicago Symphony, WDR di Colonia, La Chambre Philharmonique, Radio di Francoforte, Gewandhaus di Lipsia, Philharmonique de Liège, BBC di Londres, Académie di Lucerna, Orchestre de Paris, Orchestre de l’Opéra de Paris, Philharmonique de Radio France, NHK di Tokyo, OSN Rai di Torino, Sinfonia Varsovia, RSO di Vienne). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi internazionali (Stuttgart nel 999, Tribuna Internazionale dei Compositori dell’Unesco nel 2001), i premi Hervé Dugardin, Georges Enesco e il Grand Prix della Sacem nel 2000, 2005 e 2009, il premio André Caplet nel 2005, il premio del miglior talento della SACD nel 2007, il premio Belmont della Fondazione Forberg-Schneider nello steso anno, la Victoire de la Musique come “compositore dell’anno” nel 2009, e il premio Claudio Abbado della Philharmonie di Berlino nel 2010. È stato nominato Chevalier des Arts et Lettres nel gennaio 2010. È stato in residenza alla Herrenhaus d’Edenkoben nel 1999, al Festival Octobre en Normandie nel 2001, a Bologna nel quadro del programma “Villa Médicis hors les murs” dell’AFAA nel 2002, all’Accademia di Francia (Villa Medici) a Roma, nel 2004/05, al Festival di Besançon nel 2006 e 2008, presso l’Orchestre National de Lille dal 2008 al 2011, poi dell’Orchestre National du Capitole de Toulouse a partire dal 2010. Le Festival Musica, dove è invitato regolarmente dal 2011, gli ha consacrato un ritratto nel 2006. Bruno Mantovani è anche un direttore d’orchestra e dirige regolarmente ensemble di musica contemporanea (Accentus, Alternance, Intercontemporain, Sospeso, TM+), come le orchestre di Lille et del Capitole de Toulouse. Ha debuttato con

l’Orchestre National di Lione e l’Orchestre de Paris nella stagione 2011/12. Dal settembre del 2010 Bruno Mantovani è Direttore del Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi.

ELENA MENDOZA nata a Siviglia nel 1973 ha conseguito studi di filologia tedesca a Siviglia e di pianoforte e composizione nel Conservatorio Superiore di Musica di Saragozza con Teresa Catalán, ad Augsburg con John Van Buren, nella Robert-Schumann Hochschule Düsseldorf con Manfred Trojahn e nella Hochschule für Musik Hanns Eisler Berlin con Hanspeter Kyburz. Attualmente vive e lavora a Berlino. Il suo catalogo comprende musica da camera e per orchestra. Ha inoltre un particolare interesse per il tetro, il lavoro con lo spazio e la musicalizzazione del linguaggio. Il miglior esempio di questo aspetto multidisciplinare è l’opera di teatro musicale Niebla (basata sull’omonima opera di Miguel de Unamuno), realizzata in stretta collaborazione con il regista Matthias Rebstock. Con lo stesso regista è in corso di realizzazione l’opera di teatro musicale La ciudad de las mentiras, basata su testi di Juan Carlos Onetti, commissionata da Gerard Mortier per il Teatro Real de Madrid. La prima rappresentazione si terrà nel febbraio 2017. La sua musica è stata interpretata, tra altri, da formazioni quali Ensemble Recherche, Klangforum Wien, Ensemble Modern, Neue Vocalsolisten Stuttgart, Ensemble Mosaik, Taller Sonoro, Ensemble emex, Ensemble Ascolta, KNM Berlin, Ensemble Espai Sonor, Oper Nürnberg, Philharmonisches Orchester Freiburg, e ha preso parte in numerosi festival e stagioni di concerti internazionali (Wittener Tage für Neue Kammermusik, Ars Musica Bruxelles, Ultraschall Berlin, World New Music Festival, Steirischer Herbst Graz, Nous Sons Barcelona, MärzMusik Berlin, Eclat Stuttgart, Acanthes Metz, Musica Viva München, Musicadhoy Madrid). Ha ricevuto numerose borse di studio, come ad esempio la fellowship nella Akademie Schloß Solitude (2008) ed è stata premiata con numerosi premi, come il Premio Nacional de Música 2010 in Spagna e il Musikpreis Salzburg 2011 (Förderungspreis) in Austria. È stata professore di composizione nel Conservatorio Superiore di Musica di Saragozza e ha collaborato come docente in numerosi laboratori di composizione e progetti di diffusione della musica contemporanea. Attualmente detiene la cattedra di composizione pèresso la Universität der Künste Berlin.

WALTER MOBILIO dopo anni di intensa attività come chitarrista in varie formazioni, si avvicina alla composizione

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affascinato dalla musica contemporanea. Dopo un primo periodo di studio di armonia e contrappunto e di pianoforte, inizia lo studio della composizione con Alberto Giraldi e Daniele Bravi. Successivamente fondamentale per la sua formazione è l’incontro con Vittorio Montalti. Partecipa a masterclass con Stefano Gervasoni, Francesco Filidei e Alessandro Solbiati. Con Alessandro Solbiati partecipa al workshop estivo in Sermoneta vincendo con il brano Switch una commissione per il Festival Pontino 2015. Nello stesso anno vince il primo premio al Concorso di Composizione “Giampaolo Coral Award” nell’ambito del 15° Concorso Internazionale “Premio Trio di Trieste”. Attualmente sta approfondendo le sue conoscenze in ambito elettroacustico frequentando il triennio di Musica Elettronica presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone sotto la guida di Alessandro Cipriani.

LUIS DE PABLO nasce a Bilbao (Spagna, Paese Basco) il 28 gennaio 1930. Inizia gli studi musicali a partire dai 7 anni di età a Fuenterrabía. Li prosegue privatamente a Madrid, con Max Deutsch a Parigi e nei corsi di Darmstadt. Fonda a Madrid “Tiempo y Música” e “Alea” (1959-1972), gruppi che hanno dato modo al pubblico spagnolo di conoscere la musica contemporanea e diverse culture musicali non occidentali. Fonda anche il primo laboratorio elettroacustico spagnolo. È stato docente al Conservatorio di Madrid, presso le Università di Buffalo, Ottawa, Montreal, etc.; corsi in Francia, Italia, Belgio, USA, Giappone, Argentina, Messico, etc.; Direttore di “Encuentros” (Pamplona), Biennale Musicale (Madrid), Festival di Lille, etc.; Laurea “honoris causa” presso l’Università Complutense (Madrid), Accademico di Belle Arti (Madrid, Granada, Belgio). Ha conseguito numerosi premi, spagnoli e internazionali (Premio Guerrero, Medaglia d’Oro del Re di Spagna per le Belle Arti, Medaglia d’Oro del Círculo de Bellas Artes di Madrid, “Officier des Arts et des Lettres” su nomina del Ministero della Cultura francese, Premio della Fondation Prince Pierre di Monaco, Premio Honegger, etc.). La sua produzione musicale comprende oltre un centinaio di titoli: quattro opere, quattro quartetti per archi, vari concerti solistici (tre concerti per pianoforte, altri concerti per violino, violoncello, chitarra, flauto, clarinetto, sax), molta musica da camera, orchestrale e vocale, etc. Nel 1968 Claude Rostand ha scritto di lui nel “Dizionario della Musica Contemporanea” (Ed. Larousse): «Luis de Pablo è oggi non soltanto la personalità dominante della scuola spagnola nonché uno dei primi compositori ad avere percorso la strada per farla uscire dal suo stretto nazionalismo e conferirle

un’intonazione universale, ma anche una delle personalità più prominenti dell’attuale panorama musicale internazionale, grazie all’impulso che egli ha saputo conferire alle tecniche innovative e alle soluzioni personali e originali che ha trovato, per esprimere un temperamento inventivo e poetico eccezionale. Perché in tutta questa ricerca, è l’uomo a restare sempre dietro alla propria musica: è una presenza che gli è naturale e alla quale lui tiene». Dal 2010 è Presidente onorario del Festival Pontino di Musica.

HÈCTOR PARRA dopo gli studi al Conservatorio Superiore di Musica di Barcellona, segue il Cursus di Composizione e di Informatica musicale dell’Ircam proseguendo la sua formazione a Royaumont, al Centre Royaumont, al Centre Acanthes, a Takefu in Giappone e alla Haute école de Musique di Ginevra con Brian Ferneyhough, Jonathan Harvey, Michael Jarrell, Beat Furrer, Philippe Leroux, Philippe Manoury e Brice Pauset. Ha ricevuto numerose commissioni da istituzioni come il Ministero della Cultura francese e spagnolo, l’Ircam, l’Ensemble Intercontemporain, l’Akademie der Künste di Berlina, la Biennale di Teatro di Monaco, il WDR, l’Ensemble Contrechamps o il Klangforum Wien. Ha sviluppato inoltre un rapporto privilegiato con interpreti come l’Ensemble Intercontemporain, l’Ensemble Recherche, che gli consacrerà un CD monografico, o il Quartetto Arditti. Le sue composizioni sono programmate nei Festival internazionali di Lucerna, Avignone, Warsaw Autumn, Wien Modern, Donaueschingen, Witten, Wien Konzerthaus, Tokyo Suntory Hall, Agora-Ircam, Ars Musica (Bruxelles), Musica (Strasbourg), Opéra de Stuttgart, Gran Teatre del Liceu di Barcellona, San Sebastián, Traiettorie Parma, Steirischer Herbst de Graz, Muziekgebouw Amsterdam, Auditorio Nacional di Madrid e Auditorio di Barcellona, Opera de Hoy e Muso Reina Sofía di Madrid, Huddersfield, Guggenheim di New York. Sue opere sono state eseguite da numerose orchestre come la Tokyo Philharmonic, Brussels Philharmonic, l’Orchestre Philharmonique de Liège, L’Orquestra Simfònica de Barcelona i Nacional de Catalunya (OBC), l’Orchestre National de l’Île de France o la Holland Symfonia, e da prestigiosi solisti come comme Arne Deforce, Nicolas Hodges o Pierre Strauch. Le sue opere hanno ricevuto numeroisi riconoscimenti, tra i quali il Premio di Composizione Ernst von Siemens nel 2011. Hèctor Parra è stato professore di composizione al Cursus dell’Ircam, e di composizione elettroacustica al Conservatorio Superiore di Musica di Aragona tra il 2005 et il 2011, ha assunto la Cattedra di Composizione Manuel de Falla di Cadige nel 2010 e nel 2011

dell’atelier di composizione Voix Nouvelles della Fondation Royaumont.

WOLFGANG RIHM (Karlsruhe 1952) è stato allievo di Werner, Stockhausen e Huber ed è emerso verso la metà degli anni settanta come l’esponente più noto di quel movimento di giovani compositori tedeschi polemici verso l’accademismo della Nuova Musica, allora ironicamente definito “Neue Einfachkeit” (Nuova Semplicità). Tra gli ideali di tale movimento, profondamente antiadorniano, vi era il tentativo del recupero di quei modelli del passato (Mahler, Strauss, Berg) che apparivano come gli ultimi baluardi di una poetica soggettiva, capace di comprendere il coinvolgimento autobiografico. Dopo una prima opera da camera Faust und Yorik, (1977) l’opera Jakob Lenz (1979), da Büchner, gli diede notorietà internazionale: era la riscoperta di una drammaturgia narrativa dall’eloquio musicale fluente e di sanguigna partecipazione emotiva, ai confini della tonalità. Il successo di quest’opera è stato successivamente replicato con le successive Die Hamletsmachine (1983/86) e Die Eroberung von Mexico (da Artaud, 1990/92). Il vastissimo catalogo di Rihm comprende tuttavia molti altri lavori sinfonici, da camera, sinfonico-corali e vocali. Nel 2001 Rihm è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Governo francese. È a capo dell’Istituto di Musica Moderna del Conservatorio di Karlsruhe ed è stato compositore residente dei Festival di Lucerna, Strasburgo e Salisburgo. Nel 2003 gli è stato assegnato il Premio Siemens e l’iscrizione nel Libro d’Oro della città di Karlsruhe. Nel 2004 ha ricevuto la Medaglia al Merito della Baden-Wurttemberg/Germany.

FAUSTO ROMITELLI nato a Gorizia nel 1963, si diploma in composizione al Conservatorio di Milano e prosegue la sua formazione studiando con Franco Donatoni a Milano e a Siena. Nel 1991 si trasferisce a Parigi per studiare nuove tecnologie al corso di informatica musicale dell’Ircam, dove successivamente collabora come “compositeur en recherche” dal 1993 al 1995. Le sue composizioni sono state premiate in numerosi concorsi internazionali ed eseguite nei principali festival da prestigiosi ensemble. Romitelli ha ricevuto commissioni, tra gli altri, dal Ministero della cultura francese, da Radio France, dall’Ensemble Intercontemporain di Parigi, dalla Biennale di Venezia, da Milano Musica, dai Ferienkurse di Darmstadt. Tra i progetti futuri vi erano commissioni da parte dell’Orchestra Filarmonica di Radio France, dell’Orchestra Torscanini, dell’Orchestre de Chambre de

Walonie, del centro Agon di Milano, del Festival Manca di Nizza e del Festival di Royaumont: tutti lavori rimasti sulla carta per l’improvvisa quanto prematura scomparsa avvenuta il 27 giugno del 2004. La musica di Romitelli è caratterizzata da un materismo acceso e tellurico, dal contributo funzionale dell’elettronica live e da agganci ai molteplici aspetti sociali e artistici del mondo contemporaneo, filtrati in strutture assai meditate e complesse. Spiccata la predilezione del compositore per la musica strumentale sinfonica e da camera, spesso caratterizzata da un impatto sonoro violento, oltre che assai articolato sul piano della forma. La sua musica sprigiona, perciò, un contenuto espressivo piuttosto esplicito ed eloquente e recupera, in questo, una concezione della musica come mezzo non solo estetico ma anche comunicativo. Tra le ultime, importanti composizioni si segnalano il ciclo Professor Bad Trip, Lessons I-III (2001/03) per ensemble, ispirato all’idea del viaggio psichedelico proprio di certa cultura giovanile, e la video-opera An Index of Metals, nella quale è oggetto di ricerca il rapporto tra una musica incandescente, violenta, distorta, e la videografica. Quest’ultimo lavoro gli è valso il riconoscimento postumo del “Premio Abbiati” della critica musicale italiana. Sincronie ha organizzato a Milano un omaggio alla figura di Fausto Romitelli al Padiglione d’Arte Contemporanea il 27 novembre 2004.

OSCAR STRASNOY nato a Buenos Aires nel 1970, è un compositore, direttore d’orchestra e pianista franco-argentino di origine russa. Ha studiato pianoforte, direzione d’orchestra e composizione al Conservatorio di Buenos Aires, nel Conservatoire de Paris e alla Hochschule für Musik Frankfurt con Guillermo Scarabino, Guy Reibel, Michael Levinas, Gérard Grisey e Hans zender. Ha vinto il Primo Premio di composizione al Conservatoire de Paris. Le sue composizioni sono state eseguite in Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Spagna, Russia, Svizzera, Ungheria, Romania, Stati Uniti, Messico, Australia, Giappone, Argentina (tra altri all’Opéra Comique, Parigi), Festival d’Aix-en-Provence, Théâtre du Châtelet, Opera d’Amburgo, Teatro Colón di Buenos Aires, Philharmonie di Berlino, Conservatorio di Mosca, Theaterhaus Stuttgart, Opera di Roma, Opera di Lille, Biennale di Venezia, Wigmore Hall di Londra, Festival Cervantino di Guanajuato, Opera di Rennes). Inoltre è stato nel 2001 Compositore in residenza all’Akademie Schloß Solitude di Stoccarda. Nel 2003 ha fatto una residenza per sei mese alla “Villa Kujoyama” a Kyoto. Nel 2006 ha fatto una residenza a Civitella Ranieri in Umbria. È stato scelto come borsista dalla Fondazione

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Grüneisen (Mozarteum Argentino) e dalla Fondation Nadia et Lili Boulanger. Si è laureato alla “Villa médicis hors les murs” ed è stato invitato da Peter Eötvös alla Herrenhaus-Edenkoben in Germania. Luciano Berio gli ha assegnato il Premio Orpheus 2000 per l’opera MIDEA, allestita al Teatro Caio Melisso di Spoleto (2000) e al Teatro dell’Opera di Roma (2001). Nel 2007 ha ricevuto un Guggenheim Memorial Foundation Fellowship for Music Composition. È stato direttore musicale dell’Orchestre du Crous di Parigi (1996-1998). Ha diretto l’Ensemble 2e2m, l’Orchestre National d’Ile de France, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, l’Orchestre de l’Opéra de Nice. Nel 2005/06 è stato compositore in residenza nella stagione dell’Ensemble 2e2m. Nel 2011/12, Strasnoy è compositore in residenza del Théâtre de Cornouaille, Quimper, Francia. Il Festival Présences 2012 di Radio France ha proposto una retrospettiva delle sue opere in quattordici concerti nel Théâtre du Châtelet di Parigi. Vive a Berlino.

EsecutoriENSEMBLE TEMA è stato fondato nella città tedesca di Karlsruhe nel 2010 da un gruppo di musicisti provenienti da tutto il mondo, fortemente interessati a promuovere e eseguire musica contemporanea. Sin dai suoi esordi, l’Ensemble Tema è stato regolarmente ospite dell’ARD Radio Play Festival e del Festival del Cinema Muto di Karlsruhe, e costituisce un punto di riferimento costante per il Festival di musica contemporanea zeitGenuss di recente fondazione. L’Ensemble Tema ha collaborato con rinomati compositori quali Pascal Dusapin, Helmut Lachenmann, Olga Neuwirth, Peter Ruzicka, Rebecca Saunders e Alessandro Solbiati. Un particolare impegno mirato a promuovere le opere di giovani compositori emergenti ha portato l’Ensemble a proporre prime esecuzioni assolute di opere di Luis Codera-Puzo, Eunsun Lee, Vito zuraj, Heera Kim, Caterina Di Cecca e Birke Bertelsmeier. L’Ensemble Tema predilige esibizioni che vanno oltre i confini del tradizionale concerto, impegnandosi in performance di teatro musicale, in improvvisazioni con live electronics, nell’accompagnamento di film muti e in letture letterarie, arricchendo cosi le proprie presenze concertistiche in Germania e nel resto d’Europa.

ANTONELLA MORETTI - MAURO RAVELLI si sono conosciuti nel 1989 e, all’insegna della comune passione per la musica da camera, hanno costituito un Duo pianistico dedito sia

al pianoforte a quattro mani sia ai due pianoforti. La loro ricerca musicale comprende, oltre ai classici, autori poco frequentati nei normali programmi concertistici e autori contemporanei, prime esecuzioni assolute ed esperienze artistiche interdisciplinari, in cui la musica si associa e interagisce con altre forme di espressione (poesia, teatro, arti visive, cinema, video). Si sono formati e perfezionati con illustri maestri, tra cui Leonardo Leonardi, il Duo pianistico Chiaralberta Pastorelli ed Eli Perrotta, Bruno Canino, Marian Mika e Jean Pierre Armengaud. Hanno, inoltre, approfondito le prassi esecutive settecentesche con Emilia Fadini, il repertorio moderno e contemporaneo con Bernard Wambach e Renato Rivolta, la pratica improvvisativa sotto la guida di Christiane Montandon, Vinko Globokar e Misha Mengelberg. Il Duo ha al proprio attivo numerosi concerti, con lusinghieri apprezzamenti di critica e di pubblico. Tra le Stagioni concertistiche e gli Enti per cui ha suonato figurano l’Ensemble Europeo Antidogma Musica di Torino, il Festival Pianistico Città di Lucca, il Teatro Carlo Felice di Genova, l’AGiMus, l’Oratorio S. Filippo di Torino, il Teatro Chiabrera di Savona, la Camerata Strumentale A. Casella di Torino, la Rassegna MetroPoli della Provincia di Milano, l’Internationales Musikinstitut di Darmstadt, l’Eurofestival di Camerino, l’Unione Musicale di Torino, l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, la Radio di Stoccarda, il Festival Notturni in Villa di Milano, il Teatro Comunale di Modena, l’Università La Sapienza di Roma, il Teatro S. Barnaba di Brescia, la Rassegna Suono Immagine presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, l’Università degli Studi di Udine, la Fondazione Mudima di Milano, il Teatro Stabile di Verona, il Teatro Comunale di Bologna, il Festival Piano City di Milano, l’Associazione Musicale Orphée di Roma, il Teatro Bibiena di Mantova. Per l’etichetta “La Bottega Discantica”, ha inciso l’opera omnia per duo pianistico di Paolo Castaldi e “Storie di fantasmi” di Carlo Galante, lavori molto ben recensiti, oltre a una registrazione monografica dedicata a Jean Françaix, che la rivista MUSICA ha segnalato tra i migliori dischi del 2013. A breve, sarà pubblicato un CD contenente le opere per due pianoforti di Luis de Pablo.

LABORATORIO DI MUSICA CONTEMPORANEA DEL CONSERVATORIO DI MILANO è un luogo di approfondimento di specifiche capacità tecniche e interpretative riguardanti la musica del secondo Novecento e contemporanea. Il LMC promuove progetti differenziati, rivolgendosi a giovani musicisti interessati ad ampliare la propria personalità, aprendola compiutamente verso la creatività del nostro tempo. È questo,

infatti, uno degli obiettivi principali del LMC: l’inserimento dei progetti di studio e performance in realtà produttive di alto livello, agevolando il collegamento tra la fase di apprendistato e la professionalità dei giovani esecutori. Tra i progetti realizzati negli ultimi anni figurano la Finale del III Concorso Internazionale di Composizione del Conservatorio di Milano; la collaborazione con il CNSMDP di Parigi per la formazione di un ensemble italo-francese; i concerti per i Festival Suona Italiano e Suona Francese, per il Festival Milano Musica e il Festival Pontino. Molti concerti dell’Ensemble LMC sono stati registrati e trasmessi da RAI Radiotre.

SARA CANEVA nata nel 1991, è diplomata in Composizione e in Pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove ha conseguito anche il diploma di II livello in Composizione con 110 e lode sotto la guida del M° Luciano Pelosi. Dallo stesso Conservatorio è stata premiata due volte: con una borsa di studio riservata alle migliori allieve e tra i migliori diplomati all’interno del Premio Via Vittoria 2013. Ha approfondito la Direzione d’Orchestra con i maestri Ennio Nicotra, Piero Bellugi, Gianluigi Gelmetti e Colin Metters, maturando un importante impegno artistico. Frequenta il biennio di II livello in Direzione d’Orchestra con il M° Vittorio Parisi presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Nell’agosto 2014 ha debuttato come direttore d’opera con L’elisir d’amore di G. Donizetti al Teatro Mancinelli di Orvieto, per la regia di Gabriella Ravazzi. Nel 150° anniversario della nascita di Richard Strauss, ha inaugurato la stagione in corso del Teatro San Babila di Milano con l’Orchestra d’Archi del Conservatorio G. Verdi. Ha collaborato, inoltre, con l’Orchestra Berlin Sinfonietta, l’Orchestra Sinfonica Tiberina e l’Orchestra della Fondazione Bulgaria Classic, che ha diretto in concerto nell’ambito dell’83a Estate Musicale Chigiana in Siena. Si dedica con particolare attenzione anche al repertorio dei secoli XX e XXI e ai compositori d’oggi di varia provenienza; in uno tra gli ultimi concerti ha curato un’esecuzione del Concerto per Pianoforte e 14 strumenti di John Cage. Recentemente è stata selezionata da Paavo e Neeme Järvi e Leonid Grin come partecipante attiva alla Järvi Summer Academy for Conductors 2015. Alcune sue composizioni sono state eseguite in Italia (PMCE Ensemble, Quartetto Eco, et al.), Germania e Argentina, trasmesse dalla televisione Sky Classica (Il rubinetto) e registrate per la casa discografica Sheva (Primo Die Vivus). Ha collaborato con solisti come Maurizio Ben Omar e

Alda Caiello. Ha partecipato a masterclass di Composizione con il M° Giorgio Battistelli, ricevendo diploma di merito nel 2012 presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, poi con Sir Peter Maxwell-Davies, Christopher Austin e Giovanni Verrando; con quest’ultimo si perfeziona tuttora a Milano presso la Scuola Civica di Musica Claudio Abbado. Come pianista ha partecipato a masterclass con Carlo Guaitoli, Aldo Ciccolini, Gloria Lanni; ha tenuto concerti come solista con orchestra e in duo pianistico e ha lavorato come accompagnatore al pianoforte, maestro del coro e tutor in vari progetti.

PARTECIPANO:

Alfonso Alberti

Gabriele Bonomo

Mauro Bonifacio

Eve Cambreling

Federico Gardella

Clara Iannotta

Francesco Lipari

Walter Mobilio

Luis de Pablo

Amparo Piñol Galicia

Vittorio Montalti

Antonella Moretti

Mauro Ravelli

Paolo Rotili

Alessandro Solbiati

Tomas Westbrooke

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2015

i concerti del Festival Pontino di Musica si svolgono sia nel castello Caetani di Sermoneta che nell’infermeria del Borgo di Fossanova

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ARCHI DELL’ACCADEMIADI SANTA CECILIALuigi Piovano direttore

ANTONIN DVOřáK Serenata in Mi maggiore per archi op. 22 - Moderato Menuetto: Allegro con moto - Trio - Scherzo: Vivace - Larghetto - Finale: Allegro vivace

PETR ILIC ČAJKOVSKIJ Serenata in Do maggiore per archi op. 48 - Pezzo in forma di Sonatina. Andante non troppo (Do maggiore) - Valse. Tempo di valse. Moderato (Sol maggiore) - Elegia. Larghetto elegiaco (Re maggiore) - Finale. Tema russo. Andante (Re maggiore)

SABATO 4 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

ALESSANDRO CARBONARE TRIO Elisa Eleonora Papandrea violinoAlessandro Carbonare clarinettoMonaldo Braconi pianoforte

DMITRI SHOSTAKOVICH 5 Danze - Preludio - Gavotta - Elegia - Valzer - Polka

ANTON GIULIO PRIOLO Threepenny in the dark - Fantasia su un Tema di Kurt Weill

ALEXANDER ARUTIUNIAN Suite for Trio - Introduction - Scherzo - Dialog - Final

BÈLA BARTOK Contrasts - Verbunkos - Pihenö - Sebes

REINER KUTTENBERGER Habdala - Blitspost

DOMENICA 5 Luglio ore 19.30Infermeria Fossanova

FESTINA LENTE Omaggio ad Aldo Manuzio

“Abbiamo deciso di dedicare tutta la vita al vantaggio dell’umanità” A.M.a cura di Giorgio Maulucci

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LUNEDÌ 6 Luglio ore 21.00Castello Caetani, Scuderie Sermoneta

WORKSHOP CLASSE DI COMPOSIzIONE DI ALESSANDRO SOLBIATI Maria Grazia Bellocchio, pianoforte

Il corso di composizione tenuto a Sermoneta da Alessandro Solbiati si è concentrato nel 2015 sulla scrittura pianistica.

Di conseguenza il workshop finale consisterà quest’anno in un recital della pianista Maria Grazia Bellocchio, da anni interprete dei brani dei giovani compositori, in cui verranno eseguiti i brani presentati, completati o composti durante il corso.

Al termine del concerto, una giuria sceglierà come ogni anno a suo insindacabile giudizio uno o più giovani compositori cui verrà chiesto di comporre un brano da eseguirsi alle Giornate di Musica Contemporanea del Festival Pontino 2016.

Emanuel Rimoldi pianoforte

VENERDÌ 10 Luglio ore 21.30Palazzo Baronale Fondi

JOHANN SEBASTIAN BACH Preludio e Fuga in Si bemolle minore Libro I

PETR ILIC ČAJKOVSKIJ Tema e variazioni op.19 n.6

FRANZ LISZT Studio Trascendentale n.12 S. 139 (Chasse-neige)

FRYDERYK CHOPIN Studio op. 25 n.10

ALEXANDER SCRIJABIN Fantasia in Si minore op. 28

ROBERT SCHUMANN Humoreske op. 20

in collaborazione con

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Piero Cardarelli contrabbasso* direzione, composizioni e arrangiamentiNatalino Marchetti fisarmonica**Simone Alessandrini sax contralto, sax soprano Claudio Camilletti sax tenoreMattia Sibilia batteria

MELODIES IN JAZZ Cantabile

SABATO 11 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

L’aspetto fondamentale del concerto è la cantabilità, supportata da una grossa carica di swing, groove, contrappunti e improvvisazioni con i colori della fisarmonica che vanno ad integrarsi con le due voci dei sassofoni.Il programma è composto di brani originali e standarts della tradizione jazz. Musiche di H. Warren, T. Dameron, P. Cardarelli, J. Mandel, H. Villa Lobos

* Piero Cardarelli suona Contrabbasso “O.Martini” fecit in Mantova 1937 ** Natalino Marchetti suona “K One Plus” by Borsini Accordeon

FESTINA LENTE Omaggio ad Aldo Manuzio

Frammenti dai discorsi di Charles Chaplin

a cura di Selene Gandini

Elissò Virsaladze pianoforte WOLFGANG AMADEUS MOZART Sonata in Si bemolle maggiore KV 333 - Allegro - Andante cantabile - Allegretto grazioso

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sonata n. 23 in Fa minore, op. 57 “Appassionata” - Allegro assai - Andante con moto - Allegro, ma non troppo. Presto

WOLFGANG AMADEUS MOZART Sonata in La minore KV 310 - Allegro maestoso - Andante cantabile con espressione - Presto

FRYDERYK CHOPIN Sonata n. 3 in Si minore op. 58 - Allegro maestoso - Scherzo (Molto vivace) - Largo - Finale (Presto, ma non tanto)

DOMENICA 12 Luglio ore 19.30Infermeria Fossanova

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ROBERTO GATTO PERFECTRIOAlfonso Santimone pianoDanilo Gallo basso elettrico Roberto Gatto batteria

CONCERTO JAZZ

SABATO 18 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

FESTINA LENTE Omaggio ad Aldo Manuzio

Shakespeare in jazz !

a cura di Melania Giglio

LUNEDÌ 13 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

GIOVANI ARTISTI DAL MONDO concerto a cura di Franco Petracchi e Mirela Vedeva

MERCOLEDÌ 15 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

GIOVANI ARTISTI DAL MONDO concerto a cura di Elissò Virsaladze

per Massimo Negri

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Valentina Coladonato soprano Luisa Prayer pianoforte

Anima MundiMAURICE RAVEL Cinq Mélodies populaires Grecques Le réveil de la mariée - Là-bas, vers l’église - Quel galant m’est comparable? Chanson des cueilleuses de lentisques - Tout gai!

OTTORINO RESPIGHI dalle Sei Liriche Au milieu du jardin (Jean Morèas) Serenata Indiana (da P. B. Shelley) Le Funtanelle (Canto popolare abruzzese)

MAURICE RAVEL Kaddish - Mélodie hébraïque

KURT WEILL da Marie Galante Youkali - Tango-habanera

FRANCIS POULENC Chemins de l‘Amour

BENJAMIN BRITTEN Folksongs Fileuse - La belle est au jardin d’amour - Il est quelq’un sur terre - O Waly Waly Greensleaves - The foggy foggy dew

JOAQUIN RODRIGO Cuatro Madrigales amatorios Con qué la lavaré? - Vos me matásteis - De dónde venís, amore? - De los álamos vengo, madre

LUCIANO BERIO Quattro Canzoni popolari Dolce Cominciamento (anonimo siciliano, sec. XIV) - La Donna Ideale (ignoto genovese) Avendo gran Disio (Jacopo da Lentini) - Ballo (ignoto siciliano)

DOMENICA 19 Luglio ore 19.30Infermeria Fossanova

VENERDÌ 24 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

GIOVANI ARTISTI DAL MONDO concerto a cura di Mariana Sirbu e Bruno Giuranna

per Domenico Brignola primo presidente del Campus

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DUO GAZZANANatascia Gazzana violinoRaffaella Gazzana pianoforte

FRANCIS POULENC Sonata per violino e pianoforte - Allegro con fuoco - Intermezzo Très lent et calme - Presto tragico

BRUNO CANINO Piccolo Rondò Ostinato

CAMILLE SAINT-SAëNS Danse Macabre

EDVARD GRIEG Sonata op. 45 in Do minore - Allegro molto ed appassionato - Allegretto espressivo alla Romanza - Allegro animato

BéLA BARTóK Danze rumene

SABATO 25 Luglio ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

DOMENICA 26 Luglio ore 19.30Infermeria Fossanova

JOHANNES BRAHMS Sonata n. 2 in La maggiore op.100 per violino e pianoforte - Allegro amabile - Andante tranquillo. Vivace di qui andante - Allegretto grazioso quasi andante

Sonata n. 2 in Mi bemolle maggiore op. 120 per viola e pianoforte - Allegro amabile - Allegro appassionato - Andante con moto

Trio per violino, viola e pianoforte in Mi bemolle maggiore op. 40 - Andante - Scherzo - Adagio mesto - Finale. Allegro con brio

Mariana Sirbu violinoBruno Giuranna violaClara Dutto pianoforteLinda Di Carlo pianoforte

FESTINA LENTE Omaggio ad Aldo Manuzio

Lettera Luterana di Pier Paolo Pasolinia cura di Daniele Salvo

(Pasolini) David Parenti

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LUNEDÌ 27 Luglio ore 21.00Corte Comunale Sabaudia

Vitaly Pisarenko pianoforte J. S. BACH/A. SILOTI Preludio in Si minore BWV 855a

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sonata n.8 in Do minore op 13 (Grande sonate Pathetique) - Grave. Allegro di molto e con brio - Adagio cantabile - Rondo. Allegro

SERGEJ V. RACHMANINOV 3 Etudes Tableaux op.39

BENJAMIN BRITTEN Notturno

SERGEJ S. PROKOFIEV Sonata n.6 in La maggiore op. 82 - Allegro inquieto - Allegretto - Tempo di valzer lentissimo - Vivace

in collaborazione conin collaborazione con

MERCOLEDÌ 29 Luglio ore 21.00Castello Caetani SermonetaWOLFGANG AMADEUS MOZART Ouverture da il Flauto Magico

GIUSEPPE VERDI Ouverture da Nabucco

GIOACHINO ROSSINI Ouverture da “Semiramide”

PIETRO MASCAGNI Intermezzo da Cavalleria Rusticana

ALEKSANDR BORODIN Danze Polovesiane n. 1 - n. 3

JOHANNES BRAHMS Danza ungherese n. 5

GEORGE GERSHWIN/JERRY BRUBAKER Rapsodia in blue (riduz. per sola orchestra)

JOHN WILLIAMS Tribute to John Williams

JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaSimone Genuini direttore

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CAMERATA DU LÉMANviolini I Simon Bouveret Camille CritonRomain GeeraertAnouk Lapaireviolini IIAnne-Flore Krumeich

Jeanne MathieuAurianne PhilippevioleJeanne CamusAnais Renard

Irénée KrumenackervioloncelliRaphael AbeilleCarine BalitGaelle FabianicontrabbassoIsabelle Kuss-Bildstein

ROBERTO PROSSEDA pianoforte

PETER WARLOCK Capriol Suite - Basse-Danse, Allegro Moderato - Pavane, Allegretto ma un poco lento - Tordion, Con moto - Bransles, Presto - Pieds-en-l’air, Andante Tranquillo - Mattachins, Allegro con brio

EDVARD GRIEG Holdberg Suite - Prélude - Sarabande - Gavotte - Air (Andante religioso) - Rigaudon

LUDWIG VAN BEETHOVEN Concerto per piano n. 5 “Emperor” - Allegro - Adagio un poco mosso - Rondo, Allegro ma non troppo

SABATO 1 Agosto ore 21.00Scuderie Castello Caetani Sermoneta

FESTINA LENTE Omaggio ad Aldo ManuzioClara Galante interpreta Virginia Woolf, dal romanzo Una stanza tutta per sé

ARCANGELO CORELLI Concerto Grosso op. 6 n. 4 - Adagio- Allegro - Adagio - Vivace - Allegro - Giga: Presto

FELIX MENDELSSOHN Sinfonia per archi n. 2 in Re maggiore - Allegro - Andante - Allegro Vivace

FELIX MENDELSSOHN Doppio concerto per violino e pianoforte - Allegro - Adagio - Finale - Allegro ma non troppo

DOMENICA 2 Agosto ore 19.30Infermeria Fossanova

CAMERATA DU LÉMANviolini I Simon Bouveret Camille CritonRomain GeeraertAnouk Lapaireviolini IIAnne-Flore Krumeich

Jeanne MathieuAurianne PhilippevioleJeanne CamusAnais Renard

Irénée KrumenackervioloncelliRaphael AbeilleCarine BalitGaelle FabianicontrabbassoIsabelle Kuss-Bildstein

FABRIZIO VON ARX violino

ROBERTO PROSSEDA pianoforte

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LUNEDÌ 3 Agosto ore 21.00Castello Caetani Sermoneta

GIOVANI ARTISTI DAL MONDO concerto a cura di Roberto Prosseda

ALESSANDRO CARBONARE TRIO Elisa Eleonora Papandrea, violino - Alessandro Carbonare, clarinetto - Monaldo Braconi, pianoforte. Il Trio si riunisce attorno alla figura del clarinettista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia oltre che collaboratore storico del M° Claudio Abbado. Il grande direttore d’orchestra è stato anche il trait d’union per l’incontro con Elisa Eleonora Papandrea, per anni nei primi violini dell’Orchestra Mozart da lui fondata e diretta. Monaldo Braconi è invece da oltre un decennio pianista di riferimento di Carbonare. Il Trio ha riscoperto un ampio e vario repertorio che valorizza le timbriche e gli stili più differenti del multiforme panorama musicale novecentesco. La scelta dei programmi sempre particolari e molto ricercati spazia dalle opere di grandi compositori come Stravinsky e Bartók a composizioni quasi sconosciute di Francis Poulenc, passando attraverso il fascino delle melodie di Gershwin. Non facendo mancare incursioni nella musica contemporanea, espressamente scritta per i tre cameristi, e nella travolgente intensità propria musica Kletzmercon cui i nostri musicisti amano chiudere i loro concerti. L’originalità del repertorio ha subito attirato l’attenzione del pubblico nazionale ed internazionale, portando il Trio ad esibirsi per le più prestigiose Stagioni Concertistiche in Italia: Amici della Musica di Firenze, Cappella Paolina del Quirinale per i Concerti di Radio3, Accademia Chigiana di Siena e molte altre. E all’estero: Budapest, Bratislava, senza dimenticare la recente tournée del Trio in Giappone. La critica ha scritto: “La modernità, l’eclettismo e la ricercatezza delle proposte musicali unitamente all’affiatamento dei tre fuoriclasse ne fanno la ricetta per un Trio musicalmente eccellente e di grande impatto comunicativo, che coinvolge gli spettatori in un magnifico viaggio attraverso gli stili musicali più diversi”.

MARIA GRAZIA BELLOCCHIO ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano con Antonio Beltrami e Chiaralberta Pastorelli, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore, e ha proseguito gli studi alla Hochschule di Berna con Karl Engel e a Milano con Franco Gei. Nelle sue prime apparizioni in pubblico ha eseguito il Concerto di Scriabin con l’Orchestra della RAI di Milano e il Primo Concerto di Beethoven con l’Orchestra del Conservatorio di Milano e l’Orchestra Sinfonica Siciliana, e Les Noces di Strawinsky al Teatro Comunale di Bologna. Suona regolarmente per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere. Il suo

repertorio spazia da Bach ai giovani compositori contemporanei. Collabora stabilmente con il Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli regolarmente presente nei maggiori festival italiani ed europei. Ha inciso CD per Ricordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Mauro Cardi, Giulio Castagnoli, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Matteo Franceschini, Stefano Gervasoni. Insegna pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Donizetti” di Bergamo e tiene regolarmente corsi di perfezionamento pianistico dedicati al repertorio classico e contemporaneo.

CAMERATA DU LÉMAN fondata nel 2012 sulle rive del lago di Ginevra la camerata riunisce giovani musicisti di nazionalità diverse, provenienti dalle classi dei più importanti e prestigiosi conservatori d’Europa. Riunendo quindici archi, la Camerata du Léman trova uno dei punti di forza nel suo organico a geometria variabile: i solisti della Camerata si propongono in varie formazioni, ampliando l’effetivo a secondo dei singoli progetti, coinvolgendo anche fiati, ottoni e percussioni. La Camerata du Léman è stata cosi acclamata nella sua interpretazione del Sogno di una Notte di Mezza Estate di Mendelssohn, in collaborazione con il studio di danza FlayBallet di Ginevra al Bâtiment des Forces Motrices nel maggio 2013. Dal suo debutto, la Camerata ha riscontrato grande entusiasmo di pubblico e di critica. Pur suonando senza direttore, la profonda sintonia tra i suoi componenti è tesa al totale coinvolgimento dell’ascoltatore. La Camerata costruisce il suo repertorio e le sue attività professionali affrontando brani che si estendono dal periodo barocco al XXI secolo. Nel luglio 2013 viene invitata al Festival Pontino con Franco Petracchi e Fabrizio von Arx. Dal 2014, la Camerata du Léman è invitata ad essere la formazione di residenza del Festival Musicales de Compesières per le prossime tre stagioni, progetto che si estende in vari Tour europei e la proietta ad un attività concertistica internazionale. Nel 2014 il suo debutto in diretta Radio Espace2 è stato premiato con il Coup de Cœur della città di Ginevra per la Festa della Musica.

PIERO F. CARDARELLI contrabbassista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra. Diplomato in contrabbasso e laureato in discipline musicali con massimo dei voti e lode, ha studiato con F. Petracchi, presso il Conservatorio di Frosinone. Musicista poliedrico, svolge fin dall’inizio della sua carriera un’intensa attività concertistica nel campo della musica jazz, classica, contemporanea. Tra il 1976 e il 1983 suona con molti

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jazzisti come Alvin Queen, Leo Mitchel, Chet Baker, George Masso, Massimo Urbani, Maurizio Giammarco, Mario Raia, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Paolo Damiani, Roberto Gatto, Ettore Fioravanti, Giampaolo e Michele Ascolese, Ole Jorgensen, Picci Mazzei, Gegè Munari, LilianTerry, Puccio Sboto, Marcello Rosa, Al Corvin, Carlo Pes, Eddy Palermo, Gianni Oddi, Baldo Maestri, Gerardo Iacoucci, Patrizia Scascitelli, Dario La Penna, Nicola Stilo, Alessandro Bonanno, Roberto Ciotti, Testaccio Blues Band, Roman New Orleans Jazz Band. Nel 1983 si diploma e sotto consiglio del suo maestro si dedica al contrabbasso classico. Dal 1984 al 1988 è docente presso i conservatori di Frosinone e Cagliari. Nel 1985 viene chiamato dal conservatorio di S. Cecilia come primo contrabbasso per suonare sotto la direzione del grande Herbert von Karajan. Nel 1987 suona come solista con Gary Karr e Franco Petracchi (tra i più grandi contrabbassisti del mondo) in una importante tournée italiana suonando nelle più prestigiose istituzioni musicali. Nel 1989 vince il concorso presso l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dove tutt’ora suona. Nel 1991entra a far parte de “I Filarmonici di Roma” (già orchestra da camera di S. Cecilia) diretta da Uto Ughi dove attualmente suona come primo contrabbasso solista. Ha fatto parte per un lungo periodo dell’Ensamble Orpheus di Roma con cui ha inciso un CD di sonate di A.Vivaldi. Nel 1990 inizia una creativa collaborazione con Rino Vernizzi già primo fagotto solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, collaborazione che dura fino ad oggi spaziando da Bach fino al “free jazz”. Un CD del 1991 “Dancing in 2030”rimane ancora un punto di riferimento della NEW AGE. Collabora abitualmente come primo contrabbasso nell’orchestra “Roma Sinphonietta”. Con quest’ultima ha registrato buona parte delle colonne sonore del cinema italiano ed internazionale collaborando con i compositori più importanti come Moricone, Bacalov, Piovani. Con l’Orchestra dell’ Accademia Nazionale di S. Cecilia ha suonato con i più grandi direttori d’orchestra e effettuato tornées in tutto il mondo. Ha registrato per DECCA, DDG, e attualmente con la “EMI Classic”. Si dedica alla composizione, direzione e arrangiamento per musiche per il teatro. Importanti sono state le collaborazioni con Arnoldo Foà, Enrico Montesano. Porta avanti vari progetti che spaziano dalla musica classica al jazz tra questi “MELODIES IN JAzz”, progetto basato su musiche originali e standard per “combo jazz” e orchestra sinfonica, in cui è impegnato come direttore, compositore, arrangiatore e contrabbassista.

VALENTINA COLADONATO soprano, nata a Chieti, laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università G. D’Annunzio di Pescara e diplomata in Canto con il massimo dei voti e la lode, si forma e perfeziona con Donato Martorella, Claudio Desderi, Edith Wiens, Renata Scotto, Regina Resnik. Vincitrice dei concorsi internazionali “Valentino Bucchi”, “G. Di Stefano”, “Toti Dal Monte”, “Maria Caniglia”, il suo ampio repertorio spazia dal Seicento barocco al Settecento classico dell’opera, della musica sacra e profana,fino agli autori contemporanei, per molti dei quali ha curato la prima esecuzione aasoluta delle opere. Voce prediletta di Ivan Fedele si è esibita con gruppi specialistici quali La Venexiana, Accademia Bizantina, La Stagione Armonica, Sentieri Selvaggi, Algoritmo, Ensemble Confluenze, Fontanamix Ensemble, Musikfabrik. Ha cantato in contesti prestigiosi quali Teatro alla Scala di Milano, Opéra National de Paris, Salzburger Festspiele, Musikverein di Vienna, Concertgebow di Amsterdam, De Singel di Antwerpen, Festival delle Fiandre, Filarmonica di S. Pietroburgo, Southbank Centre di Londra, Frick Collection di New York, Philarmonie Köln, Festival George Enescu, Ravenna Festival, Festival Pergolesi Spontini, WDR Radio, RAI di Torino, MiTo, Sala Sinopoli di Roma e presso altri enti europei, americani e asiatici. E’ stata diretta da R. Muti, D. Robertson, L. Shambadal, P. Eötvos, J. Axelrod, M. Tabachnik, P. Rundel, A. Pinzauti, M. Panni, C. Scimone, C. Desderi, O. Dantone, C. Rovaris e da registi quali M. Scaparro, C. Graham, C. Lievi, F. Micheli, P. Pacini, A. Pizzech, M. Cappelletti.

LINDA DI CARLO pianista e clavicembalista, ha al suo attivo un’intensa attività concertistica che l’ha portata ad esibirsi per importanti festival e società concertistiche in Italia e all’estero (Brasile, Spagna, Tunisia, Turchia, Kosovo, Cechia, Germania, Svizzera, Giappon). Con il Quintetto Bottesini, che ha fondato nel 2005, ha effettuato con successo tournées in Polonia, Giordania, Ecuador, USA, Brasile, Venezuela, Turchia, Francia, Paesi Bassi; con tale formazione ha partecipato nel 2008 e nel 2011 alla rassegna “I concerti del Quirinale di RadioTre” in diretta radiofonica nazionale, alla trasmissione “Stanza della Musica” e alla Festa Europea della Musica di Radio Tre 2014. La sua spiccata inclinazione per la musica da camera l’ha portata a esibirsi con musicisti di fama internazionale quali Ciro Scarponi, Richard Stoltzman, Alessandro Carbonare, Corrado Giuffredi, I Fiati di S.Cecilia, Danilo Rossi, Massimo Mercelli, il Quartetto di Cremona, il Quartetto Bernini, Quartetto Savinio, il Quartetto

Fonè, le cantanti Laura Brioli, Gemma Bertagnolli, Daniela Bruera, Marina Comparato, Maura Menghini, il basso Stefano Rinaldi Miliani, l’Odikon Vocal Quartet. Ha collaborato come accompagnatore al pf a molti corsi di perfezionamento con A.Carbonare, C.Giuffredi, R.Stoltzman, C. Scarponi, P.L.Graf, C. Gonzales, M.Sirbu. Ha effettuato registrazioni per la Sagra Musicale Umbra, la Casa discografica Camerata Tokyo e, con il Quintetto Bottesini, un cd per la rivista “Amadeus” con musiche di Schubert e Goetz e un cd per Brilliant Classics con i due quintetti di Louise Farrenc (1804-1875) che è stato presentato lo scorso ottobre all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Clavicembalista e continuista dell’Orchestra da Camera di Perugia, è docente di accompagnamento pianistico presso il Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia.

DUO GAZZANA costituito dalle sorelle Natascia, violinista, e Raffaella, pianista. Una solida formazione musicale, acquisita con l’assidua frequentazione di Maestri di chiara fama (B. Canino, il Trio di Milano, Y. Menuhin, C. Romano, U. Ughi, P. Farulli, P. Amoyal, P. Gililov, I. Ozim, R. Ricci…) tra Roma, Ginevra, Bruxelles, Siena, Losanna, Fiesole, Salisburgo, ne ha evidenziato le naturali doti musicali, affinato la tecnica e le capacità espressive. La ricchezza culturale e umana acquisita con gli studi umanistici, avvalorati dalle Lauree in Lettere conseguite presso l’Università «La Sapienza» di Roma, permette al Duo di arricchire le proprie performance di rigore filologico, bellezza di suono, carica emozionale. Il Duo Gazzana ha ricevuto premi e ambiti riconoscimenti, diplomi di onore e di merito sia in Italia che all’estero. Abitualmente tiene concerti a livello internazionale per le maggiori istituzioni concertistiche e festival, in prestigiose sale, presso ambasciate, fondazioni, gallerie d’arte, associazioni culturali pubbliche e private, università e per emittenti radiofoniche. Ovunque si esibisce nel mondo, il Duo si fa apprezzare per la scelta dei programmi, il calore delle interpretazioni, la presenza scenica e la sintonia che stabilisce con il pubblico. Nel 2002 il Duo ha avuto l’onore di esibirsi per il Principe Carlo di Inghilterra in occasione della visita ufficiale in Italia. Nel 2004 ha tenuto un concerto al Quirinale in diretta euroradio per Rai-Radio3. Nel 2008, nell’ambito di una tournée in Oriente, il Duo è stato “Government guest” in Giappone; si è esibito anche in qualità di “Ambasciatore del Comune di Firenze” a Kyoto e a Gifu nel 30° anniversario del patto di amicizia tra Firenze e Gifu. Il Duo ha inciso nel 2011 il CD “Five Pieces” e nel 2013 un secondo cd con musiche di Poulenc, Walton, Dallapiccola, Silvestrov, Schnittke

per la prestigiosa etichetta tedesca ECM. Nel 2014 ha debuttato a NY con un concerto presso la Robert Miller Gallery per il festival Look and Listen e a Tokyo presso l’Hakuju Healthron Hall. L’ultimo cd del Duo Gazzana per ECM Records è stato classificato tra i migliori 10 cd del 2014 dal Sunday Times.

CLARA DUTTO nata a Cuneo, ha studiato pianoforte nel Conservatorio della sua città diplomandosi nel 1997 con il massimo dei voti. Ha poi proseguito la propria formazione perfezionandosi con Bruno Canino, Franco Scala, Giovanni Valentini e Andrea Lucchesini. Sin da giovanissima si è dedicata allo studio del repertorio cameristico, seguendo le masterclass di Pier Narciso Masi, dell’Altenberg Trio Wien e del Trio Debussy. Premiata ai Concorsi di Pinerolo, Bordighera, Ravenna, Racconigi, svolge attività concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche. Ha suonato in tutta Italia con vivo successo per importanti Associazioni e Festival (Festival Pontino, Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, Orchestra Filarmonica di Torino, Amici Nuovo Carlo Felice, Agimus, Festival delle Alpi Marittime, Festival di Musica da Camera “Città di Lucca”). Nel 1999 ha conseguito il diploma in Didattica della Musica con il massimo dei voti presso il Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo e, l’anno successivo, la laurea a pieni voti in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino.

SIMONE GENUINI direttore d’orchestra e pianista è diplomato in Direzione d’Orchestra e in Pianoforte col massimo dei voti e la lode; ha inoltre conseguito i diplomi in Composizione, Musica corale, Direzione di Coro, Strumentazione per Banda. Ha studiato direzione d’orchestra perfezionandosi con i maestri Carlo Maria Giulini, Lu Jia, Daniele Gatti, Dorel Pascu. È direttore della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. È stato direttore ospite delle seguenti orchestre: Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Bucarest, Orchestra di Stato della Città di Vidin, Orchestra Roma Sinfonietta, I Solisti Aquilani, Orchestra del Conservatorio di L’Aquila, del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Orchestra Giovanile di Fiesole, Orchestra Benedetto Marcello, Orchestra Prometeo di Roma. In veste di pianista, sia come solista che in formazioni da camera, si è esibito per l’Accademia Nazionale di S. Cecilia, per la Filarmonica Umbra, RAI Radio 3, l’Accademia di Danimarca, per il ciclo “Concerti al Quirinale”. Numerosi i concerti effettuati in formazione di duo, trio, quartetto.Collabora con la Blue Note Chamber Orchestra, di cui è pianista

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solista, e con cui ha partecipato alla registrazione del primo CD. Parallelamente all’attività concertistica ha svolto numerose esperienze in ambito didattico, occupandosi di problematiche relative all’educazione musicale, nonché curando la formazione e dirigendo cori e orchestre giovanili. È autore delle musiche di scena per le rappresentazioni teatrali Le tante parole di me, Cassandra e La tempesta di W. Shakespeare. Ha insegnato presso i Conservatori di Verona, Rodi Garganico; attualmente è docente presso il Conservatorio di Musica “U. Giordano” di Foggia.

BRUNO GIURANNA nato in una famiglia di musicisti, è stato tra i fondatori de I Musici, membro del Quartetto di Roma, e del Trio Italiano d’Archi. Ha iniziato la carriera solistica presentando in prima esecuzione assoluta la Musica da Concerto per viola e orchestra d’archi dedicatagli da Giorgio Federico Ghedini sotto la direzione di Herbert von Karajan. Ha suonato con orchestre quali Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala di Milano, e direttori come Claudio Abbado, Sir John Barbirolli, Sergiu Celibidache, Carlo Maria Giulini e Riccardo Muti. Titolare fino al 1998 della cattedra di viola presso la Hochschule der Künste di Berlino, ha insegnato nella Musik-Akademie di Detmold, nel Conservatorio S. Cecilia di Roma, nel Royal College e nella Royal Academy di Londra ed in master classes in tutto il mondo. Frequentemente invitato al Festival di Marlboro negli Stati Uniti, insegna attualmente nei corsi della Fondazione Stauffer di Cremona, dell’Università di Limerick in Irlanda, dell’Accademia Chigiana di Siena. Dal 1983 al 1992 è stato direttore artistico dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto e nel 1988 ha presieduto la giuria della First International Bruno Giuranna Viola Competition in Brasile. La sua vasta discografia comprende registrazioni per Philips, Deutsche Grammophon, EMI. Come violista ha ottenuto una Grammy Award Nomination e come direttore ha vinto un Grand Prix du Disque dell’Académie Charles Cros di Parigi. Attuale Principal Guest Conductor della Irish Chamber Orchestra è anche presidente di ESTA-Italia (European String Teachers Association). Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto nel 2003 una laurea in lettere honoris causa dall’Univerità di Limerick.

JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è la prima orchestra di ragazzi creata in Italia nell’ambito delle 14 fondazioni lirico sinfoniche presenti sul territorio. Fin dalla sua nascita, avvenuta nel 2006, la JuniOrchestra si è esibita in molti

importanti eventi in Italia, come al Quirinale per il Presidente della Repubblica Italiana, al Campidoglio per il Sindaco della Città di Roma, presso la Camera dei Deputati in occasione del concerto di Natale. La JuniOrchestra si è Esibita anche in Vaticano per il sommo Pontefice Nel 2009 la JuniOrchestra ha ricevuto il “Premio anima” grazie al suo coinvolgimento nel sociale. Nel settembre 2013 la JuniOrchestra ha ricevuto il prestigioso Praemium Imperiale Grant for Young Artist, dalla Japan Art Association. La JuniOrchestra è stata diretta importanti direttori come Sir Antonio Pappano, Steven Mercurio, Mario Brunello, Fabio Biondi, Nicola Piovani, Joel Levi. Il suo direttore principale è il M° Simone Genuini.

ORCHESTRA NAZIONALE ACCADEMIA DI SANTA CECILIA è stata la prima in Italia a dedicarsi esclusivamente al repertorio sinfonico. Dal 1908 ha tenuto circa 15.000 concerti collaborando con i maggiori musicisti del secolo. I suoi direttori stabili sono stati Molinari, Ferrara, Previtali, Markevitch, Schippers, Sinopoli, Gatti e Chung. Dal 1983 al 1990 Leonard Bernstein ne è stato il Presidente Onorario. Da quando, nel 2005, Sir Antonio Pappano ha assunto la carica di Direttore Musicale il prestigio dell’Orchestra ha avuto uno slancio straordinario. Da sempre la musica da camera è una delle attività dell’Orchestra e negli ultimi anni ha acquisito ancora maggior rilevanza. Dopo il grande successo ottenuto con un concerto nel 2013, l’Orchestra d’Archi di Santa Cecilia ha avviato una collaborazione stabile con Luigi Piovano: nel 2014 la Eloquentia ha pubblicato il primo CD del gruppo e si sono avuti i primi concerti in Italia, accolti da un successo straordinario che si è ripetuto quest’anno con un concerto all’Auditorium di Roma. In programma le Serenate di Dvořák e Čajkovskij subito registrate per un CD Eloquentia.

LUIGI PIOVANO primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, si è diplomato in violoncello a 17 anni col massimo dei voti e la lode sotto la guida di Radu Aldulescu, con cui in seguito si è diplomato in violoncello e musica da camera anche al Conservatorio Europeo di Parigi. Premiato in diversi concorsi internazionali, è stato borsista della “International Menuhin Music Academy” di Gstaad e membro della “Camerata Lysy” e si è esibito, anche come solista, sotto la direzione di Yehudi Menuhin. Per diversi anni ha fatto parte del Quartetto Michelangelo ed è stato primo violoncello del gruppo Concerto Italiano, diretto da Rinaldo Alessandrini, suonando nelle più prestigiose sedi internazionali e registrando numerosi

CD. Nel 1999 è stato scelto da Maurizio Pollini per partecipare al “Progetto Pollini” al Festival di Salisburgo, ripreso nel 2001 alla Carnegie Hall di New York, a Tokyo nel 2002 e a Roma nel 2003. Dal 2000 è regolarmente ospite del Festival di Newport (USA). Ha tenuto concerti di musica da camera con Wolfgang Sawallisch, Myung-Whun Chung, Alexander Lonquich, Dmitry Sitkovetsky, Leonidas Kavakos, Katia e Marielle Labeque, Malcolm Bilson. Dal 2007 suona regolarmente in duo con Antonio Pappano e dal 2009 fa parte del trio “Latitude 41”. Ha suonato come solista con prestigiose orchestre - Tokyo Philharmonic, New Japan Philharmonic, Accademia Nazionale di Santa Cecilia - sotto la direzione di Chung, Pletnev, Boreyko, Menuhin, Bellugi. Fra i suoi dischi più recenti, le Sei Suites di Bach (2010) per la Eloquentia che nel 2011 ha pubblicato anche l’integrale per violoncello di Saint-Saëns e un CD di musiche di Schubert con Latitude 41. Nel 2012 la Nimbus ha pubblicato le Variazioni Goldberg di Bach registrate in trio con Dmitry Sitkovetsky e Yuri zhislin. Suona un Alessandro Gagliano del 1710 e un violoncello a cinque corde William Forster III del 1795. Dal 2002, fondata l’Orchestra da Camera della Campania - che nel 2010 ha mutato il proprio nome in quello di “Musici Aurei” -, Piovano si dedica sempre più anche alla direzione. Ha registrato per la Naxos tre Concerti per pianoforte e orchestra di Paisiello (2009, solista Francesco Nicolosi) e per la Eloquentia le Quattro Stagioni di Vivaldi (2010, solista Grazia Raimondi), e ha collaborato con solisti come Luis Bacalov, Maurizio Baglini, Gemma Bertagnolli, Stefano Bollani, Michele Campanella, Sara Mingardo, François-Joël Thiollier. Nel 2012 la Eloquentia ha pubblicato un CD in cui dirige i Kindertotenlieder e i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler con Sara Mingardo e Musici Aurei, premiato in Francia dalla Académie du disque lyrique come miglior CD di Lieder dell’anno. Di recente uscita, sempre per Eloquentia, il Concerto per violino di Britten con Livia Sohn come solista. Dal 2008 è direttore artistico dell’Estate Musicale Frentana in Lanciano. Nel 2010 ha ricevuto a L’Aquila il Premio Carloni “Premio Speciale Abruzzo Musica”. Nel 2011, dopo il suo debutto come direttore e solista con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, è stato invitato da quest’orchestra a tornare ogni anno in stagione come solista-direttore fino a tutto il 2014. Nel 2012 è stato nominato direttore musicale dell’Orchestra della Magna Grecia di Taranto. Dal 2013 è il nuovo direttore musicale di Roma Tre Orchestra. Dopo il grande successo ottenuto nel 2013 dirigendo il gruppo degli Archi dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in un concerto di musiche di Schubert al Parco della Musica di Roma e l’immediata

registrazione del medesimo programma per un CD in uscita nel 2014 per la Eloquentia, Piovano ha avviato una collaborazione stabile triennale alla testa degli Archi di Santa Cecilia.

VITALY PISARENKO pianista russo nato nel 1987, ha eseguito il suo primo concerto pubblico all’età di 6 anni. Dopo una prima formazione musicale con Natalia Romenskaya e Garry Gelfgat, ha iniziato il suo iter studiorum a Mosca con il professor Yuri Slesarev presso la Scuola Centrale di Musica (1999-2005) ed il Conservatorio Tchaikovsky (dal 2005 al 2010 e un corso post-laurea dal 2010 al luglio 2013) con lo stesso insegnante. Successivamente ha studiato con Aquiles Delle Vigne al Rotterdam’s Codarts Conservatory e con Oxana Yablonskaya in Italia. Dal Settembre 2012 Vitaly è uno studente Master al Royal College of Music di Londra, dove studia con il professor Dmitri Alexeev, e all’ Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola con il professor Boris Petrushansky. Nel 2008, dopo aver vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale “Franz Liszt” di Utrecht, Vitaly Pisarenko si è esibito in più di 25 paesi e festival, tra cui il Berlin International Music Festival e il Festival Busoni di Bolzano. Dal 2009 ha suonato con numerosissime orchestre tra cui la Brno Philharmonic Orchestra, la Nord Symphony Orchestra, la National Philharmonic Orchestra al Festival Beethoven di Varsavia e la Moscow Symphony Orchestra in Argentina. Ha inoltre eseguito la “Rapsodia di Paganini” di Rachmaninov alla cerimonia di riapertura del “De Doelen Concert Hall” di Rotterdam e il Concerto No. 4 di Rachmaninov con la Gelders Orkest. Nel 2013 ha debuttato in Corea del Sud esibendosi al Seoul Arts Centre con l’Orchestra Sinfonica KBS O e in diversi prestigiosi festival tra cui il F. Chopin Piano Festival a Duszniki (Polonia), il Festival Diaghilev (San Pietroburgo) e l’ Euro Music Festival ad Halle (Germania).

LUISA PRAYER pianista, ha al suo attivo una estesa attività concertistica, come solista, camerista e accompagnatrice del repertorio liederistico. Ha tenuto concerti in molti paesi europei, negli Stati Uniti, in Giappone, Cina, Taiwan. Ha partecipato al Newport Music Festival (USA), al Festival Orlando di Kerkrade (Olanda) al Moon Beach Okinawa Music Festival (Giappone), ai festival Pontino e di Ravello, ai Mendelssohn Tage di Cracovia. Ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche e discografiche in Italia, Austria, Francia, Taiwan, Stati Uniti. Docente di musica da camera al Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila. Nel 2000 ha fondato in Abruzzo il Festival Internazionale di

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Musica “Pietre che cantano”, di cui cura la programmazione. Nata a Roma, si è diplomata al Conservatorio di Santa Cecilia sotto la guida di Annamaria e Sergio Cafaro e alla Hochschule Mozarteum di Salisburgo con Gilbert Schuchter. Ha conseguito il diploma di perfezionamento in musica da camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nella classe del violinista Riccardo Brengola. Si è perfezionata con Bruno Canino, Valentin Berlinsky del Quartetto Borodin, e ha seguito all’Accademia Chigiana di Siena le masterclass di Riccardo Brengola, Paul Badura Skoda e Rudolph Buchbinder. È stata invitata dal pianista Gerhard Oppitz ai corsi di interpretazione beethoveniana della Fondazione Kempff di Positano.

ROBERTO PROSSEDA nato a Latina ha guadagnato una notorietà internazionale in seguito alle sue incisioni Decca dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, tra cui quella con il Concerto in mi minore con Riccardo Chailly e la Gewandhaus Orchester. Nel 2013 ha completato, sempre per Decca, la prima integrale completa della musica pianistica di Mendelssohn, in 9 CD. Ha suonato come solista con la London Philharmonic, la Gewandhaus Orchester, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra Santa Cecilia di Roma, la New Japan Philharmonic, la Royal Liverpool Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la Bruxelles Philharmonic, e ha tenuto concerti alla Wigmore Hall di Londra, alla Philharmonie di Berlino, al Gewandhaus di Lipsia, al Teatro alla Scala di Milano. Dodici sue incisioni sono state incluse nei cofanetti “Piano Gold” e “Classic Gold” della Deutsche Grammophon (2010). Attivo nella promozione della musica italiana del Novecento e contemporanea, ha inciso l’integrale pianistica di Petrassi, Dallapiccola e Aldo Clementi. Dal 2011 suona in pubblico anche il piano-pédalier, avendo riscoperto e presentato in prima esecuzione moderna il Concerto di Charles Gounod per piano-pédalier e orchestra con la Filarmonica Toscanini di Parma, e che ha rieseguito con i Berliner Symphoniker, la Staatskapelle di Weimar, l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana, la Netherlands Symphony Orchestra, la Lahti Symphony Orchestra. Nel 2012 ha inciso l’integrale di Gounod per piano-pédalier e orchestra per l’etichetta Hyperion con l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana diretta da Howard Shelley. Roberto Prosseda è anche attivo come saggista e autore televisivo. Ospite regolare di Radiotre, ha curato alcune delle “Lezioni di Musica”, dedicate a Mozart, Mendelssohn, Schumann, Chopin. È autore e coproduttore di tre documentari per RAI Educational, dedicati rispettivamente a Mendelssohn, Chopin e Liszt, pubblicati in DVD per Euroarts. È autore del

volume “Guida all’ascolto del repertorio pianistico”, in uscita per le Edizioni Curci. È coideatore e coordinatore artistico della rete di musicisti “Donatori di Musica”, presidente dell’Associazione Curci. È coideatore e coordinatore artistico della rete di musicisti “Donatori di Musica”, presidente dell’Associazione Mendelssohn Italia e consulente artistico di Cremona Pianoforte e Cremona Mondomusica.

EMANUEL RIMOLDI MARGARITESCU nato nel 1986 ha studiato pianoforte sotto la guida di Riccardo Risaliti e Vincenzo Balzani, conseguendo la laurea specialistica con 110 e lode e menzione d’onore al Conservatorio di Milano. Ha studiato inoltre composizione con Fabio Vacchi. Dal 2004 al 2007 ha studiato all’Accademia Pianistica di Imola con Boris Petrushansky. Ha seguito masterclass in importanti istituzioni e con maestri di chiara fama quali W. Grant Naborè, Benedetto Lupo,Dario De Rosa. Dal 2009 studia al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca nella classe di pianoforte di Elissò Virsaladze e in quella di musica da camera di Scanavi. Ha suonato per varie manifestazioni e società sia in Italia che all’estero quali il Festival Pontino nel 2009, il Klavier e il Kammer Musik Festival di Monaco di Baviera in diretta radio Ard, l’associazione Art-Vita di San Pietroburgo e in altre città della Russia. Nel 2004 ha suonato al Teatro dell’Opera di Roma per l’Ambasciata di Romania in diretta televisiva debuttando per la prima volta in programma con una propria composizione. Nel 2005 ha suonato insieme al pianista russo Oleg Marshev per la Società Milanese dei Concerti. Nel 2007 ha vinto una borsa di studio che gli ha offerto la possibilità di tenere un recital all’Università Statale di Milano, in seguito al quale è stato richiamato a collaborare con questa università tenendo un nuovo recital nel 2008 ed una serie di lezioni-concerto per il dipartimento di Filosofia. A marzo del 2008, insieme all’orchestra AOz ,ha suonato per i 170 anni dell’Università di zurigo. Si è esibito, sempre con l’Orchestra Accademica della città elvetica, all’Auditorium di Milano, all’Accademia di Imola e a Roma all’area archeologica del teatro Marcello eseguendo il secondo Concerto di Rachmaninov. In seguito alla vittoria di un concorso, ha eseguito e registrato in dvd live il secondo Concerto di Rachmaninov con l’orchestra Jupiter della Brianza. Nel giugno 2009 ha tenuto un recital al Gasteig di Monaco per la stagione Winners and Masters. Nel giugno 2010 ha suonato alla Steinway Hall di Londra per la Keyboard Trust, concerto registrato per l’etichetta dell’ononima organizzazione e recensito dalle riviste Musikwebinternational e Music & Vision.

ROBERTO GATTO PERFECTRIO “Una formazione veramente speciale. Ha colpito soprattutto la caratura dell’improvvisazione (a ben vedere quanto e difficile oggi ascoltarne di autentica); una concentrata ricerca di vari gradi di tensione e di diversi mood e stata espressa istantaneamente dai tre, tutti bravissimi. Situazioni puntillistiche o rumoristiche sono cresciute gradualmente per sfociare nei temi di vari autori, esposti mai pedissequamente ma in modo obliquo e armonicamente deformato” Libero Farnè, Allaboutjazz.com - 2013. Nel corso di una lunga e fortunata carriera che lo ha portato al vertice del jazz Italiano, del quale e uno dei musicisti piu rappresentativi, Roberto Gatto ha iniziato a spostarsi dal ruolo di sideman di lusso a quello di leader, creando una serie di gruppi che, c’era da aspettarselo, hanno raccolto sempre un immediato successo. Senza smettere di arricchire un curriculum di collaborazioni nel quale spiccano i nomi di Johnny Griffin, George Coleman, Curtis Fuller, Joe zawinul, Pat Metheny, oltre che i principali musicisti Italiani, ora Roberto vive fra Roma e New York e coltiva innanzitutto la propria musica. Dopo una serie di situazioni piu legate alla tradizione jazzistica (come gli omaggi in quintetto a Miles Davis e Shelly Manne), si rivolge ora a esplorare nuove sonorita, richiamando alla memoria un suo altro recente progetto che ripercorreva il repertorio del progressive rock. Senza dimenticare il legame con la tradizione, questo trio si muove all’insegna della sperimentazione legata alle nuove sonorita e conduce il pubblico nel mondo dell’elettronica e dell’improvvisazione, dando vita ad una performance multiforme. Momenti di grande energia e groove si alternano a momenti di alto lirismo e sonorita progressive. Il suono del trio e connotato dal piano Fender, dai synth analogici, dai loops, dall’utilizzo di live electronics da parte di tutti e tre. Roberto Gatto ha dato a questo gruppo il nome di “trio perfetto”, a indicare la formazione in cui attualmente si trova piu a suo agio e che gli permette di suonare tutta la musica in assoluta libertà.

MARIANA SIRBU nata a Iasi, in Romania, ha compiuto i suoi studi all’Accademia di Musica di Bucarest nella classe di violino di Stefan Gheorghiu. Ha iniziato giovanissima la carriera concertistica ottenendo numerosi premi internazionali ed ha suonato come solista nelle più importanti sale da concerto di tutto il mondo. Nel 1968 è stata tra i fondatori del Quartetto Academica. Nel 1985 entra a far parte del Trio di Milano con il pianista Bruno Canino ed il violoncellista Rocco Filippini, con il quale ha partecipato a numerose tournées in Europa, USA,

Canada e Australia. Nel 1992 Mariana Sirbu è divenuta il leader del gruppo I Musici. Dal 1994 è anche membro fondatore e primo violino del Quartetto Stradivari. Ha inciso per la Philips, Dynamic, Schwann - Harmonia Mundi, UNICEF e Decca. Ha insegnato all’Accademia di Musica di Bucarest, alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, all’Accademia Europea di Musica di Erba-Como e ai Corsi di Perfezionamento di Sermoneta. Attualmente è docente alla Scuola di Musica di Fiesole e all’University of Limerick in Irlanda. Mariana Sirbu suona un violino A. Stradivari del 1702, soprannominato “Conte de Fontana”.

ELISSÒ VIRSALADZE è cresciuta a Tiblisi. Dopo aver frequentato il Conservatorio, ha lasciato la citta natale e si e trasferita a Mosca. A vent’anni si è aggiudicata il terzo premio nel famoso Concorso Čajkovskij. A Mosca ha proseguito gli studi con Heinrich Neuhaus e Yakov zak. Questi insegnanti di grande talento l’hanno immersa nella rinomata tradizione russa della pedagogia del pianoforte. Non sorprende pertanto che sia considerata un’insegnante di eccezionale bravura e che i suoi studenti abbiano ottenuto straordinari riconoscimenti, alcuni dei quali allievi anche ai Corsi che dal 2003 tiene a Sermoneta per il Campus Internazionale di Musica. Elissò Virsaladze insegna al Conservatorio di Mosca e alla Munich Musikhochschulee ed ha partecipato come membro della giuria nei più importanti concorsi internazionali. A ventiquattro anni ha vinto il primo premio al Concorso Schumann di zwickau. La pianista è altresì nota per il vasto repertorio che si estende fino a comprendere i compositori russi moderni. Elissò Virsaladze si esibisce regolarmente come solista e in duo con Natalia Gutman nelle principali citta europee. Con il repertorio di musica da camera e con orchestre quali la Petersburg Philharmonic e la Royal Philharmonia London ha effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa. Elissò Virsaladze appare inoltre regolarmente con prestigiose orchestre in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e in altri paesi, collaborando con direttori d’orchestra quali Rudolf Barschai, Kyril Kondraschin, Riccardo Muti, Kurt Sanderling, Wolfgang Sawallisch, Evgeny Svetlanov, Juri Temirkanov o Antoni Wit. Incide per l’etichetta Live Classics.

FABRIZIO VON ARX nato a Napoli, ha intrapreso lo studio del violino all’età di cinque anni sotto la guida di Giovanni Leone e a soli dieci anni é risultato vincitore al concorso di Vittorio Veneto ed in vari concorsi nazionali per giovani talenti. Diplomatosi nella città natale al Conservatorio di S. Pietro

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a Majella,ha intrapreso studi di perfezionamento all’estero, ottenendo prestigiosi riconoscimenti : il diploma di Virtuosité (1°classificato) a Ginevra sotto la guida di Corrado Romano, quello di Performer negli USA, seguito da Franco Gulli e Nelli Skolnikova, presso la prestigiosa School of Music dell’Università Indiana a Bloomington, a Berlino con Ruggiero Ricci e a Cremona con Salvatore Accardo. Il debutto a sedici anni con l’orchestra della Rai di Napoli, lo proietta in un’intensa attività concertistica a livello nazionale ed internazionale; è ospite nelle principali stagioni concertistiche italiane e d’oltralpe come Le Serate Musicali di Milano, Associazione Scarlatti di Napoli, al Ravenna Festival, Concerti in diretta RadioRai 3 dal Quirinale, Filarmonica Romana, Lucca in Musica, La Cité de la Musique de Paris, il Festival di Bellerive, Les Grands Interprètes de Neuchâtel e la Tonhalle di zurigo (Svizzera), alla WienerSaal di Salisburgo e alla Philharmonie di Berlino. Ha suonato come solista con prestigiose orchestre quali l’Orchestra da Camera di Praga, l’Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti di Mosca, la Japan Royal Chamber Orchestra, la Wiener Kammerorchester, i Berliner Simphoniker e la Symphonisches Orchester di zurigo. È stato diretto da artisti del calibro di Franco Petracchi, Alexander Vedernikov, Shunsaku Tsutsumi, Yuri Bashmet, Peter Maag e Lior Shambadal. Ha al suo attivo tournée negli Stati Uniti, Francia, Germania, Belgio, China, Svizzera. Il debutto discografico per l’etichetta Nuova Era di Torino, con la registrazione dell’integrale delle composizioni per violino e piano di Sergej Prokoviev (in duo con Antonio Valentino) ha ricevuto le massime lodi della critica specializzata. È da sottolineare il successo dell’ormai pluriennale e consolidata collaborazione con Bruno Canino con il quale ha registrato per la Dynamic le Sonate di Schumann, premiate dalla critica con le prestigiose cinque stelle della rivista «Musica». Il CD è stato presentato dal duo con concerti alla Kammermusiksaal della Philarmonie di Berlino, alle Serate Musicali di Milano, e alla Wigmore Hall di Londra. Nel 2013, l’etichetta Sony-RCA Red Seal pubblica le sue due nuove incisioni. Il primo CD live-recording del Concerto di Bruch e della Carmen-Fantasy di Sarasate con la Prague Sinfonia Orchestra diretta da C. Benda ed il secondo con il pianista Julien Quentin delle sonate francese. Fabrizio von Arx suona un prezioso violino di G. B. Guadagnini del 1754.

Daniele Salvo

Clara Galante Selene Gandini

Melania Giglio Giorgio Maulucci

FESTINA LENTEOmaggio ad Aldo Manuziointeventi di:

Su RADIOLUNA dal 29 giugno, per tutta la durata del Festival, dal lunedì al sabato, alle ore 11.00 andrà in onda Buongiorno, Festival! rubrica di informazioni e aggiornamenti sul 51° Festival Pontino.

ESERCIZI CONVENZIONATI• Fondazione Roffredo Caetanisconto del 10% sul contributo d’ingresso del Giardino di Ninfa, Castello Caetani di Sermoneta e Parco Pantanello.

• Gioielleria De Vitis - LatinaVia Eugenio di Savoia, 12 - tel. 0773 474261Riduzione del 15%

• Idea di Pina Sorrentino - LatinaVia Sisto V, 17/15 - tel. 0773 474460 Riduzione del 15%

• Fattoria Prato di Coppola - Latina Via del Lido Km. 4.200 - tel. 0773 273411Riduzione del 15%

• Egidio Gran Caffè Tavola Calda - LatinaS.S. 148 Pontina Km 80.300 - tel. 0773 255640Riduzione del 15%

• Punto Einaudi - Sermoneta scaloCentro Comm. Sermoneta Shopping - Sermoneta Scalo Riduzione del 15%

• Hotel Principe Serrone - SermonetaVia del SerroneRiduzione del 10%

• Locanda Borgo Antico - Borgo di FossanovaVia dei Guitti - tel. 0773 1875674Riduzione del 10%

• Dal Lago Dream Destination - LatinaVia Duca del Mare, 48 - tel. 0773 666804Esenzione diritti di agenzia per i servizi acquistati

AGEVOLAZIONI CAMPUS CARDLa Campus card dà diritto alla riduzione sull’acquisto del biglietto delle iniziative orga-nizzate dalla Fondazione Campus Internaziona-le di Musica nell’anno solare di validità e ad uno sconto negli esercizi convenzionati. Essa è stretta-mente personale e va sempre esibita per poter usufruire delle agevolazioni previste, che sono accordate unica-mente al titolare della Card.

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CONTRIBUTI EPATROCINI

Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo

Regione Lazio - Assessorato Cultura e Politiche giovanili

Provincia di Latina

Comuni di Latina, Sermoneta, Priverno, Fondi, Sabaudia

Fondazione Roffredo Caetani Fondazione Camillo Caetani

COLLABORAzIONIIstituto di Studi Musicali

Goffredo Petrassi

Conservatorio Statale di MusicaOttorino Respighi di Latina

Conservatorio Statale di MusicaGiuseppe Verdi di Milano

Keyboard Charitable Trustdi Londra

Abbazia e Borgo di Fossanova

Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi

segui fondazionecampus internazionale di musica

Organizzazione e realizzazioneFondazione Campus Internazionale di MusicaVia Varsavia, 31 - 04100 LatinaTel. 0773 605551 (dal 30 giugno anche 0773 30250)[email protected] www.campusmusica.it

Biglietto dei concerti del sabato a Sermoneta e

della domenica a FossanovaIntero € 15,00

Ridotto € 10,00 (under 25, over 65, possessori card-Feltrinelli, studenti del Conservatorio e dell’Università di Latina, insegnanti, beneficiari di convenzioni)

Ridotto € 8,00 (titolari della CampusCard)

Ingresso coppia € 20,00

Biglietto altri concertiBiglietto unico € 5,00

Biglietto SerenateBiglietto unico € 2,00

Ingresso gratuito (titolari CampusCard)

Costo CampusCard € 20,00

Le riduzioni sulle tariffe non sono cumulabili

mediapartners

Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it

Si ringraziano: Alfonsi pianoforti, Banca Popolare del Lazio, Villa Meravigliosa ristorante

La direzione del Campus si riserva il diritto di apportare modifiche al programma per cause di forza maggiore.

immagine di copertina: Armonia, olio su tela di Enrico Benaglia www.enricobenaglia.netprogetto grafico e impaginazione: studio grafico_Pietro Contento. www.pietrocontento.it

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CORSI 2015 di PERFEZIONAMENTO e diINTERPRETAZIONE MUSICALECOMPOSIZIONE30 giugno - 6 luglio ALESSANDRO SOLBIATI

CONTRABBASSO13 luglio FRANCO PETRACCHI

TECNICA del CONTRABBASSO8-13 luglio MIRELA VEDEVA

PIANOFORTE9-15 luglio ELISSÒ VIRSALADZE

PERCUSSIONI16-18 luglio ROBERTO GATTO

VIOLONCELLO e MUSICA DA CAMERA17-23 luglio ROCCO FILIPPINI

VIOLINO e MUSICA DA CAMERA18-25 luglio MARIANA SIRBU

VIOLA e MUSICA DA CAMERA22-27 luglio BRUNO GIURANNA

LABORATORI SPERIMENTALE Play & Rec27 luglio - 1 agosto FABRIZIO VON ARX Violino

27 luglio - 3 agosto MATTEO COSTA Elettroacustica e Registrazione Sonora

29 luglio - 3 agosto ROBERTO PROSSEDA Pianoforte

SEMINARI3-5 luglio VALENTINA LO SURDOL’arte del successo 2.0

29-31 luglio MAURO BUCCITTIL’accordatura ad orecchio con vari temperamenti

Assistenti

CLARA DUTTO, ROBERTO PARUZZO, LINDA DI CARLO, CHIARA SARCHINI

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ORGANI STATUTARI DEL CAMPUS

PRESIDENTE ONORARIORiccardo Cerocchi

PRESIDENTELuigi Ferdinando Giannini

VICE PRESIDENTEClotilde Lucchetti

COMITATO ESECUTIVOLuigi Ferdinando GianniniRenzo CalzatiElisa CerocchiClotilde LucchettiMarco Pandozi

CONSIGLIO GENERALERegione LazioComune di LatinaComune di SermonetaFondazione Roffredo CaetaniFederlazio LatinaFrancesco AcutoVanda BelliniBruno BorsariRenzo CalzatiAntonietta CentraElisa CerocchiPaola CerocchiRiccardo CerocchiEliana D’AlessandroCarolina De CuiaLuigi Ferdinando GianniniAlessandro IucciClotilde LucchettiMarco PandoziTommaso ParascandoloGabriele PezoneGianfranco PittonUmberto RediVera RussoFausto TasciottiFrancesco Tescione

COLLEGIO DEI PARTECIPANTIComune di PrivernoComune di FondiFranco AccorintiUgo BerardiClaudio BuccarellaVincenzo CalabresiMaria Teresa CensiCostanzo GalileoEligio De BiaggioErmelinda De FeoCarlo Dell’AgliMaria Del Sapio GarberoMaria Antonietta De VitisGiuseppe FalconiGabriella Franzellitti LucchettiGiovanni LungarellaVincenzo LuppinoGiancarlo MacaliMaria Olga ManzoLauro MarchettiGiorgio MaulucciTeresa PalombelliAlessandro PontecorviCherubina RamacciLeonardo RizzoGaetano SalvagniSilvia Sitzia

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTIUgo Berardi (Presidente)Giuseppe Di TrentoMaria Olga Manzo

SEGRETARIO GENERALETiziana Cherubini

CONSULENTI ARTISTICIDEL CAMPUSGabriele BonomoFranco PetracchiAlessandro SolbiatiFabrizio von Arx

COORDINATORE ARTISTICO Luigi Ferdinando Giannini

PRESIDENTE ONORARIODEL FESTIVAL PONTINOLuis de Pablo

FONDAZIONEROFFREDO CAETANI

Organizzazione e realizzazioneFondazione Campus Internazionale di MusicaVia Varsavia, 31 - 04100 LatinaTel. 0773 605551 - [email protected]

CAMPUSINTERNAZIONALE

DI MUSICAFondazione