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Notiziario della classe Ii F della Scuola media di Arese
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Quest’anno l'argomento principale di cui parliamo è il cibo, che rientra nei nostri percorsi scolastici. I progetti a cui abbiamo lavorato sono: Orto in Pagella, Progetto Norvegia, Cibo per tutti. Abbiamo poi parlato del cibo in varie discipline, ad esempio in inglese, in scienze, in educazione tecnica, nelle ore di Cittadinanza e Costituzione. E come dimenticare il nostro spettacolo teatrale, tratto dal romanzo Cuore di Ciccia. Con la prof Loffreda abbiamo conosciuto la signora norvegese Aslaug, con la quale abbiamo sperimentato le nostre abilità culinarie, imparando le tradizioni norvegesi. Con il progetto “cibo per tutti” ci è venuta a fare visita la signora Mariagrazia che ci ha mostrato delle diapositive e ci ha proposto dei giochi incentrati sul tema della distribuzione ineguale delle risorse alimentari nel mondo. Abbiamo imparato che l'economia e i mercati nel
mondo sono molto squilibrati. “Cuore di Ciccia” è il testo a cui ci siamo ispirati per creare il nostro spettacolo legato al tema del cibo, in particolare ai disturbi alimentari. Ma al testo di Susanna Tamaro abbiamo poi aggiunto le nostre riflessioni sul consumismo e sull’importanza che l’esteriorità ha nelle nostre vite. Durante l’anno abbiamo svolto altre attività interessanti: ad esempio, l'incontro con il pubblico ministero Anna Maria Fiorillo che ci ha parlato del suo lavoro. Parlando di legalità, abbiamo anche discusso sui temi dell’evasione fiscale e abbiamo incontrato un responsabile della Guardia di Finanza che ci ha illustrato il tema delle tasse. E’ stato un anno pieno di esperienze nuove, interessanti e coinvolgenti. Vi invitiamo a scoprire le nostre attività. Buona lettura a tutti.
Sonia & Jacopo
Un altro anno passato in frettaUn altro anno passato in frettaUn altro anno passato in fretta
Sommario
Orto in Pagella 2
Teatro: Cuore di Ciccia 6
Amici nel mondo 8
Viaggio dentro il cibo 10
Progetto Norvegia 13
Amici in cucina 16
Cronache della 2a F 18
150 anni dell’Unità d’Italia 20
Dialogo nel buio 22
Sindaco dei Ragazzi 24
Il Baskin, gioco per tutti 25
Scienze in Comune 27
Giochi matematici 28
Notiziario ambientalista
della classe II F
Pensieri e parole nell’orto
Quello che abbiamo fatto nel laboratorio di
scienze ci è servito molto. E’ stato molto
divertente realizzare un orto, anche se non
con risultati ottimali. Alla prima semina è
stato tutto disastroso… Appena nate le
piantine, sembrava tutto così romantico, poi
però quando hanno iniziato a crescere, sono
morte a causa della loro precocità di nascita
per il caldo prodotto dal calorifero. Il nostro
orto è assolutamente biologico per dare il
nostro contributo a conservare più a lungo il
nostro pianeta. Abbiamo imparato a
riconoscere gli attrezzi e ci siamo adattati
quando non avemo quelli giusti: la vanga
per arare, il rastrello per livellare e togliere
le erbe infestanti, una piccola paletta per
schiacciare la terra appena seminato, la
zappa e infine delle bottiglie di plastica per
annaffiare le piante. Giulio e Davide
Abbiamo lavorato per l’orto tutti i martedì,
con la classe divisa in due gruppi. Tutte le
volte facevamo qualcosa di buovo. Poiché il
terreno è povero e argilloso, abbiamo
portato un secchio di letame che abbiamo
sparso per concimare. Poi abbiamo
costruito una specie di capanna degli indiani
come sostegno per le piantine. Abbiamo
imparato a distinguere una pianta dall’altra
e ad averne cura. Giada
Il nostro Orto in pagellaIl nostro Orto in pagellaIl nostro Orto in pagella
Anche quest'anno la nostra classe ha lavorato a molti progetti, uno di questi è la preparazione di
un orto. L'obiettivo finale è organizzare un piccolo orto biologico nel cortile della scuola.
Ma vi starete chiedendo il perché di questo progetto. Esso ci è stato proposto dalle proff De Ponti e
Radice, è stato svolto durante le ore di compresenza e vuole farci acquisire l’abitudine alla
pazienza, mettere in pratica le cose imparate in scienze. Abbiamo iniziato il lavoro a novembre-
dicembre, programmando le varie fasi di lavoro da svolgere durante l'anno. A gennaio abbiamo
preparato il semenzaio con pomodori, coste, cetrioli, fragole, basilico e prezzemolo. Abbiamo
sistemato i vasi in classe, i semi sono germinati in pochissimi giorni, ma la temperatura elevata li
ha fatti crescere troppo in fretta.
Così quando abbiamo trapiantato sono morti. A febbraio abbiamo riordinato la serra presente in
giardino, che da molto tempo non veniva utilizzata e a marzo vi abbiamo messo parte dei vasi;
abbiamo rifatto il semenzaio e trapiantato le piante superstiti. Tra marzo e aprile abbiamo
trapiantato in piena terra, che abbiamo recintato con del filo. Per fare tutto ciò abbiamo dovuto
studiare diverse materie, in scienze i principi nutritivi, l'alimentazione, i problemi legati e
l'apparato digerente, in tecnica i diversi modi di coltivazioni, i tipi di terreno, il clima e
l'agricoltura, in geografia il rapporto che c'è tra noi e l'ambiente, lo sviluppo dell'economia, la
storia del cibo, in cittadinanza, dove abbiamo parlato di come mangiamo e se la terra ci può
sostenere, ma anche in inglese dove siamo andati in cucina con un’insegnante norvegese e
abbiamo parlato in inglese e imparato i diversi cibi, oggetti e le azioni che si svolgono in cucina.
Abbiamo dovuto usare anche diversi materiali come guanti, vanghe, palette, zappette, rastrello,
foglio per pacciamatura, annaffiatoi, cassette per semenzaio, utensili minuti per piantare e
diserbare terra, stallatico, sabbia e sementi. Adesso che il nostro orto è partito aspettiamo i frutti
de nostro lavoro. Spunterà qualcosa che potremo vedere o addirittura gustare?
Francesca
Frutta erbaggi Erbe, frutta, colori della bella
stagione. Poche ceste ove alla sete si rivelano dolci polpe crude.
Entra un fanciullo colle gambe nude, imperioso, fugge via.
S’oscura l’umile botteguccia, invecchia come
una madre. Di fuori egli nel sole
si allontana, con l’ombra sua, leggero.
U. Saba
Pagina 2
Gennaio: si parte!Gennaio: si parte!
Finalmente! Il momento che tutti noi stavamo aspettando è arrivato. Oggi, 18 gennaio dell’anno 2011 abbiamo finalmente cominciato a seminare i nostri ortaggi. All’inizio la prof Radice ci ha consegnato i sottovasi, nei quali pianteremo e ci ha dato qualche informazione. Intanto la prof De Ponti faceva le foto. Vi descrivo l’atmosfera della classe: tutti felici di poter provare una nuova esperienza assieme ai compagni di classe; alcuni, che avevano dimenticato i guanti a casa, si preoccupavano di dover mettere le mani nella terra bagnata, invece altri più coraggiosi si divertivano a usare le mani che diventavano sempre più nere. Ma sembrava troppo bello per restare lì, infatti abbiamo dovuto pulire la classe dalla terra e dall’acqua rovesciata. E’ stato un bel divertimento. Thomas
Francesca, Jacopo e Arianna alla fine della semina.
ORTAGGI PROVERBIALIORTAGGI PROVERBIALIORTAGGI PROVERBIALI Fin che dura fa verdura...Fin che dura fa verdura...Fin che dura fa verdura... Zucche e melone alla sua stagione.Zucche e melone alla sua stagione.Zucche e melone alla sua stagione. Stare in mezzo come il prezzemolo… Stare in mezzo come il prezzemolo… Stare in mezzo come il prezzemolo…
C’entra come i cavoli a merenda.C’entra come i cavoli a merenda.C’entra come i cavoli a merenda. Non si può cavare il sangue dalle rape. Non si può cavare il sangue dalle rape. Non si può cavare il sangue dalle rape. Casca a fagioloCasca a fagioloCasca a fagiolo......... Diventare rosso come un peperone.Diventare rosso come un peperone.Diventare rosso come un peperone. Avere uno spirito di patata… Avere uno spirito di patata… Avere uno spirito di patata… Con il tempo e con la paglia maturano le nespole.Con il tempo e con la paglia maturano le nespole.Con il tempo e con la paglia maturano le nespole. Marzo asciutto e april bagnato, beato il villan che ha seminato.Marzo asciutto e april bagnato, beato il villan che ha seminato.Marzo asciutto e april bagnato, beato il villan che ha seminato. Prendere due piccioni con una fava. Prendere due piccioni con una fava. Prendere due piccioni con una fava. UUUna mela al giorno leva il medico di torno.na mela al giorno leva il medico di torno.na mela al giorno leva il medico di torno. Passare la patata bollente.Passare la patata bollente.Passare la patata bollente. Non si possono fare le nozze con i fichi secchi …Non si possono fare le nozze con i fichi secchi …Non si possono fare le nozze con i fichi secchi …
Il susino
Nel cortile c'è un susino. Quant'è piccolo, non crederesti.
Gli hanno messo intorno una grata
perché la gente non lo pesti.
Se potesse, crescerebbe: diventar grande gli
piacerebbe. Ma non servono parole:
quel che gli manca è il sole.
Che è un susino, appena lo credi
perché susine non ne fa. Eppure è un susino e lo vedi
dalla foglia che ha.
B.Brecht
Pagina 3
Orto in pagella
Diario di bordo
10 aprile Nessuno chiede che
fine abbia fatto l’orto? Io e la
prof, con il prezioso aiuto della
signora Rosa, lo stiamo
accudendo, in attesa della
tanto attesa autorizzazione del
comune e dell’aratura. Qui la
nostra serra, i pomodori sono
cresciuti. Laprof
1 marzo Oggi abbiamo
riseminato perchè pare che
delle piantine “originali” se ne
siano salvate pochissime e
questo dispiace a tutti. Ma
sbagliando si impara!
Riusciremo a far diventare il
nostro orticello una vera
giungla! Federico
24 febbraio Questa settimana
è stata dura per il nostro orto
al chiuso. Il trapianto dei nostri
piccoli germogli è stato
traumatico. Ecco le prime
immagini nella loro nuova
casa, più grande ma non
sempre accogliente. C’era la
paura di trovare dei fili secchi
al posto delle nostre piantine
tanto amorevolmente curate.
Laprof
24 gennaio Questa mattina, appena
entrati, alcuni sono corsi a vedere le
piantine e hanno visto che sono
cresciute. Molti si sono meravigliati e
tra questi ci sono anche io; non avrei
mai creduto che germogliassero così in
fretta. Ora attendiamo ancora un po’,
poi le trapianteremo, non vediamo
l’ora. Ale
19 gennaio ‐ ore 11,06. Siamo
passati alla parte operativa del
nostro progetto “Orto in pagella”,
la classe è in fermento, tutti
lavoriamo e siamo felici. Pochi
usano i guanti, molti prendono la
terra con le mani dai sacchi,
rompono le zolle, riempiono i
sottovasi, seminano, ricoprono e
innaffiano. Alla fine c’è terra
dappertutto. Ora ci tocca pulire, ci
armiamo di scopa e paletta e
puliamo. Non ci siamo nemmeno
accorti di aver perso 5 minuti
preziosissimi di intervallo, tutti
soddisfatti, in spasmodica attesa
che i semi germinino.
Davide
Sopra, ecco le prime testoline, spuntate dopo pochi giorni. Poi, come si presentavano dopo una settimana.
Sotto, le piantine nella serra della scuola, che da molto tempo non veniva usata.
Ed ecco la nostra prima zucchina. Pronta per essere trapiantata.
Sotto le piantine di pomodoro, ne abbiamo ricavate una gran quantità e alla fine ciascuno di noi ne ha portata a casa una.
Pagina 4
9 aprile
Oggi durante le ore del laboratorio siamo
andati a trasportare l’orto dietro alla
scuola perchè dov’era prima, i bambini
dell’elementari si divertivano a salirci
sopra! Siamo anche andati a seminare
nella nostra serra un po’ di pomodoro e
un po’ di bieta! Ora attendiamo
speranzosi che stavolta crescano e che
alla fine dell’anno scolastico potremo
mangiare tanti tipi d’insalata, i pomodori,
le zucchine, i cetrioli, il prezzemolo..E tanti
tanti altri ortaggi.. (Ale)
Chi brama onor di sprone o di capello,
serva re, duca, cardinale o papa; io no, che poco curo questo e
quello.
In casa mia mi sa meglio una rapa,ch’io cuoca, e cotta su ‘n
stecco me inforco e mondo, e spargo poi di aceto e
sapa, che a l’altrui mensa tordo, starna o
porco selvaggio; e così sotto una vil
coltre, come di seta o d’oro, ben mi
corco.
L. Ariosto
30 Maggio Osserviamo
soddisfatti il nostro
orticello. Non è proprio
rigoglioso, però le piantine
crescono. L’estate è la
stagione dei frutti, ma noi
saremo in vacanza.
qualcuno resterà a curarle?
CI vediamo a settembre!
23 aprile
L’altro giorno siamo andati a vedere come
stavano le nostre piantine in serra e abbiamo
notato che avevano bisogno di molta più
terra perchè erano cresciute molto. Però non
tutte avevano la necessità di essere
trapiantate.
Siamo andati a trapiantare con una metà
della classe le zucchine e l’altra metà della
classe trapianterà i pomodori. Ci siamo
divertiti molto, prima di questa esperienza
io, per esempio, non avrei mai pensato di
“immergere” le mie mani nel fango e
piantare le piccole piantine che
diventeranno dei begli ortaggi.
Diario di bordo
Il primo fiore di zucchina è stato molto bello, finalmente qualcosa di colorato!
Pagina 5
Orto in pagella 15 Maggio Tra tutte le attività di
quest’anno la mia preferita è l’Orto,
un piccolo pezzo di terra dove stiamo
coltivando pomodori, zucchine,
melanzane, basilico, erba cipollina.
Dopo il disastro iniziale, sta
finalmente diventando bello. Beatrice
trova sempre con la testa
nel frigorifero, cercando
nel cibo l’amore che la
mamma non gli sa dare.
Così Michele ingrassa a
dismisura e la mamma e il
papà prendono misure
drastiche e decidono di
portarlo in un posto dove
sicuramente dimagrirà, la
Clinica Acciughini. Questo
spinge Michele a pensare
che i suoi genitori siano
finti e che lui sia rimasto
orfano da piccolo. Fuggirà
dalla clinica dove è
rinchiuso e si cimenterà in
Questo è il libro da cui
abbiamo preso spunto
per il nostro spettacolo:
è di Susanna Tamaro e
racconta la vita di un
bambino di nome
Michele, che ha i
genitori separati e vive
con la mamma nella
periferia di una città.
Michele viene
frequentemente
trascurato dalla madre,
che è sempre
impegnata nel lavoro e
nella cura della propria
bellezza; e per questo si
una nuova avventura,
in cui scoprirà che non
è l’unico ad essere
trascurato dai propri
genitori. È un libro con
una morale profonda
che tratta le tematiche
delle incomprensioni
nelle famiglie di oggi,
della mancanza di
affetto. Ma ci parla
anche dei disturbi
alimentari, della
bulimia in particolare.
Un libro che abbiamo
letto volentieri.
Beatrice
Il romanzo di Susanna Tamaro
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La scena più difficile da realizzare: Michele sconfigge il mostro, che rappresenta il consumismo. La tecnica delle ombre cinesi ci ha consentito di rendere il momento in modo suggestivo.
Sotto, lo spettacolo è finito e riceviamo gli applausi del pubblico.
Hai fame e la tua pancia è vuota come il cestello della lavatrice, fredda come una distesa polare; hai freddo dappertutto, ti senti debole debole, le gambe non ti reggono, la vista si offusca, se vuoi salvarti puoi fare una sola cosa: alzati e vai in cucina, riempiti la pancia, saziati! (S. Tamaro)
Il Cavaliere cuore di CicciaIl Cavaliere cuore di Ciccia
Teatro
Emozioni sul palco
Dopo tanta attesa e tanto impegno è arrivato finalmente il 19 Maggio, giorno dello spettacolo. La mattina abbiamo portato a scuola le ultime cose che dovevamo portare a teatro e dopo un’ora e mezza di grammatica ci siamo incamminati verso il Cinema Teatro di Arese. Appena arrivati ci siamo cambiati per iniziare le prove generali. Eravamo molto agitati perchè avevamo paura di sbagliare, ma le prove sono andate abbastanza bene. Durante le prove abbiamo perfezionato qualche scena e verso l’una siamo ritornati a scuola. Dopo aver passato il pomeriggio a casa ansiosi per la sera, siamo arrivati tutti puntuali alle 20:30 a teatro. Mentre guardavamo lo spettacolo della 1a F avevamo paura di sbagliare, dimenticare le battute e quindi non entrare in scena
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Il disegno per la nostra locandina realizzato da Beatrice. Rappresenta un cuore, incoronato da due ciambelle, che racchiude un cavaliere. E’ stato giudicato dalle prof il più adatto per gli inviti alla serata dello spettacolo.
per evitare di fare brutte figure. La 1a F ha finito e tocca a noi iniziare; mentre ci incamminiamo verso il palco il cuore ci batte forte. Finalmente siamo arrivati sul palco, eravamo nervosi e pensavamo di non farcela. Siamo andati dietro le quinte e ci siamo cambiati mentre tremavamo. Appena si è aperto il sipario ci siamo bloccati e non riuscivamo ad entrare in scena. Poi durante la rappresentazione ci siamo sciolti e lo spettacolo, anche se con qualche errorino, è stato un successone. Il pubblico ci applaudiva e noi, appena chiuso il sipario, siamo corsi negli spogliatoi e abbiamo gridato di gioia perché lo spettacolo era andato molto bene. Eravamo riusciti a vincere le nostre paure.
Giada
La nostra avventura teatrale continua Eccoci qui sul palco del teatro di Arese, è la nostra seconda volta.
Anche quest’anno nella nostra agenda, ogni mercoledì compariva
la parola TEATRO. Dopo l’anno scorso, anche quest’anno siamo
riusciti a mettere in scena il nostro spettacolo. Questa volta ci
siamo concentrati sui sogni e sul consumo di cibo. Volevamo anche
dare un messaggio, l’anno scorso abbiamo parlato di impronta ecologica, quest’anno volevamo dire che talvolta disturbi del cibo
sono legati a come viviamo e ai nostri affetti. Abbiamo compreso
che alcune persone mangiano perché si sentono sole e talvolta il
cibo aiuta a superare l’infelicità. Ci siamo appassionati e
affezionati al nostro maestro, Giacomo. Questo spettacolo è stato
più impegnativo, c’erano cambi di scena, abbiamo dovuto
inventare delle soluzioni per la scenografia. All’inizio non eravamo entusiasti, il testo non ci coinvolgeva, non capivamo
bene. La prof e Giacomo erano preoccupati ma poi ci siamo
ripresi e ci siamo messi al lavoro.
Francesca, Alice
COME SIAMO ARRIVATI A CUORE DI CICCICOME SIAMO ARRIVATI A CUORE DI CICCIAA
Il lavoro è durato quasi sei mesi. Abbiamo cominciatoa leggere il
libro e poi a scrivere il copione. Quest’anno era piùdifficile perché
dovvamo rielaborare alcune parti della storia che andavano
modificate, perché alcune scene del romanzo non erano
riproducibli. Anche i contenuti erano importanti: perché alcune
persone mangiano continuamente? Perché nelle famiglie ci sono
incomprensioni e solitudine?
Dopo esserci divisi in gruppi e scritto i dialoghi della prima parte,
abbiamo reinventato la seconda introducendo dei personaggi nuovi
e togliendone altri. Non è stato facile.
Alla conclusione di questa fase, ci sembrava che la preparazione
dello spettacolo fosse terminata, ma ci sbagliavamo perché
mancava la parte più difficile: la messa in scena. All’inizio abbiamo
dovuto studiare la parte. Era un disastro perché alcuni non
riuscivano a ricordare le battute, altri non sapevano come muoversi.
Ci sono volute molte prove e molti rimproveri della prof e di
Giacomo. Alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo stati pronti per la
prova generale… E la sera, lo spettacolo, il mal di pancia e le gambe
che tremano. Inizia lo spettacolo...
Arianna, Sara
Il nostro Natale solidaleIl nostro Natale solidaleIl nostro Natale solidale
Pagina 8
Quest’anno come lo scorso, abbiamo allestito un piccolo bar all’interno della scuola per la festa di Natale.
Noi ragazzi di 2a F abbiamo progettato l’allestimento, l’esperienza dello scorso anno ci ha aiutato molto, però fino all’ultimo momento siamo rimasti col fiato sospeso per la macchinetta del caffè. Infatti è stato un disastro trovarla perché nessuno ne aveva una che andasse bene perché ne serviva una che andasse con le cialde, ma fortunatamente alla fine l’abbiamo trovata, grazie alla testardaggine della nostra compagna Francesca, che non si è arresa finché l’ha scovata a casa di una zia. Inoltre abbiamo preparato i cartelloni con i vari prezzi dei prodotti e l’insegna con il nome del nostro bar: Togo bar, che avevamo pronta dall’anno scorso, realizzata da un nostro ex compagno di classe, Francesco. I prodotti che abbiamo venduto nel nostro bar sono
prodotti dell’Equo e solidale, ovvero una società che paga il giusto prezzo al
contadino e noi la riteniamo onesta, non come gli arroganti proprietari delle
multinazionali.
Abbiamo venduto alcuni loro prodotti come ad esempio : il caffè, il tè, il
torrone, il panettone, Ubuntu Cola e il cioccolato, i prodotti che sono
andati a ruba e anche i primi a finire sono stati per i genitori il caffè, e
per i ragazzi l’ubuntu cola, per i più golosi invece il cioccolato. Il bar lo
abbiamo allestito per ricavare dei fondi: l’anno scorso abbiamo
contribuito ad aiutare il Togo e quest’anno il Rwanda, i soldi che sono
stati ricavati per quest’ultimo progetto sono serviti per poter far
andare a scuola i ragazzi ruandesi.
È andato molto bene abbiamo venduto quasi tutto quello che avevamo
preso, abbiamo ricavato del denaro e così abbiamo potuto sostenere il
progetto di aiuto a distanza per il villaggio S.Kizito in Rwanda, qualche ragazzo potrà così andare a scuola e imparare a leggere e scrivere come tutti.
Ci siamo divertiti anche noi a fare il bar, ma soprattutto abbiamo aiutato altre persone meno fortunate di noi.
Sara, Chiara B.
Tutto è partito nel 2009 alla festa di natale, la nostra classe insieme alle altre prime ha ricavato una somma di euro per costruire un dispensario in Togo.
Noi abbiamo contribuito allestendo un bar e vendendo prodotti del commercio equo e solidale.
La 2a F ringrazia la signora Elsa Caruso che ha sostenuto il lavoro in Togo fino alla fine. Il dispensario oggi è finito, ma ancora si devono completare gli interni e dopo potrà essere in funzione per gli abitanti. Terminato questo progetto, in cui ci siamo impegnati e divertiti, le classi prime, a partire dall’anno prossimo si dedicheranno ad altre iniziative. (Jacopo e Sonia)
Amici nel
mondo
Pagina 9
L'Hameau des Jeunes S. Kizito Umugududu in kinyarwanda, tradotto in
italiano "villaggetto"; è nato in risposta ai
bisogni di tanti ragazzi e giovani del
territorio di Musha che necessitavano di
un luogo famigliare dove crescere.
Padre Hermann ha quindi basato la vita
dell'Hameau sui valori dell'accoglienza,
della solidarietà, della religiosità (aperta
a più credi) in un impegno costante di
crescita, scandito sui ritmi dell'impegno
quotidiano: lavoro, studio, gioco e
servizio verso chi è in difficoltà.
Abituare i ragazzi, nella loro povertà, a
rendersi conto che mai nessuno è così
povero da non poter aiutare un'altra
persona più povera ancora, ha condotto
molti di loro ad accogliere questi valori e
a porsi al servizio dei più giovani una
volta cresciuti. E' da loro che è nata nel
2002 l'Hameau des Jeunes S. Kizito,
un'associazione riconosciuta dallo stato
rwandese che offre servizi di accoglienza
e formazione e che promuove progetti di
sostenibilità e sviluppo.
www.barabbas.it
Il giorno 23 novembre 2010 siamo andati nella biblioteca della scuola, per il primo incontro con il Rwanda, presentato da Giacomo Crespi; ci ha proposto un gioco: ha diviso la classe in gruppi, assegnandoci a un paese, poi ha distribuito un po’ di sedie ai gruppi, in quel momento abbiamo notato che i paesi più poveri avevano poche sedie e dovevano arrangiarsi, invece le regioni più ricche avevano sedie, anche in più (uno spreco). Dopo questo gioco, abbiamo riflettuto sulle differenze fra in nostro stile di vita e quello delle persone più povere: ad esempio: mediamente noi abbiamo due computer a famiglia mentre in Rwanda ne ha uno ogni mille persone. Questo incontro è stato molto utile perché ci ha insegnato ad apprezzare ciò che abbiamo. Nel secondo incontro Giacomo è tornato, ma in compagnia di Paola. Con lei Giacomo ci ha di nuovo diviso in gruppi da due persone ciascuno e poi ci ha dato dei giornali, dovevamo cercare e contare le notizie sul Rwanda, ma erano poche. Poi ci ha fatto vedere delle diapositive spiegandoci le condizioni di vita in Rwanda, che erano molto difficili. Nel terzo e ultimo incontro Giacomo ci ha fatto vivere per due ore come le persone nel Rwanda, ci ha portato degli oggetti, presi in prestito dalle persone rwandesi e noi dovevamo spiegare a cosa servivano. Io ero stupita, come gli altri, perché le persone in Rwanda riuscivano a costruire cose utili con oggetti riciclati. Perla, Viviane e Alessandra
Quest’anno al Togobar…
Con il nostro bar equosolidale abbiamo aiutato gli amici Barabba’s Clown
Quest’anno le classi
seconde hanno partecipato
al progetto di solidarietà
della nostra scuola
raccogliendo fondi per il
villaggio di S. Kizito
Durante il laboratorio abbiamo giocato con gli oggetti dell’artigianato ruandese,
maschere, zucche, bastoni. Il gioco era indovinare l’utilizzo degli oggetti.
Le zucche diventano recipienti per l’acqua, alcune piccole sculture sono
seggiolini (sotto).
Pagina 10
Ntampaka Mandera è un ragazzo del Rwanda che, dopo il genocidio avvenuto nel 1994, è rimasto senza padre. Dopo la sua morte ha vissuto con i quattro fratelli, la madre e la nonna in una piccola capanna di legno, paglia, e fango. Ntapaka è il secondogenito e insieme ai quattro fratelli e alla madre lavoravano nei campi delle altre persone per guadagnare del cibo o accudiva i fratelli più piccoli; per via di questo lavoro nessuno dei quattro fratelli ha potuto andare a scuola. Un giorno si mise ad aspettare l’arrivo di padre Hermann, fuori dal cancello dell’edificio dei missionari. Padre Hermann purtroppo quel giorno era uscito, ma gli dissero che purtroppo per lui non c’era posto. Da quel giorno continuò a insistere andando sempre davanti al cancello, finché gli diedero il permesso di entrare; ma padre
Hermann volle metterlo alla prova facendolo giocare con i bambini più piccoli o affidandogli dei lavori in cucina. Questo ragazzo si dimostrò così disponibile a collaborare che gli diedero il permesso di entrare, venne subito accolto a scuola, imparò a cucinare andando in mensa ad aiutare le cuoche e aiutando a cucinare a casa per la sua famiglia. Adesso ciucina per gli ospiti della casa, ma da grande vorrebbe diventare un vero cuoco. Con la sua determinazione, la sua buona volontà, e la sua disponibilità riuscirà a diventarlo. Questa storia mi è stata raccontata da Giacomo, che l’ha conosciuta in uno dei suoi viaggi in Ruanda.
Arianna
La storia di Ntampaka Mandera
Pomeriggio alla capanna ruandese
Il 29 marzo la mia classe ha visitato al Centro Salesiano di Arese la capanna ruandese, una struttura costruita per farci capire la storia del genocidio avvenuto nel 1994 in Rwanda. Inizialmente una persona vestita da militare ci ha diviso in due gruppi che rappresentavano le due etnie in lotta fra loro: Hutu e Tutsi.
Ci hanno chiesto di far finta di essere abitanti del paese: chiedevano a ognuno di noi se era ricco o povero, quante mucche aveva e quanto era alto. Ci hanno
preparato un documento che riportava un timbro diverso secondo l’etnia a cui appartenevamo. Chi aveva ricevuto il timbro andava a vedere le foto delle famiglie dei bambini dopo il genocidio. Poi siamo entrati nella capanna, composat da due stanze. In una abbiamo visto sul computer la vita di Padre Herman, un missionario che viveva in Rwanda ed era scappato per il genocidio. Nell’altra stanza abbiamo visto una casa dopo il genocidio: a terra c’erano vestiti sparsi e degli oggetti distrutti dagli aggressori.
A un certo punto ci hanno bendato e ci hanno dato tra le mani una corda e noi l’abbiamo seguita; a terra c’erano degli ostacoli e quando abbiamo tolto la benda ci hanno spiegato che nello stesso modo si sentiva quando scappava nella notte per sfuggire al genocidio. Ho pensato che sicuramente queste persone hanno provato molta paura perché non sapevano dove andavano. Dopo ci siamo seduti su alcune panchine e al centro abbiamo piantato dei semi, simbolo di rinascita per il paese.
E’ stata un’esperienza interessante e ho potuto capire di più di quel terribile episodio in cui sono morte milioni di persone.
Andrea, 2a L
Amici nel
mondo
Un pomeriggio, su invito di Giacomo, siamo andati alla mostra “Fogli nel vento”. Alla capanna ruandese abbiamo visto come sono le abitazioni ruandesi e come sono state distrutte durante la guerra civile. Qui Giacomo ci mostra alcune foto di persone e abitazioni ruandesi.
Pagina 11
Il nostro filo conduttore quest’anno è stato il cibo, dallo spettacolo teatrale, al laboratorio di cucina, all’attività Cibo per tutti. Abbiamo anche indagato sul cibo che consumiamo a scuola e sui problemi che provoca al nostro corpo.
Abbiamo anche letto i dati sullo spreco: in Italia ogni giorno 4 mila tonnellate di cibo finiscono in discarica, il 15% del pane acquistato e della pasta, 18% della carne, il 12% della frutta.
DOMANDE E RISPOSTE SULLE INTOLLERANZE ALIMENTARI Sono delle malattie? No, sono semplici allergie. Come si fa a sapere di avere queste intolleranze? Facendo dei normalissimi esami del sangue. Perchè le abbiamo? Perchè i nostri villi intestinali, quando non possono assorbire quelle sostanze di cui siamo allergici, si bruciano e per farli ricrescere non dobbiamo mangiare l'alimento che ci fa male. Quante persone al mondo ne sono colpite? Si calcola che una persona su 200 persone soffrano di questi disturbi. Quanti tipi di intolleranze e allergie esistono? Ne esistono tantissime, diverse migliaia. Esistono cure? No, ma diverse allergie e intolleranze passano col tempo. Però diversi scienziati stanno studiando medicine per mangiare le cose che ci fanno male. A quali alimenti possiamo essere allergici? Al glutine (celiachia), al latte e ai suoi derivati, ai lieviti, a certi tipi di frutti e ortaggi.
Noemi e Giada
Viaggio dentro il ciboViaggio dentro il ciboViaggio dentro il cibo
Abbiamo intervistato una delle cuoche della mensa della scuola di Arese, che prepara il cibo sia per gli alunni delle elementari sia per quelli delle medie. La signora Anna Cannone lavora in questa mensa da circa vent'anni e ha visto molte cose cambiare. Le abbiamo fatto delle domande.
Dove finisce il cibo avanzato? Il cibo avanzato lo buttiamo in pattumiera. Purtroppo se gli alunni lo rifiutano non lo possiamo proporlo il giorno seguente. Distribuite cibi Bio? Si, quasi tutto, frutta, olio, budini, e molti altri. In questo modo il comune cerca di garantire cibo più sicuro per gli alunni.
Usate cibi già pronti? No, lo prepariamo noi dalle sei fino all'ora di pranzo. Come arriva la verdura? La verdura arriva in cassetta dal fornitore
Cosa pensate dei menù della mensa? Secondo noi sono perfetti, molto bilanciati Quanto ci mettete per cucinare il tutto? Di solito ci mettiamo sette ore e ci stanchiamo molto, infatti quando torniamo a casa siamo distrutte. Ci sono stati casi in cui il cibo è arrivato già scaduto? No, perché controlliamo il cibo appena ci arriva in modo da essere sempre sicure di quello che diamo da mangiare ai ragazzi.
Noemi e Giada
TRA CUOCHE E FORNELLI
Le classi seconde F e L alla mostra alla Rotonda della Besana, dedicata al futuro del nostro pianeta
Il 26 gennaio noi della 2F e la 2L, siamo andati alla mostra "2050". Questa mostra viene chiamata così perché se continuiamo ad inquinare e a sprecare, nel 2050 le risorse terrestre finiranno e noi non avremo una seconda terra a disposizione. Attraverso delle attività e dei giochi interattivi abbiamo capito come utilizzare le risorse rendendole ecocompatibili con l'ambiente, cioè non inquinando, non sprecando...La nostra guida ci ha anche spiegato di utilizzare ad esempio dei pavimenti fatti con materiali riciclati come: parket di bambù che ricresce molto più velocemente degli alberi comuni, delle piastrelle con le lattine, piastrelle con le infradito... Questi sono esempi di materiali ecocompatibili, che rispettano l'ambiente. C'erano vari giochi: uno, in cui si doveva creare la propria città ideale utilizzando materiali ecologici oppure altri inquinanti; in un'altro dovevamo creare il nostro veicolo, cercando di utilizzare materiali e carburanti ecologici; un altro ci insegnava come creare il cibo senza inquinare e senza rischiare di mangiare prodotti chimici e senza forzare gli animali. Per capire cos'è il carpooling, c'era un gioco in cui dovevamo portare il maggior numero possibile di amici ad una festa: questo ci a insegnato che possiamo utilizzare una macchina portando molte persone e questo permette di non inquinare ciascuno con la propria macchina andando nello stesso posto. In seguito, la nostra guida ci ha proposto un laboratorio in cui si dovevano scegliere alimenti in cui si utilizza meno acqua in tutta la catena di produzione. Abbiamo visto che nei cibi animali ci vuole molta più acqua perché serve per annaffiare le piante per il cibo degli animali e per abbeverarli. Prima di scoprire tutto ciò, ci siamo divisi a gruppi e la guida ci proponeva dei quesiti e noi dovevamo rispondere con dei cartellini; quando si rispondeva in modo adeguato, potevamo scegliere un primo, un secondo e una bibita.
Insomma in questa mostra abbiamo svolto tante attività imparandone il significato. Non vogliamo che la nostra terra finisca presto. Viviane e Alessandra
Quando costa all’ambiente un bell’hamburger come questo? Per produrre la carne, serve tantissima acqua e tanto terreno.
Ma siamo pronti a rinunciarci?
Tra le attività rivolte all’approfondimento
del tema del cibo, abbiamo osservato che in
molte parti del pianeta le persone fanno
fatica a procurarsi il nutrimento. Le classi
seconde hanno partecipato al progetto
“Cibo per tutti”, organizzato con la Coop
Altrove, che noi ben conosciamo perché
sono i nostri fornitori di prodotti per il
Togobar. Siamo stati divisi in gruppi, ognuno
di essi rappresentava un paese (Usa,
Europa, Brasile, Costa d’Avorio, Ecuador,
India). Ci è stata consegnata una busta con
fogli, matite e forbici. A
questo punto eravamo curiosi di sapere in
cosa consistesse il gioco. Presto siamo stati
soddisfatti: Annamaria ci ha spiegato che
ogni gruppo doveva soddisfare il fabbisogno
alimentare del paese, producendo,
barattando o acquistando da altri, avendo a
disposizione mezzi diversi sia economici che
di colture. Nel gioco si sono verificate
diverse situazioni: alcuni gruppi
accumulavano denaro grazie alla vendita dei
prodotti, altri non possedevano il denaro
sufficiente per comprare il necessario. Poi
talvolta intervenivano fattori esterni: per
esempio Annamaria, che impersonava la
Banca Mondiale, introduceva nuove regole:
per esempio l’obbligo per alcuni paesi, come
la Costa d’Avorio, di comprare o vendere
solo da alcuni, oppure le multinazionali
hanno brevettato un riso, tradizionalmente
coltivato dagli indiani, per cui l’India ha
dovuto pagare il 10% del ricavo agli Usa,
come se gli Indiani avessero copiato quel
riso, di cui invece sono coltivatori da secoli.
Questo ci ha fatto capire che la ricchezza è
distribuita male nel mondo. Alcuni paesi
vivono su una monocoltura, cioè coltivano
un solo prodotto. Questo a volte è
vantaggioso, come per l’Ecuador, che nel
gioco era l’unico produttore di banane e
quindi tutti andavano da lui per comprarle.
Altre volte è svantaggioso, come per l’India
che produceva solo riso e poiché quasi tutti
lo producono, nessuno comprava riso
indiano. Gli altri prodotti li acquistava dai
paesi ricchi. Queste cose ci hanno fatto
capire che i paesi ricchi spesso sfruttano
quelli poveri. Le multinazionali non
rispettano i diritti dei lavoratori forzando i
pochi fortunati che hanno lavoro, facendoli
lavorare in condizioni pessime. Per fortuna,
esiste il commercio Equo Solidale, che
protegge i lavoratori pagandoli il giusto e
aiutandoli a comprare i mezzi di
produzione. Speriamo che sempre di più il
commercio diventi cosi, anche se i prodotti
costano di più! Perla, Viviane e Alessandra
Cibo per tutti, un’attività per capire gli squilibri del mondo
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Viaggio dentro
il cibo
IN CUCINA CON MRS ASLAUG
10 chili in 10 giorni, come farsi del male con Mac Donald
sbattere uova, a girare le minestre, assaporare il loro profumo e sparlmare le marmellate sulle crepes. Finite le ricette abbiamo apparecchiato in un lungo tavolo e le abbiamo assaggiate alcune erano buone altre meno. Poi abbiamo salutato Mrs Aslaug regalandole una collana con degli orecchini, per ringraziarla di essere stata da noi qui in Italia. É stata un'esperienza fantastica, che cipiacerebbe rifare, anche perchè non avevamo mai cucinato tutti insieme divertendoci in quel modo. Abbiamo imparato le differenze tra questi due paesi su vari aspetti come la cultura e l'ambiente. Ma soprattutto abbiamo apprezzato la cucina norvegese. Serena e Alessandra
capelli biondi, corti e due grandi occhi azzurri, è simpatica. Quando è arrivata in classe noi alunni ci siamo presentati, dopo di che le abbiamo fatto alcune domande e lei aveva preparato una presentazione sulla sua famiglia e sul suo paese. Ad esempio ci ha fatto vedere che la Norvegia ha un ambiente diverso dal nostro, ha un clima molto freddo. Oltre al clima loro hanno una cucina molto diversa rispetto alla nostra soprattutto perché mangiano tantissimo pesce. Pochi giorni dopo siamo andati nel laboratorio di cucina e a gruppi abbiamo cucinato diverse ricette norvegesi. Le pancake, uova strapazzate,varie zuppe, tartine con formaggio marrone, cremina con marmellata... Prima di cucinare ci ha spiegato come ci dovevamo comportare e e le diverse preparazioni delle ricette; abbiamo anche assaggiato alcuni cibi tra cui il pane, che rispetto al nostro è duro e croccante, il formaggio che è diverso dal nostro perchè è di colore marrone e più dolce… Dopo tutte le raccomandazioni tutti all'opera! Ci siamo divertiti molto, alunni che si divertivano a
L a prof Loffreda ha organizzato il laboratorio con Mrs Aslaug per avvicinarci alla cultura di altri paesi nella cucina e nelle abitudini. Questo laboratorio rientra nelle attività di “ mondo in cucina, a cui lavorano le classi del corso L. Il giorno lunedì 28 marzo è venuta dalla Norvegia la signora Aslaug, una professoressa che insegna in una scuola alberghiera. Non è tanto alta, ha i
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Parlando di cibo, abbiamo anche visto un interessante, a volte divertente, film documentario, Supersize me. Questo film è un video racconto che mostra come i fast‐food possano cambiare il nostro stile di vita e come possano danneggiare gravemente la salute, della nocività e dell'assuefazione creata da questi cibi. Il regista, Morgan Spurlock vuole mettere alla prova il proprio fisico per dimostrare che il cibo dei fast food fa male. In pratica decide di fare una “Mc Dieta”, cioè di mangiare per un mese, a colazione, pranzo e cena dalla famosissima catena di “ristoranti” Mc Donald. Ovviamente, si fa tenere sotto osservazione da una serie di medici, che registrano tutti i dati, con esami del sangue, della pressione , controlli cardiaci, misurazioni del peso eccetera e cercano di limitare i danni alla sua salute. Nel corso del film‐documentario vengono interpellati diversi esperti nell'ambito alimentare, sociologico e medico. All'inizio vengono forniti tantissimi dati, difficili da “assimilare” per lo spettatore (quanti hamburger vengono consumati, quanti zuccheri sono contenuti nei menù Mc Donald, quanti ristoranti Mc Donald ci sono nel mondo eccetera). Ma una cosa è chiara: il regista ingrassa di 10 Kg in dieci giorni e il cibo spazzatura mette in condizioni critiche il suo fegato e i cibi trattati e ricchi di elementi nocivi, come zuccheri e grassi, provocano malattie quali diabete e obesità, oltre che malattia cardiache. Negli Stati Uniti molti bambini si ammalano di diabete e tantissimi sono gli obesi. Il film poi ci porta nelle scuole americane, ci mostra come le abitudini alimentari di quel paese siano influenzate dai fast food. Dopo il film, Mc Donald ha ritiratodal mercato i suoi menù “giganti”, i supersize. Davide
Giada e Arianna alle prese con le tartine
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Mrs Aslaug ci mostra come si fa…
Beatrice e Sonia all’opera coi pancakes che poi Serena porta in tavola;
Mrs Aslaug riceve il nostro regalo di ringraziamento.
Alla scoperta della Norvegia e delle
sue tradizioni culinarie. In alto, Mrs
Aslaug spiega la preparazione dei
piatti; sembre buona, la salsa di frutti
di bosco per farcire i pancake; il
delizioso e ricco buffet e, a destra, il
brown cheese, strano quel colore ma
alla fine si è rivelato molto buono.
Norvegia in padellaNorvegia in padella
e si indossano costumi speciali e molto colorati. In seguito ci siamo recati in aula ambiente dove abbiamo cominciato a cucinare, fantastico!! Abbiamo preparato vari piatti Mmm…che deliziosi piatti da gustare, veramente eccezionali!! In seguito, dopo aver consumato i vari piatti preparati con cura e precisione, abbiamo realizzato dei bellissimi cartelloni colorati riguardanti il progetto, completi di foto. Infine abbiamo preparato un biglietto e abbiamo comprato un regalo per salutare e soprattutto ringraziare Mrs Auslaug per averci permesso di partecipare a un progetto molto interessante e coinvolgente!! Nei due giorni seguenti, divisi in due gruppi, siamo andati tutti nel laboratorio di cucina e abbiamo cucinato con lei piatti norvegesi. Sembravamo proprio veri cuochi! Ovviamente, quello che avremmo cucinato lo avremmo mangiato. Così, tutti incuriositi dal gusto che poteva avere tutto quel cibo, abbiamo iniziato ad assaggiare tutti insieme cibi e ricette differenti dalle nostre come: Sveler\Lapper (frittelle), Porridge, Potato Cake, Scrambled eggs, Peas Soup, Pancakes Crepes, Cloudberry Cream. E’ stato un progetto davvero bello. Ci ha fatto imparare tante cose: cucinare, che per alcuni era una cosa nuova, imparare culture diverse, ma la cosa più difficile è stato parlare solamente in inglese, perché la signora Aslaug sapeva solo il norvegese e un po’ d’inglese! Che cosa complicata, ma tutto sommato ce l’abbiamo fatta e ci siamo molto divertiti!
Mrs Auslaug è stata molto felice di averci conosciuto… infatti appena arrivata a Oslo ha scritto alcune lettere alla prof. Loffreda per ringraziarla ed esprimere il suo apprezzamento per l’attività svolta.
La classe 2 L
Mrs Aslaug ci ha mostrato il suo paese con fotografie bellissime. Eravamo molto affascinati da queste immagini perché non tutti conoscevano la Norvegia Alla fine della presentazione, abbiamo potuto farle alcune domande sulla sua vita quotidiana e “personale”. La Sig.ra Auslaug ha due figli: Eilen e Jan, è una maestra e insegna in un Istituto Alberghiero. Ha cominciato a cucinare quando aveva sette anni con sua mamma, le piace molto. Appena arrivata si è presentata e ci ha illustrato alcune indagini e dati della Norvegia…è stato molto bello!! Ci ha sorpreso molto un dato riguardante le festivita’ e cioe’ quella del 17 maggio in cui si festeggiano i bambini e si mangiano hamburger, coca cola, gelato, torte, caffè
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I compagni della 2 L guardano i piatti preparati e sono pronti all’abbuffata. L’esperienza per entrambe la classi è stata interessante. La prof Loffreda ci ha dato una bella occasione e tutti sono stati entusiasti.
Sotto Fabiola, Lorenzo, Morena e Michele preparano una delle specialità nordiche.
In basso a sinistra, Simone e Giorgia ai fornelli.
Noi, del laboratorio "Amici in cucina" abbiamo pensato per il
150° anniversario dell’unità d’Italia di fare una festa a fine
anno, nella quale abbiamo preparato le ricette tradizionali
delle regioni d’Italia da cui proveniamo. La festa si svolgerà
con musiche popolari preparata dal professore di musica
Corsale. Il laboratorio di cucina si svolge il venerdì alla
seconda, terza e quarta ora di scuola e vi partecipano alunni
di varie classi. Prima di cucinare analizziamo la ricetta scelta
e poi andiamo al supermercato per acquistare gli ingredienti.
Poi in laboratorio cuciniamo tutti insieme. A fine ricetta,
quando il piatto è pronto e finito ci facciamo una bella
scorpacciata, mangiandone un po’ noi del laboratorio di
cucina e offrendone ai professori.
In questa attività ho imparato molte cose e ho trovato
nuovi amici. A me piace molto cucinare e infatti da
grande vorrei fare la cuoca e di aprire un ristorante tutto
mio!
Chiara G.
Quanti amici, in cucina! ...Quanti amici, in cucina! ...Quanti amici, in cucina! ...
Il laboratorio Amici in cucina è formato da alunni di diverse classi e si trova tutti i venerdì alle prese coi fornelli e le padelle. La nostra prima esperienza in pubblico è stata a Natale, quando abbiamo venduto i nostri biscotti.
Quest’anno abbiamo lavorato sull’Unità d’Italia, abbiamo visto i piatti che piacevano ai personaggi come Cavour e Mazzini. Abbiamo disegnato, fatto ricerche, scritto al computer. Alla fine abbiamo preparato un giornalino con le ricette.
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...il laboratorio del venerdì...il laboratorio del venerdì...il laboratorio del venerdì
CARTOCCIATA CHI MILINCIANI E PUMUDURI (SICILIA)
Ingredienti
1 kg di farina
70 g di zucchero
100 g di burro
25 g di sale
1 cubetto di lievito
425 g di acqua
Pomodorini
Scamorza
Prosciutto cotto
2 melanzane
Olio di oliva
Origano
1 uovo
Preparazione
Impastare la farina con burro, zucchero e sale, lievito sciolto nell’acqua. Far lievitare l’impasto per circa due ore. Tagliare le melanzane a cubetti e friggerle. Prendere un pezzo di pasta e stenderla con il mattarello. Foderare una teglia con la carta da forno, adagiare la sfoglia, mettere uno strato di melanzane, i pezzi di prosciutto e di scamorza, i pomodorini conditi con olio e origano. Coprire con una strato di pasta e spennellare con uovo.
Fare due incisioni e lasciare lievitare per circa 30 minuti. Infornare a 220°, cuocere per 25 minuti.
E’ arrivato il gran giorno. Tutto è pronto per la festa. Alla fine della scuola, ci siamo ritrovati in biblioteca e abbiamo mostrato il lavoro ai genitori, alla preside e ai prof.
Abbiamo ricevuto tanti applausi e tutti insieme abbiamo cantato l’inno d’Italia, accompagnati dal pianoforte suonato dal prof. Corsale.
La preside alla fine ci ha consegnato il diploma di partecipazione.
Chiara è stata una delle cuoche della festa. A lato una delle ricette siciliane preparate da lei e, sotto, il banchetto dei dolci.
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Gli ultimi due libri in gara sono di un autore contemporaneo, Uri Orlev, che ci parlano della vita dei ragazzi ebrei durante l’occupazione nazista della Polonia. La gara di fine anno sarà la più movimentata. Ora stanno vincendo le Scimmie dell'isola che sono a 142 punti, mentre i Pinco Pallini sono a 133, siccome il distacco è di solo nove punti crediamo che i Pinco Pallini possano riuscire a superare gli avversari. Vedremo chi vincerà …
Chiara B. e Sara
La nostra aula è la più tecnologica della scuola perché dispone di molte apparecchiature: una stampante, due computer e la LIM. Grazie a queste risorse riusciamo meglio a studiare. Per essere informati, è stato creato dalla prof. De Ponti e dalle altre prof un blog su cui ci confrontiamo, parliamo dei compiti e dei progetti che dobbiamo intraprendere. Impariamo e ci divertiamo di più perché con la lavagna è tutto interattivo e possiamo studiare con il materiale creato da noi. Però bisogna dire che ci sono anche degli svantaggi, ad esempio ci distraiamo e talvolta non ascoltiamo la prof. Oppure qualche volta la lavagna non funziona e allora diventa un caos. Però ci è utile e abbiamo imparato molte cose.
Federico
Abbiamo posto alcune domande alla prof. Perché ha deciso di proporci il torneo di lettura? La scuola tra i suoi compiti ha quello di far leggere i ragazzi, di proporre la lettura anche come piacere. Per me è un'iniziativa da promuovere perché, anche attraverso il gioco, i ragazzi si appassionino ai libri possono arricchire il loro linguaggio. Perché ha scelto questi di libri? Ho scelto questi libri anche per un motivo pratico: i classici della letteratura si possono trovare più facilmente nelle biblioteche. Alcuni classici non sono semplici per il linguaggio e la forma, ma sono capolavori della letteratura, anche se per voi sono più difficili rispetto agli autori contemporanei. Rifarebbe questa esperienza? Mi sono ispirata alla trasmissione “Per un pugno di libri”, certe volte era difficile contenere l'irruenza dei ragazzi. Spero che questo gioco sia stato istruttivo. Anche per me è stata un'esperienza bella perché ho riletto i libri che avevo letto da ragazzina, ed è stato anche divertente fare le domande. Credo che si potrebbe rifare in futuro; però i libri da leggere in terza saranno più difficili da scegliere, perché ce ne sono tanti e tutti imperdibili. Ci sono dei difetti in questo gioco? II ragazzi si devono responsabilizzare per il gioco di squadra. Ma alcuni non sempre hanno letto i libri fino alla fine e, al momento della gara, non tutti erano partecipi allo stesso modo.
Quest'anno abbiamo iniziato il torneo dei libri “Leggere leggero”, una gara di lettura in cui rispondiamo alle domande che ci pone la prof sui contenuti dei romanzi letti. Il gioco si svolge in questo modo: siamo divisi in due squadre, I Pinco Pallini e le Scimmie dell'isola; la prof ci fa scegliere tra un elenco di domande che danno un punteggio diverso secondo la difficoltà. Alla fine della prima manche, si svolge un gioco in cui le squadre devono portare il maggior numero di oggetti che compaiono nel romanzo. Si possono così vedere ragazzi con fucili di plastica, cappelli da pirata pipe e spade, mentre le ragazze osservano gli oggetti portati con interesse. Alla fine delle due manche la squadra che ha racimolato più punti vince. Fino ad ora abbiamo letto: l'Isola del tesoro, Tom Sawyer, Il richiamo della foresta, poi un giallo e un fantasy: e La domatrice di Agatha Christie e Lo Hobbit di Tolkien. Dopo il successo iniziale, le gare non sempre sono riuscite perché i libri si sono fatti un po’ più difficili e noi abbiamo perso concentrazione; però speriamo di continuare il gioco. Infatti il momento della gara è emezionante: felicità, eccitazione e, se si perde, anche un po' di delusione. All'inizio ci era sembrato un divertimento, ma poi si è rivelato un modo per stimolarci a leggere i classici della letteratura. I libri vengono presi in prestito dalle biblioteche comunali del Consorzio Bibliotecario Nord-Ovest.
Il gioco dei libri: leggere leggero
La classe tecnologica
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Uno degli incontri più interessanti dell'anno è stato quello con Annamaria Fiorillo, che lavora come pubblico ministero al Tribunale dei minori a Milano. Gentilmente il giudice ci ha dedicato, nonostante i suoi numerosi impegni, una mattinata intera. Il giorno 1° aprile, nella biblioteca della scuola, si sono trovate le classi prima e seconda F, che avevano preparato in classe una serie di domande per lei. Per iniziare la signora Fiorillo ci ha spiegato come si svolge il suo lavoro: il pubblico ministero inizia a indagare appena qualcuno denuncia un reato, raccoglie le prove per istruire il processo. Il giudice alla fine del processo decide se l'imputato è colpevole o no. Tra le altre cose ci ha spiegato come sono divisi i poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario. Ci ha spiegato con esempi efficaci perché questi poteri devono rimanere divisi, perché se fossero
racchiusi nelle mani di una persona, non ci sarebbe controllo e questa potrebbe avere la libertà di agire secondo i propri interessi. Ci ha raccontato la sua esperienza coi minori, parlandoci di alcuni casi di ragazzi che l'hanno colpita e che lei ha aiutato a ritrovare fiducia in sé. Naturalmente, non tutte le storie vanno a finire bene, alcuni ragazzi non sono riusciti a migliorare e a cambiare vita, non hanno evitato il carcere. Ci ha detto una frase molto importante: ognuno di noi ha un potere enorme. Riflettendo abbiamo capito che significa che noi tutti possiamo cambiare “tutto” se lo vogliamo, con impegno e forza di volontà. Con una parola noi possiamo cambiare in bene o in male qualsiasi rapporto, con la capacità di compiere una scelta possiamo cambiare la nostra vita, e con una decisione a volte giusta a volte sbagliata, si può cambiare il nostro destino. Giada, Noemi, Giulio, Francesca
Chi è il Pubblico Ministero? Incontro con Annamaria Fiorillo
Chi è AnnaMaria Fiorillo? E’ un Pubblico Ministero del Tribunale dei Minori di Milano che si impegna ad andare nelle scuole per parlare di Costutuzione e giustizia. Sotto la vediamo con alcuni di noi dopo l’incontro in biblioteca.
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Ognuno di noi ha un potere enorme L’affermazione fatta dal pubblico ministero Fiorillo, per me significa che noi tutti , , se lo vogliamopossiamo cambiare “tutto”, con impegno e forza di volontà. Possiamo cambiare in bene o in male qualsiasi rapporto, con un gesto o una parola, possiamo cambiare la nostra vita e con una decisione, a volte giusta a volte sbagliata, scegliamo il nostro destino. Sì perché il nostro grande potere è di decidere la nostra vita, il nostro destino, le amicizie. Ognuno di noi può decidere cosa fare della sua vita. Abbiamo il potere di saper dire “no” quando una cosa ci sembra errata e anche di sbagliare, perché è umano sbagliare e da quello s’impara a crescere e a vivere.
Francesca
Cittadinanza e Costituzione
Sono ormai passati 150 anni da quando Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele II a Teano e lo incoronò primo Re d’Italia. Oggi, girando tra le vie di una qualsiasi cittadina italiana si possono scorgere sui balconi, fiere, le bandiere tricolori che ricordano l’anniversario dell’unificazione. Anche la mia scuola ha deciso di ricordare questo particolare evento, mostrando il proprio spirito patriottico.
Il mio ultimo anno di medie sembra, infatti, basato sul ricordo degli uomini dell’unità: Pascoli e Manzoni in letteratura, Verdi in musica, Garibaldi in storia. Sottolineare la fierezza degli uomini del passato non bastava certo per mostrare la nostra italianità. Ed è per questo che si è
deciso di realizzare a scuola uno spettacolo patriottico intitolato: “La Storia siamo noi”. L’idea è venuta al nostro professore di lettere, il quale ha coinvolto anche l’insegnante della Terza H. Sarebbe stato il primo spettacolo natalizio nel quale al posto di Jingle Bells si sarebbe cantato Camicia Rossa. Nonostante la grande voglia che animava i ragazzi e i professori, lo spettacolo ha incontrato una grande difficoltà. Nessuno di noi infatti era uno scenografo o meglio nessuno era capace di allestire uno spettacolo che non facesse ritornare ai genitori le vecchie abitudini di quando da
bambini seguivano una messa in latino. A salvarci è stato il padre di un alunno che, grazie alla sua esperienza, ha seguito in ogni piccolo dettaglio la rappresentazione per renderla più interessante. Dopo tante prove e sacrifici lo spettacolo è riuscito, il giorno di Natale, è stato un successo. I miei compagni, seguiti dalla mia musica (ero l’addetto all’audio) hanno letto citazioni dei protagonisti di quel glorioso periodo, hanno cantato e si sono divertiti. Il nostro scopo, era non solo quello di commemorare il compleanno dell’Italia, ma anche di
ricordarci che la storia la facciamo noi.
Marco Giudici, 3a G
Sightseeing, che ci ha permesso di ammirare palazzi, chiese, monumenti e paesaggi significativi della città. Terminato il giro turistico, ci siamo recati alla Mole Antonelliana, dove abbiamo visitato lo splendido museo del Cinema; qui abbiamo avuto la possibilità di sperimentare, con grande
interesse, le varie tecniche usate in ambito cinematografico. Infine, eccoci in coda per prendere il sofferto ascensore e, tra vertigini ed emozioni, siamo giunti alla meta: dal balcone panoramico abbiamo goduto di una vista mozzafiato, subito ritrovato per gridare un saluto alla magica città. Ma le emozioni non son finite qui, abbiamo dovuto fare i conti con le lancette dell’orologio che giravano e i professori che gridavano che il treno non ci avrebbe aspettato. Il nostro viaggio si è concluso con una inaspettata caccia al tesoro per i nostri genitori, che hanno dovuto individuare la stazione fieristica sperduta nel deserto rhodense, dove è finita la nostra avventura.
La classe 3a F
Questo sentimento si è accentuato con la visita al museo del Risorgimento, nello splendido palazzo Carignano. Questa visita ci ha fatto rivivere un momento della nostra storia, che conoscevamo per averlo studiato, ma che non ci aveva emozionato. Al museo, vedendo i cimeli appartenuti ai protagonisti di questo momento storico, ci siamo sentiti un po’ protagonisti anche noi. Abbiamo ammirato quadri che rappresentavano battaglie e assedi, ma ne mancava uno, quello che illustrava l’invasione del Mc Donald’s, dove avremmo dovuto pranzare. Uniti e compatti, ma soprattutto accampati, ci siamo rifocillati tra clacson strombazzanti e piccioni svolazzanti. Dopo aver consumato il fugace pasto, siamo corsi in piazza Castello per salire a bordo del City
Il 5 maggio è stato un giorno memorabile per noi ragazzi della Terza F, perché siamo partiti alla conquista di Torino. Il nostro viaggio è stato avventuroso fin dall’inizio: mentre facevamo il biglietto, l’impiegata ci ha comunicato che non ci avrebbe fatto lo sconto comitive che ci era stato promesso. Dopo una vana protesta, abbiamo dovuto rassegnarci a pagare il biglietto per intero, pur di non perdere il treno. Quando siamo giunti a destinazione, la capitale sabauda ci è apparsa davvero incredibile, ancora più festosa, allegra, solenne e maestosa del solito, grazie ai festeggiamenti per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia. L’atmosfera di allegria e solennità regnava e camminavamo con l’orgoglio nel cuore. Qualcuno di noi “marciava” con così tanto orgoglio da non badare a dove metteva i piedi e perciò l’abbiamo visto precipitare a terra all’improvviso. L’allegria era aumentata dai canti degli alpini, dalle loro risate e dalle parole che riecheggiavano in tutti i dialetti d’Italia e che ci facevano sentire veramente uniti nella diversità.
La 3a F a Torino
150 anni da Italiani: le classi terze e il Risorgimento150 anni da Italiani: le classi terze e il Risorgimento150 anni da Italiani: le classi terze e il Risorgimento
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La Professoressa Berrone, Maddalena e il tricolore
La nostra scuola è stata invitata alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’onore di partecipare è toccato alla nostra compagna della classe 3a M
Giovedì 17 marzo 2011, su invito del Ministero dell’Istruzione, sono partita alla volta di Roma per assistere alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia; rappresentavo la scuola e la Lombardia, accompagnata dalla docente di matematica Maria Luisa Berrone. Arrivate a Roma dopo il viaggio sul treno Frecciarossa, ci siamo recate in albergo e in seguito al ristorante nel quale abbiamo fatto conoscenza con i rappresentanti delle altre regioni: erano presenti ragazzi e ragazze di diverse età e scuole, a partire dalla bambina calabrese di dieci anni per arrivare al ragazzo valdostano di quinta superiore. Dopo il pranzo ci siamo recati a Montecitorio, in Parlamento. Lì c’è stato il controllo sotto il metal-detector, dopodichè i professori sono stati accompagnati nella Sala della Lupa, mentre noi ragazzi siamo entrati nella Sala del Parlamento. Ci hanno accompagnati nell’ultima fila di poltroncine degli spalti, perciò potevamo vedere tutta la sala dall’alto. Sopra di noi, nei palchi,
si trovavano i giornalisti e gli inviati dei notiziari. Poi hanno fatto il loro ingresso le autorità dello Stato e nelle tre poltrone principali si sono seduti il Presidente della Repubblica Napolitano, il Presidente della Camera dei Deputati Fini e il Presidente del Senato Schifani. Tutti si sono alzati in piedi e abbiamo intonato il nostro inno nazionale. È stato davvero un bellissimo momento: essere lì, noi ragazzi, in rappresentanza dell’Italia intera, a cantare la nostra storia, la nostra unità. È stato forse il momento che più mi ha emozionato. All’inno sono seguiti gli interventi di Fini e Schifani, e successivamente il discorso del Presidente Napolitano; egli ha inizialmente ringraziato tutti coloro che hanno preso parte alle iniziative per le celebrazioni ; in seguito ha ripercorso le tappe storiche che hanno portato alla realizzazione dell’Unità d’Italia, le grandi guide politiche e sociali che l’hanno resa possibile, i nostri simboli che ci identificano come Italia: il Tricolore, l’Inno di Mameli, le canzoni risorgimentali… In modo particolare ha sottolineato più volte l’importanza dell’idea di UNA ITALIA e di come le imprese risorgimentali siano motivo di orgoglio per la nazione. A questo proposito, mi ha colpito molto ascoltare una citazione da uno scritto di Mazzini in cui veniva evidenziata la situazione di smembramento dell’Italia prima dell’unificazione: sotto otto governi dispotici stranieri il
popolo desiderava l’unità… Il Presidente ha aggiunto che questo senso di patria ha permesso, nel tempo, di risollevarsi da ogni sconfitta e ha portato l’esempio del secondo dopoguerra, dopo il fascismo. Alla fine del suo discorso ha proclamato: “VIVA LA REPUBBLICA, VIVA L’ITALIA UNITA!” e gli applausi non finivano più. È stata una sorpresa per me quando tutti i presenti si sono uniti spontaneamente in un coro per cantare di nuovo l’inno nazionale. Sono stata contentissima di questa esperienza, che per me è stata veramente un grande onore. Il 17 marzo a Montecitorio c’era tutta la nostra scuola.
Maddalena Pigni, classe 3aM
Una giornata capitale…
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Prima di entrare nel buio, davanti
all’ingresso della mostra: qualcuno
aveva paura, qualcuno era curioso,
ma tutti eravamo emozionati
all’idea di affrontare
un’esperienza nuova.
In verità, alcuni avevano già
visitato il percorso ma erano
impazienti di vederlo un‘altra
volta. Altri erano inquieti e
avevano un po’ di timore.
All’interno della mostra,
prima di iniziare il
percorso al buio, abbiamo
incontrato Rosaria, una non
vedente che ci ha proposto
dei giochi per prepararci a
usare tutti i sensi, tranne la
vista.
Non occorre guardare per vedere lontano: visita alla mostra Dialogo nel buio
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Uscite didattiche
THE WINNERSTHE WINNERSTHE WINNERS All'idea del torneo di pallavolo, eravamo un po' elettrizzati e anche un po' ansiosi perché non sapevamo se saremmo riusciti a vincere l'ambita coppa; finalmente è arrivato il giorno tanto atteso, sabato 14 maggio a scuola si è tenuto un torneo di pallavolo a cui hanno partecipato tutte le classi seconde di Valera. Il torneo è cominciato alle 9 in punto, la prima sfida ci ha visto protagonisti e vittoriosi contro la 2 G. In seguito abbiamo affrontato le altre classi, tutte queste partite per noi ragazzi sono state abbastanza difficili. La partita in cui abbiamo speso la maggior parte delle nostre energie è stata quella contro la 2 H: si sono dimostrati combattivi e tenaci, volevano la vittoria a tutti i costi e
infatti alla fine sono riusciti a batterci, anche se con un margine di soli due punti; nessuna delle partite è stata una passeggiata, però ce la siamo cavata sempre bene e la fortuna è stata dalla nostra parte. Alla fine il torneo si è concluso con un inedito spareggio tra noi e la 2 H. In questa partita eravamo stremati, ma con un pizzico buona sorte ed un po' di bravura abbiamo vinto! Così alla fine siamo stati noi a sollevare la coppa più grande! Ci siamo sentiti orgogliosi, sia per la vittoria sia perché abbiamo saputo organizzarci. Sapevamo di essere forse meno bravi dei nostri avversari, ma abbiamo creduto in noi.
Il viaggio per l'Istituto dei ciechi di Milano è stato lungo, tra la metro, il pullman e un pezzo a piedi, ma alla fine siamo arrivati. Ci hanno fatto sedere, poi subito ci hanno portati in un'altra stanza dove c'era una signora cieca, Rosaria, che ci ha detto che i ciechi non sono diversi da noi, poi abbiamo fatto dei giochi. Ci ha anche spiegato il loro alfabeto che si chiama Braille, è a puntini in rilievo. Ci hanno diviso in tre gruppi, il mio è stato l'ultimo ad entrare, ero emozionatissimo e non vedevo l'ora di cominciare. Prima di entrare, ci hanno dato un bastone per aiutarci nel percorso; quando siamo entrati avevo un enorme paura, mi sono appoggiato a un muro e da lì non mi volevo più staccare, ma la forza me l'ha data Giuseppe, la nostra guida, anche lui non vedente, era simpatico e
ci coinvolgeva molto. Nel primo tratto eravamo tutti spavantati, perché non sapevamo dove andare e cosa fare. Io stavo per svenire, non sopportavo di stare lì al buio, di sapere se ne sarei uscito vivo, anzi ma che dico? Sì che lo sapevo, perchè mi fidavo molto della nostra guida, non sembrava per niente cieco, anzi, era uguale a noi. L'unica cosa era il suo senso dell'orientamento: era spaventoso, sapeva farci fare tutto nel buio, sapeva ritrovare cose che avevamo "visto" prima, incredibile! La parte del percorso che mi è piaciuta di più è stata quella in cui dovevo cercare le mammelle di una mucca finte e le ho trovate... mi ha fatto un po' impressione, ma in confronto con le cose che avevo visto prima, questo non era niente. Poi siamo saliti su una barca, lui riusciva ad accendere il motore al buio, sorprendente! A un
certo punto, al tatto, dovevamo riconoscere degli animali e qui sono stato bravo! Anche al bar è stato divertente, perché la barista serviva i clienti al buio e dava il resto senza vedere, le ho chiesto come faceva e lei ha detto che li riconosceva al tatto. Prima di uscire, ho pensato di rimanere dentro, perché ormai mi ero adattato, a parte nell'ultimo pezzo del percorso, dove era riprodotta una città, con molta confusione. Uscito, la luce mi faceva male agli occhi. Da questa gita ho capito che le persone non vedenti sono uguali a noi, e non si vogliono sentire dire "poverini ", si vogliono sentire inclusi. Infine dico che vorrei passarci ore con le persone non vedenti, perché avrei molto da imparare, non la dimenticherò mai questa gita!!!
Massimiliano
Un’esperienza sensoriale
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Il giorno 14 aprile si è giocato il torneo di Easy Basket, tre contro tre, tra le squadre della nostra scuola.
Erano iscritte 9 squadre, 6 di Valera e 3 della Pellico.
E’ stato un pomeriggio molto divertente. Il torneo era organizzato in un girone all’italiana, tutte le squadre si sono affrontate e alla fine ha prevalso chi aveva vinto il maggior numero di partite.
Nel Torneo si sono affrontate 9 squadre della nostra scuola media, che si
sono scontrare in un girone all’italiana. Dopo dinoi sono arrivati i
bambini delle elementari, molto più numerosi e più rumorosi. E’ stato
molto divertente, tutte le squadre hanno dato il meglio e alla fine ha
vinto la I G, i Martels. Anche noi di I L abbiamo fatto una bella figura.
Andrea Cannici, I L
Consiglio Comunale dei Ragazzi: il torneo tre contro tre
torneo di basket, tre contro tre.
In comune abbiamo riflettuto sulle cose positive e negative di questi anni, cercando di migliorarle. L’esperienza si è conclusa ma è stata molto positiva e interessante che fa provare come si gestiscono dei progetti per la propria città.
Federico
ultimo incontro con il Sindaco dei ragazzi e con il Sindaco dei grandi.
Tra le cose che siamo riusciti a fare c’è la progettazione del pedibus, che forse partirà il prossimo anno, la consegna di una bacheca per ogni classe, la sostituzione delle bottiglie di plastica con le brocche per la distribuzione di acqua nelle mense scolastiche.
Infine è stato organizzato un
Quest’anno è il secondo anno in cui partecipo al Consiglio Comunale dei Ragazzi come assessore all’ambiente. In questi anni abbiamo attuato molti progetti tra i quali la Giornata sportiva (easybasket) svoltasi il 14 aprile nella sede di Coldilana. La giornata si è svolta molto bene e la gente è molto felice del nostro operato.
Il 30 maggio c’è stato il nostro
Si conclude il mandato del CCR
Sindaco dei
ragazzi
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La squadra dei Martels, della I G di Valera ha vinto il Torneo ed è stata premiata con una coppa-
Spesso, nel mondo degli sport, quando sei in una squadra sei tu che devi cercare di adattarti al gioco puntando sulle tue capacità. Spesso, però, queste capacità non sono presenti in tutti allo stesso modo: c’è il giocatore che è più bravo in questo ma in quello non è molto bravo e purtroppo non sempre ciò in cui è bravo è utilizzabile in uno sport “normale”. Il Baskin invece è uno sport speciale che permette a ciascuno di sfruttare al massimo le sue capacità e di essere veramente partecipe al gioco durante una partita. In questo gioco ragazzi e ragazze disabili o normodotati possono giocare assieme, senza rischiare che uno o l’altro si trovino in difficoltà. Il termine Baskin infatti è formato dalle parole “basket” gioco su cui si basa il Baskin e dalla parola “integrazione”. Dobbiamo essere orgogliosi di questo sport non solo per le possibilità che ci offre ma anche per il fatto che sia italiano! Infatti questo nuovo modo di giocare a Basket è stato “inventato” a Cremona. Questo sport è nato dall’adattamento del basket ai “nuovi giocatori” ( i disabili). Infatti si basa su alcune regole che permettono ai disabili di poter giocare assieme ai ragazzini normodotati.
A noi il baskin è stato proposto come attività dal nostro prof Fimiani e il nostro insegnante di baskin è Alexi. Abbiamo trovato questa attività molto utile perché aiuta a capire che ognuno è capace in qualcosa, ma ciò non vuole dir che se non è bravissimi in uno sport non sia divertente farlo giocare con noi. E’ stata un’esperienza nuova e molto bella ma soprattutto divertente perché far giocare gli altri, anche se inesperti, non vuol dire penalizzare il divertimento. Gianluca, Danilo, Joel 3a F
UN ESERCIZIO DI FRANCESE: INTERVISTA A ALEXI
Le jeune homme Alexi de Lion a bien voulu nous dédier une
interwiew.
Redaction: Quelle est la difference entre basket et baskin? Quand est né le baskin? Alexi: Comme les écoles pour handicaper ont commencé à disparaitre et les écoles devenait une pour tous, on devait donc inventer un sport pour tout le monde. Le baskin est né en 2006 pour faire participer tout le monde, avec handicape ou non, et grace a ce que chaqu'un sais faire, il y a des roles differents, mais tous important. On peut donc dire que le baskin s'adapte au joueur alors qu'au basket les participants doivent s'adapter au sport.
R: Quel est votre travaille?
A: J'enseigne le baskin dans les écoles depuis 4 ans.
R: Vous pratiqué le basket?
A: Avant je faisais du basket et je l'enseigné, mais maintenent j'enseigne baskin.
R: Y a‐t‐il eu beaucoup de participants? Vous etes content?
A: Ça a été difficile d'avoir des participants et malheuresement ça n'a pas bien marché. Viviane, Thomas
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LE REGOLE
1. Il campo di baskin è un normale campo di basket con l’aggiunta di alcuni elementi: ai lati del campo ci sono 2 piccole aree con 2 canestri più bassi del normale (nel campo sono comunque presenti i normali canestri).
2. I giocatori sono divisi in numeri da 1 a 5 a seconda delle loro capacità: i numeri 1 non possono muoversi da soli sul campo o hanno qualche disabilità, i numeri 2 possono muoversi ma con difficoltà i numeri uno e 2 sono chiamati pivot e stanno nelle aree laterali e tirano ai canestri bassi, quando un giocatore della sua squadra entra nell’area laterale e gli consegna la palla , i giocatori di ruolo 1 e 2 hanno diritto a 10 secondi per tirare, i ruoli 1 hanno diritto a 2 tiri. Sia il ruolo 1 che il ruolo 2 devono uscire dall’area laterale per poter fare canestro nel canestro basso ai lati. Poi ci sono i ruoli 3, di solito sono giocatori di basket inesperti e perciò non gli vengono fischiati l’infrazione dei passi; inoltre possono tirare da fuori area sul canestro basso e tirare sul canestro alto, poi ci sono i ruoli 4, giocatori di basket con un po’ più di esperienza, che possono tirare solo sui canestri alti , e infine i ruoli 5, giocatori di basket professionisti, che possono fare il terzo tempo ma possono fare solo 3 tiri e solo sul canestro alto.
3. I giocatori in campo sono 6 per ogni squadra e la somma dei numeri dei loro ruoli ( 1, 2, 3, 4, 5 ) non deve superare 23. Inoltre non ci può essere più di un pivot per squadra contemporaneamente in campo.
4. Poi c’è una delle regole più importanti e cioè che i ruoli con i numeri più alti non possono difendere né marcare sui giocatori con ruoli di numero inferiore (per esempio, i giocatori di ruolo 5 non possono difendere sui giocatori di ruolo 4 come i giocatori di ruolo 4 non possono difendere sui giocatori di ruolo 3 e così via). Però i giocatori possono intercettare la palla lanciata dai giocatori anche di numero inferiore ma non possono rubarla finché è in mano al giocatore di ruolo minore. Questa regola è fondamentale perché permette ai giocatori inesperti o con problemi di poter giocare senza rischiare che la palla ti venga rubata da giocatori con più esperienza. Inoltre così si imparano a sfruttare le capacità di tutti (poiché solo un numero 3 può mercare un numero 3, per esempio). Infatti spesso nelle partite di Baskin non vince la squadra con i giocatori più esperti ma la squadra che sfrutta meglio ogni giocatore.
Baskin: uno sport per tutti
Quest’anno ho fatto tanti progetti a scuola. Il Baskin, gli Amici in cucina e il giardinaggio. Voglio raccontarvi uno di questi progetti: il giardinaggio. Tanto faticoso, ma tanto divertente. E visto che non sono tanto bravo con le parole, vi descrivo la mia esperienza con le immagini.
Santosh e il giardinaggioSantosh e il giardinaggioSantosh e il giardinaggio
EcoEffe
3 3 3
2
1 1 1
4
1. Prima ho zappato e rastrellato la terra. 2. Poi ho seminato. 3. Qui invece innaffiavo. 4. Qui sono con prof e ammiriamo il lavoro svolto: il risultato è stato scarsino ma mi sono molto divertito.
Il giardinetto interno della scuola è stato rinnovato da Santosh e dal prof Lemme. Se son fiori… fioriranno!
Scienza in comune, un progetto per fare scienza fuori dal bancoScienza in comune, un progetto per fare scienza fuori dal bancoScienza in comune, un progetto per fare scienza fuori dal banco
Quest'anno il tema di scienza in comune è stato la "materia".
L'evento si è svolto il 7 maggio nella piazza del centro commerciale Giada alle ore 10, ma le classi prime e il licei artistico e il liceo scientifico si sono ritrovati alle ore 8.00, per montare gli stand e per preparare il materiale da utilizzare per svolgere gli esperimenti. Gli alunni erano molto emozionati, però sono riusciti a superare la tensione grazie all'aiuto dei compagni e dei professori. Questi, prima di cominciare la manifestazione hanno consegnato agli alunni dei "mattoncini", sul retro dei quali bisognava far firmare dai ragazzi delle altre classi dopo gli esperimenti, per ricevere un regalo al termine del percorso. Questo regalo pensato di dare una lente d'ingandimento.
Qualcuno si potrebbe chiedere cosa ci facesse il liceo artistico a un progetto di scienze, invece non c'è da meravigliarsi perché ha progettato e disegnato l'invito e i volantini che sono stati consegnati agli alunni. I ragazzi del liceo scientifico
hanno spiegato molti esperimenti interessanti anche quest'anno e visto che il tema era la materia hanno estratto il DNA dalla banana, dal kiwi e dal pomodoro. Hanno mostrato anche come una molla, anche se non avente più la forma iniziale, con un phon che emette aria calda o con acqua calda ritorna alla sua forma originale. Hanno parlato dei minerali e di come riconoscere il marmo. I ragazzi delle medie hanno mostrato esperimenti sulla dilatazione termica, con l'esperimento della sferetta che non passa più
dall'anello quando si è riscaldata, perchè il suo volume è aumentato. Hanno fatto esperimenti sul peso specifico, sulle molecole dell'acqua (H2O) e sulla tensione superficiale. Le classi hanno poi mostrato come estrarre i grassi dal cibo, come avviene il processo di fotosintesi clorofilliana piantando delle lenticchie in due piattini con del cotone e dell'acqua. Uno è stato
lasciato al sole e l'altro al buio nell'armadio. Le piantine al sole sono cresciute più lentamente ma con un bel colore verde acceso ,invece quelle al buio sono cresciute velocemente però con un colore biancastro verdino.
Altre classi hanno mostrato le reazioni chimiche tra aceto e bicarbonato di sodio che formano una molecola chiamata anidride carbonica (CO2) che fa cambiare colore a una sostanza chiamata blu di bromo timolo (BBT).
Poi un esperimento con il solfato di rame e del ferro e dell'alluminio. Praticamente bisognava diluire il solfato di rame con l'acqua e scioglierlo bene,dopodichè si doveva versarlo in delle capsule petri e aggiungere delle graffette di ferro,e dopo qualche secondo si osservava che le graffette erano diventate color rame.
Dopo un giorno si poteva osservare che il liquido era diventato bianco perché era diventato solfato di alluminio o solfato di ferro. La giornata è finita alle ore 13 quando è stato consegnato il regalo dal Comune e il disegno dei liceali, che rappresentava la nascita, ha vinto ed è stato premiato dall’assessore.
Lucilla Costa, 1a L
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Olimpiadi della MatematicaOlimpiadi della MatematicaOlimpiadi della Matematica
cominciare. Naturalmente, eravamo agitati perché i risultati sarebbero stati visti dalle prof, ma soprattutto e r a v a m o i m p e n s i e r i t i dall'università Bocconi di Milano, che ha organizzato il gioco. I quesiti erano a b b a s t a n z a s e m p l i c i , divertenti, ma soprattutto erano basati sulla logica e non sui calcoli. Ed ecco finita, purtroppo, questa fantastica e nuova esperienza; l'ultima tappa della nostra avventura è stata la premiazione, la quale si è svolta il 10 febbraio ed è stata aperta con il discorso della nostra preside, Maria Teresa Tiana, che ci ha
ricordato l'importanza della matematica nella vita di tutti i giorni. I risultati dei test sono stati molto
soddisfacenti e anche tre alunni della nostra classe si sono classificati tra i primi diciotto, ricevendo un simpatico regalo: una calcolatrice a forma di righello. Questa esperienza è stata entusiasmante e ci ha fatto appassionare ancora di più alla matematica.
Alice, Thomas
Quest'anno, a noi ragazzi di seconda e di terza, sono stati proposti i giochi matematici. Lo scorso 23 Novembre la prof. Radice è venuta in classe a invitarci a questa nuova avventura. Ovviamente non tutti gli alunni hanno accettato di partecipare ai giochi che, secondo noi, avrebbero divertito anche i non a p p a s s i o n a t i d e l l a matematica. Però, il numero dei concorrenti è stato molto alto: 147 alunni!!! Il giorno tanto atteso è arrivato in men che non si dica; eravamo in estasi e non vedevamo l'ora di
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Un numero tira l’altro...Un numero tira l’altro...Un numero tira l’altro... Abbiamo incontrato la prof Rosetti, l’insegnante che ha coordinato l’evento. Ecco le domande e le risposte della nostra intervista. E’ stata felice del numero dei partecipanti? In realtà, non mi aspettavo così tanti ragazzi e di questo sono rimasta sorpresa! Ha scelto lei di far partecipare la nostra scuola ai Giochi matematici? Sì, ma ho deciso insieme alle altre prof. di matematica. Mi è arrivata una lettera dall’Università Bocconi che proponeva questa esperienza e ho pensato che sarebbe stato utile agli studenti. Crede che i ragazzi di oggi siano interessati alla Matematica? Secondo me, sì. Ma molti la trovano difficile e si scoraggiano facilmente. Hai seguito lei gli alunni nel prosieguo della competizione? Li ho seguiti fino alla fine; infatti dopo la prima gara, gli alunni sono andati in semifinale. Federica è arrivata quindicesima su 400 alunni. Un bellissimo risultato. Parteciperemo anche l'anno prossimo ai giochi? Ovviamente! Credo che sia stata molto divertente questa esperienza e vorrei che voi la faceste anche l'anno prossimo.
Thomas e Alice
Accade nella
nostra scuola
La preside premia i partecipanti ai
giochi matematici
EcoEffe, notiziario ambientalista
numero 2, giugno 2011
Redatto dalla classe 2a F
della Scuola Media Statale
Pellico - da Vinci di Arese