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Cap. 1 L’azienda: è lo strumento del quale l’uomo si avvale per svolgere in modo economico attività di produzione e consumo dei beni necessari per soddisfare i suoi bisogni. Nella trasformazione di input in output deve realizzarsi un accrescimento di utilità nella prospettiva dell’utente finale. Classificazione dell’impresa: 1) impresa di produzione diretta = con trasformazione fisico-tecnica della materia; 2) impresa di produzione indiretta = con trasformazione dei beni nello spazio e nel tempo; 3) impresa di servizi = produzione di condizioni facilitanti lo svolgimento di altre attività. L’attività di produzione è economica se il valore monetario degli output è maggiore del valore monetario degli input. Il fine aziendale: il fine che viene riconosciuto all’azienda è quello di essere la fonte durevole nel tempo di benefici, presenti e futuri, per coloro che in essa investono risorse a vario titolo [creazione di valore nel tempo]. Caratteri di aziendalità: Coordinazione sistematica: 1) ORDINE COMBINATORIO: relazione ordinata tra le persone, i beni del patrimonio, tra le persone e i beni; 2) ORDINE SISTEMATICO: relazione ordinata tra le operazioni nelle quali si manifesta l’attività delle persone sui beni; 3) ORDINE DI COMPOSIZIONE: relazione ordinata tra le condizioni interne ed esterne all’azienda. Coordinazione sistematica: deve basarsi sui principi di: a) Autonomia = capacità dell’azienda di fare scelte indipendenti, b) Durabilità = la conservazione da parte dell’azienda della propria funzione nel tempo, c) Equilibrio economico = principio a cui si deve ispirare l’azienda, minimo costo, massimo risultato (Eq. Economico Statico), l’azienda viene vista come un sistema aperto (Dinamico). Cap. 2 L’assetto istituzionale: Soggetto giuridico: è il titolare dei diritti e dei doveri scaturenti dall’attività aziendale di fronte alla legge. Soggetto economico: 1) SPA = la maggioranza dei soci 2) SRL = il consiglio amministrativo 3) SAPA = soci accomandatari 4) nei gruppi aziendali a) la società capogruppo è il S.E. immediato b) più persone, quando il decisore dell’ultima istanza rimane occulto il S.E. èmediato 1) nelle società individuali può coincidere con il S.G. oppure il proprietario (il S.G.) può delegare il potere di governo e gestione a terzi (S.E.); 2) nelle società di persone il S.E. può essere: a) nelle SNC coincidere con il S.G. in quanto tutti i soci sono illimitatamente responsabili; b) nelle SAS il S.E. si identifica son i soci accomandatari in quanto illimitatamente responsabili mentre i soci accomandanti sono responsabili limitatamente alla gestione. STAKEHOLDERS = manager, soggetti interessati allo sviluppo aziendale, hanno poco potere decisionale. SHAREHOLDERS = proprietari dell’azienda che possono prendere decisioni grazie al capitale investito. SHAREHOLDERS THEORY

economia aziendale

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Page 1: economia aziendale

Cap. 1 L’azienda: è lo strumento del quale l’uomo si avvale per svolgere in modo economico attività di produzione e consumo dei beni necessari per soddisfare i suoi bisogni. Nella trasformazione di input in output deve realizzarsi un accrescimento di utilità nella prospettiva dell’utente finale. Classificazione dell’impresa:

1) impresa di produzione diretta = con trasformazione fisico-tecnica della materia;2) impresa di produzione indiretta = con trasformazione dei beni nello spazio e nel tempo; 3) impresa di servizi = produzione di condizioni facilitanti lo svolgimento di altre attività.

L’attività di produzione è economica se il valore monetario degli output è maggiore del valore monetario degli input. Il fine aziendale: il fine che viene riconosciuto all’azienda è quello di essere la fonte durevole nel tempo di benefici, presenti e futuri, per coloro che in essa investono risorse a vario titolo [creazione di valore nel tempo]. Caratteri di aziendalità: Coordinazione sistematica:

1) ORDINE COMBINATORIO: relazione ordinata tra le persone, i beni del patrimonio, tra le persone e i beni;2) ORDINE SISTEMATICO: relazione ordinata tra le operazioni nelle quali si manifesta l’attività delle persone sui beni; 3) ORDINE DI COMPOSIZIONE: relazione ordinata tra le condizioni interne ed esterne all’azienda.

Coordinazione sistematica: deve basarsi sui principi di:a) Autonomia = capacità dell’azienda di fare scelte indipendenti, b) Durabilità = la conservazione da parte dell’azienda della propria funzione nel tempo, c) Equilibrio economico = principio a cui si deve ispirare l’azienda, minimo costo, massimo risultato (Eq. Economico Statico),

l’azienda viene vista come un sistema aperto (Dinamico).

Cap. 2L’assetto istituzionale: Soggetto giuridico: è il titolare dei diritti e dei doveri scaturenti dall’attività aziendale di fronte alla legge.Soggetto economico:

1) SPA = la maggioranza dei soci 2) SRL = il consiglio amministrativo3) SAPA = soci accomandatari4) nei gruppi aziendali

a) la società capogruppo è il S.E. immediatob) più persone, quando il decisore dell’ultima istanza rimane occulto il S.E. èmediato1) nelle società individuali può coincidere con il S.G. oppure il proprietario (il S.G.) può delegare il potere di governo e

gestione a terzi (S.E.); 2) nelle società di persone il S.E. può essere:

a) nelle SNC coincidere con il S.G. in quanto tutti i soci sono illimitatamente responsabili; b) nelle SAS il S.E. si identifica son i soci accomandatari in quanto illimitatamente responsabili mentre i soci accomandanti sono responsabili limitatamente alla gestione.

STAKEHOLDERS = manager, soggetti interessati allo sviluppo aziendale, hanno poco potere decisionale.SHAREHOLDERS = proprietari dell’azienda che possono prendere decisioni grazie al capitale investito.SHAREHOLDERS THEORY a) l’azienda ha la sola responsabilità sociale di usare le risorse disponibili in attività dirette ad accrescere profitti attraverso la libera competizione. b) l’azienda dovrebbe impegnarsi nel sociale solo a condizione che ciò contribuisca alla finalità di creare valore per gli azionisti, i manager vengono delegati dalla proprietà. STAKEHOLDERS THEORY - portano alla nascita dei managera) il successo dell’azienda si consegue con l’equilibrio economico e il consenso sociale. b) l’azienda non deve render conto delle proprie attività solo agli azionisti, ma deve bilanciare una molteplicità di interessi propri degli stakeholders che la influenzano e sono a loro volta influenzati da essa, i manager vengono delegati dagli azionisti.

Cap. 3Gruppi aziendali: sono un’insieme di aziende che si considerano come un’azienda unitariaclassificazione in base alle relazioni:

a) rapporti di tipo informale, collegamenti di carattere tecnico-produttivo, finanziario e personale. b) rapporti di tipo contrattuale, franchising.c) rapporti di tipo patrimoniale, gruppi. – più società autonome, con lo stesso S.E., collegate sia in maniera formale che in maniera

informale con legami forti e stabili.1) più S.G. aziende indipendenti 2) unico S.E. o singola persona o gruppi di persone 3) controllo tramite partecipazioni al capitale 4) direzione unitaria, il S.E. da proprie linee guida.

struttura dei gruppi: 1) struttura semplice A->B

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2) struttura complessa A->B->C 3) struttura a catena A<->B 4) struttura mista, possono esserci rapporti diretti, indiretti e reciproci.

I gruppi si dividono anche per tipologia: a) Caratteristiche.

1) Dimensione: piccole, medie, grandi imprese 2) Natura della capogruppo: gruppi privati, pubblici 3) Area geografica di operatività: gruppi locali, nazionali, internazionali, globali.

b) Attività. 1) Grado di integrazione tra le diverse aziende: gruppi orizzontali, verticali e conglomerati. 2) Tipo di attività della capogruppo: gruppi con holding pura o finanziaria, non svolge alcuna attività operativa, ma si limita alla sola attività “finanziaria” di gestione delle partecipazioni azionarie e holding mista o industriale, accanto alla gestione delle partecipazioni nelle altre aziende, svolge anche attività operativa. 3) Grado di complementarità tecnico-operativa tra le diverse aziende: gruppi finanziari, economici (industriali) e misti.

Cap. 4La Strategia:

1) determinare obiettivi a lungo termine 2) condividere e diffondere gli obiettivi strategici aziendali 3) pianificare e sviluppare le azioni dirette ad orientare la gestione verso gli obiettivi e creare valore 4) acquisizione ed allocazione delle risorse necessarie.

Le decisioni aziendali, analizzare il dove, il come e il cosa, il mercato, come approcciarsi ad esso. Studiare le aziende simili e come attuare la produzione.La politica aziendale, seguire le decisioni analizzate, seguire gli obiettivi prefissati, analizzare le azioni da compiere per attuare obiettivi superiori. formulare una strategia aziendale:

a) analisi dei punti di forza, di opportunità delle minacce b) generare scelte strategiche operative c) valutare alternative d) scegliere quale alternativa realizzare: realizzare la strategia, modificare la struttura organizzativa e dei sistemi operativi a

seconda della pianificazione. [CASO HONDA]. Ci sono tre fasi della strategia:

1) L’ INTENZIONE STRATEGICA: assunzione da parte dell’azienda, dell’alta direzione, di un disegno di sviluppo dell’impresa fondato su di un sistema di obiettivi particolari in grado di orientare le successive decisioni aziendali.

2) LA DECISIONE STRATEGICA: parte più o meno ampia dell’intenzione strategica che valuta gli aspetti interni all’impresa e quelli ambientali che conviene sviluppare, dopo averne rimosso una parte.

3) LA STRATEGIA REALIZZATA: risultante di quella parte della strategia concepita, che l’impresa riesce a sviluppare e di quella parte della strategia emergente sulla spinta di fattori inattesi, originatisi all’interno o all’esterno dell’impresa.

La strategia secondo Porter: egli afferma che la strategia è la risposta alle minacce e alle opportunità esterne, nonché ai punti di forza e di debolezza interni, al fine di conseguire il vantaggio competitivo: la strategia è ciò che consente d’imporsi sui concorrenti dando ai propri clienti un prodotto o un servizio caratterizzato da:

a) maggior valore con premium priceb) prezzo inferiore e stesso valore (area strategica d’affari).

ASA, combinazione prodotto - mercato - tecnologia. – Settore, insieme di aziende che competono negli stessi mercati con prodotti simili.Raggruppamento strategico, aziende che seguono strategie simili.

a) strategie di corporate: caratterizzano l’azienda nella sua sistematica complessità, il perno, o chiave per la strategia è la formula strategica che è ciò che l’azienda è, lo schema, il modello generale di funzionamento dei suoi processi gestionali.

b) strategie di portafoglio, matrice: definiscono in quante e in quali aree l’azienda deve competere.c) strategie di business: definiscono come competere all’interno del business.d) strategie competitive: leadership di costo, si ottiene quando un’impresa riesce ad organizzarsi e a dare vita a modelli

gestionali, dà la capacità di strutturare processi diversi e meno costosi dei propri rivali.Differenziazione: mira a generare una superiorità dei margini operativi complessivi, sfruttando i caratteri di significativa superiorità dei prodotti offerti ai clienti, in virtù di questa unicità e superiorità, i clienti sono disposti ad offrire maggiori prezzi.

Cap. 5L’organizzazione: La strategia determina quali sono le attività cui dedicarsi (cosa) L’organizzazione determina le modalità con cui dividere l’insieme delle attività tra i soggetti e coordinarle:

a) scegliere forme organizzative, configurazioni b) dividere il lavoro c) valutare che le configurazioni siano efficienti e valutarne l’efficacia. Il tutto dipende dalle interdipendenze esistenti tra le

attività, che possono essere:1) interdipendenza semplice, per accumulazione: insieme di attività tra cui c’è un rapporto diretto di dipendenza, dove ogni

attività da un discreto contributo al tutto 2) interdipendenza complessa, sequenziale: insieme di attività tra cui c’è un rapporto diretto di dipendenza, le attività

seguono un ordine ben preciso in quanto l’output di una è l’input di un’altra3) interdipendenza ad alta complessità o extracomplessa, reciproca o intensiva: situazione in cui l’output di un’attività è

l’input di tutte le altre, le attività devono essere svolte contemporaneamente per il raggiungimento di uno scopo comune. Aggregazione vs Divisione delle attività, per ridurre i costi bisognerebbe unificare più attività che però perderebbero qualità in quanto non si è specializzati a produrre tutto.

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La REGOLA generale è aggregare attività fortemente interdipendenti e separare attività a più debole interdipendenza. Vi sono però difficoltà nell’applicare questa regola.coordinamento attività:

1) far decidere ai singoli individui il proprio comportamento, facendo leva sulla cultura simile 2) stabilire norme di comportamento a cui attenersi3) far decidere ai singoli individui il proprio comportamento, avendo dato incentivi4) identificare un soggetto a cui dare il potere decisionale5) lasciare un gruppo di persone concordi sui comportamenti da intraprendere.

interdipendenze con terze economie: 1) per accumulazione, dovute alla condivisione delle risorse comuni, regolate da meccanismi di coordinamento che danno

controllo sociale e sanzioni a chi danneggia il patrimonio comune2) sequenziali, dovute a scambi di beni a servizi (input) tra aziende, regolate attraverso prezzi (mercati-c = distretti industriali),

fiducia e autorità (mercati-a = terzisti / consorzi, contratti), contratti (mercati-b = franchising)3) reciproche, dovute alla volontà di svolgere attività complesse, si sceglie “l’impresa congiunta” come metodo di coordinamento.

Azienda giuridicamente autonoma, ma priva di S.E., caratterizzata da autonomia e durevolezza.interdipendenze tra attività aziendali:

1) creazione di un’unità organizzata mediante la divisione del lavoro e il raggruppamento delle attività +2) coordinamento delle interdipendenze interne alle unità e tra le unità organizzative =3) forma organizzativa.

le interdipendenze devono essere coordinate mediante:a) pianificazione: definisce obiettivi da raggiungere, genera piani, programmi da seguire, strumento di regolazione efficace con

interdipendenze semplicib) autorità/gerarchia/leadership:

1) precise posizioni organizzate 2) relazione capo-subordinato, all’aumentare dei livelli gerarchici si forma una struttura verticale, diminuzione orizzontale o piatta, strumento efficace con interdipendenze di media complessità 3) l’influenza sulle persone

c) strumenti ad hoc integrazione: creati appositamente per il coordinamento delle attività, possono essere organi individuali o collegiali composti da una o più persone. Possono essere permanenti o temporanei

d) cultura organizzativa: insieme di norme, valori condivisi dai membri di un’organizzazione. Influenza le decisioni, da un senso di appartenenza all’organizzazione.

raggruppare le attività in unità organizzative: 1) secondo gli input o funzioni aziendali, forme organizzative unitarie o funzionali: attività con affini capacità2) secondo le caratteristiche o output aziendali forme organizzative divise o divisionali: diversificazione delle attività.

tipologie: A) Differenziare, interdipendenze semplici e coordinamento poco invasivo

1) Unitaria: Burocrazia (divisione del lavoro e specializzazione nei settori, piano e verticale, gerarchia e pianificazione efficace in ambienti stabili e prevedibili) 2) Divisa: a) Multi divisionale: attività indipendenti, ogni organizzazione ha un centro di profitto. Ognuna è una quasi impresa, diversificazione b) Divisionale burocratica: interdipendenza sequenziale, direzione centrale unica strategia integrata verticale, pianificazione e gerarchia.

B) Integrate, interdipendenze complesse e coordinamento poco invasivo1) Unitaria: Integrata unitaria: nessun potere gerarchico, risolve i problemi di differenziazione. Strumenti ad hoc integrazione2) Divisa: Divisionale integrata: differenziazione correlata a organi di integrazione interdivisionali, coordinamento struttura a-core, a funzione critica, ad area manager.

C) A matrice, interdipendenze extra complesse con necessità di gruppi di lavoro1) Unitaria: Unitaria a matrice: specializzazione, ogni lavoratore appartiene a due unità organizzative2) Divisa: N-form: organizzazione rete interna, gruppi di progetto, ogni gruppo è un’unità autonoma dipendente, non stabile. Gli ambienti sono variabili e innovativi, con presenza di confini labili.

Cap. 6Gestione: si viene a creare un sistema di operazioni aziendali, l’azienda deve svolgere un insieme dinamico di operazioni, coordinate in un sistema, per arrivare a svolgere un’attività economica in grado di soddisfare le finalità per le quali l’azienda nasce. la gestione aziendale è gestita dall’uomo e si compone di tre fasi:

1) approvvigionamento delle risorsa, FP, impianti, MP, servizi, lavoro, RF. 2) combinazione-trasformazione, il tutto viene organizzato e lavorato per il raggiungimento degli output3) vendita dei beni/servizi, in mercati di collocamento, soci, collettività.

I FPP (pluriennali: ciò che viene consumato con il tempo, ammortizzandone il costo, sono fattori a fecondità ripetuta o immobilizzazioni tecniche o beni strumentali, fanno parte del capitale fisso aziendale, sono sia materiali che immateriali, hanno maggior rischio rispetto ai FPC) e FPC (correnti: comprati per essere utilizzati, fattori a fecondità semplice o a breve ciclo di utilizzo, impiego in un unico ciclo produttivo, sono sia materiali che immateriali, fanno parte del capitale circolante dell’azienda, il recupero dei loro costi si ha con la vendita del prodotto per cui sono stati utilizzati, hanno minor rischio rispetto ai FPP), la gestione ha bisogno di entrambi. L’OBSOLESCENZA: è un fenomeno di natura economica che può colpire le strutture operative e cioè gli investimenti di cui l’azienda dispone, limita la capacità del fattore di partecipare in modo economicamente valido allo svolgimento del processo produttivo e può colpire:

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1) la struttura organizzativa 2) la struttura operativa3) beni/servizi.

L’obsolescenza ha due origini 1) di tipo interno [obsolescenza tecnica] essa, causa l’esaurimento delle potenzialità produttive del fattore che non è più in grado

di svolgere adeguatamente la propria funzione;2) di tipo esterno [obsolescenza tecnologica], deriva dal processo tecnologico e scientifico che determina l’introduzione

nell’ambiente di riferimento e l’adozione da parte dei concorrenti di nuovi FP e processi produttivi generatori di risultati economici superiori. Potrà essere utilizzata con convenienza economica.

aspetti del ciclo di gestione: 1) aspetto fisico-tecnico [trasformazione]2) aspetto monetario [entrate-uscite di denaro]3) aspetto economico [ricavi-costi]

fasi dell’approvvigionamento:1) nuovi ordini da clienti/previsioni di vendite/ordini ricevuti (baklog)2) ri-definizione fabbisogni di materiale3) verifica delle scorte4) scelta del fornitore (selezione nuovi fornitori)5) stipulazione del contratto ed emissione di nuovi ordini6) ricevimento e controllo dei materiali (regolamento dei debiti, pagamento dei fornitori, registrazione sul database)7) caricamento in magazzino o in produzione (gestione dei piani di produzione, gestione dei magazzini centrali o di reparto).

processi di produzione: trasformazione dei FP in beni o servizi, non è solo un processo chimico-fisico di trasformazione di input in output ma anche trasformazione nel tempo e nello spazio.insieme di attività organizzate al fine di ottenere un prodotto finito. tre punti:

1) gestione delle quantità prodotte2) qualità di produzione3) attività di valutazione della prestazione.

capacità di produzione: 1) tecnico-nominale 2) tecnico-effettivo 3) ottimale o economica.

criteri di valutazione della gestione, principio di economicità che si riprende all’efficienza (capacità di ottenere un dato risultato con il minimo consumo di fattori o capacità di ottenere il massimo risultato con il minimo consumo di fattori, output/input, può essere valutata utilizzando i FP o i costi/unità di prodotto) e efficacia (capacità di conseguire gli obiettivi di una data attività, risultato/obiettivo, si può essere efficaci e non efficienti e viceversa, assume valore nell’ambito di una gestione programmata, oltre all’efficienza gestionale c’è anche quella sociale: risultato/bisogni).Economicità: principio guida o condizione che riguarda l’intera gestione, l’azienda nel suo complesso, oltre che le sue parti, operare secondo economicità significa tendere, al contempo all’efficienza e all’efficacia, una gestione che lo è segue questo principio. Essa coincide con il fine fondamentale dell’azienda: l’equilibrio economico durevole. L’economicità include più fattori: l’efficienza, gestionale e sociale, l’efficacia, l’Eq reddituale. (ricavi/costi), l’Eq monetario (l’azienda deve essere sempre in grado di pagare i propri debiti nel lungo periodo), l’Eq R e Eq M coincidono nel breve e differiscono nel lungo periodo.

Cap. 7Capitale: esistono più tipi di capitaleil capitale di funzionamento che viene identificato come il complesso di beni e diritti disponibili per lo svolgimento delle attività dell’azienda stessa. Massa di investimenti e le risorse monetarie si hanno grazie ai finanziamenti.gli investimenti:Capitale Lordo Di Funzionamento composto da:

1) capitale fisso,a) immobilizzazioni tecniche (materiali, immateriali)b) immobilizzazioni finanziarie;

2) capitale circolante:a) disponibilità (scorte)b) liquidità differite (crediti)c) liquidità immediate (cassa, depositi).

capitale fisso & capitale circolante: i componenti di entrambi sono indispensabili allo svolgimento delle attività aziendali, entrambe le categorie di investimenti sono sempre presenti in ogni combinazione produttiva e vanno a costituire il capitale lordo di funzionamento aziendale.gli investimenti: si considera la facilità con la quale i diversi investimenti possono essere riconvertiti in moneta

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Facilità: a) durata <12 mesi;b) l’azienda è sempre in funzione;c) nessuna perdita di valore].

Liquidità: 1) capitale fisso, investimenti in oggetto che rimangono tali e non diventano di nuovo denaro, ciò che serve all’azienda per andare

avanti nella produzione, strutture, macchinari ecc.. 2) capitale circolante, investimenti che servono per la creazione di materiale vendibile in futuro.

la liquidità serve a capire: a) come il capitale si riconverte in monetab) come le scorte di materiale aiutano il funzionamento e l’acquisizione del valore aziendale.

fonti di finanziamento interne (autofinanziamento) esterne [a) apporto di capitale proprio b) capitale di debito].

mezzi propri aziendali di finanziamento: 1) autofinanziamento, ricchezza prodotta dalla gestione aziendale e trattenuta in azienda (in senso stretto), flusso degli utili

conseguiti, parte dei quali vengono distribuiti ai soci per remunerare il capitale di proprietà come dividendo o possono essere mantenuti all’interno del sistema d’impresa, per un tempo indefinito, costituendo un autofinanziamento permanente (in senso ampio). Parte del flusso dei ricavi che non trova diretta rispondenza nelle uscite, corrisponde all’utile più i costi che non hanno ancora avuto manifestazione finanziaria. Sono anche non monetari.

2) il capitale di rischio o equity, indica gli investimenti da parte di terzi nell’azienda. Nelle società di capitali è un capitale sociale. Il capitale di rischio è fonte di:

finanziamento sia esterno che interno lungo termine ad elevato grado di rigidità di finanziamento ricorrente a rischio pieno a remunerazione incerta e variabile.

Il capitale di debito: 1) debiti di funzionamento: nasce a seguito di dilazioni commerciali. Sono concessi dai fornitori di beni e servizi aziendali.

Sostituiscono temporaneamente i pagamenti monetari. Hanno interesse implicito, comprendono il TFR.2) debiti di finanziamento: derivano da operazioni di finanziamento che comportano un’entrata monetaria, ha degli operatori

specializzati in prestiti di denaro che prevedono gli interessi.il capitale di debito è una fonte:

1) di finanziamento esterna 2) di breve e lungo periodo3) flessibile [si adatta alle mutevoli esigenze aziendali]4) ordinaria e straordinaria5) non consente il governo diretto dell’azienda ai finanziatori, se non in caso di alto indebitamento6) a rischio limitato in quanto se l’azienda dovesse fallire tutti, perderebbero le quote investite.

fonti di finanziamento: 1) capitale permanente: fonti permanenti, capitale sottoscritto e autofinanziamento2) passivo corrente: fonti temporanee di breve periodo, debiti finanziari e funzionali a breve termine, quota di debiti di medio,

lungo in scadenza nell’anno e dividendi da sostituire3) passivo consolidato: fonti durature di lungo periodo, debiti finanziari e funzionali di medio e lungo termine, fondi, rischi,

oneri.lo stato patrimoniale: prospetto che mira a fornire la rappresentazione della consistenza quantitativa e della composizione qualitativa del capitale a disposizione dell’azienda ad una certa data per svolgere le sue attività. Base per alcune analisi aziendali che riguardano la struttura: a) struttura patrimoniale b) struttura finanziaria c) solvibilità. Lo SP rappresenta la fotografia del capitale dell’impresa alla data di bilancio e si divide in:

1) attività: tutti i beni e i diritti di cui può disporre l’azienda2) passività: consolidate; correnti3) patrimonio netto_ ciò che resta delle attività aziendali dopo aver dedotto le sue passività.

lo SP secondo IASB (International accounting standards board, organo responsabile dell’emanazione dei principi contabili internazionali): esso si limita ad indicare uno schema di minima, possono essere forniti due criteri di aggregazione:

1) distinzione tra attività e passività correnti e attività e passività non correnti2) attività e passività classificate in base alla liquidità.

cause di deficit monetari:

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a) l’obsolescenzab) l’instabilità del mercatoc) indebitamentod) strutture finanziarie squilibrate.

Per rimediare occorre: ridurre i propri investimenti, incrementare i finanziamenti.Fabbisogno Finanziario, se l’azienda non vuole ridimensionare le sue attività, l’unica alternativa è incrementare il proprio FF, esistono due tipi:

1) complessivo, costituito dall’entità dei mezzi monetari necessari per alimentare gli investimenti programmati, senza considerare i mezzi che già si rendono disponibili attraverso il flusso dei recuperi

2) residuale, l’aumentare dei mezzi monetari dei quali l’impresa deve dotarsi attingendo finanziamenti aumenta se aumentano gli investimenti o aumentano i crediti diminuisce se aumenta la velocità di circolazione degli investimenti.

l’equilibrio tra investimenti e finanziamenti può essere: 1) Eq temporale, fonti e impieghi che si auto alimentano 2) Eq quantitativo, ritorni monetari3) Eq dinamico, deve valere nel tempo.

il rendiconto finanziario: analizza i movimenti monetari evidenziando le operazioni aziendali che hanno contribuito a generare la cassa e quelle che invece hanno assorbito liquidità. Gli oggetti sono il capitale circolante netto e il flusso di cassa.

Cap. 8 Il Reddito: bisogna analizzare il profilo della gestione sotto la produzione di ricchezza, analizzandoil processo produttivo dei:

a) fattori produttivi, cioè la ricchezza consumata,b) prodotti, la nuova ricchezza creata.

il reddito rappresenta la variazione della ricchezza ovvero la grandezza che si ottiene dalla somma dei valori assegnati ai FP impiegati nel processo di produzione con i valori attribuiti ai proventi dal disinvestimento della produzione realizzata. Questo risultato l’abbiamo dalla gestione. Il reddito è frutto della differenza tra i componenti positivi di reddito (ricavi), e i componendi negativi di reddito (costi). Reddito = ricavi-costi di produzione. se i R>C si ha un utilese i R<C si ha una perdita. analizzando l’intera vita aziendale studieremo il R totale con tre metodi:

1) [metodo patrimoniale] CN finale - CN iniziale2) [metodo finanziario] ∑entrate - ∑uscite3) [metodo reddituale] ∑ricavi - ∑costi. Questi metodi hanno lo stesso risultato se:

tutti i FP sono ultimati e i prodotti venduti tutti i crediti vengono incassati e i debiti pagati non esiste alcun rischio che possa determinare costi o perdite.

il reddito d’esercizio, con esercizio si intende un periodo amministrativo limitato, di solito pari ad un anno (per alcune società <12mesi), si calcola:

a) per verificare la validità delle strategie adottateb) per stabilire un limite al prelievo di ricchezza da parte dei proprietaric) per fornire informazioni ad interlocutori esternid) per ottemperare agli obblighi di legge in materia di redazione dei bilancie) per ottemperare agli obblighi fiscali.

per determinare il reddito d’esercizio utilizziamo due metodi, quello patrimoniale o sintetico e quello reddituale o analitico.la competenza economica, è il principio che determina i componenti positivi e negativi di ogni singolo esercizio.

1) costi e ricavi di competenza dell’esercizio, processi conclusi2) costi e ricavi sospesi, processi ancora in atto.

ricavi riconosciuti: tutti i beni e servizi prodotti e scambiati.costi correlati:

a) correlazione causa-effetto con specifici ricavi b) correlazione con la produzione d’esercizioc) correlazione mediante ripartizione sistematica d) correlazione con il venir meno dell’utilità futura.

il reddito ha natura astratta in quanto nella sua determinazione concorrono anche valori stimati e congetturati, basati su previsioni. nel calcolare il reddito ci si pone il problema delle scorte rimaste, alle scorte ed ai prodotti ancora in lavorazione si assegna un valore, basato sul calcolo del “valore di presumibile realizzo”. Se il VPR>C si hanno entrate positive, se il VPR<C il VPR è l’unico valore ragionevole.per calcolare il VPR si usa il PRINCIPIO DELLA PRUDENZA: Gli utili sperati non partecipano alla determinazione del reddito, le perdite invece si.

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esistono più configurazioni per calcolare il reddito, esistono:1) reddito realizzato: ricavi derivati - costi formatisi, modello ipotetico, riprendendo i redditi dell’anno precedente. Esso segue il

principio della prudenza, se il VPR>C si analizza il costo, attribuendo i semilavorati, le scorte e tutto il restante al periodo successivo, se invece il VPR<C si analizza il VPR per determinare probabili perdite nell’esercizio corrente.

2) reddito corrente: ricavi realizzati - costi correnti, modello conservativo 3) reddito realizzabile: ricavi connessi a processi produttivi avviati - costi sostenuti, tende a mantenere l’integrità del capitale di

funzionamento, esso insieme al reddito di periodo, include non solo le perdite attese ma anche gli utili attesi sui processi in corso

4) reddito economico: CE finale d’esercizio - CE iniziale d’esercizio. – fair value: può essere definito come “il corrispettivo al quale un’attività può essere scambiato o una passività estinta, in una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili”.

Cap. 9 La Rilevazione:processo di informazioni aziendali e contabilità generale.informazioni: un insieme di dati organizzati, possono essere:

1) dati/informazioni quantitative (numeriche) o qualitative (parole, descrizioni)2) dati/informazioni a consuntivo (grandezze che vendono misurate dopo lo svolgimento e ne rappresentano il risultato finale)

o a preventivo ( che vengono determinate prima dello svolgimento di operazioni, si procede con una stima e con una valutazione soggettiva ipotetica).

per generare informazioni si segue un sistema informativo che sarebbe un organizzazione di informazioni: gli input (dati, mezzi tecnici, procedure, risorse umane) vengono immagazzinate in un processo informativo (raccolta, selezione, classificazione, elaborazione, rappresentazione, interpretazione, comunicazione) per diventare output (informazioni).La Contabilità Direzionale, comprende una serie di strumenti informativi - contabili per la misurazione e il controllo degli accadimenti aziendali, con relativa organizzazione:

1) la contabilità generale: grandezze e misure che vengono misurate dopo lo svolgimento delle operazioni, rappresentano il risultato finale (a consuntivo - contabile):

a) rileva i movimenti finanziari b) segue gli andamenti economici. Ha l’obiettivo di controllo continuo dei movimenti finanziari ed economici.

2) la contabilità analitica: più rilevazioni per determinare l’attività di decisione, controllo e valutazione di bilancio, si basa su tecniche di misurazione, matematiche e statistiche, non si avvale dell’uso del conto (a preventivo e a consuntivo – contabile ed extra contabile).

3) l’analisi di bilancio: è una metodologia di analisi (a consuntivo – extra contabile) dei valori di bilancio per compiere lo stato aziendale, costruendo indici, confrontando SP e CE.

4) Budget e il piano: sistema di documenti per definire con grandezze quantitative ed economico-finanziarie gli obiettivi da perseguire nel breve periodo (lungo-piano), articolando dei sottoperiodi informali (a preventivo – extracontabili).

5) il Reporting: più documenti che confrontano i dati ottenuti con quelli ipotizzati, per successiva organizzazione aziendale (a preventivo e a consuntivo – extra contabile).

il Bilancio d’esercizio: 1) SP - progetto futuro 2) CE progetto basato su risultati passato.

lo SP si calcola facendo l’inventario, per il calcolo del reddito, basterà confrontare lo SP di un anno con lo SP dell’anno precedente così da poter calcolare l’utile o la perdita d’esercizio.il bilancio è un sistema contabile che misura i singoli costi e ricavi, analizzando le due operazioni, fasi di gestione esterna (acquisti e vendite) perché l si verificano variazioni finanziarie.la rilevazione si misura con il conto, seguendo due sistemi:

1) sistema patrimoniale: che serve per misurare il patrimonio (capitale) aziendale2) sistema del reddito: che analizza il reddito analizzando i costi e ricavi che lo determinano.

vengono analizzati due aspetti, l’originario - finanziario e il derivato – economico, utilizzando il conto finanziario e quello economico che hanno stesso valore ma funzioni opposte.

variazioni finanziarie attive, entrate (CO FIN) = alle variazioni economiche passive, ricavi (CO EC di reddito le variazioni finanziarie passive, uscite (CO FIN) = alle variazioni economiche attive, costi (CO EC di reddito).

per determinare il reddito si utilizzano 1) CN finale d’esercizio – CN iniziale d’esercizio (metodo patrimoniale o sintetico) 2) ∑ricavi d’esercizio - ∑costi d’esercizio (metodo reddituale o analitico). – all’acquisto sotto l’aspetto finanziario si analizzano

le uscite, sotto quello economico i costi. Alla vendita, sotto l’aspetto finanziario si analizzano le entrate, sotto quello economico i ricavi.

la rilevazione non consente di arrivare al calcolo del reddito d’esercizio.i conti economici di capitale, servono a misurare le variazioni del capitale netto.i costi sono di due tipi:

1) il costo d’esercizio, che misura il valore delle risorse consumate nel corso del periodo amministrativo

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2) costi anticipati, quelli sostenuti anticipatamente rispetto al loro utilizzo. I costi d’esercizio fanno parte del CO EC, i costi anticipati dello SP.

Scritture di assestamento (per l’inventario): 1) scrittura di rettifica o di storno, ammortamento = procedimento economico – contabile di ripartizione in più esercizi del

costo dei beni a FR (FPP) in funzione della loro durata economica: per le immobilizzazioni materiali si usa il metodo diretto, che utilizza il fondo ammortamento, per le immobilizzazioni immateriali si utilizza il metodo indiretto, dedotto dal costo storico:

a) rimanenze di merci: risorse a disposizione della gestione futura, un costo anticipato.b) risconti attivi e passivi: quote a cavallo di due o più esercizi. Attivi, costi sostenuti ma da stornare, passivi ricavi

conseguiti ma da stornare in quanto entrambi facenti parte dell’esercizio successivo.2) scritture d’imputazione:

a) fondo imposte e tasse: si pagano in base al bilancio dell’anno precedenteb) fondo svalutazione e crediti: ci può essere una perdita a causa di mancati pagamenti c) ratei attivi (ricavi) passivi (costi) da conseguire nel successivo esercizio di competenza dell’esercizio in chiusura, da

integrare nella determinazione del reddito, debiti o crediti presunti che misurano quote di costo o di ricavo, sono a cavallo di due o più esercizi, maturano nel tempo, hanno manifestazione finanziaria posticipata rispetto alla competenza economica.

CONTI APERTI: c/economici di reddito accesi a costi e ricavi d’esercizio, c/economici di capitale, c/finanziari. – fasi dei processi di chiusura:

1) saldo dei costi e ricavi d’esercizio e riepilogo nel conto riassuntivo di reddito, il CO EC 2) rilevazione del risultato d’esercizio in chiusura del CO EC 3) saldo dei costi rimasti aperti e riepilogo nel conto riassuntivo SP.

Cap. 10Informazioni qualitative e varie forme di bilancio d’esercizio: SP e CO EC servono a misurare e a rappresentare i fatti di gestione.Illustrazione e criteri di misurazione e rappresentazione dei fatti di gestione: nota integrativa, parte integrante del bilancio, svolge varie funzioni (descrittiva, informativa, esplicativa) essa non ha forma e segue due principi:

a) utilità del bilancio e completezza dell’informazioneb) significatività e rilevanza dell’informazione, le informazioni sono divise in sezioni:

illustrazione dei criteri di valutazione adottati informazioni sulle poste di SP e CO EC informazioni varie e leasing.

interpretazione del significato economico dei fatti di gestione: 1) relazione sulla gestione, contiene informazioni di carattere qualitativo che accompagna e correda il bilancio d’esercizio, non

è parte integrante del bilancio ma è un documento importante per la reportistica aziendale:a) serve ad interpretare il bilanciob) valuta la capacità dell’impresa di mantenere o sviluppare condizioni di equilibrio, esso ha bisogno di informazioni sulle:

condizioni interne ed esterne d’azienda scelte e piani aziendali presenti e futuri.

il bilancio consolidato: bilancio dei gruppi aziendali, si devono tener conto i bilanci d’esercizio di ogni singola azienda, questi vanno allegati al bilancio d’esercizio dell’azienda capogruppo.l’informativa socio - ambientale: assume delle responsabilità aziendali nei confronti degli stakeholders da parte dei manager, che hanno il dovere di rendicontare le azioni di cui sono responsabili, nei confronti dei terzi, creando documenti informativi socio - ambientali.BILANCIO SOCIALE: esso da un quadro completo e approfondito dei legami e delle interrelazioni tra l’impresa e il contesto ambientale di appartenenza:

è strettamente collegato al bilancio d’esercizio è un documento autonomo ed è obbligatoria la sua redazione e pubblicazione ha informazioni qualitative, dati quantitativi non monetari e dati economico - finanziari.

Cap. 11Indici Aziendali:

1) indici economici: accertamento delle condizioni di redditività della gestione nel complesso e in ambito caratteristico2) indici finanziari: accertamento della capacità dell’impresa di far pronte ai propri impegni di pagamento nei tempi previsti

(liquidità) per gli importi complessivamente dovuti (solidità). Entrambi questi indici devono essere contestualizzati nel micro - macro ambiente e comparati nello spazio e nel tempo.

il CO EC è diviso in: 1) area ordinaria:

a) operativa: costi relativi a MP e servizi (esterni) e costi relativi al capitale umano (interni)b) Finanziaria

2) area straordinaria3) area tributaria. – SP secondo la liquidità:

a) attività correnti disponibili entro i 12 mesi successivi, immobilizzate oltre.

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b) passività correnti esigibili entro i 12 mesi successivi, consolidate oltre. c) capitale netto. – pertinenza gestionale: SP = attività legate al ciclo operativo, alla struttura, attività finanziarie, passività

legate al ciclo operativo, debiti di funzionamento, capitale netto. – ROE: capacità dell’impresa di remunerare i portatori del capitale di proprietà = reddito netto/capitale netto = ROI + (ROI – ROD) (DF/CN): ROI – ROD = leva finanziaria che i esercita sui capitali presi a prestito: DF/CN = debiti finanziari/capitale netto.

leva finanziaria: usata per indicare la differenza tra il ROI e il tasso medio di remunerazione del capitale preso a prestito: ROE = [ROI + (ROI – ROD) (DF/CN)] (l - t) (l ± s): s = incidenza gestione straordinaria.la leva finanziaria: se il ROI > ROD si ha un effetto leva positivo, se il ROI < ROD l’effetto leva è negativo, se il ROI = ROD l’effetto leva è nullo.la redditività operativa: ROI operativo = RO (reddito operativo)/COIN (capitale operativo investito netto): ROI op = RO/COIN –> ROS = RO/ricavi netti X CT = ricavi netti/COIN.l’analisi della gestione finanziaria, si divide in due parti: 1) indaga come l’impresa sia in grado di far fronte ai propri debiti in via definitiva (solidità) 2) verifica la capacità aziendale di far fronte ai propri impegni di pagamento istante per istante in breve periodo (liquidità).

analisi della struttura patrimoniale: attività correnti e immobilizzate, passività correnti e consolidate, capitale netto. tra gli indici di composizione dei finanziamenti il più noto è l’indice di autonomia finanziaria (capitale netto/totale dei finanziamenti) valori molto bassi di questo indice segnalano un rischio elevato per perdite dovute a condizioni di mercato contingenti.indici di copertura, equilibrio tra investimenti e finanziamenti.

1) copertura delle immobilizzazioni = capitale netto/immobilizzazioni tecniche nette. Se l’indice assume un valore inferiore, una parte degli investimenti strutturali sono coperti con debiti, segnalando un rischio elevato, quanto maggiore è il ricorso a fonti a breve termine.

dallo SP riclassificato in base al criterio di liquidazione: attività correnti: 1) liquidità immediate2) liquidità differite3) disponibilità economiche (scorte) –> passività correnti.

a) liquidità generale = attivo corrente/passivo correnteb) liquidità secca = (attivo corrente – scorte)/passivo correntec) liquidità immediata = liquidità immediate/passivo corrente a breve.

valutazione aziendale: processo influenzato da vari elementi, ha luogo in situazioni straordinarie quali il cambiamento dell’assetto proprietario aziendale, trattativa di vendita aziendale o singola parte o intera mentente, aggregazioni di più aziende: il suo obiettivo è di determinare l’entità del capitale netto aziendale in oggetto.Capitale Netto: i criteri e le logiche aziendali possono modificarsi nel tempo, possono adottarsi tre diverse configurazioni di capitale:

1) di funzionamento: che indica il capitale netto di una società risultante dal bilancio ordinario d’esercizio redatto secondo un’ottica di continuità gestionale

2) di liquidazione: gli asset patrimoniali non vengono valutati rispetto al loro apporto al complesso organizzato e finalizzato allo svolgimento dell’attività d’impresa, ma in funzione degli incazzi ottenibili dalla loro cessione. Il capitale di liquidazione = valore di realizzo delle singole attività - pagamenti necessari per estinguere le passività

3) economico: esprime il valore espresso globalmente dal sistema aziendale, si può procedere in due modi: a) si valutano le singole attività aziendali in un’ottica sistematica (valutazione analitica)b) si individuano le potenzialità espresse dal complesso aziendale basandosi su informazioni patrimoniali storiche e anche su

quelle prospettiche di natura economica e finanziaria (valutazione sintetica).la valutazione aziendale: processo finalizzato alla stima del valore aziendale, partendo da una base informativa, composta da dati di partenzaanalisi dei risultati storici e dei valori risultanti dai prospetti contabili del bilancio + altre informazioni (relative al macroambiente, al settore ed al piano strategico): seguendo dei criteri di valutazione assoluta:

a) metodi finanziarib) metodi redditualic) metodi misti, patrimoniali e redditualid) criteri di valutazione relativi.

I Costi: 1) speciali: servono solo l’oggetto di costo, è misurabile oggettivamente l’impiego per l’oggetto di costo2) comuni: servono più oggetti di costo, ad essi si da un attribuzione all’oggetto di costo, sempre soggettiva. Entrambi i costi

seguono il criterio tecnico-contabile. Maggiore è l’ampiezza dell’oggetto di costo, più accentuata è la prevalenza di costi speciali.Costi:

1) diretti: quando è oggettivamente possibile e conveniente misurare il consumo relativo all’oggetto di costo 2) indiretti: tutti i costi comuni, secondo il criterio tecnico-contabile quelli speciali senza convenienza di attribuzione.

Costi:1) fissi: quei costi che ad una data unità di tempo, non variano al valore del volume produttivo [nei limiti della capacità

produttiva]2) variabili: quei costi che subiscono variazioni al variare del volume produttivo3) semivariabili: quei costi che presentano una natura composita [componente fissa e variabile]; risentono solo parzialmente

delle variazioni del volume produttivo.

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L’analisi del break even point, studia la relazione tra i costi di struttura, i costi variabili e i volumi di produzione e serve per identificare il così detto punto di equilibrio, cioè il punto in cui Ricavi Totali = Costi Totali. L’analisi parte quindi dalla definizione (anche grafica) dei costi fissi e costi variabili.costi fissi: sono quei costi aziendali che non variano al variare delle quantità prodotte, un tipico esempio sono gli ammortamenti dei beni pluriennali. Graficamente i costi fissi possono essere rappresentati come una linea parallela alla linea delle quantità.costi variabili: sono quei costi aziendali che variano al variare delle quantità prodotte, un tipico esempio sono le materie prime. Graficamente può essere rappresentata come una retta che parte dall’origine e che cresce in base alle quantità in maniera uniforme.costi totali: sono quei costi che l’azienda sostiene per mantenere l’attività, sono dati dalla somma tra i CF + CV. Graficamente è una linea parallela a quella dei CV e distante da essa per il valore dei CF.Calcoliamo i ricavi totali, essi si ottengono moltiplicando le quantità vendute per il prezzo di vendita. Graficamente è tipo la retta dei CV solo con un angolo più vertiginoso. Dopo aver calcolato l’andamento dei ricavi totali, sovrapponiamo la curva dei costi totali e quella dei ricavi, il punto in cui si intersecano sarà il BEP. Il profitto lo calcoliamo dal punto di BEP in poi, prima è una perdita. Il BEP è uno strumento molto utile che occorre conseguire per coprire tutti i costi (fissi e variabili) aziendali in quanto ci mostra il numero dei prodotti che bisogna vendere per pareggiare i costi.Formula per il BEP: quantità di equilibrio = CF/Prezzo – CV unitario (per singolo prodotto). Qe = CF/P - c