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ROBERTO RUSSO Elia profeta della passione, compassione e amicizia prefazione di BRUNO SECONDIN postfazione di ERIC NOFFKE 2007

Elia profeta della passione, compassione e amicizia · ROBERTO RUSSO Elia profeta della passione, compassione e amicizia prefazione di BRUNO SECONDIN postfazione di ERIC NOFFKE 2007

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ROBERTO RUSSO

Eliaprofeta della passione,compassione e amicizia

prefazione di BRUNO SECONDINpostfazione di ERIC NOFFKE

2007

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Prefazione

Si discute parecchio in questi tempi sulle radici della civiltà euro-pea, e più ci si pensa più si scoprono filoni interessanti che dallasponda orientale del Mediterraneo sono stati immessi e si sonoamalgamati nel tempo in quella che chiamiamo «civiltà europea».Perché l’Occidente deve molto all’Oriente: perfino la stessa matri-ce generativa della cultura occidentale viene dall’Oriente prossimo,quello delle grandi civiltà egizia, babilonese, persiana, e poi ancheislamica, ebraica. Il grande pensiero ellenistico ha dato ed ha rice-vuto grandi valori in osmosi continue fra i popoli del mediterraneo.A volte mi sono chiesto a proposito di ciò che l’Oriente ha datoall’Occidente, in senso cristiano e culturale, dove vederlo meglionella sua variegata ricchezza se non nelle tre regioni del Sud:Sicilia, Calabria, Puglia? Le innumeri e profonde tracce di un pas-sato ellenistico e bizantino, fecondo e splendido, che in questeregioni sopravvive e alimenta l’identità collettiva, costituiscononon solo un capitolo di storia di queste terre antiche e nobili, maoggi anche un silenzioso richiamo ad una «ecumenicità» profeticae liberatrice, quasi un ponte gettato sui flutti e sui conflitti secolarifra civiltà tanto diverse e tanto interdipendenti.Il Sud d’Italia è stato come una testa di ponte per ogni espansio-ne dall’est all’ovest del Mediterraneo. Non un semplice luogo disbarco strategico, ma anche un protagonista di sintesi e linguaggi,proposte e istituzioni. Tanto da diventare, per non pochi momentied epoche, zona strategica di equilibri e crocevia degli scambi eco-nomici, militari e religiosi del grande bacino. Possiamo parlare diuna pluriforme incubazione di civiltà e sistemi politici, da cui di

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tempo in tempo sono germinati grandi uomini, e in cui hannoposto la propria «utopia» alcuni fra i più geniali architetti del con-vivere: come Tommaso Campanella, Bruno il certosino, Nilo ilmonaco, Francesco di Paola.Visitando queste propaggini meridionali d’Italia ho incontrato intanti luoghi numerosi segnali di una presenza diffusa del biblicoprofeta Elia: si tratta di scintille appena percepibili di un patrimo-nio religioso, di stile soprattutto monastico, ma anche di frammen-ti di una grande civiltà progressivamente frantumata e dispersadalle invasioni e dalle violenze, come pure dalla latinizzazione for-zata e dalla migrazione che ha sradicato le identità. Le sparse«scintille» del nome di Elia segnalano fuochi antichi ben più gran-di e legati ad altri equilibri culturali.Lo scavo biblico, patristico e letterario, liturgico e teologico, cheha fatto Roberto Russo sul profeta di Tisbe, in molteplici direzionie contesti, interreligiosi compresi, mi pare di grande preziosità.Quasi «auscultando» dalle pietre e dalle carte, dalle geografia edalle tradizioni rabbiniche o islamiche o monastiche, e proseguen-do fino all’arte e alla musica e alla letteratura recente, l’autore cisottrae al rischio di manipolazioni dei valori secondo esigenze diarcheologismo sterile o di mode in vigore, che finiscono poi percondurre alla decomposizione. E allo stesso tempo ci apre allafedeltà dinamica e creativa, armoniosa e non puramente mimetica,delle radici di questa presenza misteriosa e affascinante, mai ridu-cibile alla pura somma dei detti, dei fatti o dei reperti.Perché il profeta Elia è un personaggio così misterioso e insiemesuggeritore di immagini e di appigli, che lo si ritrova ovunque, neiluoghi più impensati e nei contesti più problematici. Una volta chelo si è incontrato se ne resta affascinati, e non si riesce a scordarequest’uomo di fuoco e di lacrime, di paure e di minacce, di ritrosiae di sortite fulminanti. Quella caratteristica che lo stesso raccontobiblico già riconosceva – le sue improvvise apparizioni, e poi glioccultamenti più strani – rimane ancora oggi appiccicata alla suafigura e alla sua popolarità, e ne fanno un personaggio insieme pro-fetico e tenero, sconcertante e affascinante.Ha fatto bene Roberto Russo a non limitare l’importanza dellafigura del profeta Elia alle caratteristiche che la letteratura mona-stica antica e quella medievale hanno voluto evidenziare in lui,mentre lo proclamavano modello di vita e di attitudini. Sarebbestato impoverirlo, perché avrebbe colto solo parte del suo messag-gio e del suo influsso.

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Di fatto si può asserire, in base allo studio delle fonti patristiche,che un vero sviluppo del tema «eliano» come modello di vita cri-stiana, si conosce in Oriente solo con il primo consolidarsi dellacorrente monastica. La stessa cosa si può affermare anche per ipadri latini. Di Elia si parla certamente, ma mai con lunghi svilup-pi, anzi in genere amorcellements (a mozziconi), anche se ai nostriocchi sono elementi di grande impatto. Basti pensare alla simpatiache per il profeta Elia aveva Ambrogio di Milano.Bisogna risalire più a monte: cioè alla Bibbia e alla epopea elianadei Libri dei Re, per scendere poi più a valle, attraverso le riflessio-ni patristiche e monastiche, fino alla modernità: cioè rintracciare lapresenza di Elia nei secoli recenti e nei settori non solo monastici.La ricerca ampia e documentata di questo libro ha attinto con sag-gezza e insieme con sobrietà intelligente agli studi specialistici, siaper le regioni più remote e di difficile accesso – le fonti bibliche,l’ebraismo e la letteratura rabbinica, l’islam nelle molteplici suecorrenti, con le loro leggende e le riletture sempre inventive – siaper la ricca e, in Occidente unica, tradizione carmelitana, sia perquei settori che, un certo snobismo teologico e anche spirituale,considera prodotti «minori», come le raffigurazioni artistiche, letradizioni popolari, le elaborazioni libere e immaginarie.Certamente ci sono dei grandi settori dove la riflessione teologicae spirituale e l’assimilazione della figura di Elia e dei suoi idealihanno prodotto maggiori dati: sono i padri orientali e occidentali,le liturgie di ispirazione monastica, e soprattutto la tradizione deicarmelitani, l’ordine nato proprio sul Monte Carmelo e poi diffusosoprattutto nell’Occidente. Roberto Russo non poteva dire tutto,anche perché l’accesso a certe fonti orientali è di difficile attuazio-ne per la difficoltà delle lingue e la scarsità di testimonianze edite.Tuttavia quello che ha saputo proporre, soprattutto ricavandolodalla patristica latina e dalla letteratura eucologica, ci mostra unpatrimonio di riflessioni e di riletture che non lasciano indifferen-ti. Arricchendo con opportune appendici la sua ricerca, rende unservizio ancor più prezioso: sia perché nella parte liturgica a volteci sono come delle perle che di colpo ti folgorano per la loro incisi-vità e assoluta originalità; sia perché, senza forse avere intenzionedi affermarlo, ha indicato possibilità ancora aperte per testi e stililiturgici, che diano autenticità orante e dossologica alle nuove let-ture e nuove sottolineature. Infatti la fecondità delle nuove pro-spettive e delle nuove ermeneutiche esploratrici la si misura anchedalla capacità di consentire e ispirare nuovi percorsi celebrativi e

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dalla bellezza dei nuovi testi, attraverso i quali si trasformano ildetto e il pensato in pregato e celebrato.Una delle novità delle nuove letture sul profeta Elia è la sottoli-neatura dei suoi percorsi di fraternità e di lotta per la giustizia, noninferiori alle sue esperienze di solitudine e di incontri infuocati emisteriosi con Dio. Credo che questo nuovo orizzonte di senso e diattualizzazione possa avere ulteriori sviluppi, non incoerenti conl’autentico profilo biblico del profeta. Ho visto, per fare un esem-pio, in un paese della Calabra, a Curinga (sopra la piana diLamezia), come si è cercato di recuperare, sotto la guida diSebastiano Augruso, la tradizione monastica bizantina che vi avevaavuto per secoli un monastero dedicato al profeta Elia, poi trasfor-mato in convento carmelitano, e ora diroccato. Si tratta di una bella«porta del profeta Elia» all’entrata della Chiesa del Carmine:un’opera preziosa dell’artista Giuseppe Farina. Sono fuse insiemele vicende del profeta con la storia del paese, che è storia di fede etragedie, singhiozzi e canti: cose che quella serie di pannelli rivelaed evoca, ora con orrore, ora con sofferta intuizione. In realtà è ilretroterra culturale della comunità, della coessenzialità, a Curingae in Calabria, tra storia sociale di un popolo vista ed espressa neisuoi aspetti più drammatici e la tradizione monastica, religiosa ingenere, che di quella storia costituisce l’anima più segreta, la forzanascosta di resistenza.Mi pare che questa preoccupazione di fare dell’epopea di Elia edei suoi seguaci (i monaci bizantini e i carmelitani), una cifra, unaparabola del destino e delle sofferenze del popolo calabro – se èlecito reperire un paragone biblico, possiamo dire popolo «aratosul dorso con lunghi solchi» (Isaia), cioè segnato per secoli dal-l’emarginazione, dalla solitudine, dalla carestia e dal terremoto, maanche dallo sfruttamento, dalle scorrerie rapaci di ieri e di oggi –questa lettura è a mio vedere anche la via giusta e feconda per unrecupero della memoria in termini di autocoscienza e di fede, digrido alla giustizia e alla libertà, e di silenzioso tributo alla lotta deifigli migliori, sparsi nel mondo o ancora presenti, per un avveniremigliore. Tribulatio ecclesiae - tribulatio humanitatis, si chiama-no i due pannelli: narrando insieme i giorni dell’orrore e delle tene-bre, quando popolo e Chiesa, segni sacri e segni di popolo, patiro-no violenza, conobbero i limiti della barbarie e lo scompaginarsidei cardini della convivenza.Anche per la storia biblica di Elia si può esattamente parlare diquesta comune tribolazione. Egli si è trovato nel mezzo del deterio-

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rarsi del potere politico in spogliazione e sopruso (di carattere dire-mo oggi «mafioso»), asservito ad interessi economici controllatidalle piazzeforti mercantili del Nord (allora si trattava dellaFenicia). In mezzo ad un popolo che perfino della sua religiositàtradizionale e profonda veniva costretto a spogliarsi – per dareluogo ad una religiosità di importazione (quella di Baal), spettaco-lare ma perversa, perché distruttiva delle radici religiose popolari estrumento di colonizzazione perfino nei recinti del sacro – egli sitrovava dalla parte del popolo che soffre, vinto con i vinti, emargi-nato con gli emarginati.Lascio come aperta questa riflessione, augurando al bel libro diRoberto Russo di suscitare in molti la voglia di «raccogliere ilmanto» infuocato del profeta rapito su un carro di fuoco; e allostesso tempo di fornire a chi si ritrova in mano le tracce del profe-ta – attraverso tradizioni popolari, religiose o folkloriche – di tra-sformarle in scintille di nuova passione per Dio e nuova solidarietàliberatrice e risanatrice.

Bruno Secondin, o.carmPontificia Università Gregoriana – Roma

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Introduzione

Basta una semplice ricerca in uno dei motori di ricerca presentiin internet per rendersi subito conto che il profeta Elia è presentenei diversi campi del sapere umano, come anche nelle variesituazioni. Oltre che nei siti di argomento biblico, cristiano,ebraico, artistico, troviamo il profeta di fuoco su siti di diverseconfessioni religiose, o su quelli inerenti alla reincarnazione, aglialieni, all’esoterismo, finanche allo sport…1 Una presenza che, inun certo senso, sgomenta per l’ampiezza della presenza di questopersonaggio biblico.Se, poi, volgiamo la nostra attenzione ai testi dei padri dellaChiesa - sia latina, sia greca, sia orientale - si nota che la presenzadel profeta Elia gioca un ruolo importante. In molti ne parlano e neanalizzano la figura e l’operato2.Da questa constatazione è nato il desiderio di approfondire lafigura del profeta nell’ambito della Scrittura, della patristica, delmondo contemporaneo e, soprattutto, nel Carmelo.Nel primo capitolo presento la figura di Elia così come ci risultadalla Sacra Scrittura, dai libri dei Re – che contengono il ciclo diElia – fino alla lettera di Giacomo. Un capitolo necessario perfornire le coordinate attorno alle quali si muoveranno sia i padridella Chiesa che la cultura in genere. Per le citazioni della SacraScrittura ho seguito la traduzione de la Bibbia di Gerusalemme.Il capitolo II esamina la presenza del profeta in alcuni padri latinie, in particolare, in Tertulliano, Ambrogio, Girolamo, Agostino,Cassiano e Cesario di Arles. La scelta di questi autori è dovuta alfatto che, oltre a parlare diffusamente di Elia, essi si possono

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Elia

annoverare fra coloro che hanno trasmesso in un determinatomodo - potremmo dire hanno canonizzato - la figura di Elia nelcorso dei secoli fino ai nostri giorni. Di ogni autore ho analizzato leopere dal punto di vista cronologico, per esaminare, in un certosenso, lo sviluppo che l’idea del profeta Elia potesse avere nel loropensiero. Al termine del capitolo si tirano le fila di quanto emersodalla disamina dei testi patristici.Il profeta Elia non è solo fonte di studi, ma anche modello daimitare e al quale rivolgersi nella preghiera. Ecco perché il capitoloIII si sofferma sul culto tributato ad Elia nel corso dei secoli,analizzando nei dettagli il proprio carmelitano della Messa e laLiturgia delle Ore.Delle considerazioni costituiscono il capitolo IV nel quale horitenuto opportuno presentare l’influsso dei testi patristicisull’arte, sulla musica e sulla letteratura. Questo perché credo chela figura di Elia non sia chiusa solo nei testi della Sacra Scrittura oin quelli patristici, ma si estenda anche in altri campi del sapere chevarrebbe la pena di approfondire. Alcune riproduzioni di immaginieliane completano questo capitolo.Nelle Conclusioni ricollego i diversi elementi dei vari capitoli peravere una visione complessiva di tutta la ricerca.Infine, tre appendici mi sono sembrate utili e necessarie: quellache esamina la presenza del profeta Elia nell’Ordine Carmelitano,quella che considera il Nostro in seno alla religione ebraica e allavita degli ebrei, “nostri fratelli maggiori”, e quella in cui si analizzala presenza del Profeta nell’increato Corano. Questo per avere unavisione, la più completa possibile, di questo profeta così caro allatradizione ebraica, cristiana, musulmana, che, nonostante il suocarattere forte, ci insegna il metodo del dialogo.La studio si conclude con la bibliografia ragionata e gli indici. Peril reperimento della bibliografia relativa al profeta Elia nei padridella Chiesa, ho trovato delle difficoltà. In molti hanno studiato leopere dei padri della Chiesa e in molti hanno scritto sul profeta Elianella Bibbia. Ci sono studi su Elia nell’arte e in altri campi delloscibile umano. E ci sono diversi studi su Elia al Carmelo. A quantomi risulta non ci sono studi sul profeta Elia nei Padri della Chiesa.Quelli di Éliane Poirot3 possono essere considerati un ottimoprontuario, ma non forniscono informazioni dettagliate e precise4.Ho cercato, pertanto, di fornire della bibliografia di base per quelche riguarda le singole opere, ascoltando i testi dei Padri.Le storie di Elia hanno avutomolto successo ed egli è diventato un

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profeta della passione, compassione e amicizia

grande profeta sia per l’ebraismo che per il cristianesimo e perl’islamismo. Egli è una delle grandi figure dell’Antico Testamentonon solo per via del suo carattere di strenuo difensore della fede delDio d’Israele, ma soprattutto per via della sua fine misteriosa. Etale aspetto è testimoniato sia dal Nuovo Testamento, chedall’Islam e dal giudaismo, come anche dall’ordine Carmelitano5.Sono onorato dalla prefazione di p. Bruno Secondin, carmelitano,docente di spiritualità alla Pontificia Università Gregoriana e caroamico, sempre attento alla voce dello Spirito nelle diversesituazioni. Altresì mi pregio della postfazione del pastore valdeseEric Noffke, docente di sacra Scrittura presso la Facoltà TeologicaValdese di Roma, autori di studi originalissimi sul cristianesimodelle origini e sulla figura del Cristo. Un vivo ringraziamento alprofessor Natale Fioretto, dell’Università per Stranieri di Perugia,per aver seguito da vicino la stesura di tutto il libro; al professorGianluca Orsola, della Pontificia Università Salesiana, per ilsempre solerte supporto nell’interpretazione dei passi latini egreci; alla dottoressa Agata Maria Rita Scuderi per le ricercheiconografiche; al maestro Carlo Minestrini per le ricerchemusicologiche; al pittore Simone Anticaglia per la copertina.Il presente studio è dedicato a Martina e Cristian Russo.

Roberto Russo

Perugia, 14 giugno 2007memoria di Eliseo, discepolo di Elia

NOTE

1 Una ricerca effettuata sul motore di ricerca Google con la stringa “Eliaprofeta”, ha fornito i seguenti risultati: inglese = circa 151.000 occorrenze,tedesco = circa 43.400, portoghese = circa 16.400, spagnolo = circa 12.900,francese = circa 11.300, italiano = circa 8.420. Per lo sport si pensi allostadio S. Elia di Cagliari.

2 Per un’analisi della presenza di Elia nella letteratura cristiana latina, greca eorientale, e anche nei testi liturgici, si vedano i seguenti volumi: Le saintprophète Élie d’aprés les Pères de l’Église, textes présentés par les carmélitesdu Monastère Saint Élie Saint-Rémy-les-Montbard, Abbaye de Bellefontaine1992; É. POIROT, Les prophètes Élie et Élisée dans la littérature chrétienneancienne, Abbaye de Bellefontaine 1997. Il limite di questi studi - entrambi

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Indice delle illustrazioni

Itinerario di Elia secondo la Bibbia (disegno di N. Fioretto)

Figura 1 Roma, Catacombe di S. Domitilla, Ascensione di Elia(foto Pontificia Commissione di Archeologia Sacra)

Figura 2 Roma, Basilica Ss. Silvestro e Martino ai Monti, La finedella siccità, affresco di Gaspard Dughet (sec. XVII) (fotoR. Russo)

Figura 3 La statua di Elia del Cornacchini (per gentile concessionedella Reverenda Fabbrica di San Pietro)

Figura 4 La trasfigurazione, Teofane il Greco (1403 c.)

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Indice generale

BRUNO SECONDIN, Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

I. IL PROFETA ELIA NELLA BIBBIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15I.1. Coordinate storico-religiose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15I.2. Elia profeta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16I.2.1. Nell’Antico Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17I.2.1.1. Il ciclo di Elia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17I.2.1.2. Malachia e Siracide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

I.2.2. Nel Nuovo Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27I.2.2.1. Vangeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27I.2.2.2. Paolo e Giacomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

I.3. L’Elia biblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

II. IL PROFETA ELIA IN ALCUNI SCRITTORI LATINI CRISTIANI . . 37II.1. Tertulliano (155 ca – dopo il 220) . . . . . . . . . . . . . . . . . 37II.2. Ambrogio (337/339-397) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39II.3. Girolamo (347? – 419) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39II.4. Agostino (354-430) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40II.5. Giovanni Cassiano († 430) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41II.6. Cesario di Arles (470 ca – 542) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43II.7. Il pensiero dei padri latini su Elia . . . . . . . . . . . . . . . . . 45Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46

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III. IL CULTO DEL PROFETA ELIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51III.1. Elementi storici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51III.2. La celebrazione eucaristica in onore di Elia . . . . . . . 53III.2.1. I testi della messa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53III.2.2. Elia, l’apostolo-testimone dell’unico Dio . . . . . . . . 54III.3. La liturgia delle ore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56III.3.1. I testi della liturgia delle ore . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56III.3.2. Elia, modello di vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65

IV.CONSIDERAZIONI SULLA PRESENZA DI ELIA NELL’ARTE,NELLA MUSICA E NELLA LETTERATURA . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74

CONCLUSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77

ERIC NOFFKE, Postfazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79

APPENDICI

I. L’Ordine Carmelitano e il profeta Elia . . . . . . . . . . . . . 85II. Il profeta Elia nell’ebraismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88III. Il profeta Elia nell’increato Corano . . . . . . . . . . . . . . . . 94

BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101

INDICIAbbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113Indice delle illustrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116Indice generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117